16. Incontro di menti

Gli avrebbe permesso di volare, pensò Hanuman. Si preparò. Vide che il sedile non era adatto per lui e lo sagomò opportunamente. Proserpina lo osservò.

Entrarono nella foresta per raccogliere una provvista di frutta. Rapida come il fulmine, Proserpina afferrò da un cespuglio un animale simile a una donnola e gli spezzò il collo. Lo gettò a bordo, insieme con la frutta e l’acqua.

Si accomodò su un sedile a ferro di cavallo e improvvisò una rete di protezione. Hanuman studiò per alcuni secondi l’anello di spie luminose e di comandi, prima di osare toccarli. Avevano un aspetto quasi casuale: si adattavano dovunque ci fosse qualcosa di nuovo che andava monitorato.

Il veicolo era tutto diverso da un aeroplano.

Rilassata in poltrona, Proserpina lo osservò decollare e planare e roteare e precipitare fin quasi a fracassare un albero minareto, alzarsi troppo rapidamente, rallentare finché il tremito indotto dal vento non smise, poi sollevarsi con calma nel vuoto dove avrebbe potuto raggiungere una certa velocità. Il veicolo magnetico era meraviglioso come tutte le navi di Armonista. Il motore era il pavimento stesso del Ringworld, alimentato dalla luce solare che colpiva miliardi di miliardi di quadrati delle ombre. Navigando le linee di forza magnetica, si muoveva non come un aereo, ma come un sottomarino. Non tutti i comandi riguardavano il volo. Hanuman rimase in alto un po’ di tempo, prima di rischiare manovre bizzarre. Proserpina guardò, senza interferire, Hanuman che sfruttava i campi magnetici sotto il territorio. Il terreno si alzava e mutava. Nella scia del veicolo, un torrente iniziò a cambiare il proprio corso.

Hanuman aveva visto Armonista sfruttare forze analoghe in un posto di comando nel Centro Manutenzione. Quello non era un semplice veicolo spaziale, era un intero sistema difensivo del Ringworld.

Guidati dalla nave magnetica, i cavi di superconduttore sotto il terreno potevano attirare, respingere o deviare qualsiasi oggetto metallico: meteoriti, navi e missili stranieri, perfino un’occasionale tempesta solare o una letale ondata di raggi cosmici. Forse Hanuman era abbastanza bravo da orchestrare una simile difesa. Aveva osservato Armonista al lavoro.

Il terreno sotto Hanuman era solo una maschera del vuoto. Saperlo nell’intimo, vederlo nella parte inferiore del Ringworld (creste che erano canyon e letti di fiume, grinze che erano catene montuose) aveva quasi distrutto il difensore appena creato. Hanuman non si era mai abituato. Solo ora cominciò a sentire d’essere il padrone di se stesso. Non contando la presenza di un difensore più grande. Proserpina era più grande di lui. Come riproduttore, si era evoluta maggiormente verso l’intelligenza e il virus dell’albero-di-vita aveva operato su un cervello di dimensioni maggiori. Proserpina aveva anche più esperienza. Ma Armonista era più brillante di lei.

Lasciarlo pilotare era un’esca. Hanuman lo capiva fin troppo bene. Sapeva pure di rivelare segreti a ogni mossa. Era un pilota bravo e sacrificabile. Che cosa aveva pilotato? E Proserpina quanto aveva visto? Quanto sapeva già? Se ne stava seduta e osservava.


Hanuman sorvolò territori erosi e spogli e in parte nascosti da strati di nubi. Vide che il foro si era chiuso, ma che l’atmosfera non aveva ancora riempito il vuoto parziale. — Tutta l’aria del Ringworld sarebbe finita fra le stelle — disse a Proserpina. — Armonista l’ha impedito.

— Come?

— Non posso dirlo.

— Va già bene che abbia trovato il modo. Come sei venuto qui? Non ho visto navi abbastanza grandi per i miei apparecchi di rilevamento.

— Non posso dirlo.

— Dischi passatoio. Louis Wu li ha descritti per la ARM. Dobbiamo trovarne uno. Mostrami quel relitto.

Hanuman sfiorò il grande pallone sgonfio, il tappo antimeteore di Armonista (anche se non l’avesse aiutata, Proserpina l’avrebbe trovato comunque) poi rimase sospeso sopra i resti distrutti di una tenda pressurizzata della ARM. — Scendo?

— Sì.

Indossarono tute pressurizzate e camminarono fra i rottami. Hanuman non vide ragione per non rispondere alle domande di Proserpina. Ciò che lei chiedeva non rivelava molto dei suoi pensieri e dei suoi scopi, anche se Proserpina apprendeva più di quanto non apprendesse lui.

Ancorarono alla griglia di carico il pesante modulo cucina della ARM e decollarono di nuovo.


Il campo di battaglia era stato messo in disordine. Proserpina lo attraversò, osservando prima e chiedendo poi. Hanuman cercò di vedere ciò che lei vedeva. La sacca sonica non aveva lasciato missili spiaccicati né segni di bruciature. C’era la chiazza coperta di formiche dove Claus era morto. Impronte di zoccoli, segno del passaggio di una mandria in corsa. Impronte di grandi mani e piedi: animali che si cibavano di carogne erano stati richiamati dall’odore del sangue e non avevano trovato niente. La navetta della ARM aveva portato via il cadavere di Claus. L’aviobici era capovolta e intorno e sopra c’erano impronte: i Ghoul avevano provato a usarla per volare, ma i blocchi di Armonista avevano resistito.

Hanuman disse: — Armonista è più intelligente di te. Perché non lasciarlo fare? Tu l’hai fatto per secoli.

— Non sono ancora soddisfatta della sua idoneità. Devo parlargli.

L’aviobici era troppo pesante per le loro forze. Hanuman vi strisciò sotto. Il veicolo si sollevò e si raddrizzò da solo. Hanuman accese lo schermo olografico. Di sicuro Louis aveva spento la ricezione e lasciato accesa la trasmissione. Ma come nascondere il ritardo di risposta per non rivelare la posizione di Armonista?

Non c’era modo, concluse Hanuman. Disse apertamente: — Ora puoi parlare con Armonista. Lui non ci può vedere. Prevedi un ritardo di mezz’ora.

— È nel lato lontano dell’arco? Sarà penoso conversare. Stet, comincio. Armonista! — Ululò il suo vero nome, appreso da Hanuman. — Ti stai impicciando con il progetto base del Ringworld. Di sicuro hai supposto la mia esistenza. Chiamami… — Seguì un suono decisamente non musicale. — Risiedo nella Zona d’Isolamento. Louis Wu e il tuo pilota sono vivi. Louis Wu è ferito, ma in via di guarigione. Tratteniamo la detec Roxanny Gauthier, un’agente ARM, dei Mondi Globo. Lo Kzin Accolito è disperso. Presumo che sia da te. Voglio scambiare con te segreti e promesse. Ho da offrire una certa conoscenza della costruzione e della storia del Ringworld, più tutto ciò che riuscirò a sapere da Roxanny Gauthier. Vogliamo tutt’e due difendere la struttura da quella che Louis chiama la Guerra Periferica. Pare necessario sbrigarsi. Ti prego di rassicurarmi che puoi tappare un buco, se si dovesse verificare un’altra esplosione di antimateria. Rassicurami di poter battere in volo questi intrusi. Hanuman pare abile e sveglio, ma non è migliore dei suoi veicoli. Anche la mia discendenza diretta…

Esitò, poi riprese: — Devo indagare sullo stato della Mappa della Terra. Dimmi ciò che puoi. Ti passo Hanuman.

Hanuman parlottò a lungo. Meticolose descrizioni di Proserpina, Roxanny, la Gray Nurse e i militari ARM, la nave pesce luna, il volo dal muro del bordo, il continente sulla Mappa di Pak. I servi non del tutto nascosti di Proserpina… per quanto la lingua dei Ghoul fosse concisa, parlò a lungo. Quando smise, non fu perché interrotto da Proserpina. Aveva rivelato tutti i segreti di cui era a conoscenza e Proserpina non l’aveva ucciso per tappargli la bocca.

Proserpina scese dal sediolo dell’aviobici. — Come occupiamo il tempo?

— Pranzo.

— Bene.

Disposero sull’erba la frutta e vi aggiunsero la carcassa di donnola. Proserpina chiese: — Cosa pensi che facciano, i nostri ospiti?

Hanuman mangiò una mela nana. Citò una frase trovata nella libreria della Needle. — “Via la gatta, i topi ballano.” Hai lasciato loro una barca? Un velivolo? No? Allora tenteranno di raggiungere il palazzo di Penultimo.

— Non ha accessi — disse Proserpina.

— Neanche per te?

— Ho segnato su una mappa alcuni percorsi ipotetici, ma ritengo inaccettabile il rischio. Le invenzioni di Penultimo non sono cose che potrei sviluppare da sola. Hanuman, loro sono semplici riproduttori.

— Ci proveranno.


— Salve. Annoiato?

— Già.

— Come passi il tempo?

— Conto gli errori — disse Louis. “Eccone un altro” pensò. “I giovani non ricordano errori sufficienti.” Era davvero così? Non ricordava proprio. Era trascorso troppo tempo.

— Siamo ancora amici?

— Certo, perché non dovremmo?

Roxanny piegò di lato la testa e lo esaminò, in cerca di segni di sarcasmo. — Luis, devi perdonarmi d’averti sparato.

— D’accordo.

Tanj, sei arrendevole. Potresti chiedermi perdono per Claus.

— Claus in pratica si è ucciso da solo — replicò Louis.

— Il tuo amico l’ha ucciso.

— Alla prima occasione. Stet, perché no? Un prigioniero ha il dovere di evadere. Quale follia ha indotto Claus a puntare la pistola contro uno Kzin?

— È la guerra.

— Chi l’ha dichiarata? Roxanny, chi ha deciso di imprigionarmi? Era facile raggirarmi e farmi fare un volo. In quel modo forse avresti avuto anche Accolito.

— E se avessi risposto no?

— Sei schizza? — chiese Louis, con curiosità genuina.

— Cosa?… No, al momento.

La ARM impiegava schizofrenici e paranoici. Lo sapevano tutti. Nella vita reale, qualsiasi automed poteva fornire prodotti chimici per mantenere sano di mente uno schizzo, ma nella ARM facevano a meno dei farmaci, se non altro per un po’ di tempo.

Louis non commentò. Roxanny lo guardò di sbieco. — È una cosa estremamente personale, no, Luis? Sono stata diagnosticata non schizza. Non mi sono arruolata nella ARM perché ero schizza, ma perché cercavo l’avventura.

— Ah.

— Ma posso farmi di psicomimetici. Non li prendo più, ma li usavo nell’addestramento. — Scrollò le spalle. — Vuoi fare una camminata?

— Non per altri due giorni non posso uscire da questo affare.

— Questo posto ti piacerà. È il giardino dell’Eden. Non c’è niente di nocivo e la Dea vi cammina. È appena andata via per un poco.

— Hai idea di dove sia andata?

— No. Perché ha preso con sé la piccola scimmia? La consideravo un animale da compagnia. Poi ho pensato che ha un odore di famiglia. Che ne pensi?

— Non di famiglia. Non più di te o di me.

Silenzio. Poi: — Luis, siamo amanti?

Louis sorrise. — In questo stato?

— Ho visto che ha spento il blocco nervoso. Senti molto male?

— Non molto. Un dolore sordo. — La guardò spogliarsi. A un tratto si sentì inerme. Si chiese come lei avrebbe reagito, se le avesse detto: “No”.

Roxanny gli accarezzò i piedi. — Senti niente?

— Sì.

Spostò le mani più in alto, un tocco in parte massaggio e in parte carezza, che diventava più leggero dove lui trasaliva di dolore. Il fremito d’eccitazione non sparì. Fra il popolo Giraffa, lui era stato troppo eccitato e frettoloso. Quando la vide salire sulla scatola di rianimazione, disse: — Se finisci con tutto il peso su di me, griderò come un pazzo.

— Nessuno sentirà, mio povero ragazzo. Ho mandato Wembleth a cercare qualcosa in grado di volare. Vediamo se suscito il tuo interesse. Luis, quanti anni hai?

— Duecento e…

— Seriamente. — Gli strinse le parti intime. — A volte sembri più vecchio. Sai cose che non dovresti sapere. — Si tenne sospesa su di lui e con i capezzoli gli sfiorò i peli del torace. — Come sai che nel Grande Oceano ci sono balene?

— Me lo disse mio padre. Dall’alto si scorge un notevole numero di particolari sott’acqua.

— Oh.

— Mi tratti come un ragazzino, Roxanny. Non sono sicuro che mi piaccia. Ma ora hai decisamente il comando.

— Ah, sì. Perciò vediamo quanto sono agile. — Con una certa destrezza si adattò al corpo di lui. — Ho superato i cinquanta, Luis. Questo automed è la mia fornitura di droga di vita per il futuro prevedibile.

— Be’, non saltare troppo forte o lo rovinerai.

Roxanny rise. Louis sentì l’increspatura nei forti muscoli ventrali di lei.

— Sai, Roxanny, che la droga è ricavata dall’albero-di-vita?

— Cosa? No! Chi te l’ha detto?

— Proserpina. Considera le implicazioni. Se cinquecento anni fa le Nazioni Unite giocavano con l’albero-di-vita, che altro ne hanno fatto? Forse c’è un difensore a dirigere la ARM.

Lei sgranò gli occhi. — Non ci credo. Luis, i vertici della ARM sono tutti paranoidi schizofrenici! E non prendono le medicine! Non puoi…

— Continua a muoverti. Credevo fossero solo voci.

— Be’, lo dicono tutti. Non si lascerebbero mai governare da un difensore. Potrebbe impadronirsi della Terra!

— Ma se lasciassero in libertà un difensore, quello dominerebbe la ARM. E penserebbe come un paranoide schizofrenico, giusto? Roxanny, dovrei smettere di distrarti.

— Oh, sì che dovresti. Pensare alla ARM non è affatto divertente. Questo ti piace?

— Sì.

— Non soffri il solletico?

— Lo soffrivo un poco.

— Proprio per niente?

Louis ridacchiò. — No. Niente. — Molto tempo prima aveva messo sotto controllo il riflesso del solletico.

Errore.


L’aspetto di Armonista sullo schermo olografico era quello che Proserpina immaginava: mascelle allungate, faccia glabra, protuberanze agli angoli delle mascelle, narici piatte, zigomi sporgenti. Un Ghoul divenuto difensore.

Armonista parlò nella lingua dei Ghoul. Proserpina rimase perplessa solo per un momento. Gli eliografi avevano diffuso una lingua comune. Lei conosceva la lingua scritta dei Ghoul e una versione parlata nei pressi delle montagne di drenaggio. Aveva ascoltato Hanuman parlare allo schermo: era solo questione di pronuncia. — Corridore onnivoro nelle pianure? Sono stato a lungo curiosa su di te. La tua specie sopravvive nella Mappa della Terra, ma non senza alterazioni…

Proserpina ululò. Hanuman si era arrampicato su un albero, nascosto tra le fronde della cima, prima che la sua mente fosse del tutto coinvolta. Ma Proserpina era ancora davanti allo schermo olografico e Armonista continuava a parlare…

— Carnivori locali, Kzinti trapiantati, hanno fatto selezione fra gli ominidi locali per le caratteristiche che piacciono a loro. L’eccezione è un invasore giunto con la prima spedizione. Chmeee bada agli ominidi nel suo piccolo settore della Mappa, in modo che non si inselvatichiscano, e non mangia la loro carne né permette ai suoi servitori di fare loro del male. Potremmo risolvere facilmente il tuo problema affidando a Chmeee la Mappa della Terra. Potremmo trattare con lui tramite suo figlio o il suo alleato Louis Wu.

“La Guerra Periferica è un problema più difficile. Credo che dobbiamo incontrarci. Devi vedere il Centro Manutenzione e non posso lasciarti senza sorveglianza. Ciò che so di te mi porta a credere che tu non abbia imparato ad agire. Un simile grado di autocontrollo è raro in individui della tua specie. Credo che sarei al sicuro in tua presenza, se potessi offrire ragionevoli garanzie per la tua stessa sicurezza.

“Una garanzia che potresti accettare è la conoscenza di ciò che sono. Ci siamo evoluti come riproduttori intelligenti. Le varie mie specie sopravvivono come divoratori di cadaveri. Perciò normalmente riteniamo un male nuocere a qualsiasi razza. Dove altri ominidi vivono bene, lì viviamo bene anche noi. Le guerre non sono un bene, la battaglia è una scorpacciata seguita dalla carestia. La siccità non è un bene, perciò guidiamo i locali nella gestione dell’acqua e dei canali. I deserti non sono un bene, perciò guidiamo i locali a ripiantare. Insegniamo il controllo degli allagamenti e delle colture. Manteniamo le religioni, ma guidiamo i locali ad abbandonare pratiche poco pulite, guerre sante, sacrifici umani, cremazioni. Ci teniamo al corrente mediante eliografi azionati dalla gente del muro del bordo. Manteniamo il controllo demografico.

“Se non vedo motivo per nuocerti, non ti farò niente. Se desidero la tua amicizia, agirò a tuo favore. Impara da me ciò che puoi e decidi se venire a trovarmi. Invierò una catasta di servizio per un incontro con l’aviobici di Hanuman.”

La faccia di Armonista si dissolse. Lo sfondo rimase: spazio interstellare e strutture scheletriche nere in primo piano. Proserpina gridò: — Hanuman!

Hanuman scese dall’albero. Proserpina aveva stretto i braccioli del sediolo anteriore dell’aviobici fino a piegarli. — I miei discendenti sono divorati da grossi carnivori arancioni.

— Lo sapevi prima di ieri notte?

— Sapevo che la maggior parte del Ringworld non era sotto il mio controllo e mi era vietata. Non era il peggio che avevo immaginato, ma lo sapevo con il proencefalo, Hanuman, non con le ghiandole. Bene, cos’è una catasta di servizio?

— Piastre levitanti sormontate da un disco passatoio. Posso fare da guida nel sistema di dischi passatoio.

— Prima dovremmo pensare ai nostri ospiti. Prendi tu l’aviobici. Io porto a casa la nave magnetica. Devo fare una commissione.


Sera.

— Il rishathra è diverso — disse Louis. — Non senti la differenza?

— Ragazzo, in quello hai più esperienza di me — replicò Roxanny. — Almeno, così dici. Cosa facciamo per cena?

— Potresti andare a caccia.

— Mi sento pigra.

— Questo sistema fa tavolette di razioni?

Roxanny diede un’occhiata. — Solo minestra.

— Prendimene una tazza.

Roxanny digitò per due. — Luis, come entreresti in quella montagna?

— Non l’ho nemmeno vista. Ho solo sognato di camminare dritto, non di arrampicarmi su montagne artificiali. Cos’hai in mente?

— Ci serve un mezzo di trasporto. Anche sulla Terra le arcologie sono troppo estese per esplorarle a piedi. Poi mi preoccuperei della sicurezza. I difensori erano territoriali, si dice.

— Buona, questa roba.

Roxanny sorseggiò la minestra, densa e granulosa. — Te ne stufi presto.

— Pensa ai riproduttori.

— Cosa?

— Riproduttori. Pak che non sono divenuti difensori. Semplici scimmie, adulti e bambini. Possono correre a fianco di un’antilope e con un osso bitorzoluto colpirla sulla testa e non cadere. Forse proprio per mantenere l’equilibrio hanno un cervello grosso e complicato. Ma possono ancora arrampicarsi. Se in quel merdoso edificio ci sono trappole esplosive, saranno predisposte per lasciare in pace i riproduttori.

— Bene. A meno che i riproduttori non siano tenuti fuori da qualcosa come, non so, una recinzione?

— Dovremmo cercare una recinzione — convenne Louis. — Roxanny? Non andare da sola, d’accordo?

— Cos’è quello? — Luce all’esterno.

— Luci di navigazione di una aviobici.

Roxanny uscì a guardare. Rientrò tenendo per mano Hanuman. — Il difensore ha rimandato a casa l’aviobici.

— Ha il pilota automatico — disse Louis. — Può darsi che lei l’abbia regolato. Dov’è adesso?

Roxanny si strinse nelle spalle. — Nessuno a bordo, tranne la Bestia.

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