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Il suo nome era Patrick Madden, il consulente speciale del sindaco al riciclaggio. Il suo nome era Patrick Madden ed era un nemico del Progetto Caos.

Esco nella notte intorno alla First Methodist e tutto ritorna.

Tornano tutte le cose che Tyler sa.

Patrick Madden stava compilando una lista dei bar dove ci sono i fight club.

Tutt'a un tratto so come azionare un proiettore. So come forzare serrature e come ha fatto Tyler ad affittare la casa di Paper Street poco prima di rivelarsi a me sulla spiaggia.

So perchй Tyler и accaduto. Tyler amava Maria. Dalla prima sera che l'ho vista, Tyler o qualche parte di me ha sentito il bisogno di raggiungere Maria.

Non che niente di questo abbia importanza. Non ora. Ma tutti i particolari mi tornano alla mente finchй attraverso la notte a piedi diretto al fight club piщ vicino.

Il sabato sera c'и un fight club nello scantinato dell'Armory Bar. Lo troverete probabilmente sulla lista che stava compilando Patrick Madden, povero caro Patrick Madden.

Questa sera vado all'Armory Bar e la gente si apre come una cerniera lampo quando entro io. Per tutti io sono Tyler Durden, il Grande e Potente. Dio e padre.

Tutt'attorno a me sento: «Buonasera, signore».

«Benvenuto al fight club, signore.»

«Grazie di aver scelto noi, signore.»

Eccomi, con la mia faccia da mostro che comincia a guarire solo ora. Il buco nella mia faccia che sorride attraverso la mia guancia. Un broncio sulla mia bocca vera.

Perchй io sono Tyler Durden e potete baciarmi il culo, per questa sera mi metto in lista per combattere contro tutti i partecipanti al club. Cinquanta combattimenti. Un combattimento alla volta. Senza scarpe. Senza camicia.

I combattimenti andranno avanti per quanto devono.

E se Tyler ama Maria.

Io amo Maria.

E quello che succede non succede a parole. Voglio soffocare tutte le spiagge della Costa Azzurra che non vedrт mai. Pensa a cacciare gli alci nelle valli boscose intorno al Rockefeller Center.

Nel primo combattimento il mio avversario mi blocca in una elson e mi legna la faccia, mi legna la guancia, mi legna il buco nella guancia, contro il pavimento di cemento finchй mi saltano i denti dalla mandibola e le loro radici aguzze mi si conficcano nella lingua.

Ora ricordo Patrick Madden, morto per terra, la sua mogliettina, una ragazzina con chignon. Sua moglie rideva e cercava di versare champagne tra le labbra del marito morto.

Sua moglie diceva che il sangue falso era troppo rosso, proprio troppo. La signora Madden ha intinto due dita nel sangue accanto al marito e si и portata le dita alla bocca.

Con i denti piantati nella lingua sento sapore di sangue.

La signora Madden ha sentito il sapore del sangue.

Ricordo la festa con delitto, io ai margini della festa con le scimmie spaziali vestite da camerieri a proteggermi. Nel suo vestito con il disegno a rose scure da tappezzeria Maria mi guardava dal fondo della sala da ballo.

Nel mio secondo combattimento, l'avversario mi pianta un ginocchio tra le scapole. Mi tira entrambe le braccia all'indietro e mi sbatte il petto contro il pavimento di cemento. Su un lato sento lo schiocco della clavicola.

Mi farei gli Elgin Marbles a colpi di maglio e mi pulirei il culo con la Gioconda.

La signora Madden con due dita alzate, rosse di sangue, il sangue che le riempiva gli spazi tra i denti e il sangue che le scorreva lungo le dita, giщ per il polso, sul braccialetto di diamanti, fino al gomito da dove gocciolava.

Terzo combattimento, mi sveglio ed и ora del combattimento numero tre. Non ci sono nomi al fight club.

Tu non sei il tuo nome.

Tu non sei la tua famiglia.

Il numero tre sembra sapere che cosa mi occorre e trattiene la mia testa nel buio e nel soffocamento. C'и una presa che ti lascia giusto l'aria per restare sveglio. Il numero tre mi tiene la testa nella piega del braccio, come si tiene un bambino o un pallone, nella piega del braccio, e mi martella la faccia con il pugno stretto.

Finchй i denti non mi si affondano nell'interno della guancia.

Finchй il buco che ho nella guancia non incontra l'angolo della mia bocca e i due si uniscono in un sogghigno frastagliato che mi si apre da sotto il naso fin sotto l'orecchio.

Il numero tre mi pesta finchй ha tutta la mano sbucciata.

Finchй mi metto a piangere.

Tutto quello che hai amato ti respinge o muore.

Tutto quello che hai creato sarа gettato via.

Tutto quello di cui sei orgoglioso finirа in immondizia.

Io sono Ozymandias, re dei re.

Un altro cazzotto e i denti mi si richiudono sulla lingua. Mezza lingua casca per terra e una pedata la fa volare via.

La mogliettina si и inginocchiata accanto al corpo del marito e i ricchi, quelli che chiamavano amici, incombono intorno a lei ubriachi e ridono.

«Patrick?» ha chiamato lei, la mogliettina.

La pozza di sangue si и allargata, sempre di piщ, fino a lambirle la sottana.

«Patrick» dice lei, «ora basta, smetti di fare il morto.»

Il sangue le inzuppa l'orlo della sottana, azione capillare, trama dopo ordito, su per la sottana.

Intorno a me gli uomini del Progetto Caos stanno gridando.

Poi si mette a gridare la signora Madden.

E nello scantinato dell'Armory Bar, Tyler Durden si accascia a terra in un tiepido groviglio. Tyler Durden il grande, che и stato perfetto per un solo momento, che diceva che un momento и il massimo che puoi aspettarti dalla perfezione.

E il combattimento va avanti perchй io voglio essere morto. Perchй solo nella morte abbiamo un nome. Solo nella morte non facciamo piщ parte del Progetto Caos.

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