«No. Ti stai soltanto vendicando. Non è corretto!»
La Morte abbassò il cranio per un momento, poi lo sollevò con gli occhi fiammeggianti.
«TU FARAI QUELLO CHE TI È STATO DETTO.»
«No.»
«STAI RENDENDO TUTTO MOLTO DIFFICILE.»
«Bene.»
Le dita della Morte tamburellarono con impazienza sulla lama della falce come un topo che balla il tip-tap su una lattina. Sembrò riflettere. Guardò Ysabell in piedi davanti a Morty, poi si voltò e guardò gli altri ammassati contro una scansia.
«NO» disse alla fine «NO. NON POSSO RICEVERE ORDINI. NON POSSO ESSERE FORZATA. FARÒ SOLTANTO QUELLO CHE SO ESSERE GIUSTO.»
Agitò una mano e la spada volò via dalla presa di Ysabell. Fece poi un altro complicato gesto e la ragazza stessa venne sollevata e premuta delicatamente ma con fermezza contro il pilastro più vicino.
Morty vide la oscura mietitrice avanzare nuovamente verso di lui, con la lama che oscillava all’indietro per il colpo finale. Essa si trovava sopra il ragazzo.
«NON HAI IDEA DI QUANTO MI DISPIACCIA» disse.
Morty si sollevò sui gomiti.
«Penso di sì» replicò.
La Morte gli gettò uno sguardo stupito per qualche secondo e poi cominciò a ridere. Il suono rimbalzò in modo sinistro nella stanza, facendo vibrare le scansie mentre la Morte, ridendo ancora come un terremoto in un cimitero, teneva la clessidra di Morty di fronte agli occhi del suo proprietario.
Morty cercò di metterla a fuoco. Vide l’ultimo granello di sabbia scivolare lungo la superficie lucida e poi cadere, rotolando al rallentatore, verso il fondo. La luce di candela brillava sulle sue minuscole sfaccettature di mica mentre esso vorticava delicatamente verso il basso. Atterrò privo di suono, sollevando un piccolissimo cratere.
La luce negli occhi della Morte balenò finché non riempì la vista di Morty e il suono delle sue risate non scosse l’universo.
A quel punto la Morte rovesciò la clessidra.
Ancora una volta la grande sala di Sto Lat era illuminata di candele e rimbombante di musica.
Mentre gli ospiti scendevano a frotte lungo i gradini e calavano sul buffet freddo, il Maestro di Cerimonia introduceva, senza soluzione di continuità, quelli che, o perché erano persone importanti o per semplice distrazione, erano arrivati in ritardo. Per fare un esempio:
«Il Riconoscitore Reale, Maestro della Camera da Letto della Regina Sua Suità Igneous Bentagliato, Mago di Primo Grado (UI).»
Bentagliato avanzò verso la coppia reale, sogghignando, con un grosso sigaro in mano.
«Posso baciare la sposa?» chiese.
«Se ai maghi è permesso» rispose Ysabell, porgendogli una guancia.
«I fuochi d’artificio sono stati davvero magnifici» disse Morty. «Ritengo anche che saranno in grado di ricostruire la muraglia esterna al più presto. Senza dubbio potrai trovare la via che porta alla dispensa.»
«Ha un aspetto molto migliore, ultimamente» disse Ysabell da dietro un sorrisetto fisso mentre Bentagliato spariva nella calca.
«Certamente ci sono in giro un sacco di chiacchiere sul fatto che sia l’unica persona che non si preoccupa di obbedire alla regina» disse Morty, scambiando qualche saluto al volo con alcuni nobili di passaggio.
«Dicono che sia lui il vero potere che sta dietro al trono» aggiunse Ysabell. «Una eminenza qualcosa.»
«Eminenza grassa» disse Morty in maniera assente. «Hai notato che non si occupa più di magia da qualche tempo?»
«Zittochestaarrivando.»
«Sua Suprema Maestà, Regina Kelirehenna I, Signora di Sto Lat, Protettrice degli Otto Ptotettorati e Imperatrice del Lungo e Sottile Territorio Conteso Verso il Centro di Sto Kerrig.»
Ysabell fece una riverenza. Morty si inchinò. Keli fissò entrambi. Essi non poterono fare a meno di notare che lei si doveva essere sottomessa ad un influsso che l’aveva indirizzata verso vestiti che seguivano, anche se parzialmente, la sua figura e che l’aveva allontanata da acconciature che sembravano la discendenza di un ananas o di zucchero filato.
Diede un buffetto sulla guancia a Ysabell e poi indietreggiò per esaminare Morty dalla testa ai piedi.
«Come va Sto Helit?» chiese lei.
«Bene, bene» rispose Morty. «Tuttavia dovremo fare qualcosa per le cantine. Il tuo defunto zio aveva degli insoliti… hobby, e…»
«Voleva dire come stai tu» sussurrò Ysabell. «Quello è il tuo nome ufficiale.»
«Preferivo Morty» disse Morty.
«Avete anche un interessantissimo stemma» disse la regina. «Falci incrociate su una clessidra rampante in campo di sabbia. Ha provocato nel Collegio Reale dei discreti mal di testa.»
«Non che mi dispiaccia di essere un duca» disse Morty. «È l’essere sposato con una duchessa che mi fa rimanere scioccato.»
«Ti ci abituerai.»
«Spero di no.»
«Bene. E adesso, Ysabell» disse Keli, indurendo l’espressione «se ti dovrai muovere in circoli reali ci sono delle persone che devi assolutamente conoscere…»
Ysabell gettò a Morty uno sguardo di disperazione mentre veniva trascinata nella folla e sparì presto alla vista.
Morty si passò un dito all’interno del colletto, gettando un’occhiata a destra e a sinistra e poi fissò un’angolo ombreggiato da una felce più o meno alla estremità del buffet dove si sarebbe potuto godere qualche attimo di solitudine.
Dietro di lui il Maestro di Cerimonia si schiarì la gola. Il suo sguardo assunse un aspetto vitreo e distante.
«La Rapitrice di Anime» disse con la voce strana di uno le cui orecchie non riescono bene a sentire quello che la bocca sta dicendo. «Distruttrice degli Imperi, Ingoiatrice di Oceani, Ladra degli Anni, Estrema Realtà, Mietitrice dell’Umanità…»
«VA BENE, VA BENE. POSSO PRESENTARMI DA SOLA.»
Morty si immobilizzò con una coscia di tacchino freddo a mezza via per la sua bocca. Non si voltò. Non aveva bisogno di farlo. Non si poteva confondere quella voce, percepita più che udita, o il modo in cui l’aria si raffreddava e si scuriva. Il chiacchierio e la musica del ricevimento nuziale si abbassarono e si dissolsero.
«Non pensavamo che saresti venuta» disse lui a un vaso di felci.
«AL MATRIMONIO DI MIA FIGLIA? E POI, È STATA LA PRIMA VOLTA CHE MI È STATO RECAPITATO UN INVITO PER QUALCHE COSA. ERA BORDATO D’ORO E C’ERA TANTO DI VSI E TUTTO IL RESTO.»
«Già, ma visto che non eri presente alla cerimonia…»
«HO PENSATO CHE NON SAREBBE STATO PRECISAMENTE APPROPRIATO.»
«Be’, sì, suppongo di sì…»
«SE DEVO ESSERE SINCERA, PENSAVO CHE AVRESTI SPOSATO LA PRINCIPESSA.»
Morty arrossì. «Ne abbiamo parlato» disse. «Poi abbiamo pensato che soltanto perché ti è capitato di salvare una principessa, non dovresti imbarcarti in certe imprese.»
«MOLTO SAGGIO. ANCHE TROPPE GIOVANI DONNE CADONO NELLE BRACCIA DEL PRIMO GIOVANOTTO CHE LE SVEGLIA DOPO UN CENTINAIO D’ANNI DI SONNO, TANTO PER FARE UN ESEMPIO.»
«E, be’, abbiamo pensato, tutto sommato, be’, appena ho conosciuto meglio Ysabell, be’…»
«SÌ, SÌ, NE SONO CERTA. UNA DECISIONE ECCELLENTE. TUTTAVIA, HO DECISO DI NON IMMISCHIARMI MAI PIÙ NELLE QUESTIONI UMANE.»
«Davvero?»
«A PARTE CHE A LIVELLO UFFICIALE, OVVIAMENTE. LA COSA STAVA ANNEBBIANDO IL MIO METRO DI GIUDIZIO.»
Una mano scheletrica apparve al limite della vista di Morty e fece abilmente sparire un uovo ripieno. Morty si voltò di scatto.
«Che cosa è successo?» chiese. «Lo devo sapere! Un momento ci trovavamo nella Sala Lunga e quello successivo eravamo in un campo alle porte della città ed eravamo realmente noi! Voglio dire, la realtà era stata alterata per poterci accogliere! Chi lo ha fatto?»
«HO SCAMBIATO DUE CHIACCHIERE CON GLI DEI.» La Morte sembrava a disagio.
«Oh. Sei stata tu, non è vero?» disse Morty. La Morte evitò il suo sguardo.
«SÌ.»