Harlan era fermo sulla soglia del tempo, e pensava a se stesso in modi diversi dal solito. Era tutto nuovo, adesso. Ed era stato cosi semplice, una volta. C'erano stati degli ideali, o almeno dei principi, ai quali attenersi e per i quali vivere. Ogni stadio della vita di un Eterno aveva una ragione. Come cominciavano i Principii Fondamentali…?
«La vita di un Eterno si puo dividere in quattro parti…»
Si era svolto tutto perfettamente, senza scosse, eppure tutto era cambiato per lui, e quello che era stato rotto non poteva essere piu ricostruito.
Eppure lui era passato con fede attraverso le quattro parti della vita di un Eterno. Prima, c'era stato un periodo di quindici anni, durante il quale non era stato affatto un Eterno, ma solo un abitante del Tempo. Solo un essere umano uscito dal Tempo, un Temporale, poteva diventare un Eterno; nessuno poteva nascere tale.
All'eta di quindici anni era stato scelto dopo un accurato processo di eliminazione e selezioni, della cui natura, allora, Harlan non aveva avuto alcuna cognizione. Era stato portato oltre la cortina dell'Eternita, dopo un ultimo, disperato addio alla sua famiglia. (Anche allora gli era stato chiaramente spiegato che qualsiasi cosa fosse accaduta, lui non avrebbe potuto mai piu ritornare. Il vero motivo lo avrebbe appreso, pero, dopo molto tempo).
Una volta entrato nell'Eternita, aveva studiato per dieci anni come Cucciolo, e poi si era diplomato ed era entrato nel suo terzo periodo come Osservatore. Era stato solo dopo questo periodo che lui era diventato uno Specialista e un vero Eterno. La quarta e ultima parte della vita di un Eterno: Temporale, Cucciolo, Osservatore e Specialista.
E lui, Harlan, aveva passato tutto questo con tanta facilita… e avrebbe potuto aggiungere, con tanto successo…
Ricordava con tanta chiarezza il giorno in cui il suo addestramento di Cucciolo era terminato, il momento in cui lui e i suoi compagni erano diventati membri indipendenti dell'Eternita, il momento in cui, anche se privi di Specializzazione, essi avevano meritato il titolo legale di «Eterno».
Ricordava tutto, cosi vividamente. Finita la scuola, non piu Cucciolo, era stato in piedi, insieme ai cinque compagni che avevano terminato il periodo di addestramento insieme a lui, con le mani strette dietro la schiena, le gambe un po' divaricate, gli occhi attenti, e aveva ascoltato le parole dell'Istruttore Yarrow.
Dietro la scrivania, con gli occhi fissi su di loro, l'Istruttore Yarrow aveva parlato. Harlan ricordava bene quell'uomo piccolo, nervoso, con i capelli sempre in disordine, le braccia cosparse di efelidi, un'espressione strana negli occhi, un'espressione di smarrimento e di sconfitta. (Non era insolita, quell'espressione di smarrimento negli occhi di un Eterno… lo smarrimento di chi aveva perduto la casa e le origini, la nostalgia inconfessata e inconfessabile che si provava per un Secolo, l'unico Secolo che non si sarebbe mai potuto visitare… quel Secolo che era precluso per sempre a chi aveva la possibilita di conoscere tutti gli altri Secoli…)
Harlan non ricordava le esatte parole pronunciate da Yarrow, naturalmente, ma la loro sostanza era rimasta impressa nella sua memoria.
Yarrow aveva detto, in sostanza:
«Ora voi diverrete Osservatori. Non e una posizione di grande riguardo. Gli Specialisti lo considerano un lavoro da ragazzi. Forse voi Eterni,» (aveva fatto una pausa, deliberatamente, dopo questa parola, per dare a ciascuno di loro la possibilita di raddrizzare le spalle e di sorridere di gioia). «Forse voi Eterni pensate la stessa cosa. In questo caso, siete degli idioti che non meritano di essere Osservatori.
«I Calcolatori non avrebbero Calcoli da fare, i Progettisti di Vita non avrebbero vite da sviluppare, i Sociologi non avrebbero societa delle quali tracciare il profilo, nessuno degli Specialisti avrebbe del lavoro da svolgere, se non ci fossero gli Osservatori. So che avete gia sentito dire queste cose, ma desidero che si imprimano nella vostra mente, che siano ben chiare fin dall'inizio.
«Sarete voi giovani a ritornare nel Tempo, nelle condizioni piu difficili, per riportarne dei fatti. Dei fatti freddi, obiettivi, impersonali, che non dovranno essere minimamente influenzati dalle vostre opinioni e dalle vostre simpatie, ricordatelo bene! Dei fatti sufficientemente accurati da poter essere immessi nelle macchine Calcolatrici. Dei fatti sufficientemente circostanziati, da permettere di tracciare le equazioni sociali. Dei fatti sufficientemente esatti da formare la base di un Mutamento di Realta.
«E ricordate anche questo: il periodo di Osservatore non e un periodo da superare il piu in fretta possibile e senza mettersi troppo in vista. E da quanto farete come Osservatori che dipendera la vostra carriera. Non cio che avete fatto a scuola, ma cio che farete come Osservatori determinera la vostra Specialita e il grado che raggiungerete in essa. Questa sara la vostra universita, Eterni, e ogni insuccesso come Osservatori, anche minimo, vi fara assegnare alla Manutenzione, per quanto possano apparire potenzialmente brillanti le vostre personalita. E tutto.»
Aveva stretto la mano a ciascuno di loro, e Harlan, serio, devoto, fiero, nella sua convinzione che tra i privilegi di un Eterno il piu grande fosse quello di assumersi la responsabilita della felicita di tutti gli esseri umani che esistevano o sarebbero esistiti nell'Eternita, aveva provato un senso di grandezza che la nuova condizione rendeva inevitabile.
I primi compiti affidati ad Harlan erano stati limitati, e si era trovato sempre sotto il diretto controllo degli esperti. Ma questi incarichi apparentemente umili avevano dato modo al giovane Eterno di affinare le proprie capacita e formarsi un'esperienza in una dozzina di Secoli, attraverso una dozzina di Mutamenti di Realta.
Dopo cinque anni di noviziato, gli era stata attribuita la qualifica di Osservatore Anziano, con un alto punteggio di merito; con la qualifica, era giunta anche l'assegnazione al 482°. Per la prima volta Harlan avrebbe potuto lavorare senza la supervisione di nessuno, e la consapevolezza di questo nuovo elemento lo aveva privato di buona parte della sua sicurezza, quando si era presentato a rapporto per la prima volta dal Calcolatore incaricato di quella Sezione.
Aveva conosciuto cosi l'Assistente Calcolatore Hobbe Finge, un uomo la cui bocca serrata e sospettosa e i cui occhi perennemente severi parevano ridicoli in un viso rubizzo, dal naso a patata, al quale mancavano solo un cappello rosso e una barba bianca per trasformarsi nell'immagine precisa del mito primitivo di Babbo Natale.
(…o di San Nicola, o di Santa Claus. Harlan conosceva tutti e tre gli antichi nomi, e dubitava che un Eterno su centomila li avesse mai sentiti menzionare. Fin dall'inizio Harlan aveva coltivato quel tipo di conoscenze arcane, provandone orgoglio segretamente, pur non ammettendolo. Dai primi giorni di scuola, egli aveva coltivato l'hobby della storia del Primitivo, e l'Istruttore Yarrow aveva incoraggiato questa sua passione. Alla fine Harlan aveva sviluppato un vero e proprio affetto per quei bizzarri Secoli pervertiti, che si trovavano non solo prima del principio dell'Eternita, nel 27°, ma addirittura prima dell'invenzione del Campo Temporale, che risaliva al 24°. Durante i suoi studi, si era servito di vecchi libri e di antichi giornali. Aveva perfino risalito il corso del tempo, spingendosi fino ai primi Secoli dell'Eternita, quando ne aveva ottenuto il permesso, per consultare delle fonti d'informazione migliori. Per oltre quindici anni aveva raccolto una biblioteca personale che aveva pochi confronti, composta quasi esclusivamente di opere stampate su carta. Possedeva un volume di uno scrittore chiamato H. G. Wells, un altro di un certo W. Shakespeare, dei libri di storia ormai logori e ingialliti. Il pezzo migliore della sua collezione era una raccolta completa delle annate di un settimanale d'informazione del Primitivo: quei volumi rilegati occupavano uno spazio spropositato, ma per motivi sentimentali Harlan non era mai riuscito a trovare la forza di ridurli in microfilm.
Gli capitava, a volte, di smarrirsi in un mondo ove la vita era vita, e la morte era morte; dove un uomo poteva rendere irrevocabili le proprie decisioni; dove il male non poteva essere impedito, ne il bene imposto, e dove la battaglia di Waterloo, essendo stata perduta, era realmente perduta per sempre. C'era perfino una poesia, che egli conservava come un tesoro, e che affermava come un dito, dopo avere scritto qualcosa, non avrebbe potuto ritornare indietro e disfare il proprio lavoro.
E in quelle circostanze era sempre difficile, era quasi uno choc, riportare i suoi pensieri all'Eternita, e a un universo nel quale la Realta era una cosa flessibile, che persone come lui potevano stringere in pugno e cambiare per farle assumere un aspetto migliore.)
Tutto questo era balenato nella mente dell'Osservatore Anziano Harlan, quando aveva notato la rassomiglianza tra il Calcolatore Finge e Babbo Natale… uno dei ricordi piu vividi di un tempo per lui passato…
L'illusione di trovarsi di fronte a un bonario Babbo Natale era svanita completamente quando Hobbe Finge gli aveva rivolto la parola in modo brusco e pratico:
«Potrete cominciare domani, con una ricognizione completa dell'attuale Realta. Voglio un lavoro buono, completo, e pertinente. Non sara permessa alcuna trascuratezza. La vostra prima Carta Spazio-temporale sara pronta domattina. Chiaro?»
«Si, Calcolatore,» In quel momento, Harlan aveva deciso che lui e l'Assistente Calcolatore Hobbe Finge non sarebbero diventati buoni amici, e non si era trattato di un pensiero piacevole.
Il mattino dopo Harlan aveva ricevuto la sua Carta, compilata nei complessi arabeschi di perforazioni che uscivano dal Computaplex. Aveva usato un traduttore tascabile per tradurre quei segni codificati in Intertemporale Standard, poiche non aveva voluto commettere neppure il minimo errore proprio all'inizio. Naturalmente, l'uso del traduttore sarebbe stato superfluo, perche Harlan aveva gia raggiunto lo stadio nel quale aveva potuto leggere direttamente il codice del Computaplex.
La Carta gli aveva spiegato dove e quando, nel mondo del 482° Secolo, avrebbe o non avrebbe potuto andare; che cosa avrebbe o non avrebbe potuto fare; che cosa avrebbe dovuto evitare a tutti i costi. La sua presenza doveva infatti limitarsi ai luoghi e ai momenti in cui non avrebbe danneggiato direttamente o indirettamente la Realta.
Il 482° non era mai stato un Secolo facile, per lui. Completamente dissimile dal suo Secolo natale, cosi austero e conformista, quella era stata un'epoca senza etica ne principi, almeno come Harlan li concepiva, un Secolo edonistico, materialista, piuttosto matriarcale; l'unica epoca (Harlan aveva controllato meticolosamente, ed era stata una ricerca lunga e faticosa) nella quale si praticava su vasta scala l'ectogenesi, e nel quale il 40% delle donne contribuivano alla generazione di nuove vite fornendo solo un ovulo fecondato. Il matrimonio nasceva e finiva per mutuo consenso tra i coniugi, e il suo valore legale era quello di un accordo personale privo di qualsiasi potere vincolante. L'unione ai fini della procreazione era, naturalmente, differenziata accuratamente dalle funzioni sociali del matrimonio, ed era dettata solo da principi genetici.
Harlan aveva giudicato quella societa malata, da cento diversi punti di vista, e matura per un Mutamento di Realta. Piu di una volta aveva pensato che la sua presenza in quel Secolo, come uomo di un'altra epoca, avrebbe potuto modificarne la storia. Se la sua presenza, che gia costituiva un turbamento, fosse stata abbastanza significativa in qualche punto chiave, un ramo diverso di probabilita sarebbe diventato reale, un ramo nel quale milioni di donne amanti del piacere sarebbero state trasformate in autentiche madri dai sentimenti puri. Si sarebbero ritrovate in una Realta nuova, con tutti i ricordi propri di quella nuova Realta, e non avrebbero potuto pensare, sognare, e neppure immaginare di essere state diverse.
Disgraziatamente, per fare questo, egli avrebbe dovuto uscire dai confini stabiliti dalla Carta Spazio-temporale, e questo sarabbe stato impensabile. E anche se non fosse stato cosi, uscire dai confini imposti in posizioni casuali avrebbe potuto cambiare la Realta in molti modi. Avrebbe potuto perfino peggiorarla. Solo un'analisi accuratissima, e un Calcolo preciso, potevano isolare con precisione assoluta la natura di un Mutamento di Realta.
Indipendentemente dalle sue opinioni personali, Harlan era rimasto esteriormente un Osservatore, e l'Osservatore ideale era semplicemente un insieme di terminali nervosi capaci di percepire la Realta, collegati a un meccanismo capace di fornire dei rapporti. Tra le percezioni e il rapporto non doveva esserci alcun intervento emotivo.
Sotto questo aspetto, i rapporti di Harlan erano stati perfetti.
L'Assistente Calcolatore Finge lo aveva convocato, dopo avere ricevuto il suo secondo rapporto settimanale.
«Mi congratulo con voi, Osservatore,» aveva detto Finge, con voce priva di calore. «Per la precisione e la chiarezza dei vostri rapporti. Ma che cosa pensate, in realta?»
Harlan aveva cercato rifugio in un'espressione impenetrabile, e il suo volto aveva cercato l'immobilita assoluta del legno scolpito del suo Secolo natale.
«Non ho opinioni personali.»
«Oh, andiamo. Voi siete del 95°, e sappiamo entrambi cosa significa questo. Certamente questo Secolo deve turbarvi.»
Harlan aveva scrollato le spalle.
«C'e qualcosa, nei miei rapporti, che vi induce a credere che io sia rimasto psicologicamente turbato?»
Era una risposta che sfiorava l'impudenza, e questo era stato evidente nel tamburellare nervoso delle dita del Calcolatore sulla scrivania. Finge aveva detto:
«Rispondete alla mia domanda.»
«Da un punto di vista sociologico, molte sfaccettature del Secolo rappresentano un estremo,» aveva risposto allora Harlan. «Gli ultimi tre Mutamenti di Realta avvenuti nei Secoli vicini hanno accentuato questo fenomeno. A suo tempo, credo che questa situazione debba essere corretta. Gli estremi non sono mai positivi.»
«Allora vi siete preso il disturbo di controllare le Realta passate del Secolo.»
«Come Osservatore, devo controllare tutti i fatti pertinenti.»
Si era trattato di una risposta definitiva. Harlan, naturalmente, aveva avuto il diritto e il dovere di controllare quei fatti. E Finge lo aveva saputo. Ogni Secolo veniva continuamente scosso dai Mutamenti di Realta. Nessuna Osservazione, per quanto meticolosa, poteva essere valida per molto tempo, senza un continuo riesame dei dati pertinenti. La normale procedura dell'Eternita era quella di mantenere sotto perenne Osservazione ogni Secolo. E per Osservare in maniera valida era necessario presentare non solo i fatti dell'attuale Realta, ma anche la loro relazione con quelli delle Realta precedenti.
Tuttavia Harlan aveva capito che l'interrogatorio non era stato semplicemente un atto di scortesia, da parte di Finge: e il Calcolatore gli era sembrato decisamente ostile.
In una circostanza successiva, Finge aveva detto ad Harlan, dopo essere entrato senza preavviso nel piccolo ufficio dell'Osservatore:
«I vostri rapporti producono un'impressione assai favorevole nel Consiglio d'Ogniquando.»
Harlan aveva interrotto il proprio lavoro, incerto, poi aveva detto:
«Vi ringrazio.»
«Tutti concordano nel dire che dimostrate un'insolita capacita di penetrazione.»
«Faccio del mio meglio.»
Finge aveva domandato, bruscamente:
«Avete mai conosciuto il Calcolatore Anziano Twissell?»
«Il Calcolatore Twissell?» Harlan aveva spalancato gli occhi. «No, signore. Perche me lo chiedete?»
«Sembra interessato ai vostri rapporti in maniera particolare.» Finge aveva abbassato il capo, imbronciato, cambiando subito argomento. «A me sembra che abbiate creato una vostra filosofia, un vostro punto di vista sulla storia.»
La tentazione era stata forte, per Harlan. Vanita e prudenza avevano combattuto brevemente, e la vanita aveva vinto.
«Ho studiato la storia del Primitivo, signore.»
«Storia del Primitivo? A scuola?»
«No, non esattamente, Calcolatore. Per conto mio. E il mio… il mio hobby. E come osservare la storia mentre questa e fissa, immobile! E possibile studiarla nei minimi particolari, mentre i Secoli dell'Eternita sono in continuo mutamento.» Quel pensiero aveva dato un certo calore alla sua voce. «E come se noi prendessimo una serie di immagini da un libro-film, e dedicassimo a ciascuna uno studio approfondito. Vedremmo molte cose che ci sfuggirebbero, se osservassimo lo svolgersi normale del film. Credo che questo mi aiuti molto, nel mio lavoro.»
Finge lo aveva fissato con evidente stupore, dilatando un poco gli occhi, ed era uscito senza fare commenti.
Il Calcolatore aveva rispolverato l'argomento in occasioni successive, rivolgendo ad Harlan domande sulla storia del Primitivo, e aveva ascoltato i commenti riluttanti dell'Osservatore senza mostrare alcuna espressione indicativa sul viso rubizzo.
In quelle condizioni, Harlan non aveva saputo decidere se pentirsi di avere rivelato il suo hobby segreto, o se quella faccenda avrebbe potuto affrettare la sua carriera di Eterno.
Aveva deciso per la prima ipotesi quando, incontrandolo un giorno nel Corridoio A, Finge aveva detto improvvisamente, in modo da farsi sentire anche dagli altri:
«Per il grande Tempo, Harlan, ma voi non sorridete mai?»
E Harlan aveva capito che Finge lo odiava. Era stato un pensiero sconvolgente. Da allora, i suoi sentimenti per Finge non erano certo migliorati… se il Calcolatore lo odiava, Harlan detestava quell'individuo.
Tre mesi di meticolose ricerche nel 482° avevano esaurito buona parte degli obiettivi meritevoli di attenzione, percio Harlan non si era sorpreso quando era stato convocato senza preavviso nell'ufficio di Finge. Gia da qualche tempo si era aspettato un nuovo incarico. Aveva preparato il suo rapporto finale gia da alcuni giorni. Il 482° desiderava ardentemente esportare piu cellulosa nei Secoli ove le foreste erano state eliminate, come nel 1174°, ma non era disposto ad accettare in cambio del pesce affumicato. Un lungo elenco di fatti analoghi completava il rapporto, nell'ordine esatto e con le debite analisi.
Aveva portato con se una bozza del rapporto.
Invece, non si era accennato neppure marginalmente al 482°. Con grande sorpresa di Harlan, Finge lo aveva presentato a un vecchietto rinsecchito e canuto, dai capelli radi, e con una faccia da gnomo, che per tutto il colloquio aveva conservato un perenne sorriso. Quel sorriso aveva espresso diversi sentimenti, variando d'intensita a seconda dei momenti… in una gamma che andava dall'ansia alla giovialita… ma non era mai scomparso del tutto dal volto grinzoso. Il vecchio aveva tenuto tra due dita ingiallite una sigaretta accesa.
Si era trattato della prima sigaretta che Harlan avesse mai visto, altrimenti egli avrebbe prestato piu attenzione all'uomo e meno attenzione a quel cilindro fumante, e sarebbe stato quindi preparato alla presentazione di Finge.
Finge aveva detto:
«Calcolatore Anziano Twissell, questi e l'Osservatore Andrew Harlan.»
Lo sguardo di Harlan era passato dalla sigaretta al volto del vecchio, e la scossa era stata enorme.
Il Calcolatore Anziano Twissell aveva detto, con una vocetta acuta:
«Piacere, ragazzo. Cosi saresti tu il giovanotto che scrive quegli eccellenti rapporti?»
Harlan non era riuscito a ritrovare la voce. Laban Twissell era una leggenda, un mito vivente. Era il piu grande Calcolatore dell'Eternita, un modo come un altro per dire che si trattava del piu eminente Eterno vivente. Era il decano del Consiglio d'Ogniquando. Aveva diretto piu Mutamenti di Realta di chiunque altro in tutta la storia dell'Eternita. Era… aveva…
Harlan non era riuscito a controllare i propri pensieri. Aveva chinato il capo, con un sorriso impacciato, e non aveva detto niente.
Twissell aveva portato la sigaretta alle labbra, aspirando una boccata nervosa di fumo, e poi aveva abbassato la mano.
«Lasciaci soli, Finge. Voglio parlare al ragazzo.»
Finge si era alzato in piedi, aveva mormorato qualcosa, e se ne era andato.
Twissell aveva detto:
«Mi sembri nervoso, figliolo. Non hai alcun motivo per esserlo, pero, ti assicuro.»
L'avere incontrato a quel modo Twissell era stato uno choc. Era sempre sconcertante scoprire che qualcuno al quale si e sempre pensato come a un gigante, in realta e alto poco piu di un metro e sessanta. Il cervello di un genio poteva nascondersi dietro un aspetto di vecchio nano grinzoso dai radi capelli bianchi? Gli occhietti affondati in un reticolato di rughe scintillavano piu di buon umore o piu d'intelligenza?
Harlan non aveva saputo trovare una risposta a questi interrogativi. La sigaretta gli era parsa in disaccordo con l'intelligenza… e quello spettacolo inusitato gli aveva impedito di pensare chiaramente. Uno sbuffo di fumo lo aveva raggiunto, e Harlan aveva socchiuso gli occhi per un momento.
Twissell aveva socchiuso gli occhi a sua volta, fino a ridurli a due sottili fessure, e aveva domandato, usando il dialetto del decimo millennio con un accento pesante e orribile:
«Tu meglio sentire se in tuo dialetto io parlare?»
Harlan aveva faticato a trattenere una risata un po' isterica, e aveva risposto, lentamente, non fidandosi ancora della propria voce:
«Parlo benissimo l'Intertemporale Standard, signore.» Lo aveva detto nell'Intertemporale che lui e tutti gli altri Eterni che aveva conosciuto avevano usato, dai primi mesi che lui aveva passato nell'Eternita.
«Sciocchezze,» aveva detto imperiosamente Twissell. «A che serve l'Intertemporale? Il mio decimillennario e piu che perfetto.»
Probabilmente, pero, il vecchio non doveva avere usato i dialetti locali dei vari Secoli ormai da piu di quarant'anni.
Ma dopo avere fatto quell'affermazione, con evidente soddisfazione, Twissell si era accontentato, e aveva proseguito usando l'Intertemporale.
«Ti offrirei una sigaretta,» aveva detto. «Ma sono sicuro che tu non fumi. L'abitudine di fumare e disapprovata in quasi tutti i periodi storici, anzi, devo dire che solo nel 72° si producono buone sigarette, e io devo importare quelle che fumo proprio di la. Questo te lo dico a titolo di suggerimento, nel caso tu diventassi un fumatore. E una faccenda difficile. La settimana scorsa, sono rimasto nel 123° per due giorni. Sai che mi era proibito fumare perfino nella Sezione d'Eternita destinata al 123°? Gli Eterni di quella Sezione avevano adottato le usanze locali. Se io avessi acceso una sigaretta, avrebbero reagito come a un terremoto. A volte mi viene voglia di calcolare un grande Mutamento di Realta, per spazzare via tutti i tabu sul fumo in tutti i Secoli; solo che un Mutamento di Realta di queste dimensioni produrrebbe delle guerre nel 58° o una societa basata sullo schiavismo nel 1000°. Ci sono sempre delle complicazioni.»
Inizialmente Harlan era rimasto sconcertato, poi la perplessita si era trasformata in apprensione: quelle chiacchiere apparentemente prive di senso avevano certo nascosto qualche tranello.
Aveva sentito un nodo alla gola… ma era riuscito ugualmente a trovare la voce per formulare una domanda:
«Posso domandarvi per quale motivo avete voluto incontrarmi, signore?»
«Mi piacciono i tuoi rapporti, ragazzo.»
C'era stato uno scintillio di soddisfazione negli occhi di Harlan, ma il suo volto era rimasto impassibile.
«Grazie, signore.»
«Hanno il tocco dell'artista, Sei un intuitivo, un percettivo. Credo di conoscere il tuo giusto posto nell'Eternita, e sono venuto qui a offrirtelo.»
Harlan aveva pensato: Non posso crederlo.
Aveva cercato di mantenere fredda la sua voce, senza alcuna nota di trionfo.
«E un grande onore che mi fate, signore.»
Intanto il Calcolatore Anziano Twissell, avendo finito la sigaretta, ne aveva presa un'altra con la mano sinistra, accendendola prima che Harlan fosse riuscito a seguire il movimento. Tra una boccata di fumo e l'altra, Twissell aveva detto al giovane Osservatore:
«Per l'amore del Tempo, ragazzo, devi proprio parlare come un manuale? Un grande onore… bah! Parole, sciocchezze. Cerca di dirmi quello che provi in parole semplici e chiare. Sei contento?»
«Si, signore,» aveva risposto Harlan, prudentemente.
«Va bene. Ne hai tutti i motivi. Che ne diresti di diventare un Tecnico?»
«Un Tecnico!» aveva esclamato Harlan, facendo un balzo sulla sedia.
«Resta seduto. Seduto! Mi sembri sorpreso.»
«Non mi aspettavo di diventare un Tecnico, Calcolatore Twissell.»
«No,» aveva notato seccamente Twissell. «Chissa per quale motivo, nessuno se lo aspetta. Si aspettano tutto, all'infuori di questo. Eppure e cosi difficile trovare dei Tecnici, e ce n'e sempre bisogno. Tutte le Sezioni dell'Eternita ne chiedono… e non ne hanno mai abbastanza.»
«Non credo di essere adatto.»
«Vuoi dire che non ti senti adatto ad accettare un lavoro che puo darti dei fastidi. Per il Tempo, se tu sei devoto all'Eternita come credo, non devi badare a questo. Cosi gli stupidi ti eviteranno, e sentirai di essere circondato dal loro ostracismo. Ebbene, farai l'abitudine anche a questo. E avrai la soddisfazione di sapere che sei necessario, disperatamente necessario. A me.»
«A voi, signore? A voi personalmente?»
«Si.» Il sorriso di Twissell si era fatto astuto, in quel momento. «Tu non diventerai semplicemente un Tecnico qualunque. Sarai il mio Tecnico personale. Avrai uno status particolare, e un regolamento particolare. Come ti sembra la mia offerta, adesso?»
«Non saprei, signore. Potrei non essere qualificato.»
Twissell aveva scosso il capo, con fermezza.
«Io ho bisogno di te: sei esattamente l'uomo di cui ho bisogno. I tuoi rapporti mi danno la sicurezza che tu possiedi quello di cui ho bisogno qui.» Coll'indice ricurvo si era battuto per un momento la fronte calva. «I tuoi punteggi di Cucciolo sono buoni. Tutti i rapporti delle Sezioni per le quali hai lavorato come Osservatore sono favorevoli. Infine, il rapporto di Finge ha chiarito ogni possibile dubbio, dandomi la certezza che tu sei adatto al lavoro.»
Queste parole avevano sorpreso enormemente Harlan.
«Il rapporto del Calcolatore Finge e stato favorevole?»
«Non te l'aspettavi?»
«Io… non saprei.»
«Ebbene, ragazzo, non ho detto che il rapporto fosse favorevole. Ho detto che mi ha dato la certezza che tu sei adatto al lavoro. In realta, il rapporto di Finge non e stato favorevole. Ha caldamente raccomandato di tenerti lontano da qualsiasi incarico relativo ai Mutamenti di Realta. Ha suggerito che, per la sicurezza dell'Eternita, sarebbe opportuno assegnarti alla Manutenzione.»
Harlan aveva ascoltato queste parole con sorda irritazione.
«Quali erano i motivi da lui addotti, signore?»
«Sembra che tu abbia un hobby, ragazzo: ti interessa la storia del Primitivo, eh?» Aveva fatto un largo gesto con il braccio, e Harlan aveva respirato una boccata di fumo, e aveva cominciato a tossire.
Twissell aveva aspettato che il ragazzo smettesse di tossire, e poi aveva aggiunto, in tono benevolo:
«Non e forse vero?»
«Il Calcolatore Finge non aveva alcun diritto…» aveva esclamato Harlan, irritato.
«Calma, calma. Ti ho rivelato il contenuto del rapporto perche si tratta del perno sul quale si basa la mia decisione: e proprio per questo che ho bisogno di te. In effetti, si tratta di un rapporto confidenziale, e tu devi dimenticare quanto ti ho rivelato. Per sempre, ragazzo.»
«Ma cosa c'e di male a interessarsi di storia del Primitivo?»
«Finge ritiene che questo interesse riveli in te una forte Nostalgia del Tempo. Capisci, ragazzo?»
E come avrebbe potuto non capire? La lingua degli psichiatri era facile da comprendere e da ricordare; era impossibile dimenticare certi elementi, soprattutto quella definizione. Si pensava infatti che ogni membro dell'Eternita provasse il desiderio, aumentato dalla necessita di sopprimerlo radicalmente in ogni sua manifestazione, di ritornare, non necessariamente nel proprio Tempo di origine, ma almeno in qualche altro Tempo ben definito; ritornare a fare parte di un Secolo, piuttosto che continuare a essere un viaggiatore, un esule del tempo, condannato a vagabondare attraverso tutte le epoche. Naturalmente, in quasi tutti gli Eterni questo desiderio rimaneva latente, confinato nei recessi insondabili del subcosciente.
«Non credo che sia questa la spiegazione, nel mio caso,» aveva risposto lentamente Harlan.
«Neppure io lo credo. Anzi, ti diro che io considero il tuo hobby interessante e utilissimo. Come ho gia detto, e per questo motivo che ho bisogno di te. Desidero che tu insegni a un Cucciolo che ti faro conoscere tutto quello che sai, e tutto quello che potrai imparare, sulla storia del Primitivo. Nel frattempo, tu sarai anche il mio Tecnico personale. Comincerai tra qualche giorno. Accetti?»
Se lui accettava? La domanda aveva sbalordito Harlan. Avere la possibilita di imparare tutto cio che era possibile scoprire sul periodo che precedeva l'Eternita… averne la possibilita, con tanto di permesso ufficiale, anzi, di incoraggiamento ufficiale!… Poter lavorare alle dirette dipendenze del piu grande Eterno che fosse mai esistito!… Di fronte a queste prospettive, perfino la condizione sgradevole del Tecnico pareva sopportabile.
La sua prudenza, pero, non lo aveva completamente abbandonato. Aveva detto infatti, in tono incerto:
«Se questo e necessario per il bene dell'Eternita, signore…»
«Per il bene dell'Eternita?» aveva esclamato il vecchio Calcolatore dalla faccia da gnomo, con improvvisa foga. Aveva gettato via la sigaretta con tanta energia da farla sbattere contro la parete opposta, seminando una pioggia di scintille. «Ho bisogno di te perche l'Eternita possa esistere!»