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Forse il suo agente gli avrebbe anticipato un po’ di soldi. Doveva farlo. Se Brevis non avesse fatto quello per lui mentre stava morendo di fame in un luogo sconosciuto, che cazzo di tipo era? Quel figlio di puttana.

Axxter fece una chiamata a suo carico, pregando che Brevis l’accetasse. Solo per quella volta.

A CHE NOME (CHI FA LA CHIAMATA)? Il Sindacato delle Comunicazioni attese la risposta.

— Uhm… ditegli che è Ny. Ny Axxter.

Ascoltò il trillo distante, che sembrava venire da un altro mondo. Il cavo di comunicazione che partiva da quella presa correva lungo tutto l’edificio fino ai livelli più alti; era il suo unico collegamento.

Poi udì la voce di Brevis. — D’accordo, l’accetto. Passatemelo.

Santo Dio. — Brevis… — disse d’impulso.

L’agente lo interruppe subito. — Ascolta, amico — chiunque tu sia — non mi piacciono affatto gli scherzetti come questo. Hai un pessimo senso dell’umorismo per farne uno simile. Adesso vai a fare in culo e non…

— Brevis… no, ascolta, sono davvero io.

— Va bene, d’accordo, davvero divertente; adesso vattene al…

Tutto quello a cui riusciva a pensare era il fatto che il suo agente avrebbe riappeso chiudendo la comunicazione. Era disperato: — Sono davvero io, per Dio, e questo non è uno scherzo. Non sono morto. Brevis, devi credermi.

Silenzio. Sempre meglio di un click e di una comunicazione interrotta.

— Ny? — La voce di Brevis era contemporaneamente scettica e incuriosita. — Sei tu? Come…

Doveva tenerlo in linea. — Brevis, te lo giuro — Non lasciarlo andare via. — Credo di sapere cos’hai sentito, ma non è vero. Non sono morto. Sono davvero Ny Axxter e sto parlando con te.

Ancora silenzio. — Dimostralo. Voglio dire, dimostrami di essere davvero Ny.

— Cazzo, cosa vuoi che faccia? — Osservò il suo dito infilato nella presa, come se desiderasse infilarsi in quella cavità e trovarsi di fronte all’agente. — Sto parlando con te, non è forse vero?

— Potrebbe essere chiunque. — Il tono stava diventando più scettico. — Sembra che tu sia Axxter… ma è molto facile camuffare la voce.

— D’accordo, d’accordo. Aspetta un attimo. — I suoi pensieri cominciarono a turbinare. — D’accordo, ascolta questo: la prima cosa che ho fatto, il mio primo lavoro dopo aver firmato il contratto con te. Era stato commissionato da una piccola banda, circa una dozzina di ragazzi, che adesso sono tutti morti; si chiamavano… uhm… — schioccò le dita — Soprattassa Abrasiva. Esatto? Io sono andato in panico e non riuscivo a pensare ad altro, così ho copiato un dragone volante da una collezione di vecchi tatuaggi che mi aveva dato Howe Drafe. Solo che i ragazzi della banda si accorsero di essere stati fregati, perché avevano pagato per un originale, quindi hai dovuto rendere loro il denaro più un dieci per cento, che hai dedotto dal costo del mio lavoro successivo; solo che non era vero: non ti avevano fatto pagare nessun dieci per cento di penale…

— Cristo… te ne ricordi ancora? Vuol dire che mi porti del rancore per questo.

Axxter si concesse un sorriso. — Allora, sono io o no?

— Be’, suppongo proprio di sì. — Non c’era più scetticismo nella sua voce, solo stupore. — Ma come diavolo fai a non essere morto?

— Credo si tratti solo di fortuna.

— No, no. Voglio sapere esattamente cosa diavolo sta succedendo!

Axxter fece spallucce. — Sono ancora vivo. È tutto quello che c’è da dire. Tutto quello che hai sentito…

— “Sentito” non è la parola esatta. L’ho visto, mio caro. C’è una registrazione in cui tu voli a capofitto verso le nuvole. Dopo aver urtato violentemente contro il muro. La Folla Devastante ha filmato ogni cosa; avevano uno dei loro uomini addetti agli archivi al seguito dei tuoi inseguitori. Inviava i segnali tramite raggio laser al campo: ecco perché abbiamo avuto la registrazione, visto cha anche lui è volato nel vuoto. Comunque, che razza di idea brillante è stata quella?

— Ho avuto un po’ d’aiuto, d’accordo? Non è stata tutta farina del mio sacco. — Le continue domande da vecchia donnetta dell’agente lo irritarono: aveva creduto che Brevis sarebbe stato felice anche solo di sentire che era ancora vivo.

— Quello spettacolino ti è costato, amico. Il Dipartimento dei Lavori Pubblici si è precipitato sul tuo conto e l’ha succhiato fino all’osso… Hanno preso una mucchio di soldi. Quel video era la prova della tua colpa. Quando è stato trasmesso e tutti, dai livelli più alti a quelli più bassi, l’hanno visto…

— Cosa? Chi l’ha visto?

— Tutti. È quello che ti sto dicendo. — La voce di Brevis divenne stridula. — La Folla Devastante ha venduto il nastro alla sezione che si occupa di programmi d’intrattenimento alla Chiedi Ricevi ed è stato trasmesso mentre probabilmente tu stavi ancora cadendo attraverso la barriera di nuvole. Un gruppo come la Folla non ha bisogno dei soldi che ha guadagnato con la vendita, ma si diverte se può dimostrare che la gente che non le piace è davvero deficiente.

— Gesù… — Tutti quanti, sopra o dentro il Cilindro, l’avevano visto volare via dal cavo di transito come un idiota. Proprio il tipo di cosa che si può vedere in un vecchio cartone animato: il gatto che sega il ramo su cui è seduto. Anche la sua ragazza l’aveva visto, non ne aveva dubbi. L’ultimo ricordo che le sarebbe rimasto di lui era un filmino trasmesso durante le notizie della sera. Grandioso.

— Allora, come pensi che io mi senta per questo? Sai che bella pubblicità per un agente il fatto che tutto il mondo sappia che alcuni dei suoi clienti hanno merda al posto del cervello! Tutte le volte che cerchi di combinare qualche affare, la gente ti chiede di richiamare più tardi per avere il tempo di smettere di ridere!

Quello era il problema con Brevis: nessuno stava mai peggio di lui.

— D’accordo, d’accordo. Ascolta, non devi dire a me che non è stata una grande idea. — Axxter tentò di riportare la discussione dov’era cominciata. — Ero sotto pressione in quel momento. Quei folli stavano cercando di ammazzarmi. D’accordo?

— Va be’, ma vedi di non farlo un’altra volta. Gesù Cristo! — La voce di Brevis divenne un gemito di dolore. — Hai idea di quanto mi stia costando questa chiamata? Da dove diavolo stai chiamando?

Doveva essersi accorto della tariffa in continuo aumento del Sindacato delle Comunicazioni. — Ascolta, Brevis, farai fatica a crederlo, ma sono davvero molto lontano da voi…

— Ci scommetto, madre di Dio…

— …io sono dall’altra parte. Dell’edificio. Sono sulla zona sconosciuta del Cilindro. Capisci? Sono dall’altra parte!

Un attimo di silenzio. — Cristo, Ny, sei pieno di sorprese oggi. Devo credere anche a questo, solo perché ho deciso di credere al fatto che tu sia vivo?

— È vero, te lo giuro. Fai localizzare dal Sindacato questa presa. Avrai bisogno del numero per richiamarmi.

— Perché diavolo dovrei richiamarti? Sei rovinato finanziariamente, sei ufficialmente morto e come cliente sei un pessimo elemento in questo momento. Dovrei fare in modo che la Folla cerchi di ammazzare anche me?

Axxter aveva la mano sudata e il suo dito tremava nella presa. Se Brevis avesse riattaccato… — Tu mi richiamerai. Perché io posso farti fare soldi, un sacco di soldi.

— Davvero? — Ancora quel tono scettico. — E come?

— Sto parlando di un mucchio di denaro. — Doveva prendere tempo per pensare. — Il più grande affare che tu abbia mai combinato; voglio dire, quello che ti farà emergere tra la massa degli agenti… — Forza, cerca di pensare. — Montagne di dollari, Brevis, montagne di dollari… — Niente, non gli veniva in mente niente.

Poi, d’un tratto, l’idea e le parole gli sgorgarono istintivamente, senza fatica.

— Potrò anche non valere molto come grafico — non in questo momento, perlomeno — ma abbiamo qualcos’altro da vendere. Io mi trovo dall’altra parte. Non capisci? In un luogo dove nessuno è mai stato prima, almeno nessuno che abbia potuto parlarne. Avremo un sacco di informazioni da qui, valanghe di dati freschi che potremo vendere alla Chiedi Ricevi a qualunque prezzo stabiliremo. Inoltre… c’è anche il fatto che tutto avviene in diretta: Brevis, la nostra avventura viene vissuta dal vivo. Non si tratta di una passeggiatina in qualche strano e lontano settore della zona conosciuta, cosa che è già stata vista milioni di volte. Io sto attraversando un paesaggio ignoto, senza alcun mezzo di trasporto, dove potrei imbattermi in sa Dio che cosa — potrebbe davvero esserci qualunque cosa qui in giro, amico — e poi potrei attraversare qualunque Fiera Equatoriale posta sul mio cammino — e tutto questo, soltanto per riuscire a tornare a casa. Cosa potresti volere di più? Questa è una dannata Odissea, per Dio!

— Uhm… — Brevis ci stava pensando e non riusciva a nascondere il proprio interesse. — Già, ma… devi percorrere tutta quella strada all’indietro. E come hai detto anche tu, non sappiamo che diavolo potresti incontrare. O cosa potrebbe imbattersi in te.

— E allora? Ancora meglio. Questo è esattamente quello che terrà la gente legata mani e piedi alla storia, seguendo i miei movimenti… il fattore suspense. La metà della gente spererà che io non ce la faccia. Ma se io muoio di fame o se mi succede qualcosa di ancora peggiore, sarà una tragedia per tutti gli altri, un vero dolore. In ogni caso tu ti beccheresti il dieci per cento.

— Il venti. Questo è un affare del tutto insolito ed è incluso in una clausola speciale del tuo contratto con l’agenzia.

— Dieci, venti, cosa importa? — Axxter sapeva di averlo in pugno. — Ci saranno mucchi di soldi per entrambi.

— Uhm… potrebbe darsi. Devo sottoporre l’idea ad alcune persone e vedere cosa ne pensano. Ma… non è male, Ny; niente affatto male. Ci sono buone possibilità. — La voce di Brevis divenne più alta. — Già, penso che potremmo ottenere una buona offerta per questa roba.

Tombola. — Però dobbiamo anticipare dei soldi in questo affare; e sarà un anticipo sostanzioso. Dovremo sborsare dei soldi per acquistare materiale e informazioni. Devo far localizzare la mia posizione, avere tutte le mappe e ciò che esiste riguardo a questa zona, non mi interessa in che forma. Avrò bisogno di tutto l’aiuto che potrò avere se devo portare a termine questa impresa.

— D’accordo, d’accordo, lascia che ci lavori su. — Brevis fece schioccare la lingua più volte: lo faceva sempre quando era eccitato. — Ci impiegherò un po’ di tempo. Ascolta, resta lì seduto e non ti muovere, d’accordo?

— Dove cazzo credi che potrei andare?

— Stai lì. Penso che sia davvero una bomba. Farò subito localizzare la chiamata e appena avrò un’offerta ti richiamerò. Però dammi un po’ di tempo.

Axxter aveva lo stomaco attorcigliato. — Quanto?

— Devi darmi almeno ventiquattr’ore.

Fece un respiro profondo. — D’accordo. Ma datti da fare. Ho davvero bisogno di una mano in questa storia.

— Ehi! Fidati di me.

Dopo la chiamata, Axxter si sollevò per sciogliere un crampo che quella posizione a ragno gli aveva procurato mentre aveva il dito infilato nella presa. Le corde di protezione si allungarono e lo abbracciarono, proteggendolo dal vento.

In ogni direzione, quel settore sconosciuto di muro era nudo e deserto, proprio come quando l’aveva lentamente percorso muovendosi a quattro zampe.

Ancora qualche ora di luce: quello era il vero giorno. Poteva andare in giro a dare un’occhiata… a cosa? Un grazioso nascondiglio di cibo essiccato, lasciato da qualche altro povero bastardo? La sua bocca salivò abbastanza da fargli pizzicare la zona sotto la lingua. Non riusciva a frenare la fantasia: qualche povero bastardo che era stato abbastanza sfortunato da atterrare lì in qualche modo… no, che l’aveva deciso, un viaggiatore come Opt Cooder, ecco perché aveva delle riserve di cibo con sé. Poi gli era accaduto qualcosa…

La piega che stava prendendo quella storia non gli piacque. Qualunque cosa fosse accaduta al viaggiatore, avrebbe potuto succedere anche a lui. Era meglio pensare solo al cibo, all’acqua e a ogni altra cosa positiva che offriva la vita. Al mattino aveva trovato dell’acqua piovana raccolta in una cavità poco profonda sulla superficie dell’edificio; l’acqua sapeva di metallo, ma era sempre meglio di niente. Gli aveva permesso di salivare, facendogli venire ancora in mente le parti migliori delle sue fantasticherie.

Proprio quando fu pronto ad assumere una posizione più comoda e vicina al muro, notò due cose. Scoprì che la solita fastidiosa nausea che provava ogni volta che si muoveva perpendicolarmente al muro, era scomparsa. Quella sensazione era diminuita con il passare del tempo, ma non era mai svanita del tutto. Fino a quel momento. Dimostra quanto mi trovo lontano dal mio mondo. Quando ci si trova in queste situazioni, anche al corpo non fotte più di niente. Afferrò le corde con le mani e fece la seconda scoperta.

C’era qualcosa, una sagoma che si muoveva in lontananza.

Axxter sentì il suo stomaco vuoto contorcersi. Non aveva incontrato un segno di essere vivente da quando aveva cominciato a muoversi sul muro in cerca della presa, ma quello non significava nulla. Tutti i settori della zona conosciuta apparivano altrettanto disabitati; si poteva attraversare qualche tetro territorio e trovarsi di fronte improvvisamente a qualcosa di tremendo… si ricordava ancora con terrore l’acciaio divelto e bruciato e la comunità orizzontale che abitava al di sotto. L’odore della carne carbonizzata e quello del sudore provocato dalla propria paura lo assalì. C’era sempre qualcosa che poteva nascondersi sotto la superficie, pronta a saltar fuori e ad afferrarti, come avevano fatto quei poveri bastardi. Usciti dal buio, i Centri dei Morti. Forse non li si vedeva mai proprio perché passavano il loro tempo su quella parte del Cilindro, gironzolando e affilandosi i denti.

Si sforzò di mettere a fuoco ciò che aveva visto muoversi, ma, qualunque cosa fosse stata, era già scomparsa. Non c’era più nulla che si muovesse sulla superficie verticale. E questo non lo fece affatto sentire meglio.

Avrebbe potuto trattarsi di qualunque cosa. Si avvicinò nuovamente al muro. Oppure di niente. Forse la corda che aveva intrecciato Lahft con materiali di fortuna. … qualche pezzo di tela era stato catturato dal vento, sollevato e fatto svolazzare in giro. Ma pensò di essersi allontanato parecchio durante la ricerca della presa perché quell’ipotesi fosse reale; il luogo in cui si era svegliato doveva trovarsi dietro la curva dell’edificio. Eppure doveva per forza trattarsi di qualcosa di simile, solo degli stracci o qualche altra cianfrusaglia. Niente di cui preoccuparsi.

Davvero niente. Continuò a ripeterselo per tutto il resto del giorno, fino al tramonto — che ancora riuscì a stupirlo, anche se in misura minore — quando fu abbastanza scuro per poter dormire un po’. Il dolore sordo delle sue abrasioni l’aveva alla fine reso esausto.

Non riusciva nemmeno a chiudere gli occhi. Continuò a fissare nell’oscurità, verso quel punto distante sul muro.


La luce grigia che filtrava lo svegliò di colpo; gli faceva male la schiena e la fronte gli pulsava contro una delle corde.

Si tolse una crosta dall’angolo di un occhio. Gli ci volle un po’ per salivare e ingoiare il sapore amaro che aveva in bocca. Il sonno, per quanto breve fosse stato — non ricordava quando si fosse addormentato — non sembrava avergli giovato un granché. Anche le braccia gli dolevano, come se avesse preso a pugni il muro per tutta la notte.

Quando finalmente riuscì ad aprire bene gli occhi, un’altra sorpresa lo aspettava. Un pacchetto avvolto in una carta grigia e legato con uno spago. Qualcuno, o qualcosa, era riuscito a muoversi furtivamente sopra di lui mentre era addormentato e a lasciarlo lì, legato a una delle corde con lo stesso spago grezzo.

Si allungò e sfiorò il pacco con un dito. Non accadde nulla: il suo dito affondò in qualcosa di morbido sotto la carta.

— Che mi venga un colpo. — Adesso era abbastanza sveglio per avvertire il profumo, un aroma che gli fece capovolgere lo stomaco. Liberò il pacchetto dalla corda, sciolse lo spago e se lo strinse al petto mentre toglieva la carta.

Una specie di pane, due pezzi piatti e rotondi; si muovevano tra le sue mani. C’era anche una borraccia di plastica con dell’acqua, o qualcosa di altrettanto trasparente. Axxter osservò ogni cosa prudentemente. Lahft non avrebbe potuto portargli niente di simile — chi aveva mai visto gli angeli avere quella roba? Che altri amici poteva avere su quella parte del Cilindro?

— Be’, merda… — Staccò un pezzo di quel pane elastico e se lo ficcò in bocca. Sarebbe morto se non l’avesse mangiato. Lo masticò e lo ingoiò, poi bevve dalla borraccia, gettando la testa all’indietro.

Lasciò metà dell’acqua, richiudendo la borraccia perché non perdesse e si infilò il resto del pane nella camicia. Sarebbe potuto passare molto tempo prima che ricevesse altri regali. Pensò che il fatto fosse in qualche modo collegato a quello che aveva visto muoversi in lontananza la sera prima. Avrà deciso di farmi ingrassare, probabilmente. Lo stomaco pieno diminuì le sue preoccupazioni.

Quando Brevis chiamò, lo svegliò di soprassalto; la piacevole fatica compiuta dal suo stomaco gli aveva fatto venire sonno. Il movimento brusco rischiò di fargli togliere il dito dalla presa interrompendo la comunicazione.

— Ny… ciao ragazzo, come te la passi? — La voce di Brevis rimbombò nelle sue orecchie. — Come sono le cose là fuori?

Il cuore di Axxter sprofondò. Conosceva bene i toni di voce del suo agente. L’eccitazione esagerata significava che qualcosa bolliva in pentola; quel cordiale saluto significava merda.

— Sto bene. Non potrei stare meglio — Axxter socchiuse gli occhi. Il sole era appena spuntato dalla cima dell’edificio. — Allora? Cosa succede?

Il tono di Brevis divenne basso e pieno di scuse. — Be’, non sembra che le cose si stiano mettendo troppo bene per il momento, Ny. Non sono riuscito a vendere i diritti di questa avventura.

— Perché no? — Spinse più a fondo il dito nella presa. — Che cazzo vuoi?

— Ehi, non saltarmi alla gola, ragazzo! Sono stato ore al telefono a parlare coi compratori della Chiedi Ricevi. Nessuna delle loro divisioni era interessata all’affare.

Non poteva crederci. — Ma perché, per Dio? È un’idea grandiosa — quando mai avrebbero un’altra opportunità per roba come questa?

— Ny… il fatto è che loro non pensano che tu possa farcela. Se ci fosse la certezza che tu riesca a raggiungere almeno i confini della zona conosciuta, avrei potuto presentare la tragica odissea in modo diverso e lanciare qualche lacrimevole appello. Ma nessuno di loro crede che tu possa arrivare lontano; almeno non tanto lontano da avere il tempo di creare un buon pubblico. Credono che il tuo culo non si muoverà dal luogo in cui si trova ora.

Axxter sentì un sudore freddo colargli lungo le scapole, mentre il muro deserto era attraversato da un vento gelido. — D’accordo. — Con calma, prudenza. — Perché? Cosa fa credere loro che io non possa farcela?

Brevis restò un attimo in silenzio. — Non c’è alcuna possibilità, Ny. Tu sei nel bel mezzo di nulla; sei lontanissimo da qualunque Fiera Equatoriale.

— Così mi aspetta un lungo viaggio. Bell’affare. No, voglio sapere cos’altro c’è. Forza, sputa.

— Non volevo essere troppo duro con te, Ny, ma se davvero lo vuoi sapere… sei ancora in grossi guai con la Folla Devastante. In qualche modo sono venuti a sapere che sei ancora vivo. Probabilmente, quando ho iniziato a negoziare con la Chiedi Ricevi, questa ha contattato la Folla per capire cosa avessero da dire sull’intera faccenda. E non hanno detto niente di buono. La Folla è ancora furiosa con te. Hanno già inviato delle squadre punitive verso le Fiere Equatoriali e messo una taglia sulla tua testa. Se tu riuscissi ad arrivare fino a una delle Fiere, cercando di attraversarla per entrare nella zona del giorno, qualunque criminale cercherà di farti fuori e beccarsi la sua dose di fortuna. La Chiedi Ricevi non crede che sia molto divertente vedere un pazzo che va a cacciarsi in un mattatoio, certo di essere ammazzato. Voglio dire, non c’è affatto suspense. Diciamocelo, Ny, tu sei un uomo morto.

— D’accordo. Va bene. — Quegli stronzi… la rabbia era più forte di qualunque altra emozione; sentiva il sangue che gli saliva al viso, pizzicandogli il naso. — Pensano che verrò fatto fuori… molto bene. Credono di potermi lasciare appeso qui fuori a essiccarmi? Ho delle notizie per loro. — Le parole gli uscivano sibilando. — Se non riuscirò a tornare indietro girando intorno all’edificio, troverò un’altra strada.

— Ny… — La voce era triste. — Non c’è nessun’altra strada.

— Oh! Davvero? Allora senti questa: non girerò intorno all’edificio, lo attraverserò.

Silenzio. I secondi passavano e prima che Brevis parlasse di nuovo era già trascorso più di un minuto. — Cosa… di cosa diavolo stai parlando?

— Mi hai sentito. — Anche Axxter aveva sentito la propria voce e le parole gli ronzavano ancora nella testa. Ora che si era un po’ calmato, poteva ammirare quell’idea in tutta la sua semplicità. Perché aggirarlo? Bisogna sempre arrivare alla meta percorrendo la via più breve. — Attraverserò il Cilindro, passerò esattamente nel mezzo. Non dovrò strisciare sulla superficie e nemmeno preoccuparmi di un branco di pazzi criminali che mi stanno aspettando alle Fiere Equatoriali. Mi dirigerò direttamente da qui alla zona conosciuta; tutto quello che devo fare è trovare un’entrata e arrivare sui livelli orizzontali all’interno. Se non altro, mi risparmierò un sacco di chilometri e soldi. E fotterò la Folla Devastante… farò in modo di emergere in qualche settore controllato dall’Atroce Amalgama. Mi considereranno un dannato eroe per aver fatto fare alla Folla la figura degli idioti. Quei tipi hanno pensato che il video che avevano venduto alla Chiedi Ricevi fosse divertente? Aspettino fino a quando non verrà trasmessa questa piccola acrobazia. — Era un pensiero piacevole. Massa di tacchini!

— Cristo, Ny… devo dirtelo. — In quel momento, Brevis stava probabilmente scuotendo il capo, stupito. — Non è una gran bella idea. Però, concettualmente, prendi dei punti per averla avuta, davvero.

— Cosa c’è che non va nella mia idea?

— Ny, tu stai parlando di attraversare il centro dell’edificio. Non semplicemente di passare al di sotto del muro, in qualche comodo e piccolo settore orizzontale. Stiamo parlando di passare direttamente nel mezzo del Cilindro. Sai, ci sono buone ragioni per cui nessuno va a fare passeggiate domenicali da quelle parti. — Al di là della voce ironica di Brevis, dietro a quello che diceva c’era qualcos’altro. — In realtà sono pessime ragioni, Ny. Voglio dire, buone ragioni, ma pessima merda. Sai di cosa sto parlando, vero?

— Lo so. — Parole che nessuno di loro voleva pronunciare ad alta voce, pur pesando come piombo sulla loro conversazione. I Centri dei Morti. Quel pensiero sconvolse lui molto più di Brevis; aveva visto dal vero, non su qualche stupido nastro, cosa potevano fare quei farabutti. Aveva già camminato tra i loro freddi passi… se erano davvero piedi quelli che avevano; l’immagine di gigantesche tracce di lumaca, di ceneri fumanti e ossa in stato di decomposizione s’insinuò nella sua mente. L’odore del settore orizzontale bruciato in cui si era imbattuto era sempre pronto a riemergere in ogni momento.

— Brevis… conosco bene queste storie. — La sua voce era cavernosa. — Ma non ho altra scelta. Non è vero? E comunque, cos’avrei da perdere? Sono qui seduto, ma sono un uomo morto ormai.

L’agente rifletté per un attimo. — Credo che tu abbia ragione. Sai, è abbastanza folle, forse quest’idea gli piacerà di più. Lasciami fare una telefonata. Puoi aspettare un’altra oretta?

— Non andrò da nessuna parte.

Passò solo mezz’ora. E di nuovo la voce di Brevis.

— È fatta, Ny. Hanno accettato l’affare. La Chiedi Ricevi sta facendo il versamento sul tuo conto proprio adesso. Sono impazziti quando hanno sentito parlare di attraversare il Cilindro. Voglio dire, le probabilità che tu hai sono senza dubbio minori di quelle di prima, però pensano di recuperare il loro anticipo di denaro solo con le informazioni che tu potrai fornire. Quello che ricaveranno filmando quanto lontano riuscirai ad arrivare, sarà un sovrappiù.

— Che carini! — I pensieri di Axxter ricominciarono a turbinare. Doveva aver ben chiaro quello di cui aveva bisogno: mappe, dati, chiacchiere e pettegolezzi, notizie storiche, qualunque cosa esistesse già negli archivi della Chiedi Ricevi. Doveva avere tutto, scovare ogni cosa prima di mettersi in moto. Una cosa era dichiarare le proprie intenzioni, un’altra era muovere il culo e metterle in pratica.

— Vogliono rapporti giornalieri dettagliati, Ny. Qualunque cosa ti succeda, qualunque cosa tu incontri. Dovrai sempre guardarti intorno per individuare delle prese per la comunicazione…

— D’accordo; ogni cosa. — La Chiedi Ricevi sarà soddisfatta di qualsiasi notizia riceverà. — Ascolta, Brevis. Grazie per quello che hai fatto, ma adesso devo chiudere.

— C’è qualcos’altro su questo affare che dovresti sapere, Ny…

Cera sempre qualcos’altro. — Mi metterò in contatto con te più tardi, d’accordo? Ne parleremo più tardi. — Interruppe la comunicazione con l’agente. Doveva controllare alla sua banca.

CONTO RIATTIVATO. Una piacevolissima scritta verde.

Quello lo fece sentire meglio. Soprattutto quando vide le cifre, proprio nel bel mezzo dello schermo. Guardò verso le nuvole, contando gli zeri che erano sovraimpressionati sul cielo.

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