Lena e Amur sono i nomi di due grandi fiumi siberiani. La tradizione vuole che a questi fiumi sia legata la fortuna criminale: vengono adorati come divinità, a cui fare offerte e chiedere aiuto nell’esercizio delle attività criminali. Sono ricordati in numerosi detti, fiabe, canzoni e poesie. Di un criminale fortunato si usa dire che «il suo destino viene portato sulla corrente di Lena».
Si è scelto di mantenere in tutto il libro la grafia «Nicolai», anziché la corretta traslitterazione dal russo «Nikolaj», poiché è questo il nome che l’autore usa quotidianamente e che compare anche nei suoi documenti italiani [N.d.R],
Coltello-baionetta usato per andare all’arrembaggio delle navi sui fiumi.
Cioè «lucidati»: cosi vengono chiamati gli stivali.
Maglia da marinaio a righe bianche e blu, con le maniche lunghe.
Nella lingua criminale significa «quello che punge», cioè il tatuatore.
I tatuaggi chiamati cosi non riproducono semi о ali: contengono varie immagini che rimandano alle informazioni personali, alle promesse, ai legami sentimentali del criminale.
Cosi vengono chiamati i membri di livello più basso di alcune caste criminali: il numero deriva dalla carta da gioco di minor valore presente in un mazzo.
Nome dispregiativo con cui vengono chiamati coloro che non rispettano le norme che regolano il comportamento tra criminali.