17

Era stata una decisione difficile ma, una volta presa, il presidente cominciava a rilassarsi. Andò al bar, si versò un bicchierino di curaçao e tornò al tavolo. Dietro la triplice vetrata della stanza, la cima di una montagna scintillava come un’agata, serena e sicura al di sopra del tumulto biologico della giungla. Sorseggiò il liquore con aria meditabonda e assaporandone il calore, poi premette un pulsante sul tavolo.

Il generale entrò immediatamente. La divisa che indossava, abitualmente immacolata, adesso era irriconoscibile per le striature simmetriche del sudore. «Ho avuto conferma» disse, senza badare al protocollo. «Ogni particolare del primo rapporto era vero al cento per cento.»

«Lo immaginavo» rispose il presidente, calmo. «Ho una specie d’istinto per queste cose, anche quando sono senza precedenti.»

«Ne sono contento per voi.» Il generale era molto affaticato, altrimenti non avrebbe rischiato un’osservazione così apertamente sarcastica. «Ma cosa dobbiamo fare? I missili sono ancora nei depositi, intatti. E non c’è tempo per smantellare le testate. Che cosa facciamo?»

«Liberatevene!»

«E come?»

«Come ci si libera normalmente di un razzo? Immagino, generale, che vi sarete trovato a dover risolvere problemi ben più difficili di questo, nel corso della vostra lunga carriera!» Il presidente finì di bere il suo curaçao, si alzò e si diresse verso il bar per versarsi un altro bicchierino.

«Volete dire…» La puzza di sudore del generale riempiva la stanza. «Ma il clima politico è radicalmente cambiato, signor presidente, da quando i missili sono stati messi in programma. Un tempo avremmo potuto fare qualsiasi cosa contro una potenza coloniale senza che capitasse niente, ma dopo Damasco… toccare una città! O anche un piccolo centro…»

Il presidente mostrò la chiostra dei denti, senza umorismo. «Se una tale condanna delle vostre capacità vi fosse arrivata da un altro, l’avreste fatto fucilare all’istante.»

«Condanna? Ma non…»

«Sto parlando dei vostro famoso servizio di spionaggio. Mi dite che le testate nucleari esploderanno, spontaneamente, a mezzogiorno, ora di Greenwich. In tal caso fate partire i missili, generale, ma fate in modo che tocchino l’apogeo esattamente a mezzogiorno. Se il vostro servizio di spionaggio funziona, ed è augurabile che funzioni, i nostri missili non arriveranno mai a destinazione.»

«E se non funzionasse?»

Il presidente bevve dal secondo bicchierino. «Caro generale, come osate prendere in considerazione questa possibilità?»

Загрузка...