Harlan sali a bordo del cronoscafo, nel 2456°, e si volto per assicurarsi del fatto che la barriera che separava la gabbia dall'Eternita fosse davvero compatta, e che il Sociologo Voy non lo stesse ancora spiando. Nelle ultima settimane questa era diventata un'abitudine, per lui, un comportamento automatico; c'era sempre quel veloce sguardo alle sue spalle, per assicurarsi che nessuno lo sorvegliasse quando lui saliva a bordo del cronoscafo.
E poi, benche si trovasse gia nel 2456°, egli regolo i controlli del cronoscafo per un punto ancora piu avanti nel tempo. Osservo i numeri dell'indicatore del tempo, che aumentavano rapidamente. Benche i secoli scorressero con rapidita incredibile, gli rimaneva ancora molto tempo per pensare…
Le scoperte del Progettista di Vita cambiavano completamente le cose! E anche la natura del suo crimine cambiava!
E tutto faceva capo a Finge. Quella frase si trasformo in una specie di cantilena, nella sua mente. Faceva capo a Finge, faceva capo a Finge…
Dopo i giorni trascorsi nel 482° insieme a Noys, al suo ritorno nell'Eternita Harlan aveva evitato ogni contatto personale con Finge. Quando l'Eternita si era chiusa intorno a lui, avvolgendolo completamente, anche il senso di colpa era sopraggiunto. La violazione del suo giuramento di Eterno, che gli era sembrata una questione trascurabile nel 482°, era ritornata una cosa enorme, nell'Eternita.
Aveva trasmesso il suo rapporto attraverso il condotto pneumatico, e si era immediatamente ritirato nel suo alloggio. Aveva avuto bisogno di un po' di tempo per pensare, aveva avuto bisogno di guadagnare tempo per riflettere e abituarsi ai nuovi orientamenti che si erano verificati nella sua personalita. Aveva avuto bisogno di tempo, soprattutto, per leggere chiaramente dentro di se, e trovare una via d'uscita.
Finge non gliel'aveva permesso. Si era messo in comunicazione con Harlan meno di un'ora dopo l'arrivo del rapporto.
Il volto del Calcolatore lo aveva fissato dallo schermo. La sua voce aveva detto:
«Pensavo di trovarvi nel vostro ufficio.»
Harlan aveva risposto:
«Ho consegnato il rapporto, signore. Non ha importanza il luogo nel quale io aspetto una nuova missione.»
«Davvero?» Finge aveva esaminato il rotolo di fogli perforati che aveva evidentemente consultato fino a quel momento, tenendo gli occhi socchiusi, assumendo un'espressione impenetrabile. «Non mi sembra completo,» aveva continuato. «Posso venire a farvi visita nelle vostre stanze?»
Harlan aveva esitato per un momento. Quell'uomo era stato il suo superiore, e rifiutare quanto gli aveva chiesto in quel momento sarebbe stato un chiaro atto d'insubordinazione. Gli era sembrato che, cosi facendo, avrebbe rivelato la sua colpa, e la coscienza tormentata del Tecnico non aveva permesso una cosa simile.
«Siete il benvenuto, Calcolatore,» aveva detto, rigidamente.
La presenza di Finge, cosi silenziosa e insinuante, aveva introdotto un elemento stridente, quasi epicureo, nell'appartamento spartano di Harlan. Il Secolo natale di Harlan, il 95°, era stato dominato da un gusto quasi spartano nell'arredamento, e Harlan non aveva mai perduto del tutto il suo gusto per uno stile semplice e sobrio. Le sedie metalliche erano state ricoperte di una sostanza apparentemente granulosa, che aveva dato l'impressione del legno (anche se in maniera non troppo convincente). In un angolo della stanza c'era stato un piccolo mobile che aveva rappresentato un allontanamento ancor piu radicale dalle usanze del Secolo.
Il mobile aveva colpito subito l'attenzione di Finge.
Il Calcolatore aveva toccato il mobile con un dito grassoccio, come per saggiarne la solidita.
«Che cos'e questo materiale?»
«Legno, signore,» aveva detto Harlan.
«Legno vero? Autentico? Sorprendente. Nel vostro Secolo natale si usa il legno, vero?»
«Infatti.»
«Capisco. Non c'e nessun regolamento che proibisca questo, Tecnico…» aveva passato il dito con cui aveva toccato il mobile sul fianco, come se avesse voluto pulirlo, «Ma non so se sia consigliabile permettere che la cultura del Secolo natale di un individuo rimanga con lui nell'Eternita. Il vero Eterno adotta la cultura nella quale si trova. Io, per esempio, avro mangiato in una cucina energetica non piu di due volte in cinque anni.» Aveva sospirato. «Eppure lasciar mettere il cibo a contatto con la materia mi e sempre sembrato antigienico. Ma non cedo, no, non cedo.»
Il suo sguardo si era nuovamente posato sul mobile in legno, ma questa volta aveva tenuto le mani dietro la schiena.
«Che cos'e?» aveva chiesto. «A che serve?»
«E una libreria,» aveva detto Harlan.
Per un momento, aveva provato la tentazione di domandargli, «Ora come ti senti, con le mani intrecciate dietro la schiena? Non preferiresti forse che anche i tuoi abiti e il tuo corpo fossero di pura energia? Non ti fideresti di piu, a questo modo, non dovendo sottostare alle regole di un corpo fatto di antigienica materia?»
Ma non aveva detto niente. Finge aveva inarcato le sopracciglia.
«Una libreria. Allora quegli oggetti posati sugli scaffali sono libri. E esatto?»
«Si, signore.»
«Esemplari autentici?»
«Completamente, Calcolatore. Li ho raccolti nel 24°. Quei pochi che ho qui risalgono al 20°. Se… se desiderate dare un'occhiata, vi prego di essere prudente. Le pagine sono state restaurate e rinforzate, ma non sono di plastica. E necessario maneggiarle con cura.»
«Non intendo toccarli. Non ne ho il minimo desiderio. Saranno pieni di polvere originale del 20°, immagino. Dei veri libri!» Aveva riso. «Con pagine di cellulosa, addirittura, se ho ben capito?»
Harlan aveva annuito.
«Cellulosa modificata dal processo al quale i libri sono stati sottoposti. Vi ho detto che sono stati impregnati di una sostanza che li rende piu resistenti. Si, comunque si tratta di cellulosa.» Aveva cercato di respirare profondamente, per ritrovare la calma. Sarebbe stato assurdo identificarsi in quei vecchi libri, tanto da considerare un'offesa personale qualsiasi insinuazione ironica fatta sul loro conto.
«Oserei dire,» aveva continuato Finge, evidentemente per nulla intenzionato a cambiare argomento, «Che l'intero contenuto di quei libri potrebbe essere trasferito in due metri di pellicola, e conservato in uno spazio ridotto come un'unghia. Cosa contengono i libri?»
Harlan aveva risposto:
«Sono le annate rilegate di una rivista di attualita del 20°.»
«Leggete questa roba?»
«Sono solo alcuni volumi della collezione completa che possiedo,» aveva detto Harlan, con orgoglio. «Nessuna biblioteca dell'Eternita ha qualcosa di uguale.»
«Si, il vostro hobby. Adesso ricordo che una volta mi avete parlato del vostro interesse per il Primitivo. Mi sorprende che il vostro Istruttore vi abbia permesso di interessarvi a simili cose. Uno spreco di energie.»
Harlan aveva serrato le labbra. Quell'uomo aveva tentato deliberatamente di irritarlo, ora lo aveva capito: aveva tentato di indurlo alla collera, in modo da dimenticare il proprio autocontrollo. In questo caso, lui non avrebbe dovuto lasciarsi intrappolare.
Il Tecnico aveva detto, seccamente:
«Mi sembra che siate venuto a discutere del mio rapporto; o sbaglio?»
«No, non sbagliate.» Il Calcolatore si era guardato intorno, aveva scelto una sedia, e si era seduto, con visibile diffidenza. «Come vi ho gia detto prima, non e completo.»
«Cosa intendete dire, signore?» (Calma! Calma!)
Finge aveva sorriso, un breve sorriso nervoso.
«Che cosa e accaduto, Harlan, che voi non avete menzionato nel rapporto?»
«Nulla, signore.» L'aveva detto con fermezza, eppure si era sentito colpevole.
«Andiamo, Tecnico. Voi avete trascorso diversi periodi di tempo in compagnia della giovane signora. O meglio, avreste dovuto farlo, secondo le indicazioni della Carta Spazio-temporale. Avrete seguito le indicazioni, spero?»
Il senso di colpa di Harlan era stato cosi forte da impedirgli di reagire a quella deliberata provocazione: Finge aveva messo in dubbio, addirittura, la sua competenza professionale.
«Le ho seguite,» aveva detto, semplicemente.
«E che cosa e successo? Nel vostro rapporto non avete fatto alcun cenno degli intermezzi personali con la giovane signora.»
«Non e accaduto niente d'importante,» aveva detto Harlan, a denti stretti.
«Ridicolo! Alla vostra eta, e con la vostra esperienza, non e necessario che sia io a ricordarvi che non spetta a un Osservatore giudicare cio che e importante e cio che non lo e.»
Finge aveva fissato Harlan con occhi lievemente socchiusi, occhi piu duri e piu ansiosi di quanto non avesse lasciato credere il tono di quell'interrogatorio cosi sfumato.
Harlan l'aveva notato subito, e non si era lasciato ingannare dal tono gentile del Calcolatore, tuttavia l'abitudine al dovere aveva esercitato un notevole peso su di lui. Un Osservatore avrebbe dovuto riferire tutto nei suoi rapporti. Un Osservatore era soltanto un organo di senso mandato dall'Eternita nel Tempo. Era un organo che saggiava l'ambiente nel quale si trovava, e poi tornava indietro. Nell'adempimento delle sue funzioni, un Osservatore non era un individuo; non era, realmente, un uomo.
Quasi meccanicamente, Harlan aveva cominciato a narrare gli eventi che aveva lasciato fuori dal rapporto. L'aveva fatto con la memoria addestrata del perfetto Osservatore, ripetendo le conversazioni parola per parola, ricostruendo il tono di voce e l'espressione in ogni minimo particolare. L'aveva fatto con amore, perche ricostruendo gli eventi aveva rivissuto la loro magia, e aveva quasi dimenticato, durante il racconto, che gli sforzi di Finge e il suo senso del dovere lo avevano indotto praticamente ad ammettere la propria colpa.
Era stato soltanto nel momento in cui aveva quasi raggiunto il risultato finale di quella prima, lunga conversazione, che egli si era interrotto, e la corazza della sua oggettivita di Osservatore aveva cominciato a mostrare delle crepe.
Era stato salvato dalla necessita di esporre ulteriori dettagli da Finge, che aveva alzato una mano e aveva detto, con voce secca e decisa:
«Grazie. Basta cosi. Stavate per dirmi di avere fatto all'amore con quella donna.»
Un senso di collera si era impadronito di Harlan. Cio che aveva detto Finge era stato vero, vero alla lettera, ma il tono di voce del Calcolatore lo aveva fatto sembrare qualcosa di volgare, sporco e, peggio ancora, banale e comune. E di una cosa Harlan era stato sicuro… non era stato qualcosa di banale o di comune.
Harlan aveva avuto una spiegazione a tutto… in quel momento. Aveva capito il motivo dell'atteggiamento di Finge, del suo ansioso interrogatorio, e anche dell'interruzione al rapporto, fatta in quel preciso momento. Finge era stato geloso! Harlan sarebbe stato disposto a giurarlo, tanto gli era sembrato evidente. Harlan era riuscito a prendersi una ragazza che Finge aveva desiderato per se.
Harlan aveva provato un bizzarro, dolcissimo senso di trionfo, a quel pensiero. Per la prima volta in vita sua, aveva scoperto qualcosa che aveva significato per lui molto di piu del rigido adempimento ai suoi doveri nell'Eternita. Ed era stato deciso a rinfocolare la gelosia di Finge, perche Noys Lambent avrebbe dovuto essere sua, definitivamente.
In quell'improvvisa esaltazione che lo aveva preso, aveva fatto subito una richiesta che, originariamente, aveva pensato di fare solo dopo quattro o cinque giorni di attesa, come avrebbe raccomandato la discrezione.
«Intendo chiedere il permesso di stabilire un legame con una Temporale, signore,» aveva detto.
Finge lo aveva fissato, come riscuotendosi da qualche suo pensiero remoto.
«Immagino che si tratti di Noys Lambent.»
«Si, signore. Essendo voi il Calcolatore di questa Sezione, la richiesta deve essere rivolta a voi…»
Harlan aveva desiderato proprio questo. Avrebbe dovuto essere Finge a trasmettere la sua richiesta. Avrebbe dovuto soffrire. E se lui avesse voluto per se la ragazza, ebbene, avrebbe dovuto mettere le carte in tavola… e Harlan avrebbe chiesto e ottenuto che la scelta fosse stata affidata alla ragazza, la sola in grado di decidere. Per poco non aveva sorriso, a quel pensiero. Era stata questa la sua speranza. Portare le cose a quel punto. Sarebbe stato il definitivo trionfo, per lui.
Generalmente, certo, un Tecnico non avrebbe mai potuto sperare di ottenere il successo in una situazione simile contro i desideri di un Calcolatore, ma Harlan era stato sicuro di poter contare sull'appoggio di Twissell, e Finge aveva ancora molta strada da percorrere prima di raggiungere la posizione di Twissell.
Stranamente, pero, Finge era rimasto tranquillo.
«A quanto sembra,» aveva detto, «Voi avete gia preso illegalmente possesso della ragazza.»
Harlan era arrossito, e aveva subito tentato una debole difesa.
«La Carta Spazio-temporale mi ordinava di rimanere solo con lei. Le istruzioni erano molto chiare. Poiche nulla di quanto e accaduto mi e stato specificamente proibito, non provo alcun senso di colpa.»
Si era trattato di una menzogna, e l'espressione vagamente divertita di Finge aveva dimostrato che il Calcolatore se ne era reso perfettamente conto.
«Ci sara un Mutamento di Realta,» aveva osservato Finge.
«In questo caso, dovro correggere la mia richiesta, per ottenere una relazione con la signorina Lambent nella nuova Realta.»
«Non credo che sia una cosa prudente. Come potete essere sicuro in anticipo? Nella nuova Realta lei potrebbe essere gia sposata, potrebbe essere brutta o deforme. Anzi, posso gia dirvi questo… nella nuova Realta, lei non vi vorra. Non vi vorra.»
«Voi non sapete niente!» aveva esclamato Harlan.
«Davvero? Credete che il vostro grande amore sia una cosa tanto spirituale e unica da poter sopravvivere a tutti i mutamenti esterni? Avete letto dei romanzi d'amore Temporali?»
Harlan era stato provocato a tal punto da non riuscire piu a nascondere la collera.
«Per prima cosa, non vi credo.»
Finge aveva detto, freddamente:
«Volete essere piu chiaro, prego?»
«Mentite.» Ormai Harlan aveva abbandonato la prudenza. «Voi siete geloso. Ecco la spiegazione. Voi siete geloso. Avete fatto dei progetti personali su Noys, e invece lei ha scelto me.»
«Vi rendete conto…»
«Mi rendo conto di molte cose. Non sono uno stupido. Forse non saro un Calcolatore, ma non sono neppure un cretino. Avete detto che nella nuova Realta lei non mi vorra. Come potete saperlo? Non sapete neppure quale sara la nuova Realta, a questo punto. Non sapete neppure se dovra esserci una nuova Realta. Avete appena ricevuto il mio rapporto. E dovra essere analizzato, prima che un Mutamento di Realta possa essere calcolato… e poi approvato. Cosi, quando fingete di conoscere la natura del Mutamento, mentite.»
Finge avrebbe potuto reagire in diversi modi. La mente surriscaldata di Harlan aveva gia pensato a diverse ipotesi: ma Harlan non aveva cercato di prevedere quale sarebbe stato il modo scelto da Finge. Il Calcolatore avrebbe potuto andarsene, assumendo il ruolo della dignita offesa; avrebbe potuto chiamare un membro della Sicurezza, e affidare Harlan a lui sotto l'accusa d'insubordinazione; avrebbe potuto urlare, mostrando la stessa collera di Harlan, respingendo le accuse e scendendo su un piano di disputa personale; avrebbe potuto mettersi immediatamente in contatto con Twissell, rivolgendogli una protesta formale; avrebbe potuto…
Finge non aveva fatto nessuna di queste cose.
Aveva detto, con estrema gentilezza:
«Sedetevi, Harlan. Vediamo di parlare di questa faccenda.»
E poiche la reazione di Finge era stata completamente inaspettata, il Tecnico si era seduto, meccanicamente, svuotato di ogni energia. La sua determinazione si era dissolta. Qual era stato il significato di quel comportamento inatteso?
«Ricorderete, naturalmente,» gli aveva detto Finge, «Che io vi ho detto che il nostro problema nel 482° concerneva un atteggiamento indesiderabile che i Temporali dell'attuale Realta avevano assunto nei confronti dell'Eternita. Lo ricordate, no?» Aveva parlato con il tono accondiscendente e comprensivo di un maestro alle prese con un allievo troppo impulsivo: ma Harlan era stato sicuro di avere colto uno scintillio di trionfo negli occhi del Calcolatore.
«Naturalmente,» aveva risposto il Tecnico.
«Certamente ricorderete anche che vi ho detto che il Consiglio d'Ogniquando era riluttante ad accettare la mia analisi della situazione, senza una specifica conferma ottenuta per Osservazione diretta. Questo non significa, forse, che io avevo gia Calcolato il necessario Mutamento di Realta?»
«Ma le mie osservazioni rappresentano la conferma, no?»
«Infatti.»
«E ci vorra del tempo per analizzarle nella maniera dovuta.»
«Assurdo. Il vostro rapporto non significa nulla. La conferma che desideravo me l'avete data verbalmente pochi minuti fa.»
«Non capisco.»
«Sentite, Harlan, lasciate che vi spieghi che cosa non andava nel 482°. Tra le classi piu elevate di questo Secolo, e in particolare tra le donne, era nata l'idea che gli Eterni fossero davvero Eterni… nel senso letterale, e cioe che essi vivessero per sempre. Grande Tempo, amico, e stata la stessa Noys Lambent a dirvelo! Mi avete ripetuto parola per parola quanto vi ha detto, pochi minuti fa!»
Harlan aveva fissato il Calcolatore, con occhi attoniti. Aveva ricordato la voce dolce, carezzevole di Noys, nel momento in cui la ragazza si era chinata su di lui e lo aveva guardato negli occhi, intensamente… Noys aveva detto… Voi vivete per sempre. Voi siete un Eterno.
Finge aveva continuato:
«Una convinzione di questo tipo e spiacevole, certo, ma non tale da giustificare un Mutamento di Realta, in se stessa. Puo portare a certi inconvenienti, puo aumentare le difficolta della Sezione, ma un Calcolo dimostra che solo in una minoranza dei casi esaminati era consigliabile un Mutamento di Realta. Tuttavia, se fosse necessario un Mutamento di Realta, non pensate anche voi che gli abitanti del Secolo che dovrebbero Mutare piu radicalmente nella nuova Realta sarebbero coloro che maggiormente sono vittime della superstizione? In altre parole, le donne dell'aristocrazia. Come Noys.»
«Puo darsi, ma preferisco correre il rischio,» aveva detto Harlan.
«Non ne avrete alcuna possibilita. Credete forse che siano stati il vostro fascino e la vostra bellezza a convincere quella dolce aristocratica a cadere tra le braccia di un Tecnico privo d'importanza? Andiamo, Harlan, cercate di guardare alla cosa con un po' di realismo!»
Harlan aveva serrato le labbra, ostinato, e non aveva risposto.
«Non riuscite a immaginare quale possa essere stata l'altra superstizione nata tra le donne dell'aristocrazia, conseguentemente alla loro convinzione dell'autentica immortalita degli Eterni?» aveva detto Finge. «Grande Tempo, Harlan! Pensate! Quasi tutte le donne dell'aristocrazia credono che una relazione intima con un Eterno, un ripetuto rapporto sessuale, permetta a una donna mortale… come loro si ritengono… di vivere per sempre!»
Harlan aveva vacillato, a quelle parole. Aveva ricordato con chiarezza la voce di Noys: Se potessi diventare Eterna…
E poi lo aveva baciato.
Finge aveva continuato:
«Era difficile credere all'esistenza di una superstizione simile, Harlan. Non aveva precedenti. Si trovava nell'area degli errori casuali, tanto che un Calcolo compiuto sulle possibilita del precedente Mutamento non aveva dato alcun indizio, in un senso o nell'altro. Il Consiglio d'Ogniquando voleva delle prove solide, sostanziali, dirette. Io ho scelto la signorina Lambent, considerandola un'ottima rappresentante della sua classe sociale. E poi ho scelto voi, come secondo soggetto dell'esperimento…»
Harlan era balzato in piedi.
«Voi avete scelto me? Come soggetto dell'esperimento?»
«Mi dispiace,» aveva detto Finge, rigidamente. «Ma era necessario. E voi eravate il soggetto piu adatto.»
Harlan lo aveva fissato, attonito.
Finge aveva avuto il pudore di mostrare un po' d'imbarazzo, sotto quello sguardo muto e incredulo. Aveva detto:
«Non capite? No, vedo che ancora non capite. Sentite, Harlan, voi siete un tipico, gelido prodotto dell'Eternita. Non guardate mai le donne. Considerate le donne, e tutto cio che le riguarda, al di fuori dell'etica professionale… no, c'e una parola migliore, voi le considerate peccaminose. Questo atteggiamento traspare da ogni vostro poro, e per qualsiasi donna voi avete il fascino e il sex-appeal di un pesce morto. Eppure qui noi abbiamo una donna, una bellissima rappresentante di una civilta edonistica, che vi seduce con ardore durante la prima sera che trascorrete insieme, praticamente implorando il vostro amplesso. Non capite che questo e ridicolo, impossibile, a meno che… be', a meno che non si tratti della conferma che stavamo cercando.»
Harlan aveva cercato le parole piu adatte per esprimere il suo sdegno.
«Intendete dire che lei si sarebbe venduta…»
«Perche usate un'espressione simile? In questo Secolo, tutto cio che riguarda il sesso non costituisce alcun motivo di vergogna. I rapporti sessuali sono liberi e normali. L'unica cosa strana e che lei abbia scelto voi come partner, e ha fatto questo per ottenere la vita eterna. E chiaro.»
E Harlan, in piedi, con le braccia alzate, le mani contratte, senza alcun pensiero razionale in mente, senza alcun pensiero a parte quello di strozzare e fare tacere Finge, si era gettato contro il Calcolatore, come una furia.
Finge si era affrettato a indietreggiare. Aveva impugnato un disintegratore, fissando Harlan con volto livido, tremante:
«Non mi toccate! Indietro!»
Harlan aveva conservato il minimo di raziocinio sufficiente a farlo fermare. Il suo corpo era stato coperto di sudore, il suo respiro era stato affannoso.
Finge aveva detto, in tono incerto:
«Vi conosco molto bene, sapete, e avevo previsto che la vostra reazione avrebbe potuto essere violenta. Vi avverto che sono pronto a sparare, se sara necessario.»
«Uscite,» aveva detto Harlan, seccamente.
«Usciro subito. Ma prima dovete ascoltarmi. Per avere tentato di assalire un Calcolatore, siete passibile di declassificazione, e di perdere il vostro grado di Tecnico, ma sono disposto a lasciar correre. Dovete pero capire che non mento. La Noys Lambent della nuova Realta, qualunque cosa possa diventare o rimanere, non avra piu quella superstizione. L'intero scopo del Mutamento sara quello di spazzare via la superstizione. E senza di essa, Harlan,» la voce di Finge era stata quasi beffarda, «Com'e possibile che una donna come Noys desideri un uomo come voi?»
Il Calcolatore si era ritirato, camminando a ritroso, verso la porta, tenendo sempre spianato il disintegratore.
Sulla soglia si era fermato nuovamente, e aveva rivolto ad Harlan un sorriso beffardo.
«Naturalmente, Harlan, se voi l'aveste adesso, potreste godervela. Potreste mantenere la vostra relazione, e formalizzarla. Certo, se l'aveste adesso. Ma il Mutamento avverra presto, Harlan, e dopo il Mutamento non l'avrete piu. Che peccato, eh, Harlan, che il presente non possa durare, neppure nell'Eternita?»
Ma Harlan non lo aveva piu ascoltato. Alla fine Finge aveva vinto, e se ne era andato con la certezza di essere padrone della situazione. Harlan aveva fissato il pavimento, umiliato, e quando aveva sollevato di nuovo lo sguardo, non aveva piu visto il Calcolatore… e non aveva saputo se il tempo che era passato fosse stato di cinque secondi o di quindici minuti.
Le ore erano passate come in un incubo, e Harlan si era sentito prigioniero nelle celle anguste della propria mente. Tutto cio che aveva detto Finge era stato vero, di una chiarezza evidente. La mente di Osservatore di Harlan aveva potuto ripercorrere i momenti della sua relazione con Noys, quella relazione breve e insolita, e tutto cio che era accaduto aveva assunto una prospettiva diversa.
Non era stata un'infatuazione istantanea, un amore a prima vista. E come aveva potuto credere il contrario? Un'infatuazione… per un uomo come lui?
No, naturalmente. Harlan aveva sentito il bruciore delle lacrime nei suoi occhi, e si era sentito sommerso dall'umiliazione e dalla vergogna. Com'era stato evidente, in quel momento… l'intera faccenda era stata dettata da un freddo calcolo. La ragazza aveva avuto certe qualita fisiche indiscutibili, e nessun principio morale le aveva impedito di servirsene. Cosi aveva usato il proprio corpo, e questo non aveva avuto niente a che fare con Andrew Harlan come persona. Lui aveva semplicemente rappresentato le sue idee distorte sull'Eternita e sulla vita eterna.
Meccanicamente, le dita di Harlan avevano accarezzato i volumi della sua piccola libreria. Ne aveva preso uno a caso, e lo aveva aperto, senza vedere chiaramente di che cosa si fosse trattato.
Le righe di stampa erano state indistinte. I colori sbiaditi delle illustrazioni erano stati solo delle macchie brutte e informi.
Perche Finge si era preso il disturbo di raccontargli tutte quelle cose?
Non era stato obbligato a farlo. Un Osservatore, o chiunque fosse stato investito dei compiti di Osservatore, non avrebbe mai dovuto sapere i risultati raggiunti in virtu della sua Osservazione. Questa regola era stata creata per conservare l'utilita di quegli strumenti obiettivi che erano appunto gli Osservatori.
Finge aveva detto quelle cose per annientarlo, naturalmente; era stata la misera, meschina vendetta di un uomo geloso!
Harlan aveva distrattamente sfogliato le pagine delle vecchie riviste. Davanti ai suoi occhi aveva visto la riproduzione, in un rosso chiassoso, di un'automobile, simile ai veicoli caratteristici del 45°, del 182°, del 590° e del 984°, oltre che a quelli del tardo Primitivo. Un congegno abbastanza comune, con un motore a combustione interna. Nel Primitivo, l'energia motrice era stata data da derivati del petrolio naturale, e le ruote erano state protette da gomma naturale. Naturalmente, nei Secoli successivi era stato tutto diverso.
Era stato lo stesso Harlan a spiegarlo a Cooper. Era stata una vera e propria discussione, e in quel momento, malgrado l'umiliazione e la sofferenza prodotte dalla rivelazione di Finge, Harlan aveva ricordato quel colloquio. Strano ricordo, per un momento come quello. Eppure nella mente di Harlan si erano formate delle immagini chiare, precise… immagini che avevano riempito lo spazio vuoto lasciato dall'umiliazione.
«Queste pagine di pubblicita,» aveva detto, «Ci dicono sul Primitivo molto piu di quanto non ci venga rivelato dai cosiddetti articoli informativi che appaiono sulla stessa rivista. Gli articoli partono dal presupposto di una conoscenza degli elementi sui quali si basa il mondo di cui si occupano. Vengono usati dei termini che l'articolista ritiene superfluo spiegare. Cosa significa il termine 'palla da golf', a esempio?»
Cooper si era affrettato a dichiarare la propria ignoranza.
Harlan aveva proseguito, allora, con il tono didattico che spesso aveva assunto in circostanze analoghe.
«Possiamo dedurre che si trattasse di una piccola sfera di tipo imprecisato, dalla natura dei casuali riferimenti che troviamo piu avanti. Sappiamo che viene usata in un gioco, se non altro perche se ne parla in una sezione che ha come titolo generale 'Sport'. Possiamo dedurre anche altri fatti… a esempio, che essa venga colpita da un lungo bastone, e che lo scopo del gioco sia quello di mandarla in una buca nel terreno. Ma perche preoccuparci di deduzioni e complessi ragionamenti? Osserva questo annuncio pubblicitario! Il suo proposito e semplicemente quello d'indurre i lettori a comprare la palla, ma a questo scopo ci viene fornita una perfetta, soddisfacente immagine di un esemplare, con una sezione che ci mostra la sua struttura interna.»
Cooper, venuto da un Secolo nel quale la pubblicita non aveva proliferato come negli ultimi Secoli del Primitivo, aveva faticato a comprendere l'importanza della cosa. Aveva detto:
«Non e piuttosto disgustoso notare come questa gente si vantasse delle proprie cose? Chi puo essere cosi sciocco da credere agli elogi fatti da una persona interessata e dedicati al prodotto dal quale intende trarre un guadagno? Potrebbe mai ammetterne dei difetti? Potrebbe mai arrestarsi di fronte alle piu evidenti esagerazioni?»
Harlan, il cui Secolo natale aveva conosciuto una fiorente industria della pubblicita, aveva inarcato le sopracciglia, con aria tollerante, e si era limitato a dire:
«Devi semplicemente accettare il fatto. Era il loro sistema, e noi non discutiamo mai gli usi e costumi di un'epoca, a meno che non producano un danno rilevante sul genere umano nella sua totalita.»
Poi la mente di Harlan era ritornata alla sua situazione contingente, ed egli era ritornato al presente, con gli occhi fissi sull'annuncio pubblicitario dell'automobile sulla vecchia rivista. Si era domandato, pervaso da un'improvvisa eccitazione: Quei pensieri che mi hanno attraversato la mente erano cosi irrilevanti? O stavo semplicemente cercando, sia pure in maniera tortuosa, un sistema per uscire dalle tenebre, e ritornare da Noys?
Pubblicita! Un sistema per costringere i riottosi ad allinearsi. A un costruttore di automobili poteva importare l'intenzione originale del possibile cliente, il desiderio sincero e spontaneo per i suoi prodotti? Se il possibile cliente (era questa la parola giusta!) poteva essere indotto con la persuasione o con altri metodi occulti o palesi a desiderare il prodotto offerto, non aveva alcuna importanza il suo desiderio originario! Questa era stata la filosofia dell'epoca, e la filosofia della pubblicita.
Dunque, che importanza poteva avere, per lui, il fatto che Noys lo avesse amato per passione o per calcolo? Aveva pensato, in quel momento, alla piu semplice tra le risposte. Se lui avesse potuto rimanere con lei per il tempo sufficiente, lei avrebbe cominciato ad amarlo. Avrebbe fatto in modo che lei imparasse ad amarlo, e, alla fine, quello che aveva importanza era l'amore, e non le sue motivazioni. In quel momento, Harlan aveva provato il desiderio di poter leggere qualcuno dei romanzi Temporali che Finge aveva menzionato con tanto disprezzo.
Harlan aveva stretto i pugni, perche un pensiero improvviso gli aveva attraversato la mente. Se Noys aveva scelto lui, Harlan, per ottenere l'immortalita, se era stato questo il motivo che l'aveva indotta a fare all'amore con lui, il significato era uno solo: lei non aveva ancora fatto cio che aveva ritenuto necessario per assicurarsi la vita eterna. Non aveva fatto all'amore con nessun Eterno, prima di Harlan. E questo aveva un solo significato: la sua relazione con Finge era stata soltanto la normale relazione tra una segretaria e il suo principale. Altrimenti, non avrebbe avuto alcun bisogno di Harlan.
Tuttavia, Finge doveva avere tentato… certamente aveva tentato… (Harlan non era riuscito a completare quel pensiero, neppure nell'angolo piu segreto della sua mente.) Finge avrebbe potuto dimostrare l'esistenza della superstizione servendosi della propria persona. Quel pensiero doveva essergli passato per la mente… sarebbe stato impossibile il contrario, con la continua, provocante presenza di Noys, che aveva costituito una perenne tentazione. Percio, lei doveva avere rifiutato le attenzioni del Calcolatore.
Cosi Finge era stato costretto a servirsi di Harlan, e Harlan era riuscito. Ed era stato per quel motivo che Finge, spinto dalla gelosia, aveva provato la necessita di torturare Harlan con quelle insinuazioni… Era stato per questo che Finge aveva spiegato al Tecnico che i motivi di Noys erano stati pratici, e che in una Realta diversa Noys non avrebbe piu voluto saperne di lui.
Eppure Noys aveva rifiutato di cedere a Finge, anche con la vita eterna in palio, e aveva accettato Harlan. Aveva avuto questa scelta, e aveva scelto Harlan. Cosi non si era trattato esclusivamente di un calcolo. Anche il sentimento aveva avuto una parte nella decisione.
I pensieri di Harlan si erano fatti confusi e disordinati, caotici e turbinosi, e il Tecnico aveva sentito aumentare in lui la determinazione e l'entusiasmo.
Lui doveva averla, e subito, aveva pensato. Prima di qualsiasi Mutamento di Realta. Che cosa gli aveva detto Finge, beffardo… Peccato che il presente non possa durare, neppure nell'Eternita?
Ma era proprio cosi? Era proprio cosi? si era domandato Harlan.
In quel momento, il Tecnico aveva capito che cosa avrebbe dovuto fare. Le pesanti, meschine provocazioni di Finge lo avevano gettato in uno stato mentale nel quale era gia stato preparato al delitto, e le ultime parole di scherno del Calcolatore gli avevano ispirato, per lo meno, la natura del delitto che avrebbe dovuto commettere.
Dopo avere preso la decisione, non aveva sprecato un solo secondo. Era stato con gioia, e con eccitazione, che Harlan era uscito dalle sue stanze, quasi di corsa, per commettere uno dei massimi delitti possibili contro l'Eternita.