18

Tutti lo fissavano. Sentiva i loro sguardi severi e interrogativi, ma vedeva soltanto che con ogni sillaba di quell’incredibile asserzione gli occhi di Phyllis si erano sbarrati sempre più. Anche mentre cercava di parlare, di protestare in qualche modo, capiva che in fondo non ne valeva la pena. Phyllis sapeva quel che faceva, lo aveva sempre saputo, e se lui non capiva, pazienza. Il quadro cominciava a essergli chiaro, il magnifico quadro nella magnifica cornice.

Intanto Gorden ricominciava a far flettere i muscoli e gridava: — Che cosa state cercando di dire? Che cos’è questa storia di un matrimonio?

— Non lo so — fece Casey. — Credevo di saperlo, ma adesso non ne sono più sicuro.

Phyllis osservò: — Non esiste una clausola legale secondo cui la moglie non può testimoniare contro il marito? Può darsi che stia pensando a quello.

— Esiste anche una legge sui rapimenti. — Casey sorrideva ironico. — Chissà come funzionerebbe applicata al rovescio?

Non era possibile mentire a quel modo, volutamente, senza il minimo cenno d’incertezza. Teneva gli occhi fissi su Phyllis in attesa che si tradisse, ma la signora Brunner si alzò dalla poltrona accanto al camino e s’interpose fra loro dicendo con calma: — Abbiate la cortesia di finire il vostro discorso, signor Morrow.

— Ho già finito.

— Avete insinuato di aver sposato mia figlia.

— No… l’ha insinuato lei. So soltanto quello che mi ha raccontato visto che al momento ero leggermente sbronzo.

— Quale momento? — volle sapere Gorden. — Dove e quando sarebbe stato celebrato questo supposto matrimonio? Dovrebbe essere abbastanza facile controllare.

Già, doveva essere facile. Strano che non gli fosse mai venuto in mente da quel pomeriggio piovoso in casa di Maggie, quando Phyllis gliene aveva dato l’annuncio. Il racconto di lei era pieno di falle chilometriche. Aveva detto che si erano sposati nell’Indiana, chissà in che punto, e non aveva neppure mostrato la licenza; non aveva mai posseduto l’anello matrimoniale. Casey non le aveva tuttavia rivolto alcuna domanda, troppo indaffarato a seguire le piste dell’uccisore di Brunner: altra idea di Phyllis, anche quella. Lo aveva minacciato in presenza di Maggie e ora stava mettendo in atto la minaccia. Infatti si ostinava a dire: — È falso, non so niente di un matrimonio, non so di che cosa stia parlando.

— Secondo me, è una questione che riguarda la polizia — insistette Gorden.

— Per una volta vi do ragione — approvò Casey.

Nessuno se l’aspettava, lo tradì lo stupore sul viso di Lance. Vedendo che si era fatto esitante, Casey reagì come se si fosse trovato davanti a un semaforo che dava via libera e fu pronto ad aggiungere: — Perché non invitiamo qualcun altro a questa festicciola? Per esempio il vostro amico Vanno, che non stava troppo bene quando l’ho lasciato un paio d’ore fa. Vi ricordate di lui, non è vero? Quel socio che mi avete messo alle calcagna armato di sfollagente.

Una vampata di rossore affluì al viso di Gorden fino alla radice dei suoi capelli biondi, mentre lanciava un’occhiata ansiosa alla signora Brunner, ma lei non aprì bocca. Pareva aspettare.

Tanto per sottolineare, Casey riprese: — Vanno e anche Carter Groot, se riuscissimo a trovarlo.

— Tu gli hai già parlato! — urlò Gorden rivolto alla signora Brunner. — Che cosa gli hai detto?

— Non parlarmi su questo tono — fu la gelida risposta.

— Mente. Phyllis dice che mente. È un volgare rapitore…

— A proposito — intervenne Casey — mi sono venuti in mente altri possibili invitati. Non sono pochi e per lo più erano tutti presenti a un’altra festicciola, offerta da Phyllis e da me sabato sera. Dubito molto che riuscirete a convincerli che la tenevo prigioniera. Sai, Phyllis, uno degli ospiti non invitati era un tenente della polizia che ha fama di essere piuttosto scettico. Peccato che non abbia avuto il tempo di presentartelo.

Ora si cominciava a vedere. Aveva paura, e Casey ne provò un gran piacere. Impaurita e silenziosa, le labbra leggermente socchiuse, gli occhi sbarrati. Valeva la pena aver fatto tutto quel viaggio per godersi un momento simile.

Concluse: — Non credo che siate ancora dell’idea di chiamare la polizia, ma se insistete, io ci sto.

Buffo come si possa fuggire da una cosa per tanto tempo, creandone una montagna nella mente, montagna che al momento della resa dei conti assume proporzioni del tutto normali. Eccoli qua, finalmente riuniti: Phyllis in preda al terrore, Lance pallido per la paura e Casey Morrow tranquillo e serafico. No, non proprio serafico; non ingannava se stesso su questo punto. Ogniqualvolta guardava Phyllis provava ancora un senso di vuoto allo stomaco, eppure non gli riusciva di distogliere gli occhi da lei. Ma se non altro aveva per alleata la collera e un discreto numero di informazioni qua e là, per apparire minaccioso. Così almeno sembrava pensare Gorden.

— Che cosa volete, in fin dei conti? — gridò infatti l’avvocato.

Casey lo capì proprio allora. — Esattamente quello che volete voi — rispose. — Tutto ciò su cui potrò mettere le mani.

— Signor Morrow… — Si era quasi dimenticato la signora Brunner, che aveva invece seguito attentamente la scena. — Ho cercato di capire le vostre strane dichiarazioni di stasera e mi sembra che si tratti di un ricatto.

— Chiamatelo come vi pare. Si potrebbe spiegare in tanti modi… spese, danni o — il sorriso amaro era diretto a Phyllis — compenso per mancata promessa di matrimonio. Io so appena che vi siete divertiti abbastanza alle mie spalle, e ora qualcuno dovrà pagare.

— E se rifiutassimo?

— Farò il finimondo. So quale via d’uscita tenterete, sono già stato minacciato. Nel frattempo, però, ho fatto qualche sommetta e mi pare che Gorden abbia più cose da nascondere di me. Inoltre, se mi occorresse denaro potrei sempre scrivere un articolo per i giornali sulla mia luna di miele con l’ereditiera scomparsa. Non preoccupatevi, signora Brunner, renderei pubblici soltanto i momenti più felici…

— Quanto volete?

La domanda gli era stata gettata in viso da Phyllis, pallida per l’ira. Non pareva più una gattina che facesse le fusa contro la spalla di Gorden, non aveva più paura, sebbene fosse conscia che si stava impantanando nelle proprie menzogne. Era una femmina travolta da una collera cieca.

— Fammi un’offerta — propose Casey.

— Cinquemila?

— Bastavano la settimana scorsa, bellezza, quando ero giovane e inesperto. Ritengo che valga per lo meno il doppio dimenticare quanto so sul tuo conto, a prescindere da quello che so sul tuo caro amico qui presente.

— Affare fatto.

— È ridicolo! — sbottò Gorden. — Quest’uomo non ha alcuna prova e non oserebbe andare alla polizia.

— Ho detto che accetto. Pagalo.

— Ma Phyllis…

— Sei il mio legale sì o no? Pagalo. Serviti del mio capitale, trova il denaro dove vuoi, ma per amor del cielo pagalo e mandalo via. Non voglio mai più vederlo né sentirlo nominare.

Seguì un silenzio gelido, poi Phyllis uscì di corsa dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle. Spinto da un impulso pazzesco Casey avrebbe voluto seguirla. Troppo comodo: si prende ciò che si vuole e quando se ne è stanchi si firma un assegno… troppo comodo. D’altra parte non si può lottare contro i mulini a vento e a lui non restava altro da fare.

— È ridicolo — ripeté Gorden, senza rendersi conto che nulla poteva essere più ridicolo di lui.

— Avete sentito che cosa ha detto? — gli ricordò Casey.

— Credete che io possa trovare diecimila dollari così sui due piedi, come un prestigiatore?

— Riguarda voi.

Con voce che suonava stranamente calma, in quell’atmosfera quasi di follia, la signora Brunner propose: — Forse il signor Morrow sarebbe disposto ad accettare un assegno.

— Hai veramente intenzione di pagarlo? — domandò Gorden.

— Date le circostanze, mi pare inevitabile.

— Meno male che qualcuno ci vede chiaro — disse Casey. — Dolente, però, ma il signor Morrow non accetta assegni. Solo contanti, e appena li avrà in tasca, filerà per lidi ignoti. Sono certo che questa notizia vi fa piacere, Gorden.

Avvicinatosi ad una piccola scrivania accanto alla finestra, Casey scrisse un indirizzo su un foglietto di carta. Si era quasi dimenticato l’appartamentino, ma l’affitto era pagato per un mese, aveva la chiave in tasca e, poiché era necessario stabilire un luogo d’incontro, preferiva sceglierne uno che gli fosse noto e di cui conoscesse a fondo le entrate e le uscite. Pur non prevedendo guai da parte di Gorden, visto che la frusta l’aveva per il manico la signora Brunner che pareva impressionata dalla minaccia di pubblicità, trovava che non si può mai essere troppo prudenti nel prendere accordi con un assassino. Strano come pareva ormai trascurabile l’uccisione di Brunner. Se ne infischiavano tutti.

Porgendo l’indirizzo a Gorden, gli spiegò: — Domani sera verso le cinque e mezzo c’è un treno, e io riuscirò a prenderlo o no secondo la rapidità con cui mi consegnerete il regalo d’addio. Me lo porterete voi in persona, perché ho conosciuto i vostri amici e ci siamo reciprocamente antipatici.

— C’è altro? — Il tono di Gorden era aggressivo.

— Non credo. Ai giornali per il viaggio provvederò io personalmente.

— Allora posso andare dalla mia fidanzata, che mi è parsa piuttosto sconvolta.

— Peggio per voi — ribatté Casey.

Nella stanza erano rimasti in due, e si sentiva meno sicuro di sé. Moriva dalla voglia che qualcuno gli offrisse una bibita, ma sapeva che al caso sarebbe stata condita con l’arsenico.

Era necessario filare al più presto, il senso di vuoto che regnava nella camera lo opprimeva.

— Signor Morrow… un momento.

Già avviato verso la porta Casey ristette e si voltò. Il fuoco era semispento, ma gli occhi della signora Brunner erano tutt’altro che spenti. A guardarla bene, pareva essere invecchiata in quei pochi minuti, e gli faceva un effetto strano e penoso il constatarlo, perché fino ad allora gli era parsa una donna senza età.

— Vorrei parlarvi… da solo.

— Semplicissimo… sono sempre solo.

Fissandolo con i suoi occhi grigi, ombreggiati da scuri aloni creati dall’ansia, gli disse con semplicità: — Voi siete innamorato di Phyllis e il matrimonio c’è stato veramente.

Non erano domande, le sue, ma asserzioni.

— Se ne siete tanto sicura, significa che ne sapete più di me — obiettò Casey.

— Sono pronta ad ammetterlo — disse lei, guardandolo in faccia.

— Vi ho soltanto riferito quanto lei ha raccontato a me. Non ho avuto tempo di procedere a controlli.

— Sarebbe proprio tipico di Phyllis. È sempre stata una bambina impulsiva.

Quella frase aveva un suono sciocco e anche lei doveva essersene accorta. Phyllis non era più una bambina, e, quanto all’impulsività, era meglio non parlarne. Casey serrava già la mascella per andare all’attacco, ma la signora Brunner lo prevenne, dicendo: — Rimane comunque il fatto che voi ne siete innamorato. Lo so da quando siete venuto qui ieri.

— Non ha importanza. — La voce di lui sonava amara.

— Ne ha, invece. L’uomo accecato dall’emozione agisce raramente con saggezza.

— Non ho mai agito con saggezza in vita mia — protestò Casey — innamorato o no, spinto dall’emozione o no. Ito però fatto un patto con Gorden e se lui non manterrà l’impegno scatenerò il finimondo. Sono stufo di essere braccato, stufo di braccare. Urlerò i fatti ai quattro venti e starò a vedere il risultato.

Era facile parlare su quel tono, sapendo che nella cucina di mamma aspettava un certo Johnson e che Phyllis gli aveva lasciato il vuoto attorno.

La signora Brunner, però, che non si lasciava sviare tanto facilmente, disse con calma: — Capisco ciò che provate. A volte sono stata ingannata anch’io.

— Alludete a Lance Gorden? — domandò Casey stupito.

— In fondo si.

Non era però questo che aveva inteso dire. Pur non essendo il tipo di donna a cui è difficile esprimersi, pareva incapace di tradurre in parole il suo pensiero. Volse il capo verso le poche braci che ardevano nel camino, e Casey fu di nuovo colpito dal suo profilo fiero e deciso. D’un tratto gli tornarono alla mente le pazzesche fandonie di Phyllis sulla prima donna e sul nobile innamorato e, pur non avendo mai conosciuto Brunner, si rendeva conto che un volto come quello di lei avrebbe potuto incitare la fantasia fino a commettere qualsiasi gesto.

D’un tratto un fiotto di parole scaturì dalle labbra della signora Brunner. — Non capite neppure adesso, non è vero? — chiese. — Vi sentite umiliato perché una bella ragazza si è servita di voi per i suoi scopi, e non ne capite la ragione. Sembrate dimenticare che mio marito è stato assassinato.

— Non ho dimenticato, anzi, non ho avuto la possibilità di dimenticare — protestò Casey.

— Io non ho dimenticato e non dimenticherò mai! — Tacque bruscamente, e seguì un momento imbarazzante, perché nel mondo dei Brunner non è permesso manifestare emozioni, ira, odio, amore o dolore. Per un attimo Casey temette che gli chiedesse scusa, ma non lo fece, benché fosse chiara la lotta che si svolgeva in lei.

Ripreso il dominio di sé, aggiunse: — Non vorrei dire altro, ma ritengo che vi si debba qualcosa, una cosa più importante del denaro. Quando avete formulato le vostre richieste, il mio primo impulso è stato simile a quello di Gorden: chiamare la polizia. Invece avete ragione voi, esistono cose per il cui silenzio la gente è disposta a pagare, soprattutto trattandosi di persone care.

“Siete perplesso, non è vero? Eppure avrete notato quanto Phyllis sia in balia della sua emotività. Me ne preoccupo da anni, e anche suo padre se ne angosciava. Forse avrete indovinato che non fu un attacco di cuore a indurlo a trasferirsi in città.”

L’attenzione di Casey si era risvegliata. A dire il vero, non si era interessato molto alla salute di Brunner, ma ora ascoltava con interesse, ricordando come non avessero collimato i discorsi della Nardis e di Leta Huntly.

— Era stato fatto un attentato alla vita di mio marito, un attentato goffo, quasi infantile, ma egli ritenne più prudente allontanarsi, finché Phyllis non gli fosse sembrata più calma…

— Phyllis! — fece Casey con voce strozzata.

— Purtroppo non si poté giungere ad altra conclusione… allora.

Come se stesse frugando nei propri ricordi, la signora Brunner si era fatta pensierosa quando riprese: — Naturalmente allora non ebbi alcun sospetto su Lance, ma adesso mi chiedo se non si valse di lui.

— Eppure Phyllis amava suo padre!

— Certamente, e ritengo possibile che abbia amato anche voi. È appunto quanto sto cercando di dirvi, signor Morrow. Non siatene addolorato, non odiatela. Siete troppo giovane per permettere che la vostra vita sia rovinata.

In generale, nessuno si preoccupava molto della vita di Casey Morrow, e, quando capitava, lui non riusciva a frenare un moto di sospetto. Avrebbe voluto esprimere il proprio pensiero, ma lo sguardo angosciato della signora Brunner pareva impedirglielo, per cui borbottò soltanto: — Non sono più tanto ingenuo.

— Forse no, forse nessuno è ingenuo a questo punto. Man mano che s’invecchia si ama supporre che un tempo il mondo fosse innocente e bello, che la gente fosse più buona, più riconoscente; ma non basta a renderlo vero. Del resto, nessuno di noi è molto diverso dal suo prossimo. Certuni sono semplicemente più fortunati.

— E più furbi — aggiunse Casey.

— Già, più furbi. A questo proposito, avete una rivoltella?

Tutta la conversazione era stata fonte di stupore per Casey, ma il suo sbigottimento di fronte a questa domanda era visibile.

— Immaginavo che non l’aveste — aggiunse la signora Brunner.

Si allontanò dal camino per accostarsi alla scrivania e, dopo avere aperto uno dei cassetti, ne estrasse una Luger dall’aspetto micidiale. — Apparteneva a mio marito — spiegò — e la teneva sempre carica, in caso di furto. Sapete servirvene?

— Sì — ammise Casey — ma portare addosso uno di quegli aggeggi può essere causa di grosse seccature.

— È vero, d’altra parte non posso fare a meno di chiedermi se mio marito non sarebbe ancora qui con me se avesse tenuto quest’arma nel suo studio anziché nel mio.

Il viso di lei era atteggiato a gravità, e Casey capì d’un tratto di averla sottovalutata, il che è sempre una grossa imprudenza quando si ha a che fare con le donne.

— Vedete — continuò lei, sempre calma — stasera in questa stanza ho imparato molte cose. Tenevo d’occhio Lance. Voi eravate troppo occupato a fissare mia figlia, ma avreste dovuto guardare lui. È un uomo in preda allo spavento, e gli uomini impauriti possono diventare pericolosi se si trovano con le spalle al muro. Se dovesse sospettare, come me, che il matrimonio è davvero stato celebrato, non vi trovereste in una situazione molto invidiabile, nonostante i vostri accurati piani.

Gli tese la rivoltella, e dal suo viso non trapelava nulla, perché il necessario era già stato detto con parole chiare e semplici. E tuttavia Casey esitava.

— Non ci tengo che la prendiate — aggiunse la signora Brunner. — Vorrei consigliarvi di dimenticare il guadagno e di salire sul primo aereo che lascia la città, ma sono ormai abituata a vedere trascurare i miei consigli.

Senza più esitare, Casey disse: — Grazie per la rivoltella.

Загрузка...