Per quanto ne capiva, Sonda Due era una macchina perfetta. Hanuman continuò comunque a lavorarci. Di tutte le affascinanti macchine nel dominio di Armonista, considerava la Sonda Due la sua creatura. La sua stessa vita l’avrebbe pilotata. Lui aveva guardato Armonista al lavoro nel Sistema Riparazione Meteore. Durante il lavoro, Armonista parlava. E lui aveva quasi l’impressione di capirlo. Dentro un foro del Ringworld, grandi quantità di componenti piccolissimi avrebbe intessuto fili di scrith da materia meno nobile, rimettendo insieme la vasta struttura, chiudendo i buchi. Qualche altra cosa sarebbe stata in funzione, mentre le nanomacchine lavoravano. Analoghi componenti piccolissimi avrebbero intessuto cavi magnetici più sottili del pelo sul suo corpo, seguendo cavi superconduttori già in posizione nel pavimento lacerato del Ringworld.
La natura dei difensori era azione. Hanuman poteva solo stare lontano dal Sistema Riparazione Meteore, tenere giù le mani da macchine che potevano salvare il Ringworld e ogni specie indigena, compresa la sua stessa specie. Non osava toccare ciò che non capiva.
Per 1500 giri del cielo Hanuman era vissuto sugli alberi, con altri della sua specie. Aveva amato; aveva generato figli; era diventato vecchio. Poi una nodosa creatura inguainata in corazza di cuoio gli aveva dato da mangiare una radice.
Hanuman era intelligente solo da un falan, più o meno. Sapeva una cosa: Armonista era un’intelligenza superiore. Se avesse toccato le sue macchine, avrebbe solo potuto rovinarle, a meno d’essere comandato e guidato chiaramente. Ma poteva lavorare a Sonda Due. Era la macchina che poteva ucciderlo. Lui si augurava di capirla meglio. Non la capiva neppure Armonista, superiore a lui come lui era superiore ai riproduttori della sua specie.
Sentì uno sbuffo d’aria e si girò. Armonista era arrivato, in compagnia di visitatori.
Erano nella caverna sotto Olympus Mons. Armonista si diresse verso un individuo alto metà di lui. — Hanuman — disse — questi sono amici. Lui è Hanuman, pilota della Sonda Due.
La voce del pilota era acuta, ma non infantile. — Accolito, Louis Wu, Ultimo. Salve.
— Piacere — disse Louis. — Hanuman? — Non si era ancora deciso su ciò che vedeva. Il pilota non pesava più di 25 chili. Alto 90 centimetri, 60 di coda, articolazioni gonfie, cranio gonfio e pelle come cuoio conciato e pieghettato. — Saresti un difensore del Popolo dei Sospesi?
— Sì. Armonista mi ha fatto e mi ha dato il nome. “Hanuman” è un riferimento letterario preso dalla libreria della Hot Needle. - Passò a un altro linguaggio, quello dei Ghoul, parlato troppo rapidamente. Mentre Hanuman e Armonista parlavano, il traduttore di Louis colse una parola qua e là. “…fretta… calarlo in posizione…”
— Una teoria da mettere alla prova. Se il tuo veicolo sopravvive…
Un cilindro era in attesa accanto all’acceleratore lineare. Pareva troppo piccolo per un passeggero, ma aveva il muso trasparente e le bobine magnetiche dietro l’acceleratore lineare erano larghe più di un miglio. Macchinari avevano già montato nel ventre della Needle il motore iperspaziale ricostruito e ora rimettevano a posto la sezione di scafo tagliata, nella quale era stato inserito un tamburo, opaco, verniciato di un materiale color bronzo, che andava ad alloggiarsi in quello che un tempo era il garage per la navetta d’atterraggio. La nuova parte era una camera d’equilibrio, vide Louis, abbastanza ampia da trasferire una decina di umani alla volta.
I bordi combaciarono. Poi il materiale color bronzo colò via e si avvolse sulla lava come un serpente. La macchia bronzea sulla camera d’equilibrio rimase.
— Cos’è quella roba color bronzo? — disse Louis.
— Colla — rispose Hanuman.
Armonista intervenne, con una certa riluttanza. — La faccenda è un po’ più complicata. Conosci gli scafi della General Products, no? Ogni variazione è una molecola con legami atomici accresciuti. Molto resistente, ma se tagliata, si sfalda. Ho progettato una sostanza che rimpiazza i legami atomici. Mi permette non solo di tagliare uno scafo, ma anche d’incollarlo a un altro della General Products. Hanuman, sei pronto?
— Sì.
— Porta a termine la missione e poi salvati, se puoi. Avanti.
Hanuman s’infilò nel minuscolo missile e chiuse il muso trasparente. La nave si ritrasse nel pavimento.
Hanuman sprecò un momento per pensare con curiosità ai compagni di Armonista. Uno era un riproduttore di specie sconosciuta, ma tutti e tre mostravano d’essere nati fra le stelle, alieni al Ringworld. Di loro sapeva qualcosa, grazie al file nel computer della Needle. Che posizione avevano rispetto a lui? Aveva detto “Colla” per vedere se Louis Wu estrapolava it resto. Non lo credeva tanto intelligente, visto che non aveva reagito.
Hanuman era più intelligente di un Sospeso, ma non riusciva a vedere ciò che Armonista vedeva: la risposta giusta, ogni volta. Louis Wu aveva scelto Armonista. Questo lo rendeva tanto intelligente da fidarsi di lui? Il grosso alieno irsuto era un cucciolo, avrebbe avuto ben poco da dire. Quello a due teste era vecchio come i mari e i monti…
La Sonda Due era pronta al lancio e Hanuman aveva ordini precisi. Ma se fosse sopravvissuto, doveva arrivare a sapere di chi fidarsi.
L’idrogeno combustibile inondò i serbatoi della Needle.
Armonista mosse il braccio verso la torre di anelli. — Bram costruì questo macchinario per lanciare sistemi di difesa da meteore e di riparazione. L’ho modificato. Ci darà una velocità iniziale maggiore di quella ottenuta con il nostro combustibile e i propulsori. Saliamo a bordo della Needle, indossiamo la tuta pressurizzata e blocchiamo le cinture. Dovremmo lanciarci dopo la Sonda Due.
Ora la Hot Needle scivolava sulla lava. Louis si chiese se avrebbero dovuto correre dietro alla nave, ma Armonista li guidò a un disco passatoio che li trasportò a bordo. Ultimo e Armonista andarono in sala comando; Accolito e Louis rimasero negli alloggi dell’equipaggio.
Mentre Louis indossava la tuta, la Sonda Due fu lanciata in un lampo luminoso e sparì nel cielo. Il sistema di lancio era poco efficiente, pensò Louis. Nocivo per l’ambiente. Armonista aveva energia da sprecare.
La Needle sprofondò verso la base del sistema di lancio. Armonista si era già messo la tuta. — Mangiate prima di chiudere il casco! — gridò. — C’è tempo. — Scorse velocemente alcuni programmi diagnostici, poi usò dischi passatoio per traslarsi qua e là per la nave, fermandosi a guardare, ad armeggiare. In un paio di minuti fu di ritorno.
Nella cabina di comando della Needle c’era il posto per un secondo pilota. Il sedile imbullonato di Armonista era uno strato di piastre che si spostarono per adattarsi a lui. Armonista diede un’occhiata al suo equipaggio, Ultimo al suo fianco e gli altri al loro posto, e decollò.