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Durante i primi giorni del Derby Scrittorio delle Argentee Teste d’Uovo, Gaspard de la Nuit si accorse di stare diventando rapidamente il facchino, l’aiutante, il fattorino di tutti… e l’amico di nessuno.

Perfino Zane Gort, un tipo che di solito parlava chiaro e su cui si poteva fare affidamento, prese l’abitudine di essere misteriosamente assente molto spesso quando c’era in programma qualche lavoro pesante, mentre si scopriva che Joe la Guardia era affetto da una malattia di cuore che gli impediva di portare qualsiasi oggetto che fosse più pesante della sua pistola-puzzola o di una pattumiera semipiena.

Quando babbo Zangwell smise di bere perché non riusciva più a tenere in corpo ciò che beveva, Gaspard ebbe qualche speranza di essersi finalmente procurato un assistente di terza categoria, ma si scoprì che, senza liquore, il vecchio custode diventava soltanto un rottame in preda alle convulsioni, due volte più noioso e inutile di quanto fosse stato quando beveva.

Flaxman e Cullingham respinsero la proposta avanzata da Gaspard di assumere qualche aiutante in più, robot o umano, sostenendo che questo avrebbe potuto causare qualche falla nel manto di segretezza che avvolgeva il Progetto Teste d’Uovo, un manto che secondo Gaspard aveva già più buchi che tessuto fin dall’inizio. Inoltre gli fecero capire che stava esagerando la quantità di lavoro che il Derby comportava.

Ma dal suo punto di vista, c’era fin troppa roba da portare e centinaia di lavori da fare. Soltanto procurare le ventitré fonoscriventi si rivelò una fatica degna di Ercole, che richiese ricerche per tutta New Angeles, poiché tutte le scorte esistenti erano state noleggiate o affittate dagli speranzosi autori iscritti al sindacato, al momento del Massacro dei mulini. Gaspard riuscì a subaffittarne qualcuna dagli artisti delusi e comprò le altre a prezzi che fecero squittire Flaxman.

Poi fu necessario stabilire un collegamento speciale fra le fonoscriventi e le prese-bocche delle uova, escludendo la fase del suono udibile. Fu un lavoro abbastanza semplice, che richiese poco più di mezz’ora, quando Zane Gort ebbe mostrato passo passo a Gaspard, come si adattava una fonoscrìvente a Mezza Pinta. Così istruito, Gaspard adattò le altre ventinove, ottenendo molte nuove visioni delle gioie della vita di un meccanico e finendo per chiedersi se tali gioie esistessero veramente. Avrebbe piantato tutto su due piedi, ma era troppo divertente essere inseguito e sospinto dalla Bishop e dalle altre bambinaie che trasmettevano le imperiose richieste delle teste d’uovo, le quali esigevano di essere fornite immediatamente di fonoscriventi ed erano ferocemente gelose di quelle che ottenevano per prime le loro macchine. Zane comparve per osservare, con una ammirazione che amareggiò Gaspard, che mentre i robot eccellevano nelle soluzioni rapide dei guai e nel lavoro originale, occorreva un essere umano che lavorasse sodo per portare a termine un lavoro monotono.

Fu durante quel lavoro che Gaspard cominciò a dormire all’Editrice Razzi, schiacciando pisolini nella toeletta maschile sulla branda di Joe la Guardia, odorosa di Odor-Ban. Quando tutto fu finito, Gaspard provò un orgoglio blandamente piacevole nell’incrociare le mani piene di punture e sporche di grasso e nel tornarsene alla Nursery per sorvegliare le macchine che aveva adattato, ormai collegate ciascuna alla sua testa d’uovo, mentre gli interminabili rotoli di carta si svolgevano a scatti irregolari, o rientravano per qualche cancellatura o, più spesso, rimanevano immobili quando, presumibilmente, i cervelli in scatola riflettevano furiosamente.

Non riuscì a godersi a lungo quel riposo, anche se aiutare la signorina Bishop e le altre bambinaie nel loro normale lavoro poteva essere considerato un riposo. Non appena le teste d’uovo ebbero le loro macchine, cominciarono a richiedere colloqui quotidiani, o addirittura più frequenti con Flaxman o Cullingham, rendendo necessario il loro trasporto (e il trasporto delle fonoscriventi e di tutta l’attrezzatura) fino alla casa editrice, poiché i due soci erano sempre troppo occupati per venire alla Nursery. Gaspard decise ben presto che le teste d’uovo in realtà non avevano nessun problema circa la loro attività di scrittori e senza dubbio non si aspettavano di ricevere alcun consiglio utile da esseri umani incarnati, ma semplicemente si divertivano a fare quei viaggetti, dopo aver trascorso tanti decenni relegati nella Nursery dalle Regole di Zukie.

Andò a finire che in qualsiasi momento della giornata lavorativa c’erano almeno dieci uova nella Editrice Razzi, con una bambinaia, fontanelle fresche e tutto il resto, che aspettavano di conferire o che conferivano o che uscivano dopo aver conferito con gli editori.

Gaspard si stancava le braccia fino al punto di non poterle più usare, a furia di portare carichi, e finì per detestare amaramente quasi tutti quei pesantissimi cervelli suscettibili e crudelmente spiritosi.

Finalmente, dopo averne fatto richiesta parecchie volte ai due soci, Gaspard ottenne la burbera autorizzazione di usare la macchina di rappresentanza di Flaxman quando era disponibile, per trasportare le uova da una porta all’altra, anche se questo gli imponeva ugualmente un pesante lavoro di facchinaggio.

Dopo diverse esitazioni ottenne anche il permesso di instaurare un rudimentale sistema di sicurezza: uno dei fratelli Zangwell montava la guardia mentre venivano caricate e scaricate le uova che adesso (sempre dietro suggerimento di Gaspard) venivano trasportate in semplici cassette imbottite di trucioli invece di venire avvolte in vistosa carta da regali che poteva attirare l’attenzione.

Come suprema concessione alle insistenze di Gaspard circa la necessità di rafforzare le misure di sicurezza, Flaxman gli diede una antica rivoltella a pallottole proveniente dalla collezione di suo nonno, e lo rifornì persino d’una scorta di munizioni adeguate, fatte a mano, su antiche istruzioni, da robot armaioli. In precedenza, aveva tentato di farsi prestare la pistola della signorina Bishop, che era molto più moderna, ma ne aveva ottenuto un secco rifiuto.

Gaspard sarebbe riuscito a sopportare tutto se quella splendida ragazza fosse stata disposta ad accettare ancora un appuntamento o se per lo meno lo avesse ascoltato durante le sue lagnanze, come contropartita del fatto che Gaspard ascoltava quelle di lei.

Ma la ragazza declinò tutti gli inviti a cena, a pranzo e perfino quelli a bere un caffè, con amare osservazioni sugli ex scrittori che avevano tempo da perdere. La signorina Bishop e la signorina Jackson avevano preso l’abitudine di dormire sul posto di lavoro, come Gaspard: soltanto, loro dormivano alla Nursery. Le altre quattro bambinaie non erano dotate di altrettanta abnegazione; una approfittò addirittura delle accresciute offerte di lavoro per andarsene. La signorina Bishop trascorreva le notti e i giorni controllando, con efficienza e con frenesia, che ogni uovo fosse perfettamente al sicuro e che venisse rispettato ogni passo delle Regole di Zukie, tanto nella Nursery quanto nella Editrice Razzi o nel tragitto intermedio.

A quanto poteva dire Gaspard, lui era diventato per la signorina Bishop niente altro che il più miserabile degli schiavi. Lei lo sgridava, lo aggrediva e per quanto pesanti fossero i carichi che lui portava, vi aggiungeva sempre qualche cosa d’altro. Per peggiorare la situazione, aveva cominciato a comportarsi nei confronti di Flaxman con una santa e dolcissima pazienza, nei confronti di Cullingham in un modo indecentemente grazioso, mentre nei confronti di Zane Gort, quando quello faceva una delle sue rare apparizioni, era spiritosa e adulatrice. Soltanto Gaspard sembrava avere il potere di scatenare il suo cattivo umore.

Tuttavia, in due occasioni, in momenti in cui Gaspard era così completamente affranto dalla fatica di portare le uova che non poteva letteralmente alzare le braccia, la ragazza l’aveva stretto in un frettoloso abbraccio e gli aveva piantato sulle labbra un bacio maliziosamente esperto. Successivamente gli aveva rivolto un rapido sogghigno ed era come se l’incidente non fosse mai accaduto.

La seconda volta che questo accadde, Gaspard strinse le labbra (era troppo stanco per asciugarsele con la mano) e disse semplicemente: — Sgualdrinella!

— Non pensavo che tu fossi molto ardente in amore — osservò la signorina Bishop con fare saputo.

— Questo non è amore, è una tortura — le disse Gaspard.

— E sono due cose molto diverse? Dovresti leggere Justine, del marchese De Sade, Gaspard. Una ragazza vuole dare all’uomo che ama le sensazioni più intense, e cos’è più intenso della sofferenza? È il dono che reca una brava ragazza la sofferenza. Fare l’amore, signor Scrittore, è un processo in cui si applicano torture raffinate e poi, due ore dopo che le sofferenze sono diventate assolutamente insopportabili, e la morte inevitabile, si versa l’antidoto. Naturalmente, tutto quello che si ottiene, allora, è uno zombie, ma uno zombie felice.

— Ma quando raggiungerai la fase dell’antidoto? — chiese Gaspard.

— Nel tuo caso, mai! — insorse lei. — Metti un rotolo nuovo nella fonoscrivente di Nick. Sta dando il segnale degli ultimi tre minuti. Forse è arrivato a metà d’una scena di seduzione che porterà l’Editrice Razzi ai primi posti nell’elenco dei best-seller.

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