A tutta birra, torno a casa da Maria e al Saponificio di Paper Street.
Tutto sta ancora andando a pezzi.
A casa ho troppa paura per guardare nel frigo. Mi immagino decine di sacchetti di plastica con le etichette di cittа come Las Vegas e Chicago e Milwaukee dove Tyler ha dovuto mantenere le sue minacce nel proteggere le sezioni del fight club. In ogni sacchetto avrei trovato un paio di pezzetti raccapriccianti, induriti dal congelamento.
In un angolo della cucina c'и una scimmia spaziale acquattata sul linoleum screpolato a studiarsi in uno specchietto.
«Io sono la merda canterina e ballerina del mondo» dice la scimmia spaziale allo specchio. «Io sono il sottoprodotto tossico della creazione di Dio.»
Altre scimmie spaziali si aggirano per il giardino, a raccogliere cose, ammazzare cose.
Con una mano sullo sportello del congelatore prendo fiato e cerco di focalizzare la mia illuminata entitа spirituale.
Pioggia su rose
Disneyzoologia
Mi fanno male
Lo sportello del congelatore si apre di un centimetro e Maria mi sbircia da sopra la spalla e domanda: «Che c'и per cena?».
La scimmia spaziale si guarda nello specchietto acquattata nell'angolo. «Io sono la cacca e l'infetta scoria umana del creato.»
Il cerchio si chiude.
Un mese fa avevo paura di lasciare che Maria guardasse in frigo. Ora ho paura di guardarci io stesso.
Oh, Dio. Tyler.
Maria ama me. Maria non ci distingue.
«Sono contenta che sei tornato» dice Maria. «Dobbiamo parlare.»
Oh sм, dico io. Dobbiamo parlare.
Non trovo la forza di aprire il congelatore.
Io sono l'ano strizzato di Tizio.
Non toccare niente qui dentro, dico a Maria. Non aprirlo nemmeno. Se mai ci trovi dentro qualcosa, non lo mangiare e non darlo da mangiare al gatto o che so io. La scimmia spaziale con lo specchietto in mano ci sta osservando cosм dico a Maria che dobbiamo andarcene. Dobbiamo trovare un altro posto per la nostra chiacchierata.
In fondo alle scale, nel seminterrato, c'и una scimmia spaziale che legge alle altre scimmie spaziali. «Ci sono tre modi per fabbricare napalm.
«Uno, mescolare in parti uguali benzina e concentrato di succo d'arance congelato» legge la scimmia spaziale nel seminterrato. «Due, mescolare in parti uguali benzina e Diet Cola. Tre, sciogliere ghiaia da lettiera per gatti nella benzina fino a ottenerne una mistura densa.»
Io e Maria migriamo in massa dal Saponificio di Paper Street a un tavolo vicino alla vetrata del Pianeta Denny, il pianeta arancione.
Questa и una cosa di cui parlava Tyler, dell'Inghilterra che avendo fatto tutte le esplorazioni e creato colonie e disegnato carte geografiche, ha distribuito un po' dappertutto questa sorta di nomi inglesi di seconda mano. Gli inglesi hanno un nome per ogni cosa. O quasi.
Come Irlanda.
New London, in Australia.
New London, in India.
New London, nell'Idako.
New York, nello stato di New York.
A tutta birra nel futuro.
Cosм, quando esploderа lo sfruttamento dello spazio profondo saranno probabilmente le megamultinazionali a scoprire tutti i grandi pianeti e a tracciarne la mappa.
Sfera Stellare Ibm.
Galassia McDonald's.
Pianeta Denny.
Ogni pianeta assumerа l'identitа societaria di chi lo violenta per primo.
Mondo Budweiser.
Io nostro cameriere ha un grosso bernoccolo sulla fronte e se ne sta dritto dritto a tacchi uniti. «Signore!» esclama il nostro cameriere. «Vuole ordinare ora? Signore!» dice. «Qualunque cosa ordina и offerta dalla casa. Signore!»
Ti figuri di sentire odore di orina in tutte le minestre. Due caffи, grazie.
«Perchй ci offre da mangiare gratis?» chiede Maria. Il cameriere crede che io sia Tyler Durden, le dico. In tal caso Maria ordina molluschi fritti e zuppa di frutti di mare e pesce in nassa e pollo fritto e patate al forno con tutto quello che ci sta intorno e mousse al cioccolato.
Attraverso la finestrella della cucina, tre cuochi, uno con il labbro superiore ricucito, guardano me e Maria e bisbigliano avvicinando le tre teste ammaccate. Ci dia cibo pulito, dico al cameriere, la prego. Sia gentile, non faccia schifezze alle cose che abbiamo ordinato.
«In tal caso, signore» dice il nostro cameriere, «mi permetto di consigliare alla signora di rinunciare alla zuppa di frutti di mare.»
Grazie. Niente zuppa di frutti di mare. Maria mi guarda e io le dico di fidarsi, fidati di me.
Il cameriere ruota sui tacchi e porta in cucina la nostra ordinazione a passo di marcia.
Attraverso la finestrella i tre cuochi mi mostrano il pollice.
«Ci sono interessanti privilegi a essere Tyler Durden» commenta Maria.
D'ora in poi, dico a Maria, deve seguirmi dappertutto la sera e prendere nota di tutti i posti dove vado. Chi vedo. Se castro qualcuno di importante. Particolari cosм.
Estraggo il portafogli e mostro a Maria la mia patente con il mio vero nome.
Non Tyler Durden.
«Ma tutti ti conoscono come Tyler Durden» dice Maria.
Tutti eccetto me.
Nessuno al lavoro mi chiama Tyler Durden. Il mio capo mi chiama con il mio nome vero.
I miei genitori sanno chi sono.
«Allora perchй sei Tyler Durden per certa gente e non per tutti?» vuole sapere Maria.
La prima volta che ho visto Tyler, dormivo.
Ero stanco e fuori di me e frenetico e ogni volta che salivo su un aereo volevo che l'aereo precipitasse. Invidiavo quelli che morivano di cancro. Detestavo la mia vita. Ero stanco e stufo del mio lavoro e dei miei mobili e non vedevo un modo per cambiare la situazione.
Solo finirla.
Mi sentivo in trappola.
Ero troppo completo.
Ero troppo perfetto.
Volevo una via d'uscita dalla mia vita minuscola. Panetti di burro da porzione singola e una stretta poltrona d'aereo per quotidianitа.
Mobilia svedese.
Artistico-funzionale.
Mi sono preso una vacanza. Mi sono addormentato in spiaggia e quando mi sono svegliato lм c'era Tyler Durden, nudo e sudato, tutto ruvido di sabbia, con i capelli bagnati e stopposi che gli pendevano sulla faccia.
Tyler pescava ceppi dalla risacca e li trascinava in secca.
Quello che Tyler aveva creato era l'ombra di una mano gigantesca e Tyler si и seduto nel palmo di una perfezione di cui lui stesso era l'artefice.
E un momento и il massimo che puoi aspettarti dalla perfezione.
Forse non mi sono mai veramente svegliato su quella spiaggia.
Forse tutto questo и cominciato quando ho pisciato sulla Pietra di Blarney.
Quando mi addormento, non dormo davvero.
Agli altri tavoli del Pianeta Denny conto uno, due, tre, quattro, cinque individui con gli zigomi neri e il naso appiattito che mi sorridono.
«No» dice Maria, «non dormi.»
Tyler Durden и una personalitа separata che ho creato io e ora minaccia di impossessarsi della mia vita vera.
«Proprio come la mamma di Tony Perkins in Psycho» dice Maria. «Fortissimo. Tutti hanno qualche piccolo vezzo. Una volta sono uscita con uno sfegatato del piercing.»
Dove voglio arrivare io, le dico, и che io mi addormento e Tyler se ne scappa con il mio corpo e la mia faccia pestata a commettere qualche crimine. Il giorno dopo mi sveglio stanco morto e tutto ammaccato e sono sicuro di non aver dormito affatto.
La sera dopo vado a letto piщ presto.
La sera dopo Tyler ha il sopravvento per qualche ora in piщ.
Ogni sera che vado a letto prima Tyler ha piщ tempo a disposizione.
«Ma tu sei Tyler» dice Maria.
No.
No, non lo sono.
Io amo ogni cosa di Tyler, il suo coraggio e la sua astuzia. Il suo fegato. Tyler и divertente e spiritoso e forte e indipendente e gli altri uomini lo ammirano e aspettano che cambi il loro mondo. Tyler и abile e libero e io non lo sono.
Io non sono Tyler Durden.
«Ma lo sei, Tyler» dice Maria.
Io e Tyler dividiamo lo stesso corpo e fino a poco fa io non lo sapevo. Tutte le volte che Tyler faceva l'amore con Maria, io dormivo. Tyler camminava e parlava mentre io pensavo di dormire.
Tutti quelli del fight club e del Progetto Caos mi conoscevano come Tyler Durden.
E se fossi andato a dormire prima ogni sera e avessi dormito piщ a lungo ogni mattina, alla fine sarei scomparso del tutto.
Mi sarei addormentato e non mi sarei svegliato mai piщ.
Maria dice: «Proprio come gli animali al centro di raccolta».
La Valle dei Cani. Dove anche se non ti uccidono, se qualcuno ti vuole abbastanza bene da portarti a casa sua, ti castrano comunque.
Non mi sveglierei piщ e Tyler prenderebbe il mio posto.
Arriva il cameriere con il caffи e schiocca i tacchi e se ne va.
Io annuso il mio caffи. Sa di caffи.
«Allora» chiede Maria, «anche se dovessi credere a tutta questa storia, che cosa vuoi da me?»
Perchй Tyler non assuma definitivamente il controllo ho bisogno che Maria mi tenga sveglio. Tutto il tempo.
Il cerchio si chiude.
La sera che Tyler le ha salvato la vita, Maria gli ha chiesto di tenerla sveglia tutta notte.
Nell'attimo in cui io mi dovessi addormentare, Tyler prenderebbe il mio posto e accadrebbe qualcosa di terribile.
E se dovessi addormentarmi lo stesso, Maria deve star dietro a Tyler. Dove va. Che cosa fa. Cosм magari durante il giorno posso correre a rimediare.