9

Il mattino seguente erano tutti alquanto depressi. John riferì che Pirrie aveva sparato alla moglie. Fece però credere che si fosse trattato di una disgrazia. A Roger raccontò invece com’erano andate esattamente le cose.

— Più freddo di un serpente — disse Roger scuotendo la testa. — Ci siamo portati dietro un bell’elemento.

— Già — fece John.

— Credi che avrai delle noie con lui?

— No, finché gli lascio fare ciò che vuole. Fortunatamente non ha molte ambizioni. Si riteneva soltanto in diritto di uccidere la moglie.

Ann lo raggiunse poco più tardi, mentre lui si stava lavando al fiume. Gli si fermò accanto e fissò gli occhi sulle acque che scorrevano. Il sole illuminava la valle, ma sopra di loro si stavano ammassando grosse nuvole compatte. — Dove avete messo il suo corpo? — chiese. — Prima che mandi i ragazzi a lavarsi.

— È abbastanza lontano. Puoi farli venire qui senza paura.

Lei lo fissò con uno sguardo privo di espressione. — Puoi benissimo dirmi cos’è successo. Pirrie non è il tipo che sbaglia a maneggiare un fucile, o che uccide senza una ragione.

Le raccontò i fatti di quella notte, senza nascondere niente.

— Cosa sarebbe successo se Pirrie non fosse comparso in quel preciso momento?

John si strinse nelle spalle. — L’avrei rimandata indietro. Cos’altro ti posso dire?

— Niente, immagino. Ormai non ha più importanza. — A un tratto domandò: — Perché non l’hai salvata?

— Impossibile. Pirrie aveva deciso di ucciderla. E avrebbe sparato anche su di me senza esitare.

— Tu sei il capo — disse Ann con amarezza. — Sceglierai sempre di startene da parte, mentre gli altri si uccidono a vicenda?

John le rispose in tono gelido: — Ho pensato che per te e i ragazzi la mia vita potesse valere più di quella di Millicent. E continuo a pensarlo, che tu sia d’accordo o no.

Per un attimo rimasero a guardarsi in silenzio. Poi Ann gli andò vicino, e lui la strinse tra le braccia.

— Scusami — mormorò lei. — Sai che non è ciò che volevo dire. Ma ci troviamo in una situazione orribile, che continua a peggiorare. Uccidere sua moglie in quel modo… che tipo di vita avremo?

— Quando saremo a Blind Gill…

— Avremo Pirrie sempre con noi? Oh, John, è proprio necessario? Non possiamo… perderlo da qualche parte?

— Ti tormenti troppo — disse John in tono affettuoso. — Pirrie è abbastanza ossequiente agli ordini. Credo che odiasse Millicent da molti anni, e tutto il sangue degli ultimi giorni gli ha dato alla testa. Ma nella valle sarà tutto diverso. Avremo le nostre leggi e un nostro ordine. Pirrie si conformerà.

— Ne sei convinto?

Le accarezzò le braccia. — E tu, come ti senti ora? Più sollevata?

— Più sollevata… sì — disse lei. — Immagino che ci si abitui a tutto, anche ai ricordi.

Alle sette erano di nuovo tutti insieme, pronti a partire. Le nuvole mostravano squarci di azzurro, ma si erano spinte fino all’orizzonte, tanto da nascondere il sole.

— Poco promettente — disse Roger.

— Meglio che non faccia troppo caldo — disse John. — Comincia la scalata. Tutti pronti?

— Vorrei che Jane venisse con me — disse Pirrie.

Si girarono tutti di scatto. La richiesta era tanto assurda da sembrare priva di significato. John non aveva ritenuto necessario che il gruppo si disponesse in un ordine particolare, e ognuno camminava a fianco di chi capitava. Jane si era automaticamente messa vicino a Olivia.

— Perché? — domandò John.

Pirrie guardò tutti a uno a uno. — Forse avrei dovuto esprimermi in un altro modo. Ho deciso che mi piacerebbe sposare Jane, se l’espressione conserva ancora il suo significato.

Olivia reagì con energia insolita: — Non sia ridicolo. È fuori discussione.

— Non vedo che impedimento ci sia — disse Pirrie. — Lei non è sposata, e io sono vedovo.

John si accorse che la ragazza stava fissando Pirrie a occhi spalancati. Ma era impossibile capire cosa stesse pensando.

— Signor Pirrie — disse Ann — questa notte ha ucciso sua moglie. Non le sembra un impedimento sufficiente?

I ragazzi guardavano la scena stupefatti. Mary girò la testa. Era stupido, pensò John, immaginare che quello fosse un mondo in cui si potesse conservare una qualsiasi forma di innocenza.

— No — disse Pirrie — non mi sembra che sia un impedimento.

— Ha anche ucciso il padre di Jane — intervenne Roger.

— Una triste necessità. Sono sicuro che Jane si è ormai rassegnata.

— Consiglio di lasciare le cose come stanno, Pirrie — disse John. — Jane adesso conosce le sue intenzioni. Ci rifletterà un giorno o due.

— No! — Pirrie stese una mano. — Vieni, Jane.

Jane rimase ferma, sempre con gli occhi fissi su di lui.

— La lasci in pace — disse Olivia. — Non la tocchi. Ha già combinato abbastanza, senza aggiungere anche questo.

Pirrie non le fece caso. — Vieni, Jane — ripeté. — Io non sono giovane né bello. Ma posso badare a te. È più di quello che molti giovani potrebbero fare in queste circostanze.

— Badare a lei o ucciderla? — chiese Ann.

— Millicent mi è stata infedele troppe volte, e stava tentando di farlo di nuovo. È la sola ragione per cui è morta.

Ann lo guardò incredula. — Parla come se le donne fossero delle bestie al guinzaglio!

— Mi spiace che la pensi così — disse Pirrie. — Jane! Vieni con me.

Rimasero in silenzio a guardare Jane che lentamente andava verso Pirrie. L’uomo le strinse le mani nelle sue. — Penso che noi due andremo d’accordo — disse.

— No, Jane… non farlo! — esclamò Olivia.

— Ora — disse Pirrie — è meglio muoverci.

— Roger, John — disse ancora Olivia — non potete permetterlo!

Roger e John si guardarono.

— Credo che la cosa non ci riguardi — disse John alla fine.

— E se si fosse trattato di Mary? — domandò Olivia. — Jane ha gli stessi nostri diritti.

— Stiamo perdendo tempo, Olivia. Oggi viviamo in un mondo diverso. La ragazza è andata da Pirrie di sua spontanea volontà. Non c’è nient’altro da dire. Andiamo.

Ann si mise a fianco del marito che camminava lungo i binari. Di fronte a loro la valle si restringeva rapidamente; a nord, la strada faceva una svolta nella loro direzione.

— C’è qualcosa di mostruoso in Pirrie — disse Ann. — È cinico e brutale. Mi sembra uno sbaglio lasciare una ragazza così giovane nelle sue mani.

— È andata da lui spontaneamente.

— Perché aveva paura. Quell’uomo è un assassino.

— Lo siamo tutti.

— Non nello stesso modo. Tu non hai fatto nessun tentativo per impedire una cosa del genere. Tu e Roger avreste potuto fermarlo. Non si trattava più di una sua questione privata con Millicent. Ed eravate entrambi a pochi passi da lui.

— E lui aveva il fucile in sicura. Avremmo potuto sparargli tranquillamente.

— Allora, perché… ?

— Se ci fossero state dieci Jane, e lui le avesse volute tutte, gliele avrei lasciate prendere. Pirrie ci è più utile di quanto non lo sarebbero dieci ragazze.

— E se si fosse trattato di Mary… come ha detto Olivia?

— Pirrie mi avrebbe sparato prima di entrare in argomento. Anche questa notte avrebbe potuto farlo, con estrema facilità. Può darsi che io sia il capo, ma restiamo uniti per mutuo consenso. Non ha importanza che questo consenso sia ispirato dalla paura o meno: finché resiste, è valido. Pirrie e io non abbiamo intenzione di spaventarci l’un l’altro. Ognuno di noi sa quanto l’altro gli sia necessario. Togliere di mezzo uno di noi, potrebbe significare non raggiungere la valle.

— E quando saremo arrivati, avrai la forza di importi su Pirrie? — domandò Ann.

— Aspettiamo di essere arrivati. Nel frattempo… — sorrise, e Ann se ne accorse.

— Cosa?

— Non penso che Jane sia il tipo di ragazza che rimane impaurita a lungo. Si scuoterà alla svelta. Dopodiché, non mi fiderei a farle fare dei turni di guardia notturni. Pirrie ha detto di volerla “sposare”. È un uomo molto sicuro di sé, ma si è già sbagliato con una moglie.

— Anche se lei non avesse voluto, cos’altro avrebbe potuto fare? Non sarà bello, ma è forte.

— Ci penserete tu e Olivia, vero? Siete voi che tenete i coltelli.

Lei lo fissò cercando di capire se avesse parlato seriamente.

— Ma non prima di arrivare alla valle — soggiunse John. — In ogni caso, fino a quel momento lei dovrà andarci d’accordo.

Mentre si arrampicavano verso Mossdale Head, il cielo si oscurò completamente e cominciò a piovere. Più in alto la pioggia aumentò, e quando raggiunsero la vetta videro che dall’altra parte il cielo era nero di nuvole temporalesche. Negli zaini avevano quattro impermeabili di plastica, e John li fece indossare alle donne. I ragazzi avrebbero dovuto abituarsi ad avere gli abiti bagnati. Per quanto la temperatura fosse inferiore a quella dei giorni precedenti, la giornata era però abbastanza calda.

La pioggia continuò ad aumentare di intensità, e in capo a mezz’ora uomini e ragazzi erano completamente inzuppati. John aveva attraversato altre volte i Pennines, ma sempre in macchina. Il passo gli aveva sempre dato un senso di isolamento, l’impressione di trovarsi in una zona abbandonata, nonostante la strada e la linea ferroviaria che correvano una accanto all’altra.

Ora quella sensazione era ingigantita. C’erano poche cose, tristi quanto i binari su cui non sarebbero più passati i treni. Il paesaggio, che visto da una macchina in corsa sembrava monotono, per gente a piedi, che arrancava sotto gli scrosci della pioggia, diventava di una tristezza esasperante. I pendii erano più spogli che mai. L’erica cresceva ancora, ma tutta l’altra erba era scomparsa. Gli speroni di roccia spuntavano dal terreno nudi come i denti di un teschio.

Durante la mattinata incontrarono piccoli gruppi che andavano nella direzione opposta. Ancora una volta si guardarono con sospetto e cercarono di evitarsi. Videro tre persone che avevano legato tutto ciò che possedevano sul dorso di un somarello. John e gli altri guardarono stupiti la bestia. Probabilmente l’avevano tenuta in vita con foraggio secco, dopo che tutto l’altro bestiame era stato ucciso. Una volta lontano dalla stalla avrebbe finito col morire.

— Una variante alla vecchia tecnica dei cani da slitta — disse Roger. — Li si sfrutta il più possibile, e poi li si mangia.

— Una grossa tentazione per qualsiasi altro gruppo che incontreranno, non credi? Sono sicuro che non andranno molto lontano — disse John.

— Potremmo prenderlo noi — suggerì Pirrie.

— No. Non ne varrebbe la pena, in ogni caso. Abbiamo cibo a sufficienza, e dovremmo arrivare a Blind Gill domani. Sarebbe un peso inutile.

Poco dopo Steve cominciò a zoppicare. Un rapido esame rivelò che aveva una ferita al calcagno.

— Steve! — disse Olivia — perché non hai detto che ti eri fatto male?

Il ragazzo guardò le facce degli adulti che lo stavano osservando, e cominciò a piangere.

— Non c’è niente da piangere, ometto — disse Roger. — Una ferita al calcagno è una seccatura, ma non è la fine del mondo.

Non erano i normali singhiozzi di un ragazzo. Ci si sentiva un’esperienza più sviluppata di quella di un bambino. Balbettò qualcosa, e Roger si piegò verso Steve per afferrare le parole. — Che hai, Steve?

— Se non posso camminare, voi mi abbandonerete.

Roger e Olivia si guardarono.

— Nessuno pensa di abbandonarti — disse Roger. — Come diavolo ti è venuta in mente un’idea del genere?

— Il signor Pirrie ha abbandonato Millicent.

John intervenne: — Meglio non farlo camminare. Peggiorerebbe la ferita.

— Lo porto io — disse Roger. — Spooks, mi tieni tu il fucile?

— Con piacere.

— Porteremo Steve a turno io e te, Rodge — disse John.

— Ce la faremo benissimo. Meno male che è un pulcino.

— Faremo i turni io e Roger — disse Olivia. — È nostro figlio. Dobbiamo portarlo noi. — Era la prima volta che Olivia rivolgeva la parola a John dopo la storia di Jane e Pirrie.

— Olivia… sono io che do le disposizioni. Lo porteremo io e Roger. Tu ti occuperai dello zaino di chi avrà Steve sulle spalle.

La donna rimase immobile a fissarlo per un attimo, poi si allontanò.

— Bene, montami in spalla — disse Roger al figlio.

Immediatamente il loro procedere si fece più veloce, dato che Steve aveva agito da freno, ma John non si lasciò ingannare. Portare qualcuno in spalla, anche se si trattava di un ragazzo, avrebbe aumentato le loro difficoltà. Continuarono il cammino finché ebbero oltrepassato Garsdale, poi si fermarono per il pranzo.

Il vento era cessato, ma la pioggia continuava a cadere con sempre maggiore insistenza. John lanciò un’occhiata in giro al paesaggio sconsolante.

— Nessuno di voi ha visto qualche grotta con dentro una catasta di legna? Immagino di no. Oggi si mangia un pranzo freddo, e sotto la pioggia. Comunque potremo riposare un po’ le gambe.

— Non potremmo mangiare in un posto riparato? — chiese Ann.

John seguì lo sguardo della moglie. A una cinquantina di metri dalla strada c’era una piccola casa.

— Potrebbe essere vuota — disse. — Ma dovremmo andare ad accertarcene. E potremmo scoprire che non è affatto abbandonata. Non m’importa correre dei rischi quando si tratta di andare a prendere qualcosa di indispensabile, come i viveri, ma non ne vale la pena per mezz’ora di sosta.

— Davey è inzuppato.

— In mezz’ora non riusciresti ad asciugargli i vestiti. E non possiamo fermarci di più. — Poi disse al ragazzo: — Tutto bene, Davey? Marcio fino alla punta dei piedi?

Lui annuì. — Piove a dirotto…

— Allora prova a dir nove!

Davey fece del suo meglio per ridere alla vecchia battuta. John gli passò una mano tra i capelli fradici. — Sei in gamba, figlio mio.

A ovest di Garsdale si stendeva una piccola pianura che sotto la pioggia fitta si era trasformata in un lago di fango da cui spuntavano qua e là delle fattorie. Guardarono in basso verso Sedbergh, situata in mezzo alle colline, in una valle oltre il Rawthey. Era incappucciata da una nuvola di fumo che il vento portava verso la brughiera. Sedbergh stava bruciando.

— Saccheggiatori — disse Roger.

John puntò il cannocchiale sulla città. — Stiamo per incrociare quelli che fuggono da nord-ovest. Una seccatura. Pensavo che questa regione fosse tranquilla.

— Sarebbe consigliabile tagliare direttamente a nord e continuare sulle montagne. Sulle alture non dovrebbe esserci pericolo — disse Roger.

— Quando una città come quella viene saccheggiata — disse Pirrie — è probabile che le valli attorno brulichino di gente. Non sarà facile continuare il cammino.

John diresse il cannocchiale verso l’imbocco della valle che dovevano percorrere. Vide del movimento, ma non riuscì a capire di cosa si trattasse. Avrebbero potuto dirigersi su Kendal, ma anche in questo caso dovevano percorrere la valle del Lune. Ma poi, se Sedbergh era caduta, perché sperare che Kendal fosse ancora salva?

Pirrie lo guardò con aria pensosa. — Se posso dare un consiglio, penso che siamo troppo poco armati, per quello che può capitare. Quelli dell’asino… avremmo potuto impossessarci di altri due o tre fucili, oltre all’animale. Non credo che si siano messi in viaggio disarmati.

— Forse la situazione non è disperata quanto sembra — disse Roger. — In ogni caso dobbiamo tentare.

John guardò verso la confluenza delle valli e dei fiumi. — Non so. Potremmo andare incontro a qualcosa che non siamo in grado di affrontare. E allora potrebbe essere troppo tardi.

— Ma non possiamo restare qui — disse Roger. — Né tornare indietro. Quindi ci conviene andare avanti.

John si girò verso Pirrie. Nel farlo si rese conto che, per quanto Roger fosse un amico, lui considerava Pirrie come suo luogotenente. Era sulla freddezza e sul discernimento di Pirrie che contava. — Secondo me non abbiamo bisogno soltanto di fucili. Se vogliamo raggiungere Blind Gill, è necessario formare un gruppo più numeroso. Che cosa ne pensa?

Pirrie fece un cenno affermativo. — Sono d’accordo. Tre uomini non sono più un numero adeguato per la difesa.

— E cosa facciamo, allora? — domandò Roger impaziente. — Sventoliamo un cartello con la scritta: “Si arruolano volontari”?

— Suggerisco di fermarci qui — disse John. — Siamo ancora sul passo, e possiamo incontrare dei gruppi che vanno da una parte o dall’altra dei monti. È poco probabile che siano saccheggiatori. Quelli se la stanno spassando in città.

Guardarono verso la valle. Anche sotto la pioggia aveva qualcosa di pittoresco. E anche sotto la pioggia le case continuavano a bruciare.

— Potremmo tendere delle imboscate ai gruppi che arrivano — disse Pirrie, pensoso. — Cento metri più indietro c’è un punto in cui ci si può tenere nascosti.

— Siamo in pochi per un’impresa del genere — disse John. — E abbiamo bisogno di volontari. Se hanno armi, poi dovremmo restituirle.

— E quindi? — incalzò Roger. — Ci accampiamo sul lato della strada?

— Sì — disse John. Guardò i suoi compagni coperti di fango. — Speriamo di non dover aspettare troppo.


Dovettero aspettare più di un’ora, e il primo incontro fu una delusione. Videro un piccolo gruppo di persone che risaliva faticosamente dalla valle. Quando furono più vicini distinsero che erano in otto. Quattro donne, due bambini (un maschio di circa otto anni, e una bambina di quattro o cinque) e due uomini. Spingevano due carrozzine cariche di utensili. Quando si trovarono a una cinquantina di metri, una casseruola cadde e rotolò rumorosamente giù per la discesa. Una delle donne si staccò dal gruppo per andarla a riprendere.

I due uomini, come le loro donne, avevano un aspetto trasandato e parevano in pessime condizioni. Uno dei due doveva aver superato di parecchio i cinquant’anni; l’altro, benché fosse più giovane, era alquanto gracile.

— Credo che non abbiano niente di utile per noi — disse Pirrie.

Lui, Roger e John si erano fermati sul ciglio della strada, con le armi in mano. Le donne e i bambini si erano andati a sedere su un muricciuolo di pietre poco lontano.

John scosse la testa. — Infatti. Al massimo il bambino potrebbe avere una pistola ad acqua.

Il gruppo in avvicinamento si fermò quando vide i tre uomini fermi in cima alla collina. Ma dopo qualche mormorio e una rapida occhiata verso la valle in fiamme, ripresero il cammino, con un’espressione più evidentemente impaurita. L’uomo più anziano apriva la marcia, cercando di sembrare disinvolto, ma senza molto successo. La bambina cominciò a piangere, e una delle donne le diede uno strattone, terrorizzato e furtivo, quasi temesse che il pianto potesse tradire la loro presenza.

Mentre passavano davanti a loro in silenzio, John pensò a quanto naturale sarebbe stato, solo pochi giorni prima, lo scambio di un saluto. E quanto innaturale sarebbe apparso in quel momento.

— Fin dove pensi che possano arrivare? — chiese Roger.

— Non so. Forse fino al Wensleydale. Possono anche sopravvivere una settimana, se sono fortunati.

— Fortunati? O sfortunati?

— Già… Sfortunati, immagino.

— Sembra che abbiano intenzione di tornare indietro — disse Pirrie.

John si voltò. Quelli dell’altro gruppo avevano percorso circa cento metri, poi erano tornati sui propri passi, sempre spingendo le carrozzine. Adesso la pioggia li investiva in faccia, anziché alle spalle. L’impermeabile della bambina si slacciava al collo, e lei cercava di tenerlo chiuso, ma senza riuscirci.

Si fermarono a pochi passi da loro. Fu l’uomo più anziano a parlare. — Ci siamo detti che forse state aspettando qualcosa… e che forse vi possiamo dare qualche informazione utile.

John lo scrutò. Un operaio, probabilmente. Il tipo d’uomo che lavora fedelmente e senza spirito d’iniziativa per tutta la vita. Da solo, in quel momento, aveva pochissime probabilità di sopravvivere. La sua unica possibilità consisteva nell’unirsi a qualche piccolo capobanda disposto a sorvolare sulla sua scarsa utilità e ad accontentarsi della sua devozione. Ma con le persone di cui si era circondato, anche quell’opportunità sfumava.

— No — disse John — non ci servono informazioni.

— Noi attraversiamo i Pennines — continuò l’uomo. — Abbiamo pensato che sul versante opposto la situazione deve essere più tranquilla. Forse troveremo lungo la strada una fattoria dove ci facciano lavorare in cambio di un po’ di cibo. Non domandiamo molto.

Qualche mese prima, con tutta probabilità, il suo massimo sogno doveva essere quello di fare tredici al totocalcio. Le probabilità di allora erano pari a quelle che aveva adesso di realizzare la nuova speranza. John guardò le quattro donne. Una soltanto era sufficientemente giovane da poter sperare di sopravvivere per meriti erotici; la gioventù era però la sua unica dote fisica. I due bambini si accostarono al muretto su cui Ann e gli altri si erano messi a sedere. Il ragazzo non aveva scarpe, ma un paio di pantofole zuppe d’acqua.

— Allora vi conviene continuare — disse John.

— Pensate che sia possibile trovare il posto che cerchiamo? — domandò ancora l’uomo.

— È probabile.

— Questa situazione non durerà molto, vero? — chiese una delle donne.

Roger girò lo sguardo verso la vallata. — Durerà fino a quando questo inferno non sarà cessato.

— Dove pensate di andare? — domandò l’altro. — Volete raggiungere anche voi lo Yorkshire?

— No — disse John. — L’abbiamo appena lasciato.

— A noi non interessa andare da una parte piuttosto che da un’altra. Abbiamo soltanto pensato che oltre i Pennines la situazione fosse più tranquilla.

— Sì. Può darsi che sia così.

— Mio padre — disse la madre dei due bambini — vuol dire che… ecco, non potremmo fare la vostra stessa strada? Saremmo in parecchi, nel caso che si incontrassero delle difficoltà. Ecco… anche voi state cercando un posto tranquillo. Voi siete gente per bene. Non come quelli che saccheggiano la città. La gente per bene dovrebbe unirsi, in momenti come questi.

— Ci sono cinquanta milioni di persone in Inghilterra — disse John. — Probabilmente quarantanove milioni sono gente per bene, e cercano un posto tranquillo. Solo che non ci sono abbastanza posti tranquilli da accontentare tutti.

— Ecco perché la gente farebbe bene a unirsi. La gente rispettabile, intendo.

— Da quanto tempo siete in cammino? — chiese John.

La donna lo guardò, perplessa. — Siamo partiti questa mattina… Abbiamo visto le case di Sedbergh in fiamme, e che stavano bruciando la fattoria dei Follin, a cinque chilometri dal villaggio.

— Noi siamo in marcia da tre giorni. Non siamo più gente rispettabile. Abbiamo ucciso delle persone, e possiamo ucciderne altre. Vi conviene continuare da soli, come facciamo noi.

Lo fissarono senza parlare, poi l’uomo anziano disse: — Forse ci siete stati costretti. Penso che un uomo debba salvare la sua famiglia e se stesso in qualsiasi modo. Durante la Prima guerra mondiale ho ucciso anch’io, eppure i crucchi non avevano né incendiato Sedbergh, né bruciato la fattoria dei Follin. Dovevo fare certe cose, e le ho fatte.

John non rispose. Vicino al muro i due ragazzi si erano messi a giocare con gli altri. Salivano, scendevano, e camminavano sul muretto in una complicata specie di corsa a ostacoli. Ann vide che John la guardava, e si alzò per andargli vicino.

— Possiamo venire con voi? — domandò il vecchio. — Faremo quello che direte voi… anche uccidere, se è necessario. E possiamo aiutarvi in tutti gli altri lavori. Non ci importa da che parte andate, per noi è lo stesso. A parte il periodo che ho trascorso nell’esercito, ho vissuto sempre a Carbeck. Ora che ho dovuto lasciarla, non ha importanza se vado di qua o di là.

— Quanti fucili avete? — domandò John.

L’uomo scosse la testa. — Nemmeno uno.

— Noi ne abbiamo tre, per difendere sei adulti e quattro bambini. Ma non sono sufficienti. Ecco perché stiamo aspettando… Vogliamo trovare altri che abbiano armi e si vogliano unire a noi. Ci spiace, ma non possiamo imbarcare passeggeri a scrocco.

— Non saremo passeggeri a scrocco. Io so fare molte cose, e so sparare bene, se mi procurate un’arma. Nei fucilieri ero tiratore scelto.

— Se fosse solo, la potrei anche accogliere. Ma così, con quattro donne e altri due bambini… No, non possiamo permetterci dei pesi extra.

La pioggia era cessata, ma il cielo rimaneva grigio e minaccioso, e l’aria era fredda. L’uomo più giovane, che non aveva ancora parlato, ebbe un brivido e si strinse il sudicio impermeabile attorno al corpo.

L’altro riprese, in tono disperato: — Abbiamo viveri. Nella carrozzina c’è mezzo maiale.

— Anche noi ne abbiamo. Siamo stati costretti a uccidere per procurarceli, e siamo pronti a uccidere ancora.

— Non mandateci via — disse la madre. — Pensate ai bambini. Non potete abbandonare noi e i bambini.

— Io penso ai miei figli — disse John. — Se dovessi pensare a quelli degli altri, dovrei pensare a milioni di bambini. Al vostro posto riprenderei il cammino. Se volete trovare un posto tranquillo, è meglio che lo cerchiate prima che arrivi l’ondata dei fuggiaschi.

Capivano ciò che intendeva, ma si rifiutavano di credere che li abbandonasse sul serio.

Ann gli parlò a bassa voce: — Potremmo anche farli venire con noi, non ti pare? I bambini… — John si voltò a guardarla. — Sì… non ho dimenticato quello che ho detto su Spooks. Avevo torto.

— No. Avevi ragione. Non c’è più posto per la pietà.

Ann lo fissò piena di orrore. — Non parlare così!

John indicò il fumo che saliva dalla valle. — La pietà è sempre stata un lusso. Tutto va bene quando il dramma è a una distanza considerevole, quando lo si guarda stando seduti nelle poltrone di un cinema. È molto diverso quando te lo trovi sulla soglia di casa. Su ogni soglia di casa.

Olivia si era avvicinata al gruppo. E anche Jane si staccò dal muricciuolo, ma per andare accanto a Pirrie. Lui la guardò, ma non disse niente.

— Non capisco che danno potrebbero arrecarci venendo con noi — disse Olivia. — Mi sembra invece che ci potrebbero essere d’aiuto.

— Hanno permesso che il ragazzo si mettesse per strada in ciabatte — disse John — e con questo tempo. Ormai dovresti aver capito, Olivia, che a soccombere non saranno soltanto i più deboli, ma anche i meno efficienti. Non ci sarebbero di nessun aiuto: soltanto di ostacolo.

— Io gli avevo detto di mettere gli stivali — disse la madre del ragazzo. — Mi sono accorta che aveva le ciabatte soltanto quando eravamo a parecchi chilometri dal villaggio. E non abbiamo più avuto il coraggio di tornare indietro.

— Capisco — disse John. — Volevo semplicemente dire che è pericoloso non notare i particolari. Se non avete notato i piedi del ragazzo, potreste anche non vedere qualcosa di molto più importante. E come risultato potremmo morire tutti. Non me la sento di correre nessun rischio. Nessuno.

— Roger… — implorò Olivia.

Roger scosse la testa. — Negli ultimi tre giorni le cose sono cambiate molto. Quando io e Johnny abbiamo lanciato in aria la moneta per decidere chi dovesse essere il capo, l’ho fatto quasi per gioco. Adesso il capo è lui. Si assume ogni responsabilità in coscienza, e ci lascia fuori. Comunque, forse ha ragione.

Quelli dell’altro gruppo avevano seguito la conversazione con grande interesse. E ora il vecchio, vedendo nella sottomissione di Roger il crollo di tutte le loro speranze, si allontanò scuotendo la testa. Ma la madre dei ragazzi non si diede per vinta.

— Vi possiamo seguire — disse. — Possiamo fermarci qui, e seguirvi non appena vi muoverete. Questo non potete impedircelo.

— Vi consiglio di allontanarvi — disse John. — È inutile continuare a parlarne.

— No, ci fermiamo. Non potete obbligarci ad andare via.

Pirrie intervenne, per la prima volta. — Non possiamo obbligarvi ad andare, ma possiamo farvi restare qui quando ce ne andremo noi. — Toccò il fucile. — Penso che vi convenga andarvene subito.

— Non avrete il coraggio di farlo — disse la madre, ma senza molta convinzione.

— Lo farà — disse Ann con amarezza. — Dipendiamo tutti da lui. Fareste meglio a partire.

La donna li guardò fissa, poi si girò per chiamare i ragazzi.

— Bessie! Wilf!

I ragazzi si staccarono a malincuore dagli altri. Come sempre: facevano nuove amicizie, e poi, per un capriccio dei genitori, dovevano andarsene. La nuova amicizia aveva avuto appena il tempo di cominciare. Ann guardò i ragazzi venire verso di loro. — John, ti prego…

John scosse la testa. — Devo fare quello che ci conviene. Ci sono altri milioni di ragazzi… questi sono soltanto quelli che vediamo.

— La carità è fatta per quelli che vediamo.

— Te l’ho già detto… Carità, pietà, sono cose che vanno bene quando si ha uno stipendio fisso. Adesso abbiamo fatto tutti bancarotta.

— Custance! — esclamò Pirrie. — In fondo alla strada!

Tra Baugh Fell e Rise Hill la strada correva diritta per circa un chilometro. In fondo al rettilineo si vedevano delle figure che scendevano verso di loro.

Era un gruppo numeroso. Sette o otto uomini, con donne e qualche bambino. Avanzavano sicuri camminando al centro della strada; e anche da quella distanza si vedeva il luccichio di alcune canne di fucile.

— Proprio quello che ci serve — disse John soddisfatto.

— Se hanno voglia di discutere — osservò Roger. — Potrebbero essere del tipo che prima spara. Ci converrebbe andarci a mettere al riparo dietro il muro, e poi iniziare la conversazione.

— In questo caso, avrebbero il pretesto per sparare prima.

— Le donne e i bambini, allora.

— Stessa cosa. Loro sono tutti allo scoperto.

Il vecchio dell’altro gruppo tornò a girarsi verso di loro. — Possiamo fermarci con voi finché quelli non saranno passati?

John fu sul punto di rifiutare ma vide che Pirrie gli faceva un cenno affermativo. Capì subito ciò che l’altro pensava. Un temporaneo aumento di numero poteva giocare a loro vantaggio.

— Come volete — disse al vecchio con indifferenza.

Rimasero a guardare il gruppo che si stava avvicinando. Dopo un attimo Bessie e Wilf tornarono di corsa verso il muro, a giocare con gli altri ragazzi.

Quasi tutti gli uomini erano armati di fucile. John riuscì a distinguere un paio di calibro .300 dell’esercito, un Winchester 202, e le inevitabili doppiette. Era proprio il gruppo di cui avevano bisogno. Con loro sarebbero riusciti a passare attraverso il caos e giungere salvi a Blind Gill. Rimaneva soltanto il problema di convincerli.

Aveva sperato che si sarebbero fermati a una certa distanza, ma sembrava che non avessero sospetti, o che non nutrissero dubbi sulla loro capacità di superare gli eventi. E vennero avanti. Il loro capo era un tipo massiccio, dalla faccia tonda e rossa. Portava una cintura di pelle in cui teneva infilata una pistola. Non appena fu all’altezza del gruppo di John, si spostò sull’altro lato della strada e continuò il cammino guardandoli con indifferenza. Segno che non avevano nessuna intenzione di impadronirsi delle loro armi, o, perlomeno, che non avevano voglia di combattere per conquistarle.

— Un momento! — gridò John.

L’uomo si fermò e volse lentamente la testa verso di lui.

— Che c’è? — chiese con l’accento dello Yorkshire.

— Mi chiamo John Custance. Stiamo andando in una località che conosco, in mezzo alle colline. Mio fratello è padrone di una valle chiusa da una parte e con una strettissima apertura dall’altra. Una volta tra quelle montagne, ci sarà possibile respingere un esercito. Vi interessa?

L’altro ci pensò un attimo. — Perché ce lo racconti? — chiese poi.

John indicò il fondovalle. — Laggiù le cose si stanno mettendo male. Troppo male per un gruppo piccolo come il nostro. Cerchiamo reclute.

L’uomo sogghignò. — Capita che noi non si voglia cambiare. Ce la caviamo benissimo così.

— Ve la siete cavata fino a questo momento — disse John — finché c’erano patate in terra e carne da rubare nelle fattorie. Ma la carne finirà presto, e non ce ne sarà altra. Il prossimo anno non riuscirete a trovare patate nei campi.

— Ci penseremo quando sarà venuto il momento.

— Vi dico io come: diventando cannibali. È questo che volete?

Il capo, personalmente, restava ostile. John però si accorse che le sue parole avevano fatto colpo su quelli che lo seguivano. Forse non gli sarebbe stato difficile unire le due bande. Magari all’interno dell’altro gruppo esisteva già perfino un partito di opposizione.

— Può darsi che vada così — disse l’uomo. — Ma in questo momento non mi sembra il caso di seguirvi.

— Come vuoi — disse John, poi guardò le donne e i bambini dell’altro gruppo. Erano cinque donne e quattro bambini di età tra i cinque e i quindici anni. — Quelli che non riusciranno a trovare un pezzo di terra e a conservarla, finiranno col diventare selvaggi, ammesso che sopravvivano. A voi forse potrà piacere. A noi no.

— Te lo dico io cosa non mi piace: le chiacchiere. Non ho mai perso tempo con quelli che hanno la lingua lunga.

— Fra qualche anno non avrete più nemmeno bisogno di parlare — disse John. — Tornerete ai grugniti e al linguaggio dei segni. Io parlo perché ho qualcosa da dire, e se avete buon senso capirete che vi conviene ascoltare.

— Ci conviene? Non è alla vostra convenienza che stai pensando?

— Se non fosse così, sarei uno stupido. Ma voi ne ricaverete un vantaggio ancora più grande. A noi serve un aiuto temporaneo per raggiungere la valle di mio fratello: in cambio vi offriamo un posto dove potrete vivere relativamente in pace, e allevare i vostri figli in modo che si distinguano dagli animali selvatici.

L’uomo guardò quelli del suo gruppo, quasi per scrutare l’effetto che le parole di John avevano avuto sugli altri. Poi disse: — Ancora chiacchiere. Pensi che ci cacceremo di testa nostra in quest’avventura donchisciottesca?

— Avete un posto migliore dove andare? A proposito, sapete dove andare? Che male vi farebbe, venire con noi per dare un’occhiata?

L’uomo era sempre ostile, ma un po’ sconcertato, adesso. Alla fine si voltò verso i compagni. — Voi che ne dite?

Prima che chiunque aprisse bocca, aveva già letto la risposta sulla faccia di tutti.

— Potremmo benissimo andare a vedere — disse un tizio grasso dalla pelle scura. Ci fu un mormorio di approvazione, e l’uomo dalla faccia rossa tornò a girarsi verso John.

— Bene. Mostraci la strada per la valle di tuo fratello. Decideremo quando l’avremo vista. Dov’è?

Deciso a non rivelare dove si trovasse Blind Gill, o anche a dirne il nome, John stava preparandosi a fornire una risposta evasiva, quando intervenne Pirrie, brusco. — Questi sono affari del signor Custance, non vostri. È lui che comanda qui. Fate ciò che vi dirà di fare, e andrà tutto bene.

John sentì un gemito di Ann alle sue spalle. Lui stesso non riuscì a trovare una giustificazione all’insolenza di Pirrie. Quel comportamento non poteva che aumentare l’ostilità del capo dell’altro gruppo. Pensò di dire qualcosa per rimediare, ma si trattenne. Anzitutto sarebbe stato inutile, e poi cominciava a fidarsi di Pirrie.

— È così, eh? — disse l’uomo. — Dovremmo fare quello che dice il signor Custance? Mettetevi bene in testa questo: io sono il capo del mio gruppo, e se volete venire, i miei ordini valgono anche per voi.

— Sei grande e grosso — disse Pirrie — ma la situazione richiede cervello. E temo che tu ne abbia poco.

L’uomo dalla faccia rossa parlò con voce stranamente calma. — Non tollero insulti dai piccoli bastardi soltanto perché sono piccoli. Qui attorno non ci sono poliziotti, quindi sono io che do gli ordini. Il primo è che tutti tengano la lingua a posto.

Batté la mano sul calcio della pistola infilata nella cintura, per dare maggior peso alle sue parole. In quell’attimo Pirrie alzò il fucile. L’uomo cominciò a estrarre la pistola. Ma la canna era ancora nella cintura quando Pirrie sparò. Da quella breve distanza la pallottola sollevò letteralmente l’uomo da terra, e lo fece ricadere all’indietro sul ciglio della strada. Pirrie rimase fermo, col fucile puntato.

Alcune donne gridarono. John fissò gli uomini che gli stavano di fronte. Trattenne l’impulso di sollevare la doppietta, e fu felice di vedere che anche Roger non si era mosso. Alcuni uomini fecero il tentativo di imbracciare le armi, ma l’incidente si era svolto in un modo troppo rapido per loro, ed era stato troppo sorprendente. Uno di loro sollevò a metà la canna del fucile; con la massima calma Pirrie lo prese di mira, e l’altro rinunciò.

— Mi spiace — disse John — ma avrebbe dovuto sapere che non si minaccia un uomo armato se non si è sicuri di saper sparare per primi. L’offerta è sempre valida. Chi vuole unirsi a noi e venire nella valle, sarà il benvenuto.

Una delle donne si era inginocchiata accanto all’uomo caduto. Alzò la testa e disse: — È morto.

John fece un lieve cenno con la testa. Poi si rivolse agli altri. — Avete deciso?

L’uomo grasso si fece avanti. — Sono d’accordo: era lui che doveva stare più attento. Io vengo con voi. Mi chiamo Parsons, Alf Parsons.

Lentamente, con gesto quasi rituale, Pirrie abbassò la canna del fucile. Poi si avvicinò al cadavere e gli tolse la pistola dalla cintura. La prese per la canna e la consegnò a John. Alla fine si rivolse agli altri: — Mi chiamo Pirrie. Questo alla mia destra è Buckley. Come ho già detto, il capo è il signor Custance. Quelli che vogliono unirsi a noi vengano avanti per stringere la mano al signor Custance e dire come si chiamano. Okay?

Alf Parsons fu il primo, ma subito gli altri si misero in fila dietro di lui. Può darsi che sarebbe venuto il tempo in cui avrebbero piegato il ginocchio a terra, ma in quel momento la semplice stretta di mano aveva lo stesso valore di un giuramento.

John si rese conto che entrava in un nuovo ruolo. Il comando del piccolo gruppo, ottenuto per caso, lo aveva portato alla cerimonia in cui accettava la fedeltà degli uomini di un altro gruppo. Si stava riformando l’antico schema feudale, e lui fu sorpreso di accettarlo come una cosa normale, e anche di provarne piacere. Gli strinsero la mano, e si presentarono. Joe Harris… Jess Awkright… Bill Riggs… Andy Anderson… Will Secombe… Martin Foster.

Le donne non andarono a stringergli la mano. I mariti le presentarono indicandole. Awkright disse: — Mia moglie Alice. — Riggs disse: — Questa è mia moglie, Sylvie. — Foster, un tipo magro dai capelli grigi, indicò con la mano:

— Mia moglie, Hilda, e mia figlia, Hildegard. — Alf Parsons disse: — L’altra è la moglie di Joe Ashton, Emily. Quando avrà superato lo shock, sarà contenta. Lui la maltrattava sempre.

Tutti gli uomini del gruppo di Joe Ashton si erano presentati. Il vecchio del primo gruppo si avvicinò a John.

— Non ha cambiato idea, signor Custance? Non possiamo restare con voi?

John si rese conto in quel momento che un signorotto, accresciuta la sua potenza, poteva anche aiutare i deboli, se non altro come atto di pura vanità. Dopo l’incoronazione le suppliche dei mendicanti diventavano blandizie. Era persino divertente.

— Potete restare — disse, e gli lanciò la sua doppietta. — Tenga. Ho appena ereditato una pistola.

Quando Pirrie aveva ucciso Joe Ashton, i ragazzi che stavano giocando accanto al muro si erano immobilizzati in quella curiosità che aveva sostituito la vecchia paura. Poi avevano ripreso a giocare. Il nuovo gruppo di ragazzi li raggiunse, e dopo un attimo cominciarono a giocare tutti insieme.

— Signor Custance, mi chiamo Noah Blennitt — disse il vecchio — e questo è mio figlio Arthur. Lei è mia moglie Iris. Poi c’è sua sorella, Nelly, mia figlia minore Barbara, e la maggiore, Katie. Katie è sposata. Suo marito lavora nelle ferrovie, e si trovava nel Sud quando i treni hanno smesso il servizio. Le siamo molto riconoscenti, signor Custance. E siamo tutti pronti a servirvi.

Katie guardò John con aria smarrita. — Non sarebbe una buona idea bere una tazza di tè? Ne abbiamo una grossa scatola piena, e abbiamo anche del latte condensato. L’acqua la possiamo prendere dal ruscello.

— Sarebbe un’ottima idea — disse John — se solo esistesse un pezzo di legno asciutto nel raggio di venti chilometri.

Lei lo guardò con un sussulto di trionfo. — Non si preoccupi, signor Custance. Nella carrozzina abbiamo un fornello a spirito.

— Avanti, allora. Prenderemo il tè prima di rimetterci in marcia. — Guardò il cadavere di Joe Ashton. — Qualcuno dovrebbe toglierlo dalla strada — disse.

Due uomini dell’ex gruppo di Ashton si affrettarono a eseguire.

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