Murray Leinster Squadra d’esplorazione

I

La luna più vicina passò in alto. Butterata e di forma irregolare, probabilmente era soltanto un asteroide catturato. Huyghens l’aveva già vista abbastanza e quindi non uscì dal suo alloggio per guardarla precipitarsi attraverso il cielo nascondendo al suo passaggio le stelle. Restò invece a sudare sulle scartoffie, lavoro che avrebbe dovuto essere abbastanza strano perché, ufficialmente, lui era un criminale come anche tutti i suoi aiutanti su Loren Due. Ed era strano svolgere una relazione in una stanza chiusa ermeticamente, in compagnia di un’enorme aquila che sonnecchiava su un piolo infisso nel muro.

Le scartoffie non rappresentavano il vero lavoro di Huyghens. Ma il suo unico assistente aveva avuto dei guai con un “nottambulo” e un’astronave clandestina della Kodius Company l’aveva portato via. Huyghens doveva fare, tutto solo, il lavoro di due persone. Per quanto ne sapeva, lui era l’unico essere umano in quel sistema solare.

Sotto di sé sentì ansimare. Sitka Pete si alzò pesantemente e si avvicinò a passi felpati alla sua ciotola d’acqua. Lappò l’acqua refrigerata e starnutì violentemente. Sourdough Charley si svegliò e si lamentò emettendo un rombante grugnito. Da sotto provennero altri grugniti e brontolii. Huyghens disse con voce rassicurante: — Buoni, laggiù! — e proseguì il suo lavoro. Finì un rapporto sul clima, inserì dei dati in un calcolatore e mentre questo li rimuginava esaminò i risultati dell’inventario per controllare quanto materiale gli rimanesse. Poi cominciò a scrivere sull’agenda.


Sitka Pete, scrisse, ha apparentemente risolto il problema dell’uccisione di singoli sfex. Ha imparato che è inutile abbrancarli e che i suoi artigli non riescono a lacerare la loro pelle e comunque non quella del dorso. Oggi Semper ci ha segnalato che un gruppo di sfex ha scoperto la traccia di odori che conducono alla stazione. Sitka li ha attesi, nascosto sottovento, e poi li ha attaccati alle spalle: tenendo le zampe ai due lati della testa di uno sfex gli ha assestato una tremenda sberla. È stato come se fossero arrivate, nello stesso tempo e da direzioni opposte, due conchiglie di trenta centimetri. Deve aver spiaccicato il cervello dello sfex come un uovo. È morto subito. Ne ha uccisi altri due con le stesse sventole. Sourdough Charley guardava, grugniva, e quando gli sfex si sono voltati verso Sitka, ha caricato a sua volta. Io, naturalmente, non potevo sparare così vicino a lui con il pericolo di colpirlo ma Faro Nell si è lanciata in loro aiuto fuori dall’alloggio degli orsi.

La diversione ha permesso a Sitka Pete di sfruttare ancora la sua nuova tecnica, torreggiando sulle zampe posteriori e agitando le zampe anteriori in questo nuovo modo spaventoso. Il combattimento è finito subito. Semper svolazzava gracchiando sulle carcasse, ma come al solito non ha partecipato. Nota: Nugget, il cucciolo, ha cercato di immischiarsi ma sua madre lo ha spinto da parte e Sitka e Sourdough come al solito lo hanno ignorato. I geni di Kodius Champion sono veramente validi!


All’esterno i rumori della notte continuavano. C’erano note simili a suoni d’organo: le lucertole cantanti. C’erano le grida singhiozzanti e ridacchianti dei “nottambuli” che non facevano affatto ridere. C’erano suoni simili a colpi di martello e a sbattere di porte, e da ogni direzione si sentivano rumori singhiozzanti su vari toni. Erano provocati dalle inverosimili piccole creature che su Loren Due facevano le veci degli insetti.

Huyghens continuò a scrivere:

Sitka sembrava irritato alla fine della lotta. Con estrema cura sottoponeva ogni sfex ferito o morto al suo nuovo gioco, meno quelli che aveva ucciso in quel modo: rialzava loro la testa per vibrare ancora i suoi colpi a tenaglia come per mostrare a Sourdough il sistema. Hanno grugnito in continuazione mentre trasportavano le carcasse verso il forno crematorio. Sembrava quasi.

Squillò la campana degli arrivi, e Huyghens alzò la testa di scatto e la guardò. Semper, l’aquila, aprì i gelidi occhi e sbatté le palpebre.

Rumori. Da sotto giungeva un lungo e profondo russare soddisfatto. Qualcosa, fuori nella giungla, gridò. Singhiozzi. Strepiti e note d’organo…

La campana squillò di nuovo. Indicava che, su in alto, qualche astronave da qualche parte aveva intercettato il radiofaro, cosa che solo le astronavi della Kodius Company dovevano conoscere, e stava comunicando per l’atterraggio. Ma in quel momento non avrebbe dovuto esserci alcuna astronave in quel sistema solare! Quello era l’unico pianeta abitabile di quel sole ed era stato ufficialmente dichiarato inabitabile a causa della fauna ostile, cioè degli sfex. Quindi non era permessa alcuna colonia e la Kodius Company era andata contro la legge. Ed erano pochi i crimini più gravi dell’occupazione non autorizzata di un nuovo pianeta.

La campana squillò per la terza volta. Huyghens bestemmiò. Tese la mano e spense la radio guida, ma era inutile. Il radar lo aveva probabilmente già localizzato e ricollegato agli elementi dell’ambiente circostante, come il vicino mare e il Deserto Alto. Comunque l’astronave avrebbe trovato il posto e sarebbe atterrata alla luce del giorno.

— Al diavolo! — disse Huyghens. Ma continuò ad aspettare che la campana suonasse di nuovo. Un’astronave della Kodius Company avrebbe dato un doppio segnale per rassicurarlo. Tuttavia non avrebbe dovuto esserci alcuna astronave della Kodius Company ancora per mesi e mesi.

La campana suonò una volta sola. Il quadrante della ricetrasmittente brillò debolmente e ne uscì una voce, metallica per la distorsione stratosferica.

Chiamo terra! Chiamo terra! L’astronave Odysseus della Crete Line chiama terra Loren Due. Atterraggio di un passeggero con scialuppa. Accendete le luci del vostro campo.

Huyghens spalancò la bocca. Un’astronave della Kodius Company sarebbe stata la benvenuta. Un’astronave del Controllo Colonie non lo sarebbe stata affatto perché avrebbe distrutto la colonia e Sitka e Sourdough e Faro Nell e Nugget… e Semper… e avrebbe portato via Huyghens per processarlo sotto l’imputazione di colonizzazione non autorizzata con tutto quello che comportava.

Ma un’astronave commerciale, che calava un passeggero con una scialuppa… Non esisteva semplicemente la possibilità che accadesse una cosa del genere: non su una colonia sconosciuta e illegale; non a una stazione clandestina!

Huyghens accese le luci del campo d’atterraggio. Ne vide il bagliore fuori sulla pista. Poi si alzò e si preparò a prendere le misure previste nel caso che fosse stato scoperto. Riunì le carte appena compilate nella cassaforte di eliminazione. Raccolse tutti i documenti personali e li gettò dentro. Ogni registrazione, ogni minima prova che la Kodius Company manteneva quella stazione andò a finire nella cassaforte. Sbatté il portello. Sfiorò con il dito il dispositivo di eliminazione che avrebbe distrutto tutto il contenuto e avrebbe disperso anche le ceneri, che avrebbero potuto esser presentate come prove in sede di processo.

Poi esitò. Se si trattava di un’astronave del Controllo, doveva premere il bottone e doveva rassegnarsi a trascorrere un lungo periodo in prigione. Ma un’astronave della Crete Line, se la ricevente aveva detto la verità non era pericolosa. Era semplicemente incredibile.

Scosse la testa. Si infilò la tuta da viaggio e prese un’arma. Scese nell’alloggio degli orsi e accese le luci. Al suo passaggio, ci furono dei grugniti di meraviglia e Sitka Pete indietreggiò in uno strano modo fino a cadere seduto sbattendo le palpebre. Sourdough Charley era sdraiato sulla schiena con le zampe in aria: aveva scoperto che era più fresco dormire in quella posizione. Rotolò su se stesso con un tonfo e sbuffò in un modo che sembrava cordiale. Faro Nell si avvicinò alla porta del suo appartamento privato, assegnatole per far sì che Nugget non restasse tra i piedi dei grossi maschi, irritandoli.

Huyghens, unico rappresentante umano su Loren Due, guardò la manodopera, l’esercito e, Nugget compreso, i quattro quinti della popolazione terrestre non umana del pianeta. Erano orsi Kodiak mutanti discendenti da Kodius Champion, dal quale la Kodius Company aveva preso il nome. Sitka Pete era un carnivoro intelligente che pesava dieci buoni quintali. Sourdough Charley pesava circa 450 chili. Faro Nell aveva otto quintali di fascino femminile… e di ferocia. Nugget spinse il muso oltre la pelliccia della schiena di sua madre e guardò che cosa c’era: e in lui c’erano tre quintali di infanzia ursina. Gli animali guardarono Huyghens in attesa. Se avesse avuto Semper appollaiata sulla spalla, avrebbero saputo ciò che si aspettava da loro.

— Andiamo — disse Huyghens. — Fuori è buio, ma sta arrivando qualcuno, e possono essere guai!

Aprì la porta esterna degli alloggi degli orsi. Sitka Pete si precipitò fuori con andatura goffa. Per un colossale orso Kodiak, l’attacco diretto era il metodo migliore per affrontare ogni tipo di situazione. Sourdough lo seguì pesantemente. Non c’era niente di ostile nelle immediate vicinanze. Sitka si rizzò sulle zampe posteriori, raggiungendo quattro metri di altezza, e annusò l’aria. Sourdough si dondolò metodicamente, annusando a sua volta. Uscì Nell con i suoi otto quintali di raffinatezza e brontolò con tono ammonitorio verso Nugget che la seguiva da vicino. Huyghens si fermò sulla soglia impugnando la sua pistola in grado di fare centro anche al buio. Si sentiva un po’ a disagio a dover mandare gli orsi nella giungla di Loren Due di notte. Ma loro erano in grado di avvertire il pericolo con l’odorato e lui no.

Nella giungla, l’illuminazione del largo sentiero che portava al campo d’atterraggio rendeva magico l’aspetto delle cose. C’erano felci giganti piegate ad arco e alberi ad alto fusto che si innalzavano al di sopra delle felci; e lo straordinario sottobosco di lanceolati. Le lampade, fissate raso terra, illuminavano ogni cosa dal basso, e il fogliame risaltava, violentemente illuminato, contro il nero del cielo notturno, e offuscava le stelle. Ovunque c’erano dei contrasti sorprendenti di luci e d’ombre.

— Dritti avanti! — ordinò Huyghens, facendo gesto con la mano. — Dai!

Chiusa la porta dell’alloggio degli orsi, si diresse verso il campo d’atterraggio lungo la pista illuminata nella foresta. I due giganteschi maschi Kodiak lo precedevano: Sitka Pete trotterellava silenziosamente sulle quattro zampe, Sourdough Charley lo seguiva da vicino, ondeggiando a destra e a sinistra. Huyghens veniva dietro di loro, guardingo, e Faro Nell chiudeva la fila con Nugget che le stava appresso.

Era un’eccellente formazione militare per procedere nella giungla piena di pericoli. Sourdough e Sitka erano rispettivamente l’avanguardia e la difesa, mentre Faro Nell era la retroguardia, perché dovendo sorvegliare Nugget, faceva particolare attenzione a un’aggressione alle spalle. Huyghens, naturalmente, era la forza di attacco. La sua pistola sparava proiettili esplosivi che avrebbero scoraggiato perfino gli sfex e il suo dispositivo di mira notturna, un cono di luce che si accendeva quando egli sfiorava il grilletto, indicava esattamente dove i proiettili avrebbero colpito. Non si trattava di un’arma sportiva, ma le creature di Loren Due non erano certo degli antagonisti sportivi. I “nottambuli”, per esempio: ma i “nottambuli” avevano paura della luce. Attaccavano in una specie di crisi isterica soltanto se la luce era troppo viva.

Huyghens si avvicinò alle luci del campo d’atterraggio. Era selvaggiamente pronto a tutto. La stazione della Kodius Company su Loren Due era decisamente illegale: necessaria, sotto un certo punto di vista, ma sempre illegale. Quella voce metallica nella ricevente non lo aveva affatto persuaso, ignorando questa illegalità. Ma se atterrava un’astronave, Huyghens poteva tornare indietro alla stazione prima che gli uomini potessero inseguirlo, e avrebbe fatto in tempo ad azionare la cassaforte di eliminazione, in modo da proteggere coloro che lo avevano mandato sul pianeta.

Ma, mentre si faceva strada in mezzo ai cespugli quasi irreali, sentì alto e lontano il discordante rombo del razzo di una scialuppa, non il ruggito dei reattori di un’astronave. Man mano che egli avanzava il rombo diveniva sempre più forte e i tre grossi Kodiak trottavano qua e là in una formazione difensiva e offensiva adatta alle particolari condizioni del pianeta.

Raggiunse il bordo del campo d’atterraggio che era illuminato in modo accecante con i consueti raggi divergenti diretti verso il cielo in modo che un’astronave potesse sintonizzare gli strumenti e atterrare a vista. Una volta, campi di questo genere erano stati di uso normale. Ora tutti i pianeti con un certo sviluppo avevano delle reti d’atterraggio, strutture enormi che assorbivano energia fino dalla ionosfera; che facevano partire e discendere a terra le astronavi con grande dolcezza ed estrema potenza. Il vecchio tipo di campo d’atterraggio si poteva trovare dove ci fosse una squadra di controllo al lavoro, oppure dove si stessero effettuando studi ecologici e batteriologici per un periodo di tempo strettamente limitato, o ancora dove una colonia appena autorizzata non fosse ancora in grado di costruirsi una rete d’atterraggio. Naturalmente era assolutamente inconcepibile che qualcuno cercasse una sistemazione contraria alla legge!

Già gli animali notturni, mentre Huyghens raggiungeva la spianata, si erano raggruppati intorno alle luci come fanno le falene terrestri. L’aria pullulava di piccole cose svolazzanti che turbinavano come impazzite. Erano in numero considerevole e di ogni forma e misura, dai bianchi moscerini notturni ai vermi volanti dalle molte ali, a quelle rivoltanti creature ancora più grandi e dall’aspetto nudo che potevano somigliare a delle scimmiette volanti e senza pelo se non fossero state degli esseri carnivori e peggio. Quelle cose volanti planavano e ronzavano e danzavano e ruotavano pazzamente nel bagliore, creando uno strano brusio lamentoso. Formavano quasi, al di sopra della spianata, un soffitto illuminato che nascondeva le stelle. Guardando verso l’alto, Huyghens riusciva a mala pena a intravedere in quella nebbia di ali e di corpi la fiamma biancoazzurra del razzo che scendeva.

La scia diventava sempre più grande. A un certo punto si inclinò, forse per aggiustare la traiettoria della discesa, poi tornò diritta. Quello che era stato dapprima un punto incandescente, aumentò fino a divenire una grande stella, poi una luna ancora più splendente e infine un occhio di luce accecante. Huyghens distolse lo sguardo, Sitka Pete si accovacciò con tutta la sua mole di una tonnellata e distolse saggiamente gli occhi dalla luce; Sourdough non faceva caso al rombo della scialuppa, sempre più profondo e violento, ma annusava delicatamente l’aria. Faro Nell tenne saldamente Nugget con una delle sue enormi zampe e cominciò a leccargli la nuca come per renderlo presentabile a degli estranei, Nugget si contorceva.

Il rombo divenne simile a migliaia di tuoni. Una calda brezza venne dal campo d’atterraggio. La scialuppa calò rapida e le fiamme penetrarono nella nebbia di cose volanti, bruciandole, accartocciandole, infiammandole. Poi, tra turbinii di polvere ribollente, il centro del campo divampò con luce terribile; qualcosa discese lungo lo strale di fuoco, lo schiacciò, ci si posò sopra, e la fiamma si spense: la scialuppa si era appoggiata alle corte ali poppiere, il muso rivolto alle stelle dalle quali era giunta.

Ci fu un silenzio immenso, dopo il fragore. Quindi, molto lentamente, ripresero a farsi udire i rumori della notte, suoni simili a quelli di canne d’organo e suoni appena percettibili, come singhiozzi; tutti quei suoni aumentavano e improvvisamente Huyghens poté udire di nuovo perfettamente. Un portello si aprì con una sorta di scricchiolio soffocato, e qualcosa uscì dallo scafo, allungandosi; era una passerella metallica che scendeva, superando la zona arroventata dalle fiamme dove posava la scialuppa.

Dal portello uscì un uomo che si voltò indietro a salutare calorosamente; poi scese alcuni gradini fino alla passerella e vi si avviò, passando sopra alla zona bruciata. Portava con sé una valigetta da viaggio. Giunse rapidamente alla fine della passerella, ne discese e salutò con la mano in direzione della scialuppa. C’erano degli oblò, forse qualcuno rispose. La passerella si ripiegò velocemente su se stessa fino a scomparire nello scafo. Sotto gli alettoni esplose una fiammata. Si levarono nugoli di polvere e la luce divenne intensa come quella di un sole. Il boato era al di là della capacità di sopportazione, mentre la luce saliva fulminea attraverso le nubi di polvere, si allungava e accelerava sempre più. Quando fu di nuovo in grado di udire qualcosa, c’era ancora un mormorio che stava svanendo nel cielo e una piccola macchia di luce vivida che saliva piegando verso levante per raggiungere l’astronave dalla quale era discesa.

I rumori notturni della giungla ripresero. La vita su Loren Due non si occupava delle faccende umane, ma c’era una zona incandescente nel campo d’atterraggio illuminato a giorno, e un uomo, piccolo e agile, si guardava intorno perplesso, con quella sua borsa da viaggio in mano.

Mentre la zona incandescente cominciava a spegnersi, Huyghens gli andò incontro, preceduto da Sourdough e da Sitka. Faro Nell seguiva fiduciosa, tenendo maternamente l’occhio sul suo cucciolo. L’uomo sulla spianata spalancò gli occhi davanti a quel corteo. Anche essendoci preparati, doveva essere piuttosto sconvolgente atterrare su di un pianeta sconosciuto, veder partire la scialuppa e con lei ogni legame con il resto del cosmo, e infine vedersi avvicinare, forse era meglio dire sovrastare, da due colossali Kodiak maschi con un altro orso e un cucciolo al loro seguito. La solitaria figura di un essere umano doveva sembrare irrilevante, in quella compagnia.


Il nuovo arrivato guardava attonito. Si mosse, meravigliato, e Huyghens gli disse: — Salve! Non si preoccupi degli orsi! Sono amici!

Sitka raggiunse il nuovo venuto, gli si accostò prudentemente da sottovento e annusò: l’odore era soddisfacente. Odore d’uomo. Sitka sedette e i suoi dieci quintali piombarono pesantemente sulla polvere. Guardò l’uomo con aria amichevole. Sourdough fece: — Woosh! — e andò a controllare l’aria oltre la spianata. Huyghens si accostò: il nuovo arrivato indossava l’uniforme del controllo Colonie. Brutta faccenda. Aveva i gradi di ufficiale. Ancora peggio.

— Ah! — disse l’uomo appena atterrato. — Dove sono i robot? Da che razza di posto saltano fuori queste bestie? Perché avete spostato la base? Io sono Roane, e sono qui per stilare un rapporto sui progressi della colonia.

Huyghens disse: — Quale colonia?

— L’istallazione di robot su Loren Due… — Poi Roane disse in tono indignato: — Non mi dica che quello stupido pilota mi ha fatto scendere nel posto sbagliato! Questo è Loren Due, no? E questo è il campo di atterraggio. Ma dove sono i vostri robot? Avreste già dovuto cominciare la costruzione di una rete! Cosa diavolo è successo, qui, e cosa sono queste bestie?

Huyghens fece una smorfia. — Questa — disse educatamente — è un’istallazione illegale e senza licenza. Io sono un criminale. Queste bestie sono i miei complici. Se lei non vuole associarsi con dei criminali, naturalmente non ha bisogno di farlo, ma dubito che lei sopravviverà sino a domani: a meno che non accetti la mia ospitalità, mentre io penserò cosa devo fare circa la sua venuta qui. Ragionevolmente parlando, dovrei ucciderla.

Faro Nell si avvicinò e si fermò dietro a Huyghens, cioè al suo posto come durante ogni altra uscita. Nugget, invece, vide un nuovo essere umano. Nugget era un cucciolo, e quindi tendenzialmente amichevole. Ondeggiò avanti con aria ingraziante: era alto circa un metro e mezzo alla spalla, quando stava sulle quattro zampe. Si dimenava rumorosamente mentre si avvicinava a Roane e sbuffò perché era imbarazzato.

Sua madre lo raggiunse bruscamente e lo spinse da una parte con una zampata, e lui si lamentò; il lamento di un cucciolo di Kodiak di tre quintali è un suono notevole. Roane indietreggiò di un passo. — Credo — disse prudentemente — che sia meglio parlare di tutto questo. Ma se questa è una colonia illegale lei è naturalmente in arresto e ogni cosa che lei dirà potrà essere usata contro di lei.

Huyghens ebbe un’altra smorfia: — D’accordo — disse — ma ora, se vuole starmi vicino, torniamo indietro alla base. Potrei far portare la sua borsa da Sourdough, a lui piace portare le cose, ma potrebbe avere bisogno dei suoi denti. Abbiamo quasi un chilometro di strada da fare. — Si voltò verso gli animali. — Andiamo! — disse con tono di comando. — Torniamo alla base! Su!

Grugnendo, Sitka Pete si alzò e prese il suo posto di avanguardia. Sourdough lo seguiva, dondolando a destra e a sinistra. Huyghens e Roane si avviarono insieme mentre Faro Nell con Nugget chiudeva la fila. Metodo che era naturalmente il solo abbastanza sicuro per procedere su Loren Due, nella giungla, a quasi un chilometro dalla propria residenza fortificata.

Ma vi fu solo un incidente durante il viaggio di ritorno: un “nottambulo” innervosito dalle luci del sentiero, sbucò dal sottobosco emettendo grida terrificanti, simili alle risate di un maniaco. Sourdough lo atterrò a dieci buoni metri da Huyghens. A cose fatte, Nugget si avventò sulla bestia morta rizzando il pelo e ringhiando: faceva finta di attaccarlo e sua madre gli diede una pacca sonora.

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