Capitolo quarto

Statisticamente si deve riconoscere che nessuna azione umana è senza conseguenze per l’uomo che agisce. Inoltre statisticamente si deve riconoscere che le conseguenze di una azione tendono con forte probabilità a seguire lo schema generale dell’azione. Una azione violenta, ad esempio, ha una forte probabilità di violente conseguenze e poiché almeno alcune delle conseguenze di un atto devono influire sull’uomo che agisce, una persona che agisce violentemente espone se stessa alla probabilità che conseguenze casuali che la riguardano, se sono sfavorevoli, lo siano in modo violento.

Fitzgerald,

Probabilità e condotta umana


Murgatroyd aveva ricevuto una iniezione del campione di sangue prelevato da Helen circa tre ore prima del tramonto. Ma una delle più valide qualità genetiche dei tormal era quella di reagire alla infezione batterica come l’uomo reagisce alla medicazione. Il medicamento sulla pelle di un essere umano raramente ha qualche effetto su tutto l’organismo. Uno fatto su una membrana mucosa penetra meglio. Un medicamento ingerito ha una efficacia ancora maggiore. Ma le sostanze iniettate nei tessuti o nel sistema sanguigno hanno la maggiore efficacia. Un centigrammo di qualsiasi droga somministrato con una iniezione avrà un effetto molto vicino a quello di un grammo preso oralmente. Agisce subito e non subisce alcuna modifica per colpa dei succhi gastrici.

Murgatroyd aveva ricevuto mezzo centimetro cubo del sangue della ragazza, con una iniezione nel punto del suo fianco in cui non sentiva dolore. Un mezzo centimetro cubo in cui era contenuta la causa sconosciuta della pestilenza di Maris III. Il suo effetto come iniezione era incomparabilmente più grande di quello della stessa sostanza infettiva diffusa sulla pelle o inghiottita. In ciascuno di questi due casi, comunque non avrebbe avuto alcun effetto perché i tormal erano immuni dai contagi ordinari. Proprio come avevano un dispositivo incorporato nel loro apparato digerente che provocava l’immediata repulsione di qualunque cibo non adatto, le loro cellule avevano la capacità naturale di produrre immediatamente anticorpi se la tossina di un organismo patogeno entrava in contatto con esse. Quindi i tormal erano immuni effettivamente da qualunque malattia trasmessa con i comuni metodi di infezione. Eppure se una cultura di batteri patogeni era iniettata nel loro sistema sanguigno ad esempio, il loro intero corpo si metteva a produrre anticorpi, perché era attaccato in blocco in una volta sola. Non c’era praticamente alcun periodo di incubazione.

Murgatroyd che aveva ricevuto la peste nel pomeriggio avanzato, stava reagendo violentemente alle sue tossine al tramonto. Ma due ore dopo il calare della notte si alzò e disse in tono stridulo, — Ciii, Ciii, Ciii! — Era stato immerso in un sopore profondo. Quando si svegliò c’era un piccolo fuoco nella radura attorno al quale i fuggitivi esausti ed emaciati si consultavano con Calhoun. Calhoun stava dicendo amaramente:

— Tutta questa faccenda è sbagliata! È auto-contradditoria e ciò significa che c’è un uomo o degli uomini che tentano di interferire con il modo in cui è stato fatto funzionare l’universo. Quei tipi in città non stanno combattendo la peste… stanno servendosene! Quando sono venuto in una Nave Medica avrebbero dovuto felicitarsi del mio aiuto. Invece hanno tentato di uccidermi perché non potessi svolgere la funzione per la quale sono stato destinato. Stanno andando. contro il modo in cui funziona l’universo. Da quel che mi dice Helen, sono atterrati con lo scopo di aiutare la peste a far fuori gli abitanti del pianeta. Hanno incominciato il macello immediatamente. Per questo voi siete fuggiti.

Le persone stanche e indebolite ascoltavano quasi intontite.

— Gli invasori, ed è questo quel che sono, — disse Calhoun rabbiosamente, — devono essere immuni e devono saperlo, altrimenti non avrebbero rischiato il contagio inseguendovi per assassinarvi. La città è infetta e loro non si preoccupano. Voi state morendo e loro cercano di affrettare la vostra morte. Io arrivo, e posso essere utile, e loro cercano di uccidermi. Devono sapere che c’è la peste e conoscerne gli effetti, perché l’unica cosa che non gli va è che la peste uccida troppo adagio. E questo è fuori del corso ordinario della natura. Non è una condotta umana intelligente.

Murgatroyd si guardò in giro. Si era appena svegliato e l’aspetto dei dintorni era cambiato interamente mentre dormiva.

— Una pestilenza non è piacevole, ma è naturale. Questa pestilenza non è né piacevole, né naturale. C’è una interferenza umana nel corso normale degli avvenimenti… certamente il modo come vanno le cose non è normale. Non sono affatto sicuro che qualcuno non abbia diretto questa faccenda fin dall’inizio. Questa è la ragione per cui ho colpito quell’uomo con la balestra invece di sparargli. Volevo solo ferirlo, in modo da farlo rispondere a qualche domanda, ma la balestra non è un’arma precisa e mi è accaduto di ucciderlo. Non c’erano molte informazioni tra le cose che aveva in tasca. Il solo oggetto significativo era una chiave d’auto, il che significa solo che c’è un’auto che lo aspetta al ritorno dalla caccia che vi stava dando.

L’uomo magro disse cupamente:

— Non è venuto da Dettra, che è il nostro pianeta. Le mode sono diverse sui diversi pianeti e lui indossa una uniforme che noi non abbiamo. I suoi abiti usano chiusure che noi non usiamo. Viene sicuramente da un altro sistema solare.

Murgatroyd vide Calhoun e corse verso di lui. Abbracciò con entusiasmo le gambe di Calhoun. Chiacchierò in toni striduli del suo s ollie vo nel trovare l’uomo che conosceva. Le vittime scheletriche della pestilenza lo fissarono.

— Questo, — disse Calhoun con infinito s ollie vo, — è Murgatroyd. È stato contagiato ed è guarito. Così adesso vi faremo guarire. Vorrei che avessimo un po’ più di luce.

Contò i respiri di Murgatroyd e gli auscultò il cuore. Murgatroyd era in quello stato di chiassosa ottima salute che è tipica in ogni animale inferiore ben curato ma che equivale al genio in un tormal. Calhoun lo osservò con profonda soddisfazione.

— Benissimo, — disse, — vieni con me.

Strappò un tizzone di roba resinosa accesa dal fuoco, lo diede all’uomo magro e fece strada agli altri. Murgatroyd andò lemme lemme dietro di lui con compiacenza. Calhoun si fermò accanto a uno dei ripari non occupati e tirò fuori il suo laboratorio. Si chinò su Murgatroyd. Quel che gli fece, non faceva male. Quando si alzò, guardò in tralice il fluido rosso nello strumento che aveva usato.

— Circa venti centimetri cubi, — osservò. — Questa è una operazione di emergenza che sto facendo. Ma direi che c’è un’emergenza.

Il giovane magro disse:

— Direi che anche tu sei spacciato. Il periodo di incubazione sembra essere di sei giorni. Ci mise quel tempo a svilupparsi tra i dottori che avevamo con noi.

Calhoun aperse un compartimento dell’equipaggiamento, le cui minuscole provette e pipette brillavano alla luce della torcia. Con aria assorta trasferì il fluido rossastro in un cilindro filtrante in miniatura forando un coperchio di plastica autosigillante e disse:

— Tu sei un quasi medico, naturalmente. Il modo come parli…

— Ero un interno, — disse Kim. — Adesso sono un quasi cadavere.

— Ne dubito, — disse Calhoun. — Ma mi piacerebbe avere dell’acqua distillata… Questo è anticoagulante. — Aggiunse una porzione di goccia al fluido sigillato, rosato. Scosse il filtro per agitare il liquido. Lo strumento era appena più grande del suo pollice. — Ora un agglutinante… — Aggiunse una seconda sostanza tratta da una fiala quasi microscopica. Scosse il filtro ancora. — Puoi immaginare che cosa sto facendo. Con un laboratorio decente avrei determinato la struttura e la formula dell’anticorpo che Murgatroyd ha così cortesemente fornito. Ci saremmo messi al lavoro per sintetizzarlo e in venti ore lo avremmo visto fluire in quantità dalle beute di reazione. Ma non abbiamo un laboratorio.

— C’è un laboratorio in città, — disse il giovane magro con aria sconsolata. — Era per i coloni che dovevano giungere. E noi avevamo personale sufficiente per dare loro assistenza medica. Quando venne la pestilenza, i nostri dottori fecero tutto l’immaginabile. Non soltanto provarono le solite culture, ma fecero culture con campioni di tutti i tessuti dei morti separatamente. Non trovarono mai un solo organismo, anche con il microscopio elettronico, che producesse la pestilenza, — disse con una specie di stanchezza orgogliosa. — Quelli che erano stati contagiati lavorarono fin che ebbero la peste e altri li sostituirono. Ognuno lavorò fin che fu in grado di far funzionare il cervello.

Calhoun sbirciò nel tubo di vetro del filtro alla luce della torcia scoppiettante.

— Quasi agglutinato, — disse. Poi aggiunse, — Sospetto che sia stato fatto un bel lavoro di laboratorio da qualche parte per dare agli invasori tanta fiducia nell’immunità a questa pestilenza. Sono atterrati e immediatamente si sono messi al lavoro per ripulire la città, per completare il lavoro che la pestilenza non aveva ancora finito. Sospetto che ci sia stato un bel lavoro di laboratorio per rendere impossibile scoprire il meccanismo della peste. Non mi piacciono le cose che sono costretto a sospettare.

Esaminò ancora il filtro di vetro.

— Qualcuno, — disse freddamente, — ha ritenuto che il mio arrivo sarebbe stato per lui una circostanza sfavorevole oltre che per quel che voleva accadesse. Penso che lo sia. Ha tentato di uccidermi. Non c’è riuscito. Temo di considerare la sua esistenza una circostanza sfavorevole. — Fece una pausa, poi disse con tono moderato, — cooperare con una pestilenza è un problema tecnico; necessita di tante informazioni quante ce ne vogliono per combatterla. La cooperazione non potrebbe essere data a distanza, come non si può combatterla a distanza. Se gli invasori fossero venuti a combattere la peste avrebbero inviato per farlo i loro medici migliori. Se sono venuti per aiutarla avrebbero inviato dei macellai ma avrebbero anche inviato il miglior uomo che avevano per essere sicuri che niente andasse storto con la pestilenza. È logico che l’uomo più adatto ad essere direttore delle operazioni del progetto di sterminio, deve essere lo stesso che ha prodotto la pestilenza. — Fece ancora una pausa, poi disse gelidamente, — non sono un giudice per decidere della colpa, dell’innocenza o del destino di chiunque, ma come uomo del Servizio Medico ho l’autorità di prendere misure contro i rischi sanitari.

Incominciò a premere il pistoncino del filtro, osservandolo alla luce oscillante della torcia. Il pistoncino faceva da filtro e da una parte incominciò ad apparire molto lentamente un liquido chiaro e mobile.

— Tanto per esserne sicuro: hai detto che c’era un laboratorio in città e che i dottori non hanno trovato nulla.

— Nulla, — annuì sconsolatamente Kim. — C’era stato un completo esame batteriologico del pianeta. Non apparve niente di nuovo. La flora orale e intestinale di tutti era normale. Naturalmente nessun germe alieno sarebbe stato in grado di competere con i tipi di germi con i quali noi esseri umani abbiamo vissuto per migliaia di anni. Quindi non c’era niente di sconosciuto in ogni cultura ricavata da ciascun paziente.

— Avrebbe potuto esserci una mutazione, — disse Calhoun. Osservò il siero chiaro che aumentava. — Ma se i vostri dottori non sono riusciti a trasmettere l’infezione…

— Ma ci sono riusciti! — disse amaramente Kim. — Una massiccia dose di germi la trasmetteva, per respirazione, ingestione o contatto sulla pelle. La peste si poteva trasmettere agli animali da esperimento. Ma non si poté rintracciare alcun organismo che ne fosse responsabile. Nessuna cultura pura poteva trasmetterla!

Calhoun continuò a guardare il fluido chiaro che passava nella parte posteriore del filtro. Alla fine c’erano poco più di dodici centimetri cubi di siero da una parte e un blocco quasi solido di cellule ematiche agglutinate dall’altra. Estrasse il fluido trasparente con precisione assoluta. — Lavoriamo in condizioni tutt’altro che asettiche, — disse seccamente, — ma dobbiamo correre il rischio. Comunque m’è venuta un’idea. Un meccanismo patogeno che non è un singolo germe identificabile, non è una cosa naturale. Puzza troppo di laboratorio, proprio come gli assassini in divisa che sono immuni dal contagio. La cosa è stata deliberatamente fatta per confondere i dottori che tentassero di combattere la peste.

— È riuscita, — approvò Kim amaramente.

— Quindi, — disse Calhoun, — una cultura pura forse non produceva la peste. Forse l’apparato produttore del disastro non c’è quando voi producete una cultura pura. C’è anche motivo di sospettare qualcosa di specifico. Murgatroyd ha avuto una relazione molto violenta. Mi risulta un solo caso precedente in cui un tormal abbia reagito come Murgatroyd a una iniezione. Quel caso ci fece sudare freddo.

— Se io dovessi vivere, — disse cupamente Kim, — ti chiederei di che cosa si trattava.

— Poiché vivrai, — gli disse Calhoun, — te lo dirò. Erano un paio di organismi. Separatamente erano assolutamente innocui. Insieme, le loro tossine si combinavano diventando puro veleno. Si trattava di sinergia. Erano un paio sinergico che, insieme, diventava alto esplosivo. Fu un lavoro del diavolo scoprirlo!

Riattraversò la radura. Murgatroyd saltellò dietro di lui, grattandosi il punto invisibile sul fianco.

— Tu sei la prima, — disse Calhoun a Helen Jons. — Questo è un siero d’anticorpi. Forse ti darà un po’ di prurito, dopo, ma ne dubito. Il braccio, per favore.

Lei denudò il braccio pietosamente sottile e Calhoun le iniettò praticamente un centimetro cubo del fluido che, oltre a corpuscoli del sangue e una quarantina di altre sostanze essenziali, fino a poco prima stava circolando nel sangue di Murgatroyd. I corpuscoli del sangue erano stati agglutinati, rimossi dal filtro e da una sostanza specifica e l’anticoagulante aveva nettamente modificato la maggior parte delle altre. In pochi minuti il laboratorio portatile, aveva preparato un siero utilizzabile uguale a quello che avrebbe prodotto qualunque tecnica che impiegasse gli animali. Logicamente gli anticorpi che conteneva dovevano essere isolati e si doveva determinare la loro struttura chimica. Avrebbero dovuto essere sintetizzati e il complesso anticorpo sintetico avrebbe dovuto essere somministrato alle vittime della pestilenza. Ma Calhoun aveva di fronte un gruppo di persone condannate a morte. Poteva soltanto usare il suo minuscolo laboratorio per produrre a loro vantaggio un miracolo su scala ridotta. Non poteva compiere un lavoro di produzione di massa.

— Il prossimo, — disse Calhoun. — Kim, digli di che cosa si tratta.

Il giovane magro si denudò il braccio. — Se quel che dice avviene, questo ci guarirà. Se non avviene, niente può farci un male peggiore.

Calhoun velocemente fece loro, l’uno dopo l’altro, le iniezioni che dovevano essere un siero curativo per una infezione sconosciuta che egli sospettava non fosse prodotta da un singolo germe ma da cooperazione di germi. Sinergia significa agire insieme. Il carbone di legna brucia tranquillamente. L’aria liquida non brucia affatto. Ma i due insieme costituiscono un violento esplosivo. Il semplice sulfamidico non è inebriante. Un bicchiere di vino non è inebriante. Metteteli insieme e avete la forza della dinamite. La sinergia in medicina è un processo per cui quando una sostanza con un effetto è somministrata in combinazione con un’altra sostanza con un altro effetto, le due insieme provocano conseguenze quadruplicate, quintuplicate o decuplicate di una terza sostanza.

— Penso, — disse Calhoun, quando ebbe finito, — che per domattina vi sentirete meglio… forse sarete completamente guariti dalla peste e soltanto deboli per la vostra mancanza di volontà di mangiare. Se le cose andranno così, vi consiglio di allontanarvi dalla città il più possibile per un buon periodo di tempo. Penso che questo pianeta stia per essere ripopolato. Sospetto che navi cariche di coloni stiano viaggiando verso di noi in questo momento, non da Dettra, che ha costruito la città, e penso che, guariti o no, sareste nei guai se doveste incontrare i nuovi coloni.

Lo guardarono con aria stanca. Erano un gruppo di gente ben strana. Ognuno di loro sembrava mezzo morto di fame, eppure i loro occhi non avevano la lucentezza della sofferenza.

Rimasero in silenzio.

— Se la pestilenza è un crimine voluto, — aggiunse Calhoun, — voi ne siete i testimoni. Bisogna farvi sparire prima che i coloni da chissà dove, invece che da Dettra, giungano qui.

L’uomo con la barba nera ringhiò:

— Mostruoso! Mostruoso!

— D’accordo, — disse Calhoun. — Ma non esiste un governo interstellare ora, come non c’era un governo planetario nei tempi antichi della Terra. Quindi se qualcuno pirateggia una colonia pronta per essere occupata, non c’è alcuna autorità in grado di scacciarlo. Il solo mezzo sarebbe la guerra. E nessuno ha voglia di iniziare una guerra interplanetaria, non con le bombe che si possono lanciare! Se gli invasori possono far atterrare una popolazione qui, possono tenercela. È pirateria, ma nessuno è in grado di fare qualcosa contro i pirati. — Fece una pausa e disse con ironia: — Naturalmente potrebbero essere persuasi che hanno agito male.

Ma non c’era nemmeno da pensarci. Nel computo delle probabilità della condotta umana, l’interesse egoistico è un fattore di alto valore. I bambini e i barbari hanno idee chiare della giustizia che è loro dovuta, ma nessuna idea della giustizia che si richiede loro. E benché le colonie umane si estendessero verso il bordo della galassia, c’era ancora una gran parte di ciascuna popolazione che era civile solo in quanto sapeva usare gli strumenti. La maggior parte della gente restava ancora confortevolmente barbara o infantile per quanto riguardava la sua vita emotiva. Era un fatto di cui si doveva tenere conto nella professione di Calhoun. Aveva un peso notevole nelle questioni di contagio, di salute e della vita stessa.

— Dovrete nascondervi. Forse permanentemente, disse loro. — In parte dipende da quel che accadrà a me; comunque io devo andare in città. Laggiù c’è un problema sanitario molto serio.

Kim disse con ironia:

— In città? Tutti sono sani laggiù! Sono così sani che vengono fuori a darci la caccia per sport!

— Considerando che la città è infetta, la loro immunità è un problema sanitario, — disse Calhoun. — Ma oltre a questo, sembra che la causa originaria della pestilenza sia là, dopo tutto. Direi che l’inventore di questa pestilenza è il direttore tecnico dell’operazione di sterminio che si sta svolgendo su questo pianeta. Immagino che si trovi nell’astronave che ha portato qui i macellai invasori. Sono pronto a scommettere che a bordo ha un perfetto laboratorio.

Kim lo fissò. Apriva e chiudeva le mani meccanicamente.

— E direi che dovrebbe essere inutile combattere questa pestilenza prima di aver sistemato quell’uomo e il suo laboratorio, — disse Calhoun. — Voi gente siete probabilmente a posto. Penso che vi sveglierete sentendovi meglio. Potete ritornare sani. Ma se la pestilenza è artificiale, se è stata sviluppata per rendere un pianeta coloniale inutile alla gente che l’ha preparato, ma utile a chi desidera impadronirsene…

— Che cosa?

— Può essere la miglior pestilenza escogitata per l’occasione, ma puoi essere sicuro che non è la sola. Per essere sicuro di avere i germi più tossici, devono essere state sviluppate dozzine di mascheramenti diversi, nel caso che qualcuno indovinasse lo scherzetto della sinergia, come ho fatto io, e potesse fare qualcosa contro la prima forma di pestilenza impiegata. Ci devono essere una seconda e una terza e una quarta pestilenza a disposizione. Capisci?

Kim annuì, senza parole.

— Una situazione del genere è un vero rischio sanitario, — disse Calhoun. — Come membro del Servizio Medico, devo occuparmene. È molto più importante che non la vostra vita, la mia o quella di Murgatroyd. Quindi devo andare in città a fare quello che si deve fare. Nel frattempo, sarebbe meglio che voi riposaste. Date agli anticorpi di Murgatroyd il tempo di fare il loro lavoro.

Kim cominciò ad allontanarsi. Poi disse:

— Sei stato esposto al contagio. Ti sei protetto?

— Fammi un’iniezione di un quarto di centimetro cubo. Dovrebbe bastare.

Diede la siringa al giovane magro e notò la destrezza con cui Kim la maneggiò. Poi aiutò i sopravissuti del gruppo originario (ora ce n’erano sei) a sdraiarsi sui letti di foglie sotto i ripari. Erano molto quieti, molto più quieti di quanto dipendesse dalla loro malattia. Erano molto educati. Il vecchio e la donna che erano giunti insieme a fatica nella radura compirono uno sforzo speciale per dare la buona notte a Calhoun con la cortesia tradizionale della gente di città.

Calhoun si sistemò per fare la guardia durante la notte. Murgatroyd, si accucciò fiduciosamente accanto a lui. Tutto era silenzio.

Ma non un silenzio completo. La notte di Maris III era piena di lievi rumori, ed alcuni non erano tanto deboli. C’erano squittii che sembravano venire da tutte le direzioni, persino da sopra. C’erano cinguettii che erano decisamente a livello del suolo. C’era un suono simile a un grugnito forzato in direzione delle colline. Nelle pianure si udiva un rombo che si muoveva lentamente da un posto all’altro. Dal suo ritmo di spostamento Calhoun immaginò che una mandria di animali stesse compiendo un viaggio notturno, emettendo rumori da basso profondo mentre viaggiava.

Discusse tra sé certe spiacevoli probabilità. L’uomo che aveva ucciso aveva le chiavi di un’auto in tasca. Probabilmente era venuto con un veicolo a motore. Poteva aver avuto un compagno e il metodo di dare la caccia ai fuggitivi, riuscito in questo caso, era probabilmente ben stabilito. Quel compagno avrebbe potuto venire a cercarlo, quindi era necessario fare la guardia.

Nel frattempo, c’era la pestilenza. L ’idea della sinergia era ancora la più plausibile. Supponete di combinare le tossine, i prodotti metabolici velenosi di due separate specie di batteri per diminuire la capacità che ha il sangue di trasportare l’ossigeno e drenare l’anidride carbonica. Sarebbe stato estremamente difficile identificare questa coppia e i sintomi sarebbero stati spiegati. Nessuna cultura pura di qualunque organismo fosse stato trovato avrebbe prodotto la peste. Ciascuno, per conto suo, sarebbe stato inoffensivo. Solo una combinazione dei due sarebbe stata dannosa. E se si presumeva tanto e il sangue perdeva la sua capacità di trasportare ossigeno, il primo di tutti i sintomi sarebbe stato la svogliatezza mentale. Il cervello richiede un alto livello di ossigeno nel sangue per poter lavorare perfettamente. Fate mancare gradualmente e lentamente l’ossigeno al cervello di un uomo e ne seguiranno tutti i noti effetti. I suoi altri organi rallenteranno, ma a ritmo meno veloce. Non si ricorderà di mangiare. Il suo sangue continuerà a digerire il cibo e a bruciare il proprio grasso, anche se in modo sempre più lento, mentre il suo cervello funzionerà in modo sempre più confuso. L’uomo diventerà soltanto semicosciente e poi sopraggiungerà il momento del coma quando lo prenderà l’incoscienza e il corpo vivrà solo come una macchina in folle, finché resterà senza combustibile e morirà.

Calhoun tentò in fretta di calcolare una combinazione sinergica che potesse fare cessare al sangue dell’uomo di compiere il suo lavoro; forse soltanto minime dosi del duplice veleno erano sufficienti. Poteva funzionare come una antivitamina o un antienzima oppure…

Comunque gli invasori della città erano immuni. Era possibile che gli stessi anticorpi che aveva prodotto Murgatroyd fossero responsabili della loro immunità. In qualche posto qualcuno aveva usato la scienza della medicina per commettere un crimine mostruoso. Ma la medicina era pur sempre una scienza. Era pur sempre un corpo di conoscenze di leggi naturali. E le leggi naturali sono consistenti e operano insieme verso quello scopo per cui l’universo è stato fatto.

Udì un movimento al di là della radura. Mise mano al fulminatore. Poi vide di chi si trattava. Era Kim Walpole, intollerabilmente stanco che si trascinava con infinito sforzo dove si trovava Helen Jons. Calhoun lo sentì chiedere pesantemente, — Va tutto bene?

— Sì, Kim, — disse piano la ragazza. — Non riuscivo a dormire. Mi sto chiedendo se possiamo sperare.

Kim non rispose.

— Se vivremo… — disse la ragazza con ardore. Si fermò.

Calhoun sentì che avrebbe dovuto mettersi le dita nelle orecchie. La conversazione era del tutto privata. Ma lui aveva bisogno di stare in guardia, quindi tossì, per fare capire che sentiva. Kim si rivolse a lui:

— Calhoun?

— Sì, — disse Calhoun. — Se volete parlare, fatelo sottovoce. Devo stare in guardia nel caso che l’uomo che ho ucciso avesse un compagno che potrebbe venire a cercarlo. Una domanda però. Se la pestilenza è artificiale, deve aver avuto inizio. È atterrata qui due settimane fa o qualche mese prima una nave, prima che i vostri operai cominciassero a sentirsi male?

— Non è atterrata alcuna nave, — disse Kim. — No.

Calhoun aggrottò la fronte. Il suo ragionamento sembrava perfetto. La pestilenza doveva essere stata portata lì da qualche parte.

— Deve esserci stata. Qualunque tipo di nave! — insistette. — Proveniente da una qualsiasi zona!

— Nessuna, — ripeté Kim. — Non abbiamo avuto alcuna comunicazione da fuori del pianeta per tre mesi prima che apparisse la pestilenza. Non ci sono state qui altre navi, a parte quelle di Dettra, con rifornimenti, operai e cose del genere.

Calhoun si accigliò. Era impossibile. Poi la voce di Helen risuonò debolmente. Kim diede un mormorio di risposta. Poi disse:

— Helen si ricorda che c’è stato un bizzarro colpo di tuono una notte, non molto tempo prima che la pestilenza avesse inizio. Non è sicura che abbia un significato ma nel pieno della notte, con tutte le stelle che brillavano, il tuono si spostò avanti e indietro nel cielo della città. Fu una settimana o due prima della pestilenza. Svegliò tutti. Poi rotolò via all’orizzonte e oltre. I meteorologi non seppero dare una spiegazione.

Calhoun considerò la cosa. Murgatroyd si rannicchiò ancora più vicino a lui. Improvvisamente fece schioccare le dita.

— Ecco! — disse selvaggiamente. — Ecco il trucco! Non ho tutte le risposte, ma conosco delle belle domande da fare ora. E so anche a chi farle.

Si mise comodo. Murgatroyd dormiva. C’era il mormorio più debole possibile dove Kim Walpole e la ragazza parlavano con ansia della possibilità che ci fosse una speranza.

Calhoun contemplò il problema che doveva risolvere. C’erano pochi, pochissimi sopravvissuti delle persone che erano state nella città. C’era un intero carico di assassini, di macellai! che era sbarcato per fare in modo che fossero distrutti fino all’ultimo. Indubbiamente nella spedizione degli invasori c’era in microbiologo espertissimo e probabilmente molto brillante. Ce n’era bisogno, per assicurarsi del successo della pestilenza e per verificare l’assoluta immunità dei macellai, in modo che gli altri coloni potessero sostituirli e sfruttare il pianeta. Non ci poteva essere alcun pericolo di contagio per le persone non provenienti da Dettra che erano destinate a colonizzare quel pianeta. Ci sarebbe stata una supervisione altamente competente del furto di quel mondo, una cosa quasi impensabile, mostruosa.

— La pestilenza probabilmente è provocata da una coppia di virus, — brontolò Calhoun, — introdotti e sparsi da una nave dotata di razzi e ali. Avrebbe dovuto avere le ali perché non intendeva atterrare ma voleva passare avanti e indietro sulla città. Deve aver lasciato cadere dozzine di pallottoline gelate della doppia cultura di virus e queste sono cadute al suolo sgelandosi ed evaporando mentre precipitavano ed hanno fluttuato sulla città come un manto di invisibile contagio che ha ricoperto tutto. Poi la nave se ne è andata oltre l’orizzonte e quindi nello spazio con i suoi razzi, passando poi in superpropulsione per tornare sul suo pianeta ad aspettare…

Calhoun sentì una gelida rabbia, più selvaggia di qualunque furia possibile. Con quella tecnica una confederazione di esseri umani assolutamente senza pietà poteva diventare parassita di altri mondi. Poteva impadronirsi di qualunque mondo distruggendo la sua gente e nessun altro popolo avrebbe potuto fare una protesta efficace, poiché il mondo così rubato sarebbe servito soltanto agli assassini che lo avevano conquistato. Quella faccenda di Maris III poteva essere soltanto la prova di una nuova crudeltà. Il pianeta assassino poteva spargere la sua rivoltante cultura come un cancro in tutta la galassia.

Ma questo implicava due altre cose, oltre a una tecnica di conquista per mezzo dell’assassinio con pestilenze artificiali. Una era ciò che sarebbe accaduto alla gente, i cittadini comuni, di una civilizzazione che si espandeva e sussisteva con questi metodi. Non sarebbe stato un bene per quella gente. Nel complesso sarebbero stati peggio di quelli che morivano.

E l’altra?

— Possono fare una prova pratica del loro sistema, — disse Calhoun molto freddamente, — colpendo il Servizio Medico solo in una persona, me, e distruggere una piccola Nave Medica. Ma non possono adottare questo sistema su scala più grande senza distruggere in precedenza tutto il Servizio Medico. Questa faccenda incomincia decisamente a dispiacermi!

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