CAPITOLO OTTAVO

Erano in tre e camminavano fianco a fianco sulla parte sinistra del pavimento di plastica che Flinx e Clarity stavano attraversando. Avevano una bocca larga almeno dodici centimetri, con un corpo grande e piatto, color giallo pallido a strisce azzurre, e labbra di un rosa intenso che delimitavano la bocca.

In un primo tempo, pensò che fossero dei grossi insetti che avanzavano muovendosi su minuscole gambe o ciglia, ma quando si avvicinarono, vide che avevano un manto peloso. Erano lunghi mezzo metro e, a parte quelle bocche spalancate e appiattite, che vibravano ad ogni passo, gli unici tratti visibili erano due puntolini neri posti appena sopra e dietro la mandibola. Una volta erano stati probabilmente occhi. Ciascuna delle due dozzine o più di membra con le quali si muovevano era snodata nel mezzo e terminava con una zampa piatta e rotonda. Dalla parte posteriore spuntava una coda glabra lunga parecchi centimetri. Sembravano un trio di ornitorinchi mutanti, privi di muso, a cui fossero state attaccate le gambe di un millepiedi di grossa taglia. Rimanendo a bocca aperta per lo stupore, Flinx li guardò mentre gli ruzzolavano silenziosamente accanto come delle mietitrici in miniatura.

— Galleggianti — spiegò Clarity indicandoli. — Schermiamo tutte le aree di lavoro e di soggiorno. Su Longtunnel ci sono dei pericolosi predatori e certo ce ne saranno altri che non abbiamo ancora incontrato. I galleggianti sono utili così come sono. Siamo riusciti in parte ad addomesticarli.

— Non “galleggiano” molto in alto — osservò lui.

— Non sono stata io a chiamarli così, il responsabile è qualcun altro. Sono trisessuati, ed è per questa ragione che vanno sempre in giro in tre. Li lasciamo scorrazzare dove vogliono.

— Che cosa fanno? Gli aspirapolvere per il pavimento?

— No. — Clarity rise. — Non si nutrono di polvere e rifiuti, se è questo che intendi. Ma questo mondo è vivo, Flinx. Il pavimento e le pareti, l'aria stessa delle caverne è piena di funghi, enzimi e fermenti vitali. Metà dei ricercatori che lavorano qui sono micologi. La maggior parte di quello che è stato finora classificato è benigno, ma non tutto, e ci sono alcune cose che sono assolutamente pericolose. Gli speleologi nelle loro esplorazioni portano delle maschere, nel caso dovessero imbattersi in qualcosa di letale.

«Tra gli organismi benigni e quelli letali, ve ne sono altri che ti farebbero venire immediatamente il raffreddore, o comunque interferirebbero con il tuo sistema respiratorio, se tu li inalassi. Passano la maggior parte del tempo a terra, ma quando qualcuno ci cammina sopra li solleva in aria. Ai galleggianti piacciono molto. Quindi è vero che aspirano, ma non la polvere. Filtrano i prodotti organici che succhiano. Come le balene, ma solo su scala molto più ridotta. Naturalmente mangiano anche gli organismi benigni, non solo quelli letali, ma questo non ha importanza».

Stavano dirigendosi verso un terminale di navette dall'aspetto familiare, tranne per il fatto che erano i primi del genere che Flinx avesse mai visto senza copertura superiore. Gli abitanti di Longtunnel non avevano bisogno di proteggersi dalle intemperie.

— Il complesso della Coldstripe non è lontano — stava dicendo Clarity.

— Non li avvisi che stiamo arrivando o almeno che sei tornata?

Lei fece un sorriso malizioso. — No, sono dei tipi molto prosaici. Scuotiamoli dal torpore con una bella sorpresa.

Salì su uno dei veicoli a quattro posti, seguita da Flinx e batté sulla tastiera la loro destinazione. Immediatamente, il veicolo si alzò di mezzo centimetro sulla rotaia a repulsione magnetica e cominciò ad accelerare.

Mentre percorrevano veloci una galleria irregolare, Flinx notò le pareti lisce e gli stretti marciapiedi di servizio. L'illuminazione era piacevolmente intensa e, a parte le solide pareti di pietra, non c'era altro indizio che si trovassero sottoterra. Avrebbero potuto trovarsi in una qualunque galleria di trasporto sulla Terra o su uno qualunque degli altri mondi industrializzati. Altri veicoli correvano lungo la rotaia parallela, diretti al porto. Alcuni erano piccoli veicoli passeggeri come il loro, altri invece pesanti mezzi di trasporto in miniatura. C'erano rotaie secondarie che conducevano nelle gallerie laterali, ma loro continuarono a percorrere il tunnel principale.

— Hai notato che sono molto colorati?

— Che cosa? — Flinx stava osservando la galleria davanti a loro, che gli rammentava un giro di divertimento che Mamma Mastino gli aveva fatto fare quando era piccolo. Meno attivo, senza ologrammi, ma a modo suo ugualmente affascinante.

— I galleggianti. Gialli e azzurri. Questo perché molte delle forme di vita dipendono ancora dal cibo che scende dalla superficie. Il vento, il caldo e la pioggia rendono quasi impossibile la sopravvivenza della fauna superiore, ma alcune piante ci sono riuscite e hanno attecchito. Sulla superficie non c'è nulla che si nutra di loro. Quindi la materia organica che producono scende attraverso le aperture delle caverne e dei pozzi. C'è un intero ecosistema che dipende dalla zona di transizione tra l'interno e l'esterno. I galleggianti ne fanno parte, per questo sono colorati, mentre la gran parte delle creature che vive nell'immenso sistema di caverne, ha completamente perso ogni pigmentazione. È un'esperienza indimenticabile vedere un goralact, che è un animale di taglia considerevole, grande quasi quanto una mucca. Ma ha sei zampe ed è quasi trasparente. Si può vedere la circolazione del sangue attraverso il corpo, come nei diagrammi dei corsi di fisiologia dei primi anni. Quasi tutte le creature che abbiamo scoperto possiedono occhi, ma non sono che vestigia del passato. I più fortunati sono in grado di distinguere le sagome. La maggioranza si limita a reagire alla luce vivida. Ce n'è persino uno, il fotomorfo, che la sfrutta a suo vantaggio.

— Cosa diavolo è un fotomorfo? — Pip sbatté le ali quando il veicolo si inclinò improvvisamente per affrontare una curva, poi si riadagiò sulla sua spalla.

— Vedrai. — Stava di nuovo sorridendo maliziosa. — Quando uno attaccherà.

Flinx si allarmò. — Attaccherà? Devo tenermi pronto per qualche imprevisto? — Guardò il tunnel di fronte a loro sotto una luce diversa.

— Oh, no. I fotomorfi e i loro simili sono innocui per gli esseri umani. Ma i poveretti non lo sanno, e continuano a provarci. Se ne lasci avvicinare uno potrebbe essere pericoloso, ma sono facilissimi da evitare. Quando attaccano non fanno certo affidamento sulla velocità.

Flinx pensò ai fotomorfi finché il veicolo non si fermò. Clarity lo condusse attraverso una successione di caverne e di passaggi dove tutte le sporgenze erano state eliminate. Udì chiaramente delle voci, ma la cosa non lo sorprese, dal momento che il suono viaggia bene attraverso una caverna. Ebbe brevi visioni di grandi stanze separate dalle altre per mezzo di pareti di fibra a spruzzo. Installando una struttura reticolare e spruzzandoci sopra il colore, dopo che questo si era indurito, si otteneva un divisorio solido, che era la parete più a buon mercato.

Clarity si fermò all'esterno di una porta inserita in una parete color blu sgargiante. La porta conduceva in una stanza occupata da un uomo non molto più vecchio di Clarity. Era alto e con i capelli neri che avevano la tendenza a coprirgli il viso.

— Clarity! — si scostò nervosamente i capelli dalla faccia. — Cristo, dove sei stata? Ci siamo preoccupati tutti da impazzire, e i pezzi grossi hanno continuato a tenere la bocca chiusa sulla faccenda.

— Questo non ha importanza, ora, Jase. Ho parecchie cose da raccontare e devo raccontarle prima a Vandervort, in modo che lei possa prendere le misure necessarie. — Indicò Flinx. — Questo è un mio amico, e lo è anche il serpente volante che ha sulla spalla. E anche quello che c'è sulla mia spalla… è nascosto sotto i capelli, quindi non metterti a cercarlo.

Gli occhi del giovane passarono da Flinx a Pip e poi tornarono a posarsi su Clarity. La sua espressione era di pura gioia. — Diavolo, devo dire a tutti che sei tornata. — Fece per voltarsi, poi esitò. — Ma hai detto che vuoi prima parlare con Vandervort.

— Solo dei dettagli. Puoi dare la notizia a Tangerine, Jimmy e gli altri.

— Bene… sicuro. Ehi, volete entrare? — Si trasse in disparte per fare spazio.

Flinx seguì Clarity nell'ampio laboratorio, mentre Jase balzava verso il più vicino interfono per dare la notizia. — Sembra che abbiano sentito la tua mancanza, proprio come avevi detto tu.

— Probabilmente uno o due progetti si sono fermati del tutto durante la mia assenza. Non mi sto vantando. Le cose stanno proprio così.

Flinx ammirò le apparecchiature modernissime che riempivano tavoli e pareti, le superfici splendenti, le immacolate attrezzature in plexolega. C'erano quattro tecnici al lavoro, due umani e due robot. Tutti sollevarono lo sguardo sui visitatori, agitarono una mano in segno di saluto e tornarono al lavoro.

— Ci sono anche i thranx che lavorano per la Coldstripe?

— Un paio. È molto freddo per loro qui sotto. Se non fosse per il vento, preferirebbero la superficie. Sono loro che curano gran parte della manutenzione delle turbine. L'umidità li aiuta e per natura sono portati ad amare il lavoro sottoterra. Quindi indossano tute termiche. I loro quartieri hanno un tetto e sono sempre riscaldati a vapore. Un buon sistema per ammalarsi: uscire da una caverna ed entrare nella stanza di Marlacyno. Uno sbalzo di venti gradi.

Attraversarono una porta divisoria, poi una seconda, e Flinx si trovò in una stanza piena di sibili, gemiti, ronzii, nessuno dei quali era prodotto elettronicamente.

— Magazzino degli esemplari — lo informò Clarity.

Flinx non riconobbe nessuna delle creature rinchiuse nelle gabbie, tutte legate con cavi traslucidi di varie dimensioni.

— Fibre a base di carbonio — Clarity toccò uno dei cavi quasi invisibili. — Li tengono fermi, ma rilassati, quindi non hanno la sensazione di essere imprigionati. Ecco quello che volevo farti vedere.

Flinx guardò nella direzione indicata e per un attimo una luce intensa lo accecò. La vista gli si schiarì, mentre i puntini luminosi continuavano a balenargli sulla retina. Clarity stava ridacchiando e lui allora si rese conto che la ragazza doveva aver chiuso gli occhi al momento cruciale.

— Quello è il fotomorfo di cui ti ho parlato. Ho detto che avresti visto quando stava per attaccare. Dovrebbero capire che qui dentro c'è già troppa luce perché il lampo da loro emesso possa avere effetto, ma dal momento che sono quasi ciechi, probabilmente non si rendono conto di quanto sia annacquata la loro arma.

Quando finalmente riacquistò del tutto la vista, Flinx poté osservare parecchie di quelle creature che dal fondo della gabbia si avvicinavano alla parte anteriore. Ciascuna era lunga circa mezzo metro, come i galleggianti, ed era ricoperta da una finissima peluria grigia che formava qualcosa di molto simile ad un lungo paio di baffi a manubrio sotto le narici. La proboscide era corta, tozza e fitta di acuminati denti triangolari. Le narici erano sulla punta di un tronco lungo quattro centimetri. Ciascuna delle quattro zampe terminava con un piede a tre dita artigliate. Gli artigli erano uncinati e parevano molto affilati. Le sbarre traslucide della gabbia sembravano troppo fragili per trattenere una creatura così tozza e muscolosa, ma lui era sicuro che fossero più resistenti di quanto pareva.

I fotomorfi avanzavano al rallentatore, come i bradipi.

— Si fermeranno quando arriveranno davanti alle sbarre e capiranno che non possono prenderci. Non hanno occhi. Nel loro caso, si tratta di uno sviluppo offensivo. Ti avevo detto che c'erano dei carnivori, qui.

— Se non ci vedono, come fanno a sapere che siamo qui? Olfatto?

Lei annuì. — Altri carnivori hanno file di sensori elettrici sul viso e sul corpo, in modo da avvertire la presenza della preda tramite gli impulsi generati da ogni corpo. Altri ancora hanno sensori per rilevare il movimento delle prede analizzando le pressioni e le correnti d'aria. Guarda sopra la testa, dove penseresti di trovare le orecchie.

Flinx si alzò sulla punta dei piedi e scoprì una doppia fila di palline di aspetto leggermente vetroso.

— Si potrebbero scambiare per occhi, ma non ci sono né pupille né iridi. Sono dei generatori di luce. Accumulano luce nel corpo fino a lasciarla esplodere con quell'unico lampo che hai visto che acceca la preda. Ricorda che la maggior parte degli animali superiori che abbiamo classificato possiede l'abilità di distinguere la luce nel buio. Così i fotomorfi generano un'incredibile numero di lumen e sovraccaricano i sensori delle prede. Si tratta di un vero e proprio shock cerebrale, che stordisce per parecchi minuti. Si potrebbe chiamare una fototossina. Mentre l'animale è stordito e immobile, il fotomorfo e i suoi compagni si avvicinano a loro piacimento e cominciano a mangiarselo.

Flinx era debitamente impressionato. — Ho sentito parlare di creature che usano la luce per attirare le loro prede, ma mai di specie che la usano per attaccare.

— Rimarresti scosso dal numero di armi offensive e difensive che gli animali possono sviluppare in assenza di luce. Ogni volta che fanno una spedizione, gli xenologi scoprono qualcosa di nuovo. Le forme di vita di Longtunnel sono uniche ed è per questo che siamo qui: per studiare le varietà potenzialmente utili.

Flinx fece un cenno in direzione dei fotomorfi in gabbia. — A che può servire un animale del genere?

— Altri biofoti come le lucciole e alcune specie di pesci che vivono in profondità generano la luce chimicamente; i fotomorfi impiegano un processo elettronico mai visto prima. Per quanto efficienti diventiamo, c'è sempre un mercato per nuovi modi di generare luce ed energia. I nostri non hanno la più pallida idea di come funzionino i fotomorfi, ma ci stanno lavorando.

— E nemmeno tu hai un'idea?

— Non è uno dei miei progetti, io sono già abbastanza occupata. È un bene essere occupati, quaggiù. Non c'è molto altro da fare, tranne che qualche visita speleologica a scopo turistico o intrattenere delle relazioni superficiali. — Lo condusse fuori dallo zoo. — Con un po' più di cibo e meno competizione, praticamente ogni cosa qua sotto si riprodurrebbe a velocità fantastica. Se riesci a trovare un impiego utile per qualcosa che si moltiplica a velocità folle e si nutre di funghi o muffe, allora hai un bioprodotto commerciabile. Hai mai sentito parlare del Verdidion?

Flinx scosse il capo, poi esitò. — Aspetta un attimo: non è una specie di tappeto vivente?

Lei annuì. — Il nostro primo vero successo. Quello che ha finanziato tutto il nostro lavoro seguente qui. Io sono almeno per metà responsabile del suo sviluppo. Questo è accaduto qualche anno fa. Da allora abbiamo sviluppato qualche prodotto addizionale. Poca cosa. Niente di paragonabile al Verdidion. Ma siamo vicini ad alcune scoperte fondamentali. O almeno, lo eravamo prima che il mio lavoro venisse interrotto. Te lo mostrerò appena ne avremo la possibilità.

— Sarà molto interessante.

Erano tornati nel laboratorio principale. Il giovanotto alto li stava aspettando. — Vandervort vuole vederti immediatamente.

— Maledizione. Volevo farle una sorpresa.

— Ti hanno vista arrivare. Tutti vogliono parlarti, ma immagino che tu voglia parlare prima con Vandervort.

— Non ho comunque altra scelta, vero Jase?

— Direi di no. — la sua espressione si fece preoccupata. — C'è stato qualche guaio? Giravano delle voci… la compagnia ha cercato di far passare sotto silenzio la notizia della tua scomparsa, ma qui non si possono mantenere i segreti.

— Non ho tempo per entrare nei particolari, ora, ma se non fosse stato per il mio amico, non sarei qui.

Jase studiò il giovane snello che se ne stava silenzioso accanto a Clarity, valutandolo e poi perdendo rapidamente ogni interesse. Questo andava benissimo a Flinx.

— Mi sono trovato nella posizione di poter essere d'aiuto — spiegò, — e l'ho fatto.

— Già, gentile da parte sua. — Jase riportò lo sguardo su Clarity.

Flinx vide che il giovane era perdutamente innamorato di Clarity Held. Si chiese se Jase avesse idea di quanto la cosa fosse ovvia. Dall'alto della sua nuova grande maturità, Flinx riuscì a guardare l'altro con tolleranza.

— Tutto qui è impazzito quando sei scomparsa. — Jase decise di ignorare Flinx, dopo averlo catalogato e registrato come uno degli abitanti dello zoo di esemplari.

— Immaginavo che sarebbe successo. Ma non preoccuparti, domani torno al lavoro. — Tese un braccio e per un attimo Flinx pensò che volesse prendere la mano del giovane, ma lei invece indicò la porta.

— Andiamo. È ora che facciamo rapporto a Vandervort. Ti piacerà. Piace a tutti.

— Allora sono sicuro che piacerà anche a me.

Invece di usare il sistema di trasporto camminarono, e nel tragitto si imbatterono in alcuni individui che indossavano l'uniforme degli appartenenti alla sicurezza. Quasi tutti portavano armi.

— Sembra che qualcuno abbia preso qualche precauzione all'indomani della tua scomparsa.

— Amee non è stupida. Qualunque gruppo si insospettirebbe se uno dei suoi membri di grado più alto scomparisse senza lasciare un messaggio di dimissioni o un biglietto in cui indica di volersi licenziare. La mia scomparsa non è passata inosservata come avrebbero voluto quelli che mi hanno rapita. Scommetto che ci sono bollettini con segnalazioni di ricerca sparsi per mezzo Commonwealth.

Stavano attraversando un corridoio di cui si vedeva il soffitto. Il pavimento era di lucido calcare e travertino. Fogli di plastica erano appesi un po' dappertutto e si udiva il gocciolio dell'acqua contro il Mylar impermeabile.

Clarity notò la direzione del suo sguardo. — Penso di averti detto che la maggior parte delle caverne esplorate finora è viva.

— Cosa intendi con viva?

— Una caverna dove ancora scorre l'acqua continua a creare e aggiungere nuove formazioni. È una caverna viva. Una che si è prosciugata viene considerata morta.

— Capisco. Avrei dovuto saperlo, ma gran parte dei miei studi era indirizzata all'esterno dei mondi che ho visitato.

Clarity lo guardò incuriosita. — Su quanti mondi sei stato? Io solo su tre. Il mio pianeta natale, Thalia Maggiore, naturalmente Thalia Minore e adesso Longtunnel. Immagino che potrei dire quattro, contando Alaspin.

— Io ne ho visti più di quattro. — Non voleva scendere nei particolari. E comunque, con ogni probabilità lei non gli avrebbe creduto. Invece cambiò argomento, una tattica che aveva imparato a padroneggiare anni prima. — È chiaro che sono tutti sul chi vive. Eppure tu mi sembri più rilassata di quanto ti abbia mai vista.

— Loro non sanno ancora che è finita. Sono stata in ansia fino a quando siamo atterrati, ma adesso tutto è a posto, soprattutto dal momento che è stata chiamata la Sicurezza. Tu hai visto cosa vuol dire atterrare su Longtunnel: c'è un unico porto e un'unica pista di atterraggio. Non ce ne sono altre. Tutto quello che devono fare è tenere sotto controllo il porto e nessuno potrà entrare o uscire senza prima passare dalla Sicurezza. Dovresti rilassarti anche tu.

Mi piacerebbe farlo, disse tra sé, ma credo di aver dimenticati il modo circa cinque anni fa.

Svoltarono un angolo e si fermarono di fronte a una porta inserita in una parete dipinta di giallo. Clarity non suonò il cicalino né si identificò, ma semplicemente entrò. Nessun rilevatore li costrinse a fermarsi, e nessun robosegretario annunciò il loro arrivo.

Adesso che era sul pianeta, capì perché non c'era bisogno di sicurezza interna su Longtunnel. Tutto quello che si doveva fare per impedire gli ingressi non autorizzati era di tenere sotto controllo il porto e la porta principale, perché non c'erano porte posteriori da cui scivolare via inosservati. E questo spiegava anche come i rapitori di Clarity fossero riusciti a portarla fuori. Una volta all'interno, c'era un solo punto di controllo da superare per uscire di nuovo. Potevano esserci guardie di sicurezza di qualche singola compagnia, ma quella era un'altra faccenda, soprattutto se si stava cercando di uscire e non di entrare.

L'ufficio in cui entrarono era spazioso: perché meravigliarsene, dal momento che si trattava di suddividere solo una caverna a proprio piacimento? Quello che lo rendeva interessante erano le formazioni del soffitto. In quella stanza non erano state staccate. Brillanti formazioni di stalattiti, elettiti e spirali di gesso luccicavano sopra l'illuminazione artificiale. Il calcare e l'acqua avevano creato nell'ufficio splendide decorazioni come neppure un architetto professionista avrebbe saputo creare.

Non serviva un impianto di climatizzazione. La temperatura nella stanza era la stessa che nel corridoio: fresca e leggermente umida. Verso sinistra, nella parte posteriore della stanza, l'acqua zampillava da una fessura nella roccia seguendo il ritmo di una sorta di musica e scompariva in un drenaggio inserito nel pavimento.

Una fila di archivi, un divano, dei mobili da ufficio e varie scrivanie spiccavano scure contro quelle formazioni naturali simili a gioielli. La donna che si alzò dietro una delle scrivanie, era molto più piccola di Clarity. I lunghi capelli rossi erano raccolti in una crocchia sulla nuca, attraverso cui passavano tre lunghi e affilati spilloni di cristallo. Il sorriso di benvenuto era caldo e amichevole, la voce profonda e da un angolo della bocca le pendeva una narcosigaretta, che però non le impediva in alcun modo di parlare. Il passo e la stretta di mano erano altrettanto vigorosi.

Flinx l'aveva giudicata sulla cinquantina e fu sinceramente sorpreso quando seppe che aveva settant'anni. Un po' più della mezza età. Invece di stringere la mano a Clarity, la abbracciò battendole con affetto sulla schiena.

— Maxim e la squadra giù alla sezione Sviluppo si sono dati da fare fin dal momento della tua scomparsa.

Clarity corrugò la fronte. — Sono entrati nel mio cubicolo?

— Mia cara, tutti sono entrati nel tuo cubicolo. Cosa ti aspettavi? Ci sono state molte lamentele e grande tensione quando la Sicurezza ha ventilato l'ipotesi che la tua partenza non fosse avvenuta volontariamente. Immagino che parte della responsabilità sia mia: avrei dovuto insistere per una sicurezza maggiore fin dall'inizio. Ma chi poteva immaginare che accadesse una cosa simile? Un rapimento da Longtunnel? Ho ragione, vero, di pensare che si sia trattato di una cosa del genere?

— Infatti.

Vandervort annuì. — Gli indizi erano chiari per gli investigatori. Non per noi, ma per loro il messaggio era chiaro. Be', non succederà più, te lo prometto.

— Mentre venivamo qui abbiamo visto le nuove guardie di Sicurezza.

— Bene. — Si voltò ad osservare Flinx, senza trascurare il minidrago appollaiato sulla sua spalla. — Un animaletto interessante, il suo, giovanotto. Ho notato che anche Clarity ne ha acquisito uno.

— Pip non è un animaletto. La nostra relazione fornisce un reciproco beneficio.

— Come vuole. Questo fa parte del lavoro che facciamo qui, sa. O le è già stato spiegato? — guardò Clarity. — Che cosa gli hai detto di noi?

— Tutto quello che non è riservato. Mi ha salvato la vita. E forse anche la vostra. Non potevo tenerlo all'oscuro.

— Non vedo l'ora di conoscere i particolari — rispose sarcastica. — A proposito, mi chiamo Alynasmolia Vandervort. Tutti mi chiamano Amee. O Momma. Sono il supervisore della Coldstripe per questa installazione.

Flinx restituì la salda stretta di mano. — Avevo immaginato una cosa del genere.

— Sembra che siamo tutti in debito con lei per averci riportato Clarity. Per caso lei non soffre di claustrofobia? Abbiamo delle pillole per quelli che mostrano quei sintomi.

— Sto bene — le rispose. — Al contrario, è molto più spazioso di quanto avrei immaginato.

Con espressione compiaciuta, Vandervort riprese il suo posto dietro la scrivania e indicò due sedie ai visitatori. — Chi è stato? — chiese a Clarity.

Flinx finse indifferenza mentre ascoltava attento la storia di Clarity. Il supervisore sedeva intento e immobile. Non toccò la narcosigaretta, ma quando Clarity giunse al termine, chissà come questa era emigrata da un angolo all'altro della bocca. La donna si appoggiò allo schienale ed emise un grugnito.

— Potrebbe essere uno qualsiasi fra i molti gruppi radicali. Ce ne sono un mucchio, ma in genere si limitano a fare discorsi che nessuno ascolta o ad affittare spazi alla tri-di fra uno spettacolo di varietà e l'altro. — Aveva un particolare modo di parlare a scatti che ben si adattava all'incessante movimento degli occhi da un interlocutore all'altro.

— Il nostro debito con lei, giovanotto, è reale. Sa che Clarity qui è insostituibile.

— Lo so. Me lo ha detto… parecchie volte.

A quella frase, Vandervort rise; un suono secco, ma per nulla mascolino. — Oh, la nostra Clarity non è certo timida. Con tutti i successi che ha già collezionato, non ha bisogno di falsa modestia. Chiunque abbia compiuto questo esecrabile gesto, aveva scelto bene. Clarity è l'unico membro del nostro personale scientifico che non possiamo permetterci di perdere. Ora che sei di nuovo con noi, non ti perderemo d'occhio un istante.

— Non sono preoccupata. Mi sembra che tu abbia preso tutte le precauzioni.

— Certo che l'abbiamo fatto. — Esitò. — Ti sentiresti meglio con una guardia del corpo?

— Ne ho già una. — Clarity tese una mano per accarezzare Scrap al sicuro sotto la sua treccia.

Vandervort emise un altro dei suoi sommessi grugniti e si rivolse a Flinx. — Clarity le ha detto che lavoro facciamo qui?

— Manipolate le forme di vita locali per produrre derivati commerciabili.

Lei annuì. — Da un punto di vista genetico, Longtunnel è una miniera i cui pozzi sono già stati scavati per noi. Non è da molto che ci siamo insediati qui. Abbiamo appena cominciato a classificare e scegliere, produrre e alterare geneticamente. Eppure siamo già riusciti a ottenere parecchi prodotti di successo.

— Clarity ha accennato al vostro Verdidion.

— Quello è stato finora il nostro più grande successo, ma non è l'unico. — Allungò la mano dietro di sé e aprì il cassetto di un armadietto di metallo. Un dolce profumo si sparse per la stanza non appena estrasse un oggetto e lo posò sulla scrivania davanti a loro.

Il basso contenitore di vetro azzurro metallico era pieno di cubi di gelatina: rossi, gialli, purpurei, che non tremolarono quando spinse il vassoio attraverso la scrivania.

— Assaggi. — Flinx studiò incerto i cubetti. — Oh, avanti, ragazzo. — Vandervort scelse una gelatina purpurea, se la mise in bocca e la masticò con entusiasmo.

— Forza, Flinx, sono meravigliosi. — Clarity ne scelse uno rosa.

Assolutamente incapace di starsene seduto a guardare mentre le due donne masticavano allegramente, Flinx scelse un cubetto verde brillante e lo assaggiò con cautela. Si era aspettato un sapore di lime o di more e venne colpito da un'esplosione di gusti diversi. Anche la densità del cubetto fu una sorpresa. Era più consistente della gelatina e sembrava quasi gomma. Ma una volta morsicato, si dissolveva in fretta. Quel sapore multiplo continuò per parecchio a restargli in bocca dopo che ebbe trangugiato l'ultimo pezzetto.

Prese un altro cubetto verde e poi uno rosso. L'esplosione di sapori fu diversa ed eccitante anche la terza volta, proprio come lo era stata le prime due. Mentre stava masticando il quarto cubetto, gli venne in mente che magari stava consumando un prodotto di inestimabile valore, anche se Vandervort non aveva ritirato il vassoio. Al contrario, sembrava contenta che lui li apprezzasse.

— Un prodotto notevole, vero, giovanotto? Quando la gente ha esaurito il suo potere d'acquisto di cianfrusaglie elettroniche, oggetti per risparmiare fatica e opere d'arte, non rimane molto altro con cui gingillarsi, se non il cibo. La sensazione di un nuovo sapore vale molto di più di un potente aggeggio computerizzato. Sia che venga inteso per lo stomaco o la mente, il godimento ha molto più valore di qualunque cosa possano inventare gli ingegneri genetici.

— Che cos'è? — chiese Flinx leccandosi le dita.

— Tanto per cominciare, il suo potere nutritivo è pari al sapore. — Clarity aveva di nuovo quel sorriso orgoglioso. — Sembra che sia pieno di zucchero, ma non è così. In realtà sono quasi tutte proteine solide.

Vandervort fu chiaramente compiaciuta nello spiegarglielo. — È pseudoplasmodium.

Flinx smise di leccarsi le dita. Il sorriso della Vandervort si fece più ampio. — Una specie di mucillagine.

I sapori presero a scomparire rapidamente. — Non la seguo.

— Lo pseudoplasmodium è un aggregato amebico. Si tratta di strane forme di vita. Quando sono raggruppate, si comportano come una singola identità, ma se vengono divise, scrollandole nell'acqua o in un altro liquido, si scompongono in ammassi individuali in grado di sopravvivere. — Fece un gesto verso il vassoio mezzo vuoto. — Non sappiamo ancora come lo chiameranno. Io non mi interesso di pubblicità.

— Sono sicura che li chiameranno Cubi Saporiti o qualcosa del genere — disse Clarity.

— Certo, cara. “Cubi Saporiti dalle miniere di aromi di Longtunnel” o qualche altra frase che possa stuzzicare il palato. — Vandervort aveva un tono quasi amaro. — Di certo non li metteranno sul mercato come mucillagine.

— Immagino che sia producibile a costo ragionevole — mormorò Flinx.

— Più che ragionevole: è un saprofita. Vive sul disfacimento di altre materie organiche. Alcuni sono parassiti. Questi… — indicò di nuovo il vassoio — …si maneggiano facilmente. L'organismo vive di rifiuti e prodotti di scarto. Che cosa vuole di più come fonte alimentare pratica? Un nuovo cibo che ha un ottimo sapore, si presenta bene ed è buono. E tutto quello di cui ha bisogno per crescere è un po' di umidità e dei rifiuti.

— Qui cresce allo stato naturale? — chiese Flinx.

— No, caro, ma qualcosa di molto simile. Abbiamo intensificato il colore, il tasso di crescita e abbiamo manipolato parecchio gli aromi naturali. Tra un paio di mesi saremo pronti a iniziare la produzione su piccola scala. Non proprio qui: questa sarà sempre una stazione di ricerca. Stiamo sistemando un paio di grandi caverne vergini verso ovest. Da principio verrà venduto come cibo di lusso, come il Verdidion. Gradualmente passeremo alla produzione di massa.

Ma a che scopo? Si chiese Flinx guardando il vassoio. Il Commonwealth strabocca di prodotti alimentari che nessuno oserebbe toccare se avesse anche solo sentore delle loro origini. Ecco perché esisteva la pubblicità: per rendere irresistibile ciò che era poco pratico o poco stuzzicante. Se Vandervort glielo avesse permesso, avrebbe vuotato il vassoio.

— Ha nominato qualcuno di nome Maxim. È anche lui un ingegnere genetico?

— No, Max è il nostro micologo capo. Ma non tutto quello su cui lavoriamo qui sono funghi. L'ambiente sotterraneo di Longtunnel pullula di incredibili forme di vita. Non sembrerebbe vero di trovare una simile varietà in grado di sopravvivere al buio. Molti mammiferi o loro parenti stretti.

— Ho visto i galleggianti e i fotomorfi.

Vandervort fece un cenno di approvazione. — Ci sono alcune creature che non è stato ancora deciso come classificare. Lontane parenti delle creature degli abissi della Terra e di Cachalot. I loro antenati vivevano vicino ai soffioni boraciferi. I sulfuri venivano metabolizzati da batteri che vivevano nelle branchie della creatura, oppure tramite organi speciali; i microbi spezzavano i composti dello zolfo ed usavano l'energia risultante per produrre carboidrati, proteine e liquidi.

«Quando gli oceani qui su Longtunnel si ritirarono, mettendo allo scoperto il calcare e creando le caverne, quegli abitatori degli oceani non si estinsero. Invece si trasformarono in creature terrestri che respiravano aria e divennero cibo per altre creature. Molti di loro occupano qui sottoterra la stessa nicchia ecologica occupata dalle piante a base di clorofilla sulla superficie. Ci aspettavamo di trovare una semplice catena alimentare e invece ci siamo imbattuti in qualche cosa di affascinante e complesso. E per coronare l'opera, l'intero ecosistema è particolarmente adatto alle manipolazioni genetiche. — Si appoggiò allo schienale e osservò i suoi ospiti.

— Vedrò di concordare un'adeguata ricompensa per lei, giovanotto.

— Non sarà necessario.

— Non lo è davvero — disse Clarity al suo supervisore. — Non gli mancano i mezzi. Ha un'astronave sua.

L'espressione di Vandervort era imperscrutabile. Flinx notò che le sopracciglia erano state strappate e regolarizzate di recente e poi tinte per accordarsi con il colore dei capelli.

— Una nave tutta sua, dici? Sono impressionata. Ma dobbiamo darle una ricompensa per averci riportato Clarity, giovanotto. Immagino che potremo rivestirle di moquette un paio di stanze sulla sua nave. Sarebbe sorpreso di sapere a quanto si vendono uno o due rotoli del nostro Verdidion in posti come la Terra o New Riviera. Sarebbe un regalo adatto.

— Grazie, ma i pavimenti della mia nave mi piacciono così come sono. Ma se proprio insiste, non mi dispiacerebbe avere qualche vassoio di quelli. — Fece un cenno in direzione dello pseudoplasmodium.

Vandervort ridacchiò, prese il vassoio e lo rimise nell'unità refrigerante nascosta nell'armadietto alle sue spalle. — Come le ho accennato, non siamo ancora giunti allo stadio di produzione. Ma parlerò con il laboratorio e vedrò cosa si può fare. Nutrirla non mi sembra questa gran ricompensa, ma se è quello che le interessa, abbiamo un paio di nuovi bioprodotti alimentari sugli scaffali che potrebbero solleticare le sue papille gustative. Glieli mostrerà Clarity. Tanto, ha già violato quasi tutti i nostri segreti.

— Lui mi ha salvato la vita! — ricordò Clarity al suo supervisore.

— Calma, cara. Stavo solo scherzando. — Fece un sorriso accattivante in direzione di Flinx. Lui sapeva che era molto brava nella parte che si era imposta. Il personaggio della “zia innocua e gentile” era recitato in maniera eccellente. Ma le sensazioni che sentiva emanare da lei indicavano una persona molto più calcolatrice e professionale. Come conoscitore di emozioni, applaudiva sempre ad una prestazione di valore. Lei scambiò il suo sorriso per indifferenza.

— Comunque lei non è interessato ai nostri piccoli segreti industriali, vero giovanotto?

— Io sono uno studente, ma non di queste cose. I segreti li tengo per me. A me interessa la conoscenza per se stessa. Non per ricavarne profitto.

— Che curioso concetto. Be', se va bene per la nostra Clarity, allora va bene anche per me. — Sorrise stringendo fra le dita la narcosigaretta, che nonostante le apparenze non era appiccicata in permanenza al labbro inferiore.

— Lascerò che Clarity eserciti il proprio giudizio. Sotto la sua supervisione potrà fare un giro dell'installazione. È il meno che possiamo fare. Però mi deve garantire che non ha indosso nessun congegno di registrazione. Quanto conta di fermarsi tra noi?

— Non so quanto mi fermerò e non indosso altro che quello che vede — rispose, sapendo perfettamente di essere stato controllato dai rivelatori alla ricerca di strumenti nascosti non appena era uscito dalla navetta.

— Molto bene, allora. Si goda la visita. — Guardando Clarity fece un sorriso completamente diverso. — Pensi che troveremo un alloggio adatto per il nostro giovanotto, mia cara?

— Credo di sì — riuscì a rispondere senza battere ciglio.

Vandervort si era alzata, e quel gesto era un congedo. — Si ricordi, giovanotto, che Clarity ha un contratto inscindibile a lungo termine, qui, ed ora che è di nuovo con noi non ho alcuna intenzione di lasciarla andare, volontariamente o in altro modo.

— Non ho alcuna intenzione di interrompere il mio lavoro qui, Amee.

— Sono lieta di sentirlo, mia cara. Conosco altri incentivi che spingono a viaggiare, oltre il denaro e la gloria, e non sono ancora tanto vecchia da aver dimenticato quanto siano potenti.

Загрузка...