La neolingua dei computer

Un giovanotto, purtroppo di cinquantasei anni, ha subito molestie da un politico omosessuale molto potente. Ma alla fine, grazie a una poderosa raccomandazione, è stato assunto in un ufficio di informatica.

Primo giorno di lavoro, un lunedì mattina: il quasi vecchio entra in uno stanzone. Mani spugnate, ciabatta turca al posto della lingua, ansima leggermente. Non c’è ancora nessuno, solo trentotto tavolini con degli schermi spenti e delle tastiere. Sono le 8.20, si siede a un tavolo laterale dove c’è scritto il suo nome. La cosa lo rassicura. Alle nove in punto il trillo violentissimo di un campanello lo sveglia di soprassalto. Entra una mandria silenziosa di giovanotti sui venticinque anni. Non si salutano, prendono posto, accendono gli schermi e si avventano sulle tastiere. Da un tavolo lontano un grido feroce: «Il mouse… è scomparso il mio mouse!».

Il giovanotto di cinquantasei anni balza in piedi e si precipita fuori dalla porta.

L’usciere di cinquantotto anni, seduto a un tavolinetto in corridoio: «Che succede?».

Il giovanotto: «È scappato un topo… fin da piccolo…».

L’usciere sorride: «Sono qui da cinque anni. All’ inizio per me è stato un inferno».

Il giovanotto rientra e si siede al suo posto. Da fuori, in corridoio, l’ usciere urla: «Deveee… schiacciareee… il pulsante alla destra dello schermooo… quello sul tavolooo!».

Si accende il suo schermo. Lui timidamente, al suo vicino di destra: «Scusi, che faccio adesso?».

«Prima l’ account, poi inserisci la password, vai al log-in e clicchi sul browser. Attento ai bug!»

«La ringrazio, molto gentile.» Respira a fatica. Si rivolge al vicino di sinistra: «Signore, mi scusi il disturbo, ma come… si va… Nel senso… che faccio?».

Quello, senza guardarlo, come ipnotizzato dal suo desktop: «Via al boot, parte il daemon, cerca i crack, e può andare in crash. È chiaro?».

«Chiarissimo, grazie.»

Dal corridoio la voce dell’ usciere: «Coraggiooo!».

Davanti a lui un giovanissimo impiegato si alza per andare al cesso. Lui lo afferra per un braccio: «Abbi pietà, mi dii una mano…».

«Guarda, sto esplodendo, comunque scorri la directory, fai drag and drop con il file scelto e, se vuoi, apri un guest book.»

Sono le tre del pomeriggio, il vecchio giovanotto si alza in piedi sul tavolo: «Ragazzi, abbiate pietà, come posso spegnere questo affare? Ho paura».

Un momento d’imbarazzante silenzio. Gli informatici si alzano tutti in piedi e, parlando tutti insieme: «Prima, la newsletter, traccia plotter, UB, bridge, host, token ring, router, forwarding, poi il plug-in e attento all’ hard-disk».

«Vi ringrazio, siete stati molto gentili, ma io esco un attimo.»

Scende dal tavolo, corre veloce verso una finestra e, sfondando il vetro, si butta di sotto. Gli informatici si risiedono tutti senza commentare. E ricominciano a battere freneticamente sui tasti.

Entra il vecchio usciere, si affaccia alla finestra: «Lo sapevo, quest’anno è il quarto…».

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