Capitolo Undicesimo: Un Circolo Completo

Fu con sorpresa che il Tecnico Harlan, uscendo dal cronoscafo al 575°, si trovo nel turno di notte. Non aveva notato il passaggio delle fisioore, nel suo frenetico peregrinare sui cronoscafi. Guardo, sgomento, i corridoi immersi nella penombra, le luci attenuate, il rallentamento generale di ogni attivita, nel momento in cui solo le squadre notturne erano in funzione.

Ma spronato dalla collera che lo divorava, Harlan non indugio a lungo nel corridoio. Si avvio verso i quartieri residenziali. Avrebbe trovato le stanze di Twissell, nel Livello dei Calcolatori, esattamente come aveva trovato quelle di Finge nel 482°, e non temeva di essere fermato.

La frusta neuronica era al sicuro nella sua tasca, ora, Si fermo davanti alla porta di Twissell: il nome del Calcolatore Anziano spiccava sulla targhetta, in lettere nitide e precise.

Harlan attivo il segnale della porta, appoggiando la mano umida di sudore sul pulsante, per rendere il segnale continuo. Pote udire il suono che veniva dall'interno, soffocato dalla porta.

Udi un passo leggero alle sue spalle, e lo ignoro, sicuro che l'uomo, chiunque fosse, lo avrebbe ignorato, grazie al miracoloso talismano che erano le sue insegne rosso-rosa di Tecnico.

Ma il rumore di passi si fermo, e una voce disse:

«Tecnico Harlan?»

Harlan si volse di scatto. Era un Calcolatore giovane, relativamente nuovo di quella Sezione. Harlan impreco mentalmente. Aveva dimenticato che ora non si trovava nel 482°. La non era semplicemente un Tecnico, ma era il Tecnico di Twissell, e i Calcolatori piu giovani, ansiosi di accattivarsi le simpatie e i favori del grande Twissell, trattavano con rispetto ed educazione perfino il suo Tecnico personale.

Il giovane Calcolatore disse:

«Desiderate vedere il Calcolatore Anziano Twissell?»

Harlan esito per un momento, e poi disse:

«Si, signore.» (Maledetto cretino! Per quale motivo credeva che una persona si fermasse davanti a una porta, suonando il campanello? Per prendere un cronoscafo, forse?)

«Ho paura che non vi sara possibile,» disse il Calcolatore.

«E una faccenda abbastanza importante per svegliarlo,» disse Harlan.

«Si, puo darsi,» disse l'altro, «Ma il Calcolatore Twissell e fuori Tempo. Non si trova nel 575°.»

«In quale Tempo si trova, allora?» domando Harlan, spazientito.

Il Calcolatore inarco le sopracciglia, con aria un po' altezzosa.

«Non posso certo saperlo.»

«Ma ho un appuntamento importantissimo… la prima cosa da fare, al mattino.»

«Voi avete un appuntamento,» disse il Calcolatore, e Harlan non riusci a comprendere l'espressione divertita dell'altro. Il Calcolatore prosegui, e adesso stava addirittura sorridendo, «Siete un po' in anticipo, no?»

«Ma devo assolutamente vederlo.»

«Sono sicuro che domattina sara qui.» Il sorriso si accentuo.

«Ma…»

Il Calcolatore passo oltre, evitando accuratamente ogni contatto con Harlan.

Harlan strinse i pugni, poi, lentamente, si costrinse a schiudere le dita. Segui con lo sguardo il Calcolatore che si allontanava, pieno di collera impotente, e poi, semplicemente perche non c'era altro da fare, s'incammino lentamente, senza quasi rendersi conto di quello che faceva, avviandosi verso la propria camera.


Il sonno di Harlan fu leggero e agitato. Si disse che aveva bisogno di dormire. Tento di rilassarsi con uno sforzo di volonta, e, naturalmente, non vi riusci. Il suo periodo di sonno fu una disordinata successione di pensieri inutili.

Il primo pensiero era quello di Noys.

Non avrebbero osato farle del male, penso, febbrilmente. Non potevano rimandarla nel Tempo senza calcolare prima gli effetti di questo ritorno sulla Realta, e per fare questo sarebbero stati necessari dei giorni, forse delle settimane. L'alternativa era quella suggerita da Finge nel suo caso: sistemare la ragazza a bordo di un aereo, un attimo prima che si verificasse un incidente disastroso.

Non prese quella possibilita in seria considerazione. Non c'era alcuna necessita di passare a un'azione cosi drastica. Non avrebbero corso il rischio di inimicarsi completamente Harlan, facendo una cosa simile. (Nel silenzio di una camera immersa nel buio, e in quella fase di dormiveglia nella quale le cose diventano stranamente sproporzionate, Harlan non trovo niente di ridicolo nella sua opinione, secondo la quale l'onnipotente Consiglio d'Ogniquando non avrebbe mai osato inimicarsi un Tecnico, ferendone i sentimenti).

Naturalmente, una donna prigioniera poteva essere usata in tanti modi. Una bellissima donna, che veniva da una civilta edonistica…

Risolutamente, Harlan allontano questo pensiero, tutte le volte in cui esso si presentava alla sua mente. Era nello stesso tempo piu probabile e piu inconcepibile della morte di Noys, e Harlan non voleva pensarci.

Poi penso a Twissell.

Il vecchio era fuori Tempo. Aveva lasciato il 575°. Dov'era nelle ore che avrebbe dovuto dedicare al sonno? Un vecchio ha bisogno di dormire. Harlan era sicuro di conoscere la risposta. Era in corso una consultazione tra i membri del Consiglio. A proposito di Harlan, di Noys, e della linea d'azione da seguire nei confronti di un Tecnico indispensabile che nessuno osava toccare.

Harlan strinse le labbra. Se Finge aveva fatto rapporto sul comportamento di Harlan, quella sera, nelle sue stanze, certo questo non avrebbe influito minimamente sulle valutazioni del Consiglio. La sua azione non poteva avere certamente peggiorato la sua gia lunga catena di delitti. Ne avrebbe potuto renderlo meno indispensabile.

E Harlan non era convinto del fatto che Finge avesse fatto rapporto. Ammettere di essere stato costretto a strisciare davanti a un Tecnico avrebbe coperto di ridicolo un Assistente Calcolatore… e forse Finge avrebbe taciuto, per salvare la propria reputazione.

Harlan penso ai Tecnici, come classe dell'Eternita, un gruppo del quale non aveva fatto realmente parte: la sua posizione abbastanza anomala di assistente di Twissell e di Istruttore lo aveva tenuto lontano dagli altri Tecnici. Ma non esisteva solidarieta tra i Tecnici, in ogni caso. Perche avrebbe dovuto essere altrimenti?

Perche lui era andato nel 482° e nel 575° senza mai vedere un altro Tecnico, o incontrandone qualcuno fuggevolmente, senza fermarsi? Perche essi dovevano evitarsi, perfino tra loro? Era proprio necessario comportarsi come se si accettasse la particolare condizione loro riservata nell'Eternita, quella condizione nella quale erano stati posti dalla superstizione degli altri Specialisti e non Specialisti?

In cuor suo, Harlan aveva gia dato per scontata la capitolazione del Consiglio ai suoi voleri, per quanto riguardava Noys, e cosi la sua mente stava formulando nuove richieste. Il Consiglio avrebbe dovuto autorizzare i Tecnici a formare una loro organizzazione, con regolari riunioni… avrebbe dovuto imporre una maggiore amicizia verso di loro, avrebbe dovuto dare loro un trattamento pari a quello degli altri membri dell'Eternita.

Il suo ultimo pensiero cosciente lo aveva visto diventare un eroico rivoluzionario sociale, con Noys al fianco, acclamato dagli altri Tecnici; poi, finalmente, era sprofondato nel sonno, un breve sonno senza sogni…

Fu svegliato dal campanello della porta. Lo chiamava, bisbigliando con rauca, metallica impazienza. Cerco di rimettere ordine nei suoi pensieri, di aprire gli occhi, e diede un'occhiata all'orologio che si trovava accanto al suo letto; guardo l'orologio e gemette, sommessamente.

Padre Tempo! Dopo tutto quello che era capitato, dopo tutte le sue aspettative, aveva dormito piu a lungo del dovuto!

Mosse la mano a tentoni, premette un pulsante che si trovava poco sopra il letto, e il pannello visore, sopra la porta, divento trasparente. Non riconobbe il volto, ma chiunque fosse aveva un'espressione autorevole.

Apri la porta, e l'uomo, che portava il distintivo arancione dell'Amministrazione, entro nella stanza.

«Tecnico Andrew Harlan?»

«Si, Amministratore? Avete qualcosa da dirmi?»

L'Amministratore non parve minimamente colpito dall'arroganza di quella domanda.

«Avete un appuntamento con il Calcolatore Anziano Twissell?»

«Ebbene?»

«Sono venuto qui per informarvi che siete in ritardo.»

Harlan spalanco gli occhi.

«Cosa significa? Voi non siete del 575°, vero?»

«Il mio posto e nel 222°,» disse l'altro, gelido. «Sono l'Assistente Amministratore Arbut Lemm. Ho la responsabilita dell'organizzazione, e cerco di evitare ogni indebita eccitazione con questa visita personale; sarebbe inopportuno notificare ufficialmente la cosa attraverso il Comunicatore Centrale.»

«Quale organizzazione? Quale eccitazione? Cosa significa tutto questo? Sentite, non e la prima volta che io vedo Twissell: e il mio diretto superiore. Non c'e nulla di strano.»

Per un momento, un'espressione di sorpresa altero i lineamenti impassibili dell'Amministratore.

«Non siete stato informato?»

«Ma di che cosa, in nome del Tempo?»

«Be', che una sottocommissione del Consiglio d'Ogniquando si riunisce in seduta qui, nel 575°. Mi hanno detto che la notizia ha fatto il giro della Sezione, e che non si parla d'altro da molte ore a questa parte.»

«E vogliono vedere me?» Subito dopo avere fatto questa domanda, Harlan penso: Naturalmente! Perche avrebbero organizzato questa seduta, se non per me?

E in quel momento capi il motivo del divertimento del giovane Calcolatore incontrato davanti alla porta di Twissell, la notte prima. Il Calcolatore era stato informato della riunione della commissione, e l'idea che un Tecnico avesse potuto pensare di vedere Twissell in un momento simile lo aveva molto divertito. Gia, molto divertente, penso Harlan, con amarezza.

L'Amministratore riprese:

«Ho ricevuto degli ordini. Non so altro.» E poi, evidentemente incapace di nascondere la propria sorpresa, «Voi non avete saputo nulla?»

«I Tecnici conducono una vita molto ritirata,» disse Harlan, ironicamente.


Cinque, oltre a Twissell! Tutti e cinque Calcolatori Anziani, nientemeno… Eterni da non meno di trentacinque anni.

Sei settimane prima, Harlan sarebbe stato sopraffatto dall'onore di sedere a colazione in compagnia di un simile gruppo di eletti, sarebbe stato ammutolito al pensiero della combinazione di responsabilita e potere che essi rappresentavano. Gli sarebbero sembrati dei giganti, delle figure uscite da una leggenda.

Ma adesso erano degli avversari, e, peggio ancora, dei giudici. Non aveva materialmente il tempo di lasciarsi impressionare dalla loro grandezza. Doveva preparare la sua strategia, e in fretta.

Forse non sospettavano che lui aveva scoperto la verita; forse non sospettavano che lui sapeva chi aveva catturato Noys. Non potevano saperlo, a meno che Finge non avesse riferito loro del suo ultimo incontro con Harlan. Alla luce del giorno, pero, Harlan era ancora piu convinto del fatto che un uomo come Finge non avrebbe dato alcuna pubblicita al suo incontro con Harlan… un incontro durante il quale era stato umiliato e insultato da un Tecnico.

Harlan penso che, per il momento, doveva conservare quel possibile vantaggio; che fossero loro a compiere la prima mossa, che fossero loro a pronunciare la prima frase che avrebbe aperto le ostilita.

Apparentemente, non avevano alcuna fretta. Lo osservavano con aria tranquilla, continuando a consumare una colazione molto semplice, come se lui fosse stato un esemplare raro, tenuto prigioniero da un campo di forza, interessante e innocuo. Preso dalla disperazione, Harlan li studio a sua volta.

Li conosceva tutti di reputazione, e grazie alle immagini tridimensionali trasmesse nei filmati di orientamento mensili. Quei filmati servivano a coordinare le attivita di tutte le Sezioni dell'Eternita, e tutti coloro che avevano un grado da Osservatore in su avevano l'obbligo di seguirli.

August Sennor attiro subito l'attenzione di Harlan, per ovvi motivi: era completamente calvo (non aveva neppure le ciglia e le sopracciglia), e questo gli dava un aspetto strano… quegli occhi neri e fissi che guardavano da un volto privo di ciglia, quel cranio glabro, gli davano un aspetto molto piu singolare, visto da vicino, di quanto non fosse sembrato nei filmati tridimensionali. Un altro motivo dell'interesse di Harlan fu il ricordo dei suoi frequenti scontri con Twissell, delle dispute ideologiche che avevano diviso quei due grandi Eterni. Infine, Sennor non si limito a osservarlo, come tutti gli altri, ma gli rivolse una serie di domande… domande pronunciate con voce secca, sicura, imperiosa.

Per la maggior parte, si trattava di domande alle quali Harlan non poteva rispondere, come: «Come mai vi siete interessato alla storia del Primitivo, giovanotto?», oppure «E uno studio che ricompensa le vostre fatiche, giovanotto?»

Finalmente, Sennor tacque, spinse il piatto vuoto che aveva davanti verso l'apertura del condotto dei rifiuti, e intreccio le grosse dita davanti a se. (Harlan noto che anche le dita erano completamente glabre).

«C'e una cosa che ho sempre desiderato sapere,» disse allora Sennor, dopo la breve pausa. «Forse voi potete aiutarmi.»

Harlan penso, Bene, ora ci siamo.

«Se mi sara possibile, signore,» disse a voce alta.

«Alcuni, tra noi Eterni… non tutti, e neppure abbastanza, devo dire,» (e cosi dicendo lancio un'occhiata a Twissell), «Ma comunque alcuni… si interessano alla filosofia del Tempo. Forse voi sapete che cosa intendo dire.»

«I paradossi dei viaggi nel Tempo, signore?»

«Be', se volete usare una definizione un po' melodrammatica, e cosi. Ma non e tutto, naturalmente. Esiste il problema della vera natura della Realta, il problema della conservazione della massa e dell'energia durante i Mutamenti di Realta, e cosi via. Ora noi Eterni siamo influenzati dalla nostra conoscenza diretta dei problemi del viaggio nel Tempo, e quindi le nostre vedute su questi problemi sono per forza di cose preconcette, in certi casi. Gli abitanti del Primitivo, che voi conoscete cosi bene, non conoscevano pero nulla sul viaggio nel Tempo. Quali erano le loro opinioni su questi argomenti?»

Twissell aveva bisbigliato qualcosa, durante le parole di Sennor. In quel momento, la sua voce giunse chiaramente a tutti coloro che partecipavano alla riunione:

«Sciocchezze!»

Sennor ignoro l'interruzione. Continuo a fissare Harlan, e disse:

«Volete rispondere alla mia domanda, Tecnico?»

«I Primitivi in pratica non pensavano ai viaggi nel tempo, Calcolatore.»

«Non li consideravano possibili, vero?»

«Credo sia proprio cosi.»

«Non facevano neppure delle ipotesi?»

«Be', questo no,» disse Harlan, incerto. «Mi sembra che ci fossero diverse ipotesi, in certi tipi di letteratura di origine popolare. Non conosco molto bene queste opere, ma credo che uno dei temi piu ricorrenti fosse quello dell'uomo che tornava indietro nel tempo per uccidere suo nonno quando questi era bambino.»

Sennor parve sinceramente compiaciuto per questa risposta.

«Splendido! Splendido! Dopotutto, questa e per lo meno un'espressione del paradosso fondamentale del Viaggio nel Tempo, se dovessimo presumere l'esistenza di una Realta fissa, no? E immagino che i vostri Primitivi non abbiano mai pensato alla Realta se non come a qualcosa di fisso e immutabile, vero?»

Harlan esito prima di rispondere. Non capiva quali fossero gli obiettivi di Sennor, e le ragioni di quella conversazione gli erano oscure, e l'incertezza aveva il potere di innervosirlo. Poi rispose, lentamente:

«Le mie conoscenze in questo campo non sono sufficienti a darvi una risposta sicura, signore. Credo pero che ci fossero diverse speculazioni sull'esistenza di sentieri alternati del tempo, e di diversi piani di esistenza. Non ne sono sicuro, pero.»

Sennor strinse per un momento le labbra.

«Sicuramente vi sbagliate. Probabilmente siete stato sviato dalla vostra conoscenza; avete interpretato le numerose ambiguita nelle quali vi siete imbattuto alla luce di quello che gia sapete. No, senza una vera e propria esperienza di viaggio nel Tempo, le complicazioni filosofiche della Realta sarebbero sicuramente al di la delle possibilita di comprensione della mente umana. Per esempio, per quale motivo la Realta possiede una propria inerzia? Tutti lo sappiamo, questo. Ogni alterazione del suo corso deve raggiungere una certa grandezza, prima che un Mutamento, un vero Mutamento, venga effettuato. E anche in questo caso, la Realta tende sempre a riprendere il suo corso, rifluendo nella posizione d'origine.

«Per esempio, supponiamo che si verifichi un Mutamento qui, nel 575°. La Realta comincera a cambiare con effetti crescenti fino al 600°. Cambiera, ma con effetti sempre minori, fino al 650° circa. Dopo il 650°, la Realta rimarra immutata. Noi tutti sappiamo che e cosi, ma possiamo dire di saperne il motivo? Un ragionamento intuitivo tenderebbe a suggerirci il contrario… e cioe che qualsiasi Mutamento di Realta dovrebbe aumentare i suoi effetti senza limiti con il passare dei Secoli, producendo il massimo effetto alla massima distanza, per l'accumularsi degli effetti laterali; e invece non e cosi.

«Consideriamo un altro punto significativo. Il Tecnico Harlan, a quanto mi si dice, e abilissimo nella scelta dell'esatto Minimo Mutamento Necessario in qualsiasi situazione. Scommetto che egli non e in grado di spiegarci in quale modo arriva a compiere una determinata scelta.

«Considerate quanto dovevano essere impotenti i Primitivi. Si preoccupavano della possibilita che un uomo uccidesse suo nonno, perche non comprendevano la verita sulla Realta, prendiamo un caso piu probabile, e piu facile da analizzare, e consideriamo l'uomo che durante i suoi viaggi nel tempo incontra se stesso…»

Harlan domando, bruscamente:

«Che cosa c'entra un uomo che incontra se stesso?»

Il fatto che Harlan avesse interrotto un Calcolatore era gia inaudito, e il tono di voce di Harlan aveva reso addirittura scandalosa quella mancanza di disciplina; tutti gli occhi si volsero a fissare il Tecnico, con espressione di rimprovero.

Sennor socchiuse gli occhi, ma continuo a parlare nel tono determinato di chi vuole comportarsi in maniera civile ed educata, malgrado delle difficolta quasi insuperabili. Disse, proseguendo la frase interrotta, evitando cosi di dare l'impressione di rispondere all'incivile domanda che gli era stata rivolta:

«…e alle quattro suddivisioni in cui si puo classificare questo atto. Chiamiamo l'uomo piu giovane, e cioe piu indietro nel fisiotempo, A, e quello piu vecchio, o piu avanti, B. Nella prima suddivisione, A e B non possono vedersi, ne fare qualcosa che possa influire in maniera significativa nel rapporto reciproco. Essi occupano lo stesso Tempo, ma non lo stesso spazio, e in questo caso non si sono veramente incontrati, e il caso e privo di significato.

«Puo darsi invece che B veda A senza che A veda B. Anche in questo caso, non dobbiamo aspettarci nessuna conseguenza seria. B, vedendo A, lo vede in una posizione e impegnato in un'attivita delle quali e gia a conoscenza. Non c'e niente di nuovo.

«La terza e la quarta possibilita sono che A veda B, mentre B non puo vedere A, e che A e B si vedano contemporaneamente. In entrambe le possibilita, l'elemento piu grave e il fatto che A abbia visto B; l'uomo a uno stadio precedente della propria esistenza fisiologica vede se stesso in uno stadio successivo. Per prima cosa, egli apprende che sara ancora vivo all'eta apparente di B. Sa che vivra abbastanza a lungo da compiere L'azione della quale e stato testimone. Ora un uomo, conoscendo il proprio futuro anche nel piu trascurabile dei particolari, puo agire in base a questa sua conoscenza, e di conseguenza cambiare il futuro. Ne consegue che la Realta deve essere cambiata per non permettere ad A e B di incontrarsi, o, per lo meno, per impedire ad A di vedere B. Allora, poiche non e possibile scoprire nulla di una Realta che e stata resa Irreale, A non ha mai incontrato B. In maniera analoga, in ogni apparente paradosso del tempo, la Realta cambia invariabilmente per evitare il paradosso, e noi giungiamo alla conclusione piu semplice, e cioe che non esiste alcun paradosso nel viaggio nel Tempo, e che non possono esisterne.»

Sennor parve molto compiaciuto di se stesso e della sua esposizione, ma Twissell approfitto della pausa per alzarsi in piedi.

«Temo, signori, che il tempo stringa,» disse Twissell.

La colazione termino molto piu rapidamente di quanto Harlan avesse ritenuto possibile. Cinque membri della sottocommissione uscirono, passando davanti ad Harlan, rivolgendogli un breve cenno di saluto, con l'aria di persone la cui moderata curiosita era stata appagata. Soltanto Sennor gli tese la mano, e borbotto, ruvidamente, «Buongiorno, giovanotto,» dopo il solito, breve cenno di saluto.

Harlan osservo quella veloce sfilata con sentimenti contrastanti. Qual era stato lo scopo della colazione? Soprattutto, perche c'era stato quell'enigmatico riferimento all'uomo che incontra se stesso? Non avevano neppure accennato a Noys. Lo avevano chiamato la semplicemente per studiarlo? Per osservarlo da capo a piedi, e poi lasciarlo a Twissell?

Twissell era ritornato al tavolo, che era stato liberato dai piatti e dalle vivande. Ora il vecchio era solo con Harlan, e come se avesse voluto sancire ufficialmente questo fatto, approfitto dell'occasione per estrarre una nuova sigaretta dalla sua riserva apparentemente invisibile.

«E adesso al lavoro, Harlan,» disse. «Abbiamo molto da fare.»

Ma Harlan non poteva, non voleva aspettare ancora. Disse, seccamente:

«Prima di fare qualsiasi altra cosa, devo parlare io.»

Twissell parve sorpreso, pensieroso, aspiro una boccata di fumo, e socchiuse gli occhi, scrutando Harlan.

«Ma certo, parla finche vuoi, ma prima siediti, ragazzo, siediti.»

Il Tecnico Andrew Harlan non si mise a sedere. Cammino su e giu per la stanza, parlando in frasi brevi, secche, controllate, perche sapeva di doversi controllare, per non uscirsene in un torrente di parole incoerenti. Il Calcolatore Anziano Laban Twissell, dal viso grinzoso, da gnomo, si muoveva avanti e indietro, seguendo il passo nervoso del giovane.

«Sono ormai diverse settimane che studio libri di storia della matematica,» disse Harlan. «Libri presi da diverse Realta del 575°. Le Realta non hanno grande importanza. La Matematica non cambia. L'ordine del suo sviluppo non cambia, a sua volta. In qualunque modo vengano modificate, spostate, manipolate le Realta, la storia della matematica rimane sempre la stessa. I matematici sono cambiati; le scoperte possono essere effettuate da persone diverse, ma i risultati finali… Be', in ogni modo ho studiato molto. Che cosa ne pensate?»

Twissell corrugo la fronte, e disse:

«Una bizzarra occupazione per un Tecnico.»

«Ma io non sono semplicemente un Tecnico,» disse Harlan. «Lo sapete, no?»

«Continua,» disse Twissell, e diede un'occhiata all'orologio che portava al polso. Le dita che stringevano la sigaretta si muovevano nervosamente.

Harlan continuo:

«Ci fu un uomo che si chiamava Vikkor Mallansohn, che visse nel 24° Secolo. Il 24° fa parte del Primitivo, come sapete. Quest'uomo e soprattutto noto perche fu il primo a costruire un Campo Temporale funzionante. Questo significa, naturalmente, che egli fu l'inventore dell'Eternita, poiche l'Eternita e semplicemente un titanico Campo Temporale che abolisce il Tempo normale ed e libero dalle limitazioni del Tempo.»

«Queste cose le insegnano ai Cuccioli, ragazzo.»

«Ma a me non hanno insegnato che Vikkor Mallansohn non poteva avere inventato il Campo Temporale nel 24° Secolo, ne avrebbe potuto farlo un altro. Le basi matematiche per poterlo fare non esistevano! Le equazioni fondamentali di Lefebvre non esistevano ancora; ne avrebbero potuto esistere prima delle ricerche di Jan Verdeer, nel 27° Secolo.»

Se esisteva un gesto con cui il Calcolatore Anziano Twissell avrebbe potuto rivelare uno sbalordimento completo, era quello di lasciar cadere la sua sigaretta. In quella circostanza, non fece soltanto questo: perfino il suo eterno sorriso scomparve dalle sue labbra.

«Chi ti ha insegnato le equazioni di Lefebvre, figliolo?» domando.

«Nessuno. E non posso neppure affermare di capirle. Ma sono necessarie per il Campo Temporale: questo l'ho imparato. E non sono state scoperte prima del 27°. So anche questo.»

Twissell si chino a raccogliere la sigaretta, e la osservo con aria dubbiosa.

«E se Mallansohn avesse praticamente incespicato nel Campo Temporale senza rendersi conto della sua giustificazione matematica? Se fosse stata semplicemente una scoperta empirica? Ne sono esistite molte, in passato.»

«Ho pensato anche a questo. Ma dopo l'invenzione del campo, sono stati necessari tre secoli per elaborarne le implicazioni, e alla fine di quegli studi non si e scoperto un solo modo in cui il Campo originale di Mallansohn avrebbe potuto essere migliorato. Non puo essersi trattato di una coincidenza. Sotto cento punti di vista differenti, il disegno di Mallansohn dimostra che egli dovette servirsi delle equazioni di Lefebvre. Se le aveva conosciute, o le aveva ottenute senza il lavoro di Verdeer, cosa assolutamente impossibile, perche non l'ha detto?»

«Insisti nel parlare come un matematico. Chi ti ha detto tutto questo?» domando Twissell.

«Ho visto dei filmati.»

«Nient'altro?»

«E ho pensato.»

«Senza un'istruzione completa nel campo della matematica avanzata? Ti ho seguito con attenzione per anni, ragazzo, e non avrei mai sospettato questo particolare talento, in te. Ma continua.»

«L'Eternita non avrebbe mai potuto essere stabilita, senza la scoperta del Campo Temporale compiuta da Mallansohn. Mallansohn non avrebbe mai potuto scoprire il Campo Temporale, senza conoscere formule matematiche che esistevano solo nel suo futuro. Questo e il problema numero uno. Nel frattempo, proprio qui, nell'Eternita, c'e un Cucciolo che e stato scelto come Eterno contro tutte le regole, poiche non solo e di eta troppo avanzata, ma era anche sposato. Voi lo state istruendo con ogni cura in due campi: matematica e storia e sociologia del Primitivo. Questo e il problema numero due.»

«Ebbene?»

«La mia conclusione e che voi intendete mandarlo indietro nel tempo, oltre il Terminale Primo del Principio dell'Eternita, nel 24°. Volete che il Cucciolo, Cooper, insegni le equazioni di Lefebvre a Mallansohn. Vedete, quindi,» aggiunse Harlan, in tono sordo e ansioso, «Che la mia posizione di esperto del Primitivo, e la conoscenza della mia funzione, mi danno diritto a un trattamento speciale. Molto speciale.»

«Padre Tempo!» gemette Twissell.

«E vero, no? Possiamo completare il circolo, con il mio aiuto. Senza di esso…» lascio in sospeso la frase.

«Ti sei avvicinato tanto alla verita…» disse Twissell. «Eppure avrei giurato che nulla potesse indicare…» Si immerse in uno studio di qualcosa che pareva estraneo ad Harlan e a tutto il mondo che lo circondava. «Non avevi una sola possibilita di sospettare…» mormoro tra se il vecchio.

Harlan si affretto a interromperlo:

«Mi sono solo avvicinato alla verita? E questa la verita… il circolo che si chiude!» Neppure lui riusciva a capire in qual modo fosse tanto sicuro della verita di quanto aveva detto… a parte, forse, la disperata volonta di credere che lo animava.

Twissell disse:

«No, no, non e la verita esatta. Il Cucciolo Cooper non andra nel 24° per insegnare qualcosa a Mallansohn.»

«Non vi credo.»

«E invece devi credermi. Devi renderti conto dell'importanza di quanto ti dico. Desidero la tua collaborazione per tutta la parte che rimane del progetto. Vedi, Harlan, la situazione e molto piu lineare di quanto tu creda. Il circolo deve chiudersi, ragazzo, perche si tratta di un circolo che non puo non essere perfetto. Vedi, ragazzo, il Cucciolo Brinsley Sheridan Cooper e Vikkor Mallansohn!»

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