Il Ringworld, il Mondo Anello, ha grosso modo la stessa massa di Giove. Ha la forma di un anello chiuso, lungo 600 milioni di miglia, con un diametro di un milione di miglia, perciò un po’ più grande dell’orbita della Terra, ed è spesso alcune miglia. Circonda una nana gialla. Il suo spin, di 770 miglia al secondo, è sufficiente a dargli una forza centrifuga quasi pari alla gravità terrestre. Il muro lungo i bordi, alto mille miglia, basta a trattenere l’atmosfera per milioni di anni.
Molto altro deriva da questi assunti basilari.
La superficie interna è un habitat vasto tre volte la superficie del pianeta Terra. La topografia è, alla lettera, un’opera d’arte, scolpita da chi ha costruito la struttura, in modo che dal di sotto il Ringworld assomiglia al retro di una maschera.
Un anello interno di quadrati delle ombre blocca il sole e fornisce periodi di notte, altrimenti sarebbe sempre mezzogiorno. Un sistema di tubi passa dal fondo degli oceani, sotto il pavimento del Ringworld, alla parte posteriore del muro del bordo, e lo scavalca per riciclare la fanghiglia del fondo marino (detta anche flup) in montagne di drenaggio. Sul muro del bordo ci sono enormi jet di assetto, statoreattori Bussard che usano come combustibile il vento solare di protoni e contrastano l’innata instabilità del Ringworld. Due vasti oceani salati fungono da riserva per la vita marina e includono mappe di parecchi pianeti in scala uno a uno. Il pavimento del Ringworld è di un materiale d’inusitata robustezza, detto scrith, dotato di altre insolite proprietà.
Il sole stesso è coinvolto nella difesa dalle meteore. Una rete di superconduttori incastonata nel pavimento del Ringworld genera in una eruzione solare un effetto laser supertermico. Perciò ogni meteorite che colpisce il Ringworld, come quello che creò la montagna Pugno di Dio, generalmente cozza verso l’alto da sotto.
Alcuni particolari sono indizi sulla natura dei Costruttori. La pletora di porti e di fiordi, nonché gli oceani poco profondi, fanno pensare a una razza che usa solo la superficie dell’oceano.
Le forme di vita più sgradevoli (zanzare, mosche, sciacalli, squali, pipistrelli vampiri) non esistono. Ominidi si sono trasferiti in alcune di queste nicchie ecologiche. I Costruttori non erano ecologisti, erano giardinieri.
Gli abitanti sono una sorprendente varietà di ominidi, alcuni dotati d’intelligenza, altri no. Riempiono le nicchie ecologiche che sulla Terra sono occupate da quasi ogni mammifero, ma in particolare dalle forme di vita più pericolose, come se l’antenato dell’umanità, l’Homo habilis, sia stato tenuto al sicuro fino al raggiungimento di centinaia di miliardi di individui e poi abbandonato a mutazioni senza fine.
Non si conosce il Ringworld finché non ci si rende conto delle sue dimensioni.
Dopo l’uscita del libro, un mio amico voleva costruire un modello in scala per una futura convention. Usando una bilia azzurra per rappresentare in scala la Terra, per il Ringworld serviva un nastro largo un metro e mezzo e lungo 800 metri. L’albergo non era abbastanza grande.
Un tizio che ha provato a mappare il Ringworld mi ha detto d’essere rimasto molto presto senza spazio nel computer. È incappato in troppe potenze di dieci.
David Gerrold parla di una classe di romanzi definiti “L’enorme esagerazione”. Oggi con essi si può riempire uno scaffale di buone dimensioni. Incontro con Rama di Arthur C. Clarke e Sfera orbitale di Bob Shaw rientrano in quella classe, al pari del mio Marte, un mondo perduto.
Ma Ringworld (Burattinai nel cosmo) viene prima, è stato pubblicato nel 1970.
Poteva risultare ridicolo, il Ringworld. Troppo grande, troppo improbabile. Il suo spin avrebbe distrutto qualsiasi materiale usato per la struttura. Aspettai con un certo timore le recensioni.
James Blish scrisse che il romanzo meritava il premio Hugo, ma che non lo avrebbe vinto.
I lettori gli diedero comunque il premio Hugo.
Gli scrittori gli diedero il premio Nebula.
Non avevo in programma un seguito. Non mi aspettavo un diluvio di nuove progettazioni.
Durante una mia conferenza, un tizio sottolineò che la matematica del Ringworld è semplice: un ponte a sospensione privo di estremità. Un accademico in Inghilterra sottolineò che la forza di tensione della struttura del Ringworld dev’essere all’incirca quella che tiene insieme un nucleo atomico. (Da qui, lo scrith.)
Una classe di scuola superiore in Florida passò un semestre sul Ringworld. La conclusione: il problema è che, senza attività tettonica, in qualche migliaio di anni lo strato superficiale del suolo si riverserebbe negli oceani. (Da qui, il flup e i tubi di drenaggio.)
Alla World Science Fiction Convention del 1970, nei corridoi c’erano studenti del MIT che cantilenavano: “Il Ringworld è instabile! Il Ringworld è instabile!”. (Ho fatto del mio meglio: da qui, i jet di assetto.)
Qualcuno stabilì che i quadrati delle ombre diffondevano troppo crepuscolo. Bisognava che cinque lunghi quadrati seguissero un’orbita retrograda.
Alla fine c’erano troppe opportunità per riprogettare il tutto. Ho dovuto scrivere I costruttori di Ringworld.
Tutti quei lettori hanno trovato cose che meritava conoscere. Il Ringworld è un grande, sfarzoso giocattolo intellettuale, un terreno di gioco i cui cancelli rimangono spalancati.
Alcuni lettori leggono solo un libro e si fermano. Altri giocano con i personaggi o con le ipotesi o con l’ambiente. Fanno i loro compiti a casa. Noi lettori l’abbiamo fatto per inimmaginabili migliaia di anni: chiedendo a Platone altri dati sull’Atlantide, inventando il Purgatorio da porre fra l’Inferno e il Paradiso, progettando ex novo l’Inferno di Dante, scrivendo nuove Odissee. Una sorprendente subcultura è nata intorno a Star Trek.
Internet apre un nuovo metaterreno di gioco per gente così. Sono spuntati siti Web (be’, almeno due) che si occupano della narrativa di Larry Niven.
Nel settembre 1999, dietro suggerimento della mia incantevole agente Eleanor Wood, sono entrato in larryniven-l@bucknell.edu. Discutevano della possibilità di clonare un difensore e si chiedevano se Cercatore e Teela Brown avessero lasciato un figlio. Se avessero avuto ragione, non ci avrei visto una storia; ma avevano torto e potevo rimediare. Dopo avere seguito per qualche mese le loro discussioni, intervenendo di rado, avevo materiale sufficiente per Ringworld’s Children.
Questo è un terreno di gioco per la mente. È anche un rompicapo, un labirinto. Mettete in dubbio ogni svolta, altrimenti vi smarrirete. Quando avete terminato il libro, ricordatevi di non chiudere il cancello.