30

È allibito. Ai piedi gli crescono radici contorte; i genitali gli si contraggono; lacrime infuocate gli solcano le guance. Questo sogno sta diventando troppo amaro. Il fuoco nel cespuglio è scomparso, lasciando nuvolette amare di fumo bianco. Infine, chiede: — Cosa posso fare per indurii a cambiare idea?

— Ben poco, penso. — La voce proviene dalla zona di cielo che è esattamente sopra la sua testa. Così Errore è ancora con lui, da qualche parte.

Clay si muove, si agita, suda, è nervoso. — Perché vogliono fuggirmi? Sono così terribile? Sono proprio un mostro?

Una lunga pausa.

— Sai che porti dentro di te una nube gelida di crudeltà e disarmonia. Sai che sei capace di essere crudele, vendicativo, infedele, violento, irascibile, geloso, scortese, irrazionalmente ostile, e aspro.

Clay fissa il cielo. Sputa verso l’alto. Poi, con maggior umiltà, chinando la testa risponde: — Sono solo un primitivo! Sono un semplice preistorico. Non ho chiesto io di venire qui. Faccio del mio meglio, ma sono fatto di materiale scadente, pieno di imperfezioni, e impurità. Dovrei scusarmi per questo? Non è colpa mia se sono imperfetto. In ogni modo, questo cos’ha a che fare con gli Sfioratori e con la morte?

— È difficile rimanere a lungo con te — spiega Errore. — Porti molto dolore, dentro di te. Tuo malgrado, condividi questo peso con i tuoi amici. L’hai condiviso con gli Sfioratori. Hai fatto loro del male, sei stato più di quanto potessero sopportare, capisci?

— Non ne sono mai stato consapevole. — Con tono di sfida, non di scusa.

— Esattamente.

Clay tira un calcio al terreno riarso. Strappa una piantina e la sente scoppiettare e sibilare. La butta distrattamente via. — Avrebbero benissimo potuto dirmi personalmente queste cose — dice, ferito. — Avrebbero potuto insegnarmi a innalzarmi sopra me stesso. Sono come dèi, vero? Potevano benissimo affrontare una semplice bestia proveniente dal passato. E tu dici che preferiscono morire, per fuggirmi…

— Non è facile come tu pensi, per loro…

— …Per cercare di evitarmi in ogni modo possibile, compresa la morte…

— …Non è facile cambiarti — gli dice Errore. — Anche loro hanno i loro limiti. Così, se ne vanno.

Perché?

Errore si materializza per un attimo sotto forma di un ammasso di palpebre che circondano un occhio, e dà in un singhiozzo. — Per disperazione — dice. — Stravolti dallo shock. Si riconoscono in te. Tu sei il loro antenato. Fino a quando non sei arrivato non conoscevano la tua natura, e adesso che la conoscono, ti temono, perché tu sei in loro. Come sei in tutti noi. Così vanno a morire. Ne parlano come di un’allegra avventura. Per loro è proprio così: ma è anche, come capirai, una fuga.

La testa di Clay gira vorticosamente. C’è un nodo di tristezza in fondo alla sua gola. Si sta perdendo nella metafisica.

Cercando di raccogliere tutte le forze di cui dispone grida: — Come posso fare a convincerli a non farlo?

— Continui a chiederlo?

— Devo saperlo.

— Non ho una risposta.

— E chi ce l’ha? — strilla, con una fitta violenta al fegato.

— Chi ce l’ha? Chi ce l’ha? Chi ce l’ha? — Il singhiozzo di Errore diventa convulso. Clay si guarda intorno, ma non riesce più a trovarlo. Comincia a cadere una pioggia calda, e fitta. Cammina. Comincia a correre, ma i suoi piedi sono scomparsi, le caviglie si stanno sciogliendo, deve muoversi camminando sulle ossa delle ginocchia. Inspira coltelli. Suda acido. Vede un miraggio: gli Sfioratori che corrono davanti a lui, sciogliendosi, morendo, cantando, sorridendo. Come posso fare a impedirlo? chiede. Le parole gli ronzano turbinose nella testa, vorticando, sbattendo, scomparendo con un risucchio nel collo. Dietro di lui rimane il residuo polveroso di una risposta: Potresti tentare con gli Intercessori. Vertebre che scricchiolano. Clay annuisce. Gli Intercessori. Gli Intercessori. — Dove posso trovarli? — Ma naturalmente è di nuovo solo.

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