CAPITOLO OTTAVO: Zorba inizia a tener fede alle sue promesse

I quattro gatti balzarono dal tetto sul balcone e capirono immediatamente di essere arrivati troppo tardi. Colonnello, Diderot e Zorba osservarono con rispetto il corpo senza vita della gabbiana, mentre Segretario agitava la coda al vento per farle perdere l'odore di benzina.

<> spiegò Colonnello.

Vincendo la ripugnanza che provocava in loro quell'essere impregnato di petrolio, le unirono le ali al corpo e, mentre la muovevano, scoprirono l'uovo bianco a macchioline azzurre.

<> esclamò Zorba.

<> lo avvertì Colonnello.

<> si chiese Zorba sempre più angosciato.

<> propose Segretario.

<

L'argomento è trattato nel sesto volume, lettera F>> assicurò Diderot.

<> dichiarò solennemente Colonnello.

<> miagolò disperato Zorba.

Allora tutti i gatti guardarono Diderot. Forse nella sua famosa en-ci-clo-pe-dia c'era qualcosa al riguardo.

<> spiegò Diderot in tono pedante e didattico.

<> consigliò Segretario.

<<È esattamente ciò che stavo per suggerire. Zorba, tu rimani con l'uovo e noi accompagneremo Diderot a vedere cosa dice la sua enpilo… encimope… insomma, sai a cosa mi riferisco. Torneremo stasera con le novità e daremo sepoltura a questa povera gabbiana>> stabilì Colonnello prima di saltare sul tetto.

Diderot e Segretario lo seguirono. Zorba rimase sul balcone, accanto all'uovo e alla gabbiana morta. Con grande attenzione si sdraiò e si avvicinò l'uovo alla pancia. Si sentiva ridicolo. Pensava a quanto lo avrebbero preso in giro i due gatti rissosi che aveva affrontato al mattino, se per caso l'avessero visto.

Ma una promessa è una promessa, e così, al tepore dei raggi del sole, si addormentò con l'uovo bianco a macchioline azzurre ben stretto contro il suo ventre nero.

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