34. Gli incontri preliminari

Walsh si schiarì la gola, leggermente imbarazzato. — Laura, questo è North, te ne ho già parlato. Il mio avvocato, Laura Nomos. L’altro è…

Laura annuì freddamente. — Io e il signor Green ci siamo già conosciuti.

Anche North annuì. — Questa non è una faccenda per avvocati. Non sapevo che le piacessero gli incontri di boxe, signorina Nomos.

— Ci sono molte cose che lei non sa, signor North.

North si girò di scatto verso di lui. — E così la conosci. Lavori per lei?

Lui annuì. — Farei qualunque cosa per lei.

North ritrasse la mano, poi la portò di nuovo avanti lentamente. Gli sembrava che tutto il mondo si muovesse al rallentatore. Strinse il pugno, convinto di poter colpire North una dozzina di volte, se fosse stato necessario, prima che gli arrivasse lo schiaffo.

Lara lo fermò con uno sguardo. I suoi occhi brillavano verdi-azzurri, simili ad acquemarine incastonate nel suo bel viso, molto più luminosi delle vetrate colorate della chiesa. Gli dicevano che non era il momento di opporre resistenza.

Il palmo aperto di North lo colpì sul mento, facendogli girare il viso verso destra. Sentì una fitta di dolore, ma non era che una semplice fitta… milioni di persone soffrivano ogni giorno molto di più. Al secondo malrovescio, le nocche di North lo colpirono alla bocca spaccandogli il labbro superiore.

Walsh si mise fra di loro. — Ora basta!

Lui tirò fuori il fazzoletto e se lo portò alla bocca macchiandolo di rosso. Sopra le loro teste si sentiva il clamore della folla attutito da mezzo metro di cemento e acciaio.

Lara disse: — Cosa vuole esattamente, signor North?

North stava fissando l’ometto calvo. — Walsh glielo ha già detto.

— Preferisco che me lo dica lei.

North si voltò verso Lara. — Semplice. Questa sera voglio essere in prima fila dove tutti possano vedermi. Voglio essere associato a un personaggio maschile molto popolare, un simbolo veramente mascolino. Voglio il posto migliore per assistere all’incontro per il titolo.

— E quale sarebbe?

— Joe ha diritto a due secondi. Io voglio essere uno dei due.

Lara scosse la testa. — Sarebbe contrario alle regole. La Commissione per la Boxe…

— Al diavolo la Commissione per la Boxe! Le ho detto quello che voglio e lei sa benissimo che cosa succederà se non verrò accontentato.

Inaspettatamente Jennifer disse: — Se sarà accontentato farà ugualmente del male a Joe?

North scosse la testa. — No, se otterrò quello che voglio.

Lara disse: — Mi dica quello che ha intenzione di fare se non lo otterrà, signor North. Anche questo preferisco che sia lei a dirmelo.

— Tanto per cominciare, dirò alla polizia chi è Walsh. È un paziente fuggito dall’ospedale psichiatrico, lei lo sa meglio di me. Non l’hanno ancora preso, perché lei è il suo avvocato e in giro si dice che il Consigliere per la Sicurezza Klamm sia il suo patrigno. — North fece un sorrisetto ironico. — Lei pensa davvero che qualcuno ci creda?

Lara disse: — Io e lui ci crediamo, perché si dà il caso che sia la verità.

— Allora non vorrà che gli sia fatto del male o che sia fatto del male alla Presidente perché, se viene fatto del male a Klamm, le conseguenze politiche negative ricadranno su di lei. I giornali non hanno ancora collegato il tipo calvo fuggito dai Riuniti con l’agente di Joe, ma non c’è dubbio che collegheranno Walsh con lei e con Klamm. Forse con un po’ di fortuna riusciranno anche a collegare Walsh con il qui presente Green… e Green è matto come un cavallo.

Lui pensò a quanto doveva essere stanca Lara di sentirsi minacciata con l’arma dei mass media. Prima lo aveva fatto lui, adesso lo stava facendo North.

Lara disse: — Eddie, lei si è comportato correttamente chiedendomi di venire. Il mio compito è quello di proteggerla, ma quest’uomo, invece, mi sta usando per danneggiarla.

— Non si tratta di questo — disse Walsh. — Io speravo che lei trovasse una via d’uscita.

Lara si voltò verso North. — Tutto quello che lei vuole è essere uno dei secondi di Joe?

North annuì.

— Ma come facciamo a essere sicuri che lei in futuro non ripeterà le sue minacce?

— Vi darò ogni garanzia — rispose North, e tirò fuori dalla tasca un foglio ripiegato. — Questa è una dichiarazione in cui confesso di aver assassinato un uomo e che sono disposto a firmare.

Sembrava che niente dovesse sorprendere Lara, invece le parole di North ebbero proprio questo effetto: per un attimo rimase con gli occhi spalancati. — Posso chiederle chi ha ucciso?

North annuì. — Un medico di nome Applewood. La polizia stava per arrestarlo e lui avrebbe parlato. Era solo un gregario ma, essendo un medico, era a conoscenza di cose che normalmente un gregario non sa. — North aveva tirato fuori una penna da un taschino. — È successo circa quattro mesi fa, forse l’avrà letto sui giornali.

Rivolta verso di lui, Lara disse: — Tu hai conosciuto il dottor Applewood.

Lui annuì. — Anni fa.

Walsh teneva gli occhi fissi su North. — E tu vuoi veramente firmare quel documento?

— Certo, e te lo consegnerò — disse North. — O piuttosto lo consegnerò alla signorina Nomos perché lo conservi per te, se mi permetterai di apparire come uno dei secondi di Joe. L’altro sarai tu e sarai tu a dare le direttive.

Walsh scuoteva lentamente la testa.

Lara disse: — Questo vuol dire che lei ha fiducia in noi.

W.F. aveva finito di bendare le mani di Joe e disse: — Ma siamo noi a non aver fiducia in lui. Per niente!

North si strinse nelle spalle. — Ovviamente no. È questa la ragione per cui ho scritto la confessione. Dovete promettermi che non ne farete alcun uso e non ne parlerete a meno che io non minacci di nuovo Walsh. Io so che manterrete la promessa, ma se non lo faceste io mi considererei libero di informare i giornali di ciò che vi ho detto. Posso aggiungere che alcuni amici miei si occuperebbero di Joe e Jennifer.

Sopra le loro teste il vocio della folla era diventato così incessante che quasi lui non lo sentiva più. All’improvviso le migliaia di voci tacquero e la voce di Lara sembrò innaturalmente alta. — Credo che dovremo permetterglielo — disse.

Walsh la guardò incredulo. — Fargli fare da secondo a Joe?

North disse: — Farò tutto quello che mi dirai. Hai la mia parola d’onore.

Walsh scosse la testa. — Non ci sarò io lì con te. Ci sarà W.F.

W.F. protestò. — Ehi, aspetta un momento!

Walsh disse: — W.F., non permetterò che tu perda l’occasione di fare da secondo a Joe per colpa mia.

— Un momento… Joe ha bisogno di te. Sei tu che hai studiato la strategia e tutto il resto.

Il grosso pugile che fino ad allora sembrava che fosse stato ad ascoltare senza dimostrare alcun interesse, annuì vigorosamente.

Lara domandò: — Ti piacerebbe vedere l’incontro da un posto di ring, Eddie? Un posto proprio vicino all’angolo di Joe? Se vuoi, posso procurartene uno.

— Certo! — le disse Walsh pieno di gratitudine. — Certo che mi piacerebbe. — Il sudore che imperlava la fronte dell’ometto scomparve assorbito da un fazzoletto giallo.

— Forse, quando il pubblico avrà visto a sufficienza il signor North, tu e lui potrete scambiarvi il posto.

North annuì. — È possibile, ma sarò io a deciderlo, non Walsh. — Nella sua voce c’era una nota di trionfo.

— Siamo d’accordo. Firmi quel documento, allora, e tutto sarà sistemato. — Lara si voltò verso di lui. — Non mi sembri del tutto convinto.

Lui domandò: — Ma non leggi prima il documento?

— Che differenza…

Qualcuno bussò alla porta e una voce disse: — È ora, Joe! Sei pronto?

Joe si alzò con un balzo dal lettino del massaggiatore e si diresse verso la porta. W.F. lo seguì con la valigetta bianca e rossa. — Allora adesso l’altro secondo sei tu? — domandò a North. — Va bene, allora prendi il secchio e tutti quegli asciugamani.

— Subito. — North firmò il documento e lo dette a Lara.

Lei lo aprì e gli dette un’occhiata. — Jennifer? Se vuoi un posto anche tu, non c’è nessun problema.

La bionda scosse la testa. — Io non vengo mai a vedere. Preferisco rimanere qui ad aspettare.

Lara fece un cenno verso di lui. — Vieni con me. — Lui avrebbe voluto ricordarle che non gli aveva detto “Vieni con me” quando se n’era andata via da Mamma Capini.

Appena W.F. aprì la porta per far passare Joe, ci fu una raffica di domande da parte dei giornalisti e un lampeggiare incessante di flash dei fotografi. Walsh camminava in punta di piedi e parlava fitto fitto con Joe cercando di tenere le labbra attaccate al suo orecchio mentre Joe batteva i guantoni uno contro l’altro.

Lui stava per seguirli, ma Lara lo trattenne. — Eddie, Joe e W.F. saliranno insieme sullo stesso ascensore — gli disse. — È un loro privilegio. Questa volta ci sarà anche North, mi dispiace, ma non si può evitare. Quando raggiungeranno il ring, purtroppo Eddie li dovrà lasciare è per lui sarà dura. — Aspettarono qualche secondo prima di uscire sul corridoio che ora era deserto. Lara chiuse la porta verde dietro le loro spalle.

— Dove stiamo andando? — le domandò lui.

— Raggiungiamo il mio patrigno. Due guardie del corpo dovranno cedere i loro posti a te e a Eddie. Non saranno molto contenti, ma possono restare in piedi.

— Posso farti qualche domanda?

— Certo. — Lara sembrava preoccupata e lui sembrò sorpreso e felice quando sentì la mano di lei che s’insinuava nella sua.

— Quando siamo usciti da Mamma Capini era l’ora di pranzo… quasi l’una.

— Per noi era ora di pranzo — disse lei. — Ma altre persone stavano cenando, non te ne sei accorto? — Sul mio orologio — disse guardandolo — sono le due e qualche minuto. Che ore sono qui?

— Sono le dieci passate. Perché ti aspetti che sia la stessa ora in posti diversi? Se tu chiamassi al telefono Londra dopo pranzo, saresti sorpreso di sentire che lì è l’ora del tè?

— Per me sono passati degli anni. — Provò a contarli, ma non ci riuscì. — Quanto tempo è passato per Eddie, Joe e W.F.?

— Che importanza ha? — Nel frattempo erano arrivati agli ascensori; Lara schiacciò il bottone con la mano con cui teneva la borsa.

— Quanto tempo? — insisté lui.

— Circa quattro mesi, almeno così ha detto North.

— Tu sei una dea. — Dovette fare uno sforzo per fare arrivare le parole alle labbra, ma alla fine ci riuscì. — Tu vivi per sempre?

Quando furono entrati nell’ascensore, Lara si voltò a guardarlo, ma nei suoi occhi non c’era uno sguardo di derisione. — Ci sono molti “per sempre” — disse. L’ascensore cominciò a salire.

Lui la prese fra le braccia, non all’improvviso o con violenza, ma avvolgendola come farebbe un fiore con un’ape, come se l’ape fosse la sua amante e non semplicemente un’intermediaria. Il bacio di lei, morbido e caldo, gli punse le labbra.

Schiacciata fra i loro corpi, Tina gridò: — Ehi! — Ma loro la ignorarono.

Le porte dell’ascensore si aprirono. — Sono Laura Nomos — gli disse Lara. — Sono un avvocato e sono la figliastra di un funzionario di stato. Noi due siamo semplici conoscenti. — A voce bassa aggiunse: — Non c’è bisogno che tu ti pulisca la bocca… le donne se la dipingono per somigliare a me.

Non c’era nemmeno bisogno di sussurrare, pensò lui: Sailor Sawyer aveva fatto un volteggio sopra le corde ed era saltato sul ring e metà del pubblico si era alzato in piedi e lo stava acclamando.

— Adesso lo applaudono — mormorò Lara — ma fra qualche anno sarà morto, come loro. Lasciamo che lottino con la Morte, un avversario degno di essere combattuto con tutte le forze.

— Credevo che Joe ti piacesse — disse mentre si avviavano verso i loro posti.

— E infatti mi piace. È come un bambino, un grosso bambino serio, ansioso di compiacere e di comportarsi bene. E mi piace Eddie, perché è disposto a morire per riuscire a trasformare il mondo in modo che si adatti ai suoi sogni. E W.F., perché vuol bene a tutti e due.

Quando arrivarono, Klamm aveva già preso posto nella prima fila e accanto a lui c’era un posto vuoto. Lara fece un gesto all’uomo seduto una sedia più in là e l’uomo si alzò allontanandosi. Lara si mise a sedere accanto a Klamm e batté una mano sul posto vuoto accanto a lei.

Lui si sedette e lei disse: — Patrigno, questo è il mio amico Adam K. Green… Adam, questo è Adalwolf Wilhelm Klamm.

Il vecchio si chinò verso di lui per stringergli la mano e lui notò che aveva gli occhi assenti come se dormisse. — Qvesto è crande piacere, Herr K. — Parlava con un forte accento tedesco.

Lui disse: — È un vero onore per me, signore.

— Allora — osservò Klamm rivolto a Lara e indicando Sawyer. — Tu credi ke il tuo Joe lo patterà?

Con finto tono deciso Lara dichiarò: — Io non lo credo, lo so.

— Allora scommettiamo. Piglietti per teatro, qvalunqve spettacolo tu fuoi, o qvalunqve foglio io. E fincerò sicuramente io.

Lara disse: — Non da mai una possibilità a un figlio di puttana. — Si strinsero solennemente la mano.

Ogni parte visibile del corpo di Sawyer, dal collo in giù, era ricoperta di tatuaggi. Le immagini e le scritte si raggrinzivano e si tendevano a ogni movimento dei muscoli.

Tina disse: — Quel drago è vivo!

Lui abbassò gli occhi e vide che la bambola si era arrampicata fuori dalla tasca interna e spuntava fuori dal risvolto del cappotto. — È solo un disegno che si è fatto fare sulla pelle — le disse lui.

— Anch’io sono una bambola, ma non sono solo una bambola.

Joe si era tolto l’accappatoio e Eddie Walsh, che era seduto al posto dell’altra guardia del corpo, lo teneva sulle ginocchia. Quando l’arbitro si avvicinò al microfono che era stato abbassato dal soffitto, W.F. aprì la valigetta bianca e rossa che aveva appoggiato sul ring appena oltre le corde. North stava in piedi da una parte e sembrava del tutto fuori luogo col suo vestito a doppiopetto.

Lara gli sussurrò: — Vuoi leggerla? — E gli porse la confessione di North.


Io sottoscritto, William T. North, dichiaro di avere ucciso il dottor Cecil L. Applewood la mattina del 21 gennaio nel suo ufficio nella galleria del Grand Hotel. Ho agito per autodifesa in quanto temevo che Applewood potesse fare delle rivelazioni alla polizia. Avevo tenuto d’occhio uno del nostro movimento e mi ero accorto che era pedinato da un agente. Questa persona era andata a trovare Applewood che sapeva essere dei nostri, e l’agente aveva ascoltato la loro conversazione. Quando i due si sono allontanati, sono entrato nello studio di Applewood e gli ho sparato due volte al petto poiché sapevo che non sarebbe stato in grado di sostenere un interrogatorio. Poi mi sono recato nella stanza d’albergo con l’intenzione di uccidere anche l’altra persona quando fosse rientrata, ma lui non è rientrato.

William T. North


— Quella persona ero io — sussurrò a Lara.

Lei annuì. — L’avevo immaginato.

Suonò la campana. Joe e Sawyer lasciarono i loro angoli, saltellarono in cerchio e cominciarono a colpirsi. Un suono indescrivibile riempiva l’arena, sembrava il lamento di una belva affamata.

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