CAPITOLO TREDICESIMO

I sumacrea avevano sviluppato un linguaggio emotivo infinitamente più intricato di quanto avrebbero mai potuto immaginare gli esseri umani e non avevano nulla in contrario a dividerlo con lui. Anzi, la gioia di aver trovato qualcuno tanto simile a loro tra quegli stranieri che erano arrivati dalla superficie, era superata solo dal desiderio di saperne di più su di lui e sul luogo da cui proveniva. Sowelmanu e Clarity furono costretti a restare seduti in silenzio, scambiandosi qualche frase occasionale, mentre Flinx se ne stava immobile ad occhi chiusi, toccando i nativi ad un livello che gli altri due non potevano neppure immaginare.

Ogni tanto parlava, cercando di spiegare quello che provava e quello che stava imparando, ma le parole erano un ben povero sostituto per quella comunicazione emotiva tra anima e anima.

Nello stesso tempo, cercava di capire i sentimenti di Clarity nei suoi confronti. La confessione che le aveva fatto, unita a quello che le aveva raccontato della sua storia, avrebbe giustificato una certa animosità e persino una certa paura nei suoi confronti, ma non percepì nulla di simile. Il suo atteggiamento era ancora amichevole, persino affettuoso, ma rivestito ora da una ben definita ambivalenza che lei si dava molta pena di nascondere quando parlava.

La cosa non infastidiva Flinx. In quel momento, non c'era niente che potesse infastidirlo, avviluppato com'era in quel turbinio di intense emozioni generate dai sumacrea.

Era sorprendente constatare quante cose si potessero comunicare attraverso le emozioni: bastava essere in grado di trasmettere oltre che di percepire. Fame e sete, paura dei fanatici là sopra, ammirazione per i sumacrea e per come si erano adattati al loro mondo privo di luce… non aveva alcuna difficoltà a spiegare o a capire le loro risposte.

Sotto la guida di quelle creature, il suo talento naturale si affinò rapidamente. Consideravano Pip un amico, come il suo padrone, ed anche Scrap, ma erano addolorati e perplessi dalla cecità che affliggeva i loro due compagni. Flinx cercò di spiegare che lui era in grado di capirli chiaramente, ma che i suoi compagni, pur riuscendo a trasmettere in modo crudo le emozioni, non erano in grado di percepirle. Rimasero sconvolti quando raccontò che fra tutti i membri della sua razza, lui era l'unico capace di comunicare tramite emozioni e sensazioni.

Capì che la parola cecità era un termine relativo e la mancanza di vista una materia di indagine storica. “Vista” era un concetto ampio, che comprendeva ogni genere di percezione. Questa poteva essere aumentata o creata da tecniche mediche: trapianti, inserimenti, telecamere miniaturizzate collegate direttamente ai nervi ottici… ognuna di queste cose era fattibile, bastava disporre di sufficiente denaro, ma a dispetto delle abilità tecniche del Commonwealth, Flinx non conosceva un metodo per migliorare la sensibilità emotiva dei thranx e degli umani, un modo per rendere udibile il dialogo profondamente sentito e commovente dei sumacrea.

— Sei sicuro — gli chiese Clarity il giorno seguente, — che stai solo scambiando sensazioni con queste creature? Stai veramente comunicando con loro? Senza parole?

— Ne sono sicuro e sta diventando sempre più facile. Non devi fare altro che imparare a manipolare le sensazioni come faresti con le frasi. Come l'antica scrittura cinese, si scambiano concetti completi invece di usare parole per formare le frasi. Per esempio, invece di dire: “Voglio andare dall'altra parte della caverna”, devi esprimere il tuo desiderio di trovarti in un certo luogo. Se lo fai, escludendo tutto il resto, ti garantisco che un sumacrea si avvicinerà e ti prenderà per mano. Non servirebbe per comunicare concetti scientifici o matematici, ma funziona meglio di quanto tu non creda per trasmettere semplici idee.

— Dal momento che stai diventando tanto abile in questo straordinario metodo di comunicazione… — cominciò Sowelmanu.

— Non ho detto che sono diventato abile. Solo che sto imparando.

— Non sarebbe ora che tu cercassi di proiettare il tuo intenso desiderio di ritornare in superficie? Magari attraverso una strada secondaria, se ne conoscono una.

— Se esiste, scommetto che i sumacrea la conoscono. Abbiamo tempo. Abbiamo ancora cibo, e se loro ci mostrano la strada, non sarà difficile arrampicarci al livello superiore.

Le mandibole del geologo emisero un suono che indicava una blanda derisione mista ad impazienza di secondo livello. — Anche se confesso che sto abituandomi all'oscurità, questo non significa che abbia cominciato ad amarla follemente.

— Più ci fermiamo, e più mi familiarizzo con il metodo di comunicazione dei sumacrea.

— Sei sicuro che sia quella l'unica ragione? — Clarity era seduta vicino a lui nell'oscurità. Flinx sapeva che gli era accanto, perché durante quei giorni passati senza luce, il loro odorato e il loro udito si era fatto più fine. — È ovvio che con questa gente tu condividi qualcosa di unico, qualcosa che Sowel ed io non possiamo capire, ma sia lui che io siamo effettivamente ciechi, come hai detto tu. Non è divertente essere ciechi nella terra di quelli che ci vedono, Flinx.

«Forse tu non hai fretta di tornare al porto. Forse questo genere di relazione emotiva è tutto quello che adesso desideri, ma Sowel ed io abbiamo bisogno di luce e di parole. E abbiamo bisogno di sapere cosa sta succedendo.

— Solo un poco ancora. — Flinx non si era reso conto dell'intensità della sua implorazione, ma i sumacrea sì. — Voi non capite. Io sono perfettamente a mio agio con loro. Queste sono le prime persone che ho incontrato con le quali posso essere completamente me stesso. Non devo stare attento a quello che dico o a come reagisco, non devo stare sempre in guardia. Non posso nascondere nulla a loro, né voglio farlo, proprio come loro non possono nascondere nulla di quello che sentono nei miei riguardi. Questa è la verità, lo so.

— Tu lo sai — replicò Clarity, — ma io e Sowel no! Dobbiamo tornare al porto. Dobbiamo scoprire se l'installazione è riuscita a resistere a quei fanatici o se c'è un modo per aiutarli. Questo dovrebbe essere il nostro primo pensiero. Se tutto è tornato alla normalità e gli assalitori sono stati respinti, allora potrai di nuovo sgusciare qua sotto e… — cercò la parola giusta, — … meditare quanto vuoi.

«La scoperta di indigeni senzienti cambierà naturalmente il modo di condurre le esplorazioni su Longtunnel. Ma non le fermerà. Il nostro lavoro continuerà e ci permetterà di aiutare i sumacrea. Devono subire perdite considerevoli a causa di animali come i piedoni o i lancia-dardi. — Una nota diversa era comparsa nella sua voce mentre parlava con lui.

— Flinx, Sowelmanu ed io rischiamo di impazzire quaggiù, mentre tu te ne stai seduto a scambiare emozioni con i tuoi amici indigeni. Se i miei sentimenti contano qualcosa per te, e io so che puoi percepirli, allora ti prego, aiutaci a trovare la strada per tornare al porto; abbiamo delle responsabilità verso i nostri amici e colleghi.

— Non io — le rispose con sincerità.

Le emozioni dei sumacrea lo avvolsero come una calda ondata, precisa, sottile, complessa come qualunque linguaggio parlato; sentimenti d'amore, sensazione di appetito o di sete, di affetti e legami familiari. Curiosità e confusione, allegria e tristezza, ammirazione e delusione non avevano bisogno di spiegazioni o elaborazioni per essere compresi. Poteva ascoltarli contemporaneamente o abbassare il volume di fondo e concentrarsi su di un unico individuo, che gli avrebbe risposto nello stesso modo. Non c'era esitazione o artificio, nessuna menzogna, perché sarebbe stata scoperta all'istante. Nessun furto, perché il marchio di colpa del ladro lo avrebbe marchiato con la stessa vivezza di un palo luminoso nell'oscurità. Niente invidia dell'aspetto esteriore, perché non c'era nulla da vedere. Nel mondo dei sumacrea, nessuno appariva bello. Importava solo ciò che si sentiva.

Era strano che una società di ciechi potesse essere più pacifica e soddisfatta di un'altra i cui appartenenti sono dotati di vista. I sumacrea avevano un atteggiamento calmo e rilassato. C'era molto da imparare, studiandoli e vivendo con loro, e di tutto il genere umanx, lui era il solo in possesso delle facoltà per farlo. Molti antichi filosofi umani avevano immaginato società dove gli individui vivevano in perfetta armonia con il mondo della natura, ma da quel che ricordava Flinx, nessuno di loro aveva postulato la cecità come presupposto per la riuscita di una simile organizzazione sociale. E naturalmente non avevano mai neppure immaginato qualcosa che assomigliasse alla telepatia empatica.

Se non fosse stato per Clarity e Sowelmanu, non avrebbe esitato a restare, lavorando e studiando nell'oscurità, scambiando con loro idee e concetti completi senza pronunciare una parola. E avrebbe avuto un'altra compagna in Pip. Ma i suoi amici sarebbero impazziti, incapaci com'erano di condividere i discorsi dei sumacrea, impazienti com'erano di sapere cosa stesse accadendo ai loro amici rimasti nell'avamposto. E i suoi racconti e le sue rivelazioni non avrebbero potuto appagare la loro ansia.

Maledizione! pensò tra sé. Aveva giurato di non lasciarsi coinvolgere negli affari degli altri e di starsene in disparte, ma era un giuramento continuamente infranto: salvando Clarity, si era lasciato coinvolgere nella sua vita. Aiutando Sowelmanu, aveva fatto la stessa cosa. E adesso aveva la responsabilità di entrambi. Per quanto ci provasse, per quanto ce la mettesse tutta, sembrava che finisse sempre con il trovarsi legato al destino di gente che non aveva mai incontrato prima.

Forse i difensori del porto erano riusciti ad aver ragione di quei fanatici privi di addestramento militare. O magari avevano raggiunto una tregua, permettendo loro di andarsene. Clarity aveva ragione. Potevano non esserci più rischi a tornare all'avamposto. In caso contrario, avrebbero potuto nascondersi nel magazzino principale, come avevano pensato fin dall'inizio. E se gli attaccanti avevano vinto, allora i Sumacrea sarebbero stati pronti ad accoglierli di nuovo. In quel caso, si disse, né Sowelmanu né Clarity si sarebbero opposti.

I suoi compagni desideravano vedere luce, parlare ad altri umani e quel desiderio superava la paura di poter essere catturati. Clarity aveva più di una ragione per voler stare alla larga dai fanatici, ma se aveva tanto desiderio di tornare, allora lui doveva almeno permetterle di rendersi conto di cosa stesse succedendo. Era riuscita a controllarsi benissimo da quando avevano rotto il tubo di luce, ma lui avvertiva la tensione ed il terrore costante. E poiché non era in grado come lui di percepire, non traeva alcun beneficio o rassicurazione dalla presenza dei Sumacrea. Per lei non erano una fonte di amicizia e di calma. Erano solo forme invisibili che fischiavano e grugnivano.

— Gli parlerò della necessità di riportarci indietro. No, non è esatto. Penso che dovrei dire che li sentirò in merito. Cercherò di spiegargli che cosa sta succedendo all'avamposto, qual è la nostra posizione nella faccenda e perché dobbiamo tornare.

«A proposito, sanno della superficie. Hanno delle leggende che ne parlano, racconti di individui coraggiosi che hanno raggiunto la selvaggia e immensa caverna che si trova sopra il mondo vero. Indossavano maschere per proteggersi dalla luce, per quanto fosse debole perché filtrata attraverso la perenne coltre di nubi.

Una mano gli si posò incerta sulla spalla e percorse il suo braccio finché Clarity gli strinse le dita tra le sue. Il sollievo per la sua decisione, traspariva non solo dalle parole ma anche dalle sue emozioni.

— Grazie, Flinx. Non ce l'avrei davvero fatta ancora per molto. Ho cercato disperatamente di non dire nulla.

— Non avevi bisogno di dire nulla — le rispose e subito si sentì imbarazzato per averle ricordato che non godeva di privacy emotiva. — Adesso parlerò con loro e gli dirò quello che vogliamo. Quello che dobbiamo fare.

Non c'erano Sumacrea vicini, ma chiamarli fu facile. Dovette solo proiettare il desiderio di avere compagnia, e aggiungere la sua firma emotiva. Anche Clarity e Sowelmanu possedevano un'impronta emotiva, ma potevano usarla solo involontariamente e senza esercitare un controllo conscio. Un attimo più tardi, si udirono parecchi nativi muoversi nel buio verso di loro.

Sentì i suoi compagni che si voltavano verso i nuovi arrivati e sorrise tra sé. Potevano anche non possedere il suo talento, ma l'udito e l'odorato lo compensavano in qualche modo. Non erano ciechi e inermi come pensavano.

— Tenete presente — ricordò ai suoi compagni, — che prima di tutto potrebbero non acconsentire a farci da guida e in secondo luogo che potrebbe anche non esserci un modo per raggiungere l'avamposto. — C'erano un sacco di altri motivi per essere pessimisti, ma li tenne per sé. I sentimenti di speranza di Clarity erano troppo forti perché lui desiderasse smorzarli con la realtà.

Le emozioni si propagavano bene nelle caverne. Si chiese se i sumacrea sarebbero stati sopraffatti come accadeva a lui ogni volta che il suo talento funzionava a piena potenza in una grande città, circondato da migliaia di persone che proiettavano emozioni e sentimenti. Qui almeno era facile identificare i singoli individui, trasmettere con precisione.

Era strano avere uno scambio emotivo così profondo con persone su cui non aveva mai posato lo sguardo e che forse non avrebbe mai visto. Aveva imparato a pensarli per nome, almeno quelli con cui aveva parlato di più. I nomi gli erano stati suggeriti dalla firma emotiva. C'era Piagnone, che stranamente era il meno emotivo della tribù e il suo amico Pesante, e Pensiero Grave.

Essi assorbirono le sensazioni che lui trasmise e rifletterono.

Come si era aspettato, lo scambio non filò liscio. I sumacrea erano convinti che se si avvicinavano troppo alla Caverna Esterna, non sarebbero più riusciti a trovare la strada del ritorno. Era una regione priva di sensazioni e li spaventava. Flinx discusse pazientemente, con Pip appoggiata tranquilla sulle spalle, sapendo che le sue emozioni trasparivano pure, limpide e inequivocabili. I sumacrea si calmarono e acconsentirono ad aiutarli.

Pensiero Grave e Pesante conoscevano la strada che portava alla Caverna Esterna, dalla quale negli ultimi tempi avevano sentito provenire strane sensazioni ed emozioni, sentimenti, che ora erano in grado di comprendere dopo aver conosciuto Flinx e i suoi compagni. Era chiaro che là sopra c'erano altre creature come loro, intelligenti, pensanti.

Non c'erano bagagli da fare. Il cibo lo avrebbero trovato lungo il cammino. La strada da percorrere non era lunga, ma complicata.

Quando arrivò il momento di partire, ci fu un grande scambio di tocchi e di forti emozioni. Per la prima volta i sumacrea dimostrarono fino a che punto arrivasse la loro fiducia, lasciando che i cuccioli si avvicinassero: piccole creature pelose dalle gambe corte, che fischiavano ed emettevano acuti suoni molto di frequente, mentre accarezzavano con cautela gli enormi corpi dei visitatori della Caverna Esterna.

Quando l'ultimo addio fu trasmesso, Pesante si mise alla testa, dietro di lui Sowelmanu, poi Flinx e Clarity e Pensiero Grave alla retroguardia.

Scrap si agitava nervoso contro la treccia di Clarity, riflettendo la sua paura, ora che si lasciavano alle spalle quella parte della caverna che era divenuta familiare. Anche Flinx avvertiva la tensione e spesso toglieva la mano dalla spalla di lei, per abbracciarla alla vita. Questo confondeva le emozioni della ragazza, aiutandola a sommergere la paura in altri pensieri e sensazioni. Non poteva voltarsi per togliere la mano, perché non lo vedeva e perché così facendo avrebbe perso contatto con Sowelmanu, per cui doveva accontentarsi di fare dei commenti, che l'aiutavano a distogliere la mente dalla loro situazione.

— Spero che questa gente sappia percepire la strada con la stessa efficienza con cui percepisce le emozioni — disse Sowelmanu per fare conversazione. — Non mi piacerebbe inciampare in un'altro di quegli scoli pluviali che ci ha inghiottiti, o finire dentro qualche altro buco meno innocuo.

— Questo è il loro mondo Sowel — ricordò Flinx al geologo. — Sanno dove si trovano e dove stanno andando. Non potremmo perderci neppure se volessimo. Loro non farebbero altro che seguire nell'oscurità le nostre proiezioni emotive.

— Stiamo salendo. — Per la prima volta da giorni, nella voce di Clarity c'era una nota di speranza. — Conoscono davvero la strada.

— Non siamo ancora arrivati, giovane donna. — la cautela faceva parte della natura dei thranx. — Trattieni l'entusiasmo.

— Meno rumore facciamo e meglio è — disse Flinx bisbigliando. — Potrebbero esserci in ascolto altri orecchi sensibili come quelle dei sumacrea, ma con intenzioni meno benevole nei nostri confronti.

Clarity abbassò la voce, ma non riuscì a reprimere l'eccitazione. Più in alto salivano e più si avvicinavano alla luce e al momento in cui avrebbero di nuovo potuto vedere.

Ricordando la descrizione che Sowelmanu gli aveva fatto dell'ubicazione del magazzino, Flinx cercò di spiegare alle loro guide che era necessario entrare nel mondo della caverna Esterna da un punto ben preciso. Quando ebbe finito, non fu però in grado di dire se fosse riuscito a comunicare il concetto. Un conto era esprimere quello che si provava riguardo a qualcosa, e un conto era cercare di comunicare dei dettagli precisi. Dopo tutto, un'ubicazione non è un sentimento. Si percepiva meglio la felicità di trovarsi in un posto o l'infelicità di trovarsi in un altro, ma proiettare la sensazione di un punto preciso era difficile, anche se il linguaggio emotivo era altamente sofisticato.

Dopo aver continuato a salire per un po', il sentiero tornò in piano. Lo percorsero finché Sowelmanu, ancora sofferente, si lamentò di essere esausto. Quell'andatura a cinque gambe non era certo comoda.

Si riposarono per parecchie ore, poi ripresero a salire. Poi fu la volta di Pesante ad imporre l'alt. Sowelmanu e Clarity, che non erano in grado di percepire quello che diceva, andarono a sbattergli addosso.

— Che cosa c'è? — chiese la ragazza a Flinx.

Lui stava cercando di sentire con chiarezza. — Un avvertimento. Incertezza. Confusione e dolore.

— Vuoi dire che si è fatto male?

— No, è un dolore emotivo. Qualcosa lo disturba. Tu e Sowel state fermi. Io vado a vedere di che si tratta.

Procedendo a tastoni e mettendo con cautela un piede davanti all'altro, si allontanò dai compagni. Se avessero corso qualche pericolo immediato, Pesante lo avrebbe avvertito di stare indietro. Questo però non significava che non potesse esserci uno strapiombo di mille metri alla sua sinistra o alla sua destra. A volte, l'assenza di luce poteva essere una benedizione, invece che una maledizione: un pericolo che non si vede, non esiste.

Toccò Pesante, che si fece da parte. Con prudenza, Flinx tastò il terreno davanti a sé, finché il suo piede non incontrò qualcosa di morbido. Si fermò di colpo.

Usando i piedi, tastò tutto intorno al corpo, fino a descrivere un circolo completo. In un primo momento aveva pensato che si trattasse di un unico corpo molto grande, ma ad un'ispezione tattile si accorse che erano due.

— Che cos'è? — chiese Clarity dall'oscurità dietro di lui. Anche se era a meno di due metri di distanza, non aveva idea di cosa stesse succedendo.

— Esseri umani, morti tutti e due. E da un po'. Due maschi, entrambi armati.

— I fanatici? O il personale di Sicurezza del porto?

— Non lo so. — Si chinò, tastando con le mani in mancanza della luce. — Credo che uno porti un casco con una lampada. L'altro ha uno strano aggeggio a tracolla, potrebbe essere una lampada.

— Allora provale, vedi se funzionano!

— Che cosa credi che stia facendo? — rispose irritato. Qualche istante più tardi si raddrizzò. — Niente da fare. Non succede niente.

— Se sono morti qui — disse pensoso Sowelmanu, — devono averlo fatto con le luci accese. Forse portavano delle cellule di ricambio. Ti aiuterò a cercare.

— Anch'io. — Clarity andò a sbattere contro Sowelmanu che mormorò una gentile imprecazione, tipicamente thranx. Dopo di che, si costrinsero a frugare metodicamente le tasche dei due cadaveri.

— Credo di aver trovato qualcosa. — Clarity passò a Flinx il piccolo cilindro.

— Forse. E forse anche questa è una vecchia cellula scarica.

— In questo momento, preferisco l'ottimismo al pessimismo, amico mio. — Il tono di Sowelmanu trasudava aspettativa di primo grado. — Prova.

— Vedrò se riesco ad inserirlo nella luce a tracolla, dovrebbe essere la più facile da aprire. E non mettetemi fretta. Sarebbe veramente un bello scherzo se l'eccitazione me la facesse cadere e rotolare in un crepaccio.

Ci volle circa un'ora per compiere quel lavoro, cosa che in condizioni di luce normale avrebbe richiesto pochi secondi. Flinx voleva essere sicuro della posizione e dei contatti. Solo quando fu assolutamente certo di averla inserita correttamente, slacciò il tubo dalle cinghie che la tenevano legata al corpo senza volto.

— Che cosa stai aspettando? — lo incitò Clarity. — Prova l'interruttore.

— Non subito. Devo prima fare una cosa.

Concentrandosi come gli era stato insegnato, immaginò un tremendo scoppio di calore, producendo un'immagine che aveva mille volte la luminosità di un fotomorfo. Era un po' eccessiva, ma meglio non correre rischi. Un raggio incandescente come una batteria ad alto voltaggio, poteva produrre danni gravissimi e permanenti ai sensibili e deboli organi visivi dei sumacrea. Pesante e Pensiero Grave capirono e si assicurarono di trovarsi rivolti verso di lui, con gli occhi che guardavano dietro e ben nascosti in mezzo alla protezione della pelliccia.

Era tanto preoccupato di proteggere le loro guide, che dimenticò di avvertire i suoi compagni. E dimenticò lui pure di prepararsi. Il risultato fu che tutti e tre lanciarono un grido di dolore quando la luce si accese. Avevano passato tanti giorni al buio, che il raggio di luce li colpì con la stessa intensità dolorosa che avrebbe avuto per i sumacrea. Anche Pip e Scrap subirono la stessa sorte.

Pesante e Pensiero Grave si ritrassero dietro un cumulo di calcare, sollevando le mani sulla nuca per proteggere gli occhi. Ma pure dietro pietra, pelo e mani, la luce era ancora troppo forte per i sumacrea. Flinx avvertì le grida mentali, intense come grida vere e si affrettò a spegnere la luce.

— Perché l'hai fatto? — chiese Clarity ad alta voce. — Perché l'hai spenta? E se adesso non si accende più? E se…

— Calmati. Funziona perfettamente, era solo scarica. La luce era troppo per i nostri amici, li feriva. Li ferisce anche se si nascondono. Abbiamo ancora bisogno di loro perché ci accompagnino alla caverna magazzino. Il fatto che abbiamo una luce per illuminare la strada, non significa che siamo capaci di trovare la strada giusta. Quando avevamo i due tubi, non abbiamo fatto che girare in tondo.

— Dobbiamo avere la luce. — Clarity era irremovibile. — Non me ne andrò in giro inciampando quando abbiamo una luce perfettamente funzionante.

— Un suggerimento. — Entrambi si volsero al buio verso Sowelmanu. — Utilizziamo gli abiti di questi sfortunati umani per schermare e abbassare la luce ad un livello tollerabile per i sumacrea. Essi hanno osservato gli scivolatori, i fotomorfi e i loro parenti, quindi sono in grado di sopportare un'illuminazione sia pur minima. Per seguirli la luce non ci serve, ma sarebbe bello riuscire a vedere dove mettiamo i piedi.

Flinx ci pensò sopra. — Non è una cattiva idea. Cercherò di spiegarlo a Pesante e Pensiero Grave. Poi proveremo.

Fu mentre toglieva la camicia dal primo corpo che credette di sentire qualcosa che si muoveva leggermente sotto lo strato dell'armatura flessibile. La plastica speciale era in grado di fermare il proiettile di una pistola ad aghi, ma non un laser. Era evidente che non era riuscito a fermare qualcosa di meno sofisticato ma molto più sinistro. Gli ricordava qualcosa…

— Indietro! — gridò alzandosi in fretta. — Tutti indietro!

— Che cosa succede? — Udì Clarity e Sowelmanu che indietreggiavano senza discutere.

— Ho sentito muoversi qualcosa. — Pip era avvolta strettamente intorno al suo collo, e Flinx fu costretto ad allentare le spire con le mani per parlare senza soffocare. — Sotto la camicia, sotto l'armatura. Mi è sembrata famigliare.

— Non capisco — disse preoccupato il geologo.

— Dammi un minuto per pensare.

Ancora una volta, avvertì Pesante e Pensiero Grave di mettersi al riparo. Questa volta si coprirono meglio, visto che ormai sapevano cosa aspettarsi. Solo quando fu certo che erano al coperto e che i suoi compagni erano preparati, Flinx riaccese il raggio luminoso.

Gradualmente, dolorosamente, i loro occhi si abituarono a quel livello luminoso che era in realtà molto basso, ma che per occhi rimasti privi di luce per molto tempo, sembrava il bagliore di mille soli che splendessero contemporaneamente. Quando finalmente gli occhi smisero di lacrimare e riuscirono a vedere, Flinx diresse il raggio sull'uomo morto.

La sua uniforme indicava che si trattava di un membro della sicurezza del porto delle navette. L'altro corpo indossava una tuta mimetica intera. Ma niente di tutto ciò aveva importanza per l'organismo che li aveva uccisi.

Entrambi i corpi mostravano segni di lotta. Mentre combattevano, erano caduti troppo vicini… a qualcosa. Sottili ma robustissimi riccioli di materia fungale erano avvolti strettamente attorno al braccio del primo uomo e al collo del secondo. Quest'ultimo era stato fortunato: era morto per asfissia.

Quello che Flinx aveva sentito muoversi debolmente sotto l'armatura del primo uomo erano ammassi di austorio.

Clarity gli si avvicinò per studiare i due corpi mezzi divorati. Con la luce, era facile seguire la ragnatela di ife fin dentro un crepaccio vicino. Era lunga tre metri e per metà piena di funghi luccicanti.

— Ci ignora perché ormai ha già mangiato a sazietà. — Parlò con la calma forzata di un tecnico di laboratorio che esamini un nuovo vassoio di campioni.

— Riconosco l'austorio, ma da dove arrivano quei maledetti riccioli? — Non riusciva a distogliere lo sguardo dal viso della seconda vittima. Le mani dell'uomo erano ancora strette attorno ad un tentacolo, come se avesse cercato di strapparlo via.

— Dallo stesso posto da cui viene il resto di quegli schifosi tentacoli, direi. — Sowelmanu guardò Clarity per avere conferma.

Dactyella e Arthobotrys, solo di dimensioni molto maggiori. Acchiappano la preda con quella specie di lacci. Questi sembrano una varietà gigante.

— Dovremmo bruciarli — disse Flinx disgustato.

Clarity scrollò le spalle. Questa volta, lei era più a suo agio con la flora locale di quanto non fosse lui, ed era in grado di osservarla con distacco. — Tra qualche giorno non rimarrà più nulla, nemmeno le ossa.

Flinx fissò i due corpi per qualche attimo, poi attenuò la luce. Quando fu tanto buio che quasi non riuscivano a vedere i piedi, Pesante e Pensiero Grave emersero dal loro nascondiglio. Le loro emozioni erano ancora sconvolte.

Come quelle di Flinx.

Quando ripresero ad avanzare, tutti camminarono con maggior cautela di prima. L'uomo della sicurezza e il fanatico avevano ingaggiato una lunga battaglia che li aveva portati lontani nelle caverne superiori di Longtunnel, perché i fuggiaschi ci misero ancora un giorno per arrivare vicini al porto quanto bastava perché Flinx fosse in grado di captare i primi segni di emozioni umane. Senza Pip non sarebbe stato in grado di percepire nulla, ma quando lei era vicina e il suo Talento funzionava, il suo raggio operativo era piuttosto vasto. Doloroso in una città affollata, utile qui.

La sua abilità di controllare e usare il Talento stava aumentando e lui attribuiva una parte del merito alle istruzioni dei sumacrea, anche se le sue capacità avevano cominciato ad aumentare prima che li incontrasse. Forse il fenomeno aveva a che fare col fatto che stava maturando sia fisicamente che mentalmente.

— Stiamo avvicinandoci — informò gli amici.

— Non sento rumori di battaglia nelle vicinanze — disse Clarity, sforzandosi di udire il più piccolo suono. — Niente grida, niente spari.

— Non siamo abbastanza vicini da sentire le grida, ma le scariche delle armi dovrebbero essere udibili.

— O c'è una tregua nei combattimenti in questa zona — commentò Sowelmanu, — oppure una delle due parti ha prevalso sull'altra e ha preso il controllo.

All'improvviso Clarity scattò in avanti, senza curarsi dei sassi e delle rocce che costellavano il terreno. — Luce! Vedo la luce!

Flinx e Sowelmanu la seguirono con un passo più cauto, finché uno scoppio emotivo non obbligò Flinx a fermarsi. — Pesante e Pensiero Grave non possono andare oltre. Dobbiamo salutarci qui. Ma dirò loro di aspettare un po'.

— E a che scopo? — gli chiese il geologo.

— Nel caso che siano i fanatici ad aver vinto. Potremmo aver bisogno di fuggire di nuovo da questa parte.

Sowelmanu annuì, un gesto umano che i thranx avevano adottato poco dopo l'amalgamazione. Insieme i due si voltarono per seguire Clarity.

La luce spuntava da una stretta fessura nella parete di roccia alla loro sinistra.

— Se non torniamo indietro presto, i sumacrea sapranno che possono tornare alla loro casa nei livelli inferiori — disse Flinx al geologo. — Un giorno voglio tornare qui. Non c'è stato abbastanza tempo per conversare, per imparare. Io potrei essere l'unico allievo adatto, l'unico amico umano che avranno mai. È difficile spiegare, ma tra loro mi sento a casa. Come se fossi nella mia famiglia.

— Sei vissuto molto a lungo nell'oscurità, mio giovane amico?

Flinx sembrò sorpreso, poi si rese conto che il thranx stava parlando in senso figurato. Tutti gli insetti si piccavano di essere filosofi.

Ridistribuirono quel poco che restava delle loro provviste. Clarity tenne la lampada che avevano trovato, mentre Flinx impugnò la pistola quasi scarica. Anche a bassa intensità era in grado di mettere fuori combattimento due o tre avversari prima di scaricarsi del tutto.

Quando si voltarono verso la parete di roccia, Flinx sentì Pesante e Pensiero Grave. Anche se non li vedeva più, il dispiacere e il dolore che provavano per il suo distacco erano chiari come se li avessero espressi a voce. E in Flinx il dolore si mescolava alla sensazione di lasciare indietro una parte di sé. Loro lo capivano, e condividevano il suo dolore e la sua pena con la stessa facilità con cui condividevano la sua amicizia, e tutto questo senza che venisse scambiata una sola parola.

Davanti a loro brillava un'illuminazione diversa. Flinx trasse un respiro e si infilò nella fessura.

Dietro di essa, si stendeva una vasta caverna sul cui soffitto brillavano tubi a bassa luminosità, che illuminavano file e scaffali di scatoloni di plastica e casse dai colori brillanti. Si trattava del magazzino centrale, ubicato sotto il porto che Sowelmanu aveva descritto.

— Ancora nessun segno di combattimenti — sussurrò pieno di speranza il thranx. — Forse la Sicurezza ha mantenuto il controllo almeno di questa parte dell'installazione. Sarà stata certo la più difesa e l'ultima ad arrendersi.

— Non vedo guardie. — Clarity seguì Flinx attraverso la spaccatura. Nulla si muoveva nella vasta caverna, né un robot né un carrello. A parte il sussurro insistente dell'aria mossa dai ventilatori e dalle pompe, non c'erano altri suoni se non i deboli fruscii prodotti da loro stessi.

— Devono essere riusciti ad organizzare una difesa da qualche parte là sopra — rifletté Sowelmanu. — Se fossero stati respinti fin qui, la battaglia sarebbe stata persa. Credo che possiamo salire con fiducia.

— Io preferirei salire con cautela — mormorò Flinx studiando la scala deserta posta accanto agli ascensori di servizio.

Si tennero nell'ombra delle casse più grandi, enormi contenitori pieni di equipaggiamento per gli scavi e prelevamento di campioni. Ogni cassa aveva un codice colorato che ne indicava la destinazione finale. Alcune erano colorate col cremisi della Chiesa Unita, o con l'acquamarina del Commonwealth.

Sowelmanu fece strada. Anche se Clarity si trovava su Longtunnel da più tempo del thranx, non aveva mai avuto occasione di visitare il magazzino principale. Ogni cosa veniva sballata, catalogata, registrata e consegnata direttamente al suo laboratorio.


L'uomo armato girò su se stesso, ma abbassò il fucile non appena riconobbe Sowelmanu. — Lei è con la squadra geoalimentare dell'Hivehom, vero?

— Esatto. Le autorità mantengono sempre il controllo di questa parte dell'installazione?

La guardia si rilassò e rimise il fucile a tracolla. — Spiacente di avervi presi di mira, ma ho pensato che poteste essere di quei bastardi rimasti indietro. Manteniamo il controllo su molto più che questa parte dell'installazione — esclamò.

— Ha detto rimasti indietro? — Flinx stava cercando di vedere alle spalle dell'uomo. — Che cosa è successo? Siamo rimasti nascosti e fuori contatto.

— Allora comincerò dall'inizio, va bene? I bastardi con le tute ci sono venuti addosso uscendo dalle pareti, come topi. Hanno fatto un sacco di rumore ed hanno fatto saltare un mucchio di cariche esplosive prima che potessimo organizzarci e raggrupparci. Ma erano dei pivelli. Non erano professionisti, capite? «Appena si è reso conto che l'avamposto stava subendo un attacco sui vasta scala, il tenente Kikoisa ha radunato gli uomini e ha contrattaccato. Dovevano avere una navetta che qualche pazzo è riuscito a far atterrare fuori dalla pista. Non appena gli siamo balzati addosso, si sono sbandati e sono fuggiti sulla navetta. Queste almeno sono le voci che corrono. Sono un paio di giorni che non ne vedo.

— Allora è tutto a posto? — chiese Clarity. — Li avete respinti?

— Non tutti. Ce ne sono parecchi sparsi nei corridoi che non hanno fatto saltare. Ma sono un problema per la squadra di sepoltura, non per me. Chi diavolo pensate che fossero?

— Credo di saperlo io — disse Clarity.

— Sul serio? — La sentinella spalancò gli occhi. — Diavolo, allora farà meglio ad andare dal tenente, perché qui tutti non fanno altro che chiederselo da quando ci hanno attaccati. Non hanno lasciato feriti e i morti non avevano indosso nulla che potesse identificarli. Non c'erano nemmeno le etichette sulle tute mimetiche. Kikoisa vorrà assolutamente parlarle, signorina…

— Clarity Held. Sono della Coldstripe.

La guardia cambiò espressione e distolse lo sguardo. — La Coldstripe, eh? Un vero guaio. Hanno letteralmente polverizzato il vostro settore. È il primo posto dove sono andati. Nessuno lavorerà più per parecchio tempo su quella base: ho paura che qualcuno dei suoi amici non lo farà mai più.

«Avevamo pensato che il loro primo obbiettivo sarebbe stato il centro comunicazioni e l'hangar, ma non è stato così. Hanno colpito la Coldstripe, e poi tutti gli altri. Nel modo più dannato. Come se non gli importasse altro che distruggere i laboratori. — Sollevò lo sguardo su Sowelmanu. — Anche i vostri laboratori, anche se mi sembra di aver sentito dire che se la siano cavata tutti.

— La benedizione sull'Alveare.

— Alcuni laboratori non sono diventati stanze piene di rocce. Guardandoli, non direste mai che una volta ci fosse qualcosa di diverso.

Clarity aveva la gola serrata. — Dove… dove devo andare per sapere dei superstiti?

— Non so. Qui io sono solo di sentinella. Provi col personale del dispensario: penso che adesso siano in grado di dare informazioni. L'organizzazione è molto migliorata da quando abbiamo sparato all'ultimo di quei bastardi.

Flinx pose un braccio attorno alle spalle di Clarity, in un gesto di conforto, costringendo Scrap a spostarsi risentito. — Forse la perdita di vite non va d'accordo con la distruzione degli edifici. Se avessero avuto in mente di compiere un massacro, non si sarebbero dati tanta pena né sprecato tanto tempo con le cariche di demolizione.

— Lo speri tu — mormorò lei.

— Lo speriamo tutti — le rispose. — Andiamo a vedere.

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