15

Walton guardò il suo esperto di pubbliche relazioni e disse: — Cosa sai dei caleidovortici, Lee?

— Non molto, direi. Non guardo mai le trasmissioni, io. Fanno male alla vista.

Walton sorrise: — Questo fa di te un anticonformista, no? Secondo le cifre che ho qui, i programmi di caleidovortici serali hanno un indice d’ascolto altissimo.

— Può darsi — disse Percy, cautamente. — Comunque, non mi piacciono Io stesso. Che succede, Roy?

— Improvvisamente ho scoperto un forte interesse per i caleidovortici — disse Walton. Si appoggiò allo schienale della poltrona e disse, in tono casuale: — Credo che possano essere usati come strumenti di propaganda. La reazione di mio fratello a uno di essi, un paio di giorni fa, mi ha dato l’idea, alla Sala di Bronzo. Nell’ultima ora, prima di vederti, ho studiato i caleidovortici, leggendo i principali testi teorici sull’argomento. Sai che è possibile trasmettere dei messaggi attraverso i caleidovortici?

— Ma certo — annaspò Percy. — Però la Commissione Permanente di Vigilanza sulle Comunicazioni non ti permetterebbe mai di cavartela!

— Quando la Commissione riuscisse a scoprire quello che ho fatto — disse Walton con calma — non lo staremmo più facendo. Non sarebbero capaci di dimostrare niente. — Sarcasticamente, aggiunse: — Dopo aver trascorso una vita nelle pubbliche relazioni, non ti verrà improvvisamente un attacco di etica professionale proprio adesso, spero?

— Be’… vediamo i particolari, allora.

— È abbastanza semplice — disse Walton. — Inseriamo un messaggio verbale… qualcosa come “Evviva Poppy” oppure “Non Voglio La Guerra con Dirna”. Lo trasmettiamo sullo schermo, diciamo, per un microsecondo, poi lo copriamo con i disegni dei caleidovortici. Aspettiamo due minuti, poi lo trasmettiamo di nuovo. Un sacco di disturbi, ma il messaggio colpirà chi vogliamo, se lo trasmettiamo con frequenza sufficiente e con un numero di ripetizioni opportuno.

— E li colpirà profondamente — disse Percy. — A livello subliminale. Non si renderanno neppure conto di essere indottrinati, ma improvvisamente avranno delle opinioni completamente diverse su Poppy e Dirna! — Rabbrividì. — Roy, non voglio pensare a cosa succederebbe se qualcun altro ci pensasse e decidesse di mettere in atto il suo spettacolo di caleidovortici.

— Ci avevo pensato. Quando la crisi dirnana sarà finita… quando avremo ottenuto quel che vogliamo… farò dei passi opportuni per assicurarmi che nessuno possa usare nuovamente quest’arma. Farò in modo che qualcuno cerchi di mettere in opera un piano simile, e venga sorpreso proprio in flagrante. Questo dovrebbe essere sufficiente a informare sul da farsi la Commissione.

— In altre parole — disse Percy — tu sei pronto a usare questa tecnica “adesso”. Ma siccome non vuoi che altri la usino, sei pronto a rinunciare tu stesso a farne uso in futuro, non appena la crisi dirnana sarà finita.

— Esattamente. — Walton mostrò i volumi all’esperto di P.R. — Leggi questi libri, prima. Abituati all’idea e ai possibili sviluppi. Poi acquista un’ora di caleidovortici e metti al lavoro un gruppo di tecnici, per preparare gli inserti speciali. D’accordo così?

— È sgradevole, ma mi piace. Quando vuoi che cominci il programma?

— Domani. Stasera, se ci puoi riuscire. E prepara anche un sondaggio di opinioni attendibile, per controllare l’efficacia del programma. Voglio due messaggi trasmessi alternativamente: uno a sostegno di Poppy, l’altro con la richiesta di un accomodamento pacifico con gli stranieri. Il sondaggio dovrà annotare i sentimenti della popolazione su questi due argomenti, e riferirmi ogni fluttuazione di opinione immediatamente.

— Capito.

— Oh, un’altra cosa. Sospetto che da domani avrai delle nuove responsabilità, Lee.

— Eh?

— Il tuo ufficio avrà un altro mezzo di comunicazione da controllare. Un giornale. Sto comprando il Citizen e devo trasformarlo in un baluardo a favore di Poppy.

Percy spalancò la bocca, sbalordito; poi si mise a ridere. — Sei un portento, Roy. Un vero portento.

Qualche minuto dopo l’uscita di Percy, Noel Hervey, l’agente di cambio e operatore di borsa, chiamò Walton.

— Ebbene? — chiese il direttore di Poppy. Hervey aveva l’aria preoccupata.

— Ho speso con successo un duecento milioni di denaro di Poppy nell’ultima mezz’ora, Roy. Adesso tu possiedi il pacchetto azionario singolo più consistente del Citizen.

— Quante azioni sono?

— Centocinquantaduemila. Approssimativamente il trentatré per cento.

— Il trentatré per cento! E l’altro diciotto per cento?

— Pazienza, ragazzo, pazienza, conosco il mio mestiere. Ho ramazzato le azioni di tutti i piccoli azionisti che sono riuscito a raggiungere, senza fare rumore. Mi è costato un bel po’ di denaro anche distribuire opportunamente le azioni tra nuovi nominativi.

— Perché hai fatto questo? — chiese Walton.

— Perché si tratta di una questione molto delicata. Conosci com’è la situazione esatta delle azioni del Citizen, e chi possiede il giornale?

— No.

— Bene, le cose stanno così: l’Amalgamated Telefax possiede il ventisei per cento delle azioni, e Horace Murlin possiede il venticinque per cento. Dato che Murlin possiede anche l’Amalgamated, con i suoi voti ha il cinquantuno per cento del pacchetto, anche se ufficialmente non è registrato come maggiore azionista. L’altro quarantanove per cento non conta, secondo Murlin. Così sono occupato a radunare tutte le azioni che riesco a trovare per te… sotto una mezza dozzina di diversi nomi di copertura. Dubito di ottenere tutto il quarantanove per cento, ma penso di avvicinarmi a quella cifra. Allora, mi presenterò a Murlin con un Grosso Affare e lo convincerò a vendermi il sei per cento delle sue azioni del Citizen. Lui farà un controllo, troverà che il resto del pacchetto è diviso in novantasette modi diversi, e probabilmente mollerà una piccola parte delle sue azioni, pensando di conservare il controllo della testata in ogni modo.

— E se non cede? — domandò Walton.

— Non ti preoccupare — disse Hervey, fiducioso. — Cederà. Ho un miliardo di dollari da mettere sul tappeto verde, no? Cucinerò per lui un affare così succulento che non potrà fare a meno di abboccare… e in cambio di un affare mai visto dovrà solo rinunciare a una piccola fetta delle sue azioni del Citizen. Nel preciso momento in cui lo farà, trasferirò tutte le azioni acquistate a tuo nome. Quando avrai il controllo del cinquantuno per cento delle azioni, caccerai a calci Murlin dal Consiglio di Amministrazione, e il giornale sarà tuo! Semplice? Chiaro?

— Perfetto — disse Walton. — Va bene. Ricorda di tenermi informato.

Tolse il contatto e camminò verso la finestra. La strada era piena di gente che andava in tutte le direzioni, come tante formiche che si muovevano a casaccio sul terreno. Quasi tutti avevano in mano un giornale… e il giornale più popolare era il Citizen. E quasi tutti, a sera, sarebbero rimasti di fronte al televisore, a guardare i caleidovortici con espressione ebete e sognante.

Walton improvvisamente strinse i pugni. In quello stesso modo, pensò, Poppy stava stringendo la morsa che aveva preso il pubblico, impadronendosi dei mezzi di comunicazione di massa. Se la fiducia di Hervey era giustificata, avrebbero posseduto il più importante giornale ostile a Poppy, il giorno dopo. Manovrando sottilmente, nel corso di diversi giorni, avrebbero spostato l’atteggiamento del Citizen a una vera campagna in sostegno di Poppy, facendolo così abilmente che nessuno avrebbe ricordato che il giornale aveva avuto in passato una politica editoriale diversa.

In quanto al sotterfugio dei caleidovortici… quello, pensò Walton, era un colpo sotto la cintura, era evidentissimo. Ma lui aveva deciso che tutti i mezzi dovevano essere leciti, nel corso dell’attuale crisi. Ci sarebbe stato tempo per la morale, dopo, quando ogni pericolo di guerra fosse stato scongiurato.


Verso le quattordici e trenta della stessa giornata, Walton approfittò di un momento di stanca nel lavoro per andare a consumare la colazione alla Sala di Bronzo. Pensava che, uscendo dalle pareti dell’ufficio, almeno per qualche tempo, il suo sistema nervoso ne avrebbe guadagnato grandemente.

La Sala di Bronzo aveva adottato, come base cromatica, un bel rosa ciliegia. Walton scelse una stanza privata, consumò un pranzo leggero a base di chlorella arrostita e rum, e formò, sul disco, l’ordine per un sonnellino di venti minuti. Quando il sistema di allarme del divano lo svegliò, Walton si stirò, allegramente, scoprendo che buona parte della tensione soffocante che lo aveva tenuto prigioniero era scomparsa.

Meditabondo, accese il caleidoscopio elettroluminescente, e lo guardò. Funzionava in base allo stesso principio sul quale si fondavano i programmi dei caleidovortici della televisione, solo che nella Sala di Bronzo i caleidoscopi privati funzionavano entro un circuito chiuso; gli spettacoli erano di livello estetico assai più alto, certamente, che le esibizioni di colori violenti e un po’ pacchiani preferite dal grosso pubblico durante gli spettacoli serali.

Ma ora Walton non fissava i colori mutevoli con tranquillità o ammirandone semplicemente il valore estetico e cromatico, bensì con una certa dose di nervosismo e di preoccupazione. Adesso sapeva che quei colori potevano costituire un’arma assai pericolosa; e come faceva a sapere che i proprietari della Sala di Bronzo non stessero lanciando nella sua direzione degli impulsi subliminali, in quello stesso momento?

Spense l’apparecchio, con un gesto brusco.

“Il fine giustifica i mezzi”. Una bella giustificazione, pensò, che gli permetteva di fare quasi tutto. Gli veniva in mente la fredda, logica conclusione di Ivan Karamazov: senza Dio, ogni cosa è permessa.

Ma oggi Dio e Dostoievski sono cose superate, o almeno lo sembrano, si ricordò. Dio è oggi un giovanotto magro, con un ufficio al ventinovesimo piano del Cullen Building… e in quanto a Dostoievski, sapeva soltanto scrivere dei libri, e perciò non avrebbe mai potuto essere di grande importanza, lui.

Provò un brivido di dubbio. Forse non sarebbe stato saggio diffondere in tutto il mondo la propaganda per mezzo dei caleidovortici; una volta scatenata quella forza, forse non sarebbe stato facile riportarla sotto controllo, imbrigliarla di nuovo. Si rese conto che, non appena terminata la campagna di Poppy, avrebbe dovuto escogitare un metodo per controllare con ogni cura tutti i circuiti chiusi e i circuiti pubblici di quel genere di trasmissioni, per evitare ogni possibile rischio.

La parte più maledetta di questa tecnica di propaganda, pensò, era che con essa si poteva diffondere qualsiasi idea, senza destare i sospetti dello spettatore. Lo spettatore non avrebbe saputo in alcun modo che qualcuno pasticciava con la sua volontà; una volta impiantata la nuova idea, non vi avrebbe creduto neppure se gliel’avessero detto. “Io”? avrebbe risposto. “Io non mi lascio convincere così facilmente! Io ho le mie idee, perché so pensare!”

Pensare, davvero! Massa di imbecilli, così, in tutti i tempi uguali.

Walton ordinò un altro rum, e sollevò il bicchiere alle labbra con mano lievemente tremante.

— Il signor Ludwig delle Nazioni Unite ha chiamato mentre lei era fuori, signore — disse la segretaria, quando Walton ritornò in ufficio. — Vorrebbe avere sue notizie. E sarebbe lieto se lei lo richiamasse subito.

— Benissimo. Me lo passi.

Quando Ludwig apparve sullo schermo, Walton disse:

— Mi dispiace di non essere stato qui, quando lei ha chiamato. Che sta succedendo?

— Una seduta speciale del Consiglio di Sicurezza, che è finita proprio in questo momento. Hanno approvato all’unanimità una risoluzione e l’hanno passata all’Assemblea Generale. Ci sarà un’immediata seduta per designare il nuovo direttore permanente di Poppy.

Walton serrò le labbra. Dopo un momento disse:

— Come mai?

— La crisi dirnana. Non vogliono che sia un semplice direttore ad interim a occuparsi delle cose. Pensano che l’uomo incaricato di trattare con gli stranieri debba avere tutte le benedizioni dell’ONU.

— Dovrei dedurre che io riceverò l’incarico automaticamente?

— Non ci giurerei — disse Ludwig. — Certamente la tendenza generale è quella di lasciarla continuare. Ma non si sa mai. Le consiglio di presentarsi personalmente alla seduta dell’Assemblea, per esporre il suo programma nei particolari; altrimenti potrebbero infilare qualche politico linguacciuto al suo posto. Comincerà tutto alle undici di dopodomani, il diciotto.

— Ci sarò — disse Walton. — Grazie per l’informazione.

Rimase a masticare per qualche secondo la punta della sua matita, e poi annotò l’ora e la data. Per il momento, non doveva preoccuparsi troppo degli eventi che avrebbero avuto luogo dopodomani… no, quando Fred si sarebbe presentato per un confronto definitivo il giorno dopo, alle undici!


Il giorno successivo cominciò in maniera già abbastanza congestionata. Hervey fu il primo a chiamare.

— Il Citizen è servito, Roy! Ho cenato con Murlin, questa notte, e sono riuscito a strappargli il quattro per cento del pacchetto azionario del Citizen in cambio di un affare favoloso nel nuovo progetto monorotaia del Nevada. Aveva un sorriso largo fino alle orecchie, Murlin… tanto era convinto di avermi fregato, ma questa mattina sono convinto di fargli cambiare quel bel sorriso!

— È tutto in regola? — chiese Walton.

— In questo momento. Mi sono alzato alle sette e ho riunito le mie azioni… le “tue” azioni, voglio dire! Quarantasette per cento dell’intero pacchetto azionario… questa percentuale l’avevo divisa in una dozzina di nominativi diversi; l’altro due per cento delle azioni apparteneva a ricche vedove che non volevano vendere a nessun prezzo. Ho riunito questo quarantasette per cento a tuo nome, poi ho completato il trasferimento di proprietà del quattro per cento di Murlin, sempre a tuo nome. Il Citizen da questo momento è di proprietà di Poppy, Roy!

— Ottimo lavoro. Quanto è costato?

— Quattrocentottantatré milioni e pochi spiccioli. Più la mia solita percentuale del cinque per cento, che in questo caso ammonta a circa due milioni e un quarto.

— Ma io ti ho offerto cinque milioni — disse Walton. — L’offerta è sempre valida.

— Vuoi che perda la mia licenza? Ho speso anni e anni a passare bustarelle per ottenere una licenza come la mia, e vuoi che la getti dalla finestra per un paio di milioni in più? Uh… la cifra l’ho già detta, e accidenti a me se non posso essere soddisfatto del ricavato di una giornata di lavoro!

Walton sorrise.

— Hai vinto. E Sue Llewellyn sarà felice di sapere che per acquistare il Citizen non abbiamo speso tutto il miliardo. Arriverai con tutti i documenti, immagino…

— Verso le dieci — disse l’operatore di borsa. — Devo prima di tutto sistemare Murlin con l’affare della monorotaia. Povero allocco! Ci vediamo tra un’ora.

— D’accordo.

Rapidamente, Walton scrisse messaggi e appunti e promemoria. Non appena il giornale fosse stato ufficialmente nelle sue mani, avrebbe avvertito Murlin della convocazione immediata di un’assemblea degli azionisti. Dopo avrebbe deposto Murlin, licenziato i direttori e i redattori del Citizen, e avrebbe riempito la redazione del giornale di uomini fedeli a Poppy.

Fred doveva arrivare alle undici.

Walton chiamò Keeler, il nuovo capo della sicurezza, e disse: — Keeler, ho un appuntamento con una persona per le undici. Voglio che lei piazzi tre uomini fuori della porta del mio ufficio, e perquisisca questa persona allo scopo di trovare delle armi, prima che entri da me.

— Lo faremo comunque, signore. Adesso è la procedura normale.

— Bene. Ma voglio che sia lei uno dei tre. E si assicuri che i suoi due compagni siano gente che sa tenere la bocca chiusa. Non voglio “nessuna” fuga di notizie su questo fatto.

— Bene, signore.

— D’accordo. Si presenti alle dieci e cinquanta. Verso le undici e un quarto, io schiaccerò il pulsante che aziona l’apertura della porta, e desidero che lei e i suoi uomini facciate irruzione nell’ufficio, arrestiate il mio ospite, e lo gettiate nella più profonda segreta che riuscirete a trovare. E che lo lasciate laggiù. Se Martinez vuole sapere cosa sta succedendo, gli dica che mi assumo io tutte le responsabilità.

Keeler parve vagamente perplesso, ma si limitò ad annuire: — Prima lo perquisiremo, poi gli permetteremo di parlare con lei per quindici minuti. Poi, al segnale entreremo e lo porteremo via. Capito.

— Quest’uomo è un pericoloso cospiratore anti-Poppy. Si assicuri che venga drogato, prima di uscire dal mio ufficio. Non voglio che faccia rumore.

L’intercom ronzò.

— Gli uomini della sezione comunicazioni hanno un messaggio per lei, signor Walton.

Congedò Keeler e si mise in contatto con la sezione delle comunicazioni, e disse: — Parlate.

— Da McLeod, signor Walton. L’abbiamo appena ricevuto. Il messaggio dice: “Arriverò a Nairobi il 18, e sarò nel suo ufficio con l’ambasciatore dirnano il mattino dopo, se l’ambasciatore si sentirà di intraprendere il viaggio. Altrimenti potrà venire lei a Nairobi?” Fine del messaggio.

— Gli risponda di sì, se sarà necessario.

Diede un’occhiata all’orologio. Le nove e diciassette. La giornata sarebbe stata congestionata, a quanto pareva dagli auspici.

Fred doveva arrivare alle undici.

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