Wilson Tucker L’anno del sole quieto

Indian Rocks Beach, Florida 7 Giugno 1978

Il profeta che questo popolo vuole

è un parolaio e un mentitore

che annunci un futuro di vino e spiriti.

Il Libro di Michea

Capitolo primo

La ragazza dalle lunghe gambe era l’alfa e l’omega, il principio e la fine racchiusi e intrecciati indissolubilmente nello stesso involucro. L’operazione cominciò quando gli apparve su una spiaggia della Florida, facendo crollare la sua euforia; e terminò quando la rintracciò in una scritta, sopra una tomba, vicino a una cisterna nabatea. Il balzo tra questi due punti fu enorme.

Brian Chaney si rese conto soltanto di un terzo simbolo, quando la vide per la prima volta: lei indossava una blusa estiva che arrivava fino all’anca, sopra un paio di calzoni delta. Oltre a questo… e a un’aria contenuta di disapprovazione… non c’era altro da vedere.

Chaney decise di liberarsene in fretta.

Quando si accorse che la ragazza veniva da lui, veniva per lui, si sentì spaventato e rimpianse di non avere il tempo di fuggire. Quando vide l’oggetto che lei portava in mano… la lucida copertina rossa era inconfondibile… ebbe la tentazione di alzarsi dallo sdraio e darsela a gambe. Era un’altra tormentatrice. Le furie lo inseguivano da quando era partito da Tel Aviv… da quando il libro era stato pubblicato… lo perseguitavano gridando all’eresia, con voci rauche per l’indignazione. Impiccate il traditore! gridavano. Al rogo l’infedele!

La guardò, mentre si avvicinava, ed era già in collera con lei.

Era rimasto a oziare al sole, con gli occhi socchiusi, un po’ sonnecchiando e un po’ seguendo le evoluzioni di un furgone postale che recapitava la corrispondenza lungo la strada che costeggiava la spiaggia; e a un certo punto, d’un tratto, lei era comparsa nel suo campo visivo. La spiaggia era stata deserta, all’infuori di lui, del furgone sulla strada, e dei gabbiani affamati; le orde dei turisti di città, con le loro rumorose radioline a transistor, non sarebbero arrivate che tra qualche settimana. La ragazza camminò con passo deciso lungo la strada, arrivò all’altezza del punto in cui si trovava Chaney, e poi si voltò, e, attraversando una sottile fascia d’erba, entrò sulla spiaggia. Si fermò solo per il tempo necessario a togliersi le scarpe, e poi venne verso di lui, sulla sabbia.

Quando fu più vicina, Chaney scoprì che la sua prima supposizione era stata inesatta: si trattava di una donna dalle lunghe gambe e dall’aria contenuta di disapprovazione, non di una ragazza. Le diede venticinque anni, perché ne dimostrava venti; non era né troppo alta né troppo formosa… certamente pesava meno di cinquanta chili. Portava guai; lo si capiva.

Chaney si girò, deliberatamente, a guardare le onde tempestose, sperando in cuor suo che la donna se ne andasse. Lei teneva in mano il libro dalla copertina rossa, lo teneva come se fosse stato una borsetta, e cercava senza successo di nascondere la sua disapprovazione.

Forse si trattava di un’inviata di quelle maledette reti televisive.

Lui amava il mare. La marea si stava alzando, e la notte prima c’era stata burrasca; ora le onde incappucciate di spuma bianca rugghiavano frangendosi sulla rena, e l’acqua avanzava, tra schiuma e spruzzi, fin quasi a lambirgli i piedi; e l’acqua gli spruzzava il viso. Questo gli piaceva; era bello trovarsi all’aperto, sotto i raggi caldi del sole, dopo avere trascorso tanti mesi al chiuso, dietro una scrivania o davanti a un banco di lavoro. Israele aveva un clima eccellente, ma quando si lavorava al chiuso il clima non serviva a niente. Se almeno gli intrusi avessero deciso di lasciarlo in pace, di lasciargli trascorrere un’altra settimana, magari due, su quella spiaggia… dopo lui sarebbe stato pronto a porre fine alla sua vacanza, e a ritornare al lavoro nella “gabbia”… una gabbia vecchia e polverosa, piena di stregoni vecchi e polverosi, capaci di inventare battute di spirito a dozzine su scottature e abbronzature e cose del genere. Ancora due settimane… poi sarebbe stato disposto a ricominciare.

La donna dalle lunghe gambe si fermò accanto a lui.

— Signor Brian Chaney.

— No — le disse. — E ora se ne vada.

— Signor Chaney, io mi chiamo Kathryn Van Hise. Mi perdoni l’intrusione. Sono dell’Ufficio Programmazione.

Chaney batté le palpebre, sorpreso per la novità, e si spostò sullo sdraio, voltando la nuca alle onde bianche. Guardò le lunghe gambe della donna, i calzoni delta così aderenti e così ridotti, quasi più ridotti di un bikini, guardò la corta blusa semitrasparente che si muoveva, agitandosi accarezzata da una forte brezza di mare; poi, finalmente, sollevò lo sguardo e studiò il viso della donna, che si stagliava contro il cielo della Florida limpido e caldo di sole. La vicinanza rivelava nuovi particolari. La donna era decisamente piccola di statura… e snella, minuta e aggraziata; dava l’impressione di essere rapida e pronta in qualsiasi circostanza. Aveva la carnagione abbronzata, una bella abbronzatura che indicava come avesse usato bene i raggi del sole di prima estate, e si adattava magnificamente al colore degli occhi e dei capelli. Gli occhi erano castani, come i capelli, ma erano due sfumature diverse, ugualmente seducenti. Il viso mostrava solo una leggera traccia di cosmetici. E le mani affusolate non avevano anelli.

Chaney la guardò e disse, con aria scettica:

Questo è davvero un nuovo tipo di approccio.

— Prego?

— In genere, lei è mandata dal Daily News di Chicago, o dal Post di Denver, o magari dal Bulletin di Bloomington. Qualche volta è la corrispondente di una rete televisiva. E vuole da me una dichiarazione, o una smentita, oppure delle scuse. La sua immaginazione mi piace, ma non avrà niente di simile da me.

— Io non sono una giornalista, signor Chaney. Io sono una funzionaria dell’Ufficio Programmazione, mi occupo della supervisione di un progetto di ricerca, e sono qui per uno scopo ben definito. Per farle una proposta seria.

— Niente dichiarazioni, niente smentite, e certamente niente scuse. Qual è il suo scopo?

— Offrirle un posto in un nuovo programma.

— Io ho già un buon posto. Tutti i giorni un programma nuovo. A volte i nuovi programmi ci escono addirittura dagli orecchi.

— L’Ufficio è una cosa seria, signor Chaney.

— L’Ufficio Programmazione — disse Chaney, meditabondo. — Quello governativo, naturalmente… quello di Washington, pieno di alti burocrati polverosi che parlano decine di strani dialetti gerarchici. Sarebbe un destino peggiore della morte. Ho lavorato una volta per l’Ufficio, e ho giurato di non farlo mai più. — Ma la blusa agitata dal vento attirava irresistibilmente lo sguardo.

— Tre anni fa lei ha condotto uno studio per l’Ufficio — disse la donna. — Prima di prendere una licenza, per dedicarsi alla stesura del suo libro.

— L’Ufficio ha qualche reclamo da fare sul mio libro? Scarso peso? Pagine mancanti? Errori di stampa? Caratteri troppo larghi? Ho defraudato i consumatori? Hanno intenzione di chiedere i danni? Mi citeranno in tribunale? Sarebbe il colmo.

— Per favore, signor Chaney, sia serio.

— No… né oggi, né domani, né questa settimana, e forse neppure la prossima. Ne ho passate di tutti i colori, ma adesso sono in vacanza. Credo di essermelo meritato. Se ne vada, per favore.

La donna restò dov’era, testarda.

Dopo qualche tempo, l’attenzione di Chaney si spostò da un prolungato studio delle onde dalla bianca spuma che si rincorrevano sulla riva e, vagabondando, si fermò sui piedi scalzi che parevano avere messo radici nella sabbia. Un profumo fragrante usciva dalla blusa. Cercò di scoprire la precisa sorgente dalla quale veniva il profumo, il punto nel quale esso aveva baciato la pelle. Era difficile ignorare la sua visitatrice, avendola così vicina. Quelle gambe, e i calzoni delta, meritavano un’ispezione più approfondita. Di una cosa era certo. La donna portava bene quel vestito provocante sopra la pelle.

Chaney sollevò lo sguardo, e fissò il viso della donna, che si stagliava contro il cielo azzurro. Lo sguardo degli occhi castani era diretto, penetrante, attraente.

— Abiti come i suoi sono proibiti in Israele, lo sapeva? Quasi tutte le donne sono in divisa, e l’Alto Comando si preoccupa del morale della popolazione maschile. I delta hanno perduto la loro guerra. — Chaney manifestò il suo rammarico, con un gesto. — Sta parlando sul serio?

— Sì, signore.

— L’Ufficio vuole un traduttore biblico?

— No, signore. L’Ufficio vuole un demografo, esperto sia nel lavoro sul campo che in quello di laboratorio. — La donna fece una pausa. — E in possesso di certi altri requisiti preliminari, naturalmente.

— Un demografo!

— Sì, signore. Lei.

— Ma i demografi spuntano nei boschi, come i funghi.

— Non proprio, signor Chaney. È stato scelto lei.

— Io? Perché proprio io? E di quali requisiti preliminari parla?

— Lei ha dato ottime prove di stabilità, di costanza e di determinazione; ha dimostrato di saper sopportare anche le più forti pressioni. Il suo equilibrio mentale è ottimo, e le sue capacità fisiche sono fuori discussione. Oltre alle sue ricerche bibliche, lei è specializzato in studi sociopolitici, e in studi statistici estrapolativi. Lei è la definizione vivente del termine futurista. Dobbiamo a lei quello studio esauriente realizzato per il nostro Ufficio due anni fa. I servizi di sicurezza hanno dato la loro approvazione. E lei è stato scelto.

Chaney la fissò, sbalordito, ed esclamò:

— L’Ufficio sa anche che do la caccia alle donne? Di tutte le razze e di tutti i colori?

— Sì, signore. Questo fatto figurava nel suo dossier, ma non è stato considerato un impedimento.

— La prego di ringraziare a mio nome il buon vecchio, grigio Ufficio. Apprezzo molto la sua paterna indulgenza.

— Non è il caso di fare dell’ironia, signor Chaney. Il profilo fornito dal computer è stato eccellente. Il signor Seabrooke ha affermato che lei è un futurista ideale.

— Non ho parole per esprimere la mia gratitudine. Chi è Seabrooke?

— Gilbert Seabrooke è il direttore del nostro progetto. È stato lui a sceglierla tra un ristretto numero di candidati.

— Io non sono un candidato; non ho chiesto eli entrare in nessun progetto.

— Si tratta di un progetto segreto di grande importanza, signore. I candidati non sono stati consultati in anticipo.

— È per questo che siamo tutti così felici — disse Chaney, indicando con l’indice il libro che la donna teneva in mano. — A lei non interessa il mio hobby? Quello? L’Ufficio non vorrà che io smentisca la mia traduzione del rotolo dell’Apocalisse?

La contenuta aria di disapprovazione ritornò per un istante sul viso della donna.

— No, signore. L’Ufficio non è soddisfatto del suo lavoro, certo, e della conseguente notorietà, e il signor Seabrooke vorrebbe che lei non avesse mai pubblicato il libro… ma è convinto che il pubblico l’avrà già dimenticato, quando lei riemergerà.

— Io non intendo fare nessuna immersione — dichiarò, con enfasi.

— Signor Chaney?

— Dica al suo signor Seabrooke che la cosa non m’interessa. Posso vivere benissimo anche senza di lui e del suo Ufficio. Ho già un lavoro.

— Sì, signore. Nel nuovo progetto.

— No, signore. Nell’Indiana Corporation. La chiamano Indic, per amore di brevità; e si tratta di una gabbia di geni. Tutti cervelloni, là dentro. Io sono un genio, vede… il suo computer sa anche questo, signorina Van Hise? L’Indic tiene in cattività un centinaio di geni miei colleghi, che se ne stanno seduti in qualche buco polveroso a risolvere dei problemi per i comuni mortali. È un modo come un altro di guadagnare da vivere.

— Conosco l’Indiana Corporation.

— Lo credo bene. Siamo stati noi a realizzare quello studio per l’Ufficio, due anni fa, e vi abbiamo spaventati a morte… prima di presentare un conto che ha sconvolto il vostro bilancio. Abbiamo lavorato per il Dipartimento di Stato, per il ministero dell’Agricoltura, perfino per il Pentagono. Se c’è una cosa che odio, è lavorare per il Pentagono. Laggiù sono tutti fossilizzati. Quando hanno un’idea, non l’abbandonano più. Vorrei tanto che la piantassero di stare alle costole dei cinesi, e trovassero qualche altro astuto nemico da studiare e giocare d’astuzia. — Si appoggiò allo sdraio, e tornò a dedicare la sua attenzione alle onde dalla cresta bianca. — Ho un lavoro che mi aspetta; e questo lavoro mi piace. Riprenderò il mio posto quando sarò stanco di stare qui a oziare… quando sarò stanco di non fare niente. Vada a cercare un altro demografo per il suo progetto.

— No, signore. L’Indic l’ha assegnata all’Ufficio.

Chaney balzò in piedi, scattando come un missile. Fissò la donna, dall’alto di tutta la sua statura.

— Non è vero!

— È vero, signor Chaney.

— Non lo farebbero mai, senza il mio consenso.

— Sono spiacente, ma l’hanno già fatto.

— Ma non possono. — E poi, con insistenza: — Io ho un contratto.

— L’Ufficio ha rilevato il suo contratto, signore.

Chaney era sopraffatto. Guardò la donna, troppo attonito per ribattere.

Lei prese una lettera, che era infilata tra le pagine del libro, e gliela porse, in silenzio. Chaney lesse.

La lettera era stilata in linguaggio ufficiale e burocratico, era firmata, e portava il grande sigillo dell’Indiana Corporation. Nella lettera era annunciato che l’Indic cedeva all’ente pubblico il contratto di Chaney, per il periodo che rimaneva fino alla scadenza; poi, generosamente, gli accordava il cinquanta per cento degli utili ricavati dalla vendita del contratto. Gli venivano inviati i migliori auguri. C’era un cortese riferimento al suo libro. Era molto formale e molto definitiva.

La donna non capì la parola aramaica gridata su quella spiaggia solitaria della Florida.


Le onde si frangevano intorno alle sue ginocchia, gli accarezzavano le gambe con le loro creste di spuma, gli spruzzavano il petto e il viso. Brian Chaney si voltò, nell’acqua che la marea faceva salire, e fissò la donna che era rimasta in piedi sulla spiaggia, accanto allo sdraio.

— Ci sono soltanto due autobus al giorno — le disse. — Se non si affretta, perderà l’ultimo.

— Non ho completato le mie istruzioni, signor Chaney.

— Sarei lieto di darle io certe istruzioni.

Kathryn Van Hise rimase dov’era, e non rispose. I gabbiani scesero dal cielo, si posarono per un attimo sulla sabbia, e poi ripartirono verso l’azzurro.

Chaney gridò, pieno di collera impotente.

Perché’?

— Questo speciale progetto ha bisogno dei suoi speciali talenti.

Perché?

— Per esplorare il futuro, e tracciarne una mappa precisa; lei è un futurista.

— Io non sono un esploratore… io non sono un cartografo.

— Erano solo dei modi di dire, signore.

— Io non sono tenuto a rispettare il contratto. Posso chiederne la risoluzione. Posso cambiare bandiera, e andare a lavorare per i cinesi. E allora cosa farà il Pentagono, signorina Van Hise?

— Il profilo fornito dal computer dice che lei rispetterà il contratto, signore. Ha indicato anche il suo presente fastidio. Il Pentagono non sa niente del progetto.

— Fastidio! Potrei dare delle istruzioni specifiche anche a quel computer, ma sarebbero difficili da eseguire come quelle che vorrei dare a lei. Perché non se ne torna a casa? Dica che ho rifiutato. Che mi sono ribellato.

— Quando avrò finito, signore.

— E allora finisca, accidenti, e se ne vada!

— Sì, signore. — Si avvicinò di qualche passo, per non dovere alzare la voce e lasciare che i gabbiani ascoltassero delle informazioni segrete. — La prima fase dell’operazione ha avuto inizio poco tempo dopo che l’Indic forni il suo rapporto, tre anni fa, ed è proseguita per tutto il tempo che lei ha trascorso a studiare in Israele. Essendo l’autore di quel rapporto, lei è stato considerato fin dall’inizio una delle persone più adatte a partecipare alla fase successiva, quella dell’esercitazione pratica. Diciamo addestramento. Ora l’Ufficio è pronto a iniziare questa seconda fase; è stata formata una squadra di elementi scelti per condurre le esperienze pratiche. Lei farà parte di questa squadra, e parteciperà poi alla fase finale dell’operazione, e alla stesura del rapporto. Il signor Seabrooke conta di sottoporlo alla Casa Bianca; ed è certo di avere il suo appoggio entusiastico.

— Al diavolo Seabrooke; mi ricatta e mi arruola a forza nella sua maledetta squadra, e poi si aspetta di avere il mio appoggio entusiastico. Quali esercitazioni pratiche?

— Un’esplorazione del futuro.

— L’abbiamo già fatta. Provi a leggere il rapporto Indic.

— Un’esplorazione fisica del futuro.

Brian Chaney rimase a guardarla per un momento, senza nascondere il divertimento che provava, e poi le voltò le spalle per fissare il mare. C’era una vela bianca e rossa che ondeggiava, dall’altra parte del Golfo; il movimento lo affascinava.

— Immagino che qualche genio pazzoide, chissà dove, abbia inventato un cronogeneratore davvero funzionante? — disse. Un apparecchio munito di rifrattori, deflettori e lenti, capaci di fissare un’immagine del futuro? Basta accostare l’occhio a un piccolo telescopio, e si vedranno gli eventi futuri?

La donna parlò, con calma.

— I tecnici della Westinghouse hanno costruito un TDV, signore. In questo momento esso viene sottoposto ai collaudi finali.

— Mai sentito nominare. — Chaney socchiuse gli occhi, cercando di vedere meglio la vela lontana. — V dovrebbe significare veicolo, suppongo. Bene… sembra qualcosa di meglio di un piccolo telescopio. Cosa significa TD?

Tempo e Dislocazione. Il nome completo dell’apparecchio è Veicolo per la Dislocazione nel Tempo. Un termine convenzionale, usato dai tecnici per catalogarlo. Non è un termine molto bello, ma può essere indicativo. — C’era una bizzarra nota di soddisfazione, nella voce della donna. — Lo chiamiamo anche Macchina del Tempo.

Brian Chaney si voltò, nell’acqua, per fissare la donna. Gli parve di essere stato colpito da un fulmine.

— Macchina del tempo?

— Sì, signore. — La soddisfazione era diventata trionfo.

— Ma non può funzionare!

— Il veicolo è in fase di collaudo.

— Non ci credo.

— Potrà vederlo con i suoi occhi, signore.

— Esiste davvero? È là, pronto, nel vostro laboratorio?

— Sì, signore.

— E funziona?

— Sì, signore.

— Che io sia dannato. Cosa avete intenzione di farvene?

— Lo useremo per svolgere il nostro nuovo programma, signor Chaney. Il rapporto Indic è diventato parte integrante di questo programma, perché ci ha offerto numerose indicazioni per un’esplorazione del futuro. Ora siamo pronti a dare inizio alla seconda fase, quella delle operazioni dirette. Si rende conto delle possibilità, signore?

— Lei salirà a bordo, di quell’aggeggio, di quel veicolo, per andare… nel futuro?

— No, signore. Sarà lei a farlo; sarà la squadra.

Chaney era sconvolto.

— Non dica idiozie! La squadra può fare i suoi porci comodi, ma io non andrò da nessuna parte. Non mi sono offerto per il suo programma; non sono un candidato; mi oppongo a questa imposizione, e reclamo i miei diritti costituzionali.

Uscì dall’acqua, lentamente, e tornò verso lo sdraio, senza curarsi più della donna. Al suo passaggio, i gabbiani si alzarono in volo, gridando la loro protesta. Chaney si lasciò cadere sullo sdraio, mormorando un’altra imprecazione contro gli ottusi burocrati di Washington, una dichiarazione scurrile celata in termini ebraici, in modo che la donna non capisse. Si trattava di un approfondito commento sulle relazioni del principale della donna con i somari e i filistei.

TDV. Uno stimolo bruciante per l’immaginazione.

I gabbiani, la marea, gli spruzzi d’acqua salmastra, il sole che scendeva lentamente sull’orizzonte, furono dimenticati e scomparvero, mentre la sua mente si lasciava trasportare dall’immaginazione, accesa dall’informazione che la donna gli aveva dato. Capiva le possibilità di quanto aveva saputo… per lo meno le intuiva… e cominciava a rendersi conto dell’interesse che il rapporto Indic doveva avere suscitato nelle persone che possedevano la macchina del tempo. Perché colui che possedeva il veicolo avrebbe potuto guardare… no, non esattamente… avrebbe potuto andare di persona nel futuro, e controllare l’esattezza delle sue teorie, la validità delle proiezioni future degli elementi già presenti nell’epoca attuale. Avrebbe potuto vedere con i propri occhi te conseguenze di una predizione, il risultato finale di una catena di eventi, l’uscita di una strada imboccata nel presente. Il diritto di voto sarebbe stato esteso ai sedicenni? A quell’età i ragazzi avrebbero potuto sposarsi ed essere indipendenti? Le amministrazioni comunali e provinciali sarebbero scomparse, sostituite da centri amministrativi regionali o distrettuali? Il sistema federale sarebbe stato sostituito da una struttura più complessa? La costa orientale avrebbe subito un deterioramento naturale tale da non permettere più il sostentamento della vita?

TDV. Un veicolo per determinare le risposte.

Chaney disse, a voce alta:

— Non mi interessa. Si cerchi un altro demografo, signorina Van Hise. L’idea di essere preso in un’imboscata e venduto ai mercanti di schiavi del fiume non mi piace. Mi oppongo.

Avrebbe potuto visitare… di persona!… i Grandi Laghi, per sapere se essi sarebbero stati salvati dalla catastrofe, o se il Programma di Ricostruzione dei Laghi, appena varato, era arrivato troppo tardi. Avrebbe potuto studiare le risultanze dei censimenti dei prossimi cento anni, per poi confrontarle con le tabelle attuali e con le previsioni formulate in base ai dati attuali, e sapere se l’estrapolazione era stata esatta. Avrebbe potuto scoprire se il nuovo programma sperimentale di matrimonio di prova sarebbe stato un successo o un fallimento… e quali effetti esso avrebbe avuto sull’incremento demografico, se mai ci fossero stati degli effetti. Sarebbe stato magnifico sapere, con assoluta certezza, se le previsioni sugli spostamenti della popolazione erano state corrette, se veramente le masse umane si sarebbero concentrate lungo le vie d’acqua centrali. Avrebbe potuto…

Chaney disse, a voce alta:

— Presenti i miei omaggi alla squadra, signorina Van Hise. Li avverta di fare attenzione ai vigili urbani del futuro. Io leggerò le loro avventure sui giornali.

Kathryn Van Hise se ne era andata.

Vide le sue orme sulla sabbia, sollevò il capo e vide che lei stava infilando le scarpe, vicino al bordo erboso della strada. Mentre lei si chinava, i calzoni delta si tendevano, aderendo perfettamente alla pelle sui fianchi, mentre il vento agitava la blusa. Il furgone postale era ancora visibile, in lontananza. Ora stava tornando indietro, recapitando la posta nelle cassette che si trovavano sull’altro lato della strada. Il colloquio era durato meno di un’ora.

Chaney si accorse del peso del libro, sulle gambe. Non si era accorto che la donna l’aveva posato là.

La scritta sulla copertina rossa gli era familiare come il palmo della mano. Dalle Grotte di Qumran: Passato, Presente e Futuro. Sotto il titolo era scritto, semplicemente: Dr. Brian Chaney, senza il dì. Quella copertina vistosa era un abominio creato dai responsabili della pubblicità e della distribuzione, che avevano scavalcato il corpo inerte di un direttore editoriale conservatore; l’edizione era stata preparata per colpire le frange dei pazzoidi e degli estremisti. Chaney detestava quella copertina. Malgrado le sue spiegazioni accurate e precise, malgrado la sua traduzione accademica del rotolo sospetto, il libro aveva prodotto un fragore doppio di quanto lui si era aspettato, e aveva sollevato le ire dei probi cittadini in ogni parte del mondo. Impiccate il blasfemo!

Un biglietto sottile sporgeva dalle pagine centrali del libro.

Chaney apri il volume, con curiosità, e trovò un biglietto da visita che portava, da un lato, il nome della sua visitatrice, e dall’altro l’indirizzo di un laboratorio governativo nell’Illinois. Immaginò che i dieci biglietti da cinquanta dollari infilati tra le pagine rappresentassero il rimborso delle spese di viaggio. Oppure un’altra sfrontata esca, che si aggiungeva alla blusa, ai calzoni delta, e al profumo versato sul seno.

— Io non vengo! — gridò alla donna che si allontanava. — Il computer ha mentito… io sono un ciarlatano! L’Ufficio può usare quell’aggeggio come fermacarte se vuole!

Lei non si voltò, non girò neppure il capo.

— Quella donna è troppo sicura di sé, maledizione! — disse Chaney.

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