Adelia era una Colonia gradevole, molto più di Rotor.
Ormai, Crile Fisher era stato su sei Colonie, oltre a Rotor, ed erano tutte più accoglienti di Rotor. (Si soffermò un attimo a esaminare la lista di nomi, e sospirò. Erano sette, non sei. Stava cominciando a confondersi, a perdere il conto. Forse la situazione stava diventando insostenibile per lui.)
Quale che fosse il numero, Adelia era la Colonia più gradevole che Crile avesse visitato. Forse, non fisicamente. Rotor era una Colonia più vecchia, che era riuscita a crearsi un complesso di tradizioni. C’era un’atmosfera di efficienza, si aveva l’impressione che ogni persona conoscesse esattamente il proprio posto, fosse soddisfatta, e svolgesse il proprio ruolo con successo.
Naturalmente, lì su Adelia c’era Tessa… Tessa Anita Wendel. Crile non era ancora entrato in azione, forse perché era rimasto scosso dalla caratterizzazione di Tanayama, che lo aveva dipinto come un conquistatore irresistibile con il gentil sesso. Per quanto potesse essere scherzosa (o sarcastica), quella descrizione lo aveva condizionato, costringendolo a procedere lentamente, quasi contro la sua volontà. Un insuccesso sarebbe apparso doppiamente negativo agli occhi di qualcuno che lo riteneva, anche se in modo insincero, un seduttore.
Quando Fisher si fu sistemato nella Colonia, trascorsero due settimane prima che riuscisse a vedere la Wendel. Era sorprendente come su una Colonia si riuscisse sempre a vedere chiunque. Malgrado la sua esperienza, Fisher non si era mai abituato alla piccolezza di una Colonia, alla popolazione così poco numerosa, al fatto che tutti gli individui appartenenti a una data cerchia sociale si conoscessero tra loro, e conoscessero quasi tutti anche al di fuori del loro ambiente.
Comunque, quando finalmente la vide, Fisher rimase colpito da Tessa Wendel. Tanayama aveva parlato di una donna di mezza età, divorziata due volte (e nel dirlo aveva contratto le vecchie labbra in un accenno di smorfia, come se sapesse di assegnargli un compito spiacevole), e Fisher nella mente si era formato l’immagine di una donna aspra, dal volto duro, con qualche tic nervoso, forse, e un atteggiamento cinico o famelico nei confronti degli uomini.
Tessa non corrispondeva affatto a quell’immagine, la prima volta che la vide tenendosi a media distanza. Era alta quasi come lui, bruna, coi capelli lisci. Sembrava sveglia e vivace, e sorrideva con naturalezza. Vestiva in modo molto semplice, come se volesse evitare ad ogni costo i fronzoli inutili. Si era mantenuta snella, e aveva una figura sorprendentemente giovanile.
Chissà perché aveva divorziato due volte? Probabilmente era stata lei a stancarsi dei compagni, e non viceversa, rifletté Fisher… anche se il buon senso gli diceva che l’incompatibilità poteva manifestarsi nei casi più impensati.
A questo punto era necessario partecipare a qualche avvenimento sociale dove fosse presente anche Tessa Wendel. Il fatto che Fisher fosse terrestre creava qualche difficoltà, ma su ogni Colonia c’erano delle persone al soldo della Terra. Una di queste persone sicuramente avrebbe fatto in modo che Fisher venisse «lanciato», per usare il termine con cui sulla maggior parte delle Colonie si definiva il rituale.
E un giorno Fisher e la Wendel si trovarono faccia a faccia. Lei lo fissò pensierosa, squadrandolo lentamente da capo a piedi, poi, inevitabilmente, disse: «Lei è terrestre, vero, signor Fisher?»
«Sì, dottoressa Wendel. E mi dispiace moltissimo… se questo la offende.»
«Non mi offende. Immagino sia stato decontaminato.»
«Eccome. Decontaminato a morte, quasi.»
«E perché ha affrontato una cosa così spiacevole pur di venire qui?»
E Fisher, senza fissarla in modo troppo diretto, ma attento alla sua reazione, rispose: «Perché mi avevano detto che le donne adeliane erano particolarmente belle».