Ringraziamenti

Tra le persone che più mi sono state d’aiuto nelle ricerche per questo libro ci sono bambini e adulti autistici e le loro famiglie, che per anni hanno comunicato con me, di persona o per iscritto o mediante Internet. Durante il periodo di gestazione del libro ho preso le dovute distanze dalla maggior parte di queste fonti (togliendo il mio nome dalle liste di posta elettronica e di news group eccetera) allo scopo di salvaguardare la loro privacy. Siccome la mia memoria è tutt’altro che buona, non è probabile che elementi atti a identificare quelle persone siano tornati a emergere dopo anni di mancati contatti. Una di loro, però, ha voluto rimanere in rapporto con me mediante e-mail; sarò sempre in debito con lei per la generosità che ha dimostrato nel discutere problemi relativi all’invalidità, all’inclusione e alla percezione di persone non autistiche. Essa tuttavia non ha (ancora) letto il mio libro, quindi non è responsabile di alcuna sua parte.

Tra le persone che hanno scritto opere su questo argomento, devo la massima riconoscenza a Oliver Sacks, i cui numerosi testi di neurologia portano l’impronta non solo del sapere ma anche della carità, e a Temple Grandin, la cui conoscenza di prima mano del fenomeno autistico mi è stata preziosa, oltre a essermi specialmente accessibile dato il mio interessamento di una vita al comportamento animale. I lettori che volessero procurarsi maggiori notizie sull’autismo possono consultare la bibliografia che compare nel mio sito Web.

J. Ferris Duhon, avvocato di grande esperienza per quanto riguarda la legislazione sul lavoro, mi ha aiutato a immaginare un ambiente legale ed economico in cui vengono stabiliti determinati principi per l’impiego di persone classificate come handicappate; tutte le altre eventuali implausibilità legali sono da addebitare a me, non a lui. J.B., J.H., J.K. e K.S. mi hanno fornito una visione dall’interno della struttura societaria e delle politiche di grandi multinazionali e di enti di ricerca; per ovvie ragioni hanno preferito quindi mantenere l’anonimato. David Watson è stato il mio consulente per la scherma, le associazioni che si dedicano a rievocazioni storiche e il protocollo dei tornei. Ripeto ancora che ogni inesattezza nei campi suddetti è da addebitare a me e non agli esperti del cui aiuto mi sono giovata.

La mia editor, Shelly Shapiro, ha saputo adoperare a mio beneficio le giuste dosi di fermezza e di licenza; e il mio agente Joshua Bilmes mi ha sostenuto con la sua fiducia nella mia abilità a portare a termine questo lavoro.

FINE
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