Chiunque abbia buon senso, ricorderà che le confusioni degli occhi sono di due sorte e derivano da due cause: o perché si proviene dalla luce o perché si è diretti nella luce, il che è valido tanto per l’occhio della mente quanto per quelli del corpo; e chi ricordi questo, quando vede qualcuno la cui visione sia perplessa e debole, non sarà troppo incline a ridere; per prima cosa domanderà se l’anima di quell’uomo sia emersa dalla vita più luminosa e non possa vedere perché non è assuefatta all’oscurità, oppure se, essendo passata dalle tenebre al giorno, sia abbacinata da un eccesso di luce. E riterrà l’uno felice nella sua condizione e nel suo stato e compassionerà l’altro; oppure, qualora si senta propenso a ridere dell’anima che emerge dal basso alla luce, questa sua ilarità sarà più giustificata della risata che accoglie colui il quale torna dall’alto fuori della luce e nella tana.
A mia madre e al ricordo di mio padre