Ripartirono, sebbene Sitka sembrasse fermamente intenzionato a stringere tra i denti la carcassa della sua vittima e a continuare a sbatterla per terra. Aveva l’aria doppiamente furiosa, perché un uomo, con il quale tutti i discendenti di Kodius Champion avevano un legame emotivo, era stato maltrattato. Ma Roane non era ferito gravemente e caracollava imprecando mentre gli orsi correvano verso l’orizzonte. Huyghens lo aveva sistemato sopra il carico di Sourdough e gli aveva gridato di tenersi forte. Ballonzolava e parlava furiosamente: — Dannazione, Huyghens! Non è giusto! Sitka si è buscato dei graffi profondi e gli artigli di quel mostro possono essere velenosi!
— Via, via! — gridava invece Huyghens agli orsi, e le bestie continuavano la loro corsa contro il tempo. Continuarono così per tre buoni chilometri finché Nugget si lamentò disperato ed esausto e Faro Nell si fermò decisa per prendersi cura di lui.
— Forse può bastare, disse Huyghens. — Considerato che non c’è vento e che la maggior parte degli sfex si è già addentrata nell’altopiano, e che da queste parti c’erano solo quei due… E poi forse sono troppo occupati per mettersi a vegliare le due carcasse. Tuttavia…
Scivolò a terra ed estrasse antisettico e bende. — Prima Sitka! — esclamò Roane. — Io sto bene!
Huyghens curò le ferite del bestione: erano leggere, perché Sitka Pete era un esperto cacciatore di sfex. Quindi Roane lasciò che gli applicasse sul petto quella roba con uno strano odore: puzzava di ozono. Trattenne il fiato perché bruciava. Poi, con voce aspra, disse: — È stata colpa mia, Huyghens. Guardavo lei invece che il deserto. Non riuscivo a capire cosa stesse facendo.
— Stavo facendo una rapida dissezione — gli spiegò Huyghens. — Per fortuna, quel primo sfex era una femmina, come speravo. E stava proprio per deporre le uova. Ecco! Adesso so perché gli sfex migrano, e dove, e com’è che quassù non hanno bisogno di selvaggina.
Bendò rapidamente Roane e poi condusse il gruppo verso est, continuando ad accumulare distanza tra loro e gli sfex morti. Procedevano a un’andatura spedita, ma Semper svolazzava indignata sopra di loro, furiosa perché non le si permetteva di continuare la cavalcata.
— Ne avevo già dissezionati prima — continuò Huyghens — perché non se ne sapeva abbastanza. Bisognava chiarire alcune cose, se mai gli uomini fossero riusciti a vivere qui.
— Con gli orsi? — domandò ironico Roane.
— Con gli orsi — disse Huyghens. — Ma il punto è che gli sfex vengono in questo deserto per riprodursi… per accoppiarsi e deporre le uova che si schiuderanno al calore solare. È un posto particolare. Le foche ritornano a un posto particolare per accoppiarsi e i maschi alla fine non mangiano per delle settimane. I salmoni tornano per deporre le uova nei fiumi dove sono nati. Non mangiano e dopo muoiono. E le anguille, guardi che sto usando degli esempi terrestri, viaggiano per migliaia di chilometri fino al Mar dei Sargassi dove muoiono dopo essersi accoppiate. Sfortunatamente, gli sfex non sembra che muoiano, ma è evidente che hanno da tempo immemorabile un posto dove si riproducono ed essi vengono quassù al Deserto Alto per deporre le uova!
Roane continuò ad arrancare. Era in collera, furioso con se stesso perché non aveva preso le più elementari precauzioni, perché si era sentito troppo sicuro, come si abitua a sentirsi un uomo che vive in un mondo servito da robot; furioso perché non aveva usato la testa quando aveva sentito uggiolare Nugget, che pur essendo un cucciolo si era reso conto del pericolo vicino.
— E ora — aggiunse Huyghens — ho bisogno di alcune delle attrezzature che c’erano alla colonia dei robot, dopo di che penso che possiamo iniziare a fare di questo pianeta un mondo dove gli uomini possano vivere da uomini.
Roane sbatté gli occhi: — Cosa?
— Attrezzature — disse Huyghens con impazienza. — Ce ne devono essere, alla colonia dei robot. I robot erano inutili perché non si curavano degli sfex e sarà ancora così. Ma, se togliamo il controllo dei robot, le macchine serviranno ancora, non possono essere state rovinate da pochi mesi di esposizione agli elementi!
Roane continuò a marciare. A un tratto disse: — Non avrei mai pensato che lei volesse qualcosa proveniente da quella colonia.
— Perché no? — chiese Huyghens. — Quando gli uomini fanno fare alle macchine quello che vogliono, tutto è a posto, anche i robot: quando restano al loro posto. Ma gli uomini dovranno usare dei bruciatori per il lavoro che dico io e ce ne devono essere perché dovevano già costruire una spianata di centocinquanta chilometri quadrati. E dovranno usare degli sterilizzatori di terreno, studiati per eliminare i semi di ogni pianta che i robot non possono estirpare. Torneremo qui, Roane, e distruggeremo almeno le uova di quelle bestie infernali! E, se non possiamo fare che questo, lo ripeteremo ogni anno, in modo da spazzare via quella razza, dopo un po’ di tempo. Ci devono essere certamente altri ceppi, oltre a questo, e altri luoghi dove si riproducono, ma li scoveremo tutti. Faremo di questo pianeta un mondo dove gli uomini possano trapiantarsi dal mio pianeta e vivere qui da uomini!
Roane disse, ironicamente: — Sono stati gli sfex, a battere i robot. È sicuro che non stia progettando un mondo sicuro, un mondo dove si possano tenere dei robot?
Huyghens rise brevemente: — Lei ha avuto modo di vedere un solo “nottambulo” — disse — e cosa ne dice di quelle cosette su per il pendio della montagna, che avrebbero potuto succhiarle tutto il sangue e poi le avrebbero fatto la festa? Lei si fiderebbe a girare questo pianeta con la sola scorta di un robot? Difficile, eh? Gli uomini non possono vivere su questo pianeta con il solo aiuto dei robot che impedirebbero loro di diventare dei veri uomini. Vedrà!
Trovarono la colonia soltanto dopo altri dieci giorni di viaggio, dopo che molti altri sfex, e molte bestie simili ai cervi, e molti bovini dal lungo pelo furono fulminati dalle loro armi e dagli orsi. Ma per prima cosa trovarono i superstiti della colonia.
Ce n’erano tre, molto provati, barbuti, profondamente abbattuti. Quando la barriera elettrificata era stata travolta, due di loro erano nel tunnel della miniera, a istallare un nuovo pannello di controllo dei robot che ci lavoravano. Il terzo era incaricato delle operazioni in miniera. Messi in allarme dall’interruzione delle comunicazioni con la colonia, salirono su un carro corazzato e tornarono indietro a vedere che cosa fosse successo: solo il fatto che fossero senza armi li salvò. Trovarono degli sfex che sciamavano e gridavano tutt’intorno nella colonia distrutta e così numerosi che non si sarebbe potuto crederlo. Gli sfex fiutarono gli uomini dentro il carro corazzato ma non poterono penetrarvi. A loro volta gli uomini non potevano ucciderli, altrimenti sarebbero stati inseguiti fino alla miniera e assediati laggiù, dove solo di quando in quando avrebbero potuto uccidere qualche mostro.
I sopravvissuti arrestarono naturalmente tutte le operazioni di scavo e cercarono di usare dei robot comandati a distanza per vendicarsi e riuscire a procurarsi delle provviste. I robot minatori non erano stati progettati per altri compiti e gli uomini non avevano armi. Improvvisarono dei lanciafiamme in miniatura e ogni tanto facevano scappare degli sfex urlanti per le ustioni. Ma questo era utile solo perché non uccideva le bestie. E poi consumava carburante.
Alla fine si barricarono e usarono il combustibile soltanto per tenere in funzione il segnale a impulsi fino al giorno in cui un’altra nave fosse venuta a cercare la colonia. Restarono nella miniera come in una prigione, razionando i cibi, aspettando senza una vera speranza. L’unico diversivo era di contemplare i robot minatori sapendo di non poter utilizzare del combustibile per farli funzionare e con i quali in ogni caso non avrebbero potuto far altro che scavare.
Quando Huyghens e Roane li raggiunsero, scoppiarono a piangere. Odiavano i robot e ogni cosa connessa soltanto un poco meno di quanto odiassero gli sfex. Ma Huyghens parlò, li munì di armi prese dai carichi degli orsi e tutti insieme si avviarono verso la colonia distrutta con i Kodiak maschi come avanguardia e Faro Nell a guardare le spalle. Per strada uccisero sedici sfex. Nella spianata ora già coperta di sterpaglie ce n’erano altri quattro; nelle baracche della colonia trovarono soltanto distruzione e i resti di quelli che erano stati degli uomini. Ma c’era ancora del cibo, non molto, perché gli sfex sfasciavano ogni cosa che avesse odore di uomo, e avevano rovinato gli imballaggi plastici degli alimenti sterilizzati. Tuttavia erano rimaste ancora utilizzabili alcune riserve inscatolate.
C’era anche del carburante, che avrebbe potuto essere utilizzato quando fossero arrivati al pannello di controllo delle attrezzature. Dappertutto c’erano dei robot, belli scintillanti, pronti per operare, ma immobili con la vegetazione che cresceva tutt’intorno e anche addosso a loro.
Non fecero caso a quei robot, ma riempirono allegramente di combustibile i lanciafiamme, adattandoli all’uso manuale invece che automatico, e il gigantesco sterilizzatore che era stato costruito per distruggere la vegetazione che non poteva essere estirpata o coltivata dai robot. Quindi si diressero verso il Deserto Alto, con gli occhi accesi e pieni d’odio.
Ma Nugget diventò un cucciolo troppo viziato, perché gli uomini liberati approvavano appassionatamente qualsiasi cosa che fosse destinata a uccidere gli sfex. Gli uomini lo coccolavano anche troppo, quando si accampavano.
Infine raggiunsero l’altopiano seguendo la pista degli sfex e Semper cercava i mostri dall’alto e i giganteschi Kodiak li eccitavano: gli sfex arrivavano gridando per distruggerli e, mentre Roane e Huyghens sparavano con calma, le grandi macchine spazzavano il terreno con le loro armi speciali. Lo sterilizzatore si rivelò altrettanto mortale con la fauna che con i vegetali. Tuttavia doveva essere manovrato dall’uomo: nessun robot poteva decidere in che occasione utilizzarlo e contro quale obiettivo.
Degli orsi non c’era un vero e proprio bisogno, perché le carcasse bruciate degli sfex ne richiamavano altri vivi da ogni parte dell’altopiano, anche in mancanza di vento. Decisamente gli affari degli sfex erano stati troncati, ma i mostri continuavano a venire, urlanti e in cerca di vendetta… cosa che non trovarono mai più. I sopravvissuti della colonia dei robot guidavano le macchine in grandi cerchi attorno all’enorme mucchio di carcasse, distruggendo i nuovi arrivati man mano che si facevano vedere. Era uno sterminio tale che non se n’era visto l’eguale su qualsiasi pianeta, ma non sarebbero rimasti molti di quel gruppo di sfex che si riproducevano in quella particolare zona desertica. Forse c’erano altri ceppi altrove, e altri luoghi dove si riproducevano, ma in quella parte del pianeta se ne sarebbero visti pochi, quell’anno. O magari l’anno seguente, perché lo sterilizzatore sarebbe passato sopra la sabbia dove le uova di sfex erano state sepolte perché si schiudessero al calore del sole! E il sole non le avrebbe mai fatte schiudere.
Huyghens e Roane erano, durante quel periodo, accampati sull’orlo dell’altopiano insieme con i Kodiak. Erano tecnicamente a sopravvento della zona di sterminio e in qualche modo era evidente che gli uomini della colonia si trovavano molto bene nella posizione di sterminatori. Dopo tutto erano degli uomini cui gli sfex avevano ucciso i compagni.
Una sera Huyghens cacciò via amabilmente Nugget che annusava troppo da vicino delle bistecche che cuocevano sul fuoco del bivacco. Nugget andò a nascondersi uggiolando dietro a Roane.
— Huyghens — disse Roane penosamente — dobbiamo sistemare la nostra faccenda. Io sono un ufficiale del Controllo Colonie e lei è un colono illegale. È mio dovere arrestarla.
Huyghens lo guardò con interesse: — Mi userete clemenza se vi dirò i nomi dei miei complici — domandò dolcemente — oppure devo protestare che non posso essere obbligato a testimoniare contro me stesso?
Roane disse aspro: — È seccante. Io sono stato un uomo onesto per tutta la vita, eppure… non credo più nei robot come una volta. Devono stare al loro posto, e il loro posto non è qui: almeno, non nel quadro di una colonia di robot come quella che era stata progettata. Gli sfex sono stati quasi completamente spazzati via, ma non saranno del tutto estinti e i robot non potranno farci nulla. Qui dovranno ancora vivere per un po’ di tempo orsi e uomini, altrimenti quelli che verranno dovranno passare la loro vita dietro barriere a prova di sfex, prendendo solo quello che i robot forniranno loro. E su questo pianeta ci sono troppe cose che non devono essere perdute dalla gente. Vivere in un ambiente controllato dai robot su un pianeta come Loren Due non sarebbe… non sarebbe dignitoso!
— Non starà mica diventando religioso, no? — domandò Huyghens asciutto. — Era questa la sua definizione della dignità.
L’aquila strideva indignata mentre Sitka Pete, avvicinandosi al fuoco, per poco non le montava addosso. Sitka Pete sbuffò e Huyghens gli parlò brevemente: si sedette con un tonfo e restò a guardare la bistecca e a sbavare.
— Lei non mi lascia finire! — protestò Roane. — Io sono un ufficiale del Controllo Colonie e il mio compito è di controllare il lavoro fatto su un pianeta prima dell’arrivo dei primi coloni definitivi. E naturalmente è mio compito controllare che siano seguiti fedelmente i progetti. Ora, la colonia che io dovevo controllare è stata praticamente distrutta. Così com’è stata progettata non poteva funzionare. Non poteva sopravvivere.
Huyghens grugnì. Stava cadendo la notte. Girò le bistecche sull’altro lato. — Ora, in caso di emergenza — disse Roane attentamente — i coloni hanno il diritto di chiedere aiuto a qualsiasi astronave di passaggio. È ovvio. Così… Finora io sono stato un uomo onesto, Huyghens… secondo il mio rapporto la colonia, così com’è stata progettata, non era in grado di funzionare ed è stata sopraffatta e distrutta, a eccezione di tre sopravvissuti che si sono barricati e hanno chiesto aiuto. Lo hanno fatto, e lei lo sa!
— Prosegua — grugnì Huyghens.
— Così — disse con voce insinuante Roane — è capitato per caso… per caso, noti bene… che un’astronave con lei, Sitka, Sourdough, Faro Nell a bordo… e anche Nugget e Semper, naturalmente… ha ricevuto il segnale. Così lei è atterrato per portare aiuto ai coloni. Ecco com’è andata. Quindi non è affatto illegale che lei sia qui. Era illegale che lei fosse già qui quando c’era bisogno di lei: ma noi sosterremo che lei non c’era.
Huyghens si voltò a guardare al di sopra della spalla nel buio. Disse con calma: — Non ci crederei nemmeno se lo dicessi io stesso. E lei pensa che ci crederà il Controllo Colonie?
— Non sono degli stupidi — osservò seccamente Roane. — Certo che non ci crederanno! Ma quando il mio rapporto dirà che a causa di questa strana concatenazione di eventi è praticamente possibile colonizzare il pianeta, cosa che prima era impossibile, e quando il mio rapporto proverà che una colonia di robot pura e semplice è soltanto un’assurdità, mentre con l’aiuto di orsi e uomini del suo pianeta migliaia e migliaia di coloni potranno ogni anno stabilirsi qui… e dato che tutto questo è vero, certamente…
Il profilo scuro di Huyghens sembrò tremare leggermente sullo sfondo del fuoco. Leggermente discosto, Sourdough annusava l’aria pieno di speranza: con la luce viva del fuoco forse sarebbero arrivate le strane bestie alate che si potevano facilmente abbattere… erano veramente gustose, per un orso.
— I miei rapporti hanno un certo peso — insistette Roane. — In ogni modo ci sarà una proposta! Gli organizzatori della colonia di robot dovranno essere d’accordo o far fagotto. È così! E i vostri potranno dire di tenerli in pugno finché non cederanno.
Il tremito dell’ombra di Huyghens divenne comprensibile. Stava ridendo.
— Lei è uno sporco bugiardo — disse sghignazzando. — Non le pare che sia stupido, irragionevole e irrazionale buttar via un’intera vita di onestà solo per togliermi da una situazione imbarazzante? Lei non sta comportandosi come un animale razionale, Roane. Ma credo che non lo farebbe in nessun caso, una volta arrivato al punto.
Roane si schernì: — È l’unica soluzione che mi viene in mente. Ma funzionerà.
— L’accetto — disse Huyghens sorridendo. — E ringrazio. Se non altro perché significa un po’ di generazioni di uomini che vivono da uomini su un pianeta che ci darà da fare per essere addomesticato. E, se vuole proprio saperlo, perché questo salverà Sourdough, Sitka, Nell e Nugget dall’essere uccisi perché io li ho portati qui illegalmente.
Qualcosa si appoggiò di peso a Roane. Nugget, il cucciolo, spingeva appassionatamente nel desiderio di avvicinarsi alla bistecca fragrante sul fuoco. Si sporse in avanti e Roane cadde a terra. Nugget annusava con voluttà.
— Gli dia una sberla — disse Huyghens. — Si farà indietro.
— Neanche per sogno! — esclamò Roane indignato da dove giaceva. — Neanche per sogno, lo farò! È amico mio!