L’EPURAZIONE DI OBTRY

Obtry è attualmente una remota provincia occidentale dell’Impero di Mahigul. Venne assorbita quando l’imperatore Tro II si annesse la nazione di Ven, che in precedenza si era annessa l’Obtry.

L’Epurazione di Obtry iniziò quasi cinque secoli fa, quando Obtry, allora una democrazia, elesse un presidente che aveva promesso, nella sua campagna elettorale, di cacciare dal paese gli Astasa.

A quell’epoca le ricche pianure di Obtry erano occupate da più di un millennio da due popolazioni: i Sosa, che erano giunti da nord-ovest, e gli Astasa, giunti da sud-ovest.

I Sosa erano arrivati come profughi, allontanati dalla loro regione a causa di un’invasione, pressappoco all’epoca in cui gli Astasa, di abitudini semi-nomadiche, cominciavano a stabilirsi nei pascoli di Obtry.

Allontanati da questi immigranti, gli originali abitanti di Obtry, gli aborigeni Tyob, si rifugiarono nelle montagne, dove sopravvissero come poveri pastori. I Tyob conservarono le loro abitudini primitive e la loro lingua e non ebbero mai il diritto di voto.

Tanto i Sosa quanto gli Astasa portarono nelle pianure di Obtry una religione. I Sosa si prostravano in terra per adorare un dio padre chiamato Af. I riti, molto complessi, della religione di Af si tenevano nei templi ed erano officiati da sacerdoti. Invece la religione degli Astasa era non teistica e non aveva sacerdoti professionisti; comportava trance, danze in cui si ruotava su se stessi, visioni e piccoli feticci.

Quando giunsero nell’Obtry, gli Astasa erano feroci guerrieri; cacciarono i Tyob sui monti e portarono via le terre migliori ai Sosa che vi si erano insediati; ma c’era una grande quantità di ottima terra e i due popoli invasori finirono gradualmente per stabilirsi fianco a fianco. Lungo i fiumi sorsero città, alcune popolate di Sosa, altre di Astasa.

I Sosa e gli Astasa commerciarono tra loro e il traffico aumentò progressivamente. Commercianti Sosa presto cominciarono ad abitare in quartieri o ghetti delle città degli Astasa, e commercianti Astasa cominciarono ad abitare in quartieri o ghetti delle città dei Sosa.

Per più di novecento anni non ci fu un governo centrale. La regione era formata da un gruppo di città-stato e di territori agricoli, che competevano per il commercio e di tanto in tanto lottavano per la terra o la fede, ma in genere sussisteva tra loro una pace attenta, che assicurava ricchi guadagni.

Gli Astasa ritenevano i Sosa lenti, stupidi, imbroglioni e instancabili. I Sosa giudicavano gli Astasa svelti, intelligenti, candidi e imprevedibili.

I Sosa impararono a suonare la musica selvaggia, lamentosa e passionale degli Astasa. Gli Astasa impararono dai Sosa l’aratura a terrazze e la rotazione delle colture. Raramente, però, un popolo apprese la lingua dell’altro: solo quanto bastava a commerciare, qualche insulto e qualche parola d’amore.

Figli dei Sosa e figlie degli Astasa s’innamorarono follemente e fuggirono insieme, spezzando il cuore delle loro mamme. Ragazzi Astasa fuggirono con ragazze Sosa, e dietro di loro le maledizioni delle loro famiglie riempirono i cieli e oscurarono la strada che si lasciavano alle spalle. Questi fuggitivi raggiungevano altre città e laggiù vivevano nei quartieri Afastasa e nei ghetti Sosasta o Astasosa, e insegnavano ai figli a prostrarsi ad Af o a piroettare nella danza dei feticci. Gli Afastasa facevano l’una cosa e l’altra, ma in giorni festivi diversi.

I Sosasta eseguivano le loro danze rotanti al suono di una musica selvaggia e lamentosa davanti all’altare di Af, e gli Astasosa si prostravano davanti a piccoli feticci.

Ai Sosa, ma quelli puri e tradizionalisti che praticavano il culto di Af alla maniera dei loro padri e vivevano principalmente nelle fattorie e non nelle città, veniva insegnato dai sacerdoti che il loro dio voleva che avessero molti figli in suo amore; di conseguenza avevano grosse famiglie. Molti sacerdoti avevano quattro o cinque mogli e venti o trenta figli. Le donne Sosa più devote pregavano il Padre Af di dare loro un dodicesimo, un quindicesimo figlio. Viceversa, le donna Astasa avevano un figlio soltanto quando veniva detto loro, in trance, dal feticcio del loro corpo, che era il momento giusto per concepire; di conseguenza, raramente avevano più di due o tre figli.

In questo modo i Sosa finirono per superare come numero gli Astasa.

Circa cinquecento anni fa, le città, i paesi e le comunità agricole di Obtry, che fino a quel momento non avevano un’organizzazione comune, sotto la pressione degli aggressivi Ven al Nord e per influenza dell’Illuminismo Ydaspiano proveniente dall’Impero di Mahigul all’Est, si unirono per formare prima un’alleanza, poi uno stato-nazione.

All’epoca le nazioni erano di moda. La Nazione di Obtry venne istituita come una democrazia, con un presidente, un gabinetto dei ministri, e un parlamento eletto per suffragio universale delle persone maggiorenni. Il parlamento rappresentò in modo proporzionale le regioni (rurale e urbana) e le popolazioni etno-religiose (Sosa, Astasa, Afastasa, Sosasta e Astasosa).

Il quarto presidente di Obtry fu un Sosa chiamato Diud, eletto da una maggioranza molto ampia.

Anche se la sua campagna elettorale si era espressa in misura sempre maggiore contro gli elementi «senza dio» e «forestieri» della società di Obtry, molti Astasa votarono per lui. Volevano un leader forte, dissero. Volevano un uomo capace di opporsi ai Ven e di riportare la legge e l’ordine nelle città colpite dalla sovrappopolazione e dal mercantilismo incontrollabile.

Mezzo anno più tardi, Diud, dopo avere infilato i propri personali favoriti nelle posizioni centrali del gabinetto e del parlamento e consolidato il suo controllo dell’esercito, cominciò di buona lena la sua campagna.

Instaurò un ufficio del censimento che richiedeva a tutti i cittadini di denunciare la propria fede religiosa (Sosa, Sosasta, Astasosa o pagana) e poi la loro origine (Sosa o non Sosa).

Diud trasferì quindi la Guardia Civile di Dobaba, una città a prevalenza Sosa, situata in un’area agricola quasi esclusivamente Sosa, nella città di Asu, importante porto fluviale dove la popolazione era vissuta pacificamente in quartieri Sosa, Astasa, Sosasta e Astasosa per secoli. Laggiù le guardie cominciarono a costringere tutti gli Astasa, ovvero i pagani non Sosa, adesso etichettati come persone senza dio, a lasciare le loro case, portando con sé soltanto quello che riuscivano a prendere nel terrore dell’improvvisa cacciata.

Le persone senza dio erano spedite per treno al confine nord-occidentale. Laggiù venivano tenute in gabbie o in alcuni campi chiusi da reticolati per settimane o mesi, per poi essere portati al confine con il Ven.

Scaricati da camion o da carri ferroviari, ricevevano l’ordine di attraversare il confine. Alle spalle avevano soldati con fucili. Non potevano che obbedire. Ma c’erano anche soldati di fronte a loro: le guardie di confine del Ven.

La prima volta che accadde, il soldati Ven credettero di dover affrontare un’invasione di Obtry e uccisero centinaia di persone, prima di comprendere che la maggior parte degli invasori erano bambini e neonati o vecchi o donne incinte, che nessuno era armato, che tutti cercavano di nascondersi, si gettavano in terra, tentavano di fuggire e imploravano pietà.

Alcuni soldati Ven continuarono ugualmente a sparare, basandosi sul principio che Obtry era il nemico.

Il presidente Diud proseguì nella sua campagna mirante a radunare tutte le persone senza dio, una città dopo l’altra. Molte vennero portate in regioni lontane e raccolte a gruppi in aree recintate chiamate centri di istruzione, dove si supponeva venisse insegnato loro il culto di Af. I centri fornivano poco riparo e ancor meno cibo. Molti degli internati morirono in meno di un anno. Molti Astasa fuggirono prima dei rastrellamenti e si diressero verso il confine, affidandosi alla capricciosa misericordia dei Ven.

Alla fine del suo primo periodo di carica, il presidente Diud aveva ripulito la sua nazione da mezzo milione di Astasa.

Quando si presentò per la rielezione, la sua campagna elettorale si basò su quanto aveva fatto contro gli Astasa. Nessun candidato Astasa osò presentarsi. Diud venne però sconfitto, di stretta misura, dal nuovo favorito degli elettori religiosi Sosa delle aree rurali, Riusuk.

Lo slogan con cui Riusuk svolse la sua campagna fu: «Obtry a Dio», e il suo bersaglio furono in particolare le comunità Sosasta delle città e delle aree rurali meridionali, il cui culto danzante era considerato particolarmente maligno e sacrilego.

Molti soldati delle province meridionali, però, erano Sosasta, e nel primo anno di carica di Riusuk si ammutinarono. Furono raggiunti da gruppi partigiani e guerriglieri Astasa che si erano nascosti nelle foreste e nelle città del centro della nazione. Il disordine e la violenza si diffusero e le fazioni si moltiplicarono.

Il presidente Riusuk venne rapito dalla casa sul lago dove trascorreva le vacanze estive e dopo una settimana il suo corpo fatto a pezzi venne ritrovato ai margini di un’autostrada. Nella bocca, nelle orecchie e nelle narici gli erano stati cacciati feticci degli Astasa.

Nei disordini che seguirono, un generale Astasosa, Hodus, si nominò facente funzioni di presidente, prese il comando di un grosso gruppo trasversale di soldati e instaurò un’Epurazione Finale di Senza Dio, Atei e Pagani, termine che ora comprendeva Astasa, Sosasta e Afastasa. I suoi soldati uccidevano tutti coloro che erano, o si pensava fossero o si diceva fossero, non-Sosa, facendo fuoco su di loro a vista, e lasciando i corpi a marcire sul terreno.

Gli Afastasa della provincia di Nord-ovest presero le armi sotto la direzione di un capo molto abile, Shamato, una ex insegnante; i suoi seguaci, a lei ferocemente devoti, riuscirono a resistere per sette anni alle forze di Hodus in quattro città del Nord e nelle regioni di montagna. Shamato venne poi uccisa nel corso di un’incursione in territorio Astasosa.

Hodus aveva chiuso le università non appena salito al potere. Aveva messo come insegnanti nelle scuole sacerdoti di Af, ma più tardi nel corso della guerra civile tutte le scuole vennero chiuse, dato che erano i bersagli preferiti dei cecchini e delle bombe. Non c’erano più strade sicure per i commerci, le frontiere vennero chiuse, gli scambi cessarono, con conseguente carestia e successive epidemie.

Sosa e non-Sosa continuarono a uccidersi tra loro.

I Ven invasero la provincia del Nord nel sesto anno della guerra civile, senza incontrare resistenza, o quasi, poiché tutti gli uomini e le donne capaci di difendersi erano morti o occupati a combattere contro i loro vicini. L’esercito Ven attraversò l’Obtry come un’onda di piena, eliminando le ultime sacche di resistenza. La regione venne annessa alla Nazione del Ven e rimase una provincia tributaria per i successivi secoli.

I Ven, che nutrivano un uguale disprezzo per tutte le religioni di Obtry, imposero il culto pubblico della loro divinità, la Gran Madre delle Tette.

Sosa, Astasosa e Sosasta impararono a prostrarsi davanti a statue dagli immensi seni e gli Astasa e Afastasa superstiti appresero a danzare in circolo attorno a piccoli feticci a forma di mammella.

Solo i Tyob, nell’alto delle montagne, rimasero pressoché come prima, poveri pastori, privi di una religione su cui valesse la pena di litigare. L’autore del grande poema mistico L’ascesa, opera che ha reso famosa su più di un piano la provincia di Obtry, era un Tyob.

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