CAPITOLO DECIMO

L'esplosione sembrò riecheggiare all'infinito per le gallerie e i corridoi. Le lampade a fluorescenza chimica appese ai soffitti e alle pareti non si spensero né si abbassarono, poiché ognuna era indipendente dall'altra.

Una seconda esplosione seguì quasi subito. Veniva dall'ingresso della caverna della Coldstripe, al di là dei laboratori e delle aree abitative.

— Un incidente — urlò Clarity.

Flinx scosse il capo. — Non credo. — Aveva riconosciuto la detonazione di una carica di demolizione, ma non volle allarmarla finché non fosse stato assolutamente certo.

E al tempo stesso si malediceva per essere stato uno sciocco troppo fiducioso. A bordo del Teacher c'erano delle armi e lui le aveva lasciate là, sicuro di poter consegnare Clarity ai suoi colleghi e poi andarsene subito. Si era aspettato ostinazione da parte dei rapitori, ma non una simile rapidità. E la visita all'installazione gli aveva dato un senso di falsa sicurezza che adesso era stato rudemente infranto. Nessuna installazione era impenetrabile. Tse-Mallory sarebbe stato molto deluso di lui. Quel vecchio ce l'aveva messa tutta per inculcare nella testa del suo giovane amico le tattiche e le strategie, oltre che le scienze umane e letterarie.

— La nostra civiltà è fondata sulla legge e la ragione — aveva detto una volta a Flinx, — ma non dimenticare mai che le forze delle tenebre sciamano ai suoi margini, sondando la stabilità, sempre alla ricerca di uno spiraglio. E non sto parlando solo degli AAnn. Temo loro molto meno di quanto non tema la corruzione interna e il decadimento morale di coloro per i quali l'etica è solo un concetto scomodo. Devi sempre stare in guardia da costoro. Si insinuano nella civiltà come un raffreddore maligno e, prima che tu te ne accorga, si è trasformato in polmonite. Può colpire gli individui con la stessa facilità con cui colpisce le istituzioni.

«È per questa ragione che esiste la Chiesa Unita, per fornire guida morale e soccorso a coloro che ne hanno bisogno. Non è perfetta e i cappellani lo sanno.»

Ho bisogno di una pistola, non di persuasione morale, adesso, si disse Flinx, mentre lui e Clarity correvano mano nella mano nel corridoio.

Grida confuse e urla di panico si fondevano con gli ultimi echi delle esplosioni. — I tuoi amici sono tornati a prenderti! — gridò in quel tremendo frastuono.

— Impossibile! Non possono in alcun modo aver superato la barriera di sicurezza portuale.

Pip ronzava accanto al suo padrone, scandagliando con gli occhi il corridoio davanti a loro. — E se fossero entrati da un'altra parte? — le chiese.

— Non c'è nessun'altra parte — insistette lei. — Le migliori navette VTL avrebbero al massimo cinquanta per cento di possibilità di atterrare fuori dalla pista. E le probabilità per un decollo sarebbero ancora minori. In quanto all'installazione, c'è un unico ingresso e hai visto la saracinesca sotto cui abbiamo dovuto passare. Ci vorrebbe un colpo sparato da una nave da guerra per riuscire a penetrarla. Tutti entrano da quell'ingresso.

— Da quando sono qui, non ho sentito parlare d'altro che del sistema di caverne di Longtunnel e di quanto sia esteso. Se riuscissero ad atterrare sani e salvi, non potrebbero riuscire a trovare o ad allargare un'altra entrata? Ci devono essere altre aperture sulla superficie oltre a quella che viene utilizzata come ingresso ufficiale del porto.

— Forse. Sì, immagino che sarebbe possibile. Chiunque ci provasse, dovrebbe arrivare con l'attrezzatura completa da speleologo: funi, luci, tutto quanto. Ci sono pozzi orribili e burroni terrificanti, ma potrebbero anche farcela, se fossero abbastanza determinati.

— O abbastanza fanatici. — Mentre svoltavano un angolo, una terza esplosione, meno forte delle altre due, risuonò in fondo alla galleria. Flinx si arrestò appena in tempo.

La carica seguente esplose proprio davanti a loro, leggermente sulla destra, ma abbastanza vicina per riuscire ad avvertire la vampata di calore e vedere il lampo. Per fortuna, in quel punto il soffitto era stato accuratamente ripulito, altrimenti avrebbero rischiato di venir colpiti da qualche stalattite. La forza dell'esplosione fu però sufficiente a far cadere delle rocce dal soffitto e a buttarli a terra.

— Stai bene? — Mentre aiutava Clarity a rialzarsi, Flinx ebbe una fugace visione di una donna alta e bionda in tuta mimetica che entrava correndo in una stanza la cui porta era stata divelta. Parecchie altre figure, vestite allo stesso modo, ma più piccole di lei, la seguirono. Alcuni sembravano decisamente troppo vecchi per darsi ad attività simili, ma tant'è, il fanatismo non ha età.

Avevano usato le tute per infiltrarsi nell'installazione, ma ora che erano stati scoperti, avevano gettato indietro i cappucci per poter vedere e sentire meglio.

Nel corridoio giacevano due corpi. Uno gemeva e si rotolava sul pavimento, tenendosi stretto il braccio sinistro. Clarity si slanciò verso di lui, ma Flinx la afferrò per trattenerla.

— È Sarah! È ferita!

— Qui non possiamo fare nulla. Sono proprio di fronte a noi. Se ti riprendono, questa volta non potrò più aiutarti. Di lei si occuperà qualcun altro.

Indietreggiò, trascinandola con sé. Oltre ad essere più alto di lei, era anche molto più forte di quanto non apparisse dalla sua corporatura. L'esercizio di restare appeso per le dita per sottrarsi alla polizia e l'allenamento a saltare dalle pareti e dalle finestre sono stati molto utili, si disse.

Una nuova esplosione scaturì dalla stanza che gli assalitori avevano appena attaccato. Enormi vampate di colore giallo guizzarono verso l'alto e si propagarono sul soffitto.

— Oh, Dio — gemette Clarity. — Quello era il laboratorio di microchirurgia! Sarebbero occorsi anni per rimpiazzare anche solo alcune delle apparecchiature che conteneva.

— Faresti meglio a cominciare a preoccuparti della tua pelle. Ci si mette molto di più a rimpiazzare quella — la ammonì severo.

Nella caverna risuonavano colpi di armi da fuoco: lo schiocco delle pistole ad aghi mescolato al sibilo sommesso dei laser. Colpi che perforavano facilmente le pareti di plastica a spruzzo. Il corridoio stava cominciando a riempirsi di fumo, a causa del materiale infiammabile che prendeva fuoco al contatto delle armi che generavano calore.

Si udivano le fiamme divorare l'ossigeno della caverna, mentre altre stanze e laboratori venivano incendiati. Gli attaccanti erano metodici nella loro distruzione. Comunque fossero entrati, Flinx suppose che per prima cosa avessero isolato la Coldstripe dal resto dell'avamposto. Poi avevano cominciato ad aprirsi la strada procedendo a ritroso, distruggendo ogni cosa che incontravano sul loro cammino.

— Perché? — Clarity piangeva mentre Flinx la sorreggeva trascinandola per la galleria. — Perché, perché?

— Il rapimento non era abbastanza — mormorò, mentre con gli occhi controllava ogni porta ed ogni passaggio prima di superarlo. — La tua fuga li ha costretti ad uscire allo scoperto. Me lo hai detto tu che volevano costringervi a chiudere.

— Non così! Non uccidendo e bruciando.

— Probabilmente la considerano una specie di contorta operazione di pulizia. Non credo che siano davvero inclini all'assassinio. È il complesso che vogliono distruggere. Questo però non significa che si fermino a ragionare con chi la pensa diversamente da loro o si mette sulla loro strada.

Lei sollevò di colpo lo sguardo. — Credi che sia possibile che sappiano che sono tornata qui?

— Forse. È chiaro che hanno informazioni migliori di quanto noi tutti credessimo.

Stava diventando difficile vedere attraverso il fumo che andava addensandosi. E in quel momento qualcuno spuntò dalla foschia alla sua destra. Quell'apparizione fu così inaspettata, che per un attimo Flinx non fu sicuro di come reagire.

L'uomo era piccolo e calvo, con folte basette bianche che incorniciavano il volto dalle mascelle prominenti, mentre una notevole pancetta gli spuntava dal tronco. La tuta era evidentemente troppo grande per lui perché gli cadeva floscia e spiegazzata sul petto e sulle cosce, sminuendo l'azione mimetica. Dal viso gli pendeva un respiratore che lo faceva assomigliare ad una sorta di aracnide marino, e la presenza di quell'oggetto indicava che gli assalitori si erano aspettati di avere a che fare con fumo e aria irrespirabile.

L'uomo era sbucato da un corridoio inondato di fumo acre. Anche se il suo aspetto era tutt'altro che pericoloso, tuttavia nei suoi occhi brillava una follia che smentiva quell'apparenza e non c'era nulla di divertente nella pistola ad aghi che teneva stretta con entrambe le mani. Nell'istante in cui vide Flinx e Clarity, cominciò a sollevarla per prendere la mira. Parlò con voce acuta e isterica che non aveva nulla di ridicolo.

— È finita! È tutto finito per voi, ora! Dovrete andarvene da qui: siete finiti. Stiamo mettendo termine a questo sacrilegio per sempre. Questo è solo il primo passo, è solo l'inizio. — Stava ancora agitando la pistola. — Morte a tutti i distruttori dell'ambiente!

Flinx diede una violenta spinta a Clarity e si gettò dalla parte opposta. Un'ago gli sfiorò la spalla, e per un riflesso spontaneo il braccio ebbe un sussulto. Atterrò, rotolando velocemente su se stesso e quando si rialzò vide la bocca dell'arma spostarsi verso di lui.

Il secondo colpo non venne mai sparato. L'uomo stava urlando con quanto fiato aveva in gola quando il veleno di Pip lo colpì dritto negli occhi. Probabilmente non vide affatto il serpente volante. Pip aveva avuto il suo da fare nel fronteggiare il pericolo maggiore che si trovava in fondo al corridoio, ed era arrivata in ritardo ad occuparsi di quell'inattesa apparizione.

L'uomo cadde all'indietro e, lasciando andare la pistola, si portò le mani al viso che stava disintegrandosi. Una nuvoletta di vapore si alzò dalla pelle mentre il veleno gli corrodeva la carne. Anche se non lo sapeva, era già morto. Quando Flinx riuscì a rimettere in piedi Clarity, il loro assalitore giaceva immobile sulla schiena.

Clarity sanguinava dai graffi che si era fatta sulle braccia e sulle gambe quando era caduta a terra. Dopo essersi assicurato di riuscire a stare in piedi senza aiuto, Flinx andò a prendere il respiratore del morto, senza dimenticare di raccogliere anche la pistola ad aghi che gli era caduta di mano. Un paio di cellule di carica erano infilate in due tasche vuote. Una rapida perquisizione della tuta e degli abiti del morto non rivelò nulla che potesse identificare lui o l'organizzazione a cui apparteneva.

Controllando l'arma, Flinx tornò da Clarity. — Chiunque siano, sono molto accurati. Nulla che li possa identificare. Nulla che possa condurre le autorità fino alla loro base operativa. — Lei continuava a fissarlo con sguardo vacuo e Flinx sollevò una mano, come per colpirla. — Clarity! Svegliati!

Istintivamente, lei sollevò entrambe le braccia in un gesto di protezione. Questo bastò a scuoterla dall'intontimento in cui era caduta.

— Mi spiace. Sto… sto bene.

Un laser colpì sibilando il soffitto dietro di loro, aprendo un buco nel fragile calcare. Con un unico movimento fluido, Flinx ruotò la pesante pistola e sparò. Nessuno apparve in mezzo alle volute di fumo, ma nessuno rispose al fuoco.

— Non sono addestrati per questo — borbottò, per rassicurare tanto Clarity quanto se stesso. — Non sono dei soldati. Si affidano alla determinazione e alla sorpresa, cose di cui sono abbondantemente provvisti. Non è una vera operazione militare. Se fossero dei professionisti, a quest'ora saremmo morti o ci avrebbero catturati. — Cercò di vedere attraverso il fumo. — Le guardie della sicurezza debbono aver ingaggiato battaglia.

Le parti superiori della caverna della Coldstripe erano piene di fumo e fiamme. In quelle condizioni, era difficile sia per gli assalitori che per i difensori distinguere gli amici dai nemici. Il sistema di ventilazione funzionava ancora, altrimenti sarebbero già morti soffocati; ma se fossero stati distrutti i ventilatori o i condotti principali, l'aria avrebbe rapidamente potuto farsi irrespirabile. Cercò di non pensare alle possibili tossine aeree che gli attaccanti dovevano aver sparso nell'aria quando avevano fatto saltare i laboratori.

I fanatici erano arrivati provvisti di maschere, ma la gente della Coldstripe non poteva essere altrettanto preparata. Avendo efficacemente distrutto la stazione di ricerca, si chiese Flinx, gli invasori si sarebbero accontentati e si sarebbero fermati? La vittoria poteva essere una potente droga. Potevano anche tentare la conquista dell'intero insediamento.

Forse già in quel momento avevano un piccolo esercito di fanatici che attendeva in orbita, ansioso di seguire le truppe d'assalto per mezzo di una navetta da carico. Se fossero riusciti a prendere il controllo del porto, avrebbero potuto tenere tutti in ostaggio. A quel punto avrebbero addirittura potuto presentare delle richieste al governo, e i notiziari avrebbero dedicato un enorme spazio all'evento.

— C'è un altro modo per arrivare al porto e all'hangar?

Gli occhi di Clarity erano pieni di lacrime a causa del fumo. La ragazza tossicchiò e riuscì a rispondere. — No. Ciascuna società ha il suo complesso. L'unica strada per tornare al porto è quella che abbiamo… che abbiamo fatto per venire qui. Alcuni dei ricercatori universitari si dividono lo spazio per risparmiare, ma tutte le imprese private come la Coldstripe hanno le loro caverne con il loro accesso. Questo per la sicurezza della compagnia. Se riescono ad arrivare all'area del porto…

— È questo quello che mi preoccupa. Almeno adesso sappiamo che c'è più di una strada per arrivare alla superficie. Non si sono aperti la strada con gli esplosivi e se c'è un passaggio naturale che arriva fin qui, può anche essercene un altro che conduce al porto.

— E allora non è stato rilevato — insistette lei, mentre proseguivano a tentoni, cercando di sopravanzare il fumo. — Nemmeno un passaggio in cui strisciare.

Bisognava fare molta attenzione. Sembrava strano che vi fosse così tanto fumo, ma probabilmente il Mylar e le pareti a spruzzo bruciate avevano diffuso elementi chimici irritanti nell'aria.

— Dobbiamo trovare una luce da portare con noi. — Guardò con desiderio le lampade chimiche che illuminavano il corridoio, ma erano tutte saldamente infisse nelle pareti.

— Dobbiamo uscire in qualche modo da questo complesso. Non credo che si prenderanno la briga di venire a cercare proprio te. Almeno non subito: ci sono troppi corpi in giro. Prima dovranno prendere il controllo di quello che hanno conquistato e preparare un piano per cercare di mantenerlo. Poi penseranno alle misure da prendere.

— Non ha importanza, non ha più importanza. — Clarity stava singhiozzando e non a causa del fumo. — Stanno distruggendo tutto! Tutto il lavoro che abbiamo fatto, tutti i campioni, tutte le note… tutto!

— Avevi pensato che si sarebbero fermati a fare una cernita prima di cominciare a distruggere? — disse lui, con un tono che risuonò più rude di quanto realmente intendesse. — La discriminazione richiede un sistema di valori. È molto più semplice condannare e distruggere tutto invece di sprecare tempo a decidere se qualcosa possa essere utile o benefico. Agiscono in base ad un loro privato codice morale, non in base a quello della civiltà. Hai visto l'espressione sul viso di quell'uomo. — Indicò dietro di loro, in direzione dell'uomo che aveva cercato di ucciderli.

— C'è qualcosa di molto più eccitante nel prendere parte ad uno scontro fisico piuttosto che a un dibattito: la gratificazione è immediata. In questo momento staranno pensando di aver conquistato il mondo. Tutto quello che hanno è un minuscolo pezzo di questo pianeta, ma non riusciresti mai a convincerli. Non ora, non in questo momento.

La treccia di Clarity dondolava sull'orecchio sinistro. — Come fai a sapere tutte queste cose della psicologia di massa?

— Ho avuto degli insegnanti che sapevano tutto in proposito. Attenta a dove metti i piedi.

Adesso la ragazza correva più spedita, lasciando che lui la portasse sempre più in profondità, nella sezione della Coldstripe adibita a magazzino. Dopo qualche istante, si trovarono circondati da casse di provviste. I tubi luminosi qui erano più deboli e avevano bisogno di manutenzione. Erano più piccoli e più maneggevoli di quelli che illuminavano l'area di ricerca, ma erano comunque più grossi di quello che lui stava cercando.

Interrogò Clarity, senza però troppe speranze di ottenere informazioni utili. Lei era un ingegnere genetico, non un magazziniere. Cominciarono a cercare nelle varie casse, leggendo le etichette e rimpiangendo di non avere un decodificatore.

Trovarono molto cibo concentrato e si riempirono le tasche. Vicino al fondo dell'enorme magazzino scoprirono parecchie piccole caverne secondarie che erano state sigillate per impedire l'accesso. Un gran numero di contenitori dietro le barriere di protezione erano etichettati come materiale radioattivo, altri invece contenevano semplicemente apparecchiature molto costose. Le barriere che le proteggevano non erano complicate ed erano state progettate per tenere lontani i ladri occasionali. Nessuna era stata eretta pensando ad un professionista.

Flinx frugò in cerca degli attrezzi che aveva usato con tanto successo su Alaspin. È ironico il fatto che le circostanze continuino a richiamarmi dalla pensione, pensò.

Clarity lo osservò forzare le serrature e aprire i cancelli in meno di un minuto. — Dovevi essere molto bravo nel tuo mestiere.

— Lo ero. Poi ho cominciato a crescere e ho rinunciato definitivamente. È duro per un ladro alto di statura passare inosservato. — Spostò di lato il cancello.

Non gli interessavano i costosi apparecchi scientifici ed elettronici. Quello che voleva erano i tubi compatti ad alta densità che illuminavano la caverna magazzino. Erano lunghi mezzo metro e non fu difficile strappare un paio di quei cilindri luminosi dai loro sostegni. Ne passò uno a Clarity e tenne l'altro per sé.

Aveva cercato di prendere i più luminosi. Erano progettati per funzionare a lungo senza bisogno di manutenzione, di batterie o di accumulatori. Fino a quando il tubo restava intatto, avrebbero avuto luce per tutto il tempo necessario.

— E per l'acqua? — Si sentiva meglio ora che avevano cibo e luce. — È probabile che ci voglia un po' prima che la situazione qui si risolva.

— Non c'è bisogno di scorte d'acqua, su Longtunnel. Le caverne ne sono piene. Ricorda che qua sotto ci sono interi fiumi. — Lo guardò incerta. — Che cos'hai in mente, Flinx?

— Aspetteremo. Troveremo un posto lontano, buio e tranquillo dove nessuno spara, e aspetteremo. Tra un paio di giorni torneremo indietro a vedere come vanno le cose. Se il porto resiste ancora, cercheremo di aprirci la strada e arrivarci. Dopo gli scontri vengono i negoziati. Forse per loro la distruzione della Coldstripe sarà sufficiente. Forse tratteranno per ottenere un mezzo sicuro che li trasporti fuori dal pianeta e se ne andranno. Forse.

«Se riescono ad impadronirsi del porto, dovremo trovare un modo per arrivare alla mia navetta. — Stava guardando lontano alle sue spalle. — Sai orientarti nelle caverne che non sono abitate?

— No. Non ho mai avuto motivo di andare oltre il laboratorio più lontano. La speleologia era un hobby per qualcuno dei miei amici, ma non per me.

— Maledizione. Be', non importa, ci arrangeremo.

Tornarono nel magazzino principale, camminando bassi e tenendosi nascosti dietro le casse e gli scatoloni per attraversare la stanza. Alla fine si fermarono di fronte ad una parete a spruzzo. Era un divisorio solo in teoria e non in pratica, sottile come cartone. Un confine color azzurro brillante.

Flinx lo tastò: era flessibile al tatto. — Che cosa c'è là dietro? Senza aspettare la risposta, tirò il chiavistello che teneva chiusa la porta. Questa si aprì verso l'interno e lui infilò la lampada per vedere nell'oscurità. Dall'altra parte del divisorio non c'era luce, né sul pavimento né sulle pareti. Il terreno era sassoso e ruvido.

— Niente — disse lei. — Solo una caverna vuota. Come ovunque su Longtunnel.

— Quanto sono comuni quelle forme di vita pericolose di cui mi hai parlato? Sono tutte innocue come i fotomorfi?

— Non penseresti che un fotomorfo è innocuo, se ti prendesse. È un bene che siano lenti. — Stava cercando di vedere nel buio. — Quasi nulla si avvicina tanto all'installazione: troppa luce e troppo rumore.

— È quello che vogliamo. — C'era soddisfazione nella sua voce. — Buio e vuoto. — Attraversò la porta. — Avanti, che aspetti? — Cercò di vedere attraverso le casse e i cilindri che riempivano la caverna magazzino. Nessuno degli invasori era ancora arrivato fin lì, ma alla fine si sarebbero messi a cercare le ultime sacche di resistenza. Dopo aver controllato quante provviste si erano portati dietro, avrebbero anche potuto cominciare a saccheggiare per trovare rifornimenti. E il magazzino sarebbe stato il luogo giusto da cui cominciare. Per una ragione qualunque avrebbero potuto comparire da un momento all'altro e Flinx non voleva trovarsi nei paraggi quando lo avessero fatto.

Clarity doveva aver pensato la stessa cosa, ma la ragazza continuava a restare immobile. — Non posso — disse alla fine.

— Non puoi? Cosa vuol dire non puoi? Hai paura degli animali pericolosi?

— No, non è quello. — La voce era diventata un sussurro. — È solo che… Flinx, ho paura del buio.

Lui la guardò a bocca aperta. — E sei venuta a lavorare in un posto come Longtunnel?

— Qui non è mai buio — disse in tono di sfida. — Le bioluci restano accese ventiquattr'ore su ventiquattro e ci sono alcune zone dell'installazione che fanno turni continui. Le uniche volte in cui è buio è quando spegni le luci nel tuo alloggio. Ma non è lo stesso tipo di buio che c'è qui. — Fece un cenno in direzione del vuoto che ingoiava la luce al di là del tubo luminoso di Flinx.

— È pieno di cose sconosciute, quaggiù, Flinx. Per ognuna di quelle che abbiamo scoperto, ce ne devono essere cento di cui non sappiamo nulla.

— Allora sei di fronte ad una scelta, no? Quello che non conosci quaggiù contro quello che già conosci là. — Fece un gesto nella direzione da cui erano venuti.

Mentre Clarity restava ancora immobile, esitando, qualcuno gridò lontano in un corridoio laterale. Fu un urlo lungo, acuto, ma non necessariamente femminile. Non il tipo di urlo che qualcuno lancia quando viene colpito da un proiettile. Questo la fece decidere.

— Vengo… ma… ma faresti una cosa per me?

— Che cosa?

— Mi terresti per mano?

Flinx guardò la mano destra che lei gli tendeva e cercò di nascondere il proprio sbalordimento. Clarity era un essere umano maturo e intelligente. Uno scienziato, per tutti gli dèi. La semplice mancanza di luce non era una cosa da temere. Non era minacciosa, non era una presenza fisica e da sola non poteva fare del male. Percepì la paura in lei e capì che era reale.

Non era quello il momento né il luogo per discutere di irragionevoli manchevolezze fisiologiche. Le prese la mano e gentilmente le fece attraversare la soglia, chiudendo poi accuratamente la sottilissima porta alle loro spalle. I due tubi proiettavano un cerchio di luce di una mezza dozzina di metri di diametro, tenendo l'oscurità ad una distanza ragionevole. Flinx non la avvertiva come opprimente. Esisteva e basta.

La prima cosa da fare era penetrare nella caverna tanto quanto bastava perché nessuno, guardando dalla porta da cui erano passati, riuscisse a vedere le loro luci. Dubitava che qualcuno si sarebbe preso il disturbo di controllare, dal momento che la cosa logica da fare per dei fuggiaschi sarebbe stata quella di cercare di raggiungere la salvezza al porto delle navette, ma non voleva correre rischi.

Il pavimento era abbastanza liscio, c'erano solo dei sassolini e della ghiaia. In alcuni punti, l'acqua aveva scavato un sentiero piatto ma scivoloso. Attraversarono un ruscello e Flinx si fermò per bere un sorso dell'acqua fredda e pura della caverna. Mentre si chinava verso il rigagnolo, una manciata di creature bianche e prive di gambe fuggirono in ogni direzione, per sottrarsi alla luce.

Quando udì lo scricchiolio di qualcosa di molto più grosso che si muoveva rapido nell'oscurità, sollevò la luce per guardare. Ma non si vedeva nulla, neppure il minimo movimento tra le stalattiti luccicanti, anche se Flinx percepiva un pulsare di vita tutto intorno, nascosto nell'ombra.

Inoltrandosi sempre di più nella caverna, videro minuscoli puntolini di luce guizzare al di là del raggio delle lampade. Fotomorfi, forse, o qualche altro incredibile tipo di creatura luminescente, probabilmente del tutto nuova per la scienza. Qualunque cosa fossero, la loro luce scompariva quando veniva colpita dalla luminosità molto più intensa dei tubi. Quando li ebbero superati, Flinx si voltò e vide di nuovo i puntolini brillare.

Il terreno abbastanza agevole permise loro di coprire parecchia strada in breve tempo. Per un po' continuarono a udire voci ed esplosioni, poi anche queste svanirono in lontananza.

I fanatici dovevano aver già raggiunto il magazzino, pensò. Lui e Clarity se n'erano andati appena in tempo. Cercò di mettersi nei panni degli assalitori. Se erano furbi, avrebbero messo qualcuno di guardia permanente all'ingresso della caverna magazzino, ma non sapeva quanta scaltrezza attribuire al nemico. Certo erano fanatici come li aveva descritti Clarity. Che fossero arrivati al punto di assalire apertamente una legittima impresa commerciale, per non parlare poi di un intero avamposto del Commonwealth, era una prova della loro devozione alla causa e di quanto fossero disposti a rischiare per essa. Ma questo non voleva dire che agissero secondo logica in ogni situazione.

Si erano allontanati abbastanza dall'installazione per poter prendere fiato senza pericolo, ma Flinx proseguì, per essere più tranquillo. Al prossimo torrentello, così si era ripromesso, si sarebbero fermati e accampati per attendere la fine dell'assalto. Forse per allora tutto sarebbe finito e le autorità portuali avrebbero ripreso il controllo della situazione. Agli attaccanti sarebbe convenuto agire in fretta, nell'improbabile evenienza che ci fosse una forza di pace nelle vicinanze. Ma senza un raggio di comunicazione da spazio profondo, ricordò a se stesso, una nave da guerra avrebbe davvero dovuto essere molto vicina per raccogliere il segnale di soccorso.

Controllò il cronometro. Tecnicamente era notte, ma all'interno delle caverne era sempre e comunque notte. Anche se lui aveva sviluppato la capacità di schiacciare un pisolino in qualunque momento, non credeva che Clarity fosse in grado di fare lo stesso. Quindi, per il suo bene, avrebbe dovuto cercare di mantenere il normale ciclo di ventiquattro ore.

Sarebbe stato bello se avessero avuto il tempo di mettere insieme un equipaggiamento adatto: corde, caschi, lampade a penetrazione a lungo raggio, magari anche una tenda e dei sacchi a pelo. Non che si potesse lamentare: erano fortunati ad essere riusciti a fuggire con cibo e luce. Anche se non aveva paura del buio, non aveva alcun desiderio di avanzare barcollando alla cieca. Sarebbe stato facile perdere l'orientamento e la strada, aggirandosi nelle interminabili caverne fino ad esaurimento della luce e del cibo.

— Resteremo qui qualche giorno — mormorò, riflettendo ad alta voce. — Se non se ne saranno andati e se sembrerà che vogliano fermarsi per un po', ammesso che il porto resista sempre, allora cercheremo un altro sistema. So che tutto questo non ti piace.

— Sei così perspicace — rispose lei, ma il sarcasmo era un po' forzato. — E che altro potresti provare?

— Quando le cose si saranno calmate, io tornerò indietro di nascosto con Pip. Avranno già fatto un'accurata perquisizione dell'installazione e non si aspetteranno sorprese. Se riesco ad individuarne un paio che abbiano approssimativamente la nostra corporatura, cercherò di metterli fuori combattimento in silenzio. Quelle tute mimetiche che indossano hanno dei cappucci. C'è la possibilità che riusciamo a farci passare per qualcuno dei loro e ad arrivare al porto. Ma non voglio tentare, a meno di non esserci costretto. Preferirei prendermela comoda e aspettare. Solo che tu non te la stai prendendo comoda.

— No, direi proprio di no. Pensi davvero che intavoleranno dei negoziati e se ne andranno?

— Dipende da quali sono i loro scopi finali. Se vogliono solo distruggere la Coldstripe, allora lo hanno fatto. Se progettano invece di fermarsi più a lungo…

— Le nostre scorte di cibo si esauriranno. — Clarity continuava a scrutare con gli occhi, come se si aspettasse da un momento all'altro che un frammento di oscurità si animasse, pronta a balzarle addosso. La ricercatrice efficiente e sicura di sé stava lentamente lasciando il posto ad una ragazzina spaventata. Flinx capì che non avrebbe resistito una settimana nelle caverne. E tutto solo per la potenziale mancanza di luce.

— Non dovresti avere paura.

— Lo so! — ribatté furibonda. — È stupido, infantile e irragionevole aver paura del buio. Lo so benissimo. Conosco il termine medico e le cause, ma non me ne importa un accidente, perché se tu non fossi qui, penso che entrerei in stato catatonico. Oppure mi farei prendere dal panico e mi metterei a correre, finché prima o poi andrei a sbattere contro qualcosa o qualcosa verrebbe a sbattere contro di me.

— Be', io sono qui. — Parlò con voce calma. — Quindi stai tranquilla. Riposeremo, mangeremo qualcosa e magari dormiremo anche un po'. Se hai tanta paura, domani allora andrò a fare la ricognizione al porto.

— Tutti i miei amici. — Stava parlando tra sé, ora. — Maxim, Ling, Shorona e Amee…

— Abbiamo visto solo due corpi e non siamo certi che qualcuno sia morto. Tranne quel fanatico ucciso da Pip. Non hanno bisogno di ammazzare gente per fermare le vostre ricerche. È chiaro che sono arrivati equipaggiati per un lavoro di demolizione totale. Se ammazzano troppa gente, sarà molto più difficile per loro riuscire a trattare per andarsene. Potrebbero anche non riuscire a filarsela inosservati usando la strada che hanno fatto per entrare. Forse hanno bisogno di ostaggi. E inoltre, non erano i tuoi amici quelli che stavano rispondendo al fuoco, erano gli uomini della sicurezza.

— Come potevano combattere i miei amici? Non avevano nulla con cui farlo.

— Vedi? Forse sono riusciti a restarne fuori e sono in salvo, in attesa di vedere chi prende il controllo. Tranquilli nelle retrovie.

— Sì. — Sollevò lo sguardo, provando un senso di sollievo, e il suo viso si rischiarò. — Sì, hai ragione, potrebbe essere così. — Il tono era fiducioso. — Forse tutti gli altri stanno davvero bene.

— Quanti uomini non appartenenti alla sicurezza aveva la Coldstripe?

Clarity rifletté un istante. — Circa sessanta, incluso il personale amministrativo.

— Sono un mucchio di ostaggi. Con quel numero di ostaggi si può negoziare efficacemente. Sessanta cadaveri non servono assolutamente a nulla.

— E non hai ancora vent'anni — gli disse stupita. — Quando mai hai dovuto pensare ad ostaggi, negoziati e tecniche di assalto?

— Sono stato costretto a crescere in fretta e in un certo senso ora lo rimpiango. Non ho avuto quella che tutti definiscono un'infanzia normale, il che immagino sia anche giusto, dal momento che non sono normale. Ma lo rimpiango lo stesso.

Un'altra violenta esplosione riecheggiò nelle caverne. Scrap si agitò sulla spalla di Clarity. La tensione emotiva delle ore precedenti si faceva sentire sul giovane minidrago. Adesso non volava quasi più, preferendo restare aggrappato alla spalla della ragazza.

Flinx era sorpreso. — Pensavo che avessero finito con le esplosioni, ma questa doveva essere vicina, visto che l'abbiamo sentita anche da qui. — Dieci minuti più tardi, una seconda esplosione seguì la prima.

— C'è qualcosa che non va. A quest'ora avrebbero dovuto aver finito il lavoro di demolizione. A meno che ci sia una parte della vostra installazione che io non ho mai visto.

Clarity scosse il capo. — Hai visto tutto.

Flinx si morse il labbro inferiore. — Non riesco a immaginare cosa ci sia ancora da far saltare, a meno che non siano impazziti completamente e non stiano distruggendo le scorte. — Si alzò in piedi, afferrando uno dei tubi. — Andrò a dare un'occhiata. Tu aspettami qui.

— Neanche per sogno. — Si alzò in piedi nervosa. — Preferirei essere rimasta mezza morta su quella spiaggia di Alaspin, piuttosto che rimanere da sola qua sotto.

— Va bene. Ma quando saremo vicini, dovremo mascherare la luce dei tubi. Useremo le camicie.

— Come vuoi, ma qui sola non ci resto.

Non riuscirono ad arrivare abbastanza lontano da capire che cosa stava succedendo. Avevano ripercorso metà della strada, quando Flinx notò che il debole chiarore dei tubi attraverso la parete a spruzzo non era visibile. I boati delle esplosioni erano sempre più deboli.

— Dobbiamo aver sbagliato strada.

— No, è quella giusta. Deve essere quella giusta. — Sfiorò una stalagmite dalla forma strana. — Ho cercato di memorizzare dei segni, dei punti precisi. È una delle prime cose che ti insegnano quando si arriva qui, nel caso che si debba deviare da una delle gallerie illuminate.

— Allora non abbiamo fatto abbastanza strada.

Quando fu quasi sicuro che avessero percorso la distanza giusta, si trovarono davanti a una parete di solida roccia. Flinx mosse il tubo avanti e indietro sulla superficie scabra, mentre Pip e Scrap svolazzavano curiosi lì intorno. Vennero raggiunti dall'eco di un'altra esplosione, questa volta molto distante. Era strano, perché invece avrebbe dovuto essere più vicina.

Si chinò per esaminare un punto in cui la roccia frantumata si era ammucchiata contro una lucida stalagmite marrone e bianca. Clarity si inginocchiò e spostò i frammenti di roccia.

— Sembrano proprio delle corna. Non ci sono tracce recenti di crescita e le stalattiti sono ancora umide nei punti in cui si sono staccate dalla volta. — Il suo sguardo si posò sulla parete solida davanti a loro. — Staranno distruggendo tutti i passaggi secondari.

— Non gli basta rovinare il vostro lavoro qui — Flinx si alzò, con espressione cupa. — Stanno cercando di seppellirlo distruggendo corridoi e stanze.

Un leggero tremore si insinuò nella voce di Clarity. — Se stanno facendo saltare tutte le gallerie mentre fuggono, allora siamo intrappolati qui.

— Sono riusciti a scoprire una nuova strada per entrare, noi possiamo trovarne una per uscire.

— Ma loro avevano le attrezzature da speleologi, e il passaggio che hanno trovato è qui da qualche parte. — Indicò la parete solida. — Noi invece abbiamo solo un paio di tubi luminosi e quando si esauriranno…

— Calmati! — ordinò Flinx, e il suo tono ebbe l'effetto voluto, che era quello di impedire che si lasciasse prendere da un attacco isterico. — Devono esserci altre uscite verso la superficie, da qui, altrimenti non avremmo aria per respirare.

— Ci sono probabilmente un centinaio di aperture che arrivano fino in alto — rispose stancamente lei — e la maggior parte di esse hanno meno di un metro di diametro e sono pieni di curve e giravolte. Un essere umano non potrebbe mai passarci… neppure un gatto ci riuscirebbe… ma bastano per far circolare l'aria. Prima che iniziasse la costruzione dell'avamposto, sono state controllate e ricontrollate tutte le possibili entrate alternative. L'unica via praticabile per entrare nel complesso è attraverso l'antico letto del fiume che forma la pista di atterraggio delle navette. — Fece scorrere le mani sulla roccia. Avrebbe potuto essere lì da milioni di anni e non da pochi istanti, per le possibilità che avevano di aprirsi un varco tra le tonnellate di calcare crollato.

— Dobbiamo trovare il modo di attraversarlo — le disse. — Forse qualche grosso masso è caduto in modo da lasciare un'apertura.

Trovarono un punto in cui un'immensa stalattite di tre metri di diametro cadendo aveva formato un basso arco. Pieno di speranza, Flinx strisciò sotto di essa, solo per trovarsi la strada bloccata dai detriti di una seconda parete meno di sei metri più avanti. Non potendo voltarsi, strisciò faticosamente all'indietro finché non si trovò fuori dall'arco e si rimise in piedi.

— Niente da fare. Hanno fatto esplodere più di una carica, qui. — Si spazzolò la polvere dagli abiti, notò il piccolo serpente volante che lo scrutava dalla spalla di Clarity e sorrise. — Pip e Scrap potrebbero farcela ad uscire da uno di quei condotti d'aria di cui hai parlato. Ma non sono animali che possano essere utilizzati per far passare un messaggio e comunque Pip non mi lascerebbe mai nel mio attuale stato d'animo.

— Allora siamo intrappolati. Non ne usciremo mai. Anche se ci fosse un'altra via d'uscita, non la troveremo mai. Non abbiamo l'equipaggiamento adatto.

— Ma abbiamo tempo. Il cibo durerà, se stiamo attenti, e l'acqua non è un problema.

— Non è questo. Non è questo. — Teneva tanto stretto il tubo luminoso che Flinx ebbe paura che si frantumasse tra le dita. — Cosa succederà quando questi cominceranno ad esaurirsi?

— Non si esauriranno finché non avremo trovato una via d'uscita.

— Come fai a saperlo?

— Perché la prima cosa che dobbiamo fare è trovare la strada per uscire. — Guardò oltre la ragazza. — Se stanno facendo crollare lentamente tutto il complesso della Coldstripe, allora la cosa migliore da fare è di girargli intorno arrivando all'area del porto. Se si sono impadroniti di tutto l'avamposto, allora dove andiamo non ha alcuna importanza; ma non possiamo far altro che partire dal presupposto che c'è un rifugio sicuro che ci aspetta alla fine della nostra ricerca. Dobbiamo trovare una strada che ci porti in una delle caverne abitate.

«Non possono essersi portati tante persone per sorvegliare ogni stanza, ogni ambiente. È molto più probabile che abbiano radunato tutti e li tengano sotto sorveglianza in un unico posto. Quando avremo finalmente trovato la strada per arrivare in un'altra parte dell'avamposto, certo non staranno più cercando dei dispersi. — Fece un passo deciso, passandole accanto.

Lei non lo seguì. — Credi che sia così facile? Non sai nulla di caverne e di sistemi di gallerie. Le caverne tanto grandi da contenere una città spesso sono collegate da passaggi tanto stretti che nemmeno un neonato potrebbe passarci attraverso. Continui a ripetere: ancora un pezzetto, ancora un po' più avanti e ce l'avrò fatta, strisciando sul ventre, spingendo con i piedi, aggrappandoti con le unghie, mentre la polvere ti cade negli occhi e tu non puoi toglierla. Arrivi tanto vicino da vedere l'altra caverna sapendo che il soffitto potrebbe abbassarsi ancora e tu rimarresti bloccato, senza poter tornare indietro; allora nessuno potrebbe tirarti fuori e non ti resterebbe altro che restare sdraiato là, cercando di rimpicciolire il tuo scheletro quanto basta per liberarti e…

— Smettila!

Clarity cominciò a piangere, senza preoccuparsi del fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirla, anzi desiderando che qualcuno la sentisse, perché qualunque cosa era preferibile all'essere abbandonati per sempre in quella tremenda oscurità, soli in una caverna che all'improvviso era diventata una tomba potenziale. Meglio essere fatti prigionieri, meglio soffrire tutte le angherie dei carcerieri, che restare intrappolati lì.

— F-Flinx, io non voglio morire quaggiù.

— Non ho preferenze particolari riguardo al posto — replicò freddo lui, — ma ne ho riguardo al momento, e non è adesso. Vieni, stiamo sprecando tempo. Dobbiamo trovare una strada, sia che dobbiamo arrampicarci, strisciare o scivolare per farlo. Deve esserci un'altra uscita.

Cominciarono a seguire la parete, dirigendosi a nord secondo la bussola illuminata di Flinx, una delle cento funzioni di cui il suo cronometro era capace.

La speranza del giovane era di trovare presto un passaggio che portasse all'interno di un'installazione di ricerca di qualche altra compagnia. Ma Clarity aveva ragione: Flinx ne sapeva di più delle distese sconfinate che si trovavano sulla superficie dei mondi che non dei luoghi che si trovavano sottoterra.

Il primo problema fu che il terreno non si mantenne pianeggiante. Per quanti sforzi facessero per tenersi sempre alla stessa profondità, si ritrovarono loro malgrado ad inoltrarsi sempre più in basso. E poi la parete che volevano tenere sulla sinistra non descriveva una curva dolce in direzione del porto, ma si diramava e si divideva, formando nuovi passaggi e piccole caverne e gallerie, finché fu impossibile dire cosa facesse parte della parete da cui erano partiti e che cosa fosse invece una nuova diramazione. Le fenditure più strette potevano condurre alla salvezza, mentre i passaggi più larghi sembravano condurre sempre a qualche parete franata.

Flinx pensò che potevano trovare la strada seguendo le correnti d'aria che arrivavano da ovest, ma tutti quei buchi lunghi centinaia di metri, immettevano aria fresca che proveniva dalla superficie del pianeta. Il risultato era un costante turbinio di aria, inutile perché non indicava alcuna direzione.

La luce brillante emessa dai tubi che avevano con loro non serviva ad attenuare il senso di disorientamento. Flinx non aveva idea dell'ubicazione del porto e conosceva solo la direzione in cui stavano camminando; Clarity, ancora terrorizzata dall'oscurità, era completamente smarrita. Ma continuava a sperare con tutta se stessa e cercava di farsi forza.

— Forse andare verso il basso non è sbagliato — disse cercando di trovare del buono nella loro situazione. — Ci sono altri livelli al di sotto della Coldstripe. Credo che vi sia una grossa area magazzino ubicata sotto il porto. Tutto quello che dobbiamo fare è cercare di non scendere troppo in basso, o rischiamo di passarci sotto, uscendo dall'altra parte.

— La troveremo. O troveremo qualcosa vicino — le disse lui con una sicurezza che non provava.

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