13

— Credo che saremo al sicuro qui. Per un po’.

Fellonia l’aveva condotto per tunnel sempre più stretti che partivano dal cunicolo principale. C’era un mondo dietro a quelle pareti levigate; alla fine si trovarono in uno spazio cubico delineato da tubi e un labirinto di cavi. Entrambi dovettero piegarsi sotto il basso soffitto.

Quella fuga a quattro zampe lasciò Axxter senza fiato. Chinò il capo e notò che le sue mani erano coperte d’olio e cenere. La sua giacca puzzava di bruciato. — Che… che cos’è stato? Quell’esplosione? — Forse ogni cosa intorno a lui avrebbe potuto prendere fuoco e andare in cenere allo stesso modo.

Fellonia si sedette con la schiena appoggiata al muro e si abbracciò le ginocchia. Fece spallucce. — Niente di eccezionale. Ci sono dei cavi ad alta tensione che attraversano questo posto e l’isolamento li ha resi vecchi e poco sicuri. Tutto quello che si deve fare è collegarli tra loro e in questo modo si ottiene un bel casino… un mare di fumo e altra roba. L’ho fatto appunto per far saltare in aria quell’enorme massa e creare un buco abbastanza grande per trascinarti via.

Axxter grugnì i propri ringraziamenti. L’eco dell’esplosione gli rimbombava ancora nelle orecchie. Vivo… quello lo sorprendeva molto. Non aveva mai sentito di nessuno che avesse visto l’icona di morte di un megassassino e potesse ancora andare in giro a raccontarlo; perlomeno, mai quando l’icona era espressamente dedicata a lui.

— Credevo… che te ne fossi andata. A occuparti dei tuoi affari.

Fellonia si tolse un ciuffo di capelli dagli occhi. — Già, stavo per andarmene; conosco dei posti tranquilli qui in giro dove di solito lascio questo corpo, lo sai, in modo che non possa accadergli niente mentre sono altrove. E ho visto quella cosa muoversi di soppiatto qui intorno; di soppiatto, be’… per quanto di soppiatto possa muoversi un affare così grande. Ho pensato che stesse aspettando di capitarti addosso e distruggerti. Non c’era tempo per uscire di nuovo e avvertirti; e poi… ehi, insomma, non volevo che quel figlio di puttana mi vedesse e decidesse di farmi fuori.

— Credo di doverti ringraziare — Axxter si fregò la mano sui pantaloni, cercando di pulirsela. — Non sapevo che tu fossi così preoccupata per me.

— Non lo sono. Solo che non mi piace che uno stronzo grande e grosso come quello si aggiri nel mio territorio. Mi fa incazzare.

— Comunque, continuo a non capire — Axxter guardò verso la direzione da cui erano venuti. — Non avrebbe dovuto trovarsi qui. Non così presto, almeno; le mie informazioni dicevano che aveva attraversato la frontiera uno o due giorni fa. Quegli esseri non viaggiano così velocemente.

Un’altra scrollata di spalle. — Forse si sono sbagliati circa il momento in cui è arrivato sulla zona della sera.

Axxter scosse il capo. — Non può essere… ho avuto l’informazione direttamente dalla Chiedi Ricevi. Ho anche pagato un sacco di dollari per averla con cento per cento di affidabilità. Non possono sbagliarsi in cose simili. È il loro mestiere.

— Allora? Forse ti hanno mentito.

— Mentito? — Lui la fissò stupito. — Intendi dire che non mi hanno detto la verità?

— Già, in linea di massima questa è l’idea generale, quello che la parola significa.

Significava molto di più. Axxter si appoggiò al muro. Mi hanno mentito?… cioè si sono limitati a non dirmi la verità; l’agenzia informativa ha messo insieme qualcosa, un’informazione qualunque sul megassassino e la sua posizione, una bugia, e me l’ha comunicata al posto della verità?

— Se le cose stanno davvero così… — Aveva incominciato a parlare ad alta voce, perché quel pensiero era troppo atroce. — Se sono capaci di fare una cosa simile… questo potrebbe significare… qualsiasi cosa.

Fellonia lo guardò con disprezzo. — Perché diavolo ti agiti tanto? Ti hanno raccontato una balla… cosa c’è di tanto grave?

— Ma non capisci? — Si spostò in avanti appoggiando le mani a terra. — Significa che non ci si può fidare della Chiedi Ricevi! — Quest’idea lo sconvolgeva quanto l’aveva sconvolto il primo tramonto che aveva visto in vita sua. — Dovrebbero essere una fonte imparziale di informazioni; è questa la natura della loro esistenza. Devi poter credere a quello che ti dicono.

— Imparziali, eh? — La donna sogghignò. — Non sono stati molto imparziali questa volta, non è vero? Quello che ti hanno detto ti ha portato direttamente nelle braccia di quell’essere mostruoso.

Una volta accettata quella possibilità, bisognava andarci a fondo. La balla che gli aveva raccontato la Chiedi Ricevi era andata tutta a favore della Folla Devastante; l’aveva condotto dritto come un fuso davanti all’agente della loro implacabile vendetta. Il megassassino non doveva perdere tempo a cercarlo. Lui sarebbe finito tra le sue sgrinfie, guardandosi alle spalle per proteggersi da Sai e dagli altri abitanti dei Centri dei Morti. Tutto questo significava che la Chiedi Ricevi era stata corrotta dalla Folla Devastante. Se l’agenzia d’informazioni non era parziale, non lo era certo a favor suo, ma a favore degli altri. Di quelli che volevano farlo fuori.

— Allora sono fottuto. — Guardò Fellonia, comunicandole la conclusione delle sue riflessioni. — Sono già fottuto. Se non posso fidarmi di loro, non avrò mai nessuna informazione sicura. In realtà non ne ho mai avute. Nessuno le ha mai avute. Per quanto ne so adesso, la Chiedi Ricevi ha fornito alla gente un sacco di merda in tutti questi anni. Offrendo i poveri idioti come me su un vassoio d’argento alla Folla Devastante. Solo che nessuno se n’è mai accorto perché l’unico modo per scoprirlo — e cioè avere l’informazione dalla Chiedi Ricevi — è sporco fino all’osso.

Fellonia non sembrava affatto colpita. — E allora? Così impari a credere a tutto quello che ti dicono. Avresti dovuto cercare di scoprire le cose da solo, stabilire da solo quello che è vero e quello che non lo è.

— Su tutto il mondo? Qualsiasi cosa all’interno e all’esterno dell’edificio? È impossibile; nessuno ne sarebbe in grado. C’è troppa roba.

— Forse. Ma avresti almeno dovuto occuparti delle cose che ti riguardavano più da vicino.

Axxter aveva un tremendo buco allo stomaco. — Avevo fiducia in quello che mi dicevano…

Fellonia scosse il capo, pietosamente. — E per aver avuto fiducia, adesso potresti morire. Ecco come funzionano le cose.

Funzionavano così per tutti, comunque; Axxter non sapeva se questo potesse consolarlo o se fosse una considerazione ancora più agghiacciante. Se tutti nel Cilindro credevano alle informazioni corrotte della Chiedi Ricevi e le informazioni erano corrotte a vantaggio della Folla Devastante. … questo significava che la Folla era il vero sovrano del Cilindro, senza che nessuno ne fosse cosciente. O forse era sul punto di diventarlo; forse la corruzione dell’agenzia d’informazioni era un evento piuttosto recente e la Folla stava ancora piazzando le pedine sulla grande scacchiera, circondando la sua pericolosa rivale, l’Atroce Amalgama. Non importava: comunque fosse, la Folla Devastante era la forza più potente sul Cilindro. Avevano un collegamento diretto, tramite la Chiedi Ricevi, con il cervello di tutti. Con quella parte che si occupa dei fatti e delle cose reali. La Folla era riuscita a manipolare la realtà.

— Ehi, stai allegro! — Fellonia gli sorrise. — Almeno adesso stai un po’ meglio di quanto non stessi qualche minuto fa. Adesso sai esattamente che stavi per essere fottuto.

— Già, grandioso — Axxter fissò tristemente il muro. — Mi serve un casino. Non morirò ignorante, suppongo. — Quella rivelazione: c’erano ancora molti dettagli che gli ronzavano in testa. Per esempio, perché il megassassino aveva un’icona diversa da quella che aveva fatto lui su commissione del Generale Cripplemaker? È vero che avevano giurato col sangue di ucciderlo, ma l’impeto con cui lo stavano inseguendo e le forze che stavano impiegando erano davvero eccessivi, e soprattutto non era nel loro stile perdere l’occasione di beffeggiarlo mostrandogli la propria icona di morte. Far sì che il suo lavoro fosse l’ultima cosa che potesse vedere prima che braccia e gambe gli venissero staccate a una a una. Ogni cosa andava contro tutto quello che credeva di sapere sulla psicologia dei guerrieri: amavano quel tipo di ironia poco raffinata, ma molto appariscente.

— Smettila di pensare e vedi di fare qualcosa.

— Cosa? — Il mistero dell’icona scomparve di fronte alle questioni pratiche. — Per esempio? Sono bloccato qui, a milioni di miglia da dove vorrei essere… e da dove è nascosta l’informazione di cui ho bisogno. Ovviamente non posso più chiamare sperando di averla.

— Non è un grosso problema. Posso procurartela io.

Axxter chinò il capo di lato, studiando la ragazza. — Cosa intendi? Stai dicendo che puoi inserirti sulle linee protette della Chiedi Ricevi, nei loro archivi dall’accesso limitato e ottenere qualunque informazione tu voglia?

Fellonia lo guardò con gli occhi spalancati. — Naturalmente no… perché credi che li chiamino gli archivi di massima sicurezza? Proprio perché la gente non riesce a inserirsi. Altrimenti non sarebbero di massima sicurezza, esatto?

— Oh! — Axxter era deluso. — Pensavo che voi viaggiatori di circuiti foste in grado di fare questo genere di cose.

Fellonia sospirò, scuotendo il capo. — Che razza di cazzate hai sentito! È chiaro che non possiamo farlo. Alcuni idioti, come i guastatori, parlano come se ne fossero in grado. Ma sono solo chiacchiere. Possono solo inserirsi su linee aperte, non protette o su quelle linee che non usa nessuno o che sono di scarsissima importanza. Tutto il materiale prezioso, come quello degli archivi della Chiedi Ricevi, è ben protetto. Nessuno può accedervi senza permesso; chi dice il contrario racconta balle.

— Allora cosa volevi dire prima? Quando hai detto che avrei potuto avere l’informazione di cui ho bisogno?

— Mantieni la calma, d’accordo? Sto parlando di scendere più in basso e andare a procurarci un po’ di quel materiale. Questi piccoli sapientoni non possono andare dove non sono desiderati, però possono dar fastidio… interferenze sulla linea o chiamate false, roba simile. Così per tenerli lontani, da anni la Chiedi Ricevi accumula metri di registrazione di eventi reali che taglia, elimina e infine inserisce in un archivio il cui accesso è libero. Quello che propongono come programmi d’intrattenimento è una versione dei fatti rivista e corretta, ma molto avvincente, che cattura l’attenzione della gente. I viaggiatori di circuiti possono andare a rovistare nelle registrazioni scartate e tenersi tutti i pezzi che vogliono per incorporarli nei loro innocui giochi di guerra sulle linee. Adorano giocare alla guerra.

— Ma io che diavolo me ne faccio? Una massa di registrazioni usate per schermaglie di guerra?

La donna annuì saggiamente. — Dunque… ho dato personalmente una controllatina. Solo perché mi interessa la tua… situazione insolita. E mi sembra che la merda in cui ti trovi adesso sia nata dopo che sei arrivato in quel settore della zona del giorno dove era appena accaduto qualcosa di grave e violento. Se fossi in te, vorrei sapere esattamente cos’è successo sulla scena del delitto.

Egli scosse il capo. — Non potrebbe esserci la registrazione di quella scena negli scarti di pellicola. Non aveva niente a che fare con le tribù dei guerrieri, quindi non era stata prevista alcuna registrazione.

— Oh! — Fellonia sorrise. — Ne sei proprio sicuro?

— Non fare la misteriosa con me. Non adesso. Dimmi chiaro di cosa stai parlando.

— Ehi, come ti ho già detto, è arrivato il momento che tu scopra alcune cose per conto tuo.


La osservò mentre collegava una spina a una cavo scoperto e se ne fissava un’altra al dito.

— Adesso sto per… — Fellonia si succhiò la punta del dito e bagnò di saliva i collegamenti — …inserirmi io stessa nella linea per poi far entrare anche te. In questo modo, qualunque cosa ti stia cercando — come il Signor Grande-e-Brutto là fuori — non saprà che ti sei inserito nella linea e non potrà precipitarsi qui. Almeno non subito.

— Come farò a trovare quello che sto cercando? — Axxter stava cominciando ad avere crampi nelle gambe a furia di stare accoccolato per tanto tempo in uno spazio così piccolo.

— Si tratta semplicemente di un mucchio di registrazioni, non c’è alcun indice o altro. Devi solo risalire alla data in cui hai trovato quel posto e partire da lì — Fellonia collegò un paio di cavi. — Buona fortuna.


È un’impresa disperata. Una valanga di numeri si riversò davanti agli occhi di Axxter. Esaminò attentamente la lista di dati e infine ne individuò un gruppo preciso.

Il primo file che studiò era una collezione di filmati di una razzia; i partecipanti, un paio di bande da nulla, che non aveva mai nemmeno sentito nominare, sembravano più interessati a farsi smorfie, piuttosto che alla carneficina.

Aprì il secondo file. Si trattava dell’incursione al settore bruciato. Riconobbe subito l’affilato bordo metallico e il modo in cui l’esplosione l’aveva accartocciato. Un’occhiata alle coordinate di quel posto confermò la sua ipotesi.

Cristo… Axxter osservò la scena. Fumo e luce rossa fuoruscivano dall’apertura. Non dovrebbe trovarsi qui. Tutto questo materiale… Era una registrazione lunghissima, con inquadrature da diverse angolazioni; la fece andare avanti velocemente perché le urla che vi erano incise gli avevano fatto rizzare tutti i peli. Fermò l’immagine su una buona inquadratura dei saccheggiatori e zumò su di essi. Indossavano tutti un’uniforme nera senza alcuna insegna, che egli non riconobbe. Agivano con efficienza fredda e devastatrice invece che con la solita arroganza e le risa sguaiate dei guerrieri. Due megassassini, che torreggiavano sul resto della coorte, si trovavano nel mezzo della carneficina, procedendo con inevitabile ferocia.

Tornò all’inizio del file. Prima dell’esplosione, delle fiamme e del fumo: le uniformi nere si stavano radunando, controllando le armi e le attrezzature… sull’esterno dell’edificio. Axxter guardava quella scena sconvolto, mentre la telecamera si spostava, mostrando il confine dell’edificio illuminato dalla luce dell’alba che nasceva dietro le nuvole. A un cenno dell’ufficiale in comando, i guerrieri si gettarono verso l’entrata, ancora intatta e levigata. Dopo pochi secondi, vi fu l’esplosione che lacerò il metallo.

Venivano dall’esterno! Axxter fermò il nastro. Quello significava…

Andò alla fine del file. Erano tutti morti, tutti gli abitanti di quel settore orizzontale erano ridotti a cenere e carne bruciacchiata. E in lontananza si intravvedeva una barriere intatta che proteggeva le regioni centrali dell’edificio. Ben presto si occuparono anche di quella: un’altra esplosione, poi una squadra afferrò i lembi del metallo e lo piegò verso l’esterno.

In questo modo sembrava che i vandali provenissero dall’interno! Ecco cosa significava. Axxter fissò nel vuoto, riflettendo. Hanno organizzato tutto loro! Ma loro chi?

Studiò ancora il file. Trovò una buona inquadratura di uno dei due megassassini; per un attimo, tre telecamere erano state puntate su di lui. L’ultima lo inquadrava frontalmente. I pannelli del petto erano aperti e mostravano l’icona di morte. Teste mortali di cobra che vibravano in un cerchio. La stessa che si era trovata davanti, a meno di un metro di distanza, dentro al tunnel.

Bene, bene, bene. Una scoperta interessante. Axxter appoggiò il mento alle ginocchia, con le braccia intorno alle gambe. Ecco cos’hai trovato. La Folla Devastante andava in giro a spalancare i settori orizzontali, lasciando che gli abitanti dei Centri dei Morti si prendessero la colpa. Brutto affare… le tribù militari non avrebbero dovuto fare simili schifezze. Avrebbero dovuto vivere sul settore verticale, spaccandosi la testa a vicenda e lottando per avere il controllo del Cilindro e accaparrarsi tutti i vantaggi che il potere procura. Non avrebbero dovuto decimare gente indifesa che viveva sui livelli orizzontali proprio per restare al sicuro, lontano da ogni pericolo. Quelle erano le regole; chiunque le infrangesse giocava un gioco molto pesante, che non si fermava davanti a nulla. Compresa la corruzione della roccaforte da cui tutti dipendevano, l’apparentemente imparziale Chiedi Ricevi? Una volta infranta una regola, si potevano infrangere tutte.

Fece scorrere l’ultimo file. Dopo l’incursione sanguinosa, l’inquadratura tornò sulla superficie dell’edificio. Vicino all’apertura divelta c’era un angelo di gas, sospeso nell’aria con un sorriso incuriosito. Trasalì quando vide il suo viso familiare; una lingua di fuoco che veniva dall’arma di un guerriero la lanciò verso il cielo. E una risata risuonò sul nastro.

Un veicolo era parcheggiato sul muro in attesa di quegli uomini. Tranquilli e rilassati si tolsero le uniformi e si infilarono in abiti da riposo grigio-verdi. Axxter zumò sull’ufficiale di comando che dava le spalle alla telecamera. Su una toppa più grande era scritto RICOGNIZIONE. Sopra, circondate da un tramonto dorato, c’erano le parole ATROCE AMALGAMA.

Non può essere… Axxter fissò quell’immagine. No, sono della Folla Devastante; devono esserlo. Quell’icona di morte sul petto del megassassino che aveva visto sul filmato… se era la stessa di quello che lo stava inseguendo, ed era la Folla Devastante a volerlo morto, allora il megassassino che aveva quella icona di morte doveva appartenere alla Folla Devastante. Era l’unica cosa logica.

A meno che… un nuovo, agghiacciante pensiero gli attraversò la mente… a meno che anche l’Atroce Amalgama lo volesse morto. E fossero stati loro a inviare il megassassino per fare il lavoro.

Rifletti. Perché l’Atroce Amalgama voleva veder morto un povero grafico che non aveva fatto niente contro di loro? Forse per la stessa ragione per cui un guerriero aveva sparato a un angelo curioso impedendogli di ficcare il naso in qualcosa che volevano tenere segreto. Se avessero voluto far sapere a tutti che era l’Atroce Amalgama a compiere quelle stragi, non avrebbero indossato le uniformi nere. E se qualche grafico libero professionista fosse arrivato per caso sulla scena, mentre il metallo era ancora caldo, non si poteva sapere che tracce avrebbe potuto trovare e per conto di chi… sarebbe stato meglio eliminare anche lui. Probabilmente, l’Amalgama voleva ucciderlo ormai da un po’ di tempo, da quando aveva comunicato alla Chiedi Ricevi del ritrovamento di quel settore bruciato e loro avevano capito che qualcuno aveva visitato il luogo dell’incursione. Il fatto che lui avesse accettato la commissione e fosse andato all’accampamento della Folla Devastante erano gli unici motivi per cui era ancora in vita. Fino a quando non avevano sentito che si trovava nella zona della sera; allora avevano inviato quel bestione per ucciderlo e impedirgli di rivelare qualunque cosa avesse visto e che potesse essere fatta risalire all’Amalgama.

Naturalmente, nessuno l’avrebbe saputo; così, quando Brevis aveva sentito che un megassassino aveva attraversato la Fiera Equatoriale, aveva supposto fosse quello della Folla Devastante che stava cercando vendetta. I pensieri gli turbinavano in testa, troppo velocemente per fermarli. Allora non è la Folla Devastante che ha corrotto la Chiedi Ricevi; è stata l’Atroce Amalgama. Ecco come riescono a mantenere il potere…

Era troppo per capire ogni dettaglio. Ci avrebbe riflettuto ancora, se fosse vissuto abbastanza. Una volta che ebbe copiato tutti i file sul proprio archivio, interruppe il collegamento.

— Fellonia? — Axxter si guardò intorno in quel piccolo spazio. La donna non era più lì.

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