Funari

Esatta signorina nobiluomo direttor dei direttori Welmar Poltroni, ormai la vedo dovunque, sa? Lei è prezzemolato.

Ma lei vuole proprio diventare un capo dei trasversali democratici? L'altra notte l'ho vista anche nella trasmissione dei carrieristi riformisti di Gad Lerner.

Ora io mi dico e stradico: ma come le è venuto in mente di dare spazio nel suo spettabile giornale a uno stronzo come quell'odioso panzone di Paolo Villaggio? Vede, lui, brutto com'è, deve essere sicuramente cattivo come un gobbo, e risentito come un nano, eppoi non dimentichiamo che è un comico che non fa ridere.

E ora lei mi compie un sacrilegio.

Si permette di promuovere a giornalista di prima pagina una merdaccia di questo tipo.

Ma lei vuole offendere tutti gli addetti ai lavori, tutti i giornalisti veri, tutti i veri intellettuali che vegetano in Italia? E allora Vittorio Zincone sul Corrierone e Asor Rosa su Repubblica e la Rossana Rossanda sul Manifesto, giù a dirci che ormai fanno opinione dei poveracci.

E hanno fatto bene a dircelo.

La Rossanda in particolare giustamente lamenta che su l'Unità un tempo scriveva un grande filosofo come Antonio Gramsci e ora purtroppo un guitto di merda, e perdipiù, mi creda, lei non lo conosce, fisicamente ripugnante, con una pancia da malato di fegato che al massimo gli consentirà (fortunatamente per tutti noi) di vivere altri dodici, facciamo quattordici mesi.


Ultimamente so che l'onorevole Macaluso, uno dei padri della sinistra italiana, lamenta il linguaggio fascista, qualunquista e quasi leghista di questo Villaggio, e la considera una presenza devastante nel vostro giornale.

Ora però mi faccio una domanda che non c'entra: secondo voi, noi piccoli topi di fogna, ignoranti come talpe, capiamo l'italiano di Macaluso? Capiamo il linguaggio del a Rossanda o di Asor Rosa? Vi giuro, a stento arriviamo a capire e ammirare un filosofo come Funari.

Conosce Funari? È quel signore dentato (ma quanti denti ha? cinquantaquattro più della media sicuro, vero, signorina?) che spiega, con quel suo italianese, sì modesto, ma alla faccia, finalmente comprensibile, come vanno le cose.


State a sentire cari amici professori, se andate in Turchia e dovete comunicare e parlare e spiegare qualche cosa di molto importante, o al peggio chiedere aiuto perché siete in difficoltà, quale lingua parlate? Turco, o il vostro solito latino? Vedete, mi sembra che quell'accusare come sempre di fascismo e di leghismo chi non parla il vostro linguaggio, è un razzismo di sinistra che esclude i diversi come me.

Ma vogliamo dirci una volta per tutte che cosa è realmente successo nel 'ex Unione Sovietica, nell'ex Jugoslavia, nell'ex Cecoslovacchia, insomma in tutto l'ex mosaico comunista? Ripeto, la Rossanda ha ragione, Gramsci è un genio, rimpiangeremo Hegel, rimpiangeremo Marx.

Ma in televisione che effetto farebbe il loro latino? Le loro idee profondissime sono patrimonio della cultura occidentale.

Lasciamo perdere che molte previsioni di questi grandi santoni non si siano minimamente avverate. Ma se dovessero parlare in televisione, bisognerebbe obbligarli ad andar prima a lezione da Funari: non si potrebbero permettere il lusso di parlare latino come la Chiesa ha fatto per tanti millenni, per non essere capita.

Voi avete avuto forse l'abilità involontaria di escludere noi poveri parlando solo tra voi, conversando solo tra voi, polemizzando fra voi, ma allora perché invece di usare giornali, libelli e telegiornali, non vi mandate delle lettere col DHL? Mi raccomando non permettetevi il lusso di usare le sciagurate Poste italiane che non vi parlereste mai.

Oppure, meglio ancora, perché non vi incontrate per le vostre discussioni alla sette di sera in piazza del Popolo a Roma? E lì giù a polemizzare, e lì giù a dire a monte, immaginario collettivo, nella misura in cui.

Ma quando parlate con noi, vi prego, parlate la nostra lingua! D'accordo, il nostro sarà un linguaggio leghista, ma sapete che succede? Che noi abbiam perso le speranze, abbiam perso forse il ricordo di tempi migliori, e siamo ossessionati da una brutta sensazione, che ormai non ci sono più speranze, non c'è più lo stellone.


Insomma, una volta per tutte: vogliamo cercare anche di capire che cosa c'è dentro il linguaggio di quel senatur Bossi? Non vi rendete conto che ne abbiamo le palle piene dei politici e quindi anche di voi purtroppo? Se volete vendere programmi e idee per il futuro, fate come fanno i giapponesi che in questo sono straordinari, rubategli qualche idea a quelli delle Leghe.

Sono idee semplici, protestatarie, bieche, ma promettono un cambiamento.

Voi di politica la sapete lunga, però questi cambiamenti li vogliamo fare o no? Vi prego abbiate pietà di noi poveri.

Noi, credetemi, non siamo per le Leghe, soprattutto al Sud, però vogliamo farvi capire il loro successo: è un successo enorme, raramente si è visto un successo di questa portata negli ultimi quarant'anni nel vostro Regno.

Per quello che mi riguarda, cara signorina, e non voglio che lo si sappia in giro, io non ne posso più, sono vecchio, infelice, ma soprattutto temo di morire prima di ogni possibile cambiamento.

Sa che cosa vuol dire svegliarsi ogni mattina con l'incubo di una tivù che ti urla che il momento è tragico, che la lira si svaluta? E poi di serpenti monetari di cui non conosco la zoologia, di aumenti dei tassi, di minimum tax, di prezzi che si alzano, di salari che si abbassano, di bolli e superbolli e di una tantum, ma insomma, che vi ho fatto? Le domando sinceramente che cosa vi ho fatto a voi maledetti, lasciatemi morire in pace, non condannatemi a passare il resto della mia vita con la faccia contro un muro bianco, o peggio ancora contro quella maledetta tivù.


Mi creda, la mia è veramente una vita di merda.

1 novembre '92

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