17

Athene era disposta a concedergli un anno, ma lui si era accontentato di due mesi. In piena estate, le acque del lago Orkney, visibili dalla stanza dell’albergo, erano uno scintillio di fuoco e ametista.

Carewe tolse la pistola ipodermica dalla valigia, la mise accanto ai pochi libri che si era portato da leggere in vacanza. Erano tutti libri di tipo tradizionale, stampati; non perché in quel momento i libri stampati andassero di moda, ma perché gli trasmettevano una sensazione più intensa di continuità storica. Stava imparando a pensare al tempo che avrebbe vissuto come a una frazione inseparabile dalla totalità del tempo, a se stesso come a una parte delle forze della storia e dell’entropia.

— Vado a fare una nuotata, finché sono ancora presentabile — disse Athene, studiando nella parete a specchi il suo corpo nudo. Negli ultimi due mesi si era un po’ ingrossata, ma solo Carewe riusciva a notare il gonfiore che denunciava la presenza dell’embrione, del bambino che avevano deciso di tenere.

— Sei meravigliosa — le disse. — Non metterti il costume.

— Oh, Will, credi… — Athene si girò, vide la pistola ipodermica, e il suo sorriso allegro svanì. — Adesso?

— Sì. — Lui annuì, calmo.

— Vuoi che resti con te?

— No. Voglio che tu scenda in spiaggia e che ti prenda un po’ di questo sole tanto costoso. Scendo subito anch’io. — Athene aprì la bocca per ribattere, e lui le chiese: — Non ti fidi di me?

Athene chiuse gli occhi. Si baciarono. Poi lei si infilò un costume leggerissimo e, senza voltarsi a guardarlo, uscì dalla stanza. Nel punto in cui si era fermata, un raggio di sole illuminava il pulviscolo che danzava nell’aria. Carewe prese la pistola ipodermica, restò seduto un attimo, con la sinistra sui libri. Forse, leggendo a sufficienza, un’ giorno o l’altro, un anno o l’altro, sarebbe riuscito anche lui a scrivere. E se mai si fosse lanciato in un’impresa del genere, gli sarebbe piaciuto stendere le linee di una filosofia per immortali.

“Il grande sbaglio è essere troppo avidi, cercare di impadronirsi di tutto il proprio passato e tutto il proprio futuro. Un immortale deve imparare ad accettare l’idea che la vita eterna è anche morte eterna; morte delle personalità che si susseguono nello stesso corpo e che poco per volta vengono mutate, scolorite, dal passare del tempo, dalla marea incessante degli avvenimenti. Però, ed è questo che importa veramente, l’immortalità è anche nascita infinita di nuove personalità. Un immortale deve ammettere, senza opporre resistenza, che l’io che esiste in un certo punto del tempo morirà, così come muoiono i molluschi anonimi, privi di pensiero, le cui conchiglie restano disseminate su tutte, e sono parte di tutte, le rive dell’eternità.”

Per un attimo, la stanza calda, luminosa, gli parve fredda; poi lui capi di essere una persona diversa dal Carewe di tre mesi prima, e senza nessun rimpianto. Il bambino che stava crescendo nel grembo di Athene non era suo, ma, in un altro senso, lui era il padre di tutti i Carewe futuri. Bastava quella responsabilità a consolarlo della perdita della paternità biologica, e avrebbe dovuto sorreggerlo per sempre, anche se fosse giunto il momento in cui lui e Athene si sarebbero separati.

Prese la pistola ipodermica, l’appoggiò al polso, si lasciò invadere da quella nuvoletta gelida; poi scese sulla spiaggia, a raggiungere sua moglie nell’inizio della loro lunga, lunghissima primavera.


FINE
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