Il reverendo Jakc Billings stava conferendo con Ray MacDonald, che era stato il suo vice direttore nelle public-relations e che da mezza giornata aveva ricevuto l’incarico di dirigere la crociata.
— Non credo che quelle crocifissioni gioveranno alla nostra causa, Ray — disse il reverendo Billings. — Troppo brutali. Direi senz’altro controproducenti. Come ha scritto un giornale di Washington…
— Ne hanno già parlato i giornali? Non credevo che la reazione fosse così subitanea.
— Purtroppo invece c’è stata ed è molto spiacevole — disse il reverendo Billings. — Su quel giornale c’era scritto che la crocifissione è stato un tentativo di cattivo gusto. È saltato fuori che le braccia del giovane erano legate con cinghie alla croce, e non inchiodate. L’articolo aveva nel complesso un tono ironico, però…
— Ma si sono sbagliati — disse MacDonald.
— Perché non hanno adoperato i chiodi?
— No, non alludevo a questo. Anzi, è esatta la versione delle cinghie. I Romani non inchiodavano i crocefissi, ma li legavano.
— Volete venirmi a raccontare che i Vangeli mentono?
— Ma no! Volevo solo dire che abitualmente — ma non sempre, forse — legavano i condannati alla croce, non li inchiodavano. Abbiamo fatto delle ricerche, e…
— Le vostre ricerche non mi interessano — tagliò corto gelidamente Billings. — Quel che m’interessa è che avete dato la possibilità a un giornalista di fare dello spirito ai nostri danni. Ma chiodi o non chiodi, ho idea che tutto quanto fosse sbagliato dal principio. Perché, prima di agire, non ne avete parlato con me?
— Avevate tanto da fare e mi avete dato carta bianca, dicendo che io ho sempre delle idee brillanti e che vi fidavate di me.
— Ero preoccupato per quella telefonata di Steve Wilson — disse Billings. — Mi aveva sconvolto. Sono certo che la Casa Bianca ce l’ha con noi, e Wilson non perderà l’occasione di accusarci di aver voluto far sensazione a tutti i costi. Oggi ha appena accennato alla crociata, ma la prossima volta ci toglierà la pelle.
— Però abbiamo moltissima gente dalla nostra. Basta andare in campagna, nelle cittadine…
— Sì, lo so. La gente semplice, gli ignoranti. Quelli sono tutti dalla nostra, lo so, ma credete che la loro opinione valga qualche cosa? Che abbia del peso? Non tenete conto dell’influenza di molti pastori nelle chiese delle maggiori città? Immaginate cosa dirà il reverendo dottor Angus Windsor alla sua congregazione, ai giornali, al mondo? È stato lui a dare l’avvio a tutto questo, ma non è tipo da organizzare cortei con giovani che si trascinano appresso la croce per le strade e poi si fanno crocifiggere in piazza. Ho svolto per anni il mio ministero con dignità e adesso mi vedo decaduto al livello dei ciarlatani. E devo ringraziare voi per questo…
— Non è la prima volta che ricorriamo a messinscene del genere.
— D’accordo. Ma c’è modo e modo. Un po’ di senso della misura.
— Non vedo che senso della misura ci fosse, quando noleggiavamo aerei per tracciare scritte in cielo, organizzavamo parate e riempivamo le strade di cartelli.
— Quella era pubblicità onesta e legittima — precisò Billings — secondo la grande tradizione americana. Voi avete commesso lo sbaglio di scendere in piazza. Uno sbaglio pericoloso. Ci vogliono degli esperti del genere, come quei ragazzi che vogliono andare nel Miocene. Sono anni che quelli scendono in piazza, si può dire che ci sono nati. Voi, con la partecipazione a due scioperi, come avete potuto pensare di competere con loro?
— D’accordo, d’accordo, ma adesso cosa dobbiamo fare? Abbiamo sbagliato a scendere in piazza, ma cosa possiamo fare per attirare l’attenzione?
Il reverendo Billings fissava il muro con occhi vacui. — Non lo so — disse. — Proprio non lo so. Ma, qualunque cosa facciamo, ormai non credo che possa cambiare la situazione. Mi pare di sentire un rumore sgradevole: è la nostra crociata che finisce nella fogna.