Fulmine mi gettò il giornale sulla scrivania, ancora fresco di inchiostro. In prima pagina, con un titolo a caratteri cubitali, campeggiava il mio articolo.
Rimasi a fissare quelle lettere, senza toccare il giornale. Poi mi avvicinai alla finestra e rimasi lì a guardare fuori. Verso nord scorsi la montagna di sfere, illuminata dai proiettori, che si stagliava netta contro il cielo, in continua crescita. Qualche ora prima si era perduta ogni speranza di salvare i radiocronisti rimasti intrappolati sul tetto del McCandless Building. Non si poteva far altro che aspettare.
Anche Gavin si avvicinò per guardare dalla finestra.
— A Washington pensano di far evacuare la città e di distruggerle con una bomba all’idrogeno. Ci è appena arrivato il dispaccio di agenzia. Attenderanno finché la montagna non cesserà di crescere, poi manderanno un bombardiere.
— A che scopo? — gli dissi. — Ora non potranno più fare danno. Erano un pericolo mortale solo quando ne ignoravamo l’esistenza.
Tornai alla scrivania. Guardai l’orologio da polso, senza ricordare che era ancora rotto. Quello a muro segnava le due e cinque del mattino.
Il capo, che fino ad allora era stato con i cronisti locali, si avvicinò e mi tese la mano. Gli porsi la mia, lui la strinse e vi si attaccò, scrollandomi il braccio con forza e con calore.
— Ottimo lavoro, Parker! — esclamò. — Lo apprezzo!
— Grazie, boss — risposi, ricordandomi che non gli avevo detto nulla di tutto ciò che avevo deciso di dirgli. Però, non mi dispiaceva di non averlo fatto.
— Andiamo a berci un goccetto nel mio ufficio — propose.
Scossi la testa in segno di diniego. Mi diede una pacca sulla spalla e mi lasciò andare.
Scesi di sotto, e mi fermai al tavolo di Joy.
— Andiamo, bella — le dissi. — Dobbiamo ancora concludere una certa questione.
Joy si alzò, aspettando il seguito.
— E vorrei concluderla — dissi — prima che questa notte finisca.
Temevo che si sarebbe offesa. Invece allargò le braccia e me le gettò al collo, davanti a tutti.
Viveste un miliardo di anni, non riuscirete mai a capire le donne.