A un somaro del paese dei bugiardi che ruggiva per parere un leone
Una volta c'era un somaro
che non sapeva di essere un somaro.
«Forse, — pensava una sera, —
sono un elefante:
difatti, non ho la criniera.
Non sono una pecora
perché non belo,
non sono un passero
perché non volo in cielo,
non sono un avvocato
perché non vado in tribunale.
Ma che sarò: un ministro? un generale?
Tu, specchio, che ne dici?
Un ciuco? Ah, questo no:
ti insegnerò ad offendere gli amici!»
E tosto castigò
l'insolente specchietto
mandandolo con un calcio
in cento pezzi più un pozzetto.