15

Il pasto che avevano ordinato arrivò, e mentre mangiavano Dwight parlava. «Per me Rich Schoen è stato la chiave di tutto» disse. «Perché ucciderlo? Capisco invece la ragione per cui volevano togliersi Gary dai piedi. Ogni indizio conferma che era un vero mostro, che controllava la sua famiglia e tutti quelli che lavoravano per lui attraverso una sorta di insano carisma a cui ciascuno si era assoggettato. Tutti quelli che lo conoscevano per un verso o per l’altro avrebbero avuto un motivo per ucciderlo, mentre il gruppo che si trova in questo momento a Smart House non conosceva quasi nemmeno Rich Schoen. Ma chi più di tutti aveva un buon motivo per commettere un omicidio? Bruce Elringer. Sembra che Gary gli abbia reso la vita un inferno, ed è talmente indebitato da far apparire il deficit pubblico una cosa di poco conto. La sua ex moglie lo ha spremuto fino all’ultimo centesimo, e da allora la sua situazione economica non ha fatto che peggiorare. Bruce quindi aveva un valido movente. Ora è lui a dominare le donne della famiglia. Insieme controllano le azioni e il capitale della società, e lui se la passa a meraviglia. Ma volete sapere chi altro aveva un valido movente per uccidere Gary? Rich Schoen.»

George si avvicinò piano al tavolo e domandò con una certa esitazione se andava tutto bene. Dwight guardò il piatto come se avesse bisogno di ricordare cosa stava mangiando, poi disse: «Tutto bene, tutto bene.» Charlie annuì. «Tutto bene, peccato che non siano frutti di mare.» Constance rise e tossì contemporaneamente, tanto che dovette bere un po’ di vino per non soffocare.

Dwight guardò prima Constance e poi Charlie con un’espressione confusa, allora Constance gli disse: «Non ci faccia caso. Vada pure avanti.» George sgattaiolò via di nuovo.

«D’accordo. Avete presente il progetto e il sistema informatico di Smart House, no? A sentire loro è una specie di miracolo, e il lavoro di Rich Schoen era terminato. Voleva iniziare a mostrarla al pubblico, essere a capo della fase successiva, incominciare a ricavarci un po’ di soldi. Gary invece voleva interpretare il ruolo dell’inventore geniale o qualcosa del genere. Credo che su questo argomento avessero visioni diametralmente opposte. La situazione economica della società era sempre più disastrosa così Rich e Bruce si sono alleati e hanno deciso di eliminare Gary. Chissà, forse è stata un’idea di Bruce, o forse di Rich, magari uno di questi giorni Bruce ce lo dirà. A ogni modo, servivano due persone per trascinare Gary a forza nella Jacuzzi e tenerlo sott’acqua abbastanza a lungo da annegarlo. Abbiamo cercato dei lividi o altri segni che ci permettessero di stabilire se aveva perso conoscenza, se prima era stato colpito con violenza o drogato. Il tasso alcolico era appena rilevabile, e le nostre indagini non hanno portato a niente. Non è facile tenere un uomo adulto sott’acqua se è cosciente: lotta con una forza inaudita. Penso che Rich e Bruce siano entrati nella vasca dopo essersi tolti gli abiti, trascinandosi dentro Gary per affogarlo. Una volta finito sono usciti dall’acqua, si sono rivestiti, hanno coperto la vasca, acceso il riscaldamento per confondere la situazione e poi se ne sono andati.»

«Mi sembra davvero un’ipotesi impressionante» commentò Charlie quando Dwight ebbe finito. «Non ci avevo pensato.»

«L’ho studiata a lungo» disse Dwight compiaciuto. Mangiò un altro paio di bocconi mentre Charlie e Constance riflettevano sulla sua ricostruzione.

«Ha capito anche in che modo Bruce ha ucciso Rich nell’ascensore?» domandò infine Charlie.

«Sì. Come sapete, c’è stato un gran trambusto nella serra: l’emissione del veleno, parecchie cose andate in frantumi, acqua e terra dappertutto. Non facevo che ripensare a questo fatto, mi chiedevo cosa accidenti significasse. Poi ho visto quei grossi sacchi di plastica che i giardinieri riempiono di corteccia sminuzzata o di terra per le piante dell’atrio. Mi sono reso conto che quel tipo di sacco avrebbe potuto svolgere la stessa funzione di un sacchetto di cellophane, se non meglio. Bruce avrebbe potuto procurarsene uno senza difficoltà. Piegati non occupano molto spazio, e poi nella serra ce ne sono di tre diverse misure. Bruce quindi ha fatto entrare Rich nell’ascensore e gli ha infilato il sacco di plastica in testa. Non ci dovrebbe essere voluto molto tempo» disse solennemente. «La reazione istintiva è di cercare di liberarsi del sacco di plastica e non dell’aggressore. Il sacco però è troppo resistente per rompersi, e persino per lasciarci il segno di un graffio con le unghie. Dopo un paio di minuti la vittima perde i sensi e dopo un altro paio muore. Probabilmente Bruce ha messo in testa a Rich la borsa di rete solo per nascondere i possibili segni rimasti sul viso. In effetti c’erano due minuscole abrasioni su una guancia. A quel punto ha architettato tutta quella messinscena nella serra e si è sbarazzato del sacco di plastica approfittando della confusione.» Dwight tacque, si appoggiò allo schienale della sedia e osservò Charlie.

Charlie finì di cenare immerso nei suoi pensieri, e con una certa sorpresa dovette ammettere di aver trovato tutto eccezionalmente buono. «Non male» disse quasi a malincuore. «Caffè?» Non fu necessario alzare il dito per chiamare George, che il ragazzo comparve subito e cominciò a sparecchiare velocemente la tavola senza dire una parola.

«Tre caffè» disse Charlie con aria assente. «Per favore, porti la caffettiera.»

George parve sorpreso ma si limitò a dire: «Sì signore» e si allontanò di nuovo in fretta. Sembravano passati solo pochi secondi quando ritornò con caffettiera e tazze, versò loro il caffè e si ritirò.

Charlie guardò Dwight e disse: «Ha preso in considerazione praticamente ogni particolare, perché non lo ha arrestato?»

«Quel maledetto tabulato del computer!» esclamò Dwight con rabbia. «Mi hanno raccontato un sacco di storie, tutti quanti. Alexander ci ha mostrato il funzionamento del programma che controllava l’impianto di sicurezza della casa, abbiamo cercato di eluderlo ma non ci siamo riusciti. Ha rilevato ogni spostamento e lo ha registrato, ma nessuno ha detto una sola parola sui computer portatili o sul piccolo ascensore col quale Gary se ne andava in giro senza farsi vedere. Nessuno li ha mai menzionati.»

«Pensa che gli altri fossero disposti a mentire per proteggere Bruce?»

Dwight scosse la testa. «Lo detestano, forse anche più di Gary, ma di sicuro erano disposti a proteggere la società. La cosa non ha funzionato, la società ha continuato a rimanere in una situazione precaria, così hanno deciso di risolvere la questione, anche se questo avrebbe significato addossare ogni colpa a Bruce. Sweetwater a un certo punto doveva averlo capito, essendo un avvocato avrebbe dovuto capirlo subito, ma comunque alla fine c’è arrivato. Forse era anche in possesso delle prove, e ieri sera ha messo Bruce di fronte alle sue responsabilità. Invocare l’infermità di mente, probabilmente sarebbe stata questa la sua strategia difensiva, liberare la società da ogni sospetto e permettere agli altri soci di ritornare a fare soldi, ma ormai Bruce aveva in testa altri programmi, voleva la società per sé. Charlie, quella società vale un sacco di soldi, davvero un sacco di soldi. Parliamo di milioni di dollari.»

Charlie versò a tutti dell’altro caffè.

«Dwight, non può fare un test per vedere se di recente qualcuno ha sparato con un’arma da fuoco?» domandò Constance.

«Lo abbiamo già fatto, ma senza ottenere alcun risultato. Però abbiamo rinvenuto dei guanti da giardinaggio tra i cespugli sotto al balcone, in corrispondenza della finestra di Bruce per l’esattezza. Stiamo eseguendo il test sui guanti. Vuole scommettere che Bruce li indossava quando ha sparato a Sweetwater?»

«Non scommetto mai» rispose Constance. «Questo però complica ulteriormente le cose, non crede? Insomma, o Bruce ha pianificato tutto, ha portato con sé i guanti sapendo che Milton era armato, oppure lo ha colpito con la pietra ed è tornato a cercare i guanti e la pistola, ma questo non ha alcun senso, le pare?»

«Forse Bruce non c’è tutto con la testa» disse lentamente Dwight. «Quantomeno potrebbe essere la sua migliore linea di difesa in un processo. Se gli altri decidono di andare avanti, forniranno una serie di testimonianze a supporto dell’infermità mentale, e lo stesso potrei fare io» aggiunse «perché Bruce è veramente fuori di testa.»

Constance guardò Charlie che inarcò le sopracciglia e scosse la testa. «È possibile» disse. «Io di sicuro non so dare una spiegazione migliore.»

Vi fu un’altra lunga pausa, poi Charlie disse: «Sono prove quanto mai circostanziali. Non penso che riuscirebbe a inchiodarlo per i primi due omicidi, di sicuro non a convincere completamente la giuria.»

«Non ne ho bisogno. Se riuscirò a provare il suo coinvolgimento con la morte di Milton Sweetwater mi riterrò soddisfatto. Sia che si tratti di una condanna per un solo omicidio o per tre resterà comunque fuori circolazione per un bel pezzo.» La voce dell’ispettore perse ogni intonazione, e i suoi lineamenti si indurirono quando aggiunse: «In qualità di testimoni chiave temo che dovrete testimoniare al processo.»

Charlie sospirò. «Pensavo che sarebbe stato un po’ più prodigo di informazioni. Vediamo cos’altro sa del portatile trovato nel vaso?»

«È stato lei a riferirmi che Bruce ha ammesso di conoscere l’esistenza di quegli apparecchi, mentre tutti gli altri continuavano ad affermare di non saperne niente. È stato Bruce a tirare fuori la storia della pistola, e ovviamente era un argomento che gli frullava per la testa già da tempo. E poi il terriccio davanti alla porta della sua camera prima che avesse modo di sporcarsi le scarpe di terra di fronte a un testimone. Prima di andare via potrebbero venirmi in mente ancora a un paio di questioni riguardo ai particolari delle indagini. Domani, per esempio, useremo dei sommozzatori per cercare di individuare quella dannata pistola.»

«E se non la trova?» domandò Constance.

«È là, da qualche parte. Se non nell’acqua allora nel terreno intorno alla casa. Di sicuro non l’ha portata via nessuno. Li tratterremo tutti finché non salterà fuori.»

«La spiaggia è grande» disse Charlie preoccupato, ricordando i cumuli di rami portati dalla corrente, le fessure e le fenditure tra i tronchi, la barriera di scogli all’estremità nord della spiaggia e le piccole insenature che si succedevano una dopo l’altra da entrambe le parti. Charlie scosse la testa. «Non vi invidio, sarà una lunga ricerca.»

«Non penso che dovremo concentrare molto le ricerche sulla spiaggia» disse Dwight con un tono vagamente trionfale. «Ci ho riflettuto, e poi ho fatto perquisire dai ragazzi le camere da letto, perfino i vestiti negli armadi, per vedere se c’era della sabbia. Si sa, per quanto uno faccia attenzione, è impossibile camminare su una spiaggia senza portarsi dietro della sabbia. Anche se si tolgono le scarpe, la sabbia si insinua comunque tra i vestiti. Molti di loro hanno detto di essere scesi alla spiaggia ma Bruce no, e nemmeno Maddie Elringer, anche se non ce la vedo proprio a commettere un omicidio.»

Constance lo guardava con ammirazione. «È stato estremamente accurato nelle sue indagini, sono davvero impressionata. Se la pistola non salta fuori, forse dovrebbe considerare la possibilità che Bruce l’abbia fatta nascondere sulla spiaggia da qualcun altro. Insomma, se è riuscito a persuadere Rich ad aiutarlo a sbarazzarsi di Gary, avrebbe anche potuto convincere qualcun altro a dargli una mano con la pistola, no?»

«Be’» disse Dwight perplesso «considerata l’opinione che tutti hanno di lui, non penso sia probabile.»

Dwight spiegò perché quella teoria non lo convinceva, e Constance lo stette a guardare con uno sguardo rapito. Charlie abbassò la testa e cominciò ad armeggiare con le carte di credito. Un paio di minuti dopo uscirono dal ristorante, Dwight per primo con un’aria soddisfatta, Constance per seconda e Charlie per ultimo. Charlie diede un pizzicotto alla moglie che sobbalzò, senza voltarsi a guardarlo, e George osservò da lontano la scena.


Tornati a Smart House rimasero sulla veranda finché le luci dell’auto di Dwight divennero un indistinto bagliore rosso, poi una macchia rosa nella nebbia e infine svanirono. «La cena è stata ottima» disse Constance.

«Hai imbrogliato quel ragazzo in una maniera ignobile.»

Constance rise sommessamente.

«Non ridacchiare, è stato ignobile.»

«Charlie, ce la stava mettendo tutta per fare colpo su di te e mi ha intenerito. Almeno uno di noi due doveva rimanere colpito. E poi non sto ridacchiando.»

Charlie aprì la porta di casa ed entrarono. «Stavi chiaramente ridacchiando, ti ho sentita. Scommetti che ai piedi della scogliera non troveranno la pistola?»

«Quanto vuoi scommettere e su che cosa?»

«Scommetto esattamente questo, che non la troveranno. Facciamo dieci verdoni.»

«Se facessi scommesse avrei puntato sulla stessa cosa.»

Si trovavano nell’ampio ingresso e udirono la risata animalesca di Bruce provenire da una delle stanze vicine. Charlie scosse la testa, indicò le scale a Constance e salirono in camera loro.

«Dobbiamo leggere tutte quelle scartoffie» disse Charlie con un’aria corrucciata. «Ho dato giusto un’occhiata ai documenti che Milton ci aveva procurato. Approvi il programma per la serata?»

Constance annuì. «Voglio fare una specie di schema con tutti gli orari prima di dimenticare ogni particolare.»

Sgombrarono il tavolo, avvicinarono le sedie e si accomodarono. Charlie incominciò a leggere il materiale che ormai si era accumulato formando una considerevole pila, Constance invece tentò di decifrare i vari appunti presi delle persone riguardo ai loro spostamenti la sera in cui Gary Elringer e Rich Schoen erano morti.

Quando Charlie alzò di nuovo la testa vide Constance fissare il vuoto con il volto leggermente corrucciato. «Cosa c’è?» le chiese.

Fece scorrere verso di lui il foglio su cui stava lavorando. «L’orario» rispose con un sospiro. Dal mio schema emerge ripetutamente il fatto che sono sempre rimasti in gruppo per tutta la sera, ma anche che almeno quattro di loro hanno cercato di chiamare l’ascensore dopo che Maddie era scesa, trovandolo ogni volta occupato o bloccato a qualche piano.

«È una delle domande che mi sono posto anch’io» disse Charlie esaminando lo schema di Constance. «Perché l’ascensore non arrivava quando veniva chiamato?»

«Chissà, forse c’era un fantasma tra loro» mormorò Constance.

Charlie emise un mugolio. «Avrebbe potuto esserci Rich, vivo o morto, o impegnato in una conversazione con il suo assassino. Una sedia o un’anomalia nel computer avrebbero potuto bloccare le porte tenendole aperte. L’ultima ipotesi è che stiano mentendo tutti come pazzi, fornendosi alibi a vicenda.»

«Se però non stanno mentendo, e se sia Gary che Rich sono davvero stati uccisi dopo le undici e un quarto, rimangono solo due veri sospetti nel gruppo. A meno che uno sconosciuto sia riuscito a entrare in casa in qualche modo…» aggiunse lentamente Constance.

«Giusto. Cosa ne pensi del fatto che Harry affermi di aver gettato nell’oceano la pistola ad acqua e Laura asserisca che quella sera Milton ha trovato una pistola ad acqua sul tetto? Cosa diavolo significa? Sta cercando di gettare dei sospetti su Harry?»

Constance parve turbata, poi scosse la testa lentamente. «No, non credo proprio sia così. Quella tra Laura e Harry è una relazione che molte persone non approverebbero, ma in un certo qual modo dipendono l’uno dall’altra. Ognuno dei due cerca di proteggere il compagno, e il loro rapporto è fondato su una reale necessità. Che differenza fa il fatto che Milton abbia trovato la pistola ad acqua di Harry? Oh, be’, in questo caso Harry avrebbe mentito omettendo di essere andato sul tetto quella sera.» Tacque un istante poi domandò nuovamente: «Ma anche se fosse, nella sostanza che differenza fa?»

Charlie si strinse nelle spalle. «Vorrei tanto saperlo. Andiamo a dormire. All’improvviso il fuso della West Coast ha cominciato a farsi sentire, e l’orologio mi dice che è ora di andare a letto.» Si ripresentava continuamente lo stesso problema, pensò con irritazione. Almeno due di loro avevano avuto l’opportunità di commettere un delitto, e probabilmente tutti avevano un movente. Ma come diavolo era riuscito l’assassino a uccidere due uomini forti e vigorosi senza la minima colluttazione?

Constance cominciò a ordinare i fogli, Charlie si alzò e si stirò, tolse il copriletto e lo buttò su una sedia. Stava sbottonandosi la camicia quando Constance sussurrò: «Ecco cos’è!»

«Cos’è cosa?»

Constance scrutava attentamente il letto. «Sapevo che c’era qualcosa di strano nella camera di Milton, oltre a tutti quei soprammobili di rame troppo lucidi. Guarda cos’hai appena fatto.» Constance indicò il copriletto. «È così che si prepara normalmente il letto per la notte. Si toglie il copriletto oppure, se si è particolarmente precisi, lo si piega e poi lo si toglie. Il copriletto di Milton invece era ancora sul letto, abbassato insieme alla coperta e al lenzuolo. Ti ricordi come risaltava il pigiama bianco sul copriletto? Tu come ti prepari per andare a letto?»

Charlie sgranò gli occhi. «Ci rinuncio.»

«La tua vestaglia è ancora nell’armadio, e anche se l’avessi tirata fuori non l’avresti appoggiata ordinatamente sul copriletto perché deve essere tolto per la notte. Forse in inverno, in una casa particolarmente fredda avresti lasciato il copriletto, ma non in questa casa, non in estate, non con una coperta sul letto, altrimenti saresti morto di caldo. E Milton era troppo preciso, troppo ordinato per lasciare il copriletto e la vestaglia sul letto per tutto il giorno. Penso che li avrebbe tirati fuori solo poco prima di indossarli, e non dimenticare che non ha messo la sedia sotto la maniglia né ha tentato di chiudere la porta in qualche maniera. Non deve averne avuto il tempo. L’assassino dev’essere entrato nella sua stanza, oppure Milton dev’essere uscito immediatamente. Non credo che avrebbe preparato il letto per la notte senza togliere il copriletto. Sono convinta che se ne avesse avuto il tempo lo avrebbe piegato accuratamente e lo avrebbe appoggiato sulla sedia. Charlie, è stato qualcun altro a preparare il letto, non Milton.»

«E poi ha cancellato tutte le impronte nella camera. Pensi possa essere stata Laura?»

«Perché avrebbe dovuto? Non sembrava importarle che qualcuno fosse a conoscenza di quello che aveva fatto in passato.»

«Forse Harry per proteggerla? O Beth? La sua stanza è vicina a quella di Milton e ha detto di non aver sentito nulla. Pensi possa essere stata Beth?»

Constance non sapeva dare una risposta. Pochi minuti dopo Charlie la osservò piegare il copriletto del secondo letto gemello e togliere l’ordinato involto così come ogni sera.

Загрузка...