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Sono passati cinque giorni dalla mia ultima annotazione, e sono ancora qui. Il carro da terra era di Noim. Non veniva ad arrestarmi, ma a portarmi in salvo. Con precauzione come se si aspettasse che gli sparassi, strisciò verso la mia capanna chiamando: — Kinnall? Kinnall? — Uscii fuori. Cercò di sorridere, ma era troppo teso per riuscirci.

— Si immaginava che tu fossi da queste parti. Il posto degli uccelli-spada… ancora ti perseguita, eh?

— Che cosa vuoi?

— Le pattuglie di Stirron ti stanno cercando, Kinnall. Hanno trovato le tue tracce sino al Passo di Salla. Sanno che sei nelle Terre Basse Bruciate. Se Stirron ti conoscesse tanto quanto ti conosce il tuo fratello di legame, verrebbe diritto qui con le sue truppe. Invece stanno cercando a Sud, con l’idea che tu voglia andare nelle Terre Basse Bagnate fino al Golfo di Sumar e imbarcarti per Sumara Borthan. Ma prima o poi cominceranno a cercarti anche da questa parte.

— E allora?

— Sarai arrestato. Processato. Condannato. Imprigionato o ucciso. Stirron pensa che tu sia l’uomo più pericoloso di Velada Borthan.

— Lo sono — dissi.

Noim fece un gesto verso la macchina. — Entra. Sgusceremo attraverso i posti di blocco. In qualche modo arriveremo a Salla Occidentale e poi giù sino al Woyn. Il Duca di Sumar ti verrà incontro e ti imbarcherà su qualche nave in partenza. Puoi essere a Sumara Borthan prima del prossimo ciclo lunare.

— Perché mi aiuti, Noim? Perché ti prendi questo disturbo? Ho visto l’odio nei tuoi occhi quando ti ho lasciato.

— Odio? Odio? No, Kinnall, non odio, soltanto dolore. Si è pur sempre il tuo… — fece una pausa. Con uno sforzo, disse: — Io sono il tuo fratello di legame. Ho giurato di prendermi cura di te. Come posso lasciare che Stirron ti dia la caccia come ad una bestia? Vieni, vieni. Ti tirerò fuori di qui sano e salvo.

— No.

— No?

— Ci cattureranno di certo. Stirron se la prenderà con te perché hai aiutato un fuggitivo, ti confischerà le terre, ti toglierà il potere. Non fare un sacrificio inutile per me, Noim.

— Ho attraversato tutte le Terre Basse Bruciate per venirti a prendere. Se pensi che torni indietro senza…

— Non litighiamo — dissi. — Anche se riuscissi a scappare, cosa mi rimarrebbe? Trascorrere la vita nascondendomi nelle giungle di Sumara Borthan, tra gente di cui non conosco la lingua e le cui abitudini mi sono estranee? No. Sono stanco dell’esilio. Lascia che Stirron mi prenda.

Persuadere Noim a lasciarmi qui non fu cosa facile. Rimanemmo sotto il sole infuocato di mezzogiorno per degli eterni minuti, e litigando con veemenza. Egli era ben deciso a porre in atto il suo eroico salvataggio, malgrado fosse quasi sicuro che ci avrebbero catturati. Lo faceva per senso del dovere e non per affetto; vedevo benissimo che mi considerava ancora responsabile della morte di Halum. Non volevo assolutamente avere sulla coscienza anche il suo discredito, e glielo dissi chiaramente: si era comportato in modo molto nobile facendo quel viaggio, ma non potevo andare con lui. Cominciò a cedere soltanto quando gli giurai che avrei almeno cercato di salvarmi. Gli promisi che mi sarei incamminato verso le montagne occidentali invece di rimanere qui, dove Stirron mi avrebbe trovato sicuramente. Se avessi raggiunto Velis o Threish sano e salvo, dissi, l’avrei in qualche modo fatto sapere a Noim perché non dovesse temere ancora della mia sorte. E poi aggiunsi: — C’è una cosa che puoi fare per me. — Tirai fuori dalla capanna il mio manoscritto: un gran mucchio di carta, scarabocchi rossi su ruvide pagine grigiastre. In esso, dissi, avrebbe trovato tutta la storia: me stesso e tutti gli avvenimenti che mi avevano portato alle Terre Basse Bruciate. Gli chiesi di leggerlo e di non giudicarmi finché non l’avesse finito. — Vi troverai cose che ti faranno orrore e disgusto — lo avvertii. — Ma penso che vi troverai anche molte cose che ti apriranno gli occhi e l’anima. Leggilo, Noim. Leggilo attentamente. Ricordati le mie parole. — E gli chiesi un ultimo giuramento, un giuramento sul nostro legame: conservasse al sicuro il mio libro anche se gli fosse venuta la tentazione di distruggerlo. — Queste pagine contengono la mia anima — gli dissi. — Se tu distruggi il libro distruggi me. Se senti di odiare ciò che leggi, nascondi il libro, ma non distruggerlo. Ciò che ti colpisce ora potrebbe non colpirti tra qualche anno. E un giorno può darsi che tu voglia mostrare il mio libro ad altri, per spiegar loro che genere d’uomo fosse il tuo fratello di legame e perché fece le cose che fece. — E perché tu possa cambiar loro come io spero che il mio libro cambi te, aggiunsi in silenzio tra me. Noim giurò. Prese il mucchio di pagine e lo mise nel bagagliaio del suo carro da terra. Ci abbracciammo, mi chiese di nuovo se non volessi partire con lui; di nuovo rifiutai; gli feci promettere ancora una volta che avrebbe letto il mio libro e che l’avrebbe conservato: ancora una volta giurò che l’avrebbe fatto. Poi salì sul carro da terra e si diresse lentamente ad Est.

Io entrai nella capanna. Il posto dove conservavo il manoscritto era vuoto e io sentii improvvisamente un vuoto anche dentro di me, un vuoto simile, credo, a quello che prova una donna che ha portato in seno un bambino per sette interi cicli lunari e poi si trova col ventre di nuovo piatto. Avevo riversato tutto me stesso in quelle pagine. Adesso ero niente e il libro era tutto. L’avrebbe letto, Noim? Pensavo di sì. E l’avrebbe conservato? Molto probabilmente sì, anche se avrebbe forse potuto nasconderlo nell’angolo più scuro della sua casa. L’avrebbe un giorno mostrato ad altri? Questo non lo so. Ma se voi avete letto quello che ho scritto è per la gentilezza di Noim Condorit. E se egli l’ha fatto leggere ad altri, allora vuol dire che dopotutto io ho avuto il sopravvento sulla sua anima, così come spero di averlo sulla vostra.

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