NOTE SU WEREL E YEOWE

1. Pronuncia di nomi e parole

In voedeano (che è anche la lingua parlata su Yeowe) e in gatayano, le vocali si pronunciano come si scrivono, "all'europea", come dicono gli Anglosassoni.


In voedeano, l'accento di solito cade sulla penultima sillaba. Quindi:

Arkamye – ar-KAM-ye

Bambur – BAM-bur

Boeba – bo-E-ba


I nomi propri formati con i nomi delle divinità Kamye (Kam) e Tual tendono a mantenere l'accento su questa radice, perciò:

Abberkam – AB-ber-KAM

Batikam – BA-ti-KAM

Rakam – RA-KAM

Sezi-Tual – SE-zi-TUAL

Tualtak – TUAL-tak


HAINESE

I lunghissimi nomi di clan comuni tra gli Hainesi sono accorciati per l'uso quotidiano. Così Mattin-yehedarhed-dyura-ga-muruskets diventa Yehedarhed.

araha – a-RA-ha

Ekumene (da un'antica parola di Terra) – EK-u-men

2. I pianeti Werel e Yeowe

Da Manuale dei mondi conosciuti, stampato a Darranda, Hain, ciclo hainese 93, anno locale 5467.


L'anno ekumenico 2102 è considerato come Presente quando le date storiche sono segnalate come anni AP (ante-Presente).


Il sistema solare Werel-Yeowe consiste di 16 pianeti orbitanti attorno a una stella bianco-giallastra (RK-tamo-5544-34). La vita si è sviluppata sul terzo, quarto e quinto pianeta. Il quinto, chiamato Rakuli in voedeano, ospita soltanto forme invertebrate di vita, resistenti al freddo e all'aridità, e non è stato sfruttato né colonizzato. Il terzo e il quarto pianeta, Yeowe e Werel, si situano entro i parametri hainesi di atmosfera, gravità, clima, ecc. Werel è stato colonizzato da Hain al termine dell'espansione, nell'ultimo milione di anni. Pare che non sia stato necessario sradicare la fauna nativa, dal momento che tutte le forme di vita animale trovate su Werel, come anche parte della flora, sono di derivazione hainese. Yeowe non ospitava vita animale fino alla colonizzazione da parte di Werel (365 anni AP fa).


Werel

Storia naturale

Quarto pianeta dal suo sole, Werel possiede sette piccole lune. Il suo clima usuale è il freddo temperato, assai più rigido ai poli. La flora è in gran parte indigena, la fauna interamente di origine hainese, volutamente modificata per ottenere la cobiosi con le piante aborigene, e ulteriormente modificata tramite deriva genetica e adattamento. L'adattamento umano comprende la colorazione azzurrina, cianotica, della pelle (dal nero al bianco, con una sfumatura bluastra) e occhi senza sclera visibile, entrambi adeguamenti ovvi allo spettro delle radiazioni solari.


Voe Deo: Storia recente. 4000-3500 anni AP orsono, una popolazione aggressiva e progredita di pelle nera proveniente dal meridione, da oltre l'equatore nell'unico grande continente (regione che attualmente costituisce la nazione del Voe Deo), invase e conquistò le genti dalla pelle chiara del nord. Questi conquistatori istituirono una società schiavista basata sul colore della pelle.

Il Voe Deo è la nazione più grande, popolosa e ricca del pianeta, tutte le altre su entrambi gli emisferi sono sue colonie, stati clienti o comunque dipendenti dal Voe Deo dal punto di vista economico. L'economia voedeana si basa da almeno 3000 anni su capitalismo e schiavismo. L'egemonia del Voe Deo ci permette di descrivere Werel come un'unica grande società. Dal momento, però, che questa società è in fase di rapida mutazione, la presente descrizione sarà narrata al passato.


Classi sociali nel regime schiavista

Classe: padrone (possidente o gareot) e schiavo (proprietà). La tua classe è la classe di tua madre, senza eccezione alcuna.

Il colore della pelle varia dal nero bluastro fino al beige azzurrino o grigiastro per arrivare a un bianco quasi del tutto privo di pigmenti. (Soltanto l'albinismo può influenzare il colore di occhi e capelli, che altrimenti sono scuri.) Idealmente e in astratto, la classe corrisponde al colore della pelle: possidenti neri, proprietà bianche. In realtà, la maggior parte dei possidenti era nera, ma alcuni erano solo di pelle scura. Alcune proprietà erano bianche, alcune beige, alcune nere.

I POSSIDENTI erano chiamati uomini, donne, bambini.

La parola "possidente" senza altre specificazioni significava sia la classe nel suo complesso che un individuo o una famiglia che possedesse due o più schiavi.

Il padrone di uno o nessuno schiavo era un gareot, un possidente senza proprietà.

Il veot era il membro di una casta ereditaria di possidenti guerrieri, i cui gradi erano rega, zadyo, oga. I maschi veot entravano quasi sempre nell'esercito. Molte famiglie di veot erano proprietarie di fondi, quasi tutte possidenti, alcune gareot.

Le donne possidenti formavano una sottoclasse o casta inferiore. Una donna possidente era proprietà legale dell'uomo (padre, zio, fratello, marito, figlio o guardiano). Molti osservatori pensano che la divisione secondo il sesso della società wereliana fosse profonda ed essenziale quanto la divisione padrone/schiavo, ma meno visibile, tagliandola al suo interno. Le donne possidenti erano considerate socialmente superiori alle proprietà di ambo i sessi. Dal momento che le donne erano un possesso, non potevano possedere una proprietà loro, comprese le proprietà umane. Però potevano gestirle.

Le PROPRIETÀ erano chiamate schiavo, schiava, giovane o cucciolo. Termini dispregiativi: servo, polveroso, gessoso, bianco.

I Lul erano gli schiavi forzati, posseduti da una persona singola o da una famiglia. Tutti gli schiavi su Werel erano lul, eccetto i makil e i soldati-proprietà.

I Makil erano venduti alla Corporazione del Divertimento e da questa posseduti.

I Soldati-proprietà erano venduti all'Esercito e da esso posseduti.

I "liberi col taglio" o eunuchi erano schiavi maschi castrati (più o meno volontariamente, a seconda dell'età) in modo da acquisire posizione sociale e privilegi. Le storie wereliane ci descrivono un gran numero di eunuchi che hanno assunto posizioni di notevole potere nei vari governi, e molti altri hanno occupato posti influenti nell'apparato burocratico. I Boss della zona delle schiave del complesso erano sempre eunuchi.

L'emancipazione era estremamente rara fino al secolo scorso, ristretta a pochi casi storico-leggendari di schiavi la cui lealtà smisurata e il cui valore avevano indotto i loro padroni a regalargli la libertà. Quando su Yeowe iniziò la Guerra di Liberazione, la pratica dell'emancipazione divenne più frequente anche su Werel, per opera del gruppo possidente La Comunità, che invocava l'abolizione della schiavitù. Una proprietà emancipata era inserita dal punto di vista legale, anche se di rado da quello sociale, nei ranghi dei gareot.

Nel Voe Deo, all'epoca della Liberazione, la proporzione proprietà/possidenti era 7:1. (Circa metà di questi possidenti erano gareot, possidenti senza proprietà o con una soltanto.) Nei paesi più poveri la proporzione scendeva o addirittura si rovesciava: negli Stati Equatoriali il rapporto proprietà-possidenti era 1:5. Su Werel nel suo complesso tale rapporto era stimato a circa tre proprietà per possidente.


La Casa e il Complesso

Storicamente, e ancor oggi nelle campagne, in tenute, fattorie e piantagioni, le proprietà vivevano in un complesso cinto da mura o steccati, con un solo cancello. Il complesso era diviso in due metà separate da un fossato parallelo al muro del cancello. Il lato del cancello erano i quartieri degli uomini, il lato interno era la zona delle donne. I bambini vivevano nell'interno, fino a quando, raggiunta l'età lavorativa (dagli 8 ai 10 anni) venivano trasferiti alla casa comune. Le donne, madri e figlie, sorelle o amiche, vivevano in capanne, da due a quattro con i loro bambini. Uomini e ragazzi vivevano nelle baracche del lato del cancello, chiamate case comuni o lunghe case. Le cucine da campo erano accudite dai vecchi o dai piccoli che non andavano ancora a lavorare: di solito i vecchi cucinavano per i braccianti, mentre le nonne dirigevano il complesso.

Gli eunuchi vivevano in case separate edificate lungo il muro esterno, con una postazione di sorveglianza sulla recinzione, e fungevano da Boss del Complesso, da intermediari tra le nonne e i Boss Bracciantili (membri della famiglia possidente, oppure gareot prezzolati incaricati della gestione delle proprietà braccianti). I Boss Bracciantili vivevano all'esterno del complesso.

La famiglia possidente e i suoi dipendenti della medesima classe occupavano la Casa. Il termine comprendeva ogni specie di edificio esterno, dai quartieri dei Boss alle stalle, ma nello specifico designava la grande magione padronale della famiglia. Nelle Case convenzionali, la zona degli uomini (azade) e quella delle donne (beza) erano rigorosamente separate. Il grado di restrizione imposto alle donne rifletteva la ricchezza, il potere e le pretese sociali della famiglia. Le donne gareot potevano godere di notevole libertà di movimento e occupazione, ma le donne delle famiglie ricche o nobili restavano sempre in casa o nei giardini cintati, e mai uscivano senza essere accompagnate da folte scorte di uomini.

Un gran numero di proprietà femmine viveva nel settore delle donne come domestiche e per il piacere dei possidenti maschi. Alcune Case avevano domestici uomini, di solito ragazzi o vecchi, altre ancora avevano come servi degli eunuchi.

Nelle fabbriche, negli opifici, nelle miniere, eccetera, il sistema del complesso era rispettato con qualche modifica. Dove esisteva divisione del lavoro, i complessi interamente maschili erano controllati esclusivamente da gareot prezzolati, mentre nei complessi femminili erano le nonne a mantenere l'ordine, come nei complessi di campagna. Gli uomini affittati ai complessi maschili avevano un'aspettativa di vita di circa 28 anni. Durante la carestia di proprietà causata dalla tratta degli schiavi su Yeowe nei primi anni della colonizzazione, alcuni possidenti formarono dei complessi cooperativi per la riproduzione, dove delle schiave erano mantenute e procreavano di anno in anno, svolgendo mansioni leggere. Alcune di queste "fattrici" partorivano un figlio all'anno per vent'anni e anche più.

Affittati: Su Werel, ogni proprietà era posseduta individualmente. (Le Corporazioni di Yeowe cambiarono questa consuetudine: erano loro a possedere gli schiavi, che perciò non avevano più un singolo padrone.)

Nelle città wereliane, le proprietà vìvevano tradizionalmente nelle case dei loro padroni come domestici. Nell'ultimo millennio è diventato sempre più frequente che i possidenti di proprietà superflue le affittassero a imprese e fabbriche come manodopera più o meno qualificata. I possidenti o gli azionisti di una società compravano e possedevano individualmente proprietà individuali, la società affittava le proprietà, ne controllava l'utilizzo e spartiva i profitti. Un possidente poteva anche vivere sull'affitto di due proprietà qualificate. Così gli affittati, uomini e donne, diventarono il più ampio gruppo di proprietà in tutte le città e in molti villaggi. Gli affittati vivevano in "complessi sindacali", condominii gestiti da Boss gareot mercenari. Dovevano rispettare il coprifuoco e timbrare il cartellino in entrata e in uscita.

(Notate la differenza tra gli affittati wereliani, persone noleggiate dai loro proprietari, e i liberti yeowani, molto più autonomi, schiavi che pagavano al loro padrone una decima o una tassa sul lavoro liberamente scelto, chiamata "rendita della libertà". Uno dei primi obiettivi dell'Hame, il gruppo clandestino di liberazione delle proprietà del Voe Deo, fu l'istituzione della "rendita della libertà" anche su Werel.)

Quasi tutti i complessi sindacali e tutte le case di città erano divisi per sesso in azade e beza, ma alcuni possidenti privati e certe società permettevano alle loro proprietà o affittati di vivere in coppia, anche se mai di sposarsi. I loro proprietari potevano separarli per qualsiasi ragione in un momento qualsiasi. Il possidente della madre possedeva anche i figli di ogni coppia di proprietà.

Nel complesso convenzionale, l'accesso eterosessuale era controllato dai possidenti, dai Boss e dalle nonne. La gente che "saltava il fosso" lo faceva a suo rischio e pericolo. L'ideale del possidente era la totale separazione di proprietà maschi e femmine, con i Boss che gestivano la procreazione selettiva, con maschi stalloni selezionati che coprivano le femmine a intervalli ottimali per produrre il livello desiderato di prole. Nelle fattorie intensive, le proprietà femmine erano sopratuttto preoccupate a evitare gravidanze non desiderate e annuali. Nelle mani dei possidenti più benevoli, le nonne e gli eunuchi riuscivano spesso a proteggere le ragazze e le donne dagli stupri, e persino a permettere qualche accoppiamento per amore. Ma i legami fissi erano scoraggiati sia dai padroni che dalle nonne, e su Werel non era ammessa per legge o costume nessuna forma di matrimonio tra schiavi.


Religioni

Il culto di Tual, una divinità materna della pace e del perdono simile a Kwan Yin, era la religione di stato del Voe Deo. Dal punto di vista filosofico, Tual è considerata l'incarnazione più importante di Ama l'Increato o Spirito Creatore. Storicamente, è un amalgama di molte divinità locali e naturali, che localmente spesso si tornano a frammentare in manifestazioni molteplici. Dal punto di vista nazionale, la tutela della religione dello stato tendeva ad accompagnare l'egemonia voedeana negli altri paesi, anche se non si trattava di una religione intrinsecamente dedita al proselitismo o aggressiva. I preti tualiti possono ricoprire e ricoprono i massimi incarichi nel governo. Classe: le immagini e il culto tualita erano sostenuti dai possidenti in tutti i complessi di schiavi, sia su Werel che su Yeowe. Il Tualismo era la religione dei possidenti. La sua pratica tra le proprietà era incoraggiata. Pur includendo nei loro riti aspetti della mitologia e del credo tualita, quasi tutte le proprietà erano kamyite. Considerando Kamye come "Schiavo" e incarnazione minore di Ama, i sacerdoti tualiti includevano e tolleravano la pratica kamyita (che non possedeva un clero ufficiale) tra schiavi e soldati (infatti molti veot erano kamyiti).

L'Arkamye o Vita di Kamye lo Spadaccino (Kamye è anche il Mandriano, una divinità agreste, e lo Schiavo, essendo stato a lungo servo del Signore del Crepuscolo): un'epopea guerriera, adottata circa 3.000 anni fa dalle proprietà in quasi tutto il mondo come testo sacro della loro religione. Propugna virtù da schiavo/guerriero come l'obbedienza, il coraggio, la pazienza e l'altruismo, come pure l'indipendenza spirituale alle cose di questo mondo e un misticismo appassionato: si può vincere la realtà soltanto rinunciando al reale apparente. Proprietà e veot includono Tual nel loro credo come incarnazione di Kamye, a sua volta incarnazione di Ama l'Increato. Gli "stadi della vita" e la "discesa nel silenzio" sono tra le idee e le pratiche mistiche che Kamyiti e Tualiti condividono.


Relazioni con l'Ekumene

Il Primo Nunzio (EY 1724) fu accolto con estremo sospetto. Dopo che a una delegazione strettamente sorvegliata fu concesso di scendere a terra dall'astronave Hugum, l'alleanza fu rifiutata. Il governo del Voe Deo e i suoi alleati proibirono agli Alieni l'accesso nel sistema solare. Werel, guidato dal Voe Deo, entrò poi in una fase di sviluppo accelerato e competitivo di tecnologia spaziale e di intensificazione del progresso tecnoindustriale. Per molti decenni, il governo voedeano, l'industria e l'esercito furono mossi dall'aspettativa paranoica del ritorno in armi di conquistatori alieni. Fu questo sviluppo a portare alla colonizzazione di Yeowe nel giro di soli tredici anni.

Nei tre secoli seguenti l'Ekumene intrattenne rapporti sporadici con Werel. Uno scambio di informazioni fu inaugurato su insistenza dell'Università del Bambur, a cui si unì un consorzio di atenei e istituti di ricerca. Alla fine, dopo più di trecento anni, l'Ekumene ottenne il permesso di inviare osservatori. Durante la Guerra di Liberazione su Yeowe, l'Ekumene fu invitato a spedire ambasciatori nel Voe Deo e nel Bambur, e in seguito Nunzi nel Gatay, nei Quaranta Stati e in altre nazioni. Per un certo periodo la non osservanza della Convenzione sugli Armamenti impedì a Werel di entrare nell'Ekumene, nonostante le pressioni del Voe Deo sugli altri stati che insistevano a non cedere le loro armi. Dopo l'abrogazione della Convenzione sugli Armamenti, Werel entrò finalmente nell'Ekumene, 359 anni dopo i primi contatti e 14 anni dopo la fine della Guerra di Liberazione.

In quanto proprietà delle Corporazioni, non avendo un proprio governo, la Colonia di Yeowe era considerata dai suoi padroni wereliani inadatta a diventare membro dell'Ekumene. L'Ekumene continuò a contestare il diritto delle Quattro Corporazioni di possedere il pianeta e la sua gente. Durante gli ultimi anni della Guerra di Liberazione, il Partito della Libertà invitò su Yeowe degli osservatori ecumenici, dopodiché l'invio di un Nunzio stabile coincise con la fine del conflitto. L'Ekumene aiutò Yeowe a negoziare la fine del controllo economico del pianeta da parte delle Corporazioni e del governo voedeano. Il Partito Mondiale riuscì quasi a cacciare dal pianeta anche gli Alieni, oltre ai Wereliani, ma col crollo di quel movimento l'Ekumene sostenne il Governo Provvisorio fino allo svolgimento di libere elezioni. Yeowe entrò nell'Ekumene nell'anno XI della Liberazione, tre anni prima di Werel.

Yeowe

Storia naturale

Terzo pianeta dal suo sole, Yeowe gode di un clima caldo temperato con scarse variazioni stagionali.

La vita batterica è antica, e di complessità e varietà adattative molteplici e nella norma. Un certo numero di specie marine microscopiche potrebbero essere considerate come appartenenti al mondo animale, per quanto la biosfera originale del pianeta sia stata vegetale.

Sulla terraferma c'era una grande varietà di specie complesse, saprofite o dedite alla fotosintesi. Molte erano sessili, con qualche "rampicante", piante coloniali o individuali capaci di movimenti lentissimi. Gli alberi erano la forma di vita principale. Il Continente Meridionale era interamente coperto da una foresta tropicale, una giungla dal clima temperato, dalle coste fino all'estrema linea boschiva della catena montuosa polare e alla taiga del Circolo Polare Antartico. Il Grande Continente, coperto da foreste all'estremo nord e all'estremo sud, per il resto era un unico paesaggio di steppe e savane sulle alture centrali, con immense aree di brughiere, paludi e acquitrini marini sulle piane costiere. In assenza di animali che favorissero l'impollinazione, le piante erano strutturate per sfruttare il vento e la pioggia come strumenti di fertilizzazione e propagazione: semi esplosivi, alati, reti di semi che intrappolavano il vento e fluttuavano per centinaia di chilometri, spore a tenuta stagna, semi "scavatori", "nuotatori" e piante con pale mobili, ciglia, eccetera.

I mari, che sono caldi e relativamente poco profondi, e le vaste paludi costiere nutrono una gran quantità di piante sessili e fluttuanti, plancton, alghe, coralli e spugne che formano costruzioni permanenti (soprattutto di silicio), oltre a piante uniche come l'erbaspecchio e i velieri. Gli enormi intrichi di ninfee sono stati mietuti dalle Corporazioni con tanta intensità da renderle specie estinte nel giro di una trentina d'anni.

L'introduzione scriteriata di piante e animali wereliani, insieme all'inquinamento industriale e alla guerra, sterminò o scacciò i tre quinti delle specie aborigene. I possidenti introdussero cervi, cani da caccia, gatti da caccia e cavalli per le loro battute. Il cervo si moltiplicò alla svelta, distruggendo una gran parte dell'habitat originale. Molte specie animali importate non riuscirono ad attecchire. Gli animali wereliani superstiti su Yeowe, oltre agli uomini, sono:

uccelli (pollame domestico introdotto come fauna da allevamento o selvaggina; anche qualche specie di uccello canoro è riuscita ad attecchire);

volpini e cani maculati (animali domestici);

bestiame (domestici; molti allo stato brado nei distretti spopolati);

cervi (selvatici, detti cervi di palude, adattati alle regioni acquitrinose);

gatti da caccia (selvatici, rari, vivono nelle paludi).

L'introduzione di qualche specie ittica si è rivelata disastrosa per le piante locali, e i pesci superstiti sono stati poi sterminati dall'avvelenamento delle acque. Tutti i tentativi di introdurre pesci di mare sono falliti.

I cavalli furono macellati durante la Guerra di Liberazione, in quanto simbolo dei possidenti. Non ne è sopravvissuto alcun esemplare.


La Colonia; l'Insediamento

I primi razzi wereliani raggiunsero Yeowe 365 anni AP. L'esplorazione, la cartografia e le prospezioni furono avviati in modo tempestivo. La Corporazione delle Miniere di Yeowe, proprietà soprattutto di investitori voedeani, ottenne il diritto esclusivo di prospezioni geologiche. Nel giro di venticinque anni delle navi più grandi e più efficienti resero profittevole l'attività mineraria, e la CMY cominciò a inviare regolarmente schiavi su Yeowe, riportando indietro nel viaggio di ritorno carichi di minerali.

La successiva grande compagnia a essersi insediata su Yeowe è stata la Corporazione Forestale del Secondo Pianeta, che tagliava e inviava il legno yeowiano su Werel, dove l'espansione industriale e demografica aveva drasticamente decimato le foreste.

Lo sfruttamento degli oceani divenne un'industria importante verso la fine del primo secolo, allorché la Corporazione Spedizioniera Yeowiana iniziò a raccogliere le ninfee con immensi profitti. Esaurita quella risorsa, la CSY passò allo sfruttamento di altre specie marine, soprattutto le alghe vescicose, assai ricche d'olio.

Durante il primo secolo di colonizzazione, la Compagnia delle Piantagioni di Yeowe avviò la coltura sistematica dei cereali e della frutta introdotti, oltre che di specie locali come la canna oe e dei frutti del pini. Il clima caldo e costante di buona parte di Yeowe e l'assenza di insetti e animali nocivi (preservata dalle scrupolose regole sulla quarantena) facilitarono l'enorme sviluppo delle attività agricole.

Le imprese singole di queste quattro Corporazioni e le regioni in cui operavano, fosse per attività mineraria, forestale, agricola o marittima, erano chiamate "Piantagioni".

Le quattro grandi Corporazioni mantennero il controllo assoluto dei rispettivi prodotti, anche se nei decenni scoppiarono molte contese (legali e fisiche) sui diritti conflittuali di sfruttamento delle varie aree. Nessuna struttura rivale fu mai in grado di far saltare il monopolio delle Corporazioni, che aveva il pieno e attivo sostegno, militare, politico e scientifico, del governo del Voe Deo, il maggior beneficiario dei profitti corporativi. Il principale investimento di capitale nelle Corporazioni era sempre da parte del governo e dei capitalisti voedeani. Paese potente già all'epoca degli Insediamenti, dopo tre secoli di colonizzazione il Voe Deo era di gran lunga la nazione wereliana più ricca, che dominava e controllava le altre. Il suo controllo sulle Corporazioni di Yeowe, però, era solo nominale. Era costretto a negoziare con le grandi compagnie come se fossero potenze straniere.


Popolazione e schiavitù

Per tutto il primo secolo le Corporazioni, il cui monopolio nella tratta degli schiavi era completo grazie al cartello interplanetario, esportarono nella colonia di Yeowe soltanto schiavi maschi. Durante il primo secolo una proporzione notevole di schiavi proveniva dalle nazioni più povere di Werel. In seguito, quando la procreazione di schiavi per il mercato wereliano divenne profittevole, ne furono mandati anche dal Bambur, dai Quaranta Stati e dal Voe Deo.

In questo periodo, la popolazione salì a circa 40.000 possidenti (per l'80% maschi) e circa 800.000 schiavi (tutti maschi).

Esistevano parecchi insediamenti sperimentali, "Città dell'emigrazione", di gareot (possidenti privi di schiavi), soprattutto comunità di servizio e officine. Questi insediamenti furono prima tollerati, poi aboliti, dalle Corporazioni, che indussero i governi wereliani a limitare l'emigrazione al personale corporativo. I coloni gareot furono rimandati su Werel e i servizi che essi avevano avviato furono rilevati introducendo degli schiavi. La "classe media" di cittadini e commercianti su Yeowe divenne così composta da schiavi semiindipendenti (liberti) piuttosto che da gareot e affittati come su Werel.

I prezzi degli schiavi continuarono a salire, dal momento che soprattutto le Corporazioni di agricoltura e miniere dilapidavano i loro schiavi (durante il primo secolo, uno schiavo di miniera aveva un'aspettativa di "vita lavorativa" di cinque anni). I possidenti individuali contrabbandavano sempre più spesso delle schiave come serve sessuali e come domestiche. Sotto queste pressioni, le Corporazioni cambiarono le regole e permisero l'importazione di schiave (238 AP).

In un primo periodo le schiave, considerate come bestiame da procreazione, furono limitate ai complessi delle piantagioni. Appena apparve evidente la loro utilità per ogni genere di lavoro, molti possidenti allentarono simili limitazioni in quasi tutte le piantagioni. Comunque le schiave si dovettero inserire nel sistema secolare degli schiavi maschi come esseri inferiori, come schiave degli schiavi.

Su Werel tutte le proprietà erano possedute individualmente, tranne i makil (acquistati ai precedenti padroni dalla Corporazione del Divertimento) e i soldati-proprietà (acquistati dal governo). Su Yeowe, tutti gli schiavi erano proprietà della Corporazione, che li acquistava dai padroni wereliani. Su Yeowe non si potevano possedere schiavi individualmente. Su Yeowe non si potevano liberare schiavi. Anche quelli portati come servi personali, come per esempio le domestiche delle mogli dei proprietari delle piantagioni, furono trasferiti alla Corporazione che possedeva la piantagione.

Anche se non era ammessa l'emancipazione, col rapido crescere della popolazione degli schiavi, che causò un eccesso di manodopera in molte piantagioni, lo status di liberto divenne sempre più comune. I liberti trovavano un lavoro prezzolato e si "riscattavano la libertà", pagando mensilmente o annualmente a una o più Corporazioni la decima (di solito il 50%) che gli era imposta come tassa per il lavoro indipendente. Molti liberti lavoravano come mezzadri, negozianti od operai e nelle industrie dei servizi. Durante il terzo secolo di colonizzazione, nelle città si consolidò una classe professionale di liberti.

Alla fine del terzo secolo, quando la crescita demografica rallentò, la popolazione totale di Yeowe ammontava a 450 milioni, e la proporzione tra schiavi e possidenti era più di cento a uno. Circa metà della popolazione schiava era composta da liberti. (Venti anni dopo la Liberazione, la popolazione era sempre di 450 milioni di persone, tutte libere.)

Nelle piantagioni, la struttura originale di soli uomini servì da base per la società degli schiavi. I gruppi di lavoro si svilupparono presto in gruppi sociali (chiamati bande) e le bande in tribù, ciascuna con una propria gerarchia: il membro della tribù obbediva a un Capo, che obbediva a un Boss, il quale era sottoposto a un possidente su cui stava la Corporazione. I vincoli, la competizione, la rivalità, i privilegi omosessuali e i clan adottivi diventarono istituzionali e spesso codificati secondo schemi complicati. L'unica salvezza per uno schiavo erano l'appartenenza a una tribù e la stretta aderenza ai suoi codici. Gli schiavi venduti in altre piantagioni dovevamo servire da schiavi degli schiavi, spesso per anni, prima di ottenere l'affiliazione a un'altra tribù.

Quando furono introdotte le schiave, molte diventarono proprietà tribale, oltre che della Corporazione. Le Corporazioni incoraggiarono questo fenomeno. Andava a tutto loro vantaggio avere delle schiave controllate dalle tribù, e tribù controllate da loro.

Ogni forma di opposizione e insurrezione, mai in grado di organizzarsi su scala più larga, era sempre repressa con la brutalità fulminea delle armi infinitamente superiori. I capi collaboravano coi Boss, i quali, nell'interesse di possidenti e Corporazioni, sfruttavano le rivalità tra tribù e le lotte di potere al loro interno, mentre mantenevano l'embargo assoluto sulla "ideologia", termine con cui intendevano educazione e informazioni di ogni genere dall'esterno della piantagione. (In molte piantagioni, in pieno secondo secolo, saper leggere e scrivere era considerato un crimine. Uno schiavo sorpreso a leggere veniva accecato con l'acido negli occhi o cavandogli direttamente gli occhi dalle orbite. Uno schiavo sorpreso a usare apparecchi radio o di rete veniva assordato infilandogli un punteruolo incandescente nei timpani. Le "Liste delle Punizioni Adeguate" delle Corporazioni e delle piantagioni erano lunghe, dettagliate ed esplicite.)

Durante il secondo secolo, allorché la popolazione schiava divenne sin eccessiva in quasi tutte le piantagioni, il flusso graduale di uomini e donne verso le "strade di negozi" gestite dai liberti si trasformò in un esodo continuo. Nel corso dei decenni, le "strade" divennero paesi e i paesi città interamente abitate da liberti.

Anche se alcune cassandre tra i possidenti cominciarono ad additare la dimensione e l'indipendenza crescenti delle varie "Proprietopoli" e "Bianconie" e "Polveronie" quali minacce incombenti, le Corporazioni ritenevano che quelle città fossero assolutamente sotto il loro controllo. Non erano permessi edifici di grande mole o strutture di difesa d'alcun genere, il possesso delle armi da fuoco era punito con l'eviscerazione, gli schiavi non potevano guidare alcun mezzo volante e le Corporazioni tenevano d'occhio le materie prime e i processi industriali che potessero fornire armi di qualsiasi genere a schiavi o liberti.

La "ideologia", cioè l'educazione, non era sconosciuta nelle città. Verso la fine del secondo secolo di colonizzazione, le Corporazioni, pur censurando, filtrando e alterando le informazioni, concessero il loro permesso formale affinché i figli dei liberti e qualche bambino di tribù potesse frequentare la scuola fino ai quattordici anni. Permisero alle comunità di schiavi di organizzare scuole, e gli vendettero libri e altri materiali. Nel terzo secolo le Corporazioni istituirono e consolidarono la rete per le città. La manodopera istruita diventò merce di valore. Le limitazioni delle tribù erano diventate sempre più evidenti. Molti capi tribali e Boss, essendo di mentalità rigida e conservatrice, non riuscivano o non volevano cambiare i comportamenti, in un'èra in cui l'abuso delle risorse del pianeta imponeva mutamenti radicali quanto a metodi e obiettivi. Era chiaro che su Yeowe i profitti non sarebbero più scaturiti dall'attività mineraria, dal disboscamento o dalle monoculture, bensì dall'industria avanzata, dagli impianti moderni in cui lavoravano operai specializzati in grado di imparare nuove tecniche e di eseguire ordini poco familiari.

Su Werel, società capitalistica schiavista, il lavoro era eseguito dalle persone. Il lavoro degli schiavi, che fosse pura manovalanza o artigianale, era sempre lavoro manuale, coadiuvato da una tecnologìa elegante ma sussidiaria: «La proprietà addestrata è la macchina migliore, e la più a buon mercato». La produzione, anche di articoli ipertecnologici, era essenzialmente un artigianato tradizionale di altissima qualità. Non erano presi in considerazione né la velocità nè la quantità.

Su Yeowe, sul finire del terzo secolo di colonizzazione, col declinare delle esportazioni di materie prime il lavoro degli schiavi cominciò a essere sfruttato in maniera inedita. Si sviluppò la catena di montaggio, con il fine consapevole non solo di accelerare la produzione e di renderla meno costosa ma anche di tenere l'operaio all'oscuro del processo di lavoro complessivo. Era la Corporazione del Secondo Pianeta, lasciata cadere la parola Forestale dal nome completo, a dirigere le nuove industrie. La CSP superò in fretta i vecchi giganti, le corporazioni delle miniere e dell'agricoltura, strappando profitti colossali dalla vendita dei prodotti finiti di serie per le nazioni più povere di Werel. Al tempo della Rivolta, più di metà dei liberti di Yeowe erano posseduti o affittati alla CSP.

Si verificarono molti più disordini nelle fabbriche e relative città che nelle piantagioni tribali. I dirigenti corporativi li attribuirono alla crescita del numero dei liberti "non controllati" e molti invocarono la chiusura delle scuole, la distruzione delle città e il reintegro dei complessi chiusi per tutti gli schiavi.

La milizia urbana delle Corporazioni (gareot assoldati su Werel e da là fatti arrivare, più una polizia di liberti disarmati) divenne un esercito stabile di forza considerevole, e i gareot furono armati sempre meglio. Gran parte dei tumulti nelle città e dei tentativi di contestazione avevano luogo nelle fabbriche che usavano le catene di montaggio. Quegli stessi lavoratori che, quando si sentivano parte di un processo comprensibile, tolleravano le condizioni più dure, trovarono insopportabile il lavoro senza scopo, anche se le condizioni sul luogo di lavoro erano per certi versi migliorate.

Però la Liberazione non cominciò nelle città, bensì nei complessi delle piantagioni.


La Rivolta e la Liberazione

La Rivolta nacque nelle organizzazioni delle donne di tribù nelle piantagioni del Grande Continente, allorché si unirono per impedire gli stupri rituali delle bambine e per domandare delle leggi tribali contro la schiavitù sessuale imposta dagli uomini alle donne, contro lo stupro di gruppo e le lesioni e l'uccisione delle donne, per cui non era prevista punizione alcuna.

Prima agirono educando donne e bambini di entrambi i sessi, poi esigendo una voce proporzionale nel consigli tribali a esclusiva partecipazione maschile. Le loro organizzazioni, i Circoli delle Donne, si diffusero in tutti i continenti nel terzo secolo della colonizzazione. I Circoli spinsero così tante ragazze e donne dalle piantagioni nelle città che i capi e i Boss cominciarono a far sentire le loro accorate rimostranze alle Corporazioni. I componenti della tribù e i Boss furono così incoraggiati ad andare in città "a riprendersi le loro donne".

Queste incursioni, spesso guidate dalla polizia delle piantagioni e spalleggiate dalla milizia cittadina, vennero quasi sempre condotte con brutalità estrema. I liberti di città, non abituati alla violenza normale nelle piantagioni, reagirono oltraggiati. Gli schiavi di città furono spinti a difendersi e a lottare a fianco delle donne.

Nel 61 AP, nella provincia di Eyu, nella città di Soyeso, la fortunata resistenza degli schiavi a un raid poliziesco partito dalla piantagione di Nadami (CPA) sfociò in un'attacco alla piantagione stessa. Le caserme della polizia furono saccheggiate e incendiate. Alcuni capi di Nadami si unirono all'insurrezione, aprendo i loro complessi ai ribelli. Altri si unirono invece ai loro padroni nella difesa della Casa della Piantagione. Una schiava aprì agli insorti la porta dell'armeria della piantagione. Per la prima volta nella storia della Colonia di Yeowe, un forte contingente di schiavi aveva accesso ad armi potenti. Ne seguì un massacro di possidenti, che fu parzialmente limitato: molti bambini della Casa della Piantagione e venti donne e uomini furono risparmiati e messi su un treno per la capitale. Nessuno schiavo adulto che avesse combattuto contro la Rivolta fu risparmiato.

Da Nadami la Rivolta si allargò a tre piantagioni vicine, grazie a fucili e munizioni. Le tre tribù si unirono, sconfiggendo le forze delle Corporazioni nella Battaglia di Nadami, breve quanto cruenta. Gli schiavi e i liberti delle province limitrofe iniziarono a convergere su Eyu. I capi, le nonne dei complessi e i condottieri dell'insurrezione si riunirono a Nadami, dichiarando la provincia di Eyu stato indipendente.

Nel giro di dieci giorni, i bombardamenti aerei della Corporazione e la fanteria soffocarono l'insurrezione. I ribelli che furono catturati vennero torturati e messi a morte. Si mise una particolare attenzione nella ritorsione contro la città di Soyeso: tutta la gente rimasta, soprattutto vecchi e bambini, fu raggruppata nelle piazze. Camion e cingolati gli passarono sopra più e più volte. Questo episodio fu definito "asfaltare con la polvere".

La vittoria delle Corporazioni era stata facile e veloce, ma fu seguita da una nuova insurrezione in una piantagione diversa, dallo sterminio di una famiglia possidente in un punto, dallo sciopero dei liberti cittadini in un altro, e così via in tutto il pianeta.

I disordini non cessarono. Molti assalti alle armerie delle piantagioni e alle caserme della milizia ebbero esito felice. Adesso gli insorti avevano le armi, e avevano anche imparato a fabbricare bombe e mine. La guerra di imboscata nelle giungle e nelle grandi paludi garantiva ai ribelli tutti i vantaggi della tecnica di guerriglia. Fu presto chiaro che alle Corporazioni servivano più armi e più uomini. Così importarono mercenari dalle nazioni più povere di Werel. Non tutte queste truppe erano leali ed efficienti. Presto le Corporazioni persuasero il governo del Voe Deo a salvaguardare l'interesse nazionale investendo truppe nella difesa dei possidenti di Yeowe. In un primo tempo l'impegno non fu eccessivo, ma 23 anni dopo Nadami il Voe Deo decise di soffocare la ribellione una volta per tutte, inviando 45.000 uomini, tutti veot (membri della casta guerriera ereditaria) e possidenti volontari.

Sette anni più tardi, alla fine della guerra, su Yeowe erano morti 300.000 soldati di Werel, quasi tutti provenienti dal Voe Deo, e quasi tutti veot.

Le Corporazioni cominciarono a far evacuare la loro gente da Yeowe molti anni prima della fine della guerra. Durante l'ultimo anno di conflitto, sul pianeta non restava praticamente alcun possidente civile.

Nei trent'anni della Guerra di Liberazióne alcune tribù e molti schiavi singoli spalleggiarono le Corporazioni, che gli promettevano impunità e ricompense e li rifornivano di armi. Persino durante la Liberazione si scatenarono battaglie tra tribù rivali. Dopo la fuga delle Corporazioni e dell'esercito, le guerre tribali covarono e divamparono per tutto il Grande Continente. Nessun governo centrale fu in grado di insediarsi fino a quando il Partito Mondiale di Abberkam, dopo aver sconfitto in molte elezioni locali il Partito della Libertà, parve in procinto di poter tenere le prime elezioni del Consiglio Mondiale. Nell'anno II della Liberazione il Partito Mondiale crollò dalla sera al mattino sotto le accuse di corruzione. I Nunzi dell'Ekumene (invitati a Yeowe dal Partito della Libertà durante l'ultimo anno del conflitto) sostennero il Partito della Libertà nel far rispettare la costituzione e nel far tenere libere elezioni. La Prima Consultazione (anno III della Liberazione), gestita dal Partito della Libertà, impose la nuova Costituzione su basi piuttosto precarie: le donne non potevano votare, molti suffragi tribali erano decisi dal capo e alcune delle strutture gerarchiche tribali furono mantenute e legalizzate. Si conobbero parecchie altre cruente guerre tribali e anni di disordini e proteste mentre si costruiva la società di uno Yeowe libero. Yeowe entrò nell'Ekumene nell'anno XI della Liberazione, 19 AP, e in quello stesso anno fu inviato in loco il primo Ambasciatore. Importanti emendamenti alla Costituzione Yeowana, che garantivano il voto tramite scrutinio segreto a tutte le persone sopra i 18 anni, furono approvati in un referendum generale libero nell'anno XVIII della Liberazione.

Oh, Yeowe

Oh, oh, Yeowe, nes-su-no mai più tor-ne-rà.


FINE
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