L'esimio signor presidente della sezione locale del sindacato nazionale dei proiezionisti e dei lavoratori indipendenti delle sale cinematografiche sedeva immobile.
Sotto e dietro e dentro tutto quello che aveva dato per scontato, era cresciuto qualcosa di orribile.
Niente и statico.
Tutto va a pezzi.
Questo io lo so perchй lo sa Tyler.
Da tre anni Tyler giuntava e disgiungeva pellicole per i cinema. Un film viaggia in sei o sette piccole bobine riposte in un astuccio di metallo. Il lavoro di Tyler era unire insieme le bobine piccole per farne bobine uniche da cinque piedi, adatte ai proiettori a caricamento e riavvolgimento automatici. Dopo tre anni, sette cinematografi, almeno tre schermi per cinema a programmazione settimanale, Tyler aveva maneggiato centinaia di pellicole.
Una sventura, ma con il moltiplicarsi dei proiettori a caricamento e riavvolgimento automatici, il sindacato non aveva piщ bisogno di Tyler. Il signor presidente di sezione aveva dovuto convocare Tyler per una breve chiacchierata.
Il lavoro era noioso e la paga uno schifo, dunque il presidente del sindacato unito dei proiezionisti indipendenti uniti dell'unione dei cinematografici ha detto che faceva a Tyler Durden un favore rifilandogli la diplomatica messa in quel posto.
Non vederla come un'espulsione. Vedila come un ridimensionamento.
Diritto su per il didietro il signor presidente di sezione in persona dice: «Abbiamo apprezzato il tuo contributo al nostro successo».
Oh, nessun problema, ha risposto Tyler e ha sorriso. Fintanto che il sindacato avesse continuato a spedirgli il suo assegno avrebbe tenuto la bocca chiusa.
«Vedila come un pensionamento anticipato» ha detto Tyler.
Tyler aveva maneggiato centinaia di pellicole.
Le pellicole erano tornate al distributore. Le pellicole erano ritornate in circolazione. Commedie. Drammi. Musical. Sentimentali. Azione. Avventura.
Con sparsi qua e lа singoli fotogrammi di pornografia introdotti da Tyler.
Sodomia. Fellatio. Cunnilingus. Bondage.
Tyler non aveva niente da perdere.
Tyler era la pedina del mondo, la tua spazzatura personale.
Questo и quanto Tyler mi ha preparato a dire anche al direttore del Pressman Hotel. All'altro posto di lavoro di Tyler, al Pressman Hotel, Tyler ha detto di non essere nessuno. A nessuno importava se viveva o moriva e il sentimento era fottutamente reciproco. Questo и quanto Tyler mi ha detto di dire nella direzione dell'albergo con le guardie giurate sedute fuori della porta.
Dopo che tutto и finito Tyler e io siamo rimasti alzati fino a tardi a raccontarcela.
Subito dopo la sua visita al sindacato proiezionisti, Tyler mi ha mandato ad affrontare il direttore del Pressman Hotel.
Sembravamo sempre piщ gemelli monozigoti, io e Tyler. Avevamo tutti e due gli zigomi pieni di pugni e la pelle aveva perso la sua memoria e si dimenticava dove ricomporsi dopo che ci avevano pestati.
Le mie ecchimosi venivano dal fight club e la faccia di Tyler aveva cambiato i connotati per via dei cazzotti presi dal presidente del sindacato proiezionisti. Dopo che Tyler и uscito strisciando dagli uffici sindacali, io sono andato a trovare il direttore del Pressman Hotel.
Mi sono seduto lа, nell'ufficio del direttore del Pressman Hotel.
Io sono la vendetta beffarda di Tizio.
La prima cosa che mi ha detto il direttore dell'albergo и stata che avevo tre minuti. Nei primi trenta secondi gli ho raccontato di aver pisciato nelle minestre, di aver scoreggiato sulle crиmes brыlйes, di aver sternutito sull'indivia stufata e gli ho detto che ora volevo che l'albergo mi mandasse ogni settimana un assegno equivalente alla mia paga settimanale media piщ le mance. In cambio io non sarei piщ andato lм a lavorare e non mi sarei rivolto ai giornali o alle autoritа sanitarie con confessioni confuse e lacrimose.
Titoli:
Cameriere in preda al rimorso ammette di aver contaminato pietanze.
Sicuro, ho detto, potrei finire in prigione. Potrebbero impiccarmi e strapparmi le palle e trascinarmi per le strade e scorticarmi vivo e bruciarmi con la lisciva, ma il Pressman Hotel sarebbe rimasto per tutti l'albergo dove la gente piщ ricca del mondo mangiava piscia.
Parole di Tyler che uscivano dalla mia bocca.
Io che ero una cosм brava persona.
Alla sede del sindacato proiezionisti Tyler si era messo a ridere dopo che il presidente di sezione gli aveva sferrato un pugno. Quell'unico pugno lo aveva spedito giщ dalla sedia e Tyler si era trovato seduto contro il muro a ridere.
«Avanti, tanto non mi puoi uccidere» rideva Tyler. «Stupido testa di cazzo. Suonami da ridurmi in poltiglia, ma non mi puoi uccidere.»
Hai troppo da perdere.
Io non ho niente.
Tu hai tutto.
Avanti, qui nella pancia. Un'altra bella botta alla faccia. Fammi saltare i denti, ma continua a mandarmi quegli assegni. Spezzami le costole, ma se manchi una sola settimana, io spiattello tutto e tu e il tuo piccolo sindacato sarete travolti dalle cause che vi intenteranno tutti i gestori di cinema e i distributori di film e le brave mammine al cui bravo bambino и sembrato di aver visto un cazzo duro in Bambi.
«Io sono immondizia» ha detto Tyler. «Io sono immondizia e merda e follia per te e questo piccolo mondo del cazzo» ha detto Tyler al presidente sindacalista. «A te non importa dove vivo o come mi sento o che cosa mangio o che cosa do da mangiare ai miei bambini o come pago il dottore se sto male, sм, io sono stupido e stufo e debole, ma sono sempre e ancora una tua responsabilitа.»
Seduto nell'ufficio del Pressman Hotel, io avevo le labbra da fight club ancora spaccate in una decina di segmenti. Con quel buco di culo nella guancia a guardare il direttore del Pressman Hotel era tutto alquanto convincente.
Nell'insieme gli ho detto le stesse cose che aveva detto Tyler.
Dopo che il presidente di sezione aveva scaraventato Tyler per terra, dopo che il signor presidente aveva visto che Tyler non reagiva, con il suo corpaccione grande e grosso come mai gli sarebbe servito, ha alzato dietro di sй il mocassino di marca e gli ha tirato un calcio nelle costole e Tyler ha riso. L'esimio presidente ha alzato la bella scarpetta e l'ha spedita nelle reni di Tyler dopo che Tyler si era raggomitolato per terra, ma Tyler rideva ancora.
«Butta tutto fuori» gli ha detto Tyler. «Fidati di me. Ti sentirai molto meglio. Ti sentirai una forza della natura.»
Nella direzione del Pressman Hotel, ho chiesto al direttore dell'albergo se mi permetteva di usare il suo telefono e ho composto il numero della cronaca cittadina del giornale locale. Sotto gli occhi del direttore dell'albergo ho detto:
Pronto, ho detto, ho commesso un terribile crimine contro l'umanitа per esprimere una protesta politica. La mia protesta и contro lo sfruttamento dei lavoratori nell'industria dei servizi.
Se devo finire in prigione, non sarт solo un paria squilibrato che la fa nella minestra. La portata del mio gesto sarа eroica.
Cameriere Robin Hood difende i diseredati.
Non sarа clamore circoscritto a un solo albergo e un solo cameriere.
Molto delicatamente il direttore del Pressman Hotel mi ha sfilato il ricevitore di mano. Il direttore ha detto che non voleva che lavorassi piщ da lui, non con la faccia che mi ritrovo ora.
Io sono in piedi davanti alla scrivania del direttore quando mi meraviglio e.dico: cosa?
Non le piace l'idea di questo?
E senza batter ciglio, sempre guardando il direttore, lascio partire una sventola carica di tutta la forza centrifuga del mio braccio e mi faccio sprizzare sangue fresco dalle croste che ho sul naso.
Senza nessun motivo mi ricordo la sera che Tyler e io ci siamo affrontati per la prima volta. Voglio che mi tiri un cazzotto piщ forte che puoi.
Questo non и altrettanto forte. Me ne do un altro. И giа un bello spettacolo, tutto quel sangue, ma io mi scaglio di nuovo contro il muro e faccio un fracasso terribile e mando in frantumi il quadro che c'и appeso.
Il vetro infranto e la cornice spezzata e il dipinto di fiori e il sangue finiscono per terra con me che mi dibatto e gesticolo. Che bel gigione che sono. Il sangue imbratta il tappeto e io mi aggrappo lasciando mostruose impronte di sangue sul bordo della scrivania del direttore dell'albergo e gli dico, aiuto, mi aiuti, ma intanto comincio a sghignazzare.
Mi aiuti, la prego.
La prego, non mi picchi di nuovo.
Scivolo di nuovo per terra e striscio il mio sangue sul tappeto. La prego saranno le prime parole. Cosм tengo le labbra serrate. Il mostro si trascina sui preziosi bouquet e sulle delicate ghirlande del tappeto orientale. Il sangue mi cade dal naso e mi scivola in gola, mi riempie la bocca, и caldo. Il mostro striscia sul tappeto, ardente, e raccoglie bruscoli e polvere che si appiccicano al sangue sui suoi artigli. E si trascina abbastanza vicino da afferrare il direttore del Pressman Hotel per la caviglia gessata e dirlo.
La prego.
Dirlo.
La prego esce in una bolla di sangue.
Dirlo.
La prego.
E la bolla scoppia e schizza sangue dappertutto.
Ed и stato cosм che Tyler si и trovato libero di aprire un fight club per ogni sera della settimana. Dopo quella volta ci sono stati sette fight club e dopo ci sono stati quindici fight club, e dopo ci sono stati ventitrй fight club, e Tyler ne voleva altri ancora. C'era da incassare soldi in continuazione.
La prego, ho chiesto al direttore del Pressman Hotel, mi dia i soldi. E sghignazzo, di nuovo.
La prego.
E la prego, non mi picchi ancora
Lei ha tanto e io non ho niente. E comincio ad arrampicarmi nel mio sangue su per i calzoni gessati del direttore del Pressman Hotel che si inclina all'indietro, indurito, con le mani sul davanzale che ha alle spalle, e persino le sue labbra sottili gli si ritirano dai denti.
Il mostro aggancia il suo artiglio insanguinato alla cintola dei calzoni del direttore e si issa ad afferrargli la camicia bianca inamidata e io chiudo le mie dita insanguinate sui polsi lisci del direttore.
La prego. Faccio un sorriso grande da spaccarmi le labbra.
C'и una zuffa con il direttore che strilla e cerca di strapparsi di dosso le mie mani e il mio sangue e il mio naso spappolato, con tutta la sporcizia che il sangue appiccica addosso a entrambi, e proprio in quel momento, al culmine dell'eccellenza, le guardie giurate decidono di intervenire.