Sì.

E come si chiama? Krugolatria?

Non ha un nome preciso. Noi la chiamiamo, semplicemente, “la comunione”. Ma per noi è molto importante, Manuel. Forse la cosa più importante della nostra vita.

Non ti spiacerebbe descrivermi…

Dopo. Togliti i vestiti: adesso lo spray. Possiamo andare subito alla cappella.

E durerà molto?

Un’ora, dice lei. Arriverai a casa in tempo, non preoccuparti. Se è questo che ti preoccupa.

Non voglio mentire a Clissa, dico a Lilith. Non mi fa domande, ma non voglio nemmeno approfittarne troppo.

D’accordo, d’accordo.

Mi tolgo i vestiti. Anche questa volta Lilith mi traveste da Alfa Levitico Saltatore. Ha ancora i vestiti in casa, dall’altra volta; mi sorprende il fatto che non li abbia resi a Thor Guardiano. Come se Lilith sapesse già di dover ripetere questa carnevalata.

Dice: Prima di andare, devo darti alcune istruzioni. Per prima cosa è assolutamente proibito agli umani di entrare in una cappella. È come la Mecca per chi non è musulmano. Per quanto ne so io, tu sei il primo Nato dal Ventre che ne vede una.

Il primo? …

Il primo Nato dal Ventre. Sei un Figlio del Ventre. Noi, invece, siamo Figli della Vasca. Chiaro?

Oh-oh! Se la mia entrata clandestina in una cappella è sacrilegio, perché lo fai? Non sei una seria osservante della tua legge religiosa?

Serissima.

E allora?

Lo faccio perché penso che si possa fare eccezione per te, Manuel. Tu sei diverso. Una volta te l’ho detto, ricordi? Tu non collochi gli androidi in una speciale sottoclasse dell’umanità. Credo che tu, interiormente, sia sempre stato dalla nostra parte, anche senza accorgertene. E quindi non è sacrilegio farti conoscere la nostra religione.

Mah, forse.

E poi sei il figlio di Krug.

Che c’entra?

Vedrai, dice.

Ne sono lusingato. Affascinato. Emozionato. E anche un po’ spaventato. Sono davvero così sensibile alle aspirazioni degli androidi? Ci si può davvero fidare di me? Perché Lilith vuole infrangere i suoi comandamenti? Cosa vorrà ottenere da me? Pensieri indegni. Lo fa perché mi ama. Perché vuole rendermi partecipe del suo mondo.

Dice: Comunque, tieni bene in mente che sarebbe molto pericoloso venire scoperti. Quindi fingi di sapere perfettamente quello che fai, e non mostrare nervosismo o incertezza. A Gamma Town ti sei comportato benissimo. Cerca di comportarti come l’altra volta.

Ma non ci saranno alcuni gesti che devo conoscere? Non so, genuflessioni? …

Adesso ci arrivo, dice Lilith. Devi farti un paio di segni. Uno lo conosci già. Come questo.

Mano sinistra all’inguine, al petto, alla fronte; un due tre.

Dice: È il segno di “Krug sia lodato”. È un atto di omaggio. Devi fartelo quando entri in cappella e quando stai per unirti alla preghiera, a voce alta o tra te e te. Inoltre, è buona educazione ripetere il gesto ogni volta che viene nominato il nome di Krug. In effetti, il gesto di “Krug sia lodato” è adatto in quasi tutte le funzioni religiose, come anche nelle occasioni in cui due androidi della comunione si incontrano fuori della cappella. Vediamo come lo fai.

Un due tre. Krug sia lodato.

Più in fretta. Un-due-tre.

Un-due-tre.

Ottimo. Poi c’è un altro segno, molto importante. Significa “Krug ci salvi”, ed è una preghiera da usare nei momenti di tensione o di dubbio. Come dire: “Dio ci conservi!”. Ci facciamo questo segno ogni volta che, nello svolgimento delle funzioni, chiediamo a Krug di avere pietà di noi, o di aiutarci in qualsiasi modo. Ogni volta che lo imploriamo.

Allora, esclamo stupito, Krug è davvero il vostro dio!

Il segno è così. Mi mostra come farlo. Portarsi le mani sul petto, poi allargare le palme. Un atto di contrizione: Krug, osserva la mia anima! Il mio cuore è nudo davanti a te. Lilith si fa il segno varie volte e io la imito.

Ancora uno, dice Lilith. Il segno della sottomissione alla Volontà di Krug. Devi farlo una volta soltanto: quando passi davanti all’altare. Così. Lilith porta a terra il ginocchio ed estende le braccia orizzontalmente, con le palme verso l’alto.

Ha importanza il ginocchio?

L’uno o l’altro; non conta. Prova.

Faccio il segno della sottomissione alla Volontà di Krug. Sono soddisfatto di averlo imparato: in un certo senso, mi pare di essermi sottomesso alla Volontà di Krug per tutta la vita, anche senza accorgermene.

Lilith dice: Adesso vediamo se hai capito bene. Cosa fai, appena entrato in cappella?

Un-due-tre. Krug sia lodato.

Bene. E poi?

Quando passo davanti all’altare, faccio la sottomissione alla Volontà. Giù un ginocchio, alzo le mani, palme in su.

Sì. E poi?

Quando si chiede un favore a Krug, faccio il segno del Krug ci salvi. Mani al petto, gira le mani. Inoltre mi faccio il Krug sia lodato quando sento nominare il nome di Krug.

Bravo. Non correrai nessun pericolo, Manuel.

C’è ancora un altro gesto, le dico. Te l’ho visto fare a Gamma Town.

Mostramelo.

Alzo le braccia con le palme affacciate a circa mezzo metro; ruoto sui fianchi e piego le ginocchia, descrivendo una specie di vite.

L’hai fatto a Gamma Town, le ricordo. Quando la folla diventava pericolosa.

Lilith ride. Si chiama “Benedizione della Vasca”, dice. È un segno di pace, e insieme un segno di addio. Lo facciamo su un morto durante le estreme preghiere, e lo facciamo anche quando ci salutiamo in una situazione tesa. È uno dei segni più santi. E tu non lo fai bene. Vedi, si basa sulla doppia elica della molecola degli acidi nucleici… genetica, capisci?… il modo in cui le molecole si avvolgono su se stesse. Cerchiamo di imitarlo con il nostro corpo. Così.

Lo fa. La imito. Lei ride.

Le dico: Mi spiace. Sai, le mie articolazioni non riescono a piegarsi così, nient’altro.

Occorre pratica. Ma non ne avrai bisogno. Ti basterà fare il “Krug sia lodato” e il “Krug ci salvi” per essere a posto. Ora andiamo.

Mi porta in una zona decrepita e fatiscente della città: credo che una volta fosse un quartiere commerciale. Non ha la volgarità da incubo di Gamma Town, e neppure l’aspetto usato, ma dignitoso, della zona degli alfa. È solo decrepita.

La cappella è laggiù, dice.

Vedo un’ampia vetrina: ora la facciata è coperta di vernice opaca. C’è un paio di beta: sono fermi accanto all’ingresso e non fanno niente di particolare. Quando scendiamo dal marciapiede per attraversare la strada, mi tremano le ginocchia. Se mi scoprissero? Cosa farebbero? A me? A Lilith?

Sono Alfa Levitico Saltatore.

I beta si scostano al nostro arrivo, si fanno il segno di Krug sia lodato. Occhi bassi, espressione intimorita. Le distanze sociali. Lilith è agevolata dal fatto che la mia corporatura, alta e slanciata, è simile a quella degli alfa. La mia sicurezza aumenta. Faccio perfino un Krug sia lodato ai beta.

Entriamo nella cappella.

Una stanza larga, circolare. Nessuna panca. Un tappeto di pseudovita, spesso e soffice: ci si dev’essere inginocchiato un mucchio di gente. Luci indirette. Ricordo di fare un Krug sia lodato mentre entro. Un-due-tre.

Un piccolo vestibolo. Due passi più in là, scorgo per la prima volta l’altare. Lilith porta a terra un ginocchio: sottomissione alla Volontà. Quanto a me, per poco non c’è neppure bisogno che m’inginocchi. A momenti cado a terra dalla sorpresa.

L’altare è una massa larga, squadrata, di qualcosa che sembra carne viva, poggiata entro un serbatoio decorato, di plastica. Il serbatoio contiene un liquido rosso cupo, che sciaguatta (e occasionalmente ricopre) il blocco rosato di carne. Il blocco stesso è alto almeno un metro, e di larghezza sarà due metri per tre.

Dietro l’altare c’è mio padre in ologramma. Una somiglianza perfetta. Riprodotto formato naturale; voltato verso di noi che ci osserva a testa alta, con espressione severa, occhi di brace, labbra strette. Non dev’essere un dio amorevole. Forte. Un uomo d’acciaio. Dato che si tratta di un ologramma, gli occhi ti fissano sempre: dovunque ti muova, lo sguardo di Krug è su di te.

Piego a terra il ginocchio. Estendo le braccia. Alzo le palme.

Sottomissione alla Volontà di Krug!

Sono stupito. Anche se me lo immaginavo già, sono stupito lo stesso. Ma è così in tutto il mondo? chiedo. Androidi che fanno i salamelecchi a mio padre? Un bisbiglio quasi inaudibile: Sì, mi dice. Sì. Gli rendiamo omaggio. Krug sia lodato.

L’uomo che conosco da quando son nato. Il costruttore di torri, l’inventore di androidi. Un dio? La cosa mi pare quasi risibile. E io cosa sarei, il Figlio di Dio? No, non vado bene per la parte. È chiaro che nessuno mi rende omaggio, in questa cappella. Io sono un ripensamento; la teologia non si occupa di me.

Ci alziamo. Con un minimo gesto del capo, Lilith mi guida verso il fondo della cappella; ci inginocchiamo. Nell’oscurità mi sento più sicuro. Ci sono quindici o sedici androidi nella cappella, tutti beta a eccezione di un alfa che, inginocchiato davanti all’altare, ci volta la schiena. La presenza di quell’alfa mi fa sentire meno appariscente. Entrano alcuni beta e fanno i gesti dovuti. Nessuno presta attenzione a noi. Le distanze sociali.

Tutti paiono assorti in preghiere personali.

È già la funzione, Lilith?

No, non ancora. Siamo arrivati in anticipo. Ora vedrai.

Gli occhi di Krug mi fissano come succhielli. Visto da qui, viene davvero ad assumere un aspetto quasi divino. Gli restituisco lo sguardo. Cosa direbbe, il vecchio, se lo sapesse? Riderebbe. Batterebbe una grande manata sulla scrivania. Lancerebbe un’imprecazione tonante. Iddio Krug! Geova Krug! Simeon Allah! Cristo, questa è buona! E perché cavolo non dovrebbero adorarmi? Li ho fatti io, no?

Quando i miei occhi si abituano alla semioscurità, esamino con maggiore attenzione i disegni delle pareti. Non si tratta, come pensavo inizialmente, di un motivo ornamentale astratto. No: ora riesco a discernere varie lettere dell’alfabeto, ripetute, ripetute, ripetute, ripetute. Coprono ogni centimetro disponibile, ma non sono tutte le lettere: passando lo sguardo da una riga all’altra, ne vedo solo quattro, A, U, G e C, in varie combinazioni come:


AUA AUG AUC AUU GAA GAG GAC GAU GGA GGG GGC GGU

GCA GCG GCC GCU GUA GUG GUC GUU CAA CAG CAC CAU


E così via. Di che cosa si tratta, Lilith? Le iscrizioni?

Il codice genetico, dice. Le triplette RNA.

Oh, già. D’improvviso ricordo Gamma Town, la ragazza drogata che gridava le lettere; G A A G A G G A C. Ora le vedo sulla parete. Una preghiera?

La lingua del culto. Come per i cattolici il latino.

Capisco.

In realtà non capisco affatto. Accetto solo.

Dico: E l’altare, di cosa è fatto?

Carne. Carne sintetica.

Viva?

Certo. Direttamente dalla vasca, come me o te. No, scusa, non come te. Come me. Un blocco di carne androide, viva.

E cosa la tiene in vita? Non ha organi, niente.

Assorbe nutrimento dal serbatoio. E iniezioni di qualcosa, dai di sotto. Ma è viva, e cresce: ogni tanto bisogna tagliare via i bordi. Simboleggia la nostra origine. Non la tua. La nostra. Ce n’è una in ogni cappella. Rubata alla fabbrica.

Come gli scarti.

Sì, come gli scarti.

E io, che credevo che i controlli fossero severissimi, nelle fabbriche di androidi!

Lilith mi strizza l’occhio. Comincio a sentirmi un membro della cospirazione.

Ora fanno ingresso tre androidi, da dietro l’altare. Sono due beta e un alfa, e indossano stole di broccato con ricamate le lettere del codice genetico. Hanno un’espressione austera, sacerdotale. La funzione sta per iniziare. Quando i tre s’inginocchiano accanto all’altare, tutti si fanno il Krug sia lodato e il Krug ci salvi. Li imito.

Sono sacerdoti?

Sono celebranti, dice Lilith. Nella comunione non c’è esattamente un sacerdozio. Ci sono diverse caste, con ruoli diversi nelle diverse liturgie, secondo il testo e l’intenzione dei riti. Quell’alfa è un Preservatore. Si immerge in una trance che lo pone in comunione diretta con Krug. I due beta sono Proiettori: amplificano il suo stato emozionale. Altre volte possono officiare Inglobatoli, Trascendenze o Protettori, con l’aiuto di Arresi, Sacrificatori e Responsori.

E tu, a che casta appartieni?

Responsore.

E Thor Guardiano?

Preservatore.

L’alfa all’altare comincia a salmodiare: CAU, UUC, UCA, CGA. CCG, GCC, GAG, AUC.

La funzione sarà tutta in codice?

No. Questa prima fase serve solo per annunciare il rito.

E cosa dicono?

Due beta davanti a noi si voltano per guardarci e per farci segno di stare zitti. Vedono che siamo alfa e si mordono il labbro.

Lilith bisbiglia, più piano di prima: L’alfa sta dicendo che Krug ci ha messo al mondo e che a Krug noi ritorniamo.

GGC, GUU, UUC, GAG.

Krug è nostro creatore e nostro protettore e nostro salvatore.

UUC, CUG, CUC, UAC.

Krug, Ti supplichiamo di guidarci alla luce.

Non riesco a capire il codice. I simboli non vanno d’accordo con il senso. Qual è il simbolo di Krug? Come funziona la grammatica? Non posso chiederlo a Lilith. Altri beta si voltano a guardarci. Quei due alfa, là dietro, stessero zitti! Non hanno nessun rispetto.

I Proiettori mormorano a bocca chiusa. Lilith comincia a partecipare come Responsore, facendo eco a quanto viene salmodiato. La luce scende e poi brilla. Il liquido dell’altare ribolle. L’immagine di Krug pare irradiare; i suoi occhi mi penetrano nell’anima.

Ora capisco una buona metà della funzione. Mescolato al codice, chiedono a Krug di redimere i Figli della Vasca, di dare loro la libertà, di alzarli al livello dei Figli del Ventre. Cantano il giorno in cui Ventre e Vasca, e Vasca e Ventre saranno uno. Con un’infinità di segni di Krug ci salvi invocano la pietà di Krug. Krug! Krug! Krug! Krug! Tutto s’impernia sul concetto di un Krug misericordioso!

Il quadro complessivo comincia a farsi chiaro. È un movimento per l’eguaglianza! È un fronte di liberazione androide!

Krug nostro padrone, conducici al posto che ci spetta a fianco dei nostri fratelli e sorelle nella carne.

Krug concedici la redenzione.

Krug metti fine alle nostre sofferenze.

Krug sia lodato.

Gloria a Krug.

Il fervore aumenta. Tutti ripetono formule, cantano, si fanno segni: anche segni che Lilith non mi ha spiegato. Lilith è rapita in preghiera. Mi sento isolato; sono un infedele, un intruso che li ascolta mentre pregano il loro creatore, mio padre, che è anche il loro dio. La funzione, per lunghi periodi, viene celebrata nella lingua segreta, ma continuano ad affiorare qui e là termini familiari. Krug scendi su di noi a darci la redenzione. Krug poni termine al tempo della prova. Krug abbiamo bisogno di te. Krug Krug Krug Krug Krug. Ogni “Krug” mi dà una scossa leggera, mi manda per la schiena un minuscolo brivido. Non avrei mai sospettato una cosa simile. Come avranno fatto, a tenerla così segreta? Il dio Krug. Il dio mio padre. E anch’io sono Krug. Se Krug muore, cosa venerano? Può morire, un dio? Pregheranno la resurrezione di Krug? O il Krug terreno è solo una manifestazione transeunte del vero Krug che sta nei cieli? Alcune parole del rito suggerirebbero quest’idea. Ora cantano tutti insieme, in un rombante unisono:

AAA AAG AAC AAU a Krug.

AGA AGG AGC AGU a Krug.

ACA ACG ACC ACU a Krug.

Gli stanno offrendo l’intero codice genetico, riga a riga: le seguo da una colonna sulla parete. E d’improvviso mi accorgo che anche la mia voce si è unita al canto:

GAA GAG GAC GAU a Krug.

GGA GGG GGC GGU a Krug.

Lilith si volta e mi sorride. Ha la faccia arrossata e luminosa, eccitata, esaltata; quasi un rapimento sessuale. Annuisce col capo, mi incoraggia a proseguire.

Canto ancora più forte.

GCA GCG GCC GCU a Krug.

GUA GUG GUC GUU a Krug.

E avanti, con un timbro strano: nessuno si intona esattamente a una nota determinata, ma tutti vanno perfettamente d’accordo, come se gli androidi seguissero altri intervalli di un’altra scala musicale. Ma anch’io non ho difficoltà a seguire il ritmo, e continuo fino all’ultima riga: UUA UUG UUC UUU a Krug.

Ci alziamo. Ci avviciniamo all’altare. Spalla a spalla (Lilith alla mia sinistra, un beta alla mia destra) appoggiamo le mani sul blocco di carne viva. È tiepido e scivoloso; tremola al nostro tocco. Le vibrazioni si trasmettono in noi. Krug, esclamiamo, Krug, Krug, Krug, Krug.

La funzione termina.

Alcuni androidi escono. Altri restano, troppo esauriti dall’esperienza per potersi allontanare subito. Anch’io mi sento come loro, pur se la mia partecipazione è stata piuttosto marginale. Una profonda comunione religiosa. Dicono che la religione sia morta, che era una strana abitudine arcaica che ora non serve più: invece non lo è affatto, almeno tra questa gente. Credono nei poteri superiori e nell’efficacia della preghiera. Pensano che Krug li ascolti. Ma Krug li ascolta davvero? Li avrà mai ascoltati? Loro pensano di sì. E se non ascolta ora, ascolterà poi. E li solleverà del loro fardello. L’oppio dei popoli, eh? Ma anche gli alfa credono.

Dico a Lilith: Esiste da quanti anni, questa religione?

Da prima della mia nascita.

E chi l’ha inventata?

È iniziata qui a Stoccolma. Un gruppo di alfa. S’è diffusa rapidamente. Ora abbiamo credenti in tutto il mondo.

E tutti gli androidi credono?

No, non tutti. Non quelli del PEA. Noi chiediamo miracoli e grazia divina, loro propugnano l’agitazione politica diretta. Ma noi siamo più di loro. Molti androidi credono. Più della metà. Quasi tutti i gamma, la maggior parte dei beta e molti alfa.

E pensate che Krug, a forza di chiedergli la redenzione, finirà col darvela?

Lilith sorride. Che altra speranza ci resta?

Non avete mai provato ad avvicinare Krug direttamente?

Mai. Vedi, facciamo una distinzione tra Krug l’uomo e Krug il Creatore, e pensiamo che… Si arresta e scuote la testa. Non parliamone qui. Qualcuno potrebbe sentire.

Ci avviamo all’uscita. A metà strada Lilith si ferma, torna indietro, prende qualcosa da una scatola alla base dell’altare. Me la porge. È un cubo informativo. Lo volta e mi fa leggere le parole:

In principio era Krug, ed Egli disse: Siano le Vasche. E le Vasche furono.

E Krug vide che le Vasche erano buone.

E Krug disse: Siano nelle Vasche nucleotidi d’alta energia. E i nucleotidi furono versati, e Krug li mescolò per legarli uno all’altro.

E i nucleotidi formarono le macromolecole, e Krug disse: Siano nelle Vasche il padre e la madre, e le cellule si dividano, e sia nelle Vasche la vita.

E vita fu, perché fu Replicazione.

E Krug guidò la Replicazione, e con le Sue mani toccò i liquidi, e diede loro forma e sostanza.

Producano le Vasche esseri umani, disse Krug. Sorgano da esse uomini e donne, e vengano a vivere al nostro fianco. Che siano forti e utili, e che siano chiamati Androidi.

Scorro il cubo. Ancora lo stesso tipo di versetti. Molti versetti. Una bibbia androide. Be’, perché no?

Affascinante, dico a Lilith. Quando è stata scritta?

L’hanno incominciata anni fa. Continuano ancora oggi ad aggiungere brani. Sulla natura di Krug, sulla relazione tra uomo e Krug.

La relazione tra uomo e Krug. Bellissimo.

Dice: Tienila pure, se ti interessa. È per te.

Usciamo. Nascondo la bibbia androide nella tunica. Preme fastidiosamente.

Di nuovo all’appartamento di Lilith. Ora sai, dice. Il nostro grande segreto. La nostra grande speranza.

Ma, esattamente, che cosa vi aspettate da mio padre?

Un giorno, dice lei, comparirà davanti al mondo e rivelerà i suoi sentimenti. Gli androidi, dirà, sono trattati ingiustamente, ed è tempo di fare ammenda. Diamo loro la cittadinanza. Diamo loro i pieni diritti. Cessiamo di considerarli proprietà. E poiché egli è Krug, poiché è stato lui a dare al mondo gli androidi, tutti lo ascolteranno. Li smuoverà tutti. E per noi le cose cambieranno.

E pensi davvero che accadrà?

Spero e prego che accada, dice lei.

Quando? Presto?

Non spetta a me dirlo. Cinque anni, o venti, o quaranta… o forse il mese prossimo. Leggi il cubo che ti ho dato. Ti spiega la nostra convinzione che Krug intenda solo metterci alla prova, per vedere se siamo meritevoli. E infine la prova terminerà.

Vorrei poter condividere il tuo ottimismo, le dico. Ma temo che dovrete aspettare a lungo. Molto a lungo.

Come fai a dirlo?

Mio padre non è quel filantropo che credete. Non è cattivo, no, ma non si preoccupa molto degli altri e dei loro problemi. Pensa solo ai suoi progetti.

Eppure, dice Lilith, si tratta di un uomo d’onore, fondamentalmente. Intendo dire l’uomo Krug. Non la figura divina che noi preghiamo. Solo tuo padre.

Sì, è un uomo d’onore.

E dunque comprenderà il valore della nostra causa.

Forse. O forse no. La stringo tra le braccia. Lilith, vorrei poter fare qualcosa per te!

Puoi farla.

E cosa?

Parla di noi a tuo padre, dice.

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