"Eccoli, sono lì…" Simona li guarda entusiasta. "Sembrano quelle scene dei film…"

Roberto annuisce. "Sì, è vero, con una piccola differenza…"

"Quale?" chiede curiosa Niki.

"Che qui è tutto vero!"

La mamma di Alex si accorge di loro per prima. "Eccoli, eccoli, arrivano!"

Alex si alza e va incontro al gruppo. "Te le ricordi le mie sorelle, no? Margherita con suo marito Gregorio."

"Piacere."

"Claudia e Davide…"

"Ciao."

"E lei è Eleonora… Una nostra amica di infanzia…"

"Ciao! Che piacere conoscerti. Avevo sempre sentito parlare di te, ma non riuscivo a immaginarti così…"

Niki la guarda incuriosita. "Così come?" vorrebbe dirle, ma capisce che con tutta quella gente non è proprio il caso di diventare improvvisamente polemica. In fondo sono tutti qui per me. E fa un sorriso, soddisfatta della risposta che ha trovato da sola. Però una curiosità se la vuole togliere.

"Scusa, Alex" si avvicina al suo orecchio mentre prende posto. "Ma amica di infanzia di chi?"

"Bè…" Alex è leggermente imbarazzato. "Nostra… di tutti… Quando andavamo al mare a Forte dei Marmi stava sempre al bagno con noi…"

"Ah."

Niki la guarda meglio mentre si versa del tè. E davvero bella e perfettamente in forma e anche perfettamente intonata… alla tovaglia. Sì, sono di pizzo tutte e due! Eleonora si gira verso di lei. "Ne vuoi un po'?"

"Certo, grazie."

"Latte o limone?"

"Latte, grazie." Mica lo prendo acido come te, io!

"Zucchero?"

"No, grazie."

"Anch'io cerco di tenermi a dieta."

Niki prende la tazzina. "Oh io no, il tè mi piace senza zucchero, mangio di tutto ma tanto poi i grassi li brucio!"

Matteo si sporge verso la sorella. "Sì… Tranne che stasera…"

Niki gli dà una gomitata. Poi senza farsi sentire: "Oh… a traditore, ma che, sei amico dell'infiltrata?".

Luigi, il padre di Alex, prende in mano la situazione. "Allora, abbiamo saputo della splendida notizia…"

Roberto è d'accordo con lui e sorride: "Eh già…".

"Siamo veramente felici. Certo, c'è questa strana differenza d'età, ma oggi come oggi se ne vedono talmente tante… che se c'è l'amore, c'è tutto!"

"Eh già…"

Simona dà una leggera gomitata a Roberto. "Tesoro, prova a dire qualcosa più di "eh già", sennò sembriamo a corto d'argomenti."

Roberto allora tenta d'essere più brillante. "Sono d'accordo! Noi pure abbiamo pensato la stessa cosa e in effetti abbiamo paura."

Simona lo guarda male. Roberto recupera subito. "Abbiamo? Avevamo! Ma poi l'entusiasmo di Niki ci ha convinto."

Luigi applaude. "Bravi! D'altronde…" Li guarda e li indica con un dito passando dall'uno all'altro. "Anche voi vi siete sposati con una grande differenza d'età… Ed è giusto, l'uomo deve essere più grande e più maturo…"

Roberto rimane un po'"spiazzato. "Veramente stavo nella classe avanti alla sua… Siamo quasi coetanei."

"Ah…" Il padre di Alex capisce di aver fatto una gaffe. "Volete altro tè?" E piano piano la conversazione si infittisce.

"Allora, avete già deciso la chiesa?"

"Veramente no."

"E la data? Non fate un sabato che è proprio cheap…"

Roberto li guarda divertiti. Ma anche qui sono fissati con i cartoni animati…

Margherita e Claudia si siedono vicino a Niki. "Senti, vorremmo darti una mano, se non è un problema."

"Io… no no… figuratevi."

"Noi ci siamo già passate e sappiamo gli errori che si possono fare…"

"Sì…" interviene Matteo in mezzo a loro. "Oltre quello di sposarsi!"

Niki è leggermente imbarazzata. "Mio fratello… vuole sempre fare il simpatico… Ma non gli riesce troppo bene…"

"Che carino…" Margherita gli sorride. "Guarda, lì ci sono le mie figlie, Celeste e Miriam. Vuoi andare a giocare con loro? Sono alle altalene!"

Matteo sbircia fuori e vede lontano, ai bordi del campo ippico, delle bambine che si spingono su un'altalena. "Va bè… Vado là con loro." E si allontana ciondolando, ma prima di andarsene fa ad Alex: "Oh… poi lo proviamo un cavallo però, eh?".

"Certo… Più tardi, o domani mattina."

"Ok. Non mi fregare, eh…" Poi si avvicina per non farsi sentire: "Sennò spiattello tutte le volte che sei venuto a casa quando non c'erano i miei".

"Eh eh…" Alex fa un sorriso finto.

Silvia gli chiede curiosa: "Che ti diceva, Alex?".

"Niente, che anche nella sua PlayStation ci sono le corse dei cavalli."

"Ah sì, ormai questi ragazzi non sanno più se vivono nella realtà o in un mondo virtuale."

Gregorio improvvisamente si ricorda qualcosa.

"Oh sì, e poi adesso anche quella coppia inglese… Avete sentito? Si erano conosciuti tramite chat e si sono lasciati perché si tradivano con altri virtualmente."

Anche Davide interviene. "Se uno si deve tradire, si tradisce sul serio, nella realtà, non virtualmente!"

Claudia lo guarda male. "Perché così non si hanno sensi di colpa."

Margherita alza le spalle.

"Alcuni non ce li hanno comunque…"

"Bè, le cose erano meglio ai nostri tempi" interviene Luigi, "non c'erano telefonini e tutte queste cose complicate. Ho letto che la maggior parte dei tradimenti vengono scoperti attraverso sms…"

Silvia si unisce alla conversazione. "È proprio vero… Verba volant, scripta manenti"

"Io sono andato una volta su una chat" fa Davide. Tutti lo guardano male. "Ma per lavoro…"

"Ah sì…" Alex sorride. "Ormai si usa molto per fare propaganda, ma le generazioni più giovani lo usano come il telefono di

un tempo…" E guarda Niki, che sta ancora ascoltando alcuni suggerimenti delle sue sorelle.

"Allora, per il catering devi provare quello dei grandi alberghi, sono i migliori…"

Luigi chiede curioso a Roberto indicandole Simona: "E voi, come vi siete conosciuti?".

"Oh, suonavamo nello stesso gruppo… punk…"

Interviene subito Simona. "Sì, a scuola. Poi mi veniva a prendere al conservatorio dove ho suonato pianoforte per un po'…"

"Sul serio? Ci fa sentire qualcosa?"

"No! No! Proprio non me la sento, sono una perfezionista! Se sbaglio una nota mi sento male. Quando arrivano i figli devi rinunciare a tutto, diventano loro la tua passione…"

"Ahhh!" Un urlo micidiale squarcia l'aria.

"Che succede? E venuto da laggiù, dalle altalene."

Davide, Margherita, Gregorio e Claudia si alzano e corrono in quella direzione, seguiti da Roberto e Simona. Arriva correndo la piccola Miriam.

"Che è successo? Che è successo?"

Miriam indica verso le altalene. "Celeste è volata via!"

"Come volata via?"

"Sì… è volata via."

I genitori corrono verso le altalene e vedono che oltre la staccionata, lungo la siepe di fronte alle altalene, c'è Celeste che piange, immersa fino alla vita nel letame dei cavalli. "Ma come ci sei finita laggiù?"

Celeste continua a piangere e indica Matteo. "È stato lui…"

"Ma mamma, me l'ha chiesto lei: mi spingi più forte? Poi insisteva: mi spingi ancora di più? Dai, più forte, più forte… Io l'ho spinta forte e lei è volata via. Che ne so che è così leggera!"

Roberto gli dà uno scappellotto dietro la testa. "E tu dovevi comunque starci attento!"

"Ma me lo chiedeva lei!"

"Ringrazia che non si è fatta male."

"E certo! È atterrata nella cacca, sarà molto fortunata in futuro…"

"Sì, ma stasera no! Se lo ricorderà per sempre… L'hai segnata a vita!"

Gregorio e Margherita riescono a tirare fuori Celeste dal letame.

"Bè, noi rientriamo in casa…"

"Sì, ci vediamo a cena."

"Volentieri, sempre che riusciamo a lavarla bene tutta…"

Roberto, Simona, Niki e Matteo ritornano verso casa.

"Che figuraccia…"

"Sì, per fortuna non s'è fatta niente…"

"Già."

"Oh." Matteo si massaggia ancora dietro il collo. "Ha insistito lei, eh… Magari avrà sul serio fortuna… Comunque non potete capire che volo che ha fatto… Pensate se invece di Celeste si fosse chiamata Stella… Stella cadente… Oh, io l'avevo vista per primo ed esprimevo subito il mio desiderio: vorrei il motorino!"

Roberto gli dà subito un altro scappellotto dietro il collo.

"Ahia, papà…"

""Ahi", si dice "Ahi"… Fanne un'altra e vedi che volo ti faccio fare io!"

Luigi lo raggiunge e gli mette il braccio sotto il suo. "Ma su, Roberto, non si preoccupi… Sono ragazzi, sono cose che succedono e per fortuna la natura ci ha protetto…"

"Eh, già…"

"Bè, ci vediamo per cena tra un'oretta, giù nel salone grande."

"Ok…" Se ne vanno lasciando soli Roberto e Simona.

"Sono gentili, eh… Non ce l'hanno fatta pesare."

"No… Diciamo che, tanto per rimanere in tema, la prima figura di cacca l'abbiamo fatta…"

E ridendo vanno verso la loro camera.


Ottantuno


Poco più tardi nel grande salone, sotto il gigantesco lampadario con più di duecento candele vere, tutti hanno preso posto.

"Ma non è che scende la cera?"

"Matteo!" Niki gli sorride falsamente. "Magari. Ma vorrei una colata così grande da tapparti la bocca…"

E la cena inizia con due camerieri che impeccabili servono gli antipasti.

"Ci è arrivato un po'"di prosciutto spagnolo, dell'ottimo Pata negra, ci tenevamo a farvelo provare."

E poi, i primi.

"Ho passato io stesso tutta la mattinata a fare questo sugo di lepre…"

"Luigi è bravissimo a cucinare, io invece sono una schiappa. Mi ha sposato solo per amore, non certo perché l'ho preso per la gola…"

E poi, degli ottimi secondi.

"Ci sono l'anatra e il cinghiale… Non sapevamo se preferivate la selvaggina di terra… o di cielo." E per un attimo Matteo guarda Celeste e ride, ma lei capendo la battuta gli fa veloce una linguaccia.

"Celeste!" la riprende subito la mamma. "Non essere maleducata."

"Ma lui mi prendeva in giro."

"Ma no… voleva essere simpatico."

E la cena continua, accompagnata dai migliori vini rossi, il Morellino di Scansano, più leggero, fino al Prunotto del Brodo per la carne più pregiata, gli ottimi contorni, le patate al forno e quelle fritte, dorate, ancora calde. Matteo non resiste e ne prende una con la mano ma poi, sentendo il pizzico di Niki sotto il tavolo, la rimette subito al suo posto con il solito "Ahia…".

"Si dice "Ahi"."

"Ma invece di riprendermi sempre su come si dice, non è meglio che la smettete di menarmi?"

"No, così impari a parlare… E anche come si sta a tavola!"

Poco dopo viene un ottimo carrello di dolci, dalla panna cotta alla crème brûlée, dalla crema pasticciera a diversi tipi di crostate, alle bignoline e a ogni tipo di marmellata… e poi dei cantucci e vin santo.

"Come si usa da noi qui in Toscana."

Le sorelle di Alex ridono e si riempiono il piatto.

"Noi non dobbiamo dimagrire… Ci siamo già sposate…"

"Guardate, l'ideale è che dopo dieci anni vi stia ancora l'abito da sposa.."

Gregorio cerca sempre di sfatare. "Io neanche so dov'è finito…"

Margherita ha più classe. "A parte che mi mancano ancora due anni e quindi posso ancora dimagrire, e poi quello è un momento magico… Guarda le foto di tutti quelli che si sono sposati… Non ce n'è uno che è ancora magro come al suo matrimonio…"

Davide puntualizza. "E se lo è, vuol dire che ha divorziato!"

E così ridendo raggiungono il salotto.

"Un po'"di porto? Rum? Grappa, un digestivo? Volete un amaro, è di nostra produzione, lo facciamo nella nostra campagna…"

"Mmm buono, lo provo volentieri" e mentre Alex sta versando da bere ai cognati e agli altri ospiti, Niki sente il telefonino vibrare nella tasca. Lo apre e senza farsi vedere legge il messaggio. Ma chi è che mi scrive a quest'ora? Sarà una delle Onde. Ma poi… la grande sorpresa.

"Sono al concerto, manchi solo tu. È così bello che forse non avremmo litigato oppure avremmo fatto subito pace. Un bacio… Guido."

Guido? Niki arrossisce. E come ha fatto ad avere il mio numero? Cavoli, io non gliel'ho mai dato. Non possono essere state le Onde… ma che, sono matte? Forse Barbara o Sara. Poi si ricorda dei sorrisi, di quella serata a Lettere, di quegli sguardi notati dagli altri. Giulia. Giulia, è stata lei.

"Chi era?" Alex le passa vicino proprio in quel momento e Niki ha un tuffo al cuore. "Oh… Si stanno divertendo un casino, sono al concerto in facoltà…" E poi quello che non si sarebbe mai aspettata. "Era Olly."

"Ah…" Alex fa un sorriso, continua il suo giro e versa del rum a Roberto.

Olly. Era Olly. Ma come ho fatto, perché ho detto questa bugia? Avrei dovuto dare troppe spiegazioni, sarebbe stata troppo lunga e poi ora, con tutta questa gente… Sarebbe stato fuori luogo. Sì, è solo per questo. E torna al suo posto di nuovo tranquilla. Sì, è stato solo per questo. Adesso ne è del tutto convinta e per essere ancora più sicura spegne il telefonino.


Ottantadue


"La cena è stata fantastica."

"Sì, tutto veramente perfetto."

"Allora ci vediamo domani mattina…"

Le donne si salutano e vanno verso le loro camere. Luigi si avvicina a Roberto. "Domani abbiamo una bella sorpresa, solo per noi uomini. Caccia al cinghiale! Con il mio fidato cane Edmond nella nostra riserva. Sarà molto divertente. Ne ha mai fatte, Roberto?"

"Oh… Sì, qualche volta!"

"Bene! Abbiamo tutta l'attrezzatura anche per lei. Ci vediamo alle sei in punto." Roberto deglutisce. "Alle sei… Certo…"

"A proposito, Roberto, è ora di darci del tu…"

"Sì… Certo. Luigi, tu sei convinto che ci vediamo alle sei?"

"Certissimo! Quindi, subito a nanna!"

Dopo i convenevoli e i saluti, tutti si ritirano nelle loro camere. Simona prende sottobraccio Roberto. "Amore… Ma perché non gli hai detto la verità? Tu non hai mai cacciato…"

"Ma che ci vuole!"

"Come che ci vuole? Devi usare il fucile…"

"Ho capito, ma ho visto Balla coi lupi dieci volte. Al massimo non prendo il cinghiale…"

"Basta che non prendi qualcun altro… Dopo il volo di Celeste… Ci manca solo che abbattiamo qualcuno!"

Ed entrano nella loro camera. "Buonanotte, ragazzi."

"Notte, mamma."

"Notte, papà."

Niki fa finta di entrare in camera, invece sgattaiola in corridoio e aspetta Alex fino a quando non lo vede arrivare. "Senti, ma che è questa storia? Dobbiamo dormire separati! Ma neanche alle medie facevo così…"

"Che vuoi dire?"

"Bè, no…" Niki si riprende, "che alle medie avevo più libertà."

"Ah, ecco…"

Proprio in quel momento passa Eleonora. "Ciao Alex, buonanotte Niki, speriamo che non arrivi un temporale! Ti ricordi quando eravamo piccoli che per la paura dei tuoni dormivamo tutti insieme io, te e le tue sorelle?"

"Sì…"

Niki sorride. "Ma è una notte stellata! Non c'è pericolo."

"Già… Bè, buonanotte." E si infila nella sua camera.

"Dormivate insieme, eh…"

"Con le mie sorelle!"

"Anche se ci fosse l'uragano dovrebbe solo provarci… Altro che Matteo con Celeste, la faccio volare dalla finestra!"

"Mi piaci quando sei così gelosa… Vieni…" e la rapisce nel corridoio, la prende per mano e si infila nella sua camera. "Siamo di nuovo al liceo… Tutti e due…" E nella penombra della stanza, con la luce della luna che soffusa entra dalla finestra, Alex comincia a spogliarla. "Mi piaci Niki, mi piaci da impazzire… Mi piaci così tanto… che, guarda… ti sposerei…"

"Anche tu…"

E l'idea di essere in quella casa, con i genitori dell'uno e dell'altra nelle stanze vicine, li eccita così tanto che in un attimo sono nudi sotto le lenzuola. E si perdono tra baci confusi, tra sospiri ribelli, tra carezze proibite. Nella penombra un sorriso, una bocca aperta, quel dolce piacere, quella voglia perfetta e quelle due lingue che parlano d'amore.





Ottantatré


Dopo una leggera ma sana colazione a base di uova, toast e un caffè scuro, i nostri cacciatori sono alle porte della riserva. Su una grande collina si inerpica un sentiero più chiaro, perdendosi tra i cespugli e la macchia come una lunga serpe. Luigi sorride al gruppo.

"Alex non è venuto… Aveva sonno."

Davide e Gregorio, rimasti più indietro, sorridono tra loro. "E ti credo… con una di vent'anni di meno anch'io avrei sempre sonno…"

Gregorio lo riprende. "Shhh… E dai, non ti far sentire dal padre… Oh, comunque c'hai ragione: secondo me Alex ha fatto proprio bene… La differenza d'età potrebbe essere un buon rimedio alla durata di un matrimonio…"

Davide solleva le spalle. "Boh, non so… Per me un mito è sempre stato Bruce Springsteen. Si è sposato con la modella Julianne Philipps, una fica da paura, e poi dopo qualche anno si è messo con la sua corista, Patti Scialfa, nulla di che… Sai cosa ti insegna questa storia?"

"Cosa?"

"Che l'amore è il vero segreto del matrimonio."

"Ammazza come sei filosofo stamattina. Bè, invece di sparare cavolate… spara a un cinghiale, và!"

E così ridendo raggiungono gli altri. Luigi sta scegliendo uno tra i suoi bracchi.

"Tieni, Roberto, te lo affido, lui è Edmond, il più amato tra i miei cani… Ma soprattutto il più bravo. Per me è come un figlio, ci sono attaccatissimo, mi ha sempre dato grandi soddisfazioni. Se c'è un cinghiale lui lo stanerà! Forza, miei prodi… A caccia!"

E così i quattro avanzano nel bosco. Roberto è leggermente in difficoltà perché i pantaloni e il giubbotto gli stanno un po'"stretti, mentre gli stivali che gli hanno prestato gli vanno larghi. Tiene il fucile come gli altri e cerca di imitarli in tutto e per tutto. A un certo punto gli si avvicina Davide.

"Ehi…"

"Eh?"

"Se non lo lasci andare, penso che Edmond abbia difficoltà a stanarti qualsiasi cosa…"

Solo adesso si accorge che gli altri hanno liberato i loro bracchi. "Ah sì, certo… Ma la mia è una tecnica inglese…"

"Cioè?"

"Lo si innervosisce, lo si tiene, gli si fa desiderare la caccia da morire per motivarlo ancora di più… E poi… Lo si molla!" E così libera dal collare Edmond e lo fa partire come una saetta nella macchia più vicina.

"È vero, però… Ma anche per la sicura c'è una nuova tecnica?"

Solo ora Roberto si accorge di non averla tolta dal fucile e capisce anche che non è il caso di esagerare. "No… no… Ancora non era iniziata la caccia per me…" Poi fa l'occhietto. "Mi muovevo in sicurezza…" e lentamente si allontanano dal centro di partenza, i cacciatori si perdono lungo diversi sentieri, cercano tra i cespugli, nelle frasche che si spandono su per la collina come una grande macchia d'olio verde, ognuno dietro al proprio cane che fugge come impazzito, annusa nervoso il terreno, corre di qua e di là seguendo chissà quale traccia. Roberto, fuori forma, arranca dietro Edmond che sale su per il sentiero e infine stana un enorme cinghiale nascosto dietro una macchia scura. Roberto arriva appena in tempo, vede Edmond poi il cinghiale poi Edmond poi di nuovo il cinghiale… e alla fine spara.

"L'ho preso! L'ho preso!"

Subito Davide, Gregorio e per ultimo Luigi accorrono da punti diversi, attraversano veloci la sterpaglia fino ad arrivare dove si trova Roberto.

"L'hai preso? Dov'è?"

"Sì, dov'è?"

"Lì!"

E tutti guardano quel grosso cespuglio che si muove. Da lì dietro lentamente appare Edmond, fa due o tre passi e poi stramazza a terra, ferito. "L'hai preso, sì che l'hai preso… Ma il mio cane!"


Ottantaquattro


La porta si apre. Alex e Niki rientrano a casa di lui. Dove tutti e due, piuttosto nervosi, si muovono velocemente. Si capisce che hanno già discusso in macchina. Niki posa la sua borsa sul divano. Alex si gira.

"Niki… Mettila per terra. Chissà dove l'hanno posata Said e Kalim mentre la spostavano."

"Mamma mia! Ti sta prendendo il virus… Se si sporca qualcosa, si lava! Ma uno deve vivere, capito, vivere… Non può stare imbalsamato come in quella casa…"

Alex si gira scocciato. "Ah, certo… Grazie a tuo padre ci è mancato poco che venisse imbalsamato anche Edmond!"

"Meglio, così faceva pendant con Eleonora…"

"Ma dai, è una ragazza simpatica…"

"Eh! Come si vede che voi uomini non capite niente in fatto di donne…"

"Pure io?" La guarda allusivo. "Attenta perché ti stai dando la zappa sui piedi… Ricordati che sei stata scelta da me… e che ti voglio tanto sposare!"

"L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re."

"Va bene… e ti vorrei tanto sposare!" si corregge subito Alex.

Niki sorride. "E comunque io sono l'eccezione che conferma la regola, uno strano caso in cui un uomo ci prende e sceglie una donna valida! Ma inizio a pensare che ti meritavi una come Eleonora…"

"Cioè?"

"Esauriti quei quattro discorsi base, entra in loop, dice sempre le stesse cose… Ah" fingendo in falsetto di farle l'imitazione, ""mi sono comprata un bellissimo giubbotto di Prada, voglio andare a Parigi per la settimana della moda, non si può mancare all'inaugurazione del nuovo Just Cavalli…" Ma dai, non ha detto altro, tu vuoi fare la pubblicità, lei conosce solo le marche, sareste perfetti… Ha pure la tua età!" Niki fa un sorrisetto per sottolineare quest'ultima cosa. "E i tuoi sarebbero tutti felici…"

Alex si siede esterrefatto sul divano. "Allora, primo: è più piccola di me di dieci anni…"

"Certo, come no, questo è quello che dice lei…"

"La conosco da quando ero bambino."

"Allora se li porta malissimo."

"Mamma mia, come sei perfida, e secondo: i miei genitori sono felici se sono felice io…"

"Sì, ma le tue sorelle se è felice anche Eleonora."

Alex scuote la testa. "Le mie sorelle sono amiche di Eleonora. Punto uno. Io non ho interesse per lei. Punto due. Perché insisti tanto su di lei? Sei forse gelosa?" Poi la guarda con malizia. "Se è così, tu noti qualcosa di particolare che temo a me sinceramente sfugga…"

"Senti, Alex, cosa staresti insinuando? Che io ho qualcosa in meno di lei?"

"Io? Ma io non insinuo niente! Sei tu che stai rompendo con la storia di Eleonora! Quando fai così mi fai uscire pazzo!"

"Sapessi come divento pazza io a passare del tempo con le tue sorelle! Ho pure acconsentito a farle partecipare alle scelte per il mio matrimonio! Ti rendi conto? Per il mio matrimonio… decidono loro!"

"Ma chi te l'ha chiesto?"

"Tua madre!"

"No, mia madre ha detto che loro potrebbero darti una mano perché, essendosi già sposate, conoscono i vari posti e tutte quelle scocciature che hanno affrontato e che magari ti faranno evitare. Quindi ti ha voluto aiutare. E poi, se non volevi potevi dire semplicemente no grazie!"

"Sì… e succedeva il finimondo!"

"Hai una visione distorta delle cose!"

"Sì, e tu della tua famiglia."

Alex sta per rispondere ma si accorge di come tutto stia prendendo la direzione sbagliata. Le parole diventano pericolose a volte, prendono il sopravvento, dicono più di quello che veramente vorrebbero dire. E allora piano piano si calma, resta in silenzio, e per la prima volta vede Niki diversa. Un'altra donna, più grande, determinata, decisa, che usa parole in qualche modo taglienti. Lei, lei che è sempre stata carina, gentile, generosa, anche nei momenti in cui era in difficoltà, anche quando lui era tornato con Elena senza dirle la verità lei glielo aveva fatto notare, con semplicità, così come fa sempre, senza un filo di cattiveria, ma con

ingenuità e purezza, con lo stupore di chi veniva ferito senza aver mai potuto immaginare che questo accadesse. E improvvisamente Alex realizza. Oddio, ma che succede? È forse colpa mia? Sono io che la sto portando a tutto questo? Sto forzando le cose? E in quell'attimo, guardandola mentre lei ancora respira veloce, con quegli occhi leggermente stretti, ancora arrabbiata, si accorge di quanto l'ama, di come vorrebbe solo vederla felice, di come anche quelle parole, forse sbagliate, comunque le appartengono e anche per questo gli piacciono, non son giuste, è vero, ma amare significa prendersi le colpe anche degli errori altrui… Così tanto significa amare? Se lo domanda, e poi con il sorriso del cuore si risponde: sì, e anche di più. E per la prima volta si sente davvero grande, cresciuto e sicuro della sua scelta.

E in quello stesso istante anche Niki realizza. Guardando il viso di Alex, i suoi occhi all'inizio dispiaciuti e poi di colpo sorridenti, quasi a sottolineare la sensazione dell'amore, quell'amore che riesce a superare ogni difficoltà umana.

"Amore…" E corre verso di lui, si butta tra le sue braccia e lui la stringe. Niki nasconde il suo viso nel petto, con i capelli scompigliati. "Scusami, amore… Non so neanch'io cosa stavo dicendo."

Alex le sorride, poi la scosta leggermente da sé e la guarda. Ha gli occhi lucidi, sta quasi piangendo. All'improvviso le spunta una lacrima a sorpresa e Alex con il pollice la porta via, lontano. Niki fa il broncio. Piano piano, delicatamente, quasi spaventata. "Uffa… Mi metto a piangere per qualsiasi cretinata!"

"Ma non è una cretinata… Vieni, siediti qui accanto a me…"

Niki fa una smorfia e alla fine ubbidisce. "Però non mi trattare da bambina…"

Alex ora è tranquillo. "Siamo tutti bambini… Dipende solo dal momento. A volte dovremmo essere più grandi, a volte restare ragazzini, tutto sta a non confondere un momento con l'altro…"

"E questa volta io l'ho confuso."

"No. È normale che tu sia un po'"spaventata, la pressione a volte gioca brutti scherzi… Come capita a me nel lavoro… O meglio, come capitava. C'è stato un momento che ho realizzato. L'importanza di vivere. Di saper vivere. Ti ricordi, te l'avevo detto… "La felicità non è un punto d'arrivo ma uno stile di vita." Ogni giorno facciamo, corriamo, siamo in ansia per qualcosa per cui non vale la pena, e nel frattempo non ci accorgiamo delle cose belle che ci stanno vicine e che ci stanno scappando… Ecco, una sei tu."

"Ma io non sto scappando, Alex!"

Alex sorride. "Non oggi… Quel giorno ti stavo perdendo e ho saputo mollare tutto per farti capire quanto eri importante per me… Andare sull'isola in quel faro è stata la miglior dimostrazione."

Niki lo guarda. "Mi perdoni?"

"Sei matta, non c'è nulla di cui devi farti perdonare!"

"Come no… le cose brutte che ho detto sui tuoi…"

"In parte vere…"

"E sulle tue sorelle…"

"Verissime!"

"Ora stai esagerando al contrario, Alex!"

"Senti, Niki" le si avvicina e le prende le mani tra le sue. "Questo è il nostro matrimonio… Nessuno e niente si deve intromettere nelle nostre scelte e decisioni. Ci fanno piacere, ci piacciono? Sono scelte giuste! Se non hai voglia di uscire con le mie sorelle, se non ti interessano i loro consigli, i posti che conoscono, se vuoi fare tutto da sola… glielo dico io!"

Niki si allontana improvvisamente. "Pensi che io non ne sia capace?"

"Ma no, Niki! Ti pare… Lo facevo solo perché con la tua educazione ti sei trovata in qualcosa di più grande di te e ora vuoi semplicemente dire basta e non trovi il modo… Amore, noi dobbiamo essere… ecco, una "squadretta"! Sai quante volte a me capiterà di non farcela e allora dovrai magari occupartene tu? È normale."

"Ok" Niki si alza dal divano. "Di questa cosa me ne occupo io. Vuoi qualcosa da bere?" Alex sorride vedendo che d'un tratto Niki è diventata padrona della situazione. E anche di casa sua. Alex decide di approfittarne. "Sai cosa mi piacerebbe molto? Un Mojito! Trovi tutto quello che ti serve in frigo." E si appoggia allo schienale del divano, ora più rilassato. Poi gli viene un dubbio. "Amore, ma lo sai fare un Mojito?"

"Certo, che ci vuole…" E Niki sparisce in cucina.

Alex accende il computer sul tavolo e comincia a controllare se c'è posta dall'ufficio o nuove riunioni in vista. Niki apre il frigorifero e trova una marea di roba. Ma quante cose compra Alex quando fa la spesa! E come si fa questo benedetto Mojito! Non le resta che una cosa da fare. Prende il cellulare dalla tasca e chiama subito Erica. Spento. E ti pareva! Lei che ama bere e va in discoteca… stacca il telefonino. Chissà cosa starà facendo! Prova il numero di Olly. Aspetta un attimo come sospesa… "Tre. Il cliente

da lei chiamato…" Chiude. Niente da fare. Anche lei spenta! Ma che fanno le Onde… Si sono prese una vacanza, nel momento del bisogno ti lasciano affogare. Prova l'ultima. Compone veloce il numero. Oh, meno male. Squilla. Libero.

"Pronto, Diletta!"

"Ehi, Niki! Ma che succede? Perché parli a bassa voce?"

"Niente, niente, non ti preoccupare… È un'emergenza."

"Ih! Qualcosa di grave?"

"No… Di alcolico. Come si fa un Mojito? Non ne ho assolutamente idea…"

"Un Mò che?"

"Capirai! Un Mojito, e dai, ce lo siamo bevute quella volta alla festa! Ti ricordi? Insieme al Cuba Libre, alla Caipiroska e alla Cai- pirinha, come anche gli shottini… Quei cocktail buoni che preparano! E dai, il Mojito!"

"Sì sì, buonissimo… Però non so come si fa!"

"Oh, allora fà una cosa, cercalo su Google… E mandami via sms tutta la spiegazione di cosa ci si mette dentro, dosaggio e ingredienti, chiaro?"

"Ho capito… Vuoi ubriacare Alex…"

"No, vorrei fargli vedere che siamo una buona squadretta! Mojito. Muoviti!" E chiude la telefonata.

Alex dal salotto la chiama: "Tutto bene, amore? Hai trovato gli ingredienti?".

"Sì… Tutto a posto… Lo sto preparando!"

"Ok, mettici anche il succo di lime!"

"Certo! È la prima cosa alla quale avevo pensato!" Niki guarda disperata il telefono… E dai, Diletta… Dai, dai… Quanto ci metti… Ma proprio in quel momento le arriva il suono di un messaggio. Plin plin. Lo apre subito: "Ingredienti… preparazione". E alla fine del messaggio: "Mi sono ricordata quanto è buono il Mojito. Manca solo un ingrediente. Se lo vuoi mi devi dare un premio fedeltà: dieci Mojito gratis!".

Ma guarda che traditrice… Approfittatrice che non è altro… Niki scrive subito il messaggio. "Ok. Perfida Onda." E dopo neanche un secondo, plin plin. Niki apre subito il messaggio. "Zucchero a piacere!"

Scuote la testa, questa me la paga. Poggia sul tavolo il telefonino aperto su quel messaggio e leggendo comincia a tirare fuori gli ingredienti dal frigo.

"Come andiamo?" Arriva la voce di Alex dal salotto.

"Benissimo!" urla Niki dalla cucina. Poi tra sé sottovoce. "Ora…" E in pochissimo tempo Niki compare nel salotto. "Et voilà, ecco il Mojito… Spero che sia di suo gradimento, mio signore…"

Alex lo prende dal vassoio. "Uhm, ha l'aspetto buono. Ci hai messo anche le foglioline di menta… Proprio come si serve al bar…"

"E anche nelle disco…"

Alex deglutisce. "Ah già…" Poi l'assaggia. "Buonissimo! Te lo giuro, Niki! Veramente buono… Ma Io sai che non ricordo di aver mai assaggiato un Mojito così?"

"Perché mi prendi sempre in giro?"

"Ma no, guarda che ti sbagli… Lo penso sul serio! Ogni volta che ti faccio un complimento lo prendi come ironico! Non so più come fare con te…"

Niki lo guarda attentamente. No. È sicura. Sta dicendo la verità. Serena e soddisfatta assaggia anche lei il suo drink. Ehi. È venuto buono sul serio… e brava Dile! Te lo sei guadagnato il tuo bonus da dieci Mojito. Poi sorridendo ad Alex: "Allora… Siamo una buona "squadretta"?".

Alex beve un sorso più lungo e poi le sorride. "La migliore!"

Niki annuisce e beve un altro po'"del suo. "Allora, ci ho pensato… Voglio che ci siano anche le tue sorelle."

"Sicura? Non lo stai dicendo perché ti ho accusato di non saper rifiutare?"

"No! Vedi… L'ho detto…"

"Bene! Sono felice per te. Meglio così. Vedrai che non ti stresseranno. Magari ti aiuteranno a non ripetere i loro errori."

"Uhm. Uhm." Niki aspira con la cannuccia dal fondo del bicchiere, facendo un po'"troppo rumore. Alex alza il sopracciglio. "Perché sotto sotto magari non te lo dimostrano, ma già ti vogliono bene, come tutto il resto della mia famiglia."

"Sotto sotto…" sorride Niki. "Ma proprio molto sotto!"

"Ti adorano…"

"Sì, mi sembra di stare in quel film di Woody Allen, Stardust Memories… oggi ti adorano, domani ti sparano!"

Alex scuote la testa e continua a bere. Non c'è niente da fare, quando si fissa su una cosa è irremovibile. E io me la sposo nella speranza di essere d'accordo con lei su tutto! Aiuto! Poi dà un altro sorso al Mojito. È proprio buono. Ma no, sono io che sto esagerando.


Ottantacinque


"Ma ti rendi conto? È una ragazzina che sbuffa ogni due secondi! io non capisco cosa ci abbia trovato mio fratello."

Claudia gira per il salotto gesticolando, Davide, che sta mettendo a posto dei libri appena comprati, annuisce e dentro di sé pensa: io cosa ci ha trovato lo capisco eccome.

"E poi non ha detto niente delle nostre proposte, è così indecisa, mi sembra una che non ha carattere!"

"A me sembra invece molto educata e gentile…"

"E certo, basta che sono sotto i trenta. Voi dividete le donne in sopra e sotto i trenta… Quelle che devono aprire bocca e quelle che non la devono aprire…"

"Veramente anche in rompicoglioni e non rompicoglioni!"

"Maleducato!"

"Ma non intendevo te…"

"Ci mancherebbe! È il termine. Una donna rompicoglioni non esiste. Esistono quelle che ti fanno notare delle cose e quelle che non si accorgono o fanno finta di non accorgersi di nulla…"

"Bè, basta con questi discorsi inutili, vado a preparare carne e insalata. Va bene? Niente pasta perché devo stare a dieta… E anche tu!" Poi si accorge di qualcosa. "Scusa, ma perché stai mettendo i libri così?"

"Perché, che c'è di strano? Ho messo il giallo di Jeffery Deaver qui dove c'è anche questo thriller, Bambino 44."

"Ma non vedi che non hanno lo stesso colore? Io i libri li divido per colore… Come fa Fazio."

"Fa così?"

"Sì. L'ho letto in una sua intervista. Fabio Fazio fa così! E da allora lo faccio anch'io, è geniale… Vedi tutto come una grande sfumatura…"

"I libri?"

"Sì. Mettili per colore!" E se ne va decisa verso la cucina, concedendo una piccola ultima cortesia senza nemmeno girarsi. "Grazie."

Davide prende i due libri e mette il giallo di Jeffery Deaver tra i blu, e più precisamente tra Un ponte sull'eternità di Richard Bach, blu chiaro, e Alta fedeltà di Nick Hornby, blu più scuro. Ora dimmi se La neve cade sui cedri può stare tra due romanzi d'amore! E poi dice che non esistono donne rompicoglioni… E certo, ce n'è una che le batte tutte… Lei! In confronto tutte le altre sono servizievoli e accomodanti!

"Ora dimmi tu… se con tutte le donne che ci sono al mondo mio fratello va a prendere una come lei! Gli ho presentato tutte le mie amiche, le mie colleghe di lavoro, quando stava giù che si era lasciato con Elena l'ho fatto invitare dappertutto, e lui che fa? Si mette con Niki…"

Gregorio è sul divano che legge il giornale. "Ho capito, ma se gli piace Niki…"

"Ma non piace a noi!"

"Senti, Margherita… Se dici così sei ridicola… e noi chi, poi?"

Sbuffa e si mette con le braccia conserte vicino a lui. "Sono sicura che a Claudia non piace, e non ne abbiamo parlato, eh… Te lo assicuro."

Gregorio abbassa il giornale con un sospiro, rinunciando a seguire, momentaneamente, la notizia dell'acquisto di un giocatore da parte della sua amata Juve. "E perché secondo te non le piacerebbe?"

"Perché… Perché… Perché è troppo ragazzina, ecco!"

"Sentite, a voi due non va giù per l'età. A me sembra una ragazza matura, gentile e carina, si è messa a disposizione addirittura per scegliere le cose del matrimonio con voi…"

"Avrebbe voluto dire di no…"

"Forse! Ma non l'ha detto. Tu avresti accettato se le mie sorelle ti avessero detto qualcosa sul tuo catering e i biglietti?"

Margherita si alza con un sorriso. "Non hai sorelle!"

"Certo, ma se le avessi avute?"

"Ho avuto la fortuna di non trovarmi davanti a questo dilemma…"

Gregorio alza il giornale e riprende a leggere. "Te lo risolvo io questo drammatico dilemma, avresti detto di no!"

Margherita corre verso di lui e con la mano gli abbassa il giornale, quasi strappandoglielo. "Il fratello stava per ammazzare Celeste!"

"Ma Niki che c'entra… E poi da sempre i ragazzini giocano,

esagerano, cadono dalle altalene in campagna, finiscono nei rovi e si fanno male e nessuno ne fa una questione personale…"

"Ahhh… Mamma." Proprio in quel momento arriva un urlo dalla camera delle bambine. "Vedi…" fa Gregorio sorridendo e alzando le spalle. "Capita anche a casa! O pensi che sia ancora Matteo che era nascosto nell'armadio?"

Margherita se ne va innervosita verso la stanza delle bambine. E intanto continua a parlare. "Voglio proprio vedere quando Alex e la sua futura moglie faranno una festa. Si dividerà esattamente a metà. La parte A chiacchiererà di tutto, dalla politica alla società, e la parte B si farà le canne o berrà birra o commenterà chissà quale bravata fatta magari allo stadio…"

Gregorio, rimasto solo, riprende a leggere finalmente l'articolo sull'acquisto del nuovo giocatore da parte della sua squadra del cuore. Poi ci ripensa. Certo che una festa di Alex e Niki, con tutta la gente che conosciamo noi e quella che invece conosce lei, non sarebbe male. E poi lo assale un dubbio: ma io da che parte starei? A o B. Poi tira un sospiro di sollievo. Sicuramente dalla parte A… Però a stare nella B quanto ci si potrebbe divertire!

Silvia e Luigi sono nella loro bella casa romana. Seduti intorno a una grande tavola, sono ormai alla frutta.

"Luigi, hai visto, Edmond starà benissimo in poche settimane…"

"E grazie! L'ha pure preso di striscio… Meno male che era negato!"

"Ma dai, non dire così, io mi sono divertita moltissimo, sono due genitori diversi da noi ma con dei valori importanti, gli stessi che abbiamo trasmesso ad Alex e alle nostre figlie! Non sei felice? Vuol dire che potrà continuare il tuo cognome, se Niki ci darà un bel nipotino…"

Luigi finisce di masticare un pezzo di ananas e poi si pulisce educatamente la bocca, usando il tovagliolo che aveva sulle gambe. "Certo che sono felice. Però me lo poteva dire subito che non aveva mai impugnato un fucile…"

Silvia si sbuccia un'arancia. "Ma no, ha detto che qualche volta aveva sparato…"

"Sì, a piazza Navona con i fucili a piombini!"

"Voleva fare lo spiritoso! E lo è stato, ha fatto ridere tutti diverse volte!"

"A me no."

"Amore, un po'"di freschezza tra le nostre amicizie ci voleva! Pensa al matrimonio, sarà uno spasso…" E Luigi immagina i suoi amici notai, giudici, pubblici ministeri e avvocati vari che si troveranno ad avere a che fare con… "Cosa ha detto che fa esattamente il padre di Niki?"

"Esattamente non lo ha detto…"

"Ah già…"

"Ma sì che l'ha detto, suonava in una band!"

"Quello da ragazzo!"

"Magari ha continuato! Pensa che forza se al matrimonio suona lui…"

"Non credo che suoni ancora… In qualche modo dovrà pur mantenere la sua famiglia!"

"Guarda che ho letto su "Vanity Fair" che tra i più ricchi ci sono giocatori e cantanti, I cantanti hanno i diritti d'autore per tutta la vita… Hanno centinaia di milioni di euro!"

"Sì, i Beatles, Madonna, George Michael! Ma non credo Roberto Cavalli, non l'ho mai visto su un manifesto né in concerto…"

"Bè, magari è ricco di famiglia allora. Imparentato con Cavalli lo stilista, magari è il figlio."

"Troppo grande!"

"Il fratello?"

"Con lo stesso nome… Non avevano fantasia i genitori!"

"Sarà… Comunque è uno tranquillo, si vede dagli occhi… Gli occhi sono lo specchio dell'anima… E lui, Luigi, è un puro. Era contrito dopo aver sparato a Edmond."

"Dici?"

"Certo, ha pure telefonato!"

"Perché si era dimenticato il beauty…"

"Ma ha chiamato due volte!"

"Sì… Si era dimenticato anche le chiavi di casa!"

"Ma ha chiesto di Edmond ed è stato felice di sapere che stava meglio…"

Luigi alza le spalle. Non è del tutto convinto. Silvia sorride. Certo, per una mamma un figlio è tutto. E vederlo finalmente così felice in effetti è bello. Ma sì… Sono simpatici questi Cavalli, sono delle brave persone e magari un'altra volta Luigi porterà di nuovo a caccia Roberto. Una cosa è sicura, lo farà stare avanti, e soprattutto solo dopo che avrà preso la licenza di caccia.

"Sapete che in fondo la caccia mi è piaciuta?" Roberto aiuta Simona a sparecchiare.

"Sul serio, amore?"

"Sì, è come se fosse nata in me una passione, cioè stavo lì, sentivo l'adrenalina scorrere, il cinghiale che spunta all'improvviso dalla macchia… Mi è piaciuto da morire."

Simona si asciuga le mani su un panno. "La stessa cosa non credo possa dirla Edmond…"

Roberto alza le spalle. "Va bè, un incidente può capitare…"

"Sì, certo… Come no! Matteo fa volare dall'altalena Celeste…"

Matteo ride dal divano. "Detta la stella cadente…"

"Sì, appunto… E tu invece spari direttamente al cane… Dimmi, cos'altro si poteva fare?"

Matteo accende la tv. "Bè, un rodeo con i cavalli non era male… Alex aveva detto che me lo faceva provare… Oh, speriamo che si sposino sul serio… L'idea di andare ogni tanto a cavallo in quella specie di castello non mi dispiacerebbe affatto."

"Ah, bravo." Roberto si avvicina e gli mette una mano sulla spalla. "Anche in te si è accesa una passione. Andare a cavallo deve essere uno sport bellissimo…"

"Ma de che, a papà… Sai se le mie amiche sanno che c'ho l'accesso a un posto così quanto rimorchio? Uno deve giocare le carte giuste! Ciao, buonanotte, non c'è niente in tv e me ne vado a dormire…"

Così Roberto e Simona rimangono soli in cucina, sistemano gli ultimi piatti quasi in silenzio. Poi Roberto la ferma. La tira dolcemente a sé. "Pensieri? Preoccupazioni? Prometto che non sparerò più a nessun cane…"

"Sciocco!"

Roberto la accarezza. "Sei bella, mamma, quando ridi…"

"Sì? E quando sono seria?"

"Sensuale…" E prova a morderla sul collo. "Gnam." Poi si danno un bacio. Tranquillo, sereno, morbido, profondo, bellissimo. Come il loro viaggio fino a quel momento.

Roberto sorride. "Sai una cosa? Alla fin fine sono contento che Niki sposi Alex. È una bella storia. Il mondo ha bisogno di belle storie…" Si mette le mani in tasca e va verso il salotto, poi si ferma e gira su se stesso. "Oh, e poi… C'hanno una villa da urlo!"

Simona fa la faccia seria, ma stavolta veramente seria. "E dai! Sei peggio di tuo figlio!"

"Amore, scherzavo… Vedo che film possiamo guardare?"

"Sì, d'accordo…"

Simona rimane ancora un attimo in cucina, poi si versa un po'"d'acqua e la sorseggia lentamente. Sì. Anch'io sono felice per Niki. Il mondo ha bisogno di belle storie. Ma soprattutto di un lieto fine. E lo pensa con un po'"di preoccupazione.

"Vieni, Simo…"

"Arrivo!" Posa il bicchiere e va in salotto, ritrovando il suo sorriso. Si siede vicino al marito. "Allora, che vediamo?"

"The Game!."

"Ma me lo ricordo a memoria!"

E continuano così, scherzando e ridendo, cercando un film per la serata. Forse lo troveranno. Ma una cosa è sicura. Una mamma difficilmente si sbaglia.


Ottantasei


Diletta controlla il telefonino. Niente. Non mi ha risposto. Ma ti pare il modo? Sono giorni che mando sms e ancora non si degna. Poi un po'"innervosita apre il menu. Nuovo messaggio. E comincia a digitare veloce. "Oh! Ma ci sei? Hai letto? Quando ci vediamo?" Dopo qualche minuto il cellulare vibra. Diletta corre a guardare. La bustina lampeggia. Bene. Apre. "Ciao, amore. Facciamo una corsetta al parco tra due ore?"

Filippo. Ma come una corsetta? Ma che, se l'è dimenticato in quale situazione stiamo? Sembra che abbia completamente rimosso. "Ciao, amore. No, non me la sento. Stamani ho avuto un po'"di nausea…" e invia. Dopo qualche secondo una nuova vibrazione. "Ah… ok. Mi spiace. Allora se stasera ti senti meglio andiamo al cinema, ok?" Ma guarda che è buffo. Mica mi chiede come sto ora. "Ti chiamo dopo" e spedisce. E se ne ho voglia. Non mi sento ancora molto bene.

Uffa però, ma perché non risponde? Non fa mai così. Ora mi fa arrabbiare. Basta. Vedrai che non mi scappa più. Cavoli. E Diletta riprende il cellulare. Cerca il nome in rubrica. Eccolo. Tasto verde. Uno, due, tre squilli. E se non risponde mi piazzo sotto casa sua.

"Pronto."

"Niki! Ma dove sei finita?"

"Chi è?"

"Ma come chi è? Ma che, ti sei fusa il cervello? Sono io! Diletta!"

"Ah, ciao… no, scusami, è che ho preso il cellulare senza guardare il display… non avevo visto il tuo numero… come stai?"

Già, come sto? Confusa. Spaventata. Eccitata. Ormonalmente instabile. E per un istante Diletta vorrebbe dirglielo… tipo: "Oh, bene, sono incinta". Ma non si può così, al telefono. No. "Sto bene. Un po'"stanca ma bene. Ma si può sapere perché non hai risposto ai miei sms degli ultimi giorni? Te ne avrò mandati almeno sette!"

"Hai ragione, scusami… li ho letti, ma poi non trovavo mai il tempo di risponderti… mi odio… questi preparativi mi uccidono…"

Diletta si accorge di colpo che la voce di Niki è strana. Bassa, un po'"trascinata. Stanca. Non è la sua. Sembra un'altra persona. "Niki, ma va tutto bene?"

Niki si siede sul letto. Sente le lacrime salirle agli occhi. Così. Indomabili. Ribelli. Testarde. E le ricaccia indietro. "Sì sì… solo che qua è un gran casino. C'è tanto da fare. Mi stanno aiutando le sorelle di Alex…"

"Ah…" Diletta si stranisce. Prova una leggera fitta allo stomaco. E non è la gravidanza. "Ma scusa, potevi dircelo, no? Le Onde sono pronte ad aiutarti… ma se non ci chiedi niente come facciamo?" Niki si morde il labbro. È vero. Non riesce a coinvolgerle. Loro. Le sue migliori amiche. Le ha lasciate al margine, fagocitata dalle sorelle di Alex. Ma è davvero solo questo il motivo? Continua ad ascoltare Diletta. "Anche Olly ed Erica ti hanno cercata e sono preoccupate. Dalla sera in cui ci hai detto che ti sposi non ti abbiamo più sentita, in pratica…" Diletta cerca di non calcare troppo la mano, ma si sente che è nervosa. Ma come, la nostra amica si sposa e ci tiene fuori? C'è qualcosa che non va. In fondo non lo diresti mai. Dopo anni di tutto fatto insieme, di condivisione, di risate e pianti, di aiuto e comprensione. E ora? Proprio ora che sta per succedere una cosa così importante? Ma che succede? Che rabbia. E di colpo ci pensa. Pensa a quanto sia difficile anche per lei tenere vicine le sue amiche, in un momento delicato come quello che sta vivendo. E si sente colpevole. "Comunque, Niki… noi ti vogliamo bene, lo sai, e vorremmo starti accanto, darti una mano… dai! Sarà divertente! Che fai oggi, ad esempio?"

"Vado a curiosare un po'"nei negozi di abiti da sposa…"

"Ah! Bello! Possiamo venire con te? Mando un sms alle altre due e ci troviamo… dove ci troviamo? A che ora?"

"Ho fissato con le sorelle di Alex…"

"No no, oggi sei nostra! Disdici e vieni con noi. Ti passo a prendere tra un'ora, ok?"

Niki pensa velocemente. Certo Margherita e Claudia si arrabbieranno. Avevamo fissato ieri. Ci resteranno male…

"Niki, ok?"

"Ok, ora vedo come fare. A tra un'ora." E butta giù.

Diletta soddisfatta manda un sms doppio a Olly ed Erica. "Ho

appena vinto il premio investigatore dell'anno. Ho stanato Niki! Liberatevi da tutto. Vi passo a prendere tra trenta minuti. E poi andiamo da lei! Oggi prova abito da sposa!" e invia.

Dopo qualche secondo, le risposte di Erica e Olly. "Sì, forte! Ok!", "E meno male! A me mica aveva risposto, dopo la svernicio!"

Niki prende il cellulare. Fa un lungo sospiro. Poi cerca il numero. E chiama.

"Pronto… Margherita?"

"Buongiorno Niki, sì, dimmi, allora passiamo a prenderti alle sei, ok?"

"Grazie, ma senti… volevo dirti che oggi non posso. Rimandiamo?"

"Ma ho già detto a Claudia che andiamo, ha anche lasciato i bambini dalla nonna…"

Niki sbuffa un po'"scocciata. Si sente tremendamente a disagio. Ma ormai non può richiamare Diletta per disdire. Le pianterebbe una storia infinita. E poi Diletta ha ragione. Non si vedono da giorni.

"Sì, immagino, e scusa… solo che passano a prendermi le mie amiche, gliel'ho promesso…"

"Va bè, che problema c'è? Prima vai con loro e poi con noi. Tanto anche se arriviamo alle sei e mezza all'atelier ci aspettano! Sì sì, facciamo così. Alle sei e mezza da te!"

"Ok… a dopo."

No. Non ci credo. Non ho saputo dire di no. Ora come faccio?


Ottantasette


Una serie di abiti bellissimi è esposta su manichini sistemati in vari angoli delle stanze. Gonne lunghe, attillate o ampie, corpetti ricamati in modo prezioso, coprispalle in pizzo, bolerini, veli, cappelli, mantelline. L'atelier è curatissimo, ben arredato, con tanti quadri e specchi e divanetti, per star seduti nelle lunghe prove che di solito accompagnano la scelta di un vestito così importante. La titolare accoglie le ragazze e piano piano inizia a mostrare a Niki alcuni abiti.

Diletta, Erica e Olly intanto ridono e scherzano. Già in auto hanno cominciato. Cantando una canzone in coro, prendendo in giro un passante, facendo mille domande a Niki circa i preparativi. E Niki ha risposto un po'"controvoglia, cercando invece di concentrarsi sulle amiche e i loro scherzi.

Olly ed Erica toccano alcuni vestiti sistemati su delle grucce e in ordine su un carrello. Ne prendono uno e se lo appoggiano davanti, per vedere come starebbero. Passa una commessa e le vede. "Scusate, signorine, quegli abiti costano migliaia di euro… fate attenzione" e le guarda male. Poi si allontana.

Olly le fa il verso sottovoce ed Erica ride. Niki le vede. Fa la faccia strana.

"Dai, ragazze…"

Olly ed Erica si guardano stupite.

"E dai, Niki, mica abbiamo fatto qualcosa…"

"Sì, lo so, ma qui…" e continua a seguire la titolare nell'altra stanza.

Erica guarda Olly. "Ma che, s'è impazzita…"

"Non lo so, hai visto anche in macchina che non voleva parlare del matrimonio."

"Ho capito, ma non serve innervosirsi così…"

Diletta si avvicina. "Ragazze, dai… è nervosa, sì. L'ho capito anch'io. Ma dobbiamo starle vicine…"

"Sì, ma insomma… relax!"

Erica chiama Olly. "Guarda che bello questo scialle…" e lo prende. In quel momento passa di nuovo Niki. "Ma insomma, la smettete di toccare tutto?"

Olly non ci vede più. "Senti, Niki, ora basta, eh. Sono giorni che sei sparita, non ti fai viva, non rispondi al cellulare, non ci

coinvolgi… e ora vorresti che stessimo qui a fare le belle statuine? Oh, ma guarda che tu solo qualche mese fa saresti stata la prima a scherzare in un negozio così!"

"Ma che c'entra. Dico solo che qui magari dovremmo comportarci un po'"meglio, cioè, non ci conoscono, vedi che posto è…"

"Ah sì. Vero. Comincio subito io a comportarmi bene." Olly si allontana a passo spedito fuori dall'atelier. Erica passa accanto a Niki, la fissa un attimo negli occhi e poi segue Olly. Diletta, che ha seguito tutta la scena, cerca di fermarle. "Dai, ragazze…" Poi si gira verso Niki. "Però anche tu, eh…"

"Ma che ho fatto…" e nel momento stesso in cui lo dice conosce già la risposta.

Diletta la guarda duramente. "Niki, io non so che ti sta succedendo… ma quando vorrai dircelo, sai dove trovarci." Ed esce anche lei.

Niki è sola al centro della stanza. Dà un'occhiata intorno. Vede quegli abiti, i manichini, i quadri. Poi si volta verso la porta d'ingresso. Se ne sono andate. Via. Mi hanno lasciata qui. Ma perché se la sono presa tanto? Olly ed Erica stavano solo scherzando. Una volta l'avrei fatto anch'io…

"Allora, signorina, venga di là, le ho fatto preparare alcuni abiti per la prova, come mi ha chiesto… Ma le sue amiche? Dove sono?"

Niki si ferma un attimo a pensare. Poi prende giubbotto e borsa che aveva appoggiato su una sedia più in là.

"Scusi, ma che succede?"

"Niente. Mi sono ricordata che ho un impegno tra poco. Non posso restare. Grazie e scusi ancora il disturbo." E se ne va anche lei, lasciando la signora che la guarda stupita. Appena Niki è uscita, la titolare scuote la testa. Queste ragazzine d'oggi. Si vogliono sposare a vent'anni e poi non sanno nemmeno prendersi la responsabilità di scegliersi un abito e di rispettare il lavoro degli altri. Che si crede? Che sto qui a selezionare vestiti che mi sembrano adatti a lei e glieli sistemo sullo stand così, tanto per divertimento? Sto lavorando, io. E ancora nervosa torna nell'altra stanza e comincia a rimettere a posto.

Niki fa qualche passo sul marciapiede e poi si ferma. Sente le

lacrime salirle agli occhi. È arrabbiata. Con le Onde che se ne sono andate, che non hanno capito il suo momento di difficoltà, di fragilità. Con le sorelle di Alex che le stanno addosso. Ma soprattutto con se stessa. E non capisce bene perché. Si guarda attorno. E d'improvviso si sente persa.


Ottantotto


Qualche giorno dopo.

"Mamma, ma tu non ce la fai proprio a venire con noi?"

"Tesoro, ho l'incontro con i professori di tuo fratello… Ed è

una situazione dove forse solo un miracolo ci potrà salvare. Non

so che dirti… Vai, e poi non devi mica decidere tutto subito… Vedi

i posti che preferisci, magari fai delle foto o ti prendi le brochure

poi ne parliamo insieme."

Proprio in quel momento suonano al citofono. Niki va a rispondere. Sente la voce squillante di Claudia.

"C'è Niki? Può scendere? Siamo le sorelle di Alex!"

"Sono io, scendo subito!" Poi attacca il citofono e guarda sconsolata mamma Simona. "Ma perché non ho detto di no!"

Simona sorride, cercando di aiutarla e sostenerla. "Tesoro… Magari ti aiuteranno a non fare gli errori che hanno già fatto loro, a evitare le fregature che si nascondono dietro questi posti, che sono, da come mi hai fatto vedere tu… tutti bellissimi!"

"Sì, mamma, hai ragione…"

Simona è più serena. "C'è solo un piccolo problema…" continua Niki, "è la stessa cosa che mi ha detto Alex e io ci sono cascata!"

Niki non fa in tempo a uscire dal portone che sente suonare il clacson. Si gira. È una Mercedes come quella di Alex, ma questa è rosa! Non ci credo. Ditemi che è solo un incubo, e soprattutto che mi sveglierò.

"Ehi, oh… Siamo qui." Claudia risuona il clacson e si affaccia dal finestrino. "Qui!"

Niki raggiunge la macchina e sale dietro. "Eccomi, grazie…"

Poi si affaccia sorridente tra di loro. "Allora siete ancora sicure di volermi dare una mano?" Niki sotto il sedile incrocia le dita. "No, perché magari sono quelle cose che si dicono per cortesia e delle quali poi ci si pente…" E rimane così, con le dita incrociate, speranzosa di sentire da parte di una di loro quelle frasi tipo "In

effetti in questo periodo abbiamo molto da fare" oppure "Grazie, non sai che fatica ripensare a tutti i giri fatti. E rifarli di nuovo! Uno stress ancora più faticoso". Invece Margherita si volta verso di lei con un sorriso molto gentile.

"Noi assolutamente no… vorremmo solo essere sicure che tutto ciò che Alex desidera ci sarà… Ma lui è sempre così impegnato, ci sembra naturale darti una mano…" Poi sta per girarsi ma si blocca e guarda Niki, come sorpresa. "Ma non è che quelle cose invece le hai pensate tu e non sai come dircelo? Forse vorresti essere più indipendente… Non ti fare problemi, eh."

"Io!" Niki sorride. "Ma figurati…"

"E allora andiamo!" Claudia inserisce la marcia e la macchina parte a tutta velocità lasciandosi indietro quelle strane bugie.


Ottantanove


"Questo è bellissimo, guarda, si vede il lago e ha una chiesa interna. Qui si potrebbe fare la cena, qui ballare e qui la torta e qui i fuochi d'artificio!" La Mercedes rosa si inerpica tra le stradine di campagna. Margherita

mostra a Niki tutti gli spazi di possibile utilizzo. "C'è una vista bellissima del lago di Bracciano e lì c'è lo spogliatoio per gli sposi, la cena può essere per metà al coperto e per metà fuori…" Niki non fa in tempo a scattare le foto con il suo telefonino che la macchina già è uscita veloce dalla strada di San Liberato. "Ma questo quanto verrebbe secondo voi?" "Dodicimila euro solo il posto." "Ah…"

"Bè, tanto uno si sposa una volta sola, no?" E tutte e due sorridono mentre Niki alza le sopracciglia. Oddio, ma chi me l'ha fatto fare!

Claudia guida veloce e la Mercedes sbuca quasi in controsterzo nello spiazzo davanti all'ingresso. "Ecco, qui si è sposato Eros Ramazzotti con Michelle Hunziker…" "Ma si sono anche lasciati!" "Ho capito, ma mica è colpa del castello!" Il portiere apre il cancello e le fa passare. Margherita si gira sorridendo verso Niki. "Conosciamo una delle Odelscalchi… Molto simpatica."

La macchina procede spedita su per la salita. A sinistra si stende, tranquillo e pacifico, il lago di Bracciano. Niki guarda dal finestrino. "Ma è bellissimo!" E scatta una foto.

"Sì, qui costa un po'"di più ma hai una serata fantastica! Delle sale stupende, con armature, quadri antichi, drappi, vedi quel cortile lì?" Margherita indica un po'"più avanti una radura piena di bellissime piante di rose e racchiusa tra le mura del castello ricoperte da un'edera leggermente ingiallita dall'autunno. "Ecco, lì sarebbe bellissimo fare il rinfresco…"

"Sì, ma con i fritti…"

Claudia aggiunge divertita. "Fritti a cartoccio con i padelloni grandi sulle fiamme e l'olio che sfriccica, io adoro i matrimoni così…"

"Oh… certo" dice Margherita. "Sarà proprio così, prosciutto tagliato a fette, pezzetti di parmigiano, una bella treccia enorme di mozzarella fresca…"

Claudia interviene di nuovo. "Sì, quelle di Latina o di Salerno, che sono buonissime… Ma anche una bella burrata, eh… Dovrebbe arrivare dalla Puglia" e chiude gli occhi sognante. "Mmm… Mi sta venendo una fame!"

"Dai, Claudia, continuiamo il giro. Questi sono dettagli, Niki deve vedere ogni cosa!"

"Ehm… Grazie…" sorride Niki tra loro due, mentre la macchina riparte a tutta velocità verso nuovi incredibili posti da matrimonio. Poco dopo sono sull'Appia… "Questa è la villa dei Quintili, un posto da sogno." Poi sull'Aurelia… "Questa di via dell'Acqua Fredda è molto molto bella, ha un'atmosfera tutta sua particolare… E la notte rende tantissimo!" E dopo ancora sono alle ville antiche sulla Cassia, immerse tra il verde del Parco di Veio… "Questa è favolosa, qui si sono sposati un sacco di vip." Poi arrivano fino a Palidoro, ultima tappa vicino alla Posta Vecchia. "L'hanno appena messo a posto… Ha un catering buonissimo e una splendida vista sul mare!" E ancora su e giù per tutto il litorale e la campagna laziale, fino ad arrivare di nuovo sotto casa di Niki.

"Grazie di tutto…"

"Allora, ci sono un sacco di cose buone, vero? Conviene vederle subito tutte e poi decidere… Anche se è tra cinque mesi… Poi non si sa com'è, ma quei giorni improvvisamente volano!"

Claudia è d'accordo con lei. "Sì, mi ricordo che quando mi dovevo sposare le settimane passavano in un soffio… Era subito di nuovo lunedì e ti prende l'ansia che non hai concluso nulla e poi quando finalmente hai scelto quella villa… Bè, per la tua data stai sicura che l'ha già prenotata qualcun altro."

"Speriamo di no!"

"Ah, certo… Ma conviene fermarle subito, sennò… Sembra uno scherzo del destino… Accade sempre così!"

"Bè, ci vediamo domani…"

"Domani?"

"Sì, avevamo pensato…" Margherita apre un foglio pieno di

appunti. "Allora, domani ci sarebbero bomboniere, tableau e biglietti… Dopodomani vestito, trucco e parrucco… Ti conviene fare subito tutto."

"Perché poi la prossima settimana" interviene Claudia indicando

gli appunti di Margherita, "ci sarebbero regali per gli sposi e lista di nozze…"

"Più" le ricorda Margherita, "luna di miele… Comunque decidete

dove andare, poi se volete lo mettete in lista."

"Sì, ma non conviene mai, la gente con la scusa che deve metterci dei soldi finisce per spendere meno di quanto ci costa a tavola."

"Sì, noi abbiamo fatto quest'errore, siamo andati in Polinesia. Quindicimila euro di viaggio. Bè, lo abbiamo messo in lista e ci hanno coperto a malapena la metà."

"Non ti preoccupare, ti salviamo noi dai classici furbetti da matrimonio…" Niki fa un sospiro. Poi sorride.

"Sì… A domani, stessa ora."

E si allontanano così, lasciando Niki sconsolata sotto il portone. Va bene, mi salveranno pure dai furbetti del matrimonio… Ma da loro? Chi mi salverà? E di colpo le viene in mente quel film con Julia Roberts, Se scappi ti sposo, quando lui le dice: "Tu vuoi un uomo che ti accompagni sulla spiaggia, con una mano sugli occhi, per farti scoprire la sensazione della sabbia sotto i piedi. Vuoi un uomo che ti svegli all'alba, perché muore dalla voglia di parlarti, per sentire cosa dirai". Ecco. Anch'io vorrei solo questo. Perché le cose più belle accadono solo nei film?


Novanta


"Allora? Com'è andata, Niki?" La mamma corre curiosa incontro alla figlia che sente entrare dalla porta del salotto.

"Ho fatto più di sessanta foto e almeno cento chilometri… Ho visto trenta posti per il ricevimento… E mi viene da vomitare."

"Per la macchina? Ti ha dato fastidio?"

"Sì, ma non per come guidavano… Per quello che dicevano! Mamma, questo matrimonio mi sta già stressando."

"Domani mi sono presa un giorno al lavoro e vengo con te, ok?"

"Grazie, mamma!" E l'abbraccia saltandole al collo.

"E poi seguiremo tutte le cose con calma, non deve consumarti, deve essere un bel matrimonio e basta."

"Speriamo…"

Simona stringe forte sua figlia. "Sarà così, vedrai."

Niki, distrutta dalla giornata e dalle chiacchiere e dalla difficoltà di capire quale tra quelle bellissime ville sia davvero giusta, va in camera sua quasi strusciando i piedi. Simona la guarda con un sorriso di tenerezza. Sarà un bel giorno Niki, vedrai, e alla fine tutto sarà più facile del previsto, ogni cosa improvvisamente andrà al suo posto, puff, così, come per magia. E la sente chiudere la porta della sua stanza. Sempre che tu, Niki, lo voglia davvero.

Niki si butta sul letto e proprio in quel momento suona il suo telefonino.

"Alex!"

"Amore, come stai?"

"Bene. Cioè, bene…"

"Che è successo?"

"Niente."

"Ah… mi ero preoccupato… E con le mie sorelle com'è andata?"

"Bene…"

"Sul serio o bene per essere educata?"

"Bene, perché sono tue sorelle."

Alex ride. "Lo so… Le conosco… Brava amore, una volta superata

questa prova secondo me il resto della vita ti sembrerà in discesa."

"Ma un bel posto tranquillo in pianura no, eh?"

Alex sorride. "Hai ragione… Io ti avevo dato la possibilità di tirarti indietro…"

"No no, dai, ormai è fatta e va bene così. Piuttosto avevano detto che forse a un certo punto ci avresti raggiunto, invece…"

"Invece ho avuto da lavorare un sacco, amore."

"Ecco, lo sapevo, quindi non ti vedo neanche domani…"

"Non credo…"

"E nei prossimi giorni?"

"Difficile…"

"Praticamente finisco per sposarmi una delle tue sorelle!"

"Sabato pomeriggio stiamo insieme…"

"Oh… Che bello… E dove mi porti?"

"Ehm…" Alex rimane un attimo così, non sa bene come dirglielo. "C'è il corso prematrimoniale…"

"Pure?"

"È obbligatorio…"

"E va bene… Dai, ci sentiamo più tardi, che adesso vado di là a mangiare qualcosa, ho una fame pazzesca."

"Ok, a dopo, amore… Ah, Alex… Ma non è che al corso prematrimoniale vengono anche le tue sorelle, vero?"

Ma il giorno dopo, malgrado la presenza di Simona, le tappe stabilite da Margherita e Claudia sono un altro tour de force.

"Ecco, questi sono i biglietti Pineider, i migliori in assoluto, ce ne sono di diverse grammature…"

Niki guarda curiosa la proprietaria del bellissimo negozio di via degli Scipioni. La signora le sorride. "Il peso del biglietto determina naturalmente anche il suo costo… Ma scusate…" Guarda prima Simona, poi Margherita e infine Claudia. "Chi di voi è la sposa?"

E tutte e tre si girano e indicano Niki. "Lei!"

"Ah… Bè… Ci sono allora anche biglietti più moderni, e poi dipende sempre un po'"dal tipo di lettering che si decide di usare… È quello che fa la differenza sia per il costo che per l'importanza e la modernità del biglietto."

"Ma quanto verrà a biglietto?" Simona si fa prendere dalla

curiosità e non riesce a trattenere quelle parole. Margherita e Claudia fanno finta di niente. La signora è leggermente imbarazzata. "Bè, diciamo che dovrebbe sceglierne uno, così posso essere più | precisa."

Niki decide di accorrere in aiuto di sua madre e prende subito al volo il primo tra quelli esposti sulla tavola. "Questo, per esempio…"

La signora lo prende in mano. "Uhm, vediamo… rif 30… quanti | sono gli invitati?"

"Ma ancora non lo sappiamo… vero, Niki?" le chiede Simona.

"Già."

Margherita e Claudia sorridono. "Diciamo una cifra approssimativa sui…"

"Sui…"

"Sui…"

Sia Niki che Simona si guardano. "Bè, sui…"

"Bè, sui…"

Simona si butta: "Cen…". Vede l'espressione sorpresa di Margherita e cambia. "Duecen…" Vede quella di Claudia e cambia ancora. "Trecen…" Tutte e due le sorelle annuiscono con un bel sorriso.

E all'improvviso interviene Niki. "Quattrocento! Saranno quattrocento i miei invitati…" E sorride alla signora che ricambia e si mette subito a fare i calcoli.

"Bè, volete anche la spedizione dei biglietti a casa, giusto?"

"Sì, certo…"

"Allora il costo per questo biglietto, peso 30 grammi, e queste lettere, spedizione a casa per quattrocento invitati… sarà tra i 1800 e i 2400 euro…"

Simona sgrana gli occhi. "Bè, se ricevono un biglietto che costa così… Poi dovranno venire tutti per forza!"

E continua la frenetica scelta di ogni singolo dettaglio del matrimonio.

"Vanno bene questi?"

Niki scuote la testa scartando una scopetta in argento come bomboniera.

"E questo?" Un piccolo vaso in cotto. Niki scuote di nuovo la testa. E così via, una continua proposta degli oggetti più disparati, dalla piccola cornice alla brocca, dal fiocco d'argento al vassoietto, da un uomo e una donna in bicicletta stilizzati tipo i disegni di Peynet a un portatovaglioli. E altro ancora.

"Come lo facciamo il tableau degli invitati?"

Margherita è sempre quella inarrestabile. "Facciamo…"

Niki parla piano a sua madre. "Ma non è che si risposano pure loro?" Simona ride.

Margherita va avanti per la sua strada. "Sai, le mie amiche hanno sempre trovato un'idea carina per fare i tavoli…"

Claudia si aggiunge. "Io, per esempio, ho usato i nomi dei fiori… Rosa, tulipano…"

Margherita invece è più fiera della sua scelta. "Io le pietre preziose, che ne so… Tavolo diamante, tavolo giada, smeraldo,

turchese…"

Claudia continua. "La nostra amica Ballarmi ha fatto i frutti, Tavolo pesca, susina, pera… Si è sposata d'estate…"

Simona sorride ricordandosi il suo matrimonio. "Noi avevamo

scelto il tableau in base alla musica. Avevamo fatto i tavoli con i nomi delle band. In quel periodo…" si rivolge soprattutto a Niki, "eravamo pazzi per la musica. Tavolo U2, tavolo Wham, tavolo Aerosmith!"

Margherita e Claudia si guardano di nuovo sgranando gli occhi. Ah… Carino!" dicono con un sorriso forzato.

Niki invece è entusiasta. "Mi piacerebbe fare come voi! Però con tutti i cantanti di oggi… Ecco, tipo… Tavolo Negramaro…"

Margherita rimane sorpresa. "Ma chi sono? Sembra un digestivo…"

Claudia dà una spinta alla sorella. "Macché! Come sei antica! Io li conosco… Lui si chiama Giuliano e canta benissimo."

Questa volta sono Niki e Simona a sorridere.


Novantuno


Alex sceglie un brano musicale e lo monta sotto un pezzo del suo filmato.

"Ehi, è facile lavorare con questo programma del Mac. Sono proprio dei geni. Steve Jobs è un grande e mi dispiace che sia così malato. Ha voluto rendere le cose semplici per le persone semplici. Così è nata questa piccola mela…"

Alex continua il suo lavoro. Dissolvenza, immagine, dissolvenza. Le piacerà? Spero proprio di sì. "Riguarda gli ultimi fotogrammi, lei che si gira lentamente, e poi i suoi occhi, l'inquadratura stretta su di loro, su quello che raccontano, su quello sguardo, quella storia d'amore… E poi quel sorriso, dissolvenza, campo lungo, e lei che corre divertendosi per le strade di New York. Sì. Le piacerà. Tra poco è pronto e lo metterò in rete sul nostro sito. Toc toc. Bussano alla porta.

"Alex, si può?"

"Avanti." Entra Leonardo, il direttore.

"Sono proprio contento. Era quello che mi aspettavo, quello che volevo, quello per cui ho lottato e che ho ottenuto."

Alex si rigira nella sua poltrona. "Non ho capito. Credo che ci sia qualcosa che mi sfugge e, se mi stai dando il merito o la colpa di qualcosa, io non c'entro assolutamente nulla…" Sorride cercando di capirci un po'"di più.

Leonardo in maniera trionfale poggia sulla sua scrivania un foglio. Poi con la mano destra lo ruota verso Alex, così che possa leggerlo. Alex lo prende in mano. È ancora caldo, è stato appena stampato. Sta per iniziare a leggere, ma Leonardo lo precede. "È la tua promozione in campo internazionale, non hai che da fare qualche viaggio in più, ma si parla di un massimo di sei spostamenti l'anno, e la tua base rimane sempre questa. Quindi…" sorride felice Leonardo allargando le braccia, "massimo guadagno con minimo sforzo… Il tuo stipendio è praticamente raddoppiato…"

Alex poggia il foglio sulla scrivania. "Ma non capisco a cosa devo questa promozione. È una promozione, giusto? Non mi sembra che abbiamo mandato alcun progetto, non mi ricordo di aver firmato alcuna particolare campagna ultimamente, al massimo abbiamo fatto qualche specie di esercitazione…"

"Infatti…" Leonardo si siede di fronte ad Alex. "Ti ricordi quella prova che abbiamo fatto, che ha tirato giù Raffaella, la tua nuova assistente…"

"Certo, come no… La prova me la ricordo benissimo, e anche Raffaella, l'assistente che io non volevo e che tu mi hai obbligato ad accettare."

"Mi sembra assurdo rifiutare una solo perché può farti cadere in tentazione, allora vuol dire che qualcosa non funziona ed è inutile far finta di niente… Oltretutto è veramente brava."

"Su questo non ho nulla da dire."

"Neanch'io, infatti quelle prove di filmato, quel gioco sugli animali, sulla natura e il prodotto, le abbiamo finite e le abbiamo spedite…"

"Ma io non ne sapevo niente!"

"Eri a New York a coronare quell'altro tuo sogno… E noi abbiamo mandato quei filmati a nome tuo…" Leonardo torna serio.

"Non c'è nessun obbligo però da parte tua… Solo se ti va puoi seguire la produzione cinematografica di questo spot che abbiamo chiuso. La cosa importante è che la nostra sede di Londra ha detto "l'inventore di LaLuna ha conquistato il mondo. Ecco il Dream World". Loro sono felici. Gli hai fatto chiudere un contratto da cinquanta milioni di dollari… E per questo che hanno mandato questa promozione. Era il minimo, no?" Leonardo si alza dalla poltrona. "Minimo sforzo massimo guadagno. Fatto questo, te ne puoi andare un altro mese da qualche parte… su qualche faro nel mondo, tanto per rimanere in tema. Ecco! Mi viene un'idea bellissima per il tuo viaggio di nozze!" Leonardo apre le mani e, come se facesse scorrere uno slogan nel vuoto, legge un titolo sopra la scrivania di Alex: "Notti da sogno nei fari più belli del mondo". Che ne dici?"

Alex rimane un attimo titubante. "Ti ringrazio, ottima idea, potresti essere un bravo wedding planner… Però se non ti dispiace alle mie nozze ci vorrei pensare io."

"Mi sembra giusto… Così come mi sembra giusto, qualunque sia la tua decisione, condividerla con chi in qualche modo ha contribuito a renderla possibile… La posso chiamare?" E senza aspettare la sua risposta, Leonardo va verso la porta, la apre e si affaccia sorridente. "Raffaella, vieni… Ti vuole parlare!"

E lei timorosa, leggermente imbarazzata, dopo pochi secondi appare sulla porta. Ed è una specie di spot vivente. I capelli luminosi, ricci, tanti. Il suo sorriso smagliante ha lo stesso effetto di quelle pubblicità ritoccate che promuovono gomme o dentifrici sbiancanti. Ma non c'è trucco che batta il suo sorriso.

"Ciao, Alex…" Raffaella si ferma sulla porta. "Volevo farti i complimenti per la promozione…" E rimane così, incorniciata dallo stipite, lei, naturale immagine provocante, più peccatrice che santa, spuntata fuori da chissà quale nuovo ed eccitante girone dantesco. E Leonardo, conscio di tutto questo, guarda Alex con un'espressione ammiccante, come a dire "Senti, siamo uomini, non puoi negare tutto questo, non puoi far finta di niente. Ok, ti stai sposando, ma questa è una super pubblicità vivente, ammettilo anche tu!". O almeno questo è quello che Alex legge nello sguardo di Leonardo.

"Bè, sì… Sono contento. È grazie soprattutto a te che tutto questo è successo…"

Raffaella adesso tiene a bada l'imbarazzo e ritrova la sua sicurezza piacevole, non invadente. "Dai… Non prendermi in giro. Lo sai anche tu che mi hai dato delle indicazioni chiarissime, non ho fatto altro che seguirle e metterle in pratica."

"Sì, ma sai come si dice: "Good ideas, ten cents half a dozen…". La tua realizzazione è stata perfetta. E stato per quella che loro sono rimasti colpiti…"

"Sì, ma senza la tua intuizione…"

"Ok… Ok…" Si mette in mezzo Leonardo. "Siete bravissimi tutti e due, e io senza di voi non saprei proprio che fare. Ed è grazie a voi due in un modo o nell'altro che Londra ha preso tutti quei soldi, io sono ancora il direttore e la Osvaldo Festa va avanti… Ok? Però vorrei andare a mangiare qualcosa con voi, ok? E nel posto migliore per festeggiare un giorno importante come questo!" Guarda Alex, poi Raffaella, poi di nuovo Alex. "E non potete dirmi di no…" Sorride. "Anche perché pago io questo benedetto pranzo e soprattutto… perché sono il vostro direttore!"

Alex e Raffaella si scambiano un'occhiata, poi scoppiano a ridere. "Bè, in effetti messa così non possiamo proprio tirarci indietro."

Leonardo è visibilmente soddisfatto. "Ok, andiamo tra un'ora con il mio autista, così potete mettere a posto e finire quello che stavate facendo…"

Raffaella sorride e lascia la stanza. "A dopo…"

Leonardo fa per uscire. "Pensaci, Alex… Non rischi niente, qualche breve, piccola riunione fuori e un grande guadagno… Consigliati anche a casa… Non mi puoi dire di no."

"Ok, grazie Leo… Ci penso e ti faccio sapere."

Leonardo non riesce a capire questa sua indecisione. Per lui dovrebbe essere già un sì. E un sì detto con grande felicità. Mah. Valli a capire questi giovani rampanti di oggi. Hanno un sacco di dualità, sono intuitivi, determinati, ambiziosi, e poi si spaventano di fronte alle novità. E scuote la testa entrando nel suo ufficio con quello che ormai è diventato un tormentone nelle riunioni con i superiori: "Sò ragazzi…". Si siede alla sua scrivania e risponde alla mail di Londra.

"Alex Belli è sorpreso e contento della vostra proposta…" Poi riflette un attimo massaggiandosi il mento con la mano. Ecco. Potrei metterla così. Parte deciso. "Accetta il progetto e lo porterà fino in fondo. Per quanto riguarda la promozione e i nuovi compiti a livelli europei, li vuole considerare con la dovuta attenzione." E soddisfatto clicca sul tasto invio. Poi si appoggia allo schienale. Praticamente gli ho detto che Alex fa il film che produciamo e che non dice subito sì solo perché è uno che dà la giusta importanza alle cose. Ma loro sorrideranno e capiranno che anche questo è un sì, detto in un altro modo, ma è un sì. Certo, se lo sa Alex… son dolori. Ma un direttore si deve anche prendere le sue responsabilità, no? E con quest'ultima considerazione chiama la segretaria all'interfono.

"Sì, dottore, mi dica."

"Stefania, per favore, prenoti subito il pranzo per tre…"

"Certo, e dove? Ha qualche idea?"

"No… Un posto importante e che faccia la sua figura. Mi sorprenda! Si assuma questa responsabilità!"

Stefania sorride. "Certo, direttore… Cercherò il meglio." E chiude la comunicazione. Anche lei scuote la testa. Si assuma questa responsabilità. Ma perché non gli organizzo io perfino la sua vita privata? Mah… Una cosa è sicura. Tutti vengono promossi e io che faccio il lavoro più sporco rimango sempre nell'ombra e al palo.

"Buongiorno, un tavolo per tre, per favore… Sì, tra un'ora circa, con la più bella vista che c'è. Grazie."






Novantadue


Rimasto solo, Alex compone subito il numero. Uno squillo, due, finalmente risponde. "Niki! Amore mio… Non sai che notizia…" Poi ci ripensa un attimo. "Come stai? Buongiorno… Tutto bene?" Niki sorride mentre cammina in fretta per il viale dell'università.

"Sì, tutto benissimo, tranne che ho fatto un incubo…"

"Cioè?"

"Ho sognato che al posto delle mie amiche Onde, le mie testimoni erano le tue sorelle!"

Alex ride. "Capirai, siamo messi proprio male… Sei sicura che non vuoi che io intervenga con loro?"

Niki continua a camminare veloce. Si sistema sulla spalla la borsa piena di libri e procede un po'"storta. Per un attimo rimane perplessa per quella nuova offerta. Certo, non sarebbe male. Ma ora sarebbe anche peggio. Vuol dire abbandonare la lotta, ritirarsi, in un modo o nell'altro è come dargliela vinta. "No, amore… Grazie… Non ti preoccupare. Sono sicura che è solo questione di stress! Tra un po'"non me le ritroverò più neanche in sogno! Ma che mi stavi dicendo?"

"Che c'è la possibilità di una promozione!"

"Che bello! E come mai?"

Alex ci pensa solo per un secondo. Non gli sembra proprio il caso di tirare dentro la sua assistente e ciò che ha fatto. "Niente, è piaciuto il progetto per una campagna… E mi hanno dato questa promozione…"

Niki sale le scale dell'università, si accorge che l'aula è piena. "Scusa, Alex! Sono troppo felice per te, ma devo entrare a cercare un posto. Posso chiamarti dopo?"

"Ma è così bello poter condividere ogni scelta sul lavoro per prima cosa con la persona che ami…"

"Parli di me, vero?"

"Certo… Sciocca!"

"Ma se la persona che ami ha lezione? Mica la vorrai far bocciare per parlare della tua promozione, no?"

Alex scuote la testa. Riesce sempre a fregarmi. "Ok, ci sentiamo dopo."

"Alex…" Niki si accorge della sua voce. "Mica devi decidere ora, no? Ne parliamo appena abbiamo tutti e due un po'"di tempo…"

Alex sorride. "Sì, hai ragione amore… Buona lezione." Chiude il telefono. Poi lo guarda. Non c'è niente da fare. È troppo veloce. Ha le battute a mò di mitragliatrice, sembrano dei piccoli slogan! Ne avrà uno anche da dire in chiesa? Certo che in quasi due anni è proprio cambiata, è come un fiore. Un fiore però quando sboccia ogni mattina è lo stesso. Invece lei è come se fosse nascosta sotto quei petali e quando si dischiudono ogni volta è una sorpresa. Certo, avrei voluto tanto parlarle di questa scelta perché io so che, anche se Leonardo la prospetta così facile, sotto sotto ci potrebbe essere qualche fregatura. Cioè, se non altro i viaggi fuori e l'impegno della campagna e le solite riunioni questa volta su un prodotto molto diverso e un mezzo nuovo come uno short movie. C'è per forza la fregatura.

Bussano. "Si può?"

"Avanti."

Compare sulla porta Raffaella. "Noi si andrebbe…" E sorride piegando di lato la testa.

"Arrivo."

"Ok. Ti aspetto di là."

Alex si alza dalla poltrona e prende la giacca. "Noi si andrebbe…" È carina come frase. Noi si andrebbe. Suona in un italiano un po'"sdrucciolevole, però ha il suo perché… cioè, rende. Ehi, si infila la giacca ed esce dalla sua stanza, ma non è che la fregatura è proprio questa Raffaella?


Novantatré


Niki cerca di districarsi tra gli studenti accalcati sulla porta dell'aula. "Scusate, permesso, mi hanno tenuto un posto avanti!"

In realtà non è vero. O meglio, lei lo aveva detto a Barbara, spera solo che se ne sia ricordata. Ma non appena riesce a superare un po'"di gente e ad arrivare all'inizio dei banchi, tutti insieme si alzano e vanno verso l'uscita, quasi travolgendola.

"Che succede? Che succede?" E quasi inciampa, strattonata, spinta, fino a che, proprio mentre sta per cadere a terra, una mano la prende da sotto l'ascella e la tira su, rimettendola in piedi, facendole ritrovare l'equilibrio. Allora si gira sollevata. "Grazie" e incontra quel sorriso. È Guido.

"Figurati… Ti avevo visto. Ci sono due che hanno iniziato a fare a botte per i posti…"

"Ma che, sono matti?"

"Sì, oltretutto c'è pure occupazione…"

"Di nuovo? E perché?"

"Boh, contro le nuove leggi per i tagli del ministro e in più perché dovrebbe passare di nuovo il Papa. Ma perché ci tiene tanto a venire all'università? A me sembra solo una rottura di scatole…"

Finalmente più tranquilli riescono a raggiungere l'uscita. Niki gli sorride. "Non è vero, la lezione di Letteratura italiana è bellissima, cioè il prof sembra un poeta quando fa quelle citazioni e poi attraversa i tempi, fa dei collegamenti assurdi, è un grande per me…"

""Per conservare a lungo l'amore del proprio amante è indispensabile che la speranza e il timore siano sempre presenti." Emilie du Châtelet. Vedi, io ne faccio di continuo e non è che tu mi apprezzi così tanto…"

"Non è vero! Sono qui con te…"

"Che c'entra, questo è perché ti ho salvato. Anzi, mi viene un dubbio, non è che volevi essere travolta per poi uscire su tutti i giornali con tanto di foto e nome?"

"Ma figurati… Io?"

"Qui tutti vogliono apparire! Sai che pagherebbero questi per non stare qui a studiare ma al GF…"

"Al GF?"

"Sì, nella casa del Grande Fratello… o a fare la Talpa o ancora meglio all'Isola dei Famosi! Insomma tutti quei reality che per un

attimo ti fanno sentire ricco e famoso e quindi lasci la moglie o il marito, cambi lavoro, esci di lì che pensi che puoi spaccare il mondo e invece basta qualche mese e non sei più nessuno, cioè sei di nuovo quel qualcuno che eri ma che non ti bastava essere…"

"Ehi… filosofia pura!"

Guido sorride. "Eh, già… L'essere e l'apparire della società moderna di Guido Desio. Non sarebbe male come trattato, eh?"

"No, è vero. Però tu mi sembri un po'"troppo preparato su tutti questi reality, hai fatto qualche provino?"

"No, però li ho vissuti tutti sulla mia pelle, la mia ex voleva entrare a tutti i costi al GF e siccome l'hanno scartata sul finale, ha fatto una storia pazzesca, le è presa la depressione e ha voluto provare anche con la Talpa, la Fattoria e l'Isola dei Famosi… Morale? Alla fine non sentendosi importante per il pubblico, ha voluto esserlo per uno più grande, il professore… Ma tu ti rendi conto… No, dico, ti rendi conto? Oh, sembrerà assurdo ma dalle ragazze uno si può aspettare di tutto, proprio perché le tentazioni della società sono infinite…"

"Ed ecco che riesce il trattato Desio. In realtà io credo che valga anche per alcuni uomini…"

"Più per le donne…" Guido sorride ma Niki si accorge che per la prima volta in realtà tra quelle parole c'è nascosta un'amarezza, un sincero dispiacere, il sapore del fallimento. Aveva puntato su di lei. Non c'è niente di più terribile quando credi in una persona, in amore soprattutto, e allora ti butti, non pensando più a niente… E in un secondo Niki ha mille immagini. Lanciarsi da un trampolino in avanti a occhi chiusi… in una piscina senz'acqua. E quello strano esercizio che fanno in palestra dove uno si butta all'indietro e l'altro alle sue spalle deve prenderlo… Chiudi gli occhi e ti lasci andare per dimostrare di aver fiducia, e metti caso che quello che ti sta dietro si sposta all'improvviso? Metti caso che qualcuno lo chiama… "Ehi, amico, vieni qui un attimo…" e quello se ne va così, senza avvertire, levando le mani mentre tu ti stai lasciando andare. Niki socchiude gli occhi… Mamma mia, che botto! In realtà qualcuno ha fatto cadere giù una panca di legno rovesciandola per terra. Un ragazzo si rialza massaggiandosi il sedere.

"Ahia, che male, oh… Ho fatto un botto assurdo!"

"T'ho visto… Stavi sulla finestra poggiato con i piedi sulla spalliera e sei scivolato giù!" Così s'allontana con due amici, ridendo, soprattutto perché quel capitombolo non è toccato a lui!

Anche Guido ride. "Ti sei spaventata, eh!"

"Sì… Mamma mia che volo che ha fatto… Se capitava a me ci rimanevo…"

"Oh no… Ti vedo atletica." Guido le guarda il corpo ma in modo carino. "Sul serio. Anzi ti vorrei sfidare… Ti va?"

"A cosa?"

"È una sorpresa… Ti va o no?"

Niki ci pensa un po'"su. In effetti oggi non ha prove matrimonio e la lezione è saltata. Magari potrebbe andare a casa a studiare… Guido capisce che è un po'"perplessa. "Dai, non è una cosa pericolosa… Ci sono pure Barbara e Luca e Sara e Marco. Insomma, dai, ci divertiamo e non rischi nulla."

Niki si lascia convincere. "Ok." E si mettono così a camminare verso l'uscita dell'università parlando di tutto e di niente. Non rischi nulla. Cosa voleva dire?


Novantaquattro


Pomeriggio. Un tiepido sole illumina i vialetti di Villa Borghese.

Alcuni ragazzi corrono ascoltando musica in cuffia. Un gruppetto di bambini gioca mentre le madri, poco più in là, li controllano e parlano tra di loro di argomenti comuni. Una giovane coppia si bacia seduta su una panchina.

"Che bella giornata, eh, amore?"

"Si, bellissima…"

"Tu come stai, hai avuto altri fastidi?"

"No, tutto sotto controllo. Poi hai sentito la Rossi, quando le abbiamo portato gli esami del sangue, ha detto che è normale… che anzi me la cavo bene come sintomi… sai, mi sento bene. Pensare che ho dentro di me una vita mi emoziona moltissimo… Non credevo fosse così… "

Filippo tira un calcio a un sasso che però si sposta dì poco. Allora lo rincorre e ci riprova, stavolta va meglio e il sasso schizza via. In pochi istanti inizia un dribbling immaginario finché il sasso non finisce dentro un'aiuola.

"Goal! Visto, amore?" Filippo torna indietro sorridendo. "Sono un mito. Il tuo campione!"

"Bravo! Pensa se un giorno tu fossi qui a fare la stessa cosa, ma con tuo figlio che ti rincorre e vuole giocare con te. Non sarebbe bello?"

Filippo le torna accanto e l'abbraccia. Continuano a camminare. "Ma non so, non c'ho pensato… Sai, per me è stata una sorpresa enorme… qualcosa che non avevo programmato…"

"Figurati io! Però dobbiamo pensarci. Anche se abbiamo ancora tempo, dobbiamo decidere… dirlo ai nostri genitori… pensare se ce la sentiamo di…"

"Guarda!" Filippo si ferma di colpo e indica qualcosa. "Laggiù! Ci sono Pier e Fabrizio!" e comincia a correre verso due ragazzi che stanno palleggiando al centro di un viale. Filippo li raggiunge, li saluta, indica da lontano Diletta che intanto sta arrivando e fa ciao con la mano, poi comincia a giocare con loro.

Diletta lo guarda. Scuote un po'"la testa. Ma che fa? Perché non vuole parlarne? Che crede, che sia facile per me? Che non sia spaventata, confusa, insicura? Ho bisogno di lui, di decidere con lui Un figlio ti cambia la vita. Specie se sei così giovane. Ma un figlio è anche qualcosa di bellissimo, è lo scopo per cui siamo qui, è il nostro ponte verso il futuro. Poi si guarda intorno. Vede una ragazza con una carrozzina che passeggia tranquilla e parla col suo bimbo, anche se sa che non può certo seguire i suoi discorsi. Ma quel contatto è importante, è il loro legame e allora lei continua a parlare. E Diletta sorride. Prova una gran tenerezza. Poi si gira di nuovo verso Filippo. Lo vede giocare, si diverte, scherza. Sembra proprio un bambino.


Novantacinque


"Ho passato tutte le vacanze estive all'Elba con i miei…"

"Ah, deve essere bellissimo… Non ci sono mai stata!"

"Ma dai, una come te che ama il surf sarà andata in Toscana. Però c'è uno spot all'altezza di Civitavecchia dove si vedono delle mareggiate pazzesche… Tipo Mercoledì da leoni…"

"Sì, va bè, onde così non ci sono nel nostro mare." Le uniche Onde che conosco così, potenti e belle, sono le mie amiche, pensa Niki.

"Allora diciamo… un Giovedì da cani! Però qualche bella onda c'è! Una volta ci dobbiamo andare…" Niki continua a camminare, intanto però sorride dentro di sé. Ci dobbiamo andare. E quando? Tra poco mi sposo. Sarà più complicato, temo. Guido la guarda. "Ma anche con gli altri, eh…" e non capisce le sue vere perplessità. "Facciamo un gruppo una sera e andiamo tutti insieme. Di notte fare surf è stupendo."

"Ma non è pericoloso?"

"Ma no, puntiamo i fari delle macchine verso il mare ed è una fìcata. Adrenalina a mille. Se poi c'è la luna piena e le stelle… Bè, ti innamori…"

Niki alza il sopracciglio.

Guido sorride di nuovo."… del mare. E per sempre. Non ne potrai fare mai più a meno. Non capisco quelli che si drogano. Di fronte alla natura a volte io mi emoziono così tanto che quella, sì, è una vera droga. Sai, sono stato in Brasile, a Fortaleza, dove ci sono queste dune bianche alte come montagne. A volte al tramonto si fa come una specie di pellegrinaggio, si sale a piedi su questa montagna bianca. C'è gente di ogni paese e si arriva in cima per vedere il sole rosso che piano piano si immerge nel mare. Tutti si siedono su queste grandi dune e incrociano le gambe. Bè, è uno spettacolo unico."

"Ti credo… Solo da come lo racconti si sente quanto ti è rimasto nel cuore."

"Le onde lì erano uno spettacolo, e anche la sabbia. Pensa che tutte le sere si andava su a vedere questo tramonto e a volte alcuni di noi si portavano delle tavolette corte di legno e surfavano sulla sabbia, sulla parete più ripida, tornando giù a valle."

"Ma dai…"

"Sì. Io l'ho fatto. È pericoloso, però…"

"Perché?"

"Perché se cadi non ti fermi più, fino a quando non sei alla fine della duna, tanto rotoli veloce e tanto è ripida…"

"E a te è successo?"

"Sì… Ma ero quasi arrivato alla fine… È stato un volo incredibile, più scena però che altro… non ho avuto problemi."

"Eh, a proposito di problemi…" Niki si mette le mani sui fianchi. "Tu l'altra sera me ne stavi per creare uno enorme con quel tuo messaggio…"

"E perché? Non avevo scritto niente di male…"

"Ma non dovevi scrivere proprio."

"Perché… non siamo amici?"

"No, e lo sai… O almeno non ancora, e comunque non sarebbe stato semplice spiegare al mio uomo quel messaggio."

"Capirai! Pensa se c'era una frase come questa. "Non posso respirare se sei lontana"… È Keats! Doveva prendersela con lui!"

Niki scuote la testa. "Allora potevi mandarmi direttamente quella stupenda di Oscar Wilde: "Resisto a tutto tranne alle tentazioni"."

"Ecco… Oscar Wilde mi è sempre piaciuto. E sai perché? Perché non si nascondeva e diceva la verità."

Arrivati all'uscita dell'università, Guido si ferma davanti alla sua grossa Harley Davidson e apre un gancetto che tiene fermo il casco. "Ecco, tieni…"

Niki se lo infila e Guido, mentre si sistema il suo, sale sulla moto e allarga il braccio sinistro, così che lei ci si poggi sopra e salga. Poi accende e dà un po'"di gas. Subito la marmitta si fa sentire potente e decisa nel grande piazzale Aldo Moro. Qualche ragazzo che chiacchiera seduto sul motorino si gira a guardare. Qualcun altro sorride vedendo sfrecciare quella splendida 883 che scodinzola veloce nel traffico e sparisce nei sottopassaggi verso piazza del Popolo.

Guido si gira verso di lei. "Niki, se hai paura abbracciami…"

Niki sorride e incrocia i suoi occhi nello specchietto. "Te l'ho già detto. Non ho paura!"

Guido sorride. "Sicura?" Poi dà improvvisamente gas. La moto balza in avanti e Niki per non cadere è costretta ad abbracciarlo. Si tiene al suo giubbotto e lo stringe forte, mentre lui accelera e imbocca a tutta velocità una curva scendendo sulla strada del Muro Torto.

"Brava… Così sei più sicura…"

Niki leggermente scocciata è comunque costretta a tenersi a lui. Guido continua a correre tra le macchine, le supera a destra e sinistra, esce ed entra, piegandosi, come se schivasse dei birilli. Piano piano quei lenti movimenti, sempre uguali, la rasserenano. Niki si perde nel vento, tra i suoi pensieri. Ma che ci faccio io dietro a questo? Pensa se facciamo un incidente! Che gli racconto ad Alex? O ancora peggio, io che arrivo al matrimonio con la gamba rotta! Tutta vestita di bianco e con il gesso. Non ci potrei mettere su nessuna scritta oppure, sì, questa: oggi sposi! E attaccarci delle lattine vuote. Non sarebbe male. Pensa i genitori di Alex… E le sue sorelle! E su quest'ultimo pensiero abbraccia un po'"più forte Guido e si lascia portare perdendosi ancora di più nel vento.


Novantasei


Suonano alla porta. Olly va ad aprire. Erica entra con un vassoio di pizzette.

"Eccomi qua! Dottoressa Erica in arrivo per te!" e le scivola accanto. Va in cucina, apre il frigo, prende la Coca Cola, due bicchieri, poi torna da Olly e la tira per un braccio.

"Ma che fai?"

"Che faccio, al telefono ti ho sentita giù e ho deciso che hai bisogno di qualcuno che ti tiri su…"

La fa sedere sul divano e le porta il vassoio di pizzette. Poi i bicchieri e la bottiglia di Coca Cola. Quindi si mette accanto a lei. Olly la guarda. E sorride. È proprio un'amica. E cominciano a scherzare un po'"insieme. A parlare di tutto e di niente.

"Lo sai che la mia amica Ilenia è stata presa in un programma televisivo, nel cast del balletto? È una trasmissione locale ma lei è troppo felice. Un cabaret con comici romani."

Olly si gira. "Ilenia?"

"Sì, te la ricordi, l'avevo invitata anche alla festa per Niki."

Olly prende una pizzetta. "Me la ricordo, me la ricordo…"

"È davvero simpatica. Una ragazza d'oro. Suo padre è morto poco tempo fa e lei si prende cura della madre. Poi studia e balla. E ora guadagnerà anche qualcosina. Poi è innamorata da una vita del suo ragazzo, sai, una di quelle storie eterne che non capisci come fanno a durare così tanto eppure durano e si vogliono un casino di bene anche dopo anni? Una di quelle che a me non capiteranno mai…"

Olly finisce la pizzetta e ne prende un'altra.

"Quindi è fidanzata…"

"Sì… è innamorata. Che vale di più."

Olly finisce anche la seconda pizzetta. Si versa un po'"di Coca nel bicchiere e beve. Erica si alza e accende lo stereo. Mette una canzone e comincia a ballare in mezzo al salotto.

"E dai, Olly, vieni! Terapia del corpo! Dai, vieni!" e continua a dondolare.

Olly rimane seduta sul divano a pensare. E capisce quanto sia stata stupida la sua gelosia. E il gesto di quella sera, alla festa, quando in pratica aveva ignorato Ilenia. E poi Giampi, come l'ha trattato, accusandolo di niente. Che stupida. Mi sono lasciata ingannare dalla mia paura. Ho fatto vincere la superficialità. Io sempre pronta a dare consigli agli altri, a criticare quelli troppo gelosi, proprio io ci sono cascata con tutte le scarpe. Guarda Erica ballare, così, leggera, spensierata, allegra. Si alza. La raggiunge. E si lascia portare dalla musica, dalle parole di Tiziano Ferro e poi random, Rem, Coldplay, The Fray, Oasis, Nelly Furtado… La radio va senza un ordine. Come i pensieri di Olly.


Novantasette


Lungotevere, piazza Cavour, la moto corre leggera. Piazza Belle Arti, ancora Lungotevere, piazza Mancini. La moto sembra fatata, incontra solo semafori verdi, ponte Milvio, corso Francia, lungotevere dell'Acqua Acetosa. Piano piano la moto decelera e con un'ampia curva si infila nel parcheggio. "Eccoci qua! Siamo arrivati…"

Niki si toglie il casco scendendo. "Ma dai! Ecco la sorpresa, siamo al bowling!"

"Già, e ora puoi decidere se accettare la sfida… oppure fare la palla!"

"Cretino… Tieni…" E gli tira il casco in pancia. Guido lo prende al volo, piegandosi in avanti. "Vedi… Vado forte… Io li butto giù… i birilli!" E Niki sale veloce gli scalini entrando nella grande sala del bowling.

Guido si mette a ridere, chiude la moto e corre dietro di lei. "Aspettami."

Guido ha appena raggiunto Niki nella sala quando si sentono chiamare. "Ehi, voi! Allora siete venuti sul serio!"

Dalla pista centrale compaiono Marco e Sara con Luca e Barbara.

"Non ci posso credere!" Marco dà una spinta a Luca.

"Hai visto? Guido lo aveva detto che veniva con Niki e tu non ci volevi credere…"

Niki si gira scocciata verso di lui. Guido allarga le braccia. "Gli avevo detto che con te li avremmo battuti… Avevano paura! Ci temono… Sei stata carina a dire di sì… Dai, andiamo a cambiarci le scarpe…"

"Sì, sbrigatevi che ricominciamo la partita!"

Guido e Niki vanno verso l'angolo dove ci si cambiano le scarpe.

"Io non ti avevo detto di sì! Non sapevo che fosse questa la sfida!"

Guido cerca di calmarla. "Ok… Ma mi avresti detto di sì?"

"No!"

"Ma perché, sei testarda… Vedrai che ora ci divertiamo!"

"Quello senz'altro… Ma non mi piace che avevi già detto che venivi qui con me!"

"Era per occupare la pista, sennò magari arrivava qualcun altro e poi eravamo troppi. Se non venivo con te, sarei venuto lo stesso ma con un'altra…"

Niki si siede e si leva le scarpe, poi lo guarda male. Guido si scusa. "Dicevo solo se tu non volevi venire… Sicuramente però non sarebbe stata la stessa cosa…"

"Di questo stai sicuro!"

"O magari ci venivo con un amico."

"Sì, te con uno… Non ti ci vedo proprio." Passa le scarpe a un inserviente. "Le trentotto, per favore…"

Anche Guido passa le sue. "Io il quarantadue."

E ricevono le scarpe per giocare a bowling. Si siedono vicini su una panca per allacciarsele. Guido la guarda e le fa un sorriso. "Perché hai detto quella cattiveria?"

"Quale?"

"Che non mi vedi uscire con un amico."

"Non è una cattiveria, credo che sia una realtà."

"Veramente dopo di lei non sono più uscito con nessuna…"

"Così tante ragazze ti hanno dato buca? Non ci credo!"

"No, veramente è che…"

Niki si allaccia la seconda scarpa e scende dalla panca correndo. "Dai, muoviti…" e va verso la pista, lasciandolo lì senza dargli la possibilità di finire.

"Allora come facciamo? Uomini contro donne? O a coppie?"

"Come volete voi…"

Barbara e Sara si guardano. "Dai, è più divertente donne contro uomini."

"Ma loro tirano più forte!"

"Sì, ma qui serve la precisione."

"Ok, allora donne contro uomini!"

Niki passa vicino a Guido. "Vi stracciamo…"

"Purtroppo ne sono sicuro!"

Niki tira su una palla. È troppo pesante e ne sceglie una più piccola. Ecco… Questa è perfetta. "Faccio due tiri per scaldarmi e poi cominciamo, va bene?" Niki prende la rincorsa, poi porta dietro il piede destro e lancia facendo scivolare perfettamente la palla al centro del parquet. Poi si rialza, la guarda correre veloce verso il fondo, la palla rallenta un po'"ma alla fine colpisce il primo birillo e dopo quello tutti gli altri.

"Wow! Cominciamo bene! Strike!"

Guido guarda Marco e Luca.

"Ahia, la vedo male…"

"E ti credo, ti sei portato la più forte dell'università, anzi di Roma!"

"A Niki, ma che vieni tutti i giorni qui?"

Niki prende una nuova palla e ne valuta il peso. "Macché, l'ultima volta è stata quando ho fatto sega al liceo! Avevo sedici anni. Ormai parliamo della preistoria!"

"Comunque ci sono delle cose che una volta imparate non si dimenticano più… Come andare in bicicletta."

Proprio in quel momento lancia Guido. La palla parte veloce ma poi rallenta, piega verso destra e prima di colpire i birilli finisce nel corridoio laterale. Zero punti.

Marco guarda le ragazze. "Ehi, vi possiamo dare lui come handicap. Non c'è partita, sennò!"

Guido ride. "E dai, ero emozionato… E poi lo dice anche Frank Wilczek, "Se non commetti errori significa che non cerchi di risolvere problemi veramente difficili. E questo è un grave errore"."

"Che? Ma de che? Dove sarebbe il problema davvero difficile?!" dice Marco.

"Datemi fiducia, cazzo, datemi fiducia… E al mio via… scatenate l'inferno!"

"Ma quello era il gladiatore… Che c'entra!"

"Va bè, così… Ora bisogna combattere ed era la prima che mi veniva in mente."

"E certo, il poeta è sceso tra noi…" fa Marco, "… ma per farci perdere!"

Guido lo prende sottobraccio. "Giuro che mi impegno. Non può che andar meglio…"

"Ah, questo è sicuro!"

Guido si rivolge anche agli altri. "Volete qualcosa da bere?"

Luca guarda Marco. "Cerca di corromperci!"

"Diciamo che vorrei rimediare all'errore. Anche voi, ragazze, volete qualcosa?"

"Ok. Coca per me."

"Anche per me!"

"Io vorrei una birra!"

"Per me succo d'ananas…"

Guido li guarda preoccupato. "Oh, mi sa che da adesso in poi mi converrà non sbagliare più!" e sconsolato va al bar a prendere tutte quelle ordinazioni.


Novantotto


"Ma è un posto bellissimo… Ha un panorama veramente spettacolare."

Alex sorride di fronte all'entusiasmo di Raffaella.

"Quello è l'Altare della Patria, vero?"

"Sì. Dovrebbe essere quello lì."

Leonardo torna al tavolo. "Allora, vi piace questo posto?"

"È da sogno!"

"Sì, molto bello sul serio." Alex approva sinceramente. Si guarda in giro. Ai tavoli c'è tutta gente molto elegante, una musica dub riempie il locale suonando al giusto volume, senza disturbare.

"Ma come fai a trovare tutti questi ristoranti così particolari?"

"Mi piacciono questi posti un po'"all'avanguardia, ma anche sempre molto buoni. L'altro giorno ho provato da Gusto, in piazza Augusto Imperatore, fanno salad bar, brunch…"

"Potrebbe essere un rischio! Che ne sai?"

"È vero! Ma a me piace rischiare… Leggo un articolo, sento delle voci e allora mi butto, provo, azzardo…"

Alex lo guarda sorpreso. "Pensa che carogne, in ufficio dicono che faccia tutto la tua segretaria…"

Leonardo si riprende. "Ehm. In parte è vero, cioè lei è l'esecutivo, le prenotazioni le fa lei, ma per la creatività, la scelta del posto, le cose più importanti, insomma, ci metto tutto io!" Alex guarda meglio il ristorante. Lo Zodiaco. Sopra Monte Mario, vicino all'osservatorio scientifico universitario e alla base militare per le radiocomunicazioni. Sembra che una volta Claudio Baglioni sia venuto qui e vi abbia trovato l'ispirazione per La vita è adesso. È vero, la vita è adesso. Come diceva? "Girano le nuvole… sopra i caffè all'aperto e ti domandi certo chi sei tu, sei tu che spingi avanti il cuore e il lavoro duro di essere uomo e non sapere cosa sarà il futuro." Alex sorride. Era qualcosa del genere. Che bella canzone. Il lavoro duro di essere uomo e non sapere cosa sarà il futuro… Poi apre il tovagliolo e se lo mette sulle gambe.

All'arrivo di un cameriere, Leonardo decide di passare alle ordinazioni. "Allora, cosa ci mangiamo di bello?"

Raffaella è già immersa nel suo menu. "Uhm… Che buono, mi mangerei di tutto."

"Sì, i nomi fanno immaginare grandi cose." Anche Alex controlla la carta. Uhm sì, mi andrebbe un primo ma devo stare un po'"a dieta. Io almeno il futuro prossimo so cosa sarà. Il mio matrimonio. "Per me insalata e filetto."

Raffaella sorride. "Ah… A dieta in vista dell'abito da sposo, eh."

Non le sfugge niente. "Ah ah…"

"Ma c'è tempo! Per una volta potresti anche sgarrare! Oggi si festeggia la promozione!"

"Anche questo è vero. Anche se non ho ancora detto di sì. Va bene, allora anche patate fritte."

Raffaella alza il sopracciglio come a dire: solo?

"E come antipasto un po'"di foie gras!"

Ora sorride contenta. "Anche per me un bell'antipasto e poi prendo un primo! E poi anche un secondo. Tutto mare però, un'insalata calda, uno spaghetto vongole e pomodorini e per secondo mazzancolle e scampi… Con una vista così… Ti sembra di arrivare fino al mare!"

Leonardo chiude il suo menu. "Io non ho giustificazioni! Dieta doveva essere e dieta sarà. Una bella amatriciana! Per cominciare."

Alex e Raffaella si guardano e scoppiano a ridere.

"Che c'è?"

"No no, niente…" Alex lo guarda preoccupato. "Ma dimmi una cosa, anche della dieta si occupa la tua segretaria?"

"Bè…" Leonardo non può mentire, "a dire il vero, sì. Ma comunque faccio la dissociata… Quindi a pranzo posso mangiare un primo, giusto?"

Raffaella lo guarda dubbiosa. "Sì… Certo… Magari non proprio un'amatriciana!"

Alex solleva le spalle. "Sì… ma lui però è già sposato!"

"Giusto!"

"E allora ci porti anche dello champagne!"

"Scusate un attimo, faccio una telefonata." Alex si alza ed esce dal ristorante. Si mette a camminare per il piccolo viale proprio lì davanti e compone il numero di Niki. Tuuu tuuu. Libero. Alex guarda la città sotto di lui. Autobus pieni di gente si allontanano

lungo la strada che costeggia il fiume, macchine procedono in fila sulle tangenziali più lontane, in fondo, cime di monti innevate chiudono questa bellissima cartolina. Alex guarda il cellulare. Niente. Non risponde. Chiude e riprova. Guarda l'ora. Che strano, ormai dovrebbe aver finito lezione. Magari è in motorino. Poi si porta di nuovo il telefonino all'orecchio e aspetta ancora per un po', fiducioso. Il suo sguardo cade sulla targa della strada. Alex sorride. Un giorno devo portare Niki quassù. Il viale degli innamorati.


Novantanove


Il telefono di Niki vibra silenzioso nella borsa poggiata sulla panchina, alle spalle della pista dove i sei stanno giocando. La palla rotola veloce al centro perfetto della pista fino ad arrivare sui quattro birilli rimasti e li butta tutti giù.

"E vai! Di nuovo strike!" Niki saltella dalla felicità e abbraccia Sara e Barbara. "Oh, ragazze, li stiamo distruggendo!"

"Sì, siamo troppo forti…"

Luca aspetta che il meccanismo carichi di nuovo i birilli in fondo alla pista.

"Non ci sperate, ora recuperiamo…"

Poi, convinto e concentrato, lancia la palla. Un tiro veloce, sicuro, preciso, prende il primo birillo centrale e con lui fa saltare tutti quelli dietro.

"E vai! Questa volta abbiamo fatto noi strike e al primo colpo!" Sbatte il palmo della mano sulla destra di Marco e poi su quella di Guido. "Oh belle…" rivolto alle tre ragazze, "strike al primo colpo vale doppio, no? Non ci provate…"

"E chi ci prova?" Niki controlla il punteggio fino a quel momento. "Anche se ne fate quattro di seguito siete sempre sotto…"

Marco scuote la testa e si avvicina a Sara. "Oh, la prossima volta giochiamo in coppia… Noi avremmo vinto su tutti!" L'abbraccia e le dà un bacio in bocca. Ma Sara si stacca. "Non cercare di corrompermi… Non attacca!"

Luca stringe forte Barbara, poi alza il mento verso Marco. "E comunque a parità di giocate fatte, Barbara e io se avessimo giocato in coppia a questo punto saremmo in testa… Anzi in superte- stissima, abbiamo il massimo degli strike! Brava, amore!" E anche lui la bacia. Questa volta Barbara però prosegue nel bacio e poi sorride morbida e innamorata. "L'avevo detto io che volevo fare la sfida tra le coppie… È che loro sono invidiosi… Sapevano già che li avremmo fatti a pezzi!"

E continuano a ridere e scherzare così, divertiti e leggeri di sfida e d'amore.

Guido guarda Niki e allarga le braccia.

"Non sarebbe stato male fare coppia con te… Vai fortissima!"

"Sì… Mi piacerebbe poter dire la stessa cosa di te. Invece… Mi avresti fatto perdere."

Guido sorride. "Guarda che io l'ho fatto apposta…" Ma poi si avvicina e le dice sottovoce: "Sbagliavo ogni volta per farti vincere… Anche perché c'è una cena in palio, paga chi perde… E io non ti farei mai pagare".

"Eh, già, non puoi provarlo però."

"Perché non verresti a cena con me?"

"Anche… Ma soprattutto perché state perdendo."

Guido le si avvicina ancora di più. "Te l'ho detto, stiamo perdendo perché io ti voglio far vincere."

"Ok… Non ci credo."

"Allora facciamo così. Se adesso io ogni volta che tiro faccio strike… tu vieni a cena con me. Ok?"

"Ok."

"Prometti."

"Promesso."

"Ho la tua parola?"

"Quanto la fai lunga. Te l'ho già detto, sì, certo! Tanto non ce la fai…"

Guido la guarda ancora un po', la scruta negli occhi. Si piega di lato. "Ok, mi hai convinto. Ragazzi… Ora faccio un tiro perfetto… Siete pronti? Lo volete vedere un tiro perfetto?"

"Sì, magari…"

"Ecco, sarebbe ora!"

Guido fa qualche passo indietro, infila le tre dita nella palla da bowling, poi la prende con la sinistra, l'accarezza un po'"e alla fine parte deciso e convinto, fa due passi, poi si ferma e quasi si inclina lanciando la palla, facendola scivolare al centro della pista e lasciandola andare così, con una piccola spinta verso i birilli. Guido si gira verso Niki e sorride. Alza il sopracciglio. Lei per un attimo lo fissa. Poi torna a guardare la palla che tranquillamente, non troppo forte, non troppo lenta, continua la sua corsa fino ad arrivare al primo dei birilli e farlo cadere giù e poi i due dietro e gli altri quattro e i sei e perfino gli ultimi agli angoli, che dopo aver ondeggiato un po'"cadono giù, rimbalzano uno sull'altro sparendo nel buio.

Guido aspetta che Niki si giri verso di lui. Lui non ha mai guardato la corsa di quella palla, era già convinto e sicuro del risultato e con un sorriso lo conferma. "Strike…"

Gli amici gli saltano intorno e lo abbracciano.

"Bravo! Grande!"

"Bellissimo tiro!"

"E meno male, oh! Ma che t'è successo? Te sei svegliato…"

"Sì, gli hanno dato il viagra del bowling."

Guido guarda Niki che è evidentemente scocciata. "Diciamo che sono più motivato…" Luca lo ascolta curioso. "Cioè?"

"Ho riflettuto in generale sulla condizione maschile… Donne militari, donne poliziotto, donne carabiniere, donne belle come la Carfagna e giovanissime come la Meloni, ministri… Il nostro Paese ci sta lasciando troppo indietro, uomini in difficoltà. E allora ho pensato: almeno a bowling dobbiamo vincere… no?" Poi si avvicina a Niki e le sussurra: "Anche perché mi tocca una piacevolissima ricompensa, giusto?".

Niki gli fa una smorfia. "Hai fatto solo uno strike… Te ne mancano ancora cinque, tante sono le mani della partita… Mi sembra presto per cantare vittoria."

"Sì, ma sai, io sono ottimista di natura. Pensa che loro avevano detto che non saresti venuta, e invece…"

"E invece?"

"E invece sei qui che ti diverti un sacco, giochi benissimo e mi fai un enorme favore…"

"E quale?"

"Hanno voluto scommettere cento euro che non venivi, quindi quando ti porterò a cena… Saremo ospiti loro! Cosa c'è di più bello?"

Niki sorride e scuote la testa. "Bè, bravo… Cento euro te li ho fatti guadagnare… Non volendo! Quindi cinquanta in realtà spetterebbero a me…"

"Se tu fossi stata d'accordo! Ma non lo eri… o no?"

Niki sorride. "No, in effetti no… E poi dici che mi porterai a cena… Abbiamo scommesso che sarà solo se farai strike per tutti e cinque i tiri, no?"

"Hai ragione. Che fretta c'è allora di preoccuparti? Tanto secondo te non ce la faccio, no?"

E Niki sente una strana fitta allo stomaco.

Luca e Marco gli si avvicinano. "Tocca di nuovo a te, Guido!"

"Dai, che se fai un altro buon tiro recuperiamo…"

"Ok…" Guido sceglie la palla, poi si mette in posizione, sta per tirare quando si ferma e guarda Niki. "A proposito… Ma tu preferisci pesce o carne?"

"Ma che dici… Tira, và!" Poi Niki un po'"preoccupata incrocia il suo sorriso. "E comunque mi andrebbe di più una pizza!"


Cento


"Allora, vorrei un successo mondiale!" Leonardo gli sorride pulendosi la bocca e continua a parlare. "Un filmato che sorprenda, che stupisca, che commuova e faccia ridere… Avete capito cosa intendo, insomma?"

"Sì" Alex annuisce, "stai parlando di un miracolo…"

"No, sto parlando di quello che uno come Alessandro Belli sa fare. Sai cosa mi piace di te? Che vedi cose dove gli altri vedono il buio. Che da un foglio bianco crei un'emozione, guardi dalla finestra e vedi il mare o le montagne…"

"Veramente di fronte alla mia hanno messo la pubblicità di Calzedonia e quello è proprio un bel vedere…" Alex ride e mangia un pezzo di filetto. Poi si gira divertito verso Raffaella. "Guardare ma non toccare. Anche quello è fonte d'ispirazione…"

"Ah, certo. Sai che prima di diventare copywriter ho fatto una pubblicità?"

"Cioè?"

"Sono stata modella di una campagna importantissima… Mi è piaciuto molto lavorare con il mio corpo…"

"E qual è?"

Raffaella prende un pezzetto dei suoi gamberi con le dita e lo mangia. "Non te lo dico… Anzi no! Voglio proprio vedere se mi riconosci… Te ne faccio vedere qualcuna e tu mi dici quale sono io."

"Ok." Alex mangia veloce un altro po'"di filetto. "Sì sì, ok…"

"Sì, mi diverte questo gioco… Comunque la pubblicità è molto bella, non mi si vede in viso sennò mi riconoscevi subito…"

"Ah già…"

"Posso assaggiare un po'"del tuo?" Raffaella si sporge con la forchetta nel piatto di Alex senza aspettare la risposta. "Mi sembrano buone…"

"Certo…"

Raffaella riesce a infilzare una patata e la porta alla bocca. Poi

sorride ad Alex. "Infatti, proprio come sospettavo… Buonissime! Ehi, cucinano bene qua, direttore… Complimenti per la scelta!"

Leonardo versa un po'"di champagne a Raffaella, poi ad Alex e infine a se stesso. "Sono proprio contento che vi piaccia… La vita di qualità ogni tanto fa fare cose di qualità!"

Alex lo guarda sorpreso. "È tua, vero?"

Leonardo è un po'"imbarazzato. "Sì… cioè, l'ho letta da qualche parte e l'ho rivisitata…"

Raffaella alza il calice. "Allora… Come dice Alex, al nostro miracolo!"

Alex sorride, si pulisce la bocca e solleva il suo, il direttore si unisce al brindisi. "Cin cin!"

Raffaella guarda Alex fisso negli occhi. "Non lo sai? Bisogna guardarsi mentre si brinda, sennò non si è sinceri…" Poi, quasi per smorzare il momento, assaggia le puntarelle nel piatto di contorno. "Uhm, anche queste sono favolose… Non tutti le sanno fare! Vanno macerate al punto giusto, c'è chi mette la salsa lì per lì e non si amalgamano bene… Cioè, direttore, sul serio, questo posto è un mito! Quando facciamo la proiezione per gli americani sarebbe bello mettere uno schermo sospeso qua fuori…" Indica al di là del vetro il panorama su tutta Roma.

Leonardo è d'accordo. "Sì."

"Avrebbe un effetto pazzesco…" Raffaella continua, "a prescindere dal filmato che sarà comunque bello…" e rassicura Alex. "Gli americani impazziscono per queste cose, per loro il packaging in tutte le sue espressioni, dalla tavola, alla scatola, alla presentazione dell'idea stessa, è fondamentale."

Alex alza le spalle. "Questo è un po'"un peccato perché è la teoria dell'apparire e non dell'essere… Quella che sta combattendo Barack Obama."

"Sì…" sorride Raffaella. "Ho lavorato con gli americani, ti fanno sempre credere che accettano un cambiamento ma poi dipende di quale cambiamento si tratta. Per l'apparire e l'essere, con tutte quelle che possono essere le capacità di Obama, ci vorrà comunque tempo… Anche se ha detto: "America, questo è il nostro momento. Questo è il nostro tempo. Il tempo di voltare pagina rispetto alla politica del passato. Il tempo di apportare una nuova energia e nuove idee alle sfide che abbiamo di fronte. Il tempo di offrire una direzione nuova al Paese che amiamo". Li ha molto impressionati, comunque ci vorrà tempo… Ehi! Ma in queste puntarelle c'è una marea di aglio… Meno male che non devo

baciare nessuno…" E ammicca ad Alex. "Tra sposati e quasi sposati non rischio nulla… no?"

Leonardo la guarda sorpreso. "Ehi, mai essere troppo sicura… Mai dire mai…"

Alex le sorride. "Non contate su di me. Se cado prima di partire… sarà dura arrivare al traguardo."

Raffaella è curiosa. "Perché, la vedi come una maratona? Allora è faticosa…"

"No. Lo vedo come un giro del mondo… in mille giorni di te e di me, tanto per rimanere in tema… senza però lasciarsi mai."

"Bello…"

"Sì… molto bello."

Leonardo ci pensa su. "Ehi, potrebbe essere uno slogan di…"

Alex lo fulmina con gli occhi.

Leonardo allarga le braccia. "Ok ok, come non detto."

"Bè, allora vado sul sicuro…" scherza Raffaella. "Questa me la posso finire!" E con la forchetta comincia a infilzare le puntarelle rimaste.

Alex fa un sorriso, poi senza farsi vedere controlla il telefonino che ha messo silenzioso. Niente. Nessuna chiamata. Niki non mi ha cercato. Bè, avrà da fare.


Centouno


Cristina chiude lo sportello della lavastoviglie che parte subito con il lavaggio leggero. Poi finisce di sistemare la cucina e va a sedersi sul divano. Certo che la casa è davvero silenziosa. Si rialza e va ad accendere lo stereo. Dentro è rimasto un vecchio cd di Elisa. La musica si diffonde nella stanza. Però anche prima, a dire la verità, era così. Flavio stava fuori tutto il giorno. Ci vedevamo solo la sera, mai alla stessa ora, e il sabato e la domenica, sempre con mille cose da fare. Sì. Ma ora è proprio la sera che mi sento sola. Ho questo grande appartamento a disposizione, posso fare quello che voglio, entrare, uscire, cenare all'ora che mi pare, cucinare quello che mi va, dormire sul divano oppure no, mettere a posto o no, insomma, non devo rendere conto a nessuno. Non devo nemmeno giustificarmi se ho voglia di piangere. Lo faccio e basta, e nessuno se ne accorge. Ho passato anni a coordinarmi con un'altra persona, a comprimere il mio spazio per darne anche a lui, insomma a vivere in due con tutto quello che comporta. Ci si mette insieme per non sentirsi soli, per condividere gioie e difficoltà, e alla fine che succede? Tutto si spegne. E il "persempre" scritto tutto attaccato di cui parlava Richard Bach in quel libro, com'era, Nessun luogo è lontano, va a farsi benedire. E ora libertà. Tanta. Mi sento così confusa.

Squilla il cellulare. Cristina si alza e lo va a prendere in camera. Lo stacca dal cavetto del caricabatterie.

"Pronto."

"Ciao, Cri, che combini di bello?"

"Mah, ho finito di mettere a posto e mi stavo rilassando…"

"Oh, non mi diventare una casalinga disperata, eh?"

"Un po'"mi ci sento…"

"No no… allora ti salvo io" e Susanna ride. "Ci siamo divertite l'altra sera, vero?! Quindi bissiamo! Usciamo di nuovo! Ti chiamavo per questo…"

"Ma mica torniamo a fare le sceme, no…"

"No, certo. Ti faccio una sorpresa… ricordi Davide, il mio istruttore di Kickboxing?"

"Quello bello?"

"Quello bello. Lui ha un amico, un altro istruttore della palestra, insegna spinning e altre cose. Uno simpatico. E attualmente è libero! Si chiama Mattia."

"E perché me lo racconti?"

"Perché stasera andiamo a cena con loro! Ho già fissato tutto!"

"Ma io non ne ho voglia… E poi nemmeno li conosco."

"Sì che ne hai voglia… appunto, c'andiamo a cena proprio perché tu li conosca, no? Anzi, per conoscere Mattia, perché Davide in effetti… spero sia territorio mio!"

"Ma Susanna!"

"Ma Susanna che? Mi devo forse sentire in colpa se voglio godermi un po'"la vita? Non ho capito… E poi che vuoi fare, la casalinga anche stasera? Quindi mi raccomando, bella in tiro e aspettami per le otto. Baci!" e butta giù senza lasciarle il tempo di replicare. Cristina guarda il telefonino e poi lo chiude. Certo che è proprio una forza della natura, Susanna. Ma in fondo mi fa bene. Se non mi costringesse lei a uscire, mi conosco, mi chiuderei qui in casa in tuta, spettinata, a mangiare cioccolata e deprimermi. Ma sì, ha ragione lei. Magari mi diverto anch'io. E poi in effetti che alternative migliori ho?


Centodue


"Allora, ragazze… Quando volete la rivincita noi siamo qui!" Luca prende in giro Barbara, Sara e Niki.

Marco si accoda. "Certo! In fondo ci siamo divertiti… volete sapere quale è stata la parte più bella? Quando ci avete sperato per un attimo! Ah! Ah!"

"Sì, troppo forte!"

Barbara gli dà una spinta. "Ma ringraziate Guido! Senza di lui vi avevamo stracciato, distrutti, annientati…"

"Sì, neanche se giocavate con la Nintendo Wii ci battevate!"

Sara è ancora più cattiva. "Ma che gli avete dato? L'avete drogato per forza… Sembrava Jesus dei fratelli Coen!"

"Ah sì, troppo forte quel film… Come si chiamava?"

Guido sorride divertito. "Ma come… Il grande Lebowski… Il mitico Drugo."

Niki lo guarda curiosa. "Te lo ricordi così bene?"

"L'ho visto un sacco di volte… E mi è molto piaciuto. E pieno di citazioni interessanti… "Questo non è il Vietnam, è il bowling, ci sono delle regole…" Bè, ragazzi, ci vediamo…"

"Sì, ciao, domani alle dieci per lezione?"

"Ok, se mi sveglio…"

"Pure."

E si salutano così, ognuno diretto al suo motorino con la propria ragazza dietro. Niki e Guido rimangono soli. Guido cammina vicino a lei con le mani in tasca. "Allora… Vediamo un po'… Pizza, pizza… C'è il Cassamortaro Caffè a corso Francia, dove la fanno molto buona, sennò da Baffetto e alla Montecarlo dietro corso Vittorio, oppure la Berninetta vicino a piazza Cavour, lì hanno anche dei fritti da sogno…"

"Sei stato un falso tremendo."

"Cioè?"

"Mi hai fatto credere che non sapevi giocare…"

"Io?" Guido si porta la mano sinistra al petto. "Ma ti pare che

cerco di imbrogliarti così?" Niki fa un sorriso forzato. "Sì, mi pare moltissimo!"

"Ma no, ti sbagli… È che dopo mi sono entrati dei colpi fortunati… Cioè, ho tentato e mi è andata bene… Sai come si dice: la fortuna aiuta gli audaci. Sono stato audace e la fortuna mi ha sorriso. Proprio come vorrei che facessi tu ora."

Niki sorride ancora più forzatamente. "Imbroglione che non sei altro."

"Ecco…"

"Che cosa?"

"Ho trovato dove ti porto! Stasera andiamo a mangiare alla Soffitta a via dei Villini, fa una pizza buonissima che ti portano a tavola su una pala di legno, la stessa che usano per infornare!"

"Non se ne parla."

"Cosa? Hai perso una scommessa e non vuoi pagare? Allora sei tu un'imbrogliona e pure delle peggiori. Anzi sei disonesta, avevi promesso… Non ci posso credere! Non ci posso credere!"

"Stai calmo… Guido! Come sei esagerato!"

"Non vuoi pagare la nostra scommessa… Che hai perso!"

Niki è arrabbiata nera ma capisce che le cose stanno proprio così e non può farci niente. Non doveva accettare. Ma chi poteva immaginare che riuscisse a fare sei strike di seguito! Era una scommessa impossibile. E invece l'ha vinta…

Guido se ne accorge. "Non pensavi che ce la facessi, eh… Non bisogna mai sfidare l'impossibile o non credere nelle possibilità… Come quella pubblicità dell'Adidas che mi piace da morire, "Impossible Is Nothing". E tu, proprio per questo hai perso… credo che sarebbe molto elegante pagare il tuo "debito"…"

"Ok. È giusto."

"Oh, bene. Allora a che ora ti passo a prendere?"

"Non stasera."

"Come? Ma che, ricominci?"

"No, perché…" sorride Niki, "pagherò la mia scommessa, ceneremo insieme, ma non stasera."

Guido si sente un po'"fregato. "Ecco, lo sapevo che sotto sotto c'era la fregatura."

"Non è vero, perché abbiamo detto che se perdevo venivo a cena con te… ma non avevamo stabilito quando. Come vedi non imbroglio."

"Infatti, molto di più… Sei astuta!"

"Mica tanto…"

"Perché ti sposi?"

"Cretino! Perché non avrei dovuto cadere nella tua trappola. Forza, riportami al mio motorino." Guido ride e sale sulla moto, poi l'aiuta a fare altrettanto e le passa il casco. "Solo una cosa, Niki…"

"Cosa?"

"Adesso mentre andiamo…"

"Bè?"

"Non mi stringere troppo!"

"Ma và, và!" Niki gli dà un pugno per scherzo sulla spalla.

"Ahia, ma non è valido neanche che mi meni…"

"Sì sì, guida Guido… Fai il tuo dovere, sennò salta pure l'ipotetica cena!"

"Ehi, già so che pizza ordinerai…"

"Quale?"

"La capricciosa… Ti si addice proprio…"

E continuano così, ridendo e scherzando, giovani e spensierati, chiacchierando del più e del meno nel traffico di un giorno qualunque, facendo amicizia e non pensando a niente, con quella leggerezza così rara a volte, che appartiene a un momento unico e irripetìbile, propria di quell'età, di quegli strani giorni che vengono poco prima che tutto accada. In ogni senso.

"Sul serio ti piace Vinicio Capossela? Non ti ci facevo."

"Perché?" Guido le sorride girandosi un poco. "Cosa ti fa capire se mi piace o meno uno come lui?"

"Devi avere una visione particolare della vita…"

"E io ce l'ho. Magari non sono riuscito a fartela vedere… "Bocca bacio di pesca che mangi il silenzio del mio cuore…" sono i versi di una sua canzone…"

"Uhm… E Paolo Nutini?"

"Non lo conosco."

"Allora non vai oltre quella visione particolare…"

"Però mi è piaciuto l'ultimo di Marco Carta."

"Appunto! Dobbiamo mangiare solo una pizza, vero?"

"Dipende…"

"Cretino, ok, due pizze! E comunque dicevo nel senso che non è previsto anche un concerto…"

"Ah no… Però se vuoi perdere un'altra scommessa qualsiasi per giustificare la nostra seconda uscita… In quel caso ti porterei a un concerto dei Negramaro."

"Ecco, questo mi potrebbe piacere già un po'"di più. C'è solo un piccolo problema."

"Cioè?"

"Io non scommetterò mai più con te."

Guido le sorride dallo specchietto. "Meglio."

"Cioè?"

"Così se verrai al concerto, se accetterai il mio invito per Capossela o i Negramaro, non sarà perché hai perso una scommessa. Ma solo perché hai semplicemente voglia di stare con me."

"O di vedere Capossela! Fammi scendere, và, che siamo arrivati. Il mio motorino è lì."

Guido fa una curva stretta e si ferma a un passo dall'SH di Niki. "Eccoci qua. Vuoi che domani ti passo a prendere? Abbiamo la stessa lezione…"

"No, grazie" Niki gli passa il casco. "Domani non vengo all'università."

"Allora potrei non andare neanch'io e magari potremmo tornare al bowling. Ti do molto volentieri qualche lezione! A volte è solo il fatto di capire bene il movimento e poi tac! Diventa un giochetto."

"Ti ringrazio ma ho un altro impegno."

"Vuoi che ti accompagno?"

"No, grazie. Dai, ci vediamo, ora devo proprio andare." Gli dà un bacio sulla guancia e si allontana verso il suo motorino. Si gira un'ultima volta. Guido è lontano. Lo saluta con la mano. Lui ricambia e sparisce in fondo al viale. Niki si china a togliere il blocco del motorino. Troppo forte. Vuoi che ti accompagno. Sì, come no! Domani ho le prove dell'abito da sposa… Già me lo vedo. Lui seduto su una poltrona con dello champagne e io che esco dal camerino ogni volta con un vestito diverso. Solo che non è Pretty Woman e nemmeno Il tempo delle mele. È il tempo… del mio matrimonio! Il mio matrimonio! E d'improvviso le prende uno strano panico e si accorge che i giorni stanno passando a una velocità incredibile, deve fare mille cose e soprattutto… quella scelta! E le manca l'aria.

Si gira intorno e vede ragazzi e ragazze che escono chiacchierando dall'università. Due poco più in là si baciano, appoggiati a un motorino come se nulla fosse, come se fossero soli su una spiaggia, come se non esistesse niente e nessuno. Si baciano con passione, senza smettere mai, fregandosene del mondo, con le mani perse tra i capelli, affamati d'amore, di una passione ribelle, sconsiderata, folle, senza pensare agli altri. Ma gli altri chi, poi? E in quell'attimo è ancora spaventata, con il fiato corto, la paura, il

panico, l'adrenalina a mille. Devo parlare con qualcuno. Ho paura. Aiuto.

"Ciao… scusa…"

Niki ferma una ragazza a caso.

"Sì?"

E in quello stesso momento Niki quasi se ne vergogna, arrossisce, ritrova il suo equilibrio. "Sai che ore sono? Mi si è fermato l'orologio…"

La ragazza guarda il suo. "Le tre e un quarto."

"Ah… grazie."

"Prego, figurati…" La ragazza la guarda un po'"meglio. "Scusa ma… tu non sei quella della pubblicità delle caramelle… Il sole… Come si chiamavano?"

"LaLuna…"

"Eh, sì…"

"Sì, sono io."

"E infatti dicevo che mi sembravi proprio lei… A volte il caso…" E rimangono così per qualche istante. Poi la ragazza riprende. "No, sai, perché io ci ho provato tanto, mi piacerebbe fare qualche lavoretto per potermi mantenere qui a Roma. Sono di Macerata. Studio Legge, voglio diventare avvocato, però se ci fosse l'opportunità non mi dispiacerebbe fare qualche pubblicità o magari del cinema. Potrei, no?"

Niki la guarda e le sorride felice. In fondo il panico le è passato e ora la fa ridere la situazione, è anche un po'"assurda. Essere riconosciuta per quelle foto, diventare famosa mentre dormi. Non è male. Poi guarda meglio quella ragazza che adesso le si presenta.

"Mi chiamo Paola."

"Niki… piacere. Guarda, se vuoi ti do questo numero dell'ufficio… C'è la loro responsabile casting, si chiama Michela, seleziona le ragazze per gli spot… Allora, scrivi…" e le dà il numero dell'ufficio di Alex, che ricorda a memoria. Mentre Paola lo salva sul telefonino, Niki pensa tra sé. È una bella ragazza, magari è un po'"bora, certo, però se non parla… fisicamente è molto carina, ha anche delle gambe magre e lunghe. Paola chiude il cellulare. "Ok, grazie…" Poi le sorride. "Ma scusa, non hai il telefonino?"

Niki alza le spalle. "Sì…"

"Allora potevi guardare lì che ore sono…"

"Ah già… Che sciocca, non ci avevo pensato."

Paola le sorride come a dire non fa niente. "Comunque mi ha fatto molto piacere conoscerti… Cioè, è stata una situazione

strana… Magari vorrà dire qualcosa, gli incontri secondo me non avvengono mai per caso."

"Già…" Niki ripensa al suo attacco di panico e un po'"se ne vergogna. "Bè, ora ti saluto, Paola."

"Sì… Ciao. Ah… Niki, giusto?"

"Sì."

"Bè, te lo devo proprio dire: sei stata bravissima in quello spot sul tram, su tutta Roma…"

"Ah… grazie."

"Bè, ciao…" Paola si allontana, si gira un'ultima volta e la segue per un po'"con lo sguardo. Niki tira via il blocco dalla ruota e lo mette nel bauletto. Bravissima io in quello spot? Ma se dormivo!? Secondo me mi confonde con qualcun'altra. La cosa più bella della pubblicità LaLuna è la mia naturalezza in quella foto. E sai perché? Perché me l'ha fatta Alex mentre dormivo… Alex. Ma non mi ha cercato mai, oggi? Ma come è possibile? Almeno informarsi, che ne so, su dove sono, cosa sto facendo… Intanto Niki prende il casco dal bauletto, poi tira fuori dalla borsa il telefonino e lo apre. Nooo! Sei chiamate perse! Ma come è possibile? Poi guarda meglio. Mannaggia, lo avevo lasciato su silenzioso. Ecco perché non mi cercava nessuno… Né Alex né gli altri, casa mamma papà le Onde! Guarda le chiamate perse. Cosa… E ti pareva. Olly. Chissà cosa vuole… e Alex… quattro telefonate! Cioè mi ha cercato quattro volte e io non ho risposto mai. Controlla meglio. Alle dodici e quindici e alle dodici e sedici, poi di nuovo quattordici e trenta altre due telefonate. Chissà cosa è successo, lo chiamo subito. Compone velocemente il numero e poi preme invia. Tuuu tuuu.

"Pronto, amore! Ma che fine hai fatto? Hai avuto una lezione infinita!"

Niki si morde le labbra. È nervosa. "No, macché… Ho fatto di tutto per entrare, sono arrivata ai primi posti che mi avevano tenuto e poi è successo un casino."

"Cioè?"

"Due hanno fatto a botte e in più c'è stata l'occupazione…"

Alex sorride.

"Per un attimo pensavo che avessi fatto come Julia Roberts…"

"Cioè?" Niki si sente ancora più colpevole.

"Se scappi ti sposo… Pensavo fossi fuggita."

"No…" Vorrebbe aggiungere "Ancora no", e ripensa a quel momento di panico, ai ragazzi come lei che uscivano dall'università, leggeri…

Alex si accorge di quello strano silenzio. "Niki…"

"Sì?"

"Che c'è? Tutto bene?"

"Sì sì, scusa… Tutto bene."

Alex è un po'"teso. Cerca però di recuperare. "Mi ricordo che anche quando andavo io all'università un sacco di lezioni saltavano…"

"Sì, lo so, ma in quest'ultimo periodo sono più quelle che saltano che quelle che si riescono a fare."

Alex cerca di rassicurarla. "Vedrai che presto si sistemerà tutto. Sono i naturali riflessi del cambio al governo. E sempre così… Qualcuno muove gli studenti, o comunque gruppi importanti della nostra società, per far sembrare fragile l'intero sistema… Il guaio è che spesso chi viene mosso non sa neanche il perché sta contestando. Sai se chiedi a quei ragazzi dell'Onda il perché delle loro manifestazioni quanti ti sanno dire qualcosa di sensato?"

"Sì, questo è vero… Alcuni lo fanno perché fa moda…"

"Altri perché comunque si rimorchia…" E in quel momento a Niki viene in mente Guido. Ma Alex continua. "Com'era da noi allora… Credo che sia una di quelle cose che rimane valida per ogni generazione…"

"Già."

"E scusa, ma se è saltata la lezione, come mai non rispondevi?"

Niki arrossisce di botto, avvampa, si sente il cuore battere a duemila. E ora? Ora che faccio? Che dico? Va bè, comunque non ho fatto niente di male, giusto? "Sono andata a giocare a bowling con dei miei amici."

"Con le Onde?"

"No… Certi dell'università…" Niki chiude un attimo gli occhi poi continua. "Barbara, Sara, Marco, Luca… Insomma, quelli con cui studio."

"Ah…"

Guido. Non ho detto Guido. L'ho volutamente escluso. Perché lo hai escluso, Niki? Che stai combinando? Neanche a dire che adesso puoi recuperare dicendo: "Ah, c'era anche un certo Guido…". Suonerebbe falso, falsissimo, anzi peggio, segnerebbe la tua colpevolezza. Ma colpevolezza di che? Oh! Niki, sta passando troppo tempo… Troppo. Dì qualcosa.

"E tu che hai fatto, Alex? Tutto bene al lavoro?"

E mai come stavolta quella frase le suona strana, stonata. Come se in realtà non le interessasse veramente sapere, come se volesse

solo prendere le distanze dalla sua bugia. Bugia… Mancanza di verità completa. Cioè, ho solo escluso la presenza di Guido, nulla di più. O molto di più? Che succede, Niki? Cosa sono tutte queste domande? Cosa sta accadendo? Stai impazzendo? Non è possibile, Niki. Lo sai, vero? Per fortuna Alex riprende a parlare. Ma per Niki è come se fosse passato un secolo, una pausa lunghissima, e tutti quei pensieri, quelle elucubrazioni mentali. Come diceva quella canzone di Battisti? Me l'ha fatta conoscere proprio Alex quando abbiamo cominciato a uscire. "Confusione… mi dispiace se sei figlia della solita illusione e se fai confusione…" e anche quell'altra… "Ma io gli ho detto no e adesso torno a te con le miserie mie, con le speranze nate morte che io non ho più il coraggio di dipingere di vita…" Ma che dico? Che penso? Che c'entra? E solo in quel momento Niki si accorge che Alex sta parlando con lei al telefono.

"E quindi alla fine siamo andati a mangiare allo Zodiaco, un posto bellissimo, amore, ti ci devo portare…"

"Ah… E chi eravate?"

Alex si ferma un secondo. Rimane così, come sospeso, preoccupato. "Ma Niki, te l'ho appena detto: io, Leonardo e la nuova assistente Raffaella che mi segue in questo progetto…"

"Ah…"

Alex capisce che c'è qualcosa di strano. Magari è stanca. Ha troppi pensieri, l'università e poi la preparazione di un matrimonio. "Amore, vuoi che ci vediamo più tardi? Cerco di fare prima che posso in ufficio e poi magari usciamo. Un cinema, una cenetta fuori. Quello che vuoi tu, insomma."

Niki ci pensa su un attimo. "Grazie ma non credo. Voglio approfittare per studiare un po'"anche stasera. Se ce la faccio. Voglio avvantaggiarmi perché poi non so come proseguiranno le cose…"

"Con i due mostri?"

"Eh, già…" ride Niki. "Magari mi fanno fare un'altra settimana da super stress come questa… Arrivo al matrimonio che non mi riconosci neanche, amore. Pure domani abbiamo un appuntamento…"

"Importante?"

"Il più importante: abito da sposa… Sono preoccupatissima."

Alex sorride. "Amore… Qualunque cosa metterai, anche la più semplice, sarai bellissima…"

"Alex? Cos'hai combinato? Questa è una tipica frase da perdono…"

Alex pensa per un attimo a Raffaella, ma sì sente completamente innocente. "Hai ragione. Perdonami. Ho perso troppo tempo. Avrei dovuto chiederti di sposarmi quando sei salita in macchina la prima volta che ci siamo visti…"

"Ma se la tua unica preoccupazione era di farmi togliere i piedi dal cruscotto!"

"E certo, perché sennò ti guardavo le gambe e andavo a sbattere…"

"Bugiardo!"

"È vero! Ascolta, ci sentiamo più tardi che ora vado in riunione?"

"Ok. A dopo, amore…"

Alex chiude il telefonino. Che strano. Non mi ha chiesto com'è Raffaella. Di solito una nuova assistente preoccupa sempre una donna. "Alex…" In quel momento si materializza proprio lei sulla porta. "Posso farti vedere una cosa?"

"Certo, Raffaella, vieni…" Alex la guarda avvicinarsi alla sua scrivania. Si vede benissimo che è stata una modella. Anzi, lo è ancora. E quando Raffaella poggia dei disegni sulla scrivania e si sporge un po'"troppo in avanti, Alex non ha più dubbi. Questa nuova assistente preoccupa lui per primo. Raffaella se ne accorge ma fa finta di niente, sorride. "Ti piacciono?"

"Eh?"

"I disegni, dicevo, ti piacciono?"

"Si sì, sei bravissima. Sono perfetti." E senza volerlo arrossisce un po'.


Centotre


Susanna ha scelto etnico. Lei, Cristina, Davide e Mattia sono seduti a un tavolo dello Sawasdee, il ristorante thailandese non lontano da piazza Bologna. L'ambiente è raffinato, elegante.

"Allora, vi piace? Spero che la cucina thai vi ispiri… alcuni dicono sia afrodisiaca!" sorride Susanna. "Poi qui sono bravi. Vengono anche quelli dell'ambasciata. Fanno buono il curry rosso con pollo e bambù, si chiama Kaang Nar Mai, il maiale fritto in agrodolce, il manzo al curry. Ci sono venuta una volta…"

Cristina si guarda intorno. In effetti è un bell'ambiente.

"Certo, Davide, che avevi proprio ragione…"

Davide si gira e guarda Mattia. "In che senso?"

"Che ne valeva la pena… Sono proprio affascinanti le nostre due ospiti!" e sorride guardando Cristina che diventa rossa. Mattia è davvero bello. Muscoloso, abbronzato, con gli occhi chiari. Ha modi di fare gentili ma sicuri. Dal primo momento che l'ha visto è rimasta colpita.

"Te l'avevo detto, io sono uno esigente ed ero certo che Susanna avesse amiche belle e simpatiche almeno quanto lei!" Davide riempie i bicchieri e fanno un brindisi.

La serata procede così, serena, divertente, gustosa, piena di novità. Cristina si sente di nuovo donna, ammirata, viva. E un po'"si spaventa. E un po'"no.


Centoquattro


Olly sta lavorando all'ennesimo elenco di indirizzi. Sono le nove e lei è già lì. A un tratto squilla il telefono sulla sua scrivania. Strano. Non mi chiama mai nessuno qui. Avranno sbagliato. Prende il cordless e risponde.

"Allora?"

Olly lì per lì non riconosce la voce. Il tono è perentorio.

"Pronto? Allora?"

Olly risponde. "Sì?"

"Asilo nido, ci sei?"

Olly sbianca. Eddy. "Sì sì, ci sono. Mi dica."

"Io non devo dire… devo vedere. I tuoi disegni. Subito dopo pranzo."

Olly sbianca ancora di più. I disegni. Ma allora l'altro giorno diceva sul serio. E ora che faccio? Mica li ho fatti!

"Ehm… sì, certo. Glieli porto dopo." E attacca. E ora che combino? Apre velocemente il cassetto. Prende la cartellina. Sfoglia i disegni alla ricerca di qualcosa che possa andare bene. No. No. No. Questi non vanno, e poi ne ha già visti almeno la metà! Accidenti. Simone entra nella stanza e si accorge dell'agitazione di Olly. Lì per lì vorrebbe andarsene. È ancora un po'"deluso dal suo comportamento. Non le ha mai detto di sapere perché si trovasse di fronte al suo palazzo, quella mattina. Non voleva imbarazzarla troppo. La guarda di nuovo. È proprio in tilt. Ma che ha fatto? Decide di avvicinarsi.

"Ciao, Olly…"

Olly alza la testa di scatto. "Ah… Ciao, Simo…"

"Ma che hai?"

"È la mia fine… Eddy mi ha chiesto dei disegni l'altro giorno. Cioè non è che mi ha detto proprio che li voleva, pensavo mi stesse provocando e io non li ho fatti. Pensavo scherzasse. E invece ora ha chiamato e li vuole per dopo pranzo. Sono morta." E si mette le mani nei capelli, stropicciandosi poi gli occhi.

Simone la guarda. "Allora, vedi che voleva darti una chance?"

"Eh, sì… voleva, a quanto pare. E io ho mandato all'aria tutto."

Simone sorride. "Ma allora non sei una tipa tosta, se ti arrendi subito così… nella moda l'impossibile deve diventare possibile."

"Ma come faccio? Devo anche abbinarci i tessuti… Ho fallito" e sta per mettersi a piangere. Simone ci pensa un attimo. Poi avvicina una sedia.

"Prendi l'album…"

Olly lo guarda con gli occhi umidi. "Cioè?"

"Oh, ma stamani dormi in piedi, eh! Tira fuori l'album e le matite."

Olly ubbidisce.

"Prenderemo come spunto questi tre tuoi…" e sfila tre fogli tra quelli disegnati da Olly, "e li modificheremo. Poi andrò giù e sceglierò dei tessuti da abbinare. Dai, se cominciamo ora ce la facciamo per l'una, una e mezza."

Olly lo guarda. Poi di colpo si sporge sulla sedia e gli stampa un bacio sulla guancia. "Sei un tesoro…"

"Lo so. Solo tu non te n'eri accorta… che ti credi?" e si mette a disegnare. Anche Olly.

E dopo quattro ore di lavoro senza sosta e senza pause caffè, scambiandosi consigli, cancellando, rifacendo e poi valutando i tessuti presi da Simone in sartoria, Olly esce dall'ufficio e corre in corridoio. Bussa alla porta di Eddy. Nessuna risposta. Ci riprova. Niente. Non è possibile. Non c'è. Devo trovarlo. Non voglio che pensi che ho fatto tardi. O che magari vada via. Corre giù per le scale. Chiede alle signorine della reception. Non sanno dove sia. Cerca al bar. Niente. Va in sala riunioni. Niente. Torna su e prova a ribussare alla sua porta.

"Chi è?"

Meno male. È rientrato. "Olimpia Crocetti."

"Sì… forza. Vediamo se siamo promossi in quinta…"

Olly abbassa la maniglia, fa un respiro ed entra. Eddy è seduto sulla sua poltrona di pelle e tiene i piedi sulla scrivania. La guarda. Olly un po'"agitata inizia a parlare.

"Meno male… pensavo non ci fosse più… cioè che se ne fosse andato… cioè, sì… che poi cioè pensasse che io avevo fatto tardi… che non rispetto i patti… sì, insomma…"

"Ero semplicemente in bagno."

"Ah. Certo…" Olly rimane in piedi impalata.

"Allora, vieni avanti o mi tocca pure alzarmi?"

"No… cioè si… insomma eccomi." Olly si avvicina e si mette a

sedere. Porge a Eddy la cartella coi tre disegni. Eddy la apre controvoglia. Osserva il primo. Poi il secondo. Il terzo. Rimane impassibile.

Come sempre. Ormai Olly lo conosce. Dopo qualche minuto interminabile di silenzio in cui le mani di Olly iniziano a sudare e le orecchie a diventarle rosse, Eddy la guarda. La fissa per qualche istante. Riosserva i disegni. Poi Olly. Poi i disegni. Poi di nuovo lei.

"Ma li hai fatti tu?"

"Sì…" per un attimo vorrebbe dirgli che in realtà li ha finiti grazie a Simone, cioè che le idee sono sue, sì, ma se non c'era Simone a modificarli un po'"e finirli e scegliere i tessuti…

"Non ci si crede. Fossimo a scuola direi che hai copiato."

"Da me stessa…"

Eddy la guarda e fa una smorfia. "Pure spiritosa…" Scruta di nuovo i disegni. "Direi che sei stata promossa."

Olly non crede alle sue orecchie. Non sa che dire. Ha gli occhi spalancati e la salivazione azzerata.

"Puoi anche respirare, eh…"

"Eh? Ah… sì… non è che…"

"Ma tu balbetti sempre? Guarda che una stilista i cui tre disegni stanno per andare in produzione…" e fa una pausa conscio del peso delle sue parole, "non può certo balbettare. Pensa te che figura che ci facciamo…"

Olly lo guarda. E di colpo gli vuole bene. Fa per alzarsi, vorrebbe abbracciarlo. Eddy se ne accorge. "Per carità, non ci pensare nemmeno, scordatelo subito. E vai via. Riprendi i disegni e portali giù in produzione. Li chiamo io. Vai vai, sciò." E le fa cenno con la mano di uscire. Olly prende al volo i fogli dal tavolo, la cartellina, lo saluta, inciampa sul tappeto, esce e richiude la porta. Ci si appoggia contro e chiude gli occhi. Respira profondamente. Non ci credo. Non è possibile. Poi si riprende e corre giù. A metà scala si ferma, torna indietro, ripercorre tutto il corridoio ed entra nell'ufficio marketing. Simone sta guardando qualcosa al monitor di un portatile. La vede entrare di corsa. Felice. Pazza. Rossa in faccia. Un po'"sudata.

Lei gli corre incontro, lo abbraccia.

"Li mette in produzione, li mette in produzione!" e salta, trascinando anche lui. Tutti la guardano stupiti. Poi Olly si stacca, dà un bacio sulla guancia a Simone e scappa via di nuovo, stavolta verso il piano di sotto. Sì, pensa, Simone è davvero un angelo. Altro che imbranato. Se solo Olly sapesse quanto gli è costato lo apprezzerebbe ancora di più.


Centocinque


Nei giorni seguenti Margherita e Claudia non mollano un attimo Niki.

"Guarda, dev'essere perfetto. Mamma ci prende in giro."

Niki interviene curiosa. "Ma di che parlate? Non capisco."

"Oh" Margherita sorride, alza le mani lasciandole poi cadere giù, "tu sai com'è fatta mia madre, no?"

Veramente, pensa Niki, non lo so. L'ho vista solo una volta.

"Bè, insomma" continua Margherita, "è una donna molto esigente e si diverte a metterci in difficoltà, prende tutto come se fosse una sfida."

Claudia le sorride. "Sì, non è proprio quel che si dice una suocera facile!"

Suocera. Suocera!? Oddio, è vero! E come se all'improvviso fosse entrato nella sua mente un fulmine, un tuono, una bomba, insomma un vero e proprio attentato alla sua tranquillità, Niki ha un nuovo attacco di panico. Ma Margherita e Claudia non si accorgono di niente e continuano come se nulla fosse.

"Per esempio, crede che non riusciamo a farti cambiare idea…"

Claudia prende Niki sottobraccio. "Ma se andiamo d'accordo su tutto! Vero?"

E Niki si lascia guidare, quasi non respira più, annuisce, sgrana gli occhi, si sente girare la testa e solo alla fine con un filo di voce risponde: "Sì sì… certo". E viene trascinata dalle due sorelle senza possibilità di sosta.

"Allora, lui è Alberto Tonini, un fotografo eccezionale."

"Salve, signore."

"Secondo noi è l'ideale. Ci ha fatto due servizi splendidi per i nostri matrimoni. Guarda…" E aprono sotto i suoi occhi un grande libro in pelle con una serie di foto di tutte o quasi tutte le cerimonie importanti di Roma. "Ecco… Questa è la famiglia Vassalli… Questa è la figlia del dottor Brianzi, questa è la signora Flamini, questa…" E continua così, facendole vedere i matrimoni più

diversi, con vestiti e spose di ogni tipo e genere, bionde, brune, con i capelli raccolti, carine, bruttine, bellissime, giovani, donne con gioielli più o meno costosi, dalle pettinature più semplici o complicate, e ancora donne che ridono durante il lancio del riso all'uscita della chiesa, bouquet di fiori che volteggiano in aria, le mani dei due sposi con le fedi appena messe ancora splendenti, non un graffio, solo il dorato riflesso di un amore felice, e poi sorrisi e veli che nascondono lacrime di gioia, e una corsa di due sposi sotto petali di rosa, e baci, baci all'uscita della chiesa, baci pieni di sorrisi, di promesse, tra le risate degli amici e piccoli chicchi di riso che come puntini bianchi si fermano immobili, quasi a sottolineare quel momento, a ricordarlo per sempre. Per sempre. Niki sente quelle parole riecheggiare nella sua mente, mentre il fotografo continua sereno.

"E c'è anche la passeggiata romantica degli sposi, ecco alcune foto fatte al roseto dell'Aventino, altre lungo il Tevere, ecco qui all'isola Tiberina…"

Per sempre. Niki fissa quelle foto, scorrono sotto i suoi occhi, sfilano veloci portandosi dietro storie, amori improvvisi, grandi passioni, follie giovanili, incontri casuali destinati poi a durare nel tempo. Per sempre. Per sempre.

"E qui invece siamo arrivati addirittura a realizzare un servizio fotografico degli sposi sul lago di Bracciano."

Ecco. Li vede che passeggiano, che si baciano sul pontile. Il fotografo continua a girare le pagine. "E qui al tramonto, con il sole che si riflette sul lago e loro tra i fiori bianchi di un roseto." Il fotografo sta per proseguire ma Niki d'un tratto lo ferma.

"Aspetti." Fa scendere delicatamente la pagina, la poggia, la tiene ferma, si avvicina alla foto e la guarda meglio. "Ma questo lo conosco, è quel famoso cantautore, ho visto le immagini su un giornale di qualche giorno fa. Ora sta con un'altra."

"Sì, quelli famosi durano meno di tutti. E poi in alternativa ci sono queste altre foto più da città, tra i monumenti…" E continua a sfogliare il suo libro, senza preoccuparsi di quel matrimonio finito e di quelle altre storie d'amore che sono più leggere della carta velina che protegge quelle stesse foto.

"Quanti?"

"Scusi?"

"Quanti di questi matrimoni che ha fotografato durano ancora?"

Alberto Tonini si ferma un attimo, posa il libro sul tavolo e la

guarda pensieroso. "Credo la metà, più o meno. La possibilità che un'unione duri è data dalla capacità di resistenza e tolleranza di entrambi. È solo una questione di intelligenza. Ovviamente all'inizio conta l'amore, ma va alimentato con la fiducia e la pazienza. Sa che a volte delle persone si lasciano appena sposate? Alcuni durano appena qualche mese. E diciamo che la tenuta è inversamente proporzionale alla ricchezza…."

"Cioè?"

"Più hanno soldi e più non hanno difficoltà a lasciarsi, non ci pensano tanto su. Non va? Bene, finita… Bene… Cioè male!"

"Ma sa, certa gente è fatta così, non tiene conto di nulla, magari non pensano alla fine di un matrimonio come a un fallimento…"

E Niki rimane spiazzata. Per sempre o un fallimento. Non ci sono vie di mezzo. O riesce ed è tutto bellissimo e dura per sempre, e per sempre sarai felice di stare vicino a una persona, di amarla e di essere amata oppure… È un fallimento. E in un attimo ripercorre tutte le storie della sua vita. Tutte, poi… Ne ha avute così poche! Qualche avventura estiva. Se ne ricorda solo due. Fabrizio e John, quello americano. Li aveva conosciuti al mare. Con Fabrizio il primo bacio e poi qualcosa di più l'anno successivo. Poi è finita perché ha conosciuto John. Bel tipo, ma Niki non parlava bene inglese. Non si capivano ma ridevano tanto. Avrebbe potuto essere una bella storia e in parte lo è stata, ma salutarsi alla fine di ogni estate dava inevitabilmente uno stop al loro amore. E non si può mettere in pausa l'amore, come quando ascolti una canzone che ti piace troppo: neanche te ne accorgi se chiama qualcuno. E poi è arrivato Fabio. La prima volta che mi sono innamorata e la prima volta per tutto, ma poi è finita, non ci capivamo più, eravamo nervosi, non mi piaceva quello che diceva, come si comportava o come trattava i camerieri le volte che uscivamo a cena. Che strano. Mi sembra una vita fa. Sono già così cresciuta. Un amore pensi che durerà per sempre quando lo stai vivendo, e poi… Poi passa in un attimo. E ti ritrovi grande, diversa, cambiata, per certi lati un'altra donna, e solo ripensando a qualche uscita con Fabio o a qualche nostra litigata mi vergogno. Eppure c'è stata una sera a casa sua prima di quell'estate, quando i suoi erano già partiti, che ci siamo detti delle cose bellissime, nudi, confusi di passione, coinvolti, stravolti, così da fare l'amore fino in fondo, senza alcun pensiero o problema, perché sentivo quello che provavo per lui e quello che lui provava per me e ci siamo giurati amore… Per sempre. Anche allora ho detto per sempre. Per la prima volta, per

sempre. E invece è finita. Non c'è più nulla di quei giorni, non c'è traccia di lui nella mia vita se non nel mio cuore, nella mia mente, alcune foto, a volte in bianco e nero, tra i miei ricordi, come un semplice album di pelle… E ora sono innamorata di Alex, certo, e mi sto per sposare e sarà per sempre… Come avevo detto allora e non è stato… Oggi lo è, sì, certo… Ma domani e dopodomani lo sarà ancora? Lui è ricco… Può permettersi un fallimento. Ma io? Io, anche se fossi la persona più ricca del mondo, non vorrei mai promettere qualcosa che già so di non poter mantenere. Perché le cose poi cambieranno e io non posso rispondere anche per quell'altra donna e lui per quell'altro uomo, insomma per quegli altri due che noi potremmo essere un giorno. Alberto Tonini piomba tra i suoi pensieri.

"E poi c'è anche la possibilità di un filmato che noi montiamo dopo aver girato in chiesa e al ricevimento, cui abbiniamo della musica che la sposa può scegliere personalmente o lasciare a noi questo incarico." Il fotografo aziona un videolettore e partono le immagini di un matrimonio con sotto la canzone Ti sposerò perché. Un ragazzo e una ragazza camminano mano nella mano tra gli alberi. Ottobre, un tappeto di foglie rosse. Primo piano dei due, ralenti del loro bacio e proprio in quel momento la musica sale. "Ti sposerò perché ti piace ridere e sei mezza matta proprio come me…" La ragazza si stacca da lui e sempre al ralenti si vede un bellissimo sorriso e poi cominciano a correre perdendosi nel bosco tra gli alberi e la canzone riprende. "Ti sposerò perché ami viaggiare e poi stare in mezzo alla gente quando vuoi…" E dopo una dissolvenza con le nuvole leggere che passano in un cielo al tramonto, ritroviamo i due che passeggiano alla festa tra gli invitati, chiacchierano, ridono, sempre mano nella mano. Altri baci, altri sorrisi, una bottiglia, il tappo che salta e la canzone finisce sulle ultime parole "Ti sposerò perciò ci puoi scommettere quando un giorno, quando io ti troverò…".

Niki rimane a guardare l'ultimo bacio di quella coppia così innamorata. Ecco la forza della canzone. Ti sposerò perché parla di una donna che lui ancora non ha incontrato. Perché la forza dell'amore è la fantasia, la voglia di amare ma che a volte la realtà trasforma in un'amara delusione? Perché solo il fatto che un sogno diventi reale è già una delusione? Perché sognare… è la vera forza dell'amore? Perché questa canzone è di un innamorato. E fino a quando cerca una lei va tutto bene, e si parla d'amore e si sogna d'amore. Ma quando poi la trovi è solo questione di tempo e tutto

finisce. Eros Ramazzotti si è sposato con Michelle Hunziker. Io ero innamorata di questa canzone e di loro due, della loro favola, di quel bellissimo matrimonio a Bracciano e della canzone per lei, scritta e cantata per lei. "Più bella cosa non c'è, più bella cosa di te, unica come sei, immensa quando vuoi, grazie di esistere…" Grazie di esistere. Quale frase più bella si può dire a una donna? È come ammettere che comunque solo perché lei c'è, perché esiste… solo questo è già un regalo per il mondo. Eppure si sono lasciati. Non sono bastate queste parole. Questa splendida canzone, una figlia, la loro poesia, i sorrisi e i baci di quel matrimonio, non sono stati… per sempre. Ma se non ce l'hanno fatta loro, perché dovrei farcela io? Alex è pure stonato! E non so neanche perché mi viene questo pensiero così stupido, forse per disperazione, perché capisco che il matrimonio è una roulette russa… Tanto per rimanere in tema musicale… uno su mille ce la fa.

"Ecco…" Il fotografo irrompe tra i suoi pensieri, con gentilezza, con educazione. "Pensi che questa coppia avrebbe voluto anche che li seguissimo in viaggio di nozze, talmente gli era piaciuto come avevamo lavorato…"

"Pure!"

"Sì, ma io e i miei assistenti non potevamo, avevamo già preso accordi per un altro matrimonio…"

"Ah…"

"Comunque…" Il fotografo indica l'immagine ferma dei due sposi nell'ultimo bacio di quel filmato. "Se lo vuole sapere per le sue statistiche, questi due stanno ancora insieme. E le devo dire la verità… Quando inizio le fotografie, alla decima so già se dureranno o no…"

Niki lo guarda piuttosto scettica.

Lui le sorride. "Le assicuro che è così… "La fotografia non mostra la realtà, mostra l'idea che se ne ha" diceva Neil Leifer. E comunque è molto facile… Alla decima foto, se uno dei due non sorride o sbuffa o in un modo o nell'altro è scocciato, vuol dire che non supereranno l'anno; oltre la decima foto invece, potrebbero durare per sempre. È la magia dell'amore!"

Niki sorride. In fondo questo fotografo è simpatico. Poi si accorge di come la guarda, sorride anche lui cercando di darle un po'"di coraggio e di tranquillità. Ed è l'unico che se n'è accorto. Ha paura. E lui lo ha avvertito perfettamente. Il fotografo poggia una mano sulla sua. "La magia dell'amore può qualunque cosa. Non si preoccupi. Alla fine deciderà lui per tutti…"

E rimane sorpresa, sbalordita, finalmente sollevata che qualcun altro, l'amore, possa mettere a posto ogni cosa, decidere al posto suo.

Magari fosse vero… Per adesso mi sembra che siano quelle due a decidere!

"Eccoci! Avete finito?" Margherita e Claudia piombano all'improvviso su di loro. "Guarda che se non ti piace, Niki, te ne possiamo far vedere degli altri… Altrettanto bravi!"

Alberto Tonini sorride sereno, sa perfettamente di essere il migliore. "Certo… Questo è il mio biglietto e questa la brochure con tutte le possibilità di scelta…"

Margherita si infila veloce. "E di costi. Ma lei ci tratterà bene, vero? Ci farà un bello sconto, sennò non facciamo sposare nessun altro con lei!"

Tonini sorride di nuovo. "Certo… Vi verrò incontro come sempre." Poi stringe la mano a Niki. "Decida senza fretta… Quando vi sposate?"

"Il 27 giugno."

"Allora c'è tempo. Le tengo la data prenotata per un mese, anzi no, due. Va bene? Così può pensarci…"

"Bene, grazie…"

Margherita e Claudia si distraggono, "Guarda… no, ma questo non è Giorgio Ballantini?"

"Sì."

"E si è sposato? Ma non stava con un'altra…"

"Ci sta ancora."

"L'ho visto al Bolognese con lei… È una sua collega."

"Sono tutti pazzi."

Alberto Tonini ne approfitta e si avvicina a Niki. "Sono un po'"su di giri e particolarmente rumorose, ma nessuna delle due ha sbuffato alla decima foto. Ci tenevano al loro matrimonio… Me lo ricordo bene."

Niki sorride. "Certo… Sono contenta." E si allontana con biglietto e brochure in mano. Ma il problema non è se loro sbuffavano o no alla decima foto. Sono io! È che quando succederà, se sbuffi o no, sarà comunque troppo tardi.


Centosei


Alex arriva con il fiatone, corre sudato portandosi dietro la sua borsa in pelle marrone The Bridge. Corre su per le scale della chiesa.

"Eccomi, eccomi!"

"E meno male! Gli altri sono già tutti entrati."

"Scusa, Niki…" le dà velocemente un bacio sulle labbra. "E che mi sto portando avanti con il lavoro per essere più libero nella parte finale, così poi possiamo partire e fare un viaggio bello lungo. E da mille e una notte!"

"Sì sì, intanto mi fai sgobbare su tutto, voglio vedere se poi c'è qualcosa che non ti piace: azzardati a fiatare!"

"Sono sicuro che sarà tutto perfetto e che mi piacerà un sacco." E prova ad abbracciarla.

"Cretino, non puoi!" Niki procede veloce lungo i corridoi della chiesa passando per la sacrestia.

Alex la segue arrancando. "Ma che c'è di male? Anzi, proprio qui sono solo dimostrazioni d'amore…"

"Sì, va bè… e poi ti confessi al volo, magari! Comunque non ti aspettare che io scelga tutto quello che propongono le tue sorelle, eh? Alcune cose non mi piacciono e secondo me devono essere diverse."

"Sì, lo so, me lo hanno detto."

Niki si gira di botto. "Le hai sentite?"

Alex allarga le braccia come a scusarsi. "E certo… che faccio, non rispondo? Mi hanno chiamato!"

Niki si infastidisce un po'. "E certo…"

"Ma sono le mie sorelle, Niki!"

"E che ti hanno detto?"

"Che va tutto benissimo, che sarà meraviglioso, che mamma rimarrà sorpresa…" Poi decide di aggiungere di suo. "E che hai un ottimo gusto!"

"Sì…" Niki si gira e stringe gli occhi. "Questo non l'hanno detto."

Alex sa che Niki riconosce al volo le bugie. "Bè, non in questo modo ma me l'hanno detto." Niki riprende a camminare veloce. "Ecco, appunto."

Alex le corre dietro. "Me l'hanno fatto capire…"

"Che cosa hanno detto di preciso?"

"Che ti sei trovata bene con il fotografo…"

"Sì, è vero." Niki ripensa all'aneddoto della decima fotografia e sorride. Poi pensa alla brochure mostrata ai suoi genitori con i costi, seimila euro. Loro hanno riso un po'"meno.

"Eccoci. Siamo arrivati, dovrebbero essere qui dentro." Niki si ferma e bussa alla porta.

"Avanti…" Una voce profonda e calda li invita a entrare. Niki apre e si trova di fronte la faccia simpatica di un uomo leggermente stempiato con i capelli brizzolati. "Prego, prego, entrate. Ecco lì i vostri posti, ve li abbiamo tenuti."

"Scusate." Niki e Alex scivolano quasi, cercando di farsi notare il meno possibile davanti a quel gruppo di persone, dodici coppie che sono lì per la loro stessa ragione.

"Allora, stavo spiegando l'importanza di questo corso prematrimoniale."

Il prete sorride agli ultimi arrivati. "È una fantasia, un sogno, Questo matrimonio, ma può anche diventare un incubo." E quell'uomo simpatico sui cinquantanni, sorridente, gentile, rassicurante, cambia improvvisamente espressione. "Il Signore non ama essere preso in giro… Quindi se siete qui per fare contenti i vostri genitori, le regole apparenti di questa sciocca società, le convenzioni

di quando si oltrepassa una certa età…" E qui il prete guarda un uomo sui quarantanni e subito dopo Alex. Niki se ne accorge e sorride, quasi si mette a ridere. Ed è la prima volta che le capita da almeno una settimana. Il prete continua: "… Per quanto mi riguarda potete anche lasciar stare, tanto sarà solo questione di tempo. Il matrimonio è un sacramento importante che va vissuto con serenità e sincerità, non potete nascondervi a voi stessi, prima o poi dovrete guardarvi allo specchio della vostra anima… E allora fingerete, sinceri e colpevoli della vostra scelta, una scelta che nessuno, né oggi né mai, vi obbligherà a fare. Il Signore vi ama anche se siete single o non sposati!".

Sergio, un boro con la camicia dal collo alto, le sopracciglia folte, una collana larga di acciaio che spunta energica sul suo petto villoso, i capelli ispidi tutti ben ingelatinati, mastica una gomma Con la bocca aperta e si guarda in giro vistosamente scocciato.

Il prete si accalora: "Non deve essere paura la vostra, se non siete convinti, decisi, felici di questo passo e soprattutto innamorati non solo della vostra donna ma anche dell'idea del matrimonio, allora lasciate stare… Lasciate stare, ve ne prego. Anche se avete già deciso alcune cose, se vi siete esposti… Lasciate stare".

Poi il prete rimane in silenzio a fissare le coppie davanti a sé. Sergio e la sua donna Fabiola, dai capelli mesciati e grandi orecchini a cerchio, Alex e Niki con la loro differenza di età, e poi una coppia particolarmente buffa in quanto lui è alto e magro con il naso adunco e lei bassa e cicciotta e paffuta, con le guance piene, la bocca a rosellina e gli occhi grandi, azzurri. Altre due coppie: nella prima lui è serio, con gli occhiali, i capelli corti e bianchi, lei ha la faccia allegra, degli occhi scuri pieni di vita; nella seconda lui cicciotto con un bel sorriso, lei magra, severa e segaligna, con i capelli raccolti e una bocca sporgente, con dei denti grandi, da cavallo. E verrebbe quasi naturale scambiare tra loro queste ultime due, così da renderle compatibili almeno all'occhio di chi guarda.

Il prete fa un sospiro e continua. "Bene. Cosa c'è di più bello di… una scelta d'amore. Ve lo chiederò all'inizio di ogni riunione, chi non se la sente può andare…" Sergio si guarda un'ultima volta in giro e poi, sempre masticando a bocca aperta la sua gomma, si alza, guarda per un'ultima volta Fabiola, poi gli altri, e senza dire nulla ma oscillando le spalle con aria strafottente si infila le mani in tasca e se ne va verso l'uscita.

Dopo che ha chiuso la porta il prete fissa Fabiola. "È meglio adesso che un altro giorno, vicino o lontano che sia. Se partiva così… Ha avuto coraggio in questo momento di sincerità."

Fabiola annuisce ma abbassa il viso e una lacrima silenziosa le scivola lungo la guancia. Poi si alza, il prete l'accompagna alla porta carezzandole i capelli. "I tuoi ti capiranno… Và a casa e riposati."

Fabiola annuisce di nuovo ed esce dalla stanza tirando su con il naso.

Niki si gira verso Alex. "Non mi fare mai una cosa del genere. Ne morirei."

Alex le poggia una mano sulla sua. "Amore, non lo farei mai. Prendere una decisione del genere davanti a tutti senza prima parlartene, senza dirti nulla… Non potrei. E poi a me non servono le parole di un prete per decidere qualcosa della mia vita. Sono qui perché lo voglio… Semplicemente questo."

Il prete si accorge che Alex e Niki stanno parlando a bassa voce. "Tutto bene laggiù? Anche voi avete qualcosa da dire?"

Alex sorride. "No no, è tutto a posto. Parlavamo d'altro." E tutti quelli intorno, le altre coppie, si girano verso di loro e poi si guardano negli occhi cercando di capire bene chi prima della fine del corso sarà ancora in quella stanza. E ognuno, anche se in silenzio, inizia a scommettere sull'una o sull'altra coppia.

"Bene. Sergio e Fabiola ci hanno lasciati, forse si ritroveranno o forse no. Voleva dire che comunque questo non era il momento per loro, per la loro vita di coppia, per il loro cammino. Magari si rincontreranno più in là, più sereni e più determinati ad andare fino in fondo…" Il prete scorre lo sguardo su tutte le coppie rimaste, una per una, da sinistra a destra, lentamente, sorridendo. "E prima che sarà finito questo corso qualcun'altra ci lascerà…" Qualcuno tra loro si guarda, alcune donne sorridono imbarazzate lanciando occhiate ai loro futuri mariti come a dire: "Non sta parlando di noi, vero caro?".

Don Mario continua. "La bellezza della coppia è la singola individualità, il personale pensiero… L'altro a vostra insaputa sta magari già pensando a questa eventualità…"

Uno dei ragazzi si infila la mano in tasca cercando in quel gesto scaramantico un inutile sostegno. Il prete se ne accorge e sorride. "E forse non lo saprete mai, quel momento passerà e tutto andrà avanti fino al matrimonio e oltre… Con grande serenità. Questi sono i misteri della coppia. E voi dovete aver rispetto per lo spazio e i silenzi altrui." Si siede dietro una cattedra e si rilassa. "Pensate che una volta da trenta coppie che dovevano sposarsi me ne son rimaste due."

"A don Mario…" interviene Pier, un giovane futuro sposo dai capelli lunghi e la faccia allegra, "ma non è che ci mette troppo alla prova? Cioè, lei è un sabotatore di matrimoni…"

Tutti ridono.

"Noi siamo qui sicuri e determinati… Ma chi non c'ha paura di fallì è un pazzo! Scusi eh, ma se non ce la dà lei una mano… Sa a casa che mi dicono ogni sera? Sei sicuro? Non è che stai a fa una cazzata? C'hai pensato bene? Oh, io sarei pure sicuro…." Pier si stringe alla sua ragazza e le prende la mano, "ma se me mettete tutta "sta strizza io crollo eh! Me smontate!"

Tutti si guardano e sorridono. Quest'intervento divertente ha allentato un po'"la tensione che si era creata con l'uscita di Sergio e il pianto silenzioso di Fabiola.

Alex si gira sollevato verso Niki. "Ehi, non ti smontare, eh…"

Niki annuisce. "Sì sì, certo." Poi fa un sorriso appena accennato.

Alex se ne accorge. "Ehi, non fare scherzi eh?"

"Sì, ma tu stammi vicino."

Alex le stringe forte la mano. "E chi ti molla…"

Don Mario si poggia sulla cattedra e riprende a parlare. "Gibran scriveva che "Insieme siete nati, e insieme sarete in eterno. Voi sarete insieme quando le ali bianche della morte disperderanno i vostri giorni. Sì, voi sarete insieme finanche nella silenziosa memoria di Dio. Vi siano però spazi nella vostra unione. Così che i venti celesti possano danzare tra di voi. Amatevi l'un l'altro, ma non rendete schiavitù l'amore. Sia piuttosto un mare che si muove tra le rive delle vostre anime. Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da una coppa soltanto. Donatevi l'un l'altro il vostro pane, ma non mangiate da un medesimo boccone. Cantate e danzate insieme e siate lieti ma che ognuno di voi sia solo…". Anche se a volte "L'amore piace più del matrimonio, per la stessa ragione che i romanzi piacciono più dei libri di storia", come dice Nicolas Chamfort. Ma voi dovete amare la storia. La storia è duratura. Saranno molte le cose che prima di questa grande decisione cercheranno di smontarvi. Non cedete. Pensate, scegliete, resistete. Andando avanti sembrerà quasi uno scherzo del destino, ma più sarete vicini al giorno del matrimonio e più vi si presenteranno tentazioni…"

E Niki alza di scatto la testa, stringe un po'"gli occhi. Sembra far caso proprio a questa frase. E l'ascolta con attenzione, registrandola, cercandone il significato. Come se già sapesse che presto le accadrà qualcosa del genere. E il suo istinto naturalmente non si sta sbagliando.


Centosette


Il campanello suona. Cristina va ad aprire. Davanti a lei compare un bellissimo mazzo di fiori colorato. Enorme. Splendide rose rosse composte con fiorellini verdi e bianchi e vari ciuffi di verde. Il tutto avvolto in una carta delicata con un grande fiocco di seta. Cristina rimane a bocca aperta. Da dietro il mazzo sbuca il fattorino, che con una faccia molto annoiata la saluta.

"Buongiorno, signora. Lei è Cristina Bertelli?" Sentirsi chiamare col suo cognome da ragazza le fa effetto.

"Sì…"

"Questi sono per lei" e glieli porge. Cristina li prende.

"Aspetti…" e si allontana un attimo rientrando in casa. Prende qualche soldo spiccio da una vaschetta su una mensola e lo dà al ragazzo. Lui ringrazia e se ne va.

Cristina chiude la porta. Guarda il mazzo. Cerca un bigliettino. Lo trova. Lo apre.

"Grazie per le emozioni che mi hai regalato ieri sera… Ti va di uscire ancora con me? Il tuo sì farebbe la mia felicità…"

Cristina strabuzza gli occhi. Corre a prendere il telefonino. Cerca velocemente il numero in rubrica. Eccolo. Tasto verde. Parte la chiamata. Qualche squillo…

"Pronto…"

"Ciao, Susanna… ma che hai fatto?" e glielo dice in tono arrabbiato.

"Che ho fatto?" Susanna è stupita.

"Ma che, hai dato a Mattia il mio indirizzo?!"

"Sì! Embè?"

"Embè? Ma come ti sei permessa! Ora questo sa dove abito! E gli hai anche detto il mio cognome! Chissà che pensa…"

"Oh, calma calma… e che pensa, mica è un maniaco! Ieri sera sei stata benissimo, me l'hai detto pure tu, avete parlato tutto il tempo e oggi in palestra Davide mi ha detto che Mattia vorrebbe rivederti ma tu non gli avevi lasciato recapiti… E allora l'ho fatto io!"

"Ah, brava! E se io non volevo?"

"Perché, vuoi venirmi a dire che non ti ha fatto piacere?"

"Sì, ma che c'entra!"

"C'entra c'entra. Ti ha fatto piacere. Quindi basta con tutte "ste menate mentali e goditi il momento! Ci sentiamo!" e Susanna butta giù. Cristina rimane a fissare allibita il telefonino.

Ma guarda questa! Dà il mio indirizzo così, al primo che capita. Ma io non lo so. Poi prende un vaso di vetro, lo riempie d'acqua, toglie la carta dal mazzo e lo sistema con cura. Certo che è proprio bello… è stato gentile. Era da tanto che qualcuno non mi regalava dei fiori. E io sto subito a pensare male. Senza godermi semplicemente il momento, come dice Susanna. È vero. Sono diventata arida e prevenuta. Anni fa un gesto così mi avrebbe fatto impazzire di gioia. Rilegge il bigliettino. Biiip. Il cellulare. Un sms. Cristina lo apre. Susanna. "Visto che ti sei arrabbiata tanto, te ne dico un'altra: gli ho dato anche il tuo numero di cellulare!"

Cristina non ci crede. Ma allora è davvero pazza! E non finisce di pensarlo che il cellulare inizia a squillare. Un numero che non conosce. Cristina risponde.

"Pronto…" una voce maschile calda. La riconosce. Mattia. Non è possibile.

"Ah… ciao… sì…"

"Ciao, Cristina… ricevuto il mio regalo?"

"Certo… bellissimo… grazie…"

"Sai, non sapevo che fiori scegliere… ho parlato tanto con la fioraia, le ho descritto la tua bellezza, le ho detto che sei simpatica… Alla fine lei ha detto che le rose rosse andavano benissimo…" E poi le fa una battuta: "Ogni fiore sembrava parlarmi di te". Cristina ride e chiacchierano ancora un po'.

"Dai, ma visto che siamo stati così bene… passo a prenderti tra un po'… usciamo insieme. Ma stavolta soltanto io e te. Ti va?"

Cristina ci pensa un po'"su. Poi si ricorda le parole di Susanna. Goditi questo momento.

"Ok, allora ti aspetto. Tra un'ora va bene? Il posto lo scegli tu…"

"Benissimo. A dopo!" Cristina chiude la telefonata. Corre in bagno, si fa una doccia e poi si prepara con cura. Si mette lo smalto alle unghie, indossa un paio di bellissime calze autoreggenti, un completo intimo molto carino e sopra un abito nero. Inizia a pettinarsi. Poi suonano alla porta. Cristina corre ad aprire. "Ma che sei arrivato pri…" Cristina non ci crede. Flavio è di fronte a lei. La vede

così, bella, ben vestita, pronta a uscire. Poi lancia lo sguardo dietro di lei e vede un mazzo di fiori in un vaso. E improvvisamente capisce. E vorrebbe dirle qualcosa. Che è bella. Che è un peccato lasciarsi così. Che vorrebbe che non uscisse. Che forse… E mille pensieri. La paura di perderla ancora una volta. Di più. Senza sapere chi è che le ha mandato quei fiori. Se le vuole bene. Se lei gli vuole bene. E poi quella domanda. Ma a che titolo lo chiedo? Che diritto ho? Cosa ci lega in fondo? Non abbiamo nemmeno dei figli. Non è come per Pietro. E allora senza dirle niente, solo guardandola un'ultima volta negli occhi, scuote la testa e se ne va.


Centootto


"Allora, sei pronta?"

Niki si guarda allo specchio. Le viene da piangere. Non le piace per niente quel vestito da sposa, ed è il decimo che ha provato.

"Dai, Niki… Esci dal camerino, così ti vediamo anche noi…"

Ecco, adesso ci si mette pure mamma. Non bastavano quelle due! Oggi è venuta anche lei e ci sta mettendo un carico pazzesco.

"Arrivo!" Niki si poggia tra i capelli il cerchietto con il velo e se lo lascia cadere davanti. Se devo fare le prove tanto vale che le faccia bene. E così prende anche il bouquet di rose bianche e fiori delicati lilla chiaro e apre la porta del camerino. Simona è seduta tra Margherita e Claudia e la sta aspettando impaziente e quando la porta si apre non può che portare le mani alla bocca.

"Ohhh… Mia figlia, mia figlia si sposa." Ed è come se lo avesse realizzato solo in quel momento per la prima volta, forse per la bellezza unica, assoluta di quel vestito. E all'improvviso.

Simona scoppia a piangere. "Amore, ma sei bellissima!"

"Ma che dici, mamma! Questo vestito mi fa dell'Ottocento! Guarda le maniche qui sopra e le spalle gonfie e il décolleté ricamato, ma dai! Io credevo di trovare qualcosa di più moderno!"

Simona scuote la testa, con le mani sempre sulla bocca e le; lacrime ancora indecise se scendere o no dagli occhi. "Sei bellissima…"

"Ma sai dire solo questo, mamma? Guarda come mi sta anche in vita! Non fa per me! Non è quello che voglio!"

Margherita e Claudia si scambiano un'occhiata, sorprese. "Mi dispiace, ma noi siamo d'accordo con tua madre…"

"Sì sì…" aggiunge Claudia.

"Assolutamente! Forse perché da fuori non sai vederti ma è proprio come dice lei. Sei bellissima…"

Margherita ride e ci aggiunge il carico. "Se ti vedesse ora Alex ti sposerebbe due volte!"

"Ecco… Ma il guaio è che mi devo sposare io e una volta sola,

spero! Quindi questo vestito non mi piace assolutamente, è peggio di tutti gli altri, almeno quelli erano meno…"

"Meno?" chiede Margherita.

"Meno…" Niki non riesce a trovare la parola ma accorre in suo aiuto la proprietaria del negozio, Gisella Bruni. "Ingombranti."

"Ecco!" Niki sorride sollevata. "Sì, meno ingombranti."

Gisella prende sottobraccio Niki. "Vieni con me, andiamo a vedere qualche altra soluzione." E se la porta via, rubandola alle sorelle di Alex e a sua madre Simona, ma rivolgendo loro un sorriso e un occhietto prima di andare, come a dire: non vi preoccupate, è solo nervosa e sotto stress. "Vieni con me, cara, ci penso io a trovare il vestito giusto per te."

Margherita, Claudia e Simona si guardano tirando un sospiro di sollievo. Simona si asciuga le lacrime con il fazzoletto che le passa Margherita. "Era così bella con quello!" Claudia le sorride. "Oh, non si preoccupi. Gisella ha mille risorse. Prima o poi troverà quello che va bene anche per lei."

Margherita interviene. "Una come Niki è talmente carina che

per noi va bene qualunque vestito si metta."

Simona è lusingata. "Sì… Grazie." Claudia si versa del tè. "È la verità. Ne vuole, signora?" "Sì, grazie…" Claudia ne versa un po'"nell'altra tazza. "Il guaio è che si deve piacere lei e a volte se non ti trovi bene con te stesso, cioè nella scelta che fai, nella serata che affronti o alla festa dove vai o dove sei attesa, ti senti oppressa da troppe aspettative… Allora pensi che niente faccia al tuo caso e non ti piaci con nessun vestito!"

Margherita alza le spalle ridendo. "Mi ricordo quando mi preparavo per il mio matrimonio… Ero talmente isterica che piangevo ogni due minuti."

Claudia scuote la testa. "Io ogni sera dicevo ai miei che ci avevo ripensato! Li ho stressati in un modo… Li ho mandati ai matti! Pensa che quando alla fine mi sono sposata sono partiti loro in viaggio… ma non di nozze, antistress!"

"Oh no…" Simona le sorprende. "Anche io per il mio matrimonio ero agitatissima! Mi sembrava di impazzire! La notte passeggiavo sul mio terrazzo e non riuscivo a prendere sonno e poi tutti quelli che incontravo, dal giorno che mio marito mi aveva chiesto di sposarlo a quando effettivamente ci siamo sposati, per me erano tutti potenziali fidanzati, uomini, amanti, mariti, complici… Insomma, ognuno era l'occasione giusta per scappare. Mi

facevo certi film… Dei quali naturalmente poi non ho mai detto nulla a mio marito!"

Proprio in quel momento Niki ritorna tra loro. "Mamma, scusa, puoi venire un attimo?"

"Tua madre è troppo simpatica, Niki!"

"Sì, lo so!"

"Vuoi anche tu un po'"di tè?"

"No, grazie…"

Simona si avvicina a Niki che si sposta di lato per non farsi sentire. "Ma mamma, scusa!"

"Che c'è?"

"Tu dovresti appoggiarmi e invece ti schieri con loro!"

"Ma no, che c'entra… quel vestito ti andava bene secondo me. Era molto bello, ma se a te non piace…"

"No, non mi piace."

"Allora non piace neanche a me! Anzi… sai cosa ti dico? Ora che ci penso bene era proprio brutto!"

Niki alla fine ride e poi si mette a piangere e poi di nuovo ride. "Mamma, sono così stanca…"

Simona la abbraccia. "Amore, vieni qui." E la porta ancora più lontano, dietro un separé, e prontamente le asciuga le lacrime con il pollice. "È solo fatica nervosa, Niki, lasciati andare, vedrai che andrà tutto benissimo… Sarà una festa stupenda come tutte quelle che hai fatto, anzi no, bella come quella dei diciotto anni… Solo che festeggerete in due!"

Niki si riprende un po', fa dei respiri lunghi. La mamma le accarezza i capelli. "È che ti stai facendo carico di troppe cose, prendile con più leggerezza… Devi fare tutto, la scelta del vestito, del luogo, delle bomboniere, però divertendoti, senza pensarci."

Già. Niki si morde il labbro. Con più leggerezza. Ma come faccio? Mi sembra tutto così tremendamente pesante. Ma è come se Simona avesse bisogno di una qualche risposta. "Ok, mamma, ci proverò."

"Bene…" Simona prende sottobraccio Niki e la riporta nel gruppo. "Ok, per oggi direi basta…"

Margherita e Claudia rimangono sorprese e si guardano preoccupate. "Ma veramente…"

"Sì, insomma, c'era rimasta solo la prova trucco…"

Simona sorride alle due sorelle. "Sì, lo so, ma è un po'"stanca."

"No, mamma, non ti preoccupare. Se è solo per quello…" Niki le sorride. "Ce la posso fare."

Simona le si avvicina. "Sicura? Guarda che possiamo tranquillamente rimandare."

"No no, farò come dici tu…"

"Cioè?"

"Con leggerezza." E così mentre Samanta Plessi, la truccatrice, prova le varie sfumature, Mirta, la sua assistente fotografa, fa una serie di scatti. Subito dopo Chiara, la parrucchiera, studia diverse acconciature. Caterina, la sua assistente, scatta altre foto con la sua camera compatta. Capelli su, capelli giù, con boccoli, senza, solo davanti, la frangetta, piccoli fiori tra i capelli, capelli a treccia che girano intorno alla fronte, mille strane combinazioni, il colore sugli occhi che passa dal celeste al blu, dal verde al marrone, con le tonalità e le sfumature più diverse, con un po'"di porporina e di brillantini, con il fondo nero o bianco. E ancora altre pettinature e foto, e altre acconciature e altre foto, e prove vestiti e bouquet e scarpe, e questa chiesa sì e questa no, e queste piante no e queste sì, e il catering così e le bomboniere sì e i confetti così no e la lista regali e la lista invitati, e la scelta dei biglietti, e il viaggio di nozze i i fiori all'altare e i fiori all'uscita e il fotografo e il filmetto… e alla line, dopo una settimana del genere, Niki si trova stravolta sul letto.

"Pronto, Alex, ma dove sei finito?"

"Ma quando?"

"In questi ultimi giorni! Sono stata fissa con le tue sorelle, a volte con mia madre, una volta perfino con la tua… E se non avessi la tua foto sul mio telefonino non mi ricorderei più neanche come sei fatto!"

"Grazie…"

"Prego! Forse non lo sai ma qualche tempo fa uno che ti assomigliava ha preso un elicottero, si è inventato delle cose assurde e quando un grattacielo si è illuminato mi ha chiesto di sposarlo!"

"Sì, è, ero… Sono io! Porca miseria…"

"Che cosa?"

"Ma lo sai che me l'ero dimenticato? E tu cosa mi hai risposto?"

"Di sì! Cretino!"

Alex si mette a ridere. "Amore, sono le diciannove, ti passo a prendere tra un'ora, ok? Prima Hammam Acquamadre, bellissimo, a via Sant'Ambrogio, e poi una bella cena leggera, prendo del giapponese e lo porto a casa con un fantastico Cerable freddo e musiche di Nick the Nightfly su Radio Montecarlo, con massaggino speciale. Che te ne pare? Posso rimediare allo stress che hai sopportato in questi giorni e alla mia completa assenza?"

"Bè, per fortuna che almeno lo ammetti…" Poi Niki ripensa a quello che ha provato durante i momenti più difficili della settimana e che gli vorrebbe raccontare. Ma le sembra completamente fuori luogo farlo adesso, per telefono. Ne parleranno più tardi.

"Ok, Alex. Ti aspetto. Tra un'ora, però non tardare… sul serio. Ne ho bisogno."

"Finisco qui in ufficio e arrivo. Va bene? Alle otto precise sotto casa tua. Ho il costume in macchina."

"Ok. A più tardi…" E dopo aver chiuso, Niki rimane per un po'"sul letto, fissando il soffitto e pensando a tutto quello che è successo in appena due mesi, a come la loro storia sia cambiata. Accende la radio, la mette su una stazione senza pubblicità, senza parole, vuole solo sentire della musica e rilassarsi.

Chiude gli occhi e torna laggiù, all'incidente in motorino. Sorride ricordando quel giorno… Avevano pure litigato per strada, in mezzo alla gente, dopo che lei risvegliandosi dalla botta aveva detto tra sé: "Un angelo…", vedendolo così, da terra, dopo l'incidente, ritrovandolo quasi avvolto dal sole, dal cielo, da nuvole leggere che in qualche modo lo "santificavano". E poi il passaggio a scuola e poi le prime telefonate e poi quella sera a casa sua, sul terrazzo dei gelsomini. La prima volta che avevano fatto l'amore, senza fretta, nell'aria di quella notte magica. E piano piano ripercorre ogni momento passato con Alex, le risate, la fuga a Fregene da Mastino, la gita in montagna, la volta che hanno seguito quella canzone di Battisti… come si chiamava? Ah sì. Perché no. E hanno cercato di fare tutto quello che diceva e ci sono riusciti, finire in montagna e tornare la sera stessa, sempre senza dire nulla ai suoi genitori. "Scusi lei mi ama o no? Non lo so però ci sto." E poi la fuga a Parigi, bellissima quella sorpresa… E quella notte aveva capito che Alex era l'uomo della sua vita… E poi il dolore del ritorno di Elena. Quella solitudine, quella rabbia, quell'impotenza di fronte alla fine della loro storia, e d'improvviso la rinascita, quella bellissima fuga all'Isola Blu, l'isola degli innamorati, quella lettera che aveva trovato al ritorno delle vacanze, e lei era partita, non appena aveva preso la patente di guida lo aveva raggiunto. E quei giorni vissuti su quell'isola erano stati una storia ancora diversa, come se avesse trovato un altro Alex, più sereno, più tranquillo, senza età, senza appuntamenti, senza fretta, un uomo tutto per lei. Tra le sue braccia all'alba, al tramonto, fuori dal tempo,

persi nell'amore. Ma quello era un sogno. Poi ci siamo svegliati. Siamo tornati nella realtà di ogni giorno. Due case, l'università, amici di età diversa, discussioni e riappacificazioni. Anche se ha continuato a farmi sognare. E Niki ricorda la loro ultima fuga, New York, la limousine, lui che l'aspettava all'aeroporto, i giorni passati a fare shopping nella Grande Mela. Poi quella gita in elicottero e la sorpresa di quel grattacielo illuminato di notte. Scusa ma ti voglio sposare. La felicità di quel momento, la confusione di quella gioia travolgente, il panico di quella notte, quella paura improvvisa che ti attanaglia, perdere il controllo della propria vita, trovarsi in una dimensione imprevista, troppo presto. Tutto troppo presto. E in un attimo rivede il susseguirsi dei giorni al loro ritorno, delle settimane, degli incontri, delle famiglie, delle decisioni da prendere, del doloroso allontanarsi dalle sue amiche, dalla sua vita, dall'università, dal poter perdere tempo… Senza fretta, come diceva sempre Battisti. "Tanti giorni in tasca, tutti lì da spendere!" E per non farsi riprendere dal panico, Niki si mette a pancia in giù, abbraccia il cuscino e, come se fosse un palloncino, uno di quelli che si vedono volare via verso il cielo perso da qualche bambino, appena comprato all'uscita della chiesa in una azzurra domenica mattina, con quella stessa voglia di allontanarsi dalla realtà, Niki si addormenta. Un sonno senza sogni. Un respiro corto, come costretto, di chi, per un attimo, vuole lasciar perdere tutto, riposarsi dai troppi pensieri, dai sensi di colpa e doveri, dalle attese e aspettative degli altri. E, poco a poco, il respiro si rasserena, come se ora fosse tornata su quell'isola. L'Isola Blu degli innamorati, il Giglio, dove c'è quel faro… Ma ora Niki è sola su quell'isola. Cammina tranquilla sulla spiaggia e d'un tratto vede qualcuno arrivare. No. Non è possibile. Si sveglia di botto, sorpresa, stupita, stravolta. Ma che ore sono? Guarda l'orologio. No, ma come? Le otto e un quarto… e l'Hammam? Controlla il telefonino. Le è arrivato un sms. È di Alex. "Amore scusami, sto facendo tardi. Per il bagno turco faremo un'altra volta, ma la cena sarà perfetta e mi farò perdonare con un dopocena… come vuoi tu."

Niki legge il messaggio e poi lo cancella. È scocciata. Va in bagno e comincia a truccarsi e piano piano però ritorna tranquilla, si rasserena. Le ha fatto bene quel breve sonno, e che strano sogno poi… Sorride. Chissà cosa vorrà dire. Nel sogno lavora l'inconscio. Mah. Stasera mi voglio mettere quel vestito blu che mi sono comprata. È un po'"da grande però mi piace. Si avvicina allo specchio

per controllare bene il trucco, per essere più precisa. E poi si mette a ridere. Un vestito da grande. Ma io sono grande!

Poco più tardi va a prendere qualcosa in cucina, ha sete. Sente Roberto e Simona in salotto. "Ma dobbiamo invitare anche loro, Robi? Non li vedi mai…"

"Che c'entra, sono i miei cugini, abitano fuori ma sono sempre i miei cugini! Siamo legatissimi. Passavamo le vacanze a San Benedetto del Tronto sempre insieme… Vedi un po'"tu."

"Ma così siamo arrivati a più di duecento… Siamo arrivati a un costo altissimo se pensi che vengono almeno cento euro a persona, fatti un po'"i calcoli…"

Matrimonio. Stanno parlando anche loro di matrimonio. Ormai è l'unico argomento di questa casa, e mentre è nel corridoio sente il suo telefonino suonare. Corre per non perdere la chiamata. Arriva in camera e fa appena in tempo a vedere chi è e poi rispondere.

"Alex! Che succede?"

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