Il mio dito sfiora il pulsante nero.
Fuori della finestra, la strada sembra assolutamente tranquilla, ma non mi faccio illusioni: la morte è là, in agguato. Credevo di essere pronto ad affrontarla e invece una strana timidezza si è impadronita di me. Ho già rinunciato alla vita, ma sono ancora riluttante a morire. L’unica situazione analoga che conosca è quella di un uomo il cui matrimonio sta per naufragare, e io posso dirlo con una certa sicurezza, ma che non ha lo slancio né l’energia per l’adulterio. Guarda un’altra donna con intenzione, ma spera che sia lei a fare il primo passo perché lui non ce la fa. A questo punto faccio un confronto con il sergente; la sua consegna è rigidissima. Allora esito, sulla soglia di uno dei diecimila ingressi della morte.
Il mio dito sfiora il pulsante nero.
Anche il cielo sembra pacifico, ma non si sa mai. Lassù, nella volta d’acciaio spazzata dal vento, un apparecchio potrebbe sganciare da un momento all’altro il sole fabbricato dalle mani dell’uomo. Forse, in questo preciso momento, un missile sta penetrando nell’atmosfera superiore, tra un nugolo di satelliti spia e di moduli di razzi a caduta lenta. In questo caso, insieme a me salterebbe per aria la città intera, ma la mia coscienza ha il coraggio di prendere il peso di settantamila morti, per lo meno finché c’è tempo per adempiere al voto, prima che la sfera di fuoco scenda ondeggiando e allargandosi lentamente sulla terra.
Finché terrò premuto il pulsante nero.
Il mio braccio sinistro pende inerte, il sangue caldo scorre sul palmo della mano e mi invita a stringere il pugno, a non abbandonare la vita. Non riesco a trovare, nel tessuto della manica, il foro della pallottola: le fibre si sono richiuse perfettamente come le piume di un uccello. È strano. Ma, in realtà, che cosa ne so di queste faccende? E come ho fatto io, Lucas Hutchman, matematico non particolarmente famoso, a cacciarmi in questa situazione? Indubbiamente sarebbe istruttivo riconsiderare gli avvenimenti delle scorse settimane, ma sono stanco e devo fare attenzione a non rilassarmi troppo.
Perché devo essere pronto a premere il pulsante nero…