Tutte le sere, quando il Sole scende dietro la piramide solitaria di Pico, l’ombra della grande montagna arriva fino a inghiottire la colonna di metallo che continuerà a ergersi nel Mare delle Piogge finché questo durerà. Su questa colonna sono incisi cinquecentoventisette nomi in ordine alfabetico. Nessun segno distingue coloro che sono morti per la Federazione da coloro che sono morti per la Terra, e forse è questa la prova migliore che non sono morti invano.
La battaglia di Pico segnò la fine del predominio terrestre e l’inizio dell’era planetaria. La Terra era stanca, sfinita dagli sforzi compiuti per conquistare i mondi vicini, quei mondi che le si erano inesplicabilmente ribellati, così come tanto tempo prima le colonie americane si erano rivoltate contro la madrepatria.
La partita era fortunatamente finita alla pari, e ciascun antagonista aveva imparato una lezione, concisa e salutare: più d’ogni altra cosa ciascuno aveva imparato a rispettare l’altro. E ora erano tutti e due indaffarati a spiegare ai propri sudditi quello che avevano fatto in loro nome…
L’ultima esplosione della guerra fu seguita, a poche ore di distanza, da esplosioni politiche, sia sulla Terra sia su Marte e Venere. Quando il fumo fu disperso, molte ambiziose personalità erano scomparse, almeno per il momento, e coloro che erano rimasti al potere avevano un unico scopo da raggiungere: ristabilire relazioni amichevoli e cancellare il ricordo di un episodio che non tornava a onore di nessuno.
L’episodio della “Pegaso” intervenuto nel bel mezzo degli antagonismi bellici a ricordare agli uomini quanto fosse necessario che restassero solidali, facilitò molto il compito degli uomini di Stato. Il Trattato di Fobos fu firmato in un’atmosfera che uno storico chiamò “rossa di vergogna”. L’accordo venne raggiunto in fretta, poiché tanto la Terra che la Federazione possedevano qualcosa di cui l’altra aveva estrema necessità.
La scienza più progredita della Federazione aveva donato alla Terra il segreto della spinta senza accelerazione, come viene universalmente anche se imprecisamente chiamata. Da parte sua, la Terra adesso era pronta a dividere le ricchezze che aveva scovato nel seno della Luna dove c’erano ricchezze sufficienti per le necessità umane di molti secoli a venire.
L’effetto immediato fu che la Luna, fino a quel momento considerata come una parente povera dalla ricca e vecchia Terra, si trasformò nel più importante dei mondi. Dopo dieci anni, la Repubblica Lunare Indipendente avrebbe avuto rapporti di perfetta uguaglianza sia con la Terra che con la Federazione.
Ma a questo ci avrebbe pensato l’avvenire. Tutto quello che importava per il momento era che la guerra fosse finita.