90 minuto

Egregio e distinto direttore, ho passato tutto il pomeriggio di ieri inchiodato davanti alla tivù.

Ho cominciato alle tredici, vestaglione di flanella, occhio catatonico da malato di mente, tavolinetto con frittatona di cipolle.

Peroni gelata, rutto libero, ma felicità solo apparente.

Senza la televisione, la mia vita sarebbe assolutamente insignificante: unica grande gioia della domenica pomeriggio sono le gambe e le chiappe della Cuccarini, che trovo irresistibile.


Io con lei, signorina Lorella, se solo mi concedesse una settimana di tempo a Londra, a Venezia, persino a Cologno Monzese, che è un posto sinceramente ripugnante, sarei disposto, mi creda, a commettere anche delle atrocità, una rapina in banca, fare a pezzi i miei vicini di casa, tagliarmi il mignolo della mano destra…

Ma la televisione, oltre a lei, mi offre anche motivi di comicità agghiacciante.

I commentatori di 90 minuto, per esempio.

Franco Strippoli da Lecce ha, sì, dei cravattoni scelti con bieca eleganza, ma il suo riportone va da orecchio a orecchio.

Basterebbe che una folata di vento entrasse nello studio per far garrire una coda di capelli che io stimo essere di quattro metri.

Castellotti da Torino, da quindici anni non sa decidersi: Tengo i baffi, tolgo i baffi, tengo i baffi, tolgo i baffi.

Una settimana la fa con i baffi, un'altra senza.

Penso che morirà in questo atroce dilemma.

Che nostalgia dei balbettamenti e dell'ansia insostenibile che comunicava Tonino Carino da Ascoli. Dove sei, vecchio amico? Non ti vedo più.

Non dirmi che hai fatto carriera.

Mi mancherai moltissimo.

M'han detto che sei diventato capo redattore della sede Rai di Ancona.

Marcello Giannini, fiorentino, dovrebbe parlare la lingua di Dante, ma sentite un suo preambolo: La Fiorentina essendo ed avendo con ciò voletti dire… scusate, stanno per partire le immagini, e ciò essendo, scusate molto, ma sono un po' confuso.

Non vedo più Bubba da Genova, che mi suscitava un'irresistibile voglia di morsicargli le ganasce. Alfredo Liguori ha lo stesso accento di Govi e non riesce a non piangere, quando perde la Sampdoria.

Luigi Necco da Napoli ha il talento di Eduardo e Peppino messi insieme.

Ma il capo di tutto il carrozzone, Fabrizio Maffei, che ha un tono che è una via di mezzo fra un messo comunale e un funzionario di pompe funebri, sembra tuttora schiacciato dal ricordo del povero Paolo Valenti.

Forse vive lo stesso stress che Cossiga ha vissuto per Pertini.

Raimondo Vianello, per me, è cotto di Kay Sandwik e le fa gli occhi da pesce, Maurizio Mosca ha la femminilità inespressa di una ballerina turca.

Helenio Herrera finirà il ciclo in camicia di forza.

Coscialunga Alba Parietti verrà violentata da Altafini.


E per oggi vi saluto e mi scuso molto con tutti, ma l'ho sempre detto che sono infelice e risentito come un gobbo.

Perdonatemi e abbiate pietà di me.

Dal più infelice dei guardatori di televisione.

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