36

Dale adagiò il corpo massiccio su una sedia della stanza di Hask. «Allora?» disse.

«Dio» disse Frank. «Dio. Hask, è vero?»

Il ciuffo di Hask si muoveva in un modo che Dale non aveva mai visto prima.

«Hask,» disse ancora Frank «è vero? Seltar è ancora viva?»

«Sono in ballo questioni» disse lentamente Hask «di cui nessuno di voi è al corrente. Non dire queste cose in nessun altro posto, Dale.»

«Questo è il processo del secolo» disse Dale. «Non intendo perderlo.»

Il ciuffo di Hask ondeggiò per dire di no. «È il processo del millennio» disse. «È il più importante processo di tutti i tempi — e non si risolve nei confini ristretti dell'aula del giudice Pringle. Ti supplico, Dale, non insistere.»

«Perché Hask? Mi serve una ragione.»

Hask rimase un istante in silenzio, poi: «Frank, tu sei una persona potente in questo mondo, vero?»

«Sarebbe più giusto dire che lavoro per una persona potente» disse Frank.

«Sottigliezze a parte, tu hai accesso a risorse particolari. Se io ti chiedessi di portarmi in un posto, potresti organizzare il viaggio in modo da non attirare l'attenzione pubblica, vero?»

«Vuoi chiedere asilo?» chiese Frank.

«No. Ma se devo rispondere alla domanda di Dale, qui non è possibile. Dobbiamo andare in un altro posto.»

«Dove?»

«Nel nord del Canada.»

«Perché?»

«Organizza. Porterò te e Dale e poi, lo prometto, torneremo a Los Angeles e io affronterò la giustizia.»


Il giorno dopo Dale mandò Michiko Katayama in tribunale a scusarsi, dicendo che Hask stava male per la ferita dell'attentato. Frank organizzò l'uscita di Hask dal residence della USC in un container di biancheria, che venne portato alla base aeronautica di March, nove miglia a sud-est di Riverside. Da lì un jet militare americano portò Frank, Dale e Hask a una base militare canadese a Cold Lake, Alberta. Vennero trasferiti su un aereo canadese che li portò nei Territori del Nord-ovest.

Frank non amava particolarmente volare, specialmente con gli aerei piccoli. Mantenne il suo equilibrio pensando alla figlia, Maria, immaginando il suo bel viso di dodicenne dagli occhi grandi. Erano successe tante cose — e tante altre ne dovevano accadere. Per tutta la vita aveva cercato di rendere il mondo un posto migliore, ma mai per se stesso. Era sempre stato per lei, per i bambini, per il futuro. Che effetto avrebbe avuto il risultato di questo processo sui rapporti tra Tosok e umani? Che tipo di mondo sarebbe rimasto per Maria dopo il verdetto? Un brivido lo fece tremare, nella piccola cabina dell'aereo. Non era solo per il freddo.

Il pilota canadese mancò quasi la nave. Il mezzo da sbarco di Hask aveva ampiamente dimostrato la sua abilità di cambiare colore passando da rosso ad arancio, giallo, blu, indaco e violetto mentre si muoveva sull'Atlantico. Anche questo mezzo aveva cambiato colore, confondendosi perfettamente con le pietre coperte di licheni della tundra. Ma una volta che Hask lo ebbe indicato, la sua forma era evidente. L'aereo aveva dei pontoni; il pilota scese su un lago a circa quattrocento metri dal veicolo alieno. Trovare un giaccone adatto a Dale era stato difficile, ma ci erano riusciti. Hask indossava una tuta spaziale Tosok, presa su uno dei veicoli di atterraggio alla USC. Era verde chiaro e aderente, ma — disse lui — lo isolava bene dalla temperatura sotto zero.

Arrivarono a terra su un gommone e percorsero a piedi la breve distanza per arrivare al mezzo alieno, con il respiro che si condensava per il freddo. Tramite una radio nella sua tuta Hask comunicava con l'occupante del mezzo; quando arrivarono, il portello esterno si aprì perché entrassero.

Entrarono uno alla volta, e lei era lì.

Seltar.

La sua pelle era grigio-violetta, gli occhi rosa, arancio, ebano e blu scuro. Era leggermente più bassa e più larga di Hask.

Hask maneggiò dei controlli sulla sua tuta, che cadde come una pelle che si staccava. Corse incontro a Seltar. Sollevarono le braccia anteriori e intrecciarono le dita. Nel frattempo lui le toccò il ciuffo sulla testa con la mano posteriore, e lo stesso fece lei.

«Dio, è passato tanto tempo…» disse Hask. Realizzò che il traduttore era in funzione e lo disattivò con la mano anteriore, staccandola da Seltar. Continuarono ad abbracciarsi e a parlarsi per diversi minuti. Frank guardò Dale, leggermente imbarazzato.

Alla fine l'abbraccio finì, e Hask si girò verso i due umani. Stava ancora tenendo la mano di Seltar, ma con il braccio posteriore riaccese il dispositivo di traduzione.

«Scusateci» disse Hask. «Vi ho detto che Seltar è mia moglie?»

Frank fece un largo sorriso. «No, non ce lo hai detto.»

«Be', lo è. È la mia quadri-moglie. Abbiamo deciso che quando verrà il momento, feconderò tutti e quattro i suoi uteri.»

«Sei un diavolo» disse Dale, sorridendo.

Quando Hask mesi prima aveva parlato del Dio femmina dei Tosok, Frank pensava che avesse parlato di una progenitrice, una versione femminile del progenitore. Ma ora pensò che forse voleva dire 'quadri-madre'.

«Prego,» disse Hask «fatemi fare le presentazioni come si deve. «Seltar, questo è Dale Rice, un avvocato umano. E questo è Frank Nobilio, scienziato umano e funzionario del governo. Sono brave persone, e miei amici.»

«Come va, Seltar?» disse Frank.

La voce tradotta era identica a quella di Hask. Probabilmente Hask aveva semplicemente copiato il programma di traduzione sul computer di Seltar. «Molto bene, grazie» disse.

«Sei stata qui tutto questo tempo?» chiese Dale.

«Sì» disse lei.

«Ma perché qui? Non fa troppo freddo per te?»

«La mia tuta spaziale mi offre sufficiente protezione quando voglio uscire» disse Seltar. «Però quando esco la luce è abbastanza scura. Qui a nord il Sole non arriva molto lontano sopra l'orizzonte.»

«Sorprendente» disse Dale. «E gli altri pensano tutti che tu sia morta?»

«Sì» disse Seltar. «E le cose devono rimanere così.»

«Perché?»

«Sono la vostra unica speranza.»

«Intendi per liberare Hask?»

Il ciuffo si divise. Alzata di spalle. «Il vostro linguaggio non funziona bene con i pronomi. Io sono la vostra unica speranza.»

«Prego?»

Hask si fece avanti. «Come avrebbe detto Cletus, 'sono l'unica speranza per tutti voi'. Intende dire che è l'ultima speranza della razza umana.»

«Che cosa?» disse Frank spalancando gli occhi.

«Le cose che vi diremo devono rimanere segrete» disse Seltar. «Non potete dirle a nessuno senza il mio permesso.»

«Promettiamo di non dire niente» rispose Dale.

Hask si rivolse a Seltar. «Dice la verità.»

«Allora vai avanti» disse Seltar.

Hask si girò di nuovo verso gli umani. «Io e Seltar apparteniamo a quella che voi direste una religione diversa da quella degli altri sei Tosok, anche se forse sarebbe meglio dire una diversa scuola filosofica.» Guardò Frank, e poi Dale. «L'ibridazione che tra noi rappresenta la norma — quattro maschi nella maggior parte delle unioni — ha portato a un forte grado di interrelazione tra i Tosok. Il risultato è che tendiamo a pensare che la sopravvivenza della nostra razza sia più importante di quella di qualsiasi altro individuo. La scuola a cui apparteniamo io e Seltar abiura questo; ci siamo resi conto dei danni che può comportare. Ecco perché ci uniamo soltanto tra di noi.»

«Non capisco» disse Frank. «Sicuramente l'interrelazione porta ogni tipo di benefici. Scommetto che avete meno guerre di noi.»

«In effetti noi non abbiamo guerre» disse Hask. «Mi sono stupito quando ho saputo quanto siete propensi alla guerra voi umani. Ma riguardo alla questione dell'interrelazione, come in ogni cosa, c'è sempre una parte che ha più potere; e in questa, gli aspetti negativi del proteggere la specie a ogni costo sono maggiori dei benefici.» Fece una pausa, come se pensasse come esprimersi. «Dale, durante il processo abbiamo incontrato almeno un giurato che avrebbe detto e fatto qualsiasi cosa per essere accettato, probabilmente per assicurare un particolare esito. Ebbene, io e Seltar abbiamo fatto il possibile per essere assegnati a una delle missioni stellari.» Sbatté gli occhi anteriori. «La tragedia è che diverse missioni sono partite senza nessuno di noi nell'equipaggio.»

Dale sembrava confuso. «Di cosa stai parlando?»

«Quale credi che sia lo scopo della spedizione dei Tosok nel vostro sistema solare?» chiese Hask.

«Esplorazione, no?» disse Dale. «Vedere cosa c'era qui?»

«No. Lo scopo della missione era la sopravvivenza — la sopravvivenza della razza Tosok.»

Frank annuì. Le sue peggiori paure erano confermate. «Quindi siete venuti a invadere la Terra.»

«Invadere?» il ciuffo di Hask si mosse indietro. «No. Certo non vorremmo vivere qui. Il vostro sole è troppo luminoso e grande, la vostra aria puzza, e tutti quegli insetti fastidiosi! No, no, i Tosok sono soddisfatti di casa loro.»

«Allora cosa intendi quando dici che lo scopo della missione è la sopravvivenza?»

«Veniamo da un mondo che attualmente è in orbita intorno ad Alfa Centauri A a una distanza molto maggiore di quella tra il vostro pianeta e il Sole. Infatti orbitiamo così lontano da Centauri A che siamo al limite della stabilità orbitale — se andiamo un po' più lontano, gli effetti gravitazionali di Centauri B sarebbero significativi.»

«Quindi il vostro pianeta è a rischio» disse Frank.

«A rischio. Niente affatto.»

«Allora qual è il problema?»

«C'è una terza stella nel nostro sistema — Centauri C. Attraversa il centro di massa del sistema A-B in un percorso enormemente eccentrico. Approssimativamente ogni quattrocentomila anni terrestri passa molto vicino a noi. L'ultima volta che si è avvicinata, Centauri A era posizionata tra Centauri C e il centro di massa del sistema A-B; la prossima volta, Centauri B sarà tra C e il centro di massa. In realtà, dato che il periodo orbitale di C è un multiplo preciso di quello di A-B, c'è un'alternanza perfetta: al primo passaggio A sarà tra C e il centro di massa; a quello successivo, B sarà tra C e il centro di massa, e così via.»

«Quindi?» disse Frank.

«Quindi la massa curva lo spazio, ovviamente, e a ogni passaggio ravvicinato di C, la curvatura diventa sufficiente a far sì che il mio mondo passi dall'orbita intorno ad A all'orbita intorno a B, o viceversa. Noi lo chiamiamo 'slittamento'. Naturalmente, durante lo slittamento c'è un periodo di instabilità. Comunque, quando orbitiamo su A ci mettiamo in una posizione confortevole al caldo a due unità astronomiche circa dalla stella. Ma quando orbitiamo su B, anche se siamo in un'orbita non molto maggiore di due unità astronomiche, tutto è più freddo, perché B è una stella molto meno luminosa. Quando orbitiamo intorno ad A il nostro clima è temperato, ma quando orbitiamo su B la nostra temperatura in superficie scende a» — digitò sul computer — «quasi cinquanta gradi sotto lo zero.»

«Mio Dio!» disse Frank. «È sotto il punto di congelamento del biossido di carbonio. Deve uccidere tutto.»

«No. Le forme viventi che sono rimaste nel nostro mondo hanno sviluppato una capacità naturale di ibernarsi in quei periodi. Per quattrocentomila anni ogni cosa va semplicemente in pausa, fino a quando Proxima gira ancora, causando lo slittamento inverso e riportandoci in orbita intorno ad Alfa Centauri A. La temperatura aumenta, il lungo sonno finisce, e noi andiamo avanti.»

«È incredibile» disse Dale. «Voglio dire, non ci vuole una fortuna enorme perché un mondo esista in una configurazione del genere?»

«Incredibile? No. Improbabile, forse. Ma tutto sommato, non è meno probabile delle coincidenze di dimensioni e orbite che rende possibile il tipo di eclissi solare perfetta che abbiamo osservato dalla Terra. Di tutti i pianeti abitati dell'universo, la Terra potrebbe essere l'unico che gode di un tale spettacolo.»

«Suppongo di sì,» disse Dale «ma…»

«E naturalmente di solito c'è un armonia nelle meccaniche orbitali. Le orbite dei corpi l'uno intorno all'altro sono spesso in rapporto perfetto: due a tre, uno a due, e così via. Per esempio, il vostro pianeta più interno — Mercurio — gira intorno al vostro Sole esattamente due volte per ogni tre. volte che gira intorno al suo asse; la durata del suo giorno è precisamente due terzi della durata dell'anno.» Il ciuffo di Hask si divise al centro. «No. La nostra configurazione è forse unica quanto la combinazione in perfetta eclissi della Terra, della vostra luna gigante e del vostro sole, ma è possibile; e anche se forse non è stato sempre così, o non sarà sempre così, è rimasta stabile per milioni di anni.»

«Lo slittamento non provoca un gran numero di terremoti?» chiese Dale.

«Il mondo dei Tosok non ha luna» disse Hask. «Probabilmente una volta l'aveva, altrimenti avremmo un effetto serra ancora più forte di quello che abbiamo; Clete mi ha detto che senza la Luna l'atmosfera della Terra somiglierebbe a quella di Venere — una spessa coltre a coprire il mondo. La gravità della nostra vecchia luna ha senza dubbio spazzato via parte della nostra atmosfera originaria, ma quella luna deve essere andata persa durante uno degli slittamenti. Comunque, senza gli effetti della marea lunare, voi non avreste alcuna tettonica a placche; dopo tutto, nel vostro sistema solare la Terra è l'unica ad avere questo. Senza le placche non ci sono terremoti; nel nostro mondo sono sconosciuti. Escluso l'impatto sul nostro clima, gli slittamenti procedono senza grandi difficoltà.»

«Ma se gli slittamenti ci sono solo ogni quattrocentomila anni» disse Frank «la vostra razza non può ancora averne visto nessuno. Voglio dire, voi siete più avanzati rispetto a noi, ma di centinaia di anni, non di centinaia di secoli.»

«È vero» disse Hask. Fece una pausa. «I nostri fossili sono più discontinui dei vostri sotto molti aspetti. Ma dato che non abbiamo una tettonica a placche, nessuna parte della nostra crosta ha mai subito subduzione o si è distrutta con il passare del tempo; anche se ci sono meno fossili, abbiamo altre testimonianze contigue. Siamo rimasti molto colpiti quando i nostri geologi hanno trovato le prove delle enormi variazioni periodiche di temperatura nel nostro mondo per molte decine di milioni dei vostri anni. Ma anche se i fossili rivelano che a ogni grande congelamento muoiono alcune specie, la maggior parte continua a vivere immediatamente dopo il disgelo. La vita nel nostro mondo si è evoluta per affrontare gli slittamenti — o, più precisamente, solo quelle forme viventi che avevano una capacità di sopravvivere al congelamento sono sopravvissute al primo slittamento, e tutte le attuali forme viventi discendono da loro.» Fece una pausa. «Forse non è una coincidenza che i nostri cuori siano primitivi rispetto ai vostri; mi sembra di capire che anche molti pesci e anfibi terrestri — creature con cuori simili — possono sopravvivere a periodi di congelamento.»

«Ecco perché non c'era un impianto per l'ibernazione a bordo della vostra nave» disse Dale.

«Esatto. Bastano delle semplici temperature fredde per indurre l'ibernazione. I due secoli di sonno necessari per il viaggio dal nostro pianeta a qui erano insignificanti; avremmo potuto proseguire per centinaia di migliaia di anni.»

«Tutto questo va bene» disse Frank «ma allora cosa intendevi quando hai detto che il vostro viaggio era per la sopravvivenza?»

Il ciuffo di Hask si mosse per l'agitazione. Un istante dopo rispose. «La nostra razza ha mandato delle astronavi in tutti i mondi confinanti con il nostro per vedere se c'erano forme di vita. In realtà, anche se il Sole è il vicino più prossimo, abbiamo mandato diverse navi più veloci verso stelle più lontane, comprese quelle che chiamate Epsilon Indi ed Epsilon Eridani, da cui abbiamo già ricevuto segnali radio. Come forse avrete notato, noi usiamo i metalli molto meno di voi; anche in questo caso, la mancanza degli effetti lunari ha fatto rimanere molti dei nostri metalli in profondità sotto la crosta. Non avevamo le risorse per mandare navi sofisticate verso tutte le destinazioni possibili. Quando abbiamo lasciato Alfa Centauri, duecento anni fa, voi non avevate iniziato a trasmettere via radio, e quindi non eravate un bersaglio ad alta priorità.

«Però non cercavamo solo vita intelligente, capisci, ma anche vita potenzialmente intelligente. Quattrocentomila anni fa, dopo tutto, la vostra specie non esisteva — ma i suoi progenitori sì. Queste missioni furono avviate per accertare se esistessero forme di vita intelligenti nei mondi vicini, o se ne potesse nascere qualcuna prima che il prossimo lungo sonno fosse finito. Per diversi eon, la vita nel nostro mondo è passata pacificamente attraverso i sonni periodici — dopo tutto, l'intero ecosistema si ferma durante quei periodi, quindi non abbiamo paura di predatori indigeni. Ma i predatori dalle altre stelle? I possibili mondi ostili che avrebbero potuto conquistarci? Il nostro mondo non era mai stato visitato da alieni, quindi abbiamo pensato di essere la forma di vita più avanzata nell'universo locale. Ma se dovevamo smettere di evolverci per quattrocentomila anni, come potevamo sapere quali forme di vita allora primitive avrebbero potuto — che parola hai usato tu, Frank? — saltarci davanti? Chi sapeva quali minacce avrebbero potuto rappresentare quando ci saremmo risvegliati? Chi sapeva se ci saremmo risvegliati o ci avrebbero ucciso mentre dormivamo?»

«Dio» disse Dale. «Siete venuti qui per cancellare la vita sulla Terra.»

«Non tutta la vita, Dale — dubito che potremmo farlo, comunque. Ma di certo intendevamo eliminare tutti i vertebrati, per metterci al sicuro.»

Frank era a bocca aperta. Tutti i vertebrati. Cristo santo. Era una massa così grande… e poi, all'improvviso, tutto aveva un volto umano. Maria. L'avrebbero uccisa, assieme a tutte le altre cose. «È… è mostruoso» disse con la voce tremante di rabbia. «È il male assoluto. Cosa vi dà il diritto di andarvene in giro per la galassia cancellando interi pianeti?»

«Una bella domanda» disse Hask. Guardò Seltar, poi continuò. «Pensavamo di essere i figli di Dio, creature divine — e questo naturalmente ci dava il diritto di fare tutto ciò che ritenevamo necessario; se Dio non voleva che lo facessimo, dopo tutto, avrebbe fatto fallire il nostro tentativo. Ma quando abbiamo scoperto che non era vero, che siamo meri prodotti dell'evoluzione, allora la questione di avere il diritto di fare qualcosa non c'entra più. La selezione naturale, no? Competizione, no? Se possiamo avvantaggiare la nostra specie, allora abbiamo il diritto e l'obbligo di farlo.»

«Gesù» disse Dale.

«Sono d'accordo» disse Hask.

«Prego?»

«Ho capito male? Quando invocate il nome del vostro salvatore con quel tono di voce esprimete disgusto, no?»

«Be'… sì.»

«Allora siamo d'accordo. Condivido il vostro disgusto, e anche Seltar. Ma noi siamo una piccola minoranza. Speravamo che dopo avervi incontrati, gli altri avrebbero capito che sarebbe sbagliato cancellare la vita dal vostro pianeta. Ma non hanno rinunciato al loro piano. In realtà, se non ci fosse stato l'incidente nella fascia di Kuiper, avrebbero già svolto il loro compito; la nostra astronave è dotata di un'arma molto potente che irradia particelle, un'arma che avremmo provato sul vostro pianeta. Avremmo immediatamente irradiato l'intera superficie della Terra. In realtà gli altri Tosok vogliono ancora farlo, una volta completate le riparazioni.»

La voce profonda di Dale: «Gli altri Tosok sanno che sei un… un…»

«Traditore?» Hask alzò le spalle anteriori e posteriori; un gesto acquisito dagli umani. «Non esitare a dirlo; non ho problemi con quella parola. No, non lo sanno. Avevamo due possibilità. La prima era provare che la vostra razza fosse una creazione divina — se avessimo dimostrato che eravate i veri figli di Dio, la nostra gente non vi avrebbe mai fatto del male. Ma la vostra è una forma imperfetta come la nostra.»

«E l'altra possibilità?»

«Seltar. Se l'astronave fosse stata riparata, e l'attacco alla Terra imminente, allora lei avrebbe sabotato la nave — cosa che poteva fare solo se nessuno avesse sospettato la sua esistenza. Noi otto saremmo stati abbandonati qui, ma non sarebbe stato un prezzo troppo alto da pagare — è così la metafora?»

«Se vi siete risvegliati prima, perché non avete disabilitato la nave, allora?» chiese Dale.

«Voglio tornare a casa, avvocato.»

«Avreste potuto uccidere gli altri Tosok mentre dormivano» disse Frank.

«Dio non mi ha guidato a farlo; nonostante quello che è successo a Clete, non sono un assassino.»

La voce di Frank era aspra. «E precisamente cosa è successo a Clete?»

«Ha scoperto che Seltar era ancora viva. Non ero stato attento. Mentre gli altri erano alla conferenza di quel paleontologo, ho colto l'occasione per contattare Seltar via radio; mi mancava così tanto, non sopportavo di non poterle parlare. Anche se il mio traduttore era spento, Clete mi ha sentito — non avevo realizzato che anche lui aveva deciso di non andare alla conferenza per lavorare al suo copione, e aveva l'abitudine di passeggiare nella hall mentre pensava cosa scrivere. Clete capì che stavo parlando con un Tosok che non era di quelli che stavano seguendo la conferenza — e che lo stavo facendo in tempo reale. L'ho seguito nella sua stanza e ho tentato di spiegargli la necessità di mantenere il segreto. Lui disse che non l'avrebbe detto a nessuno — ma io sapevo che stava mentendo; il suo viso si era fatto più acceso.»

«Cosa?» disse Dale.

«Il suo viso diventò più acceso — accade a voi tutti quando mentite; ho notato la cosa pochi giorni dopo il mio arrivo sulla Terra.»

«Vuol dire che lo hai visto arrossire?» chiese Dale.

«No, arrossire vuol dire cambiare colore, no? No. Ho detto che era più acceso.»

«Oh Cristo» disse Frank. «Avevamo il sospetto che poteste vedere a infrarossi, ma…»

«Che cosa?» disse Dale.

Frank guardò l'avvocato. «Vede a infrarossi — vede il calore. Anche se una persona non arrossisce visibilmente, i capillari si dilatano, causando un riscaldamento delle guance. Hask è un rilevatore di bugie ambulante.»

«Come lei ha detto» disse Hask «non avevo dubbi sulle intenzioni di Clete. Appena fossi uscito, sarebbe corso alla conferenza a dirlo a te, dottor Nobilio. Non potevo permetterlo — non potevo rischiare che tu o qualcun altro rivelaste l'informazione a Kelkad e agli altri. Ricordatevi che anche gli altri Tosok avrebbero capito se mentivate.» Fece una pausa. «Io… io volevo solo trattenere Clete abbastanza a lungo da portargli delle prove di quello che gli altri Tosok stavano per fare, sperando che avrebbe fatto una promessa sincera… perciò gli ho messo il monofilamento intorno alla gamba. Glielo avevo detto che se si fosse mosso lo avrebbe tagliato, ma… lui ha tentato di liberarsi.» Hask si fermò, e il ciuffo ondeggiò di tristezza. «Mi dispiace tantissimo. Volevo solo fermarlo. Ma continuava a sanguinare. Non ho mai visto tanto sangue in vita mia.»

«E quindi, quando è morto, hai deciso di sezionare il corpo» disse Frank.

«Sì. Non capite? Cercavo le prove della perfezione. Avrei voluto tanto trovarne, avrei salvato la vostra razza. Ma invece continuavo a trovare difetti su difetti. Non potevo disfarmi del cadavere, ma decisi di rubare almeno le prove più ovvie dell'evoluzione. Il difetto della gola era evidente, specialmente perché ti avevo visto quando ti era andata l'acqua di traverso, Frank. L'occhio era più difficile, ma il mio computer tascabile mi ha permesso di fare una scansione decente della sua struttura. E guardando l'apparato digestivo — che cosa disordinata — ho trovato quel tubo chiuso che non sembrava fare assolutamente niente. Raccogliendoli e gettandoli nella spazzatura speravo di ritardare il momento in cui gli altri avrebbero scoperto che la vostra razza non è divina.»

«Ma perché non ti sei fatto avanti e non hai detto la verità a tutto il mondo?» chiese Dale. «Dio Santo, sei stato intervistato da Barbara Walters. Avresti potuto semplicemente dire, davanti alle telecamere, che la tua gente era venuta a distruggerci. E noi avremmo arrestato tutti gli altri Tosok. Fine del problema.»

«Avvocato,» disse Hask «non crederai mica che siamo venuti sulla Terra senza un modo di controllare a distanza la nostra nave e di operare su di essa? Sì, il nostro motore principale è danneggiato, ma il reattore di fusione funziona ancora, così come funziona l'arma. Kelkad ha un dispositivo per attivarla innestato chirurgicamente nel corpo. È vero che se lo usasse mentre è ancora sulla superficie terrestre ucciderebbe se stesso e gli altri Tosok; ma vedrebbe la cosa come un destino, e porterebbe a compimento la missione primaria, sterilizzando la superficie del vostro pianeta. Se ci fosse qualche tentativo di fermarlo, non ho dubbi che Kelkad attiverebbe l'arma.»

«E allora» disse Dale «i nostri militari potrebbero semplicemente uccidere Kelkad.»

«Lo stesso congegno controlla i suoi segnali vitali. Se muore, l'arma scatta automaticamente.»

«Cristo» disse Frank.

«Esatto.»

«E cosa facciamo adesso?»

«Non ne sono sicuro» disse Hask. «Ma in questo processo è in ballo molto più del mio destino. C'è anche il destino del vostro mondo.»

«E se il congegno fosse disattivato?» chiese Frank.

«Né io né Seltar siamo abbastanza esperti per farlo; dal momento in cui siamo entrati nel vostro sistema solare, è stato automaticamente puntato su di voi. E noi eravamo terrorizzati dall'idea di fare qualche pasticcio e attivarlo accidentalmente.»

«Forse voi non sarete abbastanza esperti» disse Frank «ma le forze militari dello Stato hanno molti specialisti in armi altamente tecnologiche, e ce ne sono parecchi che negli ultimi anni non hanno avuto molto da fare…»

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