XXVIII

Si svegliò tutto indolenzito, e infreddolito e confuso, e non ricordava neppure dov’era. I rami si intrecciavano, sopra la sua testa, ed erano diversi da tutto ciò che lui ricordava di avere visto. Giaceva con il corpo indolenzito dalle asperità del suolo e dal freddo, e fissava quei rami; lentamente ricordò… chi era e dove era.

E perché.

E il pensiero di Halloween.

Si rialzò a sedere, di scatto, e urtò con la testa contro quei rami.

Perché adesso c’era qualcosa d’altro, non il semplice pensiero di Halloween!

Rimase congelato e irrigidito, mentre il furore e la paura turbinavano dentro di lui.

Era diabolico e così semplice… era proprio il tipo di congiura che poteva escogitare un uomo come Lambert Finn.

Era qualcosa che non doveva assolutamente accadere, perché, se fosse accaduta, una nuova ondata di odio e di animosità si sarebbe scatenata contro i para, e, quando anche la reazione rabbiosa si fosse esaurita, ci sarebbero state nuove leggi restrittive. Ma forse non ci sarebbe stato neppure bisogno di nuove leggi, perché la congiura poteva scatenare un pogrom che avrebbe spazzato via migliaia e migliaia di para. La congiura di Halloween avrebbe suscitato una tempesta di indignazione e di rabbia quale il mondo non aveva ancora conosciuto, fino a quel momento.

C’era soltanto una possibilità, e lui lo sapeva bene. Doveva raggiungere Hamilton, perché era il posto più vicino in cui avrebbe potuto trovare aiuto. Senza dubbio gli abitanti di Hamilton lo avrebbero aiutato, perché Hamilton era un villaggio di para che sopravvivevano soltanto grazie alla sopportazione altrui. Se fosse accaduto ciò che era stato predisposto, allora per Hamilton sarebbe stata la fine.

E Halloween, se lui non aveva perduto il conto del tempo che passava era dopodomani. No, era sbagliato: era ormai domani. Se si fosse mosso subito, avrebbe avuto a disposizione due giorni per evitarlo.

Strisciò fuori dai cespugli e vide che il sole era poco più alto delle colline, a oriente. L’aria del mattino aveva un aroma pulito e pungente, e la collina era liscia, coperta dal manto biondo dell’erba conciata dal sole, e scendeva fino alla corrente scura del fiume. Rabbrividì per il freddo, e batté le mani, con forza, per riscaldarsele.

Hamilton doveva trovarsi a nord, lungo il fiume, perché il motel dove era stato ucciso Stone stava sulla strada che si dirigeva a nord, partendo da Belmont, e Hamilton distava dal motel solo tre o quattro chilometri.

Tagliò di traverso, giù per il pendio della collina, e il moto scacciò il freddo che gli intorpidiva il corpo. Il sole che saliva sembrava acquistare via via più forza, e irradiava un calore più intenso.

Raggiunse una barena di sabbia che si addentrava nel corso del fiume. L’acqua era scura per la sabbia e l’argilla in sospensione, e rombava incollerita schiumante attorno all’estremità della barena.

Blaine arrivò fino alla punta, e si accosciò. Tese le mani raccolte a coppa, le immerse, e l’acqua che riuscì ad attingere era piena di sabbia. Alzò le mani unite e bevve e l’acqua aveva un sapore scuro… il sapore dei sedimenti di argilla e di erba vecchia. Quando richiuse la bocca, i granellini di sabbia gli fecero digrignare i denti.

Ma era acqua. Era fresca. Tuffò di nuovo le mani e tornò a bere, mentre l’acqua gli sgocciolava fra le dita, anche se lui le stringeva e ne restava ben poca per inumidirsi la gola.

E mentre se ne stava accosciato in quel silenzio, sentiva la solitudine e la pace, come se quell’attimo fosse l’attimo immediatamente successivo a quello in cui il mondo era stato creato… come se la terra fosse nuova e pulita, e non c’era stato ancora il tempo di accumulare la storica catasta di preoccupazioni e di avidità e di tutte le altre cose che avevano perseguitato la razza dell’Uomo.

Uno scroscio ruppe il silenzio, e Blaine si rialzò in piedi, di scatto. Non si vedeva nulla, né sulla spiaggia né nel fiume, né sull’isola coperta di salici che si stendeva poco più in là della barena. Un animale, pensò. Un visone o un topo muschiato, una lontra od un castoro, o magari un pesce.

Lo scroscio si ripeté, ed una barca spuntò, al di là dell’isola, e venne verso la barena. A poppa sedeva un uomo avvolto in un mantello, e maneggiava la pagaia con una goffagine che era imbarazzante persino da osservare. La prua era sollevata dall’acqua a causa del peso dell’uomo e del motore fuoribordo fissato alla poppa.

La barca girò, faticosamente, e c’era qualcosa di stranamente familiare nell’uomo che maneggiava la pagaia. In qualche posto, in qualche luogo, pensò Blaine, lui aveva incontrato quell’uomo: in qualche modo, le loro vite si erano sfiorate.

Scese nell’acqua ed afferrò la prua della barca, la trascinò sulla sabbia.

«Dio sia con lei,» disse l’uomo. «Come va, questa mattina?»

«Padre Flanagan!» gridò Blaine.

Il vecchio prete sorrise, un sorriso molto umano, e quasi solare.

«È molto lontano da casa,» disse Blaine.

«Io vado,» disse Padre Flanagan, «dove mi manda il buon Dio.»

Si sporse e batté la mano sul sedile davanti a lui.

«Perché non viene qui a sedersi per un pò?» disse. «Dio mi perdoni, ma mi sento stanco morto.»

Blaine tirò un pò di più la barca sulla sabbia, e salì a bordo. Sedette dove gli aveva indicato il prete, e tese la destra. Padre Flanagan gliela prese fra le mani deformate dall’artrite, ma calde e gentili.

«Sono contento di rivederla, Padre.»

«Ed io,» rispose Padre Flanagan, «sono sopraffatto dalla confusione. Perché debbo confessare che l’ho seguita.»

«Pensavo,» disse Blaine, per metà divertito e per metà spaventato, «che un uomo come lei avesse qualcosa di meglio da fare.»

Il prete lasciò ricadere la mano di Blaine, non senza averle dato un placido colpetto.

«Ah, figliolo,» disse. «Ma è proprio così. Non potrei fare niente di meglio che seguirla.»

«Mi scusi, Padre. Non capisco.»

Padre Flanagan si tese in avanti, posandosi le mani deformate sulle ginocchia.

«È molto importante che lei capisca,» disse. «Mi ascolti attentamente. Non si arrabbi. Mi lasci spiegare tranquillamente.»

«Sicuro», disse Blaine.

«Probabilmente avrà sentito dire,» fece Padre Flanagan, «che la Santa Madre Chiesa è rigorosa e inflessibile, che si aggrappa alle vecchie tradizioni e al pensiero antico, che cambia molto lentamente, se pure cambia. Avrà sentito dire che la Chiesa è severa e dogmatica e…»

«L’ho sentito dire,» fece Blaine.

«Ma non è vero. La Chiesa è moderna, e cambia. Se si fosse opposta ai cambiamenti, Dio ci salvi, non avrebbe potuto durare in tutta la sua grandezza e la sua gloria. Non si lascia smuovere dai venti dell’opinione pubblica, può resistere ai terremoti dei mutamenti delle usanze umane. Ma si adatta, anche se lentamente. Si adatta lentamente perché deve essere molto sicura.»

«Padre, non vorrà dire…»

«Sì. Ricorda che le ho chiesto se lei era uno stregone, e lei ha pensato che era una domanda ridicola…»

«Certamente.»

«Era una domanda fondamentale,» disse Padre Flanagan. «Forse un pò troppo semplice, ma resa volutamente semplice, in modo che lei potesse rispondermi sì o no.»

«E allora le risponderò di nuovo. Non sono uno stregone.»

Il vecchio prete sospirò.

«Lei continua a rendermi molto difficile quello che debbo dirle,» fece.

«Dica pure,» fece Blaine. «Me ne starò zitto e buono.»

«La Chiesa deve sapere,» disse Padre Flanagan, «se la cinetica paranormale è una autentica facoltà umana, o se può essere magia. Un giorno, magari fra molti anni, dovrà prendere una decisione. Dovrà assumere una posizione, così come l’ha assunta per tutti i valori morali, nel corso dei secoli. Non è un segreto che una commissione di teologi sta studiando la cosa…»

«E lei?» chiese Blaine.

«Io sono soltanto uno dei molti ai quali è stato assegnato il compito di indagare. Noi ci limitiamo a raccogliere le prove che a tempo debito verranno sottoposte all’analisi dei teologi.»

«Ed io sarei una di queste prove.»

Padre Flanagan annuì, solennemente.

«C’è una cosa che non riesco a capire,» disse Blaine. «Perché la sua fede deve avere dei dubbi? Avete i vostri miracoli, completamente documentati. E che cosa sono i miracoli, le domando, se non includono la cinetica paranormale? In qualche punto dell’universo, il potere umano ed il potere divino debbono pure congiungersi. Quello potrebbe essere il vostro ponte.»

«Lo crede davvero, figliolo?»

«Non sono un uomo religio…»

«Lo so benissimo. Me lo ha già detto. Ma adesso mi risponda: lo crede davvero?»

«Penso di sì.»

«Non so,» disse Padre Flanagan, «se posso essere completamente d’accordo con lei. Quest’idea puzza abbastanza di eresia. Ma non si tratta soltanto di questo. Il fatto è che c’è una certa stranezza, in lei, una stranezza che non ho mai notato in nessuno degli altri.»

«Io sono per metà alieno,» gli disse Blaine, amaramente. «Nessun altro uomo aveva mai ricevuto una simile distinzione. Lei non sta parlando soltanto con me, ma anche con un essere che non è neppure lontanamente umano… un essere che se ne sta su di un pianeta lontano cinquemila anni-luce. Vive da un milione di anni, o forse di più. E vivrà ancora un milione di anni, o forse ancora più a lungo. Manda la sua mente a visitare altri pianeti, ed è molto solo, nonostante tutte queste visite. Il tempo non è un mistero, per lui. Credo che vi siano ben poche cose che gli sono misteriose. E io so tutto quello che sa lui, e posso servirmene meglio di lui… quando ho il tempo, se ho il tempo di ripescare e di etichettare e di ammonticchiare tutto quanto negli scaffali che ho dentro al mio cervello.»

Il vecchio prete respirò, lentamente.

«Immaginavo che dovesse trattarsi di qualcosa del genere.»

«Quindi faccia ciò che deve fare,» disse Blaine. «Prenda l’acqua santa. Mi spruzzi con quella, e io mi trasformerò in uno sbuffo di fumo nausebondo.»

«Lei mi ha frainteso,» disse Padre Flanagan. «Ha frainteso le mie intenzioni ed il mio atteggiamento. Se non vi è del male nella forza che l’ha mandato fra le stelle, non può esservi nulla di molto maligno in ciò che ha assorbito lassù.»

Una mano deforme si protese, strinse il braccio di Blaine in una stretta molto più energica di quanto fosse possibile aspettarsi da quelle dita contorte.

«Lei possiede un grande potere,» disse il prete, «ed una grande conoscenza. Lei ha il dovere di servirsene per la gloria di Dio e per il bene di tutta l’umanità. Io sono soltanto una voce fievole: ma le affido il peso di questa responsabilità. Non accade spesso che un simile fardello venga imposto ad un uomo solo. Lei non deve sprecarlo, figliolo. Non deve usarlo male. E non può neanche lasciarlo inerte e inutilizzato. Le è stato dato, forse per la volontà di una potenza divina che nessuno di noi può comprendere, per uno scopo che nessuno di noi conosce. Queste cose, ne sono certo, non accadono solo per caso.»

«La mano di Dio,» fece Blaine, e voleva dare un tono scherzoso alla propria voce, ma non vi riuscì, e si pentì di quello che aveva detto nello stesso momento in cui aveva finito di dirlo.

«La mano di Dio,» confermò Padre Flanagan, «che si è posata sul suo cuore.»

«Io non lo volevo,» disse Blaine. «Se qualcuno avesse chiesto il mio parere, avrei risposto di no.»

«Me ne parli,» chiese Padre Flanagan. «Me ne parli, fin dal principio. È un favore che le chiedo.»

«In cambio di un favore da parte sua.»

«Quale?» domandò Padre Flanagan.

«Lei ha detto di avermi seguito. Ma come ha fatto, a seguirmi?»

«Oh, anima benedetta!» esclamò Padre Flanagan. «Credevo che l’avesse indovinato. Vede, io sono uno di voi. Sono un rintracciatore molto efficiente.»

Загрузка...