17

Dopo essersi svegliato, Bodie passeggiò fino al gazebo. Cacciò le dita nell’acqua fredda della jacuzzi e ricordò il caldo ribollire della notte precedente. Pen così bella, Melanie in topless che flirtava e più tardi completamente nuda, ansiosa di distogliere l’attenzione di Bodie da sua sorella.

Dov’è adesso Melanie? Rannicchiata nell’armadio di Harrison? Nascosta sotto il letto? Magari era stata colta in flagrante dal giovane avvocato.

Pensava di dover fare qualcosa in proposito, ma che cosa?

Girò attorno alla piattaforma di legno, trovò i controlli. Girare una manopola, accendere un interruttore, e probabilmente sarebbe uscita acqua calda.

Avanti.

Compì l’operazione.

Il macchinario prese a ronzare e la limpida superficie si agitò leggermente. Abbassò un braccio nell’acqua e sentì una corrente calda lambirgli il polso.

Tornò alla casa. Di sopra trovò il costume da bagno della sera prima e lo indossò. Con un asciugamano sulle spalle nude, scese in cucina. Prese una birra dal frigorifero, l’aprì e ritornò verso la vasca. Si immerse.

L’acqua lo fece rabbrividire, ma sedette davanti al tubo di alimentazione. Da lì l’acqua veniva calda contro la schiena.

Era seduto dov’era stata Pen quella sera.

Chiuse gli occhi e la rivide còme gli era apparsa, il viso che rifletteva la luce rossa, i capelli biondi colore del plenilunio, le ciocche che le ricadevano sulla fronte, la lucentezza di seta delle sue spalle bagnate, il modo in cui l’acqua le lambiva i seni.

L’acqua era più calda, ora.

«Ciao.»

Bodie aprì gli occhi. Per un momento non riuscì a credere che Pen fosse là, in piedi. E invece era proprio lei. «Ciao», la salutò Bodie.

«Non pensavo che ci fosse qualcuno.»

«Soltanto io.»

«Dove sono gli altri?»

«Joyce è ancora… fuori.»

Pen annuì, per un momento le balenò uno sguardo furente negli occhi.

«Melanie mi ha abbandonato qui.»

Lei salì gli scalini, lasciò i sandali sulla piattaforma e sedette sul bordo, con i piedi penzoloni nell’acqua. «Potrebbe essere più calda», osservò.

Bodie si strinse nelle spalle. Il suo cuore batteva forte.

«Non sapevo che cosa fare, tutta sola.»

«Ti avevo chiamato, prima.»

Lei sollevò le sopracciglia con aria interrogativa.

«Probabilmente non eri in casa», aggiunse Bodie.

«Non ho ancora riallacciato il telefono. Non ancora. Chi lo sa, forse non lo riallaccerò mai.»

«Va così male?»

«Capisco che è ridicolo.»

«Non credo.»

«Grazie. Per che cosa hai telefonato?»

«Perché non indossi il costume e vieni in acqua?»

«È per questo che hai chiamato?»

«Ti ho telefonato per via di Melanie.»

Pen lo invitò a proseguire con un cenno del capo.

«Siamo tornati a casa di Harrison. Prima siamo andati alla stazione di polizia, ma non abbiamo scoperto granché. Poi siamo andati da Harrison. Lui e Joyce erano ancora là, perciò siamo rientrati e Melanie gli ha telefonato… per annunciargli che tuo padre era uscito dal coma e che voleva parlargli.»

«Dici sul serio?»

«Ha funzionato. Siamo tornati là di corsa e lui non c’era, così ci siamo introdotti nel garage per dare un’occhiata alla Porsche.»

«Vorresti dire, che vi siete introdotti illegalmente?»

«Melanie ha rotto un vetro.»

«Gesù Cristo! E tu l’hai lasciata fare?» Pen non sembrava arrabbiata con lui, solo perplessa.

«Be’, non esattamente. Non sapevo che cosa avesse in testa. Quando ha telefonato a Harrison con quella storiella, non avevo idea di che cosa avrebbe detto finché ha parlato. E anche allora non riuscivo a credere alle mie orecchie. La stessa cosa è capitata quando ha rotto la finestra del garage. L’ha fatto e basta. Ero pronto a filare, e lei ha fracassato il vetro con il gomito.»

«Dovevi impedirle di fare una pazzia del genere. Era quella la sua idea, oltre indagare su Harrison?»

«Be’, in parte era quella di cercare le prove.»

«Ne avete trovate?»

«La Porsche non aveva neppure un graffio. Se è stato lui a investire tuo padre, deve aver usato un’altra auto.»

Pen annuì. «Quadra. Lui è troppo furbo per usare la sua macchina per un’impresa simile.» Si appoggiò all’indietro, si abbracciò con le braccia irrigidite. Girò la testa come se volesse sciogliere i muscoli. La camicia a scacchi si sollevò mostrando un triangolo di pelle tra l’ultimo bottone e la cintura dei calzoncini. Un altro po’ di pelle apparve quando lei sollevò una mano per massaggiarsi il collo.

«Mal di testa?» s’informò Bodie.

«Non ancora. Solo il collo rigido. Sono stata piuttosto tesa.»

«L’acqua calda ti farebbe bene.»

«Sei proprio deciso a farmi entrare.» Pen sorrise leggermente mentre lo diceva.

Lui le sorrise a sua volta. «No.»

«Ci manca che Melanie ritorni e mi trovi nella vasca con te.»

«Non peggio di quanto sarebbe successo se mi avesse trovato nella tua camera, l’altra notte.»

«Vero. Ma non credo che sia il caso di sfidare la fortuna. Dov’è Melanie, a ogni modo?»

«Non lo so, con certezza.»

«Dove pensi che sia?»

«In casa di Harrison, a spiare i sospetti.»

«Che cosa?»

«Non ne sono sicuro.»

Pen si alzò. Corrugò la fronte e si sporse leggermente in avanti, come se volesse sentire meglio ciò che diceva Bodie. Teneva le mani sulle cosce. «E in casa di Harrison?»

«Così immagino. Quando ci siamo stati la porta di servizio non era chiusa a chiave.»

«Perciò lei è entrata, naturalmente.»

«Siamo entrati tutti e due.»

«Santo cielo.»

Bodie scrollò le spalle. «Ho pensato: tanto siamo già entrati nel garage.»

«Avete trovato qualcosa, nella casa?»

Lui ripassò nella mente qualche eufemismo per trovare le parole adatte. Sperma con un altro nome… «C’era qualche indicazione che fossero stati nel letto insieme…»

Pen arrossì. «Come sei letterario», commentò.

«Come Robert B. Parker.»

«Niente altro di… più incriminante?»

«Non ci siamo fermati. Ho trascinato via Melanie più presto che ho potuto.»

«Ma tu credi che ora sia laggiù?» incalzò Pen.

«Lei era riluttante a venire via. Appena siamo tornati qui, è ripartita con la mia macchina. Questo è successo verso l’una. Da allora è sparita.»

«Ma sono passate quasi tre ore!»

«Lo so, lo so. E io me ne sto seduto qui.» Bodie allungò il braccio dietro, prese la bottiglia di birra e bevve un sorso. «Ne vuoi?»

«Bodie!»

«Hai qualche idea?»

Lei tese una mano. Bodie si alzò. Pen sbirciò il suo corpo e si affrettò a distogliere lo sguardo mentre lui avanzava verso uno scalino e le porgeva la bottiglia. Lei bevve, la testa inclinata indietro, gli occhi chiusi per un momento. Gli restituì la bottiglia. «Grazie.» Si sfregò la mano sulla coscia nuda. Lasciò una macchia umida…

Bodie sedette, l’acqua calda gli raggiungeva le spalle. Si portò la bottiglia alle labbra. Pochi secondi prima Pen vi aveva posato le sue.

«Stupida e idiota», mormorò lei, scuotendo la testa. «Scusa. Non dovrei… E tu che cos’hai intenzione di fare, aspettare e sperare che torni a casa?»

«Qualcosa di simile. Se lei si trova nella casa di Harrison, è nascosta da qualche parte. Perciò può darsi che non riesca ad allontanarsi quando vuole. Insomma, è bloccata laggiù finché non si presenta l’occasione di sgusciar fuori. E se anche le si presenta un’occasione, può darsi che la scarti. Voglio dire, Melanie dev’essere disperata perché in caso contrario non avrebbe mai fatto una cosa simile. Probabilmente è convinta che questa sia la migliore occasione per smascherare quei due.»

Pen annuì. Capiva ed era d’accordo. «Però, può anche darsi che sia stata colta sul fatto.»

«Lo so.»

«Che succede se sono proprio loro che… hanno fatto questo a papà?»

«In tal caso Melanie si è cacciata in un guaio molto serio.»

«O peggio.»

«Ma se non l’hanno presa e noi entriamo per liberarla…»

«Non possiamo limitarci ad aspettare.»

«Bisogna pensare anche a Melanie, tuttavia. Non ci perdonerà mai se la trasciniamo via prima che abbia avuto modo di sentire qualche dichiarazione realmente incriminante.»

«Posso vivere senza il suo perdono. È tanto tempo che mi ci sono abituata.» Gli occhi di Pen avevano un’espressione spaventata. «Lui ha una pistola, Bodie. Harrison ha una pistola.»

«Maggior ragione per non aggredirlo.»

«Oggi ho comperato un fucile», annunciò Pen.

«Oh, fantastico. C’è la possibilità di assistere a una sparatoria?»

«Lui sarebbe capace di ucciderla. È capace… di tutto.»

«D’accordo, faremo qualcosa. Non so che cosa, ma…»

«Dobbiamo.»

Bodie bevve un sorso di birra e si alzò. Pen rimase seduta sul bordo della vasca, vicino agli scalini. Voltandosi, lui allungò il braccio e spense l’impianto di riscaldamento.

«Forse possiamo ideare un piano», suggerì Pen, sempre seduta.

Bodie camminò nell’acqua verso gli scalini.

«Non so quale», aggiunse lei.

«Penseremo qualcosa.» Lui aveva la gola stretta. Fissava dritto davanti a sé pur di non guardarla in faccia mentre saliva il primo gradino.

Bodie si levò l’asciugamano dalle spalle e glielo offrì. «Vuoi asciugarti le gambe?»

«Grazie.» Lei lo prese e si chinò, i capelli ricaddero ai lati del viso mentre si passava l’asciugamano sulle gambe. Poi glielo restituì e calzò i sandali.

«Mi tieni la bottiglia, per favore?» chiese lui.

Lei la prese mentre Bodie si asciugava e guardandolo disse: «Dobbiamo inventare un trucco per farli uscire di casa».

«Per esempio, telefonare per avvertirli che tuo padre vuole vederli?»

«Ah, già.» Lei abbassò rapidamente gli occhi e li socchiuse come se guardasse qualcosa nei cespugli. «Non lo so», ammise e bevve un sorso di birra.

Bodie finì di asciugarsi, avvolse l’asciugamano attorno alla vita e si diresse verso casa.

Pen lo seguì. «Sai», osservò, «può darsi che Melanie non sia neppure in casa di Harrison, forse è andata da qualche altra parte. Voglio dire, non ti ha detto dove andava?»

«No.»

«Prima di agire, dovremmo andare a vedere se il tuo furgone è nei paraggi.»

«Prima vorrei fare una doccia.»

«Vai pure.»

Bodie aprì la porta a vetri scorrevole, si fece da parte per lasciar passare Pen ed entrò in cucina dopo di lei. Il dietro dei suoi pantaloncini bianchi era leggermente sporco. Lui lasciò vagare lo sguardo sulle gambe della ragazza. «Faccio in fretta», promise.

Pen rimase in cucina e Bodie salì al piano superiore. Cercò di non pensare al fatto di essere solo in casa con lei, ma era difficile non farlo.

Non succederà niente, si disse Bodie. Non eccitarti. Tu non oseresti e lei non ci starebbe. Nessuno dei due vuole pugnalare Melanie alle spalle.

Ma lasciò aperta la porta del bagno. Si sfilò il costume e lo gettò nel lavabo.

Il bikini bianco di Pen era appeso sopra la porta della doccia. Si sarebbe bagnato, se lo lasciava là. Tirò giù l’indumento. La rivide in bikini nella vasca termale. L’immaginò mentre se lo toglieva nel bagno. Era tentato di accarezzare l’indumento, ma si affrettò ad appenderlo all’asta dell’asciugamano.

Fece la doccia. Immaginò di vedere Pen sgusciare nella cabina e chiudere la porta a vetri. Lei era nuda. Ti dispiace se ti faccio compagnia?

Non tormentarti, concluse Bodie. Non verrà.

Non venne.

Quando ebbe finito di fare la doccia, Bodie percorse il corridoio fino alla camera da letto con l’asciugamano stretto alla vita. Si vestì rapidamente e scese a pianterreno. Trovò Pen sul divano del soggiorno, appoggiata allo schienale con le gambe tese davanti a sé. Accanto a lei c’era la sua borsetta, con la cinghia a tracolla. «Pronto?» domandò.

«Pronto.»

Uscirono e si avvicinarono alla macchina di Pen. Bodie la osservò mentre saliva e avviava il motore. In San Vicente lei abbassò la visiera per ripararsi gli occhi dal sole del tardo pomeriggio. All’ombra della visiera le sue guance e il labbro superiore sembravano dorati.

Lei lo guardò.

«Sto solo pensando», spiegò lui.

«Oh?»

Lui non pensava a niente, ammirava semplicemente il viso di Pen. «E se Melanie non è laggiù?» osservò dopo un secondo.

«Sarebbe un bel sollievo», commentò Pen.

«Se non c’è, dov’è?»

Pen scosse leggermente la testa. «Cosa più importante: che cosa facciamo se è là?»

«Che ne so?»

«Vorrei tanto che fosse rimasta a Phoenix.»

Bodie si sentì offeso.

«Non alludo a te», precisò Pen, come se capisse.

«Io l’ho solo accompagnata.»

«Tu sei stato gentile. Scommetto che ora sei pentito, non è così? Ti sei cacciato in un gran pasticcio.»

«Ha i suoi lati positivi.»

Pen teneva gli occhi sulla strada.

Non avrei dovuto dirlo, pensò Bodie.

«Già», convenne Pen. «Ho sentito Melanie ricompensarti, la notte passata. Le pareti sono sottili.»

Per un momento Bodie non afferrò. Poi si rese conto che lei li aveva sentiti a letto.

Non è ciò che pensavo usando «lati positivi», ragionò lui.

Lei crede che sia così.

Mio Dio, ci ha sentito mentre facevamo l’amore.

«Sicuro, immagino che avremmo dovuto alzare il volume della radio», disse.

«Probabilmente Melanie voleva che sentissi», replicò Pen. «Da come si è comportata l’altra sera, non mi sorprenderebbe.»

«Voleva che la sentissi?» ripeté Bodie.

«Perché sapessi che lei aveva qualcosa che io non ho.»

«Alludi a me?»

Ecco, sta parlando di me.

«Cercava di farti ingelosire?» azzardò lui. La sua voce risuonò lontana.

«Non ne sarei sorpresa», ripeté Pen.

«E lo eri?» Bodie non riusciva a credere di averlo detto.

«Gelosa?» Pen gli lanciò un’occhiata. «Tu che pensi?»

Bodie inghiottì. «Non vorrei azzardare… un’ipotesi.»

«E io non voglio azzardare una risposta. Se ti rispondo che ero gelosa, è come se ti incoraggiassi, e non potrei fare una cosa simile a Melanie. Se ti rispondo di no, sarebbe un insulto per te.»

«Ottimo ragionamento.»

«Restiamo amici.»

«Buona idea.»

«Meglio tenere gli occhi aperti per vedere se c’è il tuo furgone.»

Bodie notò che lei aveva appena svoltato nella strada di Harrison.

La Mercedes era parcheggiata nel viale. La Continental di Joyce era accostata al marciapiede davanti alla casa.

«Interessante», osservò Pen. «Stavolta non si è curata di parcheggiare lungo la strada.»

«Il loro segreto d’amore non è più tale.»

«Ci ha pensato Mel a svelarlo.» Pen svoltò l’angolo. «Mi chiedo che cosa avevano da dirsi.»

«Qualsiasi cosa fosse, probabilmente Melanie ha sentito.»

«Se è là dentro.»

Trovarono il furgone di Bodie parcheggiato sul lato opposto dell’isolato.

Pen fermò l’auto dietro. Bodie scese, sbirciò attraverso i finestrini e tornò alla macchina di Pen. «Dentro non c’è.»

«Allora è proprio nella casa di Harrison.»

«Si direbbe di sì.»

«Qualche idea brillante?» domandò Pen.

«Lasciamola là.»

«Fantastico.»

«Dico sul serio. Si è introdotta da sola, ed è perfettamente capace di cavarsela al momento giusto.»

«E se non ce la fa? Se l’hanno già nelle loro mani? Magari sono tornati dall’ospedale, hanno parlato fra loro dell’incidente di papà e poi l’hanno acciuffata.»

«Allora la situazione diventa alquanto problematica. Ma io preferisco credere che non sia andata così. Per quello che ne sappiamo, quei due non hanno niente a che fare con l’incidente. Non diventeranno violenti con Melanie… solo perché lei sa che hanno una relazione.»

Pen lo guardò: i suoi occhi erano seri. «Non possiamo lasciarla là», sussurrò.

«Lo so.»

«Ma hai appena detto…»

«Cercavo solo di scartare l’idea di commettere un gesto da stupidi.»

«Per esempio?»

«Io vado a prenderla. Tu rimani in macchina e chiami la polizia se non torno fra cinque minuti.»

«Questo sarebbe il tuo piano?» chiese Pen.

«Grandioso, no? Semplice e diretto.»

«Lui ha una pistola.»

«Non sparerà a nessuno. Non con te che aspetti fuori.»

«Non mi piace.»

«Hai un altro piano?» suggerì Bodie.

«Entro io e tu aspetti in macchina.»

«No, e per un’ottima ragione.»

«Quale?»

«Non ti lascio andare.»

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