I medici hanno la perfidia di usare nei ricettari caratteri quasi invisibili per il 70 per cento della popolazione e cioè dai quarant’anni in poi, esclusi i ciechi. Da molti disgraziati gli otorinolaringoiatri sono confusi spesso per idraulici. E loro si vendicano e scrivono in geroglifico: “Soffre di ipoacusia di quarto grado, ma non è ancora cafuso. Accusa inoltre: presbiacusia, presbiofrenia, presbiopia, diplofonia, diplegia, diplopia”. Nessuno, neppure Sgarbi e Zecchi, è in grado di capire quello che scrivono questi farabutti.
Dopo aver torturato uno di questi specialisti, traduciamo.
Ipoacusia: sordità di quarto grado.
Cafuso: sordo come una campana.
Presbiacusia: distorsione del suono delle parole dovuta alla diminuzione dell’ udito nella vecchiaia, cioè capire fischi per fiaschi.
Presbiofrenia: demenza senile, cioè rincoglionimento grave.
Presbiopia: incapacità di vedere gli oggetti vicini, di leggere gli orari ferroviari e le controindicazioni sui fogli illustrativi dei farmaci, causa, questa, di molti decessi archiviati dalla polizia come “morti per motivi ignoti”.
Diplofonia: tipico disturbo di molti anziani che dicono una parola per un’altra. Esempio: per chiamare la moglie, «Maria, vieni qui!», dicono: «Merda, vieni qui!». Molti mariti lucidissimi fingono questo disturbo.
Diplegia: paralisi di due parti simmetriche del corpo. Esempio: orecchie, braccia, mignoli ecc. Molti mariti, dopo vent’anni di matrimonio, simulano questo disturbo all’ apparato genitale.
Diplopia: vederci doppio. Per i veci alpini furlani è dovuta all’ assunzione di sette “graspe” a stomaco vuoto, fenomeno diffuso nei loro agghiaccianti raduni che, fortunatamente, si stanno estinguendo per cirrosi epatica dei partecipanti.
È evidente, a questo punto, la perfidia degli “autorevoli” componenti dell’ Accademia della Crusca, dei funzionari della Dante Alighieri e dei compilatori di vocabolari, con in testa quel farabutto dello Zingarelli, lapidato da un gruppo di fondamentalisti islamici perché scambiato per una moglie infedele.
Questi accademici, di una noia ipnotica, sono stati costretti per tutta la vita a un’attività sessuale limitata a una umiliante masturbazione a quattro mani nei cessi fetidi dei loro istituti di cultura, sviluppando un risentimento feroce per tutto quello che li circondava, e quindi, per puro sadismo, hanno fatto piangere maestri di scuola elementare, braccianti calabresi, tassisti romani, casalinghe in menopausa, preti pedofili, operai e politici di provincia confinandoli in una specie di limbo maledetto dove si parla e si scrive un italiano di serie C, perché quello di serie B si parla in televisione mentre quello loro, di serie A, è in via di estinzione.
Ecco le prove.